giustizia sociale Flashcards

1
Q

Il diritto al cibo è esplicitamente riconosciuto dalla Costituzione italiana?

A

No, la Costituzione italiana non menziona esplicitamente il diritto al cibo come fondamentale, a differenza di altre costituzioni nel mondo.

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2
Q

Quanti paesi riconoscono il diritto al cibo nella loro Costituzione?

A

Secondo uno studio della FAO, 107 paesi riconoscono il diritto al cibo, anche se con formulazioni diverse.

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3
Q

Qual è la definizione di diritto al cibo secondo Jean Ziegler?

A

Il diritto al cibo è il diritto ad un’alimentazione quantitativamente e qualitativamente adeguata e sufficiente, in linea con le tradizioni culturali della popolazione e tale da garantire una vita dignitosa e libera dalla paura.

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4
Q

Qual è il legame tra il diritto al cibo e la sicurezza alimentare?

A

Il diritto al cibo è strettamente connesso alla sicurezza alimentare, che significa garantire a tutte le persone, in ogni momento, un accesso sufficiente a cibo sicuro e nutriente per condurre una vita attiva e sana.

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5
Q

Quali sono le quattro strategie per garantire il diritto al cibo?

A

Disponibilità: migliorare la produzione e il commercio alimentare.
Accessibilità: trovare nuovi modi per produrre e distribuire il cibo in modo equo.
Utilizzabilità: educare sulla conservazione e preparazione del cibo e garantire un’equa distribuzione.
Stabilità: creare scorte e piani per affrontare emergenze.

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6
Q

Cosa significa avere sistemi alimentari resilienti?

A

Significa avere sistemi capaci di reagire prontamente a shock esterni, come crisi economiche o eventi imprevisti, per garantire la continuità nell’accesso al cibo.

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7
Q

Quali eventi recenti hanno messo in crisi i sistemi alimentari?

A

La pandemia di COVID-19 ha causato problemi nella distribuzione del cibo, specialmente nei primi mesi del lockdown. Anche il conflitto tra Russia e Ucraina ha influenzato il prezzo del grano per l’aspettativa di carenze nelle scorte.

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8
Q

Perché il diritto al cibo non è sempre garantito?

A

Il diritto diventa un privilegio quando manca l’accesso al cibo. Tuttavia, associazioni come il Banco Alimentare aiutano a distribuire cibo a chi ne ha bisogno.

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9
Q

Qual è la differenza fondamentale tra diritto al cibo e beneficenza?

A

Il diritto al cibo presuppone uguaglianza: ogni essere umano ha diritto al cibo, soprattutto se non ha i mezzi per procurarselo. La beneficenza, invece, implica disuguaglianza, poiché si basa sulla donazione da parte di chi ha più risorse.

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10
Q

Perché la beneficenza è considerata il risultato di un privilegio?

A

Perché chi ha cibo può scegliere se donarlo o meno, spesso grazie a incentivi statali, mentre chi lo riceve non ha possibilità di scelta.

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11
Q

Quali sono le principali politiche adottate per garantire l’accesso al cibo?

A

Le politiche principali sono:
Fornire un reddito di base per permettere l’acquisto di cibo (es. reddito di cittadinanza).
Fornire food stamps, che consentono l’acquisto di determinati alimenti (es. USA e UK).
Incentivare food banks invece di fornire assistenza diretta (es. alcuni stati della penisola araba per i non cittadini).

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12
Q

Cosa si intende per food desert?

A

È un’area con accesso limitato a cibo nutriente e a prezzi accessibili, spesso in quartieri a basso reddito.

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13
Q

Perché nei food deserts è difficile trovare prodotti freschi?

A

Perché non è economicamente conveniente aprire supermercati o negozi di ortofrutta in queste aree.

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14
Q

Quale modello di distribuzione alimentare ha contribuito alla formazione dei food deserts?

A

Il modello dei superstore accessibili solo in auto, diffuso soprattutto negli Stati Uniti.

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15
Q

Quali sono i quattro principali fattori che influenzano l’accesso al cibo?

A

Il prezzo, l’accessibilità fisica, la capacità e il tempo di cucinare e la conoscenza del cibo.

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16
Q

Perché in Italia la conoscenza del cibo è relativamente alta?

A

Grazie ai programmi di educazione alimentare nelle scuole e alla diffusione del tema attraverso i media.

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17
Q

Cosa si intende per transizione nutrizionale?

A

È il cambiamento delle abitudini alimentari dovuto all’aumento del reddito, con maggiore consumo di grassi saturi, zuccheri e prodotti animali e una riduzione delle fibre.

18
Q

Quali sono le conseguenze della transizione nutrizionale?

A

Un impatto controverso sulla salute, con aumento di malattie legate a diete ricche di grassi e zuccheri.

19
Q

Quali sono le tre fasi della transizione nutrizionale?

A

La prima fase è caratterizzata dalla scomparsa progressiva della fame e dal declino della mortalità, con un persistente cattivo stato di salute materno-infantile.
La seconda fase vede l’emergere di obesità e patologie legate all’alimentazione a causa della variazione della dieta e della sedentarietà.
La terza fase consiste in una variazione consapevole del comportamento alimentare che dovrebbe portare a un miglioramento della salute e a un “invecchiamento di successo”.

20
Q

Le fasi della transizione nutrizionale avvengono sempre in ordine cronologico?

A

No, spesso coesistono e non seguono necessariamente un ordine cronologico.

21
Q

Cosa si intende per “invecchiamento di successo” nella transizione nutrizionale?

A

Si intende un miglioramento della qualità della vita in età avanzata grazie a scelte alimentari consapevoli che contrastano le patologie legate alla nutrizione.

22
Q

Come può manifestarsi la coesistenza delle diverse fasi della transizione nutrizionale in un nucleo familiare?

A

All’interno della stessa famiglia possono esserci individui obesi e individui sottonutriti, spesso in relazione al genere.

23
Q

Quali sono i due principali problemi che affliggono le filiere agro-alimentari in Italia?

A

Il sub-appalto della logistica nella distribuzione e l’impiego irregolare in agricoltura, che talvolta porta al fenomeno del caporalato.

24
Q

Dal 2016 cosa è stato fatto per combattere il caporalato?

A

È stata introdotta una legge specifica per contrastare questo fenomeno.

25
Come è cambiato il numero delle aziende agricole tra il 1982 e il 2014?
Il numero è diminuito da 3 milioni a 1,4 milioni.
26
Qual è stato l’andamento della superficie agricola utilizzata e delle dimensioni aziendali?
La superficie agricola utilizzata è diminuita, mentre le dimensioni medie delle aziende agricole sono aumentate di oltre il 22%.
27
Qual è la situazione dell’occupazione agricola in Italia?
I lavoratori agricoli costituiscono il 13,2% degli occupati in Italia. C’è stato un aumento del lavoro agricolo saltuario e stagionale, una diminuzione della manodopera familiare e un incremento della manodopera extra-familiare.
28
Quale percentuale dei lavoratori agricoli era straniera nel 2018?
Il 48% secondo il CREA.
29
Come sono cambiati i numeri dei lavoratori stranieri in agricoltura tra il 1989 e il 2015?
Nel 1989 erano 23.000, mentre nel 2015 erano 340.000.
30
Quale canale di distribuzione è diventato il principale per il commercio alimentare al dettaglio?
Le catene della distribuzione organizzata (GDO), che gestiscono il 73% del commercio al dettaglio di cibo fresco
31
Come si confronta la concentrazione della grande distribuzione organizzata in Italia rispetto ad altri paesi UE?
In Italia la concentrazione della GDO è più bassa rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea.
32
Cosa sono le pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare?
Sono situazioni in cui partner commerciali più grandi e potenti impongono pratiche o accordi contrattuali a proprio vantaggio, sfruttando lo squilibrio di potere contrattuale con i fornitori.
33
Quali fattori rendono l’attività agricola particolarmente incerta?
La dipendenza dai processi biologici, l’esposizione ai fattori meteorologici, la deperibilità e la stagionalità dei prodotti agricoli e alimentari.
34
Perché è importante proteggere gli operatori della filiera agricola e alimentare dalle pratiche commerciali sleali?
Perché il mercato agricolo è oggi più esposto alle dinamiche di libero mercato e i produttori rischiano di subire condizioni contrattuali sfavorevoli.
35
Quali sono alcuni esempi di pratiche commerciali sleali vietate?
L’annullamento di ordini di prodotti deperibili con meno di 30 giorni di preavviso. La modifica unilaterale delle condizioni di fornitura da parte dell’acquirente. Il ritardo nei pagamenti oltre 30 giorni per prodotti deperibili e oltre 60 giorni per altri prodotti. Il rifiuto di confermare per iscritto un accordo di fornitura quando richiesto dal fornitore.
36
Quando si considera un preavviso “breve” per l’annullamento di ordini di prodotti agricoli deperibili?
Quando è inferiore a 30 giorni.
37
Quali sono le regole per il pagamento dei prodotti agricoli e alimentari?
I prodotti deperibili devono essere pagati entro 30 giorni dal termine del periodo di consegna. Gli altri prodotti devono essere pagati entro 60 giorni dal termine del periodo di consegna.
38
Quali richieste dell’acquirente nei confronti del fornitore sono considerate sleali e vietate?
Richiedere pagamenti non legati alla vendita dei prodotti. Far pagare al fornitore perdite o deterioramenti dei prodotti dopo che sono diventati proprietà dell’acquirente, a meno che non siano dovuti a negligenza del fornitore. Restituire prodotti invenduti senza pagare per essi o per il loro smaltimento. Chiedere pagamenti per l’immagazzinamento, l’esposizione o l’inserimento in listino dei prodotti. Addebitare al fornitore i costi degli sconti promozionali, della pubblicità, del marketing o della gestione degli spazi di vendita.
39
Qual è il ruolo degli Stati membri nell’applicazione delle norme contro le pratiche sleali?
Devono designare una o più autorità incaricate di far rispettare i divieti a livello nazionale e informare la Commissione Europea.
40
Quale normativa europea disciplina le pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare?
La Direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019.
41
Qual è l'obiettivo principale del Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 198?
L'obiettivo principale del decreto è attuare la Direttiva (UE) 2019/633 per contrastare le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese della filiera agricola e alimentare. In particolare, mira a garantire una maggiore tutela per i fornitori rispetto agli acquirenti con un potere contrattuale più forte, regolando le relazioni commerciali nel settore.
42
Quali normative sono state recepite nel Decreto Legislativo n. 198 del 2021 e quando è entrato in vigore?
Il decreto recepisce sia la Direttiva (UE) 2019/633, che disciplina le pratiche commerciali sleali nel settore agricolo e alimentare, sia l'articolo 7 della legge 22 aprile 2021, n. 53, relativo alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari. È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 285 del 30 novembre 2021 ed è entrato in vigore il 15 dicembre 2021.