giustizia sociale Flashcards
Il diritto al cibo è esplicitamente riconosciuto dalla Costituzione italiana?
No, la Costituzione italiana non menziona esplicitamente il diritto al cibo come fondamentale, a differenza di altre costituzioni nel mondo.
Quanti paesi riconoscono il diritto al cibo nella loro Costituzione?
Secondo uno studio della FAO, 107 paesi riconoscono il diritto al cibo, anche se con formulazioni diverse.
Qual è la definizione di diritto al cibo secondo Jean Ziegler?
Il diritto al cibo è il diritto ad un’alimentazione quantitativamente e qualitativamente adeguata e sufficiente, in linea con le tradizioni culturali della popolazione e tale da garantire una vita dignitosa e libera dalla paura.
Qual è il legame tra il diritto al cibo e la sicurezza alimentare?
Il diritto al cibo è strettamente connesso alla sicurezza alimentare, che significa garantire a tutte le persone, in ogni momento, un accesso sufficiente a cibo sicuro e nutriente per condurre una vita attiva e sana.
Quali sono le quattro strategie per garantire il diritto al cibo?
Disponibilità: migliorare la produzione e il commercio alimentare.
Accessibilità: trovare nuovi modi per produrre e distribuire il cibo in modo equo.
Utilizzabilità: educare sulla conservazione e preparazione del cibo e garantire un’equa distribuzione.
Stabilità: creare scorte e piani per affrontare emergenze.
Cosa significa avere sistemi alimentari resilienti?
Significa avere sistemi capaci di reagire prontamente a shock esterni, come crisi economiche o eventi imprevisti, per garantire la continuità nell’accesso al cibo.
Quali eventi recenti hanno messo in crisi i sistemi alimentari?
La pandemia di COVID-19 ha causato problemi nella distribuzione del cibo, specialmente nei primi mesi del lockdown. Anche il conflitto tra Russia e Ucraina ha influenzato il prezzo del grano per l’aspettativa di carenze nelle scorte.
Perché il diritto al cibo non è sempre garantito?
Il diritto diventa un privilegio quando manca l’accesso al cibo. Tuttavia, associazioni come il Banco Alimentare aiutano a distribuire cibo a chi ne ha bisogno.
Qual è la differenza fondamentale tra diritto al cibo e beneficenza?
Il diritto al cibo presuppone uguaglianza: ogni essere umano ha diritto al cibo, soprattutto se non ha i mezzi per procurarselo. La beneficenza, invece, implica disuguaglianza, poiché si basa sulla donazione da parte di chi ha più risorse.
Perché la beneficenza è considerata il risultato di un privilegio?
Perché chi ha cibo può scegliere se donarlo o meno, spesso grazie a incentivi statali, mentre chi lo riceve non ha possibilità di scelta.
Quali sono le principali politiche adottate per garantire l’accesso al cibo?
Le politiche principali sono:
Fornire un reddito di base per permettere l’acquisto di cibo (es. reddito di cittadinanza).
Fornire food stamps, che consentono l’acquisto di determinati alimenti (es. USA e UK).
Incentivare food banks invece di fornire assistenza diretta (es. alcuni stati della penisola araba per i non cittadini).
Cosa si intende per food desert?
È un’area con accesso limitato a cibo nutriente e a prezzi accessibili, spesso in quartieri a basso reddito.
Perché nei food deserts è difficile trovare prodotti freschi?
Perché non è economicamente conveniente aprire supermercati o negozi di ortofrutta in queste aree.
Quale modello di distribuzione alimentare ha contribuito alla formazione dei food deserts?
Il modello dei superstore accessibili solo in auto, diffuso soprattutto negli Stati Uniti.
Quali sono i quattro principali fattori che influenzano l’accesso al cibo?
Il prezzo, l’accessibilità fisica, la capacità e il tempo di cucinare e la conoscenza del cibo.
Perché in Italia la conoscenza del cibo è relativamente alta?
Grazie ai programmi di educazione alimentare nelle scuole e alla diffusione del tema attraverso i media.
Cosa si intende per transizione nutrizionale?
È il cambiamento delle abitudini alimentari dovuto all’aumento del reddito, con maggiore consumo di grassi saturi, zuccheri e prodotti animali e una riduzione delle fibre.
Quali sono le conseguenze della transizione nutrizionale?
Un impatto controverso sulla salute, con aumento di malattie legate a diete ricche di grassi e zuccheri.
Quali sono le tre fasi della transizione nutrizionale?
La prima fase è caratterizzata dalla scomparsa progressiva della fame e dal declino della mortalità, con un persistente cattivo stato di salute materno-infantile.
La seconda fase vede l’emergere di obesità e patologie legate all’alimentazione a causa della variazione della dieta e della sedentarietà.
La terza fase consiste in una variazione consapevole del comportamento alimentare che dovrebbe portare a un miglioramento della salute e a un “invecchiamento di successo”.
Le fasi della transizione nutrizionale avvengono sempre in ordine cronologico?
No, spesso coesistono e non seguono necessariamente un ordine cronologico.
Cosa si intende per “invecchiamento di successo” nella transizione nutrizionale?
Si intende un miglioramento della qualità della vita in età avanzata grazie a scelte alimentari consapevoli che contrastano le patologie legate alla nutrizione.
Come può manifestarsi la coesistenza delle diverse fasi della transizione nutrizionale in un nucleo familiare?
All’interno della stessa famiglia possono esserci individui obesi e individui sottonutriti, spesso in relazione al genere.
Quali sono i due principali problemi che affliggono le filiere agro-alimentari in Italia?
Il sub-appalto della logistica nella distribuzione e l’impiego irregolare in agricoltura, che talvolta porta al fenomeno del caporalato.
Dal 2016 cosa è stato fatto per combattere il caporalato?
È stata introdotta una legge specifica per contrastare questo fenomeno.