Ematologia - disturbi della linea mieloide Flashcards
Quali processi cellulari fondamentali risultano alterati nelle patologie oncoematologiche della linea mieloide?
• Difetti del differenziamento (leucemia mieloblastica acuta): le cellule neoplastiche mantengono le caratteristiche delle cellule midollari progenitrici > difettive nel differenziamento
differenziativo.
• Difetti della proliferazione (leucemia mieloide cronica): le cellule arrivano a
maturazione, ma perdono il controllo proliferativo e si accumulano in grande numero. Dato l’alto tasso
di proliferazione, è possibile l’evoluzione ad acuta per accumulo di mutazioni.
Esempi di mutazioni puntiformi tipiche delle neoplasie della linea mieloide
- t(15;17): gene di fusione PML/RAR-α; è fondante e diagnostica della Leucemia Promielocitica.
- t(8;21), gene ibrido che si chiama AML/ETO; si ritrova nell’ 80% dei casi di leucemia M2.
- Inv(16), comparsa di CFB/MYH caratteristico di leucemia M4, anche della variante eosinofila.
Che prognosi tendono ad avere le neoplasie mieloidi di cui si individui una mutazione puntiforme fondante?
Favorevole: ho un target specifico per la terapia
Mutazioni genetiche e cromosomiche che di associano a prognosi sfavorevole nelle neoplasie mieloidi
Trisomia dell’8, la Delezione del 5 e la Delezione del 7
Classificazione WHO 2008 delle malattie mieloidi
- Leucemia mieloblastica acuta
- Sindromi mielodisplastiche (MDS)
- Neoplasie mieloproliferative croniche:
a. Leucemia Mieloide Cronica (BCR/ABL +);
b. Policitemia vera;
c. Trombocitemia essenziale;
d. Mielofibrosi idiopatica;
e. leucemia neutrofilica cronica
f. leucemia eosinofila cronica non diversamente classificata
g. mastocitosi sistemica
h. MPN non classificate - Neoplasie mieloidi e linfoidi con eosinofilia e anomalie di PDGFRalpha, PDGFRbeta, FGFR1
- Forme intermedie MDS/MPN:
a. Leucemia mielomonocitica cronica
b. Leucemia mielomonocitica giovanile
c. Leucemia mieloide cronica atipica
d. MDS/MPN non classificate
Aspetto generale delle cellule midollari nelle sindromi mielodisplastiche
- anomalie strutturali
- alterato rapporto nucleo/citoplasma
- basofilia
- anomala densità nucleare.
Su base pathogenetic come posso dividere le sindromi mielodisplastiche?
CAUSA della perdita di integrità della cellula ematopoietica
• Fattori intrinseci: alterazioni genetiche o epigenetiche→
MDS vere.
• Fattori estrinseci: cambiamenti nel microambiente
midollare. TNF o IL-1β presenti in eccesso → apoptosi e blocco della
proliferazione.
L’esito mielodisplastico è
secondario ad un’altra condizione (infiammazioni
croniche o esposizione ad agenti tossici)→ mielodisplasie
reattive.
Differenza tra sindromi mielodisplastiche e leucemia mieloide acuta a livello midollare
- MDS: apoptosi ++, proliferazione variabile
- LMA: proliferazione +++++
Alterazioni citogenetiche osservate nelle sindromi mielodisplastiche
- Delezione del Cr5q, ma anche del Cr5;
- Delezione del Cr7 o Cr7q;
- Alterazioni del cromosoma 8;
(quelle visibili con tecniche citogenetiche tradizionali)
Che funzioni hanno i geni più frequentemente mutati nelle sindromi mielodisplastiche?
- Geni coinvolti nella metilazione: DNMT3A, TET2, IDH1/2, la cui azione alterata comporta mancato
differenziamento (terapia con farmaci demetilanti) - Geni che modificano gli istoni (de-/acetilazione): EZH2 ASXL1, BAP1;
- Geni coinvolti nello splicing: SF3B1, SFRSF2, ZRSR2
Classificazione FAB delle sindromi mielodisplastiche
- Anemia refrattaria (AR/RA): anemia macrocitica che non risponde ai normali trattamenti. Di solito si cerca di trattarla con B12 o folati, ma non si ha nessuna risposta. Non è a rischio di trasformazione leucemica.
- Anemia refrattaria con sideroblasti ad anello (RARS): si ha accumulo di Fe all’interno dei mitocondri dei precursori eritroidi. Si tenta un trattamento con piridossina (vit. B6):
a. Piridossino sensibili
b. Piridossino non sensibili
L’istologia è simile a quella della RA, ma con specifiche colorazioni si evidenzia la deposizione di ferro
perinucleare.
Non a rischio di trasformazione leucemica. - Anemia refrattaria con eccesso di blasti (AREB/RAEB): blasti con forme anomale nel midollo
osseo (5-20%) e anche in periferia (<5%). Ad
alto rischio di trasformazione leucemica (100% in 3 anni). - Anemia refrattaria con eccesso di blasti in trasformazione (RAEB-T): il numero di blasti midollari è tra il 20 e il 30%.
- Leucemia mielo-monocitica cronica (CMML/LMMoC): non si verifica citopenia, ma accumulo di mielo-
monociti nel sangue periferico. Blasti midollari 1-20%.
Perché la classificazione FAB per le sindromi mielodisplastiche è obsoleta?
- Ampio range di blastosi midollare
- Non considera i corpi di Auer (indice di prognosi sfavorevole)
- Considera la sola anemia
- Non considera la citogenetica
- Ambiguità riguardo alla leucemia mieloide-monocitica cronica: mielodisplasia o mieloproliferativa?
Classificazione WHO 2008 delle sindromi mielodisplasiche
- Citopenia refrattaria con displasia unilineare (RCUD)
a. Anemia refrattaria
b. Neutropenia refrattaria
c. Trombocitopenia refrattaria. - Anemia refrattaria con sideroblasti ad anello (RARS)
- Citopenia refrattaria con displasia multilineare (RCMD)
- Anemia refrattaria con eccesso di blasti di tipo 1 (RAEB-1)
- Anemia refrattaria con eccesso di blasti di tipo 2 (RAEB-2)
- Sindrome MDS non classificabile (MDS-U)
- Sindrome MDS associata a Delezione isolata del braccio lungo del cromosoma 5 – Del(5q) o 5q
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, della citopenia refrattaria con displasia unilineare
- riguarda solo una (massimo due) delle linee mieloidi
- Sangue periferico: non ci sono blasti.
- Midollo: oltre il 10% di cellule displastiche di una delle tre linee mieloidi, blasti nei limiti e sideroblasti ad anello se presenti <15%.
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, dell’anemia refrattaria con sideroblasti ad anello
- displasia eritroide
- sideroblasti ad
anello sono più del 15% - assenza blasti periferici.
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, della citopenia refrattaria con displasia multilineare
- deficit che riguarda tutte e tre le linee proliferative.
- Midollo: > 10% di cellule displasiche in 2 o più linee mieloidi
- assenza di altri segni.
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, della anemia refrattaria con eccesso di blasti di tipo 1
- periferico con pochi blasti (<5%) e assenza
corpi di Auer - midollo con blasti tra 5 e 9% e possibili corpi di Auer.
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, della anemia refrattaria con eccesso di blasti di tipo 2
- periferico con blasti fino al 19%
- midollo tra
10 e 29%; possibile presenza di corpi di Auer.
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, della sindrome mielodisplastica non classificabile
- displasia nel midollo (<10%)
- anomalia citogenetica
- non si riesce ad attribuire a nessun’altra delle categorie.
Caratteristiche, a livello di midollo e sangue periferico, della sindrome mielodisplastica associata a d’elezione isolata del 5q
- megacariociti midollari numerosi con un
grande nucleo ipolobato (quelli normali che sono polilobati) - in periferia livelli piastrinici aumentati (talvolta normali).
- scarsa tendenza a evolvere a LA (solo nel 10%) - incidenza è > nelle F.
Manifestazioni cliniche delle sindromi mielodisplastiche
❖ Anemia (60-80%, manifestazione più rilevante): spesso determina la necessità di trasfusioni. Indicazioni per le trasfusioni di rossi: Hb < 8g/dl (a meno di comorbilità per cui trasfondo anche con Hb più alta: coronariopatia). Se faccio trasfusioni devo usare chelanti del Fe
❖ Nei pz con residua componente normale il trattamento con EPO può dare un vantaggio proliferativo alla stessa
❖ Si associa a “fatigue”, che non è un semplice affaticamento, bensì un abbassamento della qualità della vita (molto sentita dagli anziani).
❖ Trombocitopenia (40-65%): aumenta il rischio di complicazioni emorragiche, importante causa di morte
❖ Neutropenia (50-60%): aumenta il rischio di infezione batteriche (si tratta con granulociti a 500/μl)
Impatto delle sindromi mielodisplastiche sulla qualità della vita del pz
IMPATTO MOLTO ALTO:
- 15% degli affetti conduce una vita normale;
- 35% riesce a svolgere una vita normale con senso di debolezza e sintomi minori
- 25% non riesce a fare le attività normali, 16% non riesce ad avere cura di sé o a lavorare, 9% richiede terapie di supporto o addirittura assistenza completa continua
Complicanze delle sindromi mielodisplastiche
COMPLICANZE:
❖ infezioni batteriche→shock settico, multiorgan failure e morte. Talvolta la liberazione di endotossine (Gram-) può portare a shock settico;
❖ infezioni micotiche (subdole): funghi normalmente saprofiti come l’aspergillus → possono portare a infezione polmonare, cerebrale e ad altri organi, anche mortali.
❖ emocromatosi da trasfusioni (per anemia)
❖ emorragie e IMA
❖ evoluzione in LMA (30%)
risultati degli esami di laboratorio nelle sindromi mielodisplastiche
- Anemia macrocitica, quasi mai > 110 fl
- Anomalie morfologiche (granuli eosinofili nei neutrofili o piastrine grandi quanto GR)
- Eritroblasti aumentati (10% pz), piastrinopenia (50% pz), neutropenia (50% pz)
- Monocitosi
- ↑ di HbF, sideremia, ferritina, LDH; ↓ riduzione transferrina
- Ipo- o iper-gammaglobulinemia, possibili componenti monoclonali
Come suddivido le sindromi mielodisplastiche sulla base della prognosi?
- Buona prognosi: anemia refrattaria, anemia refrattaria con sideroblasti ad anello, sindrome del 5q-
- Cattiva prognosi: anemia refrattaria con eccesso di blasti, citopenia refrattaria con displasia multilineare
- Prognosi variabile: mielodisplasie non classificabili
Iter diagnostico per le meielodisplasie
- Striscio periferico (obbligatorio): valutazione della displasia, conta dei blasti.
- Agoaspirato midollare (obbligatorio), aspetti displastici; sempre colorazione per il ferro, per verificare la presenza di sideroblasti. Conta dei blasti
- Studio citogenetico (obbligatorio), è molto costoso, ma da eseguire sempre. Condiziona sia la prognosi che la terapia. Raccomandata anche la FISH.
- Biopsia osteo-midollare (obbligatorio), per osservare fibrosi (cambia la cura). Permette di vedere la disposizione istologica dei precursori → solitamente alterata. Studi di immunoistochimica.
- Studi di biologia molecolare: studio delle mutazioni con NGS. Alcune terapie di ultima generazione agiscono solo su alcune, che quindi è bene riconoscere.
DD: mielodisplasia e anemia aplastica
ENTRAMBE: anemia, piastrinopenia, neutropenia
- MDS: non ha inibizione T-mediata, non funzionano gli immunosoppressori (eccezione: lenalidomide, immunomodulatore)
- L’anemia aplastica ha una più spiccata riduzione dei progenitori
- MDS è una malattia clonale
- MDS: inefficiente produzione - aplasia midollare: insufficiente produzione
- MDS hanno midollo con: aumento di blasti, ALIP (abnormal localization of immature precursors), fibrosi, clusters di megacariociti atipici (5q-), anomalie cariotipo.
- MDS con marcato accorciamento del telomero
Algoritmo diagnostico per le malattie mieloproliferative croniche
- Screening su sangue periferico per JAK2V617F
- Se presente, maggior sospetto di PV, TE o MF.
- Se la mutazione è assente→ TE, MF o CML (non può essere PV, JAK2V617 + nel 100% dei casi). - Biopsia midollare e ulteriore ricerca mutazionale o di fibrosi:
- Presenza di fibrosi o di altre mutazioni→ conferma di MF o TE - Ricerca di Ph o di BCR-ABL (FISH o molecolare)
- Se positivo→ CML, anche in assenza di evidenza clinica (fasi iniziali).
Fasi cliniche della leucemia mieloide cronica
- Fase cronica, aumentano i globuli bianchi, ma la persona sta complessivamente bene;
- Fase accelerata, il paziente sta clinicamente meno bene e compaiono nel sangue periferico cellule più immature: non più solo neutrofili e metamielociti, ma anche promielociti e qualche blasto; la somma di tali cellule è comunque inferiore al 20%.
- Crisi blastica, si sviluppa dopo qualche mese dalla fase accelerata; è la vera leucemia acuta con oltre il 20% di blasti circolanti. Era incurabile fino a poco tempo fa.
Domini della proteina ABL e loro funzioni
• N-terminale contiene 3 domini omologhi di src (↑proliferazione)
• Parte centrale con NLS (Nuclear Localization Sequence), grazie al quale può migrare nel nucleo per
regolare la proliferazione;
• C-terminale lega DNA e l’actina, sia globulare che filamentosa (influenza l’adesione cellulare)
Domini della proteina BCR e loro funzioni
- N-terminale ha una zona che può essere fosforilata e una con attività di Ser-thr-k;
- La parte centrale interagisce con NF-kB e lo attiva.
- C-terminale ha attività GTPasica che regola la proteina Rac (Ras-protein), responsabile della polimerizzazione dell’actina e della funzionalità della NADPH. Questa proteina ha anche la capacità di legare Grb-2, un adattatore per la cascata di Ras.
Dove può avvenire la rottura del BCR?
- Tra gli esoni 12-16 (b1-b5), da cui derivano b2a2 o
b3a2→ P210, la più frequente - Tra gli esoni e1’-e2’, risultando in e1a2→ P190
- Tra gli esoni 19-20, ne deriva e19a2→ P230, la più
rara
P210 e P190 danno CML, P230 dà leucemia cronica a neutrofili
quali sono gli effetti di ABL/BCR costruttivamente attivato nella CML?
- Promuove la degradazione di Abi1 e Abi2
- Non lega più l’actina e si perde la regolazione citoscheletro-integrine per l’adesione cellulare nel
midollo→ esprimono un’integrina β1 anomala, quindi si hanno cellule immature circolanti (metamielociti e qualche promielocita) - Attivazione delle vie di chinasi a valle di ABL:
▪ Ras→ proliferazione incontrollata
▪ STAT1/5 e trascrizione di Bcl-xL→ promozione sopravvivenza cellulare
▪ PI3K con via AKT e blocco di Bad→ inibizione apoptosi
Terapia per la CML ABL/BCR positiva?
- imatinib: inibitore specifico di ABL/BCR
- oggi disponibili anche gli inibitori delle chinasi a valle
alterazioni ematologiche e midollari della CML
- Leucocitosi: nelle fasi iniziali della malattia si può avere > 100 000 (52% pz); solo i valori molto alti possono dare un chiaro indice di malattia. Provoca calo dell’Ht e
anemizzazione. Aumento degli eosinofili e/o dei basofili (quando la malattia sta per accelerare); - Possibile lieve aumento dei GR nelle fasi iniziali, mentre anemia in fase avanzata.
- Modesta blastosi midollare, soprattutto mieloblasti e promielociti
- Fosfatasi alcaline leucocitarie bassissime (in istochimica)
- B12 aumentata: i granulociti producono la transcobalamina-1 che lega ad alta affinità la vitamina B12→
livelli alti ma non utilizzabile. - Piastrine alterate: forma anomala (grandi quanto GR), possono essere aumentate (1/3 pz) o diminuite.
- livello del circolo polmonare→ quadro simil-
polmonite. La crisi blastica è tendenzialmente preceduta da una fase di transizione in cui i blasti midollari raggiungono il 20-30%.