Cardio-farmaci Flashcards

1
Q

Su cosa agiscono i Ca-antagonisti?

A

Sui canali per il Calcio tipo L, che sono caratterizzati da maggiore durata di apertura e maggiore conduttanza al calcio.
Il canale è costituito da varie subunità e il farmaco agisce su quella A1 (alpha1), sebbene questa subunità sia diversa tra cuore e muscolatura liscia dei vasi

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2
Q

Meccanismo d’azione dei Ca-antagonisti

A

Andando a bloccare i canali per il Ca:
- riducono il rischio apoptotico diminuendo al qtà di Ca intracellulare
- vasodilatano i vasi periferici impedendo la contrazione della muscolatura liscia dei vasi
- hanno effetti inotropo, cronotropo, dromotropo e batmotropo negativo; l’effetto batmotropo deriva dall’allungamento del plateau a livello del nodo SA (fase derivante dall’ingresso di Ca) e dalla riduzione della velocità di conduzione dal nodo SA a quello AV

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3
Q

Classificazione di Ca-antagonisti

A
  • non diidropiridinici: Verapamil, Diltiazem agiscono sul cuore
  • diidropiridinici: Amlodipina, Nicardipina, Nifedipina, Isradipina, Felodipona agiscono sui vasi
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4
Q

Cosa differenzia Verapamil e Diltiazem?

A

Il Verapamil è più potente, meno rapido ed ha un forte effetto bradicardizzante, per questo può essere utilizzato solo nelle ischemie tachifrequenti.
Il Diltiazem invece è meno potente, più rapido, ma può essere utilizzato anche nelle ischemie normofrequenti

Entrambi hanno effetto debole sulla vadodilatazione periferica e riducono l’ossigeno necessario per la funzione cardiaca

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5
Q

quale importante interazione metabolica deve essere controllata nei pazienti in terapia con verapamil ?

A

si deve monitorare l’interazione con la digossina dal punto di vista di:

  • riduzione della clearance della digossina e aumento della biodisponibilità del 70-100%
  • interazione farmacodinamica: diminuzione della conduzione giunzionale a
    livello del nodo seno-atriale e del nodo atrio-ventricolare
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6
Q

Qual è il Ca-antagonista diidropiridinico migliore?

A

L’amlodipina, in quanto ha un’emivita tale da poter essere assunta una volta al giorno, picco d’azione a 12 ore, evitando la tachicardia riflessa che caratterizza il resto dei farmaci e biodisponibilità elevata.

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7
Q

per quali patologie si usa la amlodipina ?

A
  • ipertensione
  • angina: ha un effetto antianginoso perchè agisce anche a livello delle coronarie, vasodilatandole
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8
Q

quale Ca antagonista diidropiridinico ha effetto massimo a livello dei vasi cerebrali ?

A

nimodipina

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9
Q

effetti avversi dei Ca-antagonisti

A
  • ipotensione
  • tachicardia riflessa
  • arrossamento del volto: accompagnato da vampata di calore
  • cefalea: dilatazione dei vasi della dura madre e distensione della stessa
  • stipsi: ridotta motilità intestinale
  • edemi declivi: per l’azione veno-dilatatrice
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10
Q

perchè si preferisce non usare la nifedipina in caso di malattia coronarica ipertensiva ?

A

a causa della tachicardia riflessa, per evitare fenomeni di ischemia miocardica

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11
Q

Qual è la funzione dei nitrovasodilatatori?

A

Essi dilatano per prime (e principalmente) le grosse vene periferiche, riducendo notevolmente il pre-carico, diminuendo lo stress cardiaco e la qtà di ossigeno necessaria; in questo modo permettono di ridurre i sintomi anginosi.

Riducendo il volume sanguigno, inoltre, viene prevenuta la compressione dei vasi miocardici che sarebbe causata da atri e ventricoli pienamente riempiti.

A dosi superiori dilatano
- le arteriole, riducendo il post-carico
- le coronarie SANE, non quelle aterosclerotiche; anzi, potrebbe addirittura verificarsi il “furto coronarico”, in cui le coronarie sane dilatandosi sottraggono ulteriore sangue all’area ipossica.

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12
Q

Per cosa si usano i nitrovasodilatatori?

A
  • trattamento sintomatico dell’angina instabile
  • trattamento e profilassi dell’angina stabile
  • trattamento dell’angina di Prinzmetal (vasospasmo coronarico)
  • insufficienza ventricolare sinistra lieve
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13
Q

Come possono essere somministrati i nitrovasodilatatori?

A
  • sublinguale: in emergenza, una/due volte ogni 2-3 minuti se persiste, o prima di un aumento di pressione (sport, attività sessuale)
  • infusione continua
  • cerotti transdermici: profilassi dell’angina stabile
  • pomata rettale
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14
Q

Quali indicazioni dare al paziente per l’assunzione dei nitrovasodilatatori?

A
  • assumerli (sublinguale o cerotto, NON deglutire)
  • stendersi 30 minuti (dopo cui il farmaco agisce) e rilassarsi per evitare ipotensione ortostatica
  • rimuovere l’eventuale cerotto prima di andare a letto per evitare tolleranza
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15
Q

cosa limita la biodisponibilità orale dei nitrovasodilatatori ?

A

questi composti vengono ampiamente denitrati a livello epatico dalla glutatione nitrato reduttasi che taglia i gruppi nitrici (NO2)

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16
Q

Meccanismo d’azione dei nitrovasodilatori

A

Entrano nel mitocondrio, l’aldeide deidrogenasi mitocondriale separa l’NO2, da cui l’NO torna nel citoplasma. L’NO attiva la guanilil-ciclasi-solubile, che fa aumentare il cGMP che può
- essere metabolizzato dalla PDE (fosfodiesterasi)
- stimolare una PK che blocca i canali mitocondriali del calcio, promuovendone l’accumulo all’interno del mitocondrio e riducendone la quota citoplasmatica.

Le catene leggere della miosina miosina allora non saranno fosforilate e non avverrà la contrazione

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17
Q

Come si sviluppa tolleranza nei confronti dei nitrovasodilatatori?

A

compare dopo 12-24 h dopo l’inizio della terapia. Ci sono varie ipotesi:

  • diminuzione della funzionalità dell’aldeide deidrogenasi mitocondriale (non verrebbe scisso l’NO2)
  • riduzione della guanilil-ciclasi-solubile
  • aumento della funzionalità delle PDE (diminuirebbe il cGMP e riprenderebbe la fosforilazione della miosina)
  • l’O liberato insieme all’NO partecipa alla produzione di ROS che rendono vano il lavoro dell’NO stesso
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18
Q

applicazione terapeutica dei nitrovasodilatatori nell’avvelenamento da cianuro

A

lo ione nitrito induce la produzione di metaemoglobina, altamente reattiva con lo ione cianuro, formando la cianometaemoglobina.

questo composto viene neutralizzato dal tiosolfato di sodio, formando lo ione tiocianato che è rapidamente escreto

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19
Q

reazioni avverse ai nitrovasodilatatori

A
  • cefalea pulsante: dilatazione arterie cerebrali e aumento della pressione intracranica. tende a scomparire nel giro di 1-2 settimane
  • ipotensione ortostatica
  • alitosi (formulazione sublinguale)
  • rossori e vampate al collo o al volto
  • tachicardia riflessa (palpitazioni)
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20
Q

quali interazioni farmacologiche si devono monitorare nel paziente in trattamento con nitrovasodilatatori ?

A
  • alcol: è un forte vasodilatatore
  • altri vasodilatatori
  • sildenafil (inibitori delle fosfodiesterasi: bloccando l’enzima, aumentano ancor di più la biodisponibilità di NO, determinando un’ipotensione così importante e improvvisa da rischiare l’infarto del miocardio
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21
Q

Classificazione dei diuretici in base all’attività clinica

A

Di base la quota di Na eliminata per via renale è lo 0,2% del filtrato

  • deboli: Na escreto tra 0,2 e 5%
  • intermedi: Na escreto tra 5 e 10%
  • forti: Na escreto > 10%
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22
Q

Classificazione dei diuretici in base al meccanismo d’azione

A
  • diuretici dell’ansa (Na/K/Cl): furosemide
  • diuretici tiazidici (Na/Cl): idro-cloro-tiazide
  • diuretici risparmatori di K: spironolattone, canrenone, amiloride, triamterene
  • aumento della pressione osmotica (oncotica): mannitolo
  • inibitori dell’anidrasi carbonica: acetazolamide
  • inibitori del trasporto Na/Glu (SGL2i): glifozine (dapaglifozina, canaglifozina)
  • antagonisti dei recettori dell’adenosina: rolofillina, teofillina, caffeina
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23
Q

Diuretici osmotici: meccanismo d’azione

A

Il principale è il mannitolo. Viene utilizzato unicamente in ospedale per via endovenosa. viene completamente filtrato nel glomerulo e, all’interno del tubulo contorto prossimale e ansa di Henle, essendo uno zucchero di grandi dimensioni, aumenta notevolmente la pressione osmotica, richiamando acqua a livello del tubulo, forzando la diuresi.

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24
Q

per quale motivo i diuretici osmotici non si possono somministrare per via orale ?

A

aumentando la pressione osmotica all’interno del lume intestinale, determinerebbero la comparsa di una diarrea massiva con conseguente disidratazione

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25
Q

quali sono le indicazioni all’utilizzo di diuretici osmotici ?

A
  • prevenire l’anuria in caso di rabdomiolisi
  • ridurre la pressione endocranica in casi di edema cerebrale
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26
Q

quale importante accorgimento si deve prendere durante la somministrazione di diuretico osmotico ?

A

infondere il paziente con fisiologica, in modo da evitare la disidratazione

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27
Q

reazioni avverse del diuretico osmotico

A
  • edema polmonare, cefalea, nausea e vomito: effetti paradossi legati al fatto che il farmaco può rimanere attivo nel circolo
  • disidratazione
  • ipernatriemia
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28
Q

Inibitori dell’anidrasi carbonica: meccanismo d’azione

A

È l’acetazolamide. agiscono a livello del tubulo prossimale
- inibendo l’AC2 non si formerà H2CO3, dunque non si avranno H+ e HCO3-; l’H+ dunque non potrà essere scambiato con l’Na, che verrà perso
- inibendo l’AC4 non si ottengono H2O e CO2, dunque non si scinde l’NaHCO3, che viene perso (si perde Na)

Tuttavia, si evince che si perdano (non vengono riassorbiti) anche ioni bicarbonato, con conseguente alcalinizzazione delle urine.

L’azione diuretica non è particolarmente importante perchè questo meccanismo è molto prossimale e il nefrone riesce a recuperare acqua e sodio più distalmente

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29
Q

quali sono le indicazioni degli inibitori dell’anidrasi carbonica

A
  • diuresi (non molto impiegato)
  • glaucoma (dozolamide e glizolamide): blocca l’AC responsabile della produzione di umor acqueo, riducendo la pressione intraoculare
  • alcalinizzazione delle urine: quando c’è necessità di eliminare acidi deboli, come nel caso di intossicazione da ASA
  • alcalosi metabolica: fanno perdere molto HCO3-
  • malattia d’alta quota: riduce la produzione di liquor e la pressione endocranica
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30
Q

reazioni avverse agli inibitori dell’AC

A
  • acidosi metabolica
  • nefrolitiasi: i sali di calcio sono insolubili a pH alcalino
  • iperpotassiuria: il Na viene recuperato a valle del tubulo, scambiandolo con il K
  • ipersensibilità: determinata dalla presenza del gruppo sulfonamide, condiviso da altri diuretici
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31
Q

meccanismo d’azione SGLT2i (gliflozine)

A

bloccano il cotrasportatore Na glucosio del tubulo prossimale. aumentano così la diuresi osmotica

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32
Q

come agiscono gli antagonisti del recettore A1 dell’adenosina ?

A

bloccano il recettore sull’arteriola afferente, la vasodilatano, determinando maggiore filtrazione e modesta attività diuretica

agiscono anche (effetto meno importante) bloccando lo scambiatore NHE3, con una perdita di Na

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33
Q

Diuretici dell’ansa: meccanismo d’azione

A

Il più noto è la furosemide. si usano per via orale o endovenosa. sono molto potenti

Bloccano il traspotatore NKCC2 del tratto ascendente dell’ansa di Henle, impedendo il riassorbimento di questi ioni.

Viene però impedito anche il riassorbimento di ioni bivalenti come Mg2+ e Ca2+ perchè cambia il potenziale delle membrane avendo perso più Na, K e Cl.

Permettono la perdita di grandi quantità di acqua.

34
Q

indicazioni ai diuretici dell’ansa

A
  • edema polmonare acuto
  • scompenso cardiaco
  • cirrosi epatica complicata da ascite
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • ipercalcemia
35
Q

reazioni avverse dei diuretici dell’ansa

A
  • ipokaliemia
  • ototossicità
  • iperuricemia: per ipovolemia e aumento del riassorbimento
  • ipomagnesemia
  • reazioni allergiche
36
Q

quale parametro definisce l’efficacia della dose di furosemide ?

A

eliminazione di 2.5 L di urina al giorno

37
Q

Diuretici tiazidici: meccanismo d’azione

A

Un esempio è l’idroclorotiazide.

Bloccano i canali NCC del tubulo contorto distale, impedendo il riassorbimento di questi ioni.

Non viene impedito il riassorbimento di Ca perchè nel tubulo prossimale aumenta il riassorbimento passivo di Na e Ca, mentre nel tubulo distale aumenta il riassorbimento attivo di Na e Ca.

38
Q

per quali caratteristiche i diuretici tiazidici sono quelli di scelta nel trattamento dell’ipertensione

A

hanno lunga durata d’azione e un’attività diuretica non troppo elevata. questo li rende perfetti per una terapia cronica

39
Q

indicazioni dei tiazidici

A
  • ipertensione
  • insufficienza cardiaca moderata
  • prevenzione della nefrolitiasi ricorrente
  • edemi gravi resistenti al trattamento con furosemide (in associazione)
40
Q

reazioni avverse dei tiazidici

A
  • ipokaliemia
  • iperuricemia
  • ridotta tolleranza ai carboidrati e iperglicemia: inibiscono debolmente le beta-cellule, riducendo la produzione di insulina
  • reazioni allergiche
41
Q

Diuretici risparmiatori di potassio: meccanismo d’azione

A

I classe: spironolattone, canrenone
II classe: amiloride, triamterene

Antagonizzano gli effetti dell’aldosterone, impedendo il riassorbimento di Na e aumentando la ritenzione di K.

La prima classe agisce bloccando il recettore intracellulare dell’alosterone, quindi, tramite un meccanismo trascrizionale, impedendo appunto la trascrizione dei trasportatori Na/K

La seconda classe invece agisce in maniera più immediata bloccando direttamente i canali Na

42
Q

quale altra classe di diuretici è ampiamente utilizzata
in combinazione con i risparmiatori di potassio nel trattamento dell’ipertensione essenziale ? perchè ?

A

tiazidici + risparmiatori di potassio

perchè hanno entrambi attività diuretica moderata, e i risparmiatori di potassio permettono di evitare l’ipokaliemia

43
Q

reazioni avverse dei diuretici risparmiatori di potassio

A
  • iperkaliemia (non si devono usare in IR)
  • acidosi metabolica
  • ginecomastia: quelli di prima classe possono agire anche bloccare il recettore degli estrogeni (eplerenone è quello che lo fa meno)
  • nefrolitiasi (rara): triamterene potrebbe precipitare nelle urine
44
Q

quali classi di diuretici sono in grado di determinare ipokaliemia ?

A

diuretici dell’ansa, tiazidici

45
Q

quali classi di diuretici condividono un gruppo chimico in grado di determinare reazioni allergiche ?

A

il gruppo in questione è il sulfonamide, presente in:
- acetazolamide
- diuretici dell’ansa
- diuretici tiazidici

46
Q

quale strategia si può impiegare per aumentare l’emivita dei peptidi natriuretici (ANP, BNP, CNP, urodilatina)

A

aggiungere delle code peptidiche (peptidazione) che rallentano l’attività delle peptidasi, mantendo i peptidi integri più a lungo.

47
Q

Classifica gli alfa-bloccanti

A
  • selettivi: prazosina
    Rilasciano la muscolatura liscia bloccando i recettori alfa1, ma agiscono anche su muscolatura uretrale e vescicale, per questo risultano utili anche nell’IPB
  • non selettivi: fenossibenzamina e fentolamina, rispettivamente irreversibile e reversibile
    Bloccano anche i recettori di ACh, istamina, serotonina
48
Q

Classifica i B-bloccanti

A
  • non selettivi: propranololo; il rischio è legato alla possibilità di bloccare i recettori B2, causando broncocostrizione. In aggiunta possono alterare il metabolismo glucidico
  • selettivi: metoprololo, bisoprololo, atenololo

Si aggiungono
- esmololo: solo iniettivo, emivita di 9 minuti, perfetto per eventi acuti come tachicardie sopraventricolari, fibrillazione atriale, flutter atriale
- carvedilolo: agisce “volontariamente” su B1 e A1; diminuisce stress cardiaco, effetti inotropo e cronotropo negativi, vasodilata ma compensa la tachicardia riflessa
- reserpina: esautora le vescicole di NA

49
Q

Meccanismo d’azione e reazioni avverse dei B-bloccanti

A

Bloccando i recettori B1 riducono le necessitá metaboliche del cuore:
- abbassano la PA
- effetti inotropo e cronotropo negativi
- abbassano pressione intraoculare

Reazioni avverse
- azione sui B2 -> broncocostrizione
- ipoglicemia
- sindrome da sospensione: crisi ipertensiva conseguente ad interruzione brusca del trattamento

50
Q

Per cosa si usano i B-bloccanti?

A
  • ipertensione: probabilmente per l’inibizione del RAS
  • anti-aritmico: sotalolo (III classe)
  • insufficienza cardiaca congestizia: carvedilolo perché agisce anche sugli alfa1
  • angina: diminuiscono la necessità di ossigeno del cuore; nell’infarto si usano solo dopo la fase acuta per ridurre il tono adrenergico e il consumo di ossigeno
51
Q

Farmaci che agiscono sul RAAS

A
  • ACE-inibitori: Captopril, Lisinopril, Fosinopril, Enalapril, Ramipril
  • Lartani: Losartan, Irbesartan, Valsartan
  • Inibitori della renina: Aliskiren
52
Q

Meccanismo d’azione degli ACE-inibitori

A

Gli ACE-inibitori (Captopril, Lisinopril, Fosinopril, Enalapril, Ramipril) svolgono la loro funzione attraverso:

  1. Inibizione della conversione della AG1 in AG2, riducendone gli effetti (vasocostrizione, proliferazione cellulare, deposizione di collagene, infiammazione).
    Inoltre, l’AG2 non può stimolare la produzione di aldosterone, diminuendo il riassorbimento di Na (e acqua); l’aldosterone potrebbe avere anche effetti di fibrosi miocardica, iperplasia dell’intima arteriosa e induttore del simpatico.
  2. Accumulo di bradichinina: ACE è responsabile della clearance della bradichinina, in quanto la converte in un metabolita inattivo. Con gli ACE-inibitori, la bradichinina si accumula e questa ha effetti di vasodilatazione* (NO e PG)
  3. Conversione della AG1 in AG1-7 ad opera delle NEP (endopeptidasi neutra); AG1-7 vasodilata, aumenta l’escrezione di Na, ha proprietà antinfiammatorie e riduce lo stress ossidativo
  • In realtà la bradichinina viene degradata anche dalla NEP (endopeptidasi neutra), ma la quota di degradazione operata da questo enzima è minima rispetto a quella di ACE
53
Q

Tachicardia riflessa associata agli ACE-inibitori

A

Non c’è perchè
1. AG2 agisce da simpatico-mimetico; in assenza di questo stimolo, il riflesso tachicardico non si sviluppa
2. La diminuzione dell’AG2 stimola il tono vagale
3. L’abbassamento di pressione si verifica lentamente nel tempo, diminuendo la probabilità di causare tachicardia riflessa

54
Q

Altri effetti degli ACE-inibitori

A

Oltre all’effetto antipertensivo, hanno effetto
- anti-aterogenico
- anti-ischemico

L’effetto anti-aterogenico deriva dall’inibizione dell’AG2, che causerebbe vasocostrizione, proliferazione cellulare, infiammazione, produzione di ROS, disfunzione endoteliale, che facilitano la deposizione di lipidi

L’effetto anti-ischemico deriva invece semplicemente dalla riduzione del post-carico (vasodilatazione) e dunque dalla risuzione dello stress cardiaco. Da menzionare, seppure minoritario, l’effetto stimolatorio dell’AG2 sul simpatico, che viene ridotto

55
Q

Per cosa si usano gli ACE-inibitori?

A
  • Ipertensione
  • Insufficienza cardiaca
  • Nefropatia diabetica
56
Q

Reazioni avverse agli ACE-inibitori

A

Si distinguono in comuni, rare e rarissime

Comuni
- Tosse secca per accumulo di bradichinina
- Teratogenicità nel 2º e 3º trimestre

Rare
- Angioedema
- Ipotensione
- IRA
- Iperpotassemia
- Rash cutaneo

Rarissime
- Perdita del gusto
- Epatotossicità
- Neutropenia
- Glicosuria

57
Q

quali meccanismi patogenetici presiedono alla comparsa ed evoluzione dello scompenso cardiaco ?

A

insufficienza contrattile –> ipoperfusione renale –> attivazione RAAS

58
Q

quali strategie terapeutiche si impiegano per trattare lo scompenso cardiaco ? perchè ?

A
  • inotropi positivi: per agire sull’insufficienza contratile
  • beta-bloccanti: per agire sull’ipoperfusione renale
  • ACEi: bloccare il RAAS
59
Q

quali forme di scompenso cardiaco beneficiano del trattamento con glicosidi digitalici ?

A

NYHA 3 e 4

60
Q

struttura dei glicosidi digitalici ? in cosa differiscono gli uni dagli altri ? esempi

A

nucleo steroideo sostituito
- in posizione 1: residui glucidici. il numero di residui cambia la farmacocinetica del farmaco perchè ne determina la lipofilicità/idrosolubilità
- in posizione 17: anello lattonico

differiscono anche in base al numero di ossidrili sostituiti sull’anello steroideo che determinano un aumento di idrofilicità

digossina è idrosolubile
digitossina è liposolubile

61
Q

principali effetti dei glicosidi digitalici

A
  • aumento della forza di contrazione del cuore
  • rallentamento del ritmo cardiaco e riduzione della velocità di conduzione
  • disturbi del ritmo (blocco AV, aumento dell’attività pacemaker ectopica)
62
Q

meccanismo d’azione dei digitalici

A
  • inibizione pompa Na/K
  • dispersione del gradiente transmembrana di sodio
  • ridotta funzionalità dello scambiatore Na/Ca che porta il calcio fuori dalla cellula
  • accumulo di Ca intracellulare
  • aumento dell’inotropismo e riduzione della velocità di conduzione
63
Q

in cosa consiste il monitoraggio terapeutico per quanto riguarda i glicosidi digitalici ?

A
  • monitoraggio delle concentrazioni del farmaco: per la digossina 0.5-0.8 ng/ml sono terapeutiche; 1.2-1.5 ng/ml sono tossiche
  • valutazione elettrolitica (Na e K)
  • monitoraggio ECG: ci si aspetta uno slargamento del QRS e ST cupoliforme (da non confondere con infarto NSTEMI)
  • monitoraggio interazioni farmacologiche e farmacodinamiche
64
Q

interazioni farmacocinetiche dei glicosidi digitalici

A
  • neomicina e sulfasalazina: riducono l’assorbimento
  • antiacidi: riducono assorbimento
  • tiroxina: riduce i livelli
  • antiaritmici: riduzione della clearance renale e aumento di digossina
  • omeprazolo e tetracicline: aumento della biodisponibilità
  • calcio antagonisti: aumento variabile
  • ciclosporina: aumento variabile
65
Q

quali farmaci spesso usati in combinazione con i glicosidi digitalici possono avere delle interazioni con essi

A
  • antiaritmici, Ca-antagonisti: aumentano la biodisponibilità
  • beta-bloccanti, verapamil: riducono la conduzione giunzionale
  • diuretici kaliuretici: riducono K e bloccano ulteriormente la pompa Na/K
  • simpatico-mimetici (usati in acuto)
66
Q

interazioni farmacodinamiche dei glicosidi digitalici

A
  • beta-bloccanti, verapamil, diltiazem, flecainide: riduzione della conduzione giunzionale
  • diuretici kaliuretici: ipokaliemia che promuove l’inibizione della pompa Na/K
  • simpatico-mimetici: aumento dell’automatismo
67
Q

come ci si deve comportare in caso di intossicazione da digitalici ?

A

anticorpi anti-digitale. NO chelanti del calcio o magnesio (che antagonizza l’ingresso di calcio nella cellula)

67
Q

meccanismo d’azione del levosimendan

A
  • aumenta la sensibilità della troponina al Ca
  • attiva un meccanismo di precondizionamento cardiaco all’ipossia
68
Q

cosa si intende per precondizionamento cardiaco all’ipossia determinato da levosimendan ?

A

agendo sui canali del K V-dipendenti del mitocondrio, disaccoppia la rfosforilazione ossidativa, quindi, rende la cellula più resistente ad un insulto ischemico di entità maggiore che potrebbe verificarsi in futuro

il precondizionamento contempla:
- risposta precoce: si attivano meccanismi recettoriali volti a garantire la protezione dall’ipossia
- risposta tardiva: la cellula mette in atto un aumento della trascrizione di geni che codificano per fattori implicati nella risposta all’ipossia (HIF, eritropoietina, …)

69
Q

schema terapeutico per lo scompenso cardiaco

A
  • lieve: diuretici, ACE-inibitori o nitrovasodilatatori
  • moderato: digossina, ACEi, diuretici
  • grave: digossina, ACEi, diuretici, nitrovasodilatatori
70
Q

quando è necessaria la terapia per le aritmie cardiache ?

A

quando diventano clinicamente rilevanti, ovvero:
- genera una perdita di funzione cardiaca
- è un prodromo all’insorgenza di aritmie più gravi o allo sviluppo di complicanze extra-cardiache gravi o fatali
- la sintomatologia altera la qualità di vita del paziente

71
Q

perchè la terapia anti-aritmica è particolarmente complicata ?

A
  • i farmaci impiegati hanno indice terapeutico basso
  • i farmaci sono essi stessi pro-aritmogeni e potrebbero peggiorare la situazione
72
Q

come si classificano i farmaci anti-aritmici?

A
  • classe I: bloccanti dei canali del sodio. agiscono modulando la velocità e intensità della depolarizzazione
  • classe II: beta-bloccanti. modulano l’azione stimolante del sistema nervoso simpatico sull cuore
  • classe III: bloccanti dei canali del potassio. prolungano il periodo di ripolarizzazione e refrattarietà
  • classe IV: calcio-antagonisti (verapamil, diltiazem). modulano l’automatismo cardiaco
73
Q

in riferimento al PdA cardiaco, quali sono gli effetti del blocco dei canali del Na e del K rispettivamente ?

A
  • Na: si riduce la velocità di salita del PdA, senza interferire sulla ripolarizzazione
  • K: allungamento della fase di ripolarizzazione, con conseguente prolungamento del periodo refrattario (in caso di rientro, non si innesca l’aritmia)
74
Q

sottoclassificazione degli antiaritmici di classe I

A
  • Ia: a velocità di dissociazione intermedia (procainamide)
  • Ib: a dissociazione rapida (lidocaina)
  • Ic: a dissociazione lenta (flecainide)
75
Q

effetti della procainamide:

A

blocca i canali del Na, Ca e K.

per questo motivo, non solo riduce la velocità di depolarizzazione (classe I), ma rallenta anche la ripolarizzazione.

in generale, prolunga il PdA

76
Q

effetti della lidocaina

A

blocca i canali del Na a frequenza di scarica e uso maggiore.

per questo motivo, è molto utile nelle aree ischemiche-depolarizzate oppure ad elevata velocità di conduzione (focus ectopico che scarica ad alta frequenza)

77
Q

effetti della flecainide e quando non è indicata

A

blocco dei canali di Na, K e Ca durante tutto il ciclo cardiaco (lenta dissociazione).

controindicazione per i pazienti con frazione di eiezione inferiore al 40%

78
Q

effetti dell’amiodarone e reazioni avverse

A

meccanismo d’azione: blocco dei canali del K–> riduzione dell’automatismo e rallentamento della conduzione

effetti avversi: polmonite interstiziale, epatopatia, microdepositi corneali, tireotossicosi, gastrointestinali

79
Q

farmaci antiaritmici non classificati e quando si usano

A
  • atropina: bradicardia sinusale
  • adrenalina: arresto cardiaco
  • digossina: fibrillazione atriale parossistica
  • cloruro di calcio: tachicardia ventricolare da iperpotassiemia
  • cloruro di magnesio: fibrillazione ventricolare, intossicazione da digitale