Cap. 5 - I totalitarismi Flashcards

1
Q

Totalitarismo

A

Termine che allude accezione totale di politica, cioè di una politica che penetra tutte le dimensioni della società annullando la tradizionale separazione in ambiti. Coinvolge l’individuo senza lasciare riserve o margini di indipendenza né dimensioni di libertà. La categorizzazione teorica del termine giunge a compimento con il pensiero di Hannah Arendt.

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2
Q

Caratteristiche dei totalitarismi

A

- Ideologia totalizzante, che si rifiuta di riconoscere l’oggettività della realtà e ne sostiene invece la trasformabilità.
- Partito unico che si sostituisce allo stato come vero centro del potere e detentore del monopolio sulla violenza.
- Presenza di un capo carismatico in rapporto diretto con le masse
- Uso discrezionale e non legale del potere politico, in particolare con modalità terroristiche ai danni della società, che viene disarticolata
- controllo del potere politico su comunicazioni ed economia (risorse simboliche e materiali)

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3
Q

Origine storica e significato politico dei totalitarismi

A

I totalitarismi sono la risposta alla crisi dello stato e alla contemporanea crisi del soggetto. Lo stato liberale ottocentesco è incapace di contenersi, e si assiste contemporaneamente alla concentrazione di di masse in miseria, che non si sentono rappresentate dalla politica.
I processi di dissoluzione dello stato liberale danno origini a tendenze osrtili nei confronti delle classi dirigenti e dello stato tradizionali, della democrazia parlamentare e dei partiti. La risposta che viene elaborata è una strategia di annullamento dei limiti e dei confini tra stato e individui, e tra economia, etica e politica. L’obiettivo diventa creare un mondo nuovo.
A questo fenomeno si combina l’inizio dell’epoca della tecnica e dell’economia ipertrofica.

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4
Q

Il nemico

A

I regimi totalitari perdono deliberatamente la distinzione fra guerra e polizia, fra esterne e interno. Conducono verso l’esterno operazioni di polizia contro criminali e parassiti, e verso l’interno una guerra contro il nemico. Il nemico interno è infatti istituzionalizzato dai totalitarismi.
Nel nazismo, il nemico assume la connotazione di nemico naturale, nemico biologico.

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5
Q

L’ideologia fascista

A

In politica quello che conta è l’azione come tale, purché sia creatrice. Il fascismo è un’ideologia fortemente contraddittoria, che ha una formulazione teorica eterogenea.
Il nazionalismo italiano è la principale fonte del corpus dottrinale: mito della nazione, lotta delle nazioni povere contro le potenze plutocratiche, richiamo all’impero romano, visione irrazionale e vitalistica dell’esistenza, esaltazione dello stato potenza.
La differenza tra fascismo e nazionalismo è che il primo esiste solamente grazie alla mobilitazione delle masse, il secondo fu un fenomeno prevalentemente borghese e democratico.

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6
Q

Programma politico del fascismo

A

Non è un movimento tradizionalista. Si appella a principi come la leadership carismatica del capo legittimata dal consenso di massa e da rituali secolarizzati, a un partito unico di massa organizzato gerarchicamente al cui controllo si cerca di sottoporre tutti gli aspetti della società.
Il movimento ha un’originaria impronta e tendenza rivoluzionaria, e si individuano nel Programma dei fasci di combattimento alcuni punti derivati dall’anarco-sindacalismo che sono per certi aspetti democratici.
L’abbandono dei principi socialisti non viene mai del tutto compiuto.

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7
Q

La dottrina del fascismo

A

Curato da Mussolini e Gentile, ha carattere contraddittorio. Viene esplicitamente abbandonato il principio democratico di uguaglianza e maggioranza, considerato nemico della naturale disugugaglianza gerarchica del genere umano. L’autorità è dello stato, contro l’individualismo e la lotta di classe.

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8
Q

L’idea fascista di nazione

A

La nazione è intesa come un organismo dotato di fini, vita e mezzi superiori a quelli individuali. Lo Stato, in quanto espressione di una volontà etica universale, crea la nazione. Adatta quindi il concetto di Stato etico, caricandolo di tratti autoritari e antiliberali.

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9
Q

La corporazione fascista

A

Lo stato è orgnaizzato sulla base del solidarismo corporativo, e non ci sono forze economiche o produttive capaci di sottrarsi all’autoritarismo statale.
La corporazione serve ad attuare la disciplina integrale, organica e autoritaria delle forze produttive in funzione dello stato. Si prefigura una democrazia organica, anticonflittuale e interclassista.
La solidarietà tra le classi è postulata come un dovere morale, e l’obiettivo del corporativismo (mai del tutto realizzato) è ottenere l’unità economica.

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10
Q

Il partito fascista

A

Il partito è basato sul culto del capo carismatico, a cui viene conferito il monopolio della rappresentanza. Fa da mediazione tra l’élite governante e le masse subordinate.
Il partito deve assicuare il consenso del popolo, e selezionare gli elementi migliori a cui spetta il compito di diffondere la civiltà della romanità imperiale.

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11
Q

Nazismo

A

anche il nazismo è il prodotto di un amalgama di idee eterogenee. A differenza del fascismo, è un regime totalitario e non solo autoritario.
Presenta una più netta rottura dalla tradizione intellettuale moderna, e accentua parossisticamente l’elemento terroristico del potere e del ruolo mobilitante dell’ideologia. Diventa la manifestazione storica del deliro di onnipotenza orientato alla formazione dell’uomo nuovo.

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12
Q

Caratteri del regime nazista

A

Il regime nazista è un sistema caotico, non omogeneo, in cui i centri di potere sono in conflitto. Tende a sovrapporre il partito allo stato, e ad esso è attribuita una diretta responsabilità politica e una funzione sopralegale e omniipervasiva. Il partito è l’unica istanza di legittimità, oltre a quella originaria del popolo e quella carismatica del Fürher. Stato nazista inteso come stato-partito.
Il nazismo si configura come regime di perenne mobilitazione distruttiva della società da parte di un potere arbitrario. C’è un annichilimento terroristico della società alla ricerca di nemici oggettivi.
Lo stato è solo uno strumento ,ediante il quale conservare l’esistenza razziale dei tedesci. Si delinea in questo contesto la definizione di Doppio stato: stato normativo, che garantisce il funzionamento di un’economia di tipo capitalistico, e stato discrezionale, che opera al di fuori di ogni quadro giuridico.

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13
Q

Ideologia della razza

A

Il poppolo inteso come razza è il fondamento e il fine della politica, diventa l’oggetto di tutela e ne fornisce la giustificazione. Si riconduce l’appartenenza a una dimensione concreta e tangibile di “sangue e suolo” e cioè a una dimensione originaria e primitiva fondata sull’eredità biologica.
Si concretizza con il nazismo il desiderio delirante di creare un nuovo ripo di uomo, risvegliare la razza nordica, e organizzarsi come comunità di uomini superiori. Nemico di questo progetto è la razza ebraica, che mira ad impadronirsi del mondo e che cerca di distruggere la razza superiore mediante la diffusione dell’egualitarismo.

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14
Q

Il programma del partito nazista

A

Programma del Partito dei lavoratori tedeschi (Dap, ‘19) a cui Hitler si unisce l’anno successivo quando diventa Nsdap. 25 punti che sono un misto di parole nazionaliste, razziste, autoritarie e populiste.
L’ala populistica del partito verrà poi epurata nel ‘34.

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15
Q

Politica economica nel regime nazista.

A

Nel sistema tedesco, lo stato controlla l’economia nel quadro di uno sviluppo concentrato tra lo stato stesso e l’industria, divisa in corporazioni. L’assetto capitalista viene mantenuto.

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16
Q

Ideologia nazista

A

La fonte ideologica principale è il Mein Kampf.
- Concezione dello stato come stato di popolo
- concezione del mondo con un rozzo darwinismo
- compito dello stato è affermare la supremazia del popolo tedesco assicurandosi lo spazio vitale in cui realizzare l’impero germanico
- bisogna eliminare il nemico (ebrei) e sottomettere il popolo inferiore (slavi)
Fürherprinzip > principio di un solo capo e della sua responsabilità personale; Sistema ideologico che consiste nel fatto che ogni livello o istanza è gestito da un solo uomo, che non deve prendere in considerazione i pareri e le volontà dei sottoposti, ma che se ne deve assumere la piena responsabilità.
Nel caso di Hitler, concentra su di sè tutti i poteri in quanto incarna l’essenza storica del destino del popolo.

17
Q

Antisemitismo

A

Non è uno strumento, ma la vera essenza del pensiero nazista. Serve per guadagnarsi l’appoggio di tutte le fasce della popolazione, ma è anche e soprattutto un’ossessione personale di Hitler. La razza ebraica non è solo inferiore, ma addirittura non umana e in quanto tale pericolosa. Contende agli ariani il dominio del mondo attraverso una subdola contaminazione del sangue.

18
Q

Pensiero di Bucharin

A

Gli sviluppi in senso totalitario dell’Urss si concretizzano quando Stalin diviene detentore del potere. Alcune importanti figure si oppongono: Bucharin, Trockij.
Il nucleo del pensiero di Bucharin era maturato attorno all’idea che l’interdipendenza tra politica ed economia del capitalismo moderno potesse essere un fattore di stabilizzazione. Dice che la nuova struttura del capitalismo di stato presuppone che si concepisca diversamente il rapoporto tra struttura e sovrastruttura, e che lo Stato non è più un ambito indipendente e neutrale. Cerca di opporsi a una logica di industrializzazione forzata, e vi contrappone un socialismo pensato in termini di qualificazione dello sviluppo. In altri termini è basato su un rapporto di interdipendenza tra razionalizzazione produttiva e crescita del mercato interno. Bucharin è uno dei pensatori della Nep.

19
Q

Pensiero di Trockij

A

Si oppone alla Nep, perchè concepisce il mondo agricolo secondo la concezione marxiana di sfruttamento ai fini dell’industira. Sconfitto da Stalin nel 25, Trocky elabora negli anni successivi una critica dello stalinismo. Individua il tradimento staliniano nella deformazione compiuta sul piano delle sovrastrutture e del dominio politico.
Si oppone anche alla dottrina del socialismo in un solo paese, e ritiene che sia necessario porre l’accento sulla dimensione internazionale cercando l’iniziativa rivoluzionaria in occidente.

20
Q

Trasformazione totalitaria del regime sovietico

A

Il regime staliniano impone una visione radicale e utopistica della storia, ispirata all’avvento di una nuova era. Viene però operata una pratica sistematica di terrore e repressione di massa.
La trasformazione politica più importante avviene all’inizio degli anni ‘30, quando il partito diventa la suprema autorità in materia economica ma anche un importante strumento di mobilitazione delle masse allo scopo di applicare le decisioni. Gli organi dirigenti di partito diventano in questo modo propulsore dell’economia.
Nei kolchoz, le aziende collettive, gli operai vengono indottrinati e disciplinati tramite un’azione sistematica di terrore e addestramento.

21
Q

Il nemico nel regime stalinista

A

Il nemico viene individuato nel contadino ricco, il kulako, la cui eliminazione fisica diventa programmatica e risponde al disegno di esercitare il completo controllo. Viene istituito un sistema di campi del terrore, i gulag, mediante i quali i nemici del regime vengono trasformati in cittadini della società socialista. Si sviluppa un clima di terrore generalizzato per via delle grandi purghe e della presenza sempre crescente della polizia politica.

22
Q

Dottrina dello Stalinismo

A

A lui si deve l’elaborazione del materialismo dialettico, un irrigidimento dogmatico del marxismo che da teoria del socialismo diventa una concezione del mondo valida per ogni ambito della coscienza.