Altri teoria élite Flashcards
Roberto Michels
Dimostra che esiste un’élite di potere anche nelle organizzazioni umane a base volontaria fondate sull’uguaglianza formale. Secondo Michels ogni organizzazione richiede la presenza di una leadership in grado di gestiere efficaciemente il processo decisionale. Attribuisce la tendenza élitaria alla necessità di competenze progessionali per affrontare la complessità.
L’organizzazione del partito di massa in Michels
Il tentativo di controllare le masse da parte dei partiti di massa è vano, perché incompatibile con le esigenze tecnico-professionali legate alla loro gestione. Il risultato è che un’organizzazione nata con principi democratiche è sottomesso al controllo di una leadership professionale che centralizza l’autorità, adotta fini strumentali e sceglie nuovi leader per cooptazione.
L’oligarchia in Michels
Secondo Michels il gruoppo oligarchico è una conseguenza delle dinamiche organizzative. Elabora la “legge ferrea dell’oligarchia” secondo la quale democrazia = organizzazione e organizzazione = oligarchia. Questa legge viene formulata in relazione ai partiti di massa, ma può essere estesa a tutte le organizzazioni.
La democrazia viene concepita da Michaels in termini di competizione tra oligarchia: i partiti concorrenti, ciascuno retto da un’oligarchia, si affrontano nella competizione elettorale e le elezioni permettono ai cittadini di esercitare un’influenza sulla minoranza governante.
José Ortega y Gasset
Sostiene che il progresso sociale è spinto dall’azione creativa di élite intellettuale che operano sulle masse interpretandone le esigenze e le adottano alla struttura delle funziomi sociali.
Secondo lui, solo una minoria selecta è capace di sottomettere un agglomerato differenziatp di individui e promuovere la stabilità.
Harold Lasswell
Definisce l’insieme delle persone che si trovano al vertice della gerarchia dei valori.
Secondo lui non tutti imembri delle élite hanno lo stesso peso politico, e questo lo porta ad elaborare una classificazione delle élite e delle forme organizzative.
James Burnham
Riprende l’idea elitista secondo cui in ogni società c’è una frazione ristretta di persone che prende in mano la maggior parte delle risorse. Cerca di individuare una linea di tendenza che si muove verso una società tecno-burocratica contraddistinta dall’affermazione dei manager come élite dominante. La posizione di controllo che questa élite assume dipende dalla struttura tecnica della produzione moderna.
Karl Manheim
Compie un’analisi dei processi di industrializzazione e democratizzazione, che mira a descrivere il declino delle élite tradizionali e l’affermazione di nuove élite. Conduce una ricerca focalizzata sui leader morali, religiosi e intellettuali, spostando i focus sulle élite intellettuali.
Joseph Schumpter
Usa le tesi élitiste per difendere una concezione procedurale di democrazia. La sua si presenta come teoria realistica, capace di descrivere i sistemi politici caratterizzati dalla concorrenza e dall’alternanza di leadership al potere. Schumpter definisce la democrazia come “quell’accorgimento istituzionale per arrivare a decisioni politiche nel quale alcune potere acquistano il potere di decidere mediante una lotta competitiva per il voto popolare”.
Ipotizza quindi una democrazia fondata sulla scelta di una leadership, che si presenta sul mercato politico e deve sconfiggere la concorrenza.