Cap. 1 - La crisi dell'ordine politico moderno Flashcards
Crisi della modernità
Fra ‘800 e ‘900: crisi della fiducia moderna e razionalistica del soggetto di dominare il mondo, e della storia di spiegare il corso degli eventi. L’artificialità delle strutture sociali, politiche ed economiche è rivelata, ed emerge la realtà nichilistica del mondo. A questo si accompagna la crisi delle istituzioni borghesi, in particolare dello stato e della sovranità rappresentativa, in cui le masse proletarie, entrate nella sfera politica con i processi di democratizzazione, non si riconoscono.
L’uomo massificato e soprattutto il proletario che non riesce a sollevarsi dalla condizione di povertà mette in crisi l’idea positivista di progresso all’infinito: il futuro non è sempre migliore del passato, obbedure alle strutture non è più una garanzia di successo. La realtà non è più spiegabile.
La parabola del grande inquisitore
Racconto in cui si delinea il cristianesimo come una religione nichilista.
In Spagna al tempo dell’inquisizione Cristo riappare sulla terra, viene riconosciuto e arrestato. Nella sua cella, di notte, lo va a trovare il grande inquisitore che l’ha fatto arrestare. Il dialogo è in realtà un monologo, perché Cristo non parla mai.
L’inquisitore dice: l’uomo moderno, che è l’uomo libero, si è liberato della natura e ha attraversato la contraddizione. Ha storicizzato la rivoluzione della libertà (rivoluzione francese) e ha posto un sistema che garantisca la libertà (intesa come libertà della legge morale). Siamo noi responsabili di quello che succede, non si può più dare la colpa a qualcun altro.
Questa libertà non ha liberato l’uomo ma l’ha profondamente angosciato.
Il Nichilismo
Il termine in Nietzsche identifica una condizone di mancanza di finalità, nullità di senso, che si verifica quando non si può più spiegare la realtà. Si arriva a questo punto al culmine di un processo storico segnato dalla progressiva perdita di significato dei valori tradizionali che caratterizza la storia del pensiero europeo.
Storia della decadenza e nichilismo passivo
Rilegge la storia del pensiero occidentale come storia del progressivo annullamento dei valori. Tutta la storia del pensiero occidentale è avvenuta in termini di nichilismo passivo, quindi è decadenza.
La filosofia nasce quando muore la tragedia, e il mythos viene sostituito dal logos. La storia della filosofia è una storia di mascheramento del nulla, la costruzione di un mondo ideale trascendente, fatto di principi e valori astratti (logos, ragione, Dio, metafisica, Stato, libertà, etc.), a cui l’uomo doveva tendere.
Il nichilismo passivo è indice di debolezza perché si costruisce un altro mondo in cui riporre la verità, si fugge dal mondo reale.
Dionisiaco e apollineo
Individua 2 principi che sono la chiave interpretativa del mondo greco.
- Dionisiaco: ebrezza; mondo pulsionale, libidico e disordinato, privo di senso = la vita per quello che è
- Apollineo: dio del sogno che non appare mai nella vita, porta ordine e razionalità = mondo in cui l’uomo si è rifugiato uccidendo il dionisiaco, mondo della rappresentazione che l’uomo crede realtà
Finchè c’è stato equilibrio tra questi due principi la civiltà greca fu vitale anche se tragica. La tragedia muore con l’affermarsi della filosofia (Platone) che uccide il dionisiaco, rifugge il caos della vita e impone i suoi valori creando un mondo ideale e trascendente.
Questo è il primo atto di nichilismo passivo, che dà inizio alla storia della decadenza.
La religione giudaico-cristiana secondo Nietzsche
La religione è una manifestazione di paura davanti al nulla. Il cristianesimo è la religione del risentimento dei deboli verso i forti, che sottomette i secondi ai primi attraverso un complesso di valori opposti a quelli vitali. La debolezza e la servitù sono celebrate a discapito della forza e del coraggio. Si tratta di una morale da schiavi, di gregge, in cui i padroni sono sottomessi agli schiavi perché entreranno per ultimi nel regno dei cieli.
A questa concezione della religione Nietzsche oppone l’evidenza dell morte di Dio.
La morte di Dio in Nietzsche
Nietzsche annuncia la morte di Dio in La Gaia Scienza. L’annuncio avviene al mercato: gli uomini hanno ucciso Dio e così facendo hanno “spento il sole”, senza il quale si muore (senza il sole si rimane privi di orientamento, non si può che morire). L’uomo borghese, che può fare quello che vuole, ride anche davanti a un evento così epocale.
Il borghese meschino non si prende la responsabilità di questo atto, ha creato un mondo a misura di uomo, non più a misura di Dio, e installato nel mono l’ultimo uomo. Questo è l’uomo moderno e massificato, incapace di compiere gesta eroiche e in generale incapace di azione. Si accontenta di vivere in un mondo di menzogne.
L’uomo è arrivato a un livello di meschinità tale che non può più sopportare un Dio che lo capisce, che è compassionevole nonostante ne conosca la meschinità, e quindi lo uccide.
Lo stato in Nietzsche
Al posto di Dio l’uomo ha messo dei valori e principi artificiali da seguire, come lo Stato. Questo è il più gelido dei mostri, una tela di ragno. La costruzione geometrica perfetta che cela il vuoto, e si distrugge solo toccandola.
Nel potere, e quindi nella politica, c’è un nucleo violento insopprimibile. Lo stato nasce da questo nucle, e tutte le ideologie e valori altro non sono che nulla, rappresentazioni con cui si cerca di nascondere la violenza originaria.
Nietzsche muove una forte polemica anti-statale, anche se non si occupa di discutere l’ordine politico. Per lui non ha senso parlare di politica perché i valori non vanno sostituiti, ma svuotati. Il pensiero di Nitzsche è un pensatore impolitico.
Democrazia per Niezsche
La democrazia in particolare è sintomo di mediocrità e conformismo, la massima espressione dell’ultimo uomo che si affida allo stato, il nuovo idolo. Fra la democrazia liberale e socialista non ci sono differenze, perchè promuovono entrambe l’egualitarismo, la morale degli schiavi cristiana.
Il nichilismo attivo
La crisi finale della ragione occidentale è ormai evidente, ma il nichilismo passivo (quindi fuggirvi) non è l’unica soluzione. Questa condizione può anche essere vissuta con disincantamento, come volontà di potenza. Si può smascherare la menzogna in cui viviamo, svelare il nulla e assumere consapevolmente il nichilismo. Si accetta la propria condizione, adottando il nichilismo attivo.
Genalogia in Nietzsche
Genealogia come arte dello smascheramento: ricerca delle origini e delle radici rimuovendo la finzione. Per ogni concetto, bisogna capire cosa c’è sotto. Tutti i valori e gli ideali veicolati dall’ottocento altro non sono che sentimenti completamente umani che l’uomo ha mascherato perché ha paura dell’umano, vuole celare il nichilismo.
Il mondo borghese, che ha negato la metafisica e la possibilità di riconoscere la Verità, attraverso l’invenzione della scienza moderna ha relativizzato tutte le conoscenze scientifiche. Una verità scientifica è tale solo se falsificabile, non ci sono più orientamenti assoluti.
Eterno ritorno dell’uguale
L’eterno ritorno dell’uguale è una teoria che si propone di sistematicizzare e radicalizzare il nichilismo, recuperando dagli antichi l’idea del tempo ciclico. Il tempo e la storia sono privi di senso e di direzione, non c’è una linearità né un possibile progresso, ma si è in una sorta di eterno presente. Quando l’uomo compie il passaggio dal nichilismo passivo a quello attivo, dalla passività di fronte al nulla alla sua piena accettazione, l’uomo ha imparato a volere l’eterno ritorno del presente e a vivere la realtà in modo affermativo e positivo. Ritorna nel presente solo ciò che ha una potenza affermativa abbastanza forte.
Questo permette all’uomo di liberarsi del peso risentimento degli eventi passati, tipico della morale cristiana, e vivere l’esistenza e il presente come qualcosa di voluto.
Il superuomo
Il superuomo, o oltreuomo, è colui che è in grado di accettare la dimensione tragica dell’esistenza e di appropriarsi della prospettiva dell’eterno ritorno.
Si tratta di un nuovo tipo di uomo, che ha superato l’uomo tradizionale avendo abbandonato atteggiamenti e valori. Si libera da ogni autorità umana e divina, e entra a far parte di una élite.
I superuomini hanno bisogno della schiavitù delle masse in quanto “razza dominatrice”.
Liberandosi delle accezioni morali legate al concetto di uomo, il superuomo riesce a realizzarsi al massimo grado e ad approcciarsi all’esistenza come volontà di potenza.
Le pulsioni libidiche in Freud
Il nucleo fondamentale del potere, per diversi autori, è violento. Anche con l’abbandono dello stato di natura, ci sono dei resti nichilistici che derivano dal nucleo originario e fanno parte di noi.
Freud li individua nelle pulsioni libidiche che l’individuo non controlla e di cui è inconsapevole. Prova a reprimerle e governarle, ma se non riesce emergono delle manifestazioni della vera reltà dell’indivduo. Queste manifestazioni sono avvertite come patologie, manie.
L’intepretazione dei sogni permette di comprendere la struttura psichica profonda del soggetto: il soggetto è pulsionale, ha dei desideri profondi di cui il desiderio di potere fa parte.
Il desiderio di potere in Freud
Il desiderio di potere è una pulsione libidica. Freud intepreta questo desiderio come attuazione del potere paterno. Anche le società, secondo lui partono da questo desiderio. Freud ne spiega l’origine in Totem e Tabù, 1913.