Traumi maxillo-facciali 4 fr. mandibolari Flashcards
Frattura mandibolare
Si presenta con una frequenza di circa 4 volte superiore alla frattura del mascellare, ma meno frequentemente della frattura del naso o dello zigomo.
Possiamo distinguere
- fratture chiuse, senza lacerazioni dei tessuti molli, e
- fratture aperte con esposizione del focolaio di frattura verso l’esterno, più spesso verso il cavo orale (non sterile, necessaria profilassi antibiotica per via sistemica) che non extraorale.
Secondo il criterio radiologico possiamo distinguere
- fratture complete,
- incomplete,
- a legno verde (con una sola corticale coinvolta, tipiche nei bambini),
- comminute con plurime linee di frattura nella stessa sede e con perdita di sostanza.
La sede della frattura può essere:
Condilare (36%) Angolare (21%) Corpo (21%) Sinfisaria/parasinfisaria (14%) Ramo (3%) Processo alveolare (3%) Coronoide (2%)
Frattura condilare
zona intrinsecamente debole;
- la mandibola devia dalla parte opposta rispetto alla frattura,
- oltretutto la capacità di apertura del morso é inferiore rispetto a quella del soggetto sano.
- I denti delle arcate superiore e inferiore dal lato interessato dalla frattura si toccano prima dei contro laterali alla chiusura del morso
Frattura angolare
tra il II molare e l’inizio del ramo mandibolare (nell’adulto questa porzione risulta indebolita dalla presenza del dente del giudizio)
Frattura del corpo
dalla regione del canino all’incisura preangolare (il forame mentoniero indebolisce la struttura della corticale)
Frattura sinfisaria/parasinfisaria
tra i due forami mentonieri
Le fratture condilari presentano un meccanismo di rottura quasi sempre indiretto,
come in seguito a un trauma della sinfisi mentoniera.
Ai fini clinici risulta importante la distinzione tra
- fratture intrarticolari (con diretto coinvolgimento delle strutture articolari capsulo-legamentose) e
- fratture extrarticolari
Le fratture intrarticolari sono quelle più a rischio di reliquati funzionali,
- come limitazioni dell’apertura
- o anchilosi articolari (dovute a emartro che può organizzarsi in tessuto fibroso/osseo).
È necessario stabilizzare la frattura per circa 7 giorni,
dopo di che è obbligatorio cominciare la mobilizzazione dell’ATM per evitare la perdita della funzionalità articolare (può farlo il paziente in solitaria o con l’aiuto di fisioterapisti specializzati).