Teorie social cognitive della personalità Flashcards

1
Q

In che modo le teorie social cognitive si differenziano dalle teorie disposizionali della personalità?

A

Le teorie social cognitive enfatizzano il ruolo attivo dell’individuo e l’interazione dinamica tra persona, ambiente e comportamento. A differenza delle teorie disposizionali, non vedono la personalità come un insieme di tratti stabili, ma come un sistema flessibile influenzato dal contesto e dalle capacità cognitive dell’individuo.

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2
Q

Spiega il concetto di “agency” nelle teorie social cognitive e la sua importanza.

A

L’agency si riferisce alla capacità dell’individuo di agire intenzionalmente e di autoregolare il proprio comportamento. È fondamentale perché sottolinea che le persone non sono passive, ma attivamente coinvolte nel plasmare le proprie vite e nel raggiungere i propri obiettivi.

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3
Q

Qual è il ruolo delle unità cognitivo-affettive nelle teorie social cognitive?

A

Le unità cognitivo-affettive sono strutture mentali che mediano tra stimoli ambientali e risposte comportamentali. Includono credenze, aspettative, valori ed emozioni. Queste unità influenzano il modo in cui le persone interpretano il mondo, prendono decisioni e agiscono.

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4
Q

Fornisci un esempio concreto di come l’ambiente possa influenzare il comportamento di una persona secondo le teorie social cognitive.

A

Un esempio potrebbe essere una persona timida che si trova in un ambiente sociale nuovo e sconosciuto. L’ambiente può attivare credenze di inadeguatezza e ansia sociale, portando la persona a comportarsi in modo riservato e a evitare interazioni.

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5
Q

Come spiegheresti la consistenza comportamentale di una persona (ad esempio, essere sempre puntuale) secondo le teorie social cognitive?

A

La consistenza comportamentale può essere spiegata dal sistema strutturato di rappresentazioni cognitive-affettive dell’individuo. Nel caso della puntualità, la persona potrebbe avere forti credenze sull’importanza del rispetto del tempo e provare ansia all’idea di essere in ritardo. Queste unità cognitive-affettive motivano il comportamento puntuale in diverse situazioni.

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6
Q

Riassumi i principi chiave delle teorie social cognitive della personalità e spiega perché sono importanti per comprendere il comportamento umano

A

Le teorie social cognitive sottolineano l’importanza dell’agency, dell’interazione dinamica tra persona, ambiente e comportamento, e il ruolo delle unità cognitive-affettive nel plasmare il comportamento. Questi principi offrono una visione più completa e complessa della personalità rispetto alle teorie precedenti, mettendo in evidenza la capacità delle persone di autoregolarsi e adattarsi all’ambiente in modo attivo.

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7
Q

Come si integrano le emozioni nel quadro delle teorie social cognitive della personalità?

A

Le emozioni sono considerate parte integrante delle unità cognitivo-affettive. Influenzano il modo in cui le persone interpretano gli eventi, prendono decisioni e agiscono. Le teorie social cognitive riconoscono l’importanza di comprendere come le emozioni interagiscono con i processi cognitivi per influenzare il comportamento.

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8
Q

Spiega la differenza tra “apprendimento sociale” e “apprendimento comportamentista” nel contesto delle teorie social cognitive.

A

L’apprendimento sociale enfatizza l’importanza dell’osservazione e dell’imitazione di modelli, nonché dei processi cognitivi come l’attenzione, la memoria e l’interpretazione. A differenza dell’apprendimento comportamentista, che si concentra sulle associazioni stimolo-risposta, l’apprendimento sociale riconosce che le persone apprendono anche attraverso l’interpretazione e l’elaborazione delle informazioni sociali.

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9
Q

In che modo le teorie social cognitive spiegano le differenze individuali nella personalità?

A

Le differenze individuali sono spiegate in termini di variazioni nel sistema di rappresentazioni cognitive-affettive di ciascun individuo. Queste differenze possono derivare da esperienze di apprendimento uniche, modelli di ruolo diversi, e interpretazioni personali degli eventi.

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10
Q

Quali sono le radici teoriche dell’approccio cognitivo-sociale alla personalità?

A

Le teorie cognitivo-sociali si sviluppano a partire dagli anni ‘60, integrando principi dell’apprendimento sociale (l’individuo come organismo attivo), dell’interazionismo moderno (transazione persona-ambiente), della psicologia sociale (differenze nel processamento delle informazioni) e della ricerca sulle emozioni (legame tra cognizione ed emozioni).

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11
Q

Quali sono i cinque punti chiave che caratterizzano il sistema teorico delle teorie cognitivo-sociali?

A

Risposta:
Centralità delle variabili intrapersonali (unità cognitivo-affettive).
Transazione costante tra persona, ambiente e comportamento.
Concetto di agency (la persona come agente attivo).
Azione personale dipendente dall’elaborazione delle informazioni e dagli stati affettivi.
Personalità come sistema dinamico e strutturato.

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12
Q

Cosa si intende per “unità cognitivo-affettive” e quale ruolo svolgono nel modello cognitivo-sociale?

A

Le unità cognitivo-affettive sono strutture mentali che includono credenze, aspettative, valori ed emozioni. Agiscono come mediatori tra stimoli ambientali e risposte comportamentali, influenzando il modo in cui le persone interpretano il mondo, prendono decisioni e agiscono.

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13
Q

Come le teorie cognitivo-sociali spiegano la consistenza comportamentale di un individuo?

A

La consistenza comportamentale è spiegata dal sistema strutturato di rappresentazioni cognitive-affettive dell’individuo. Queste unità, attivate da stimoli salienti, guidano il comportamento in modo coerente nelle diverse situazioni.

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14
Q

Quali sono le differenze principali tra l’apprendimento sociale e l’apprendimento comportamentista, e come queste differenze si riflettono nelle teorie cognitivo-sociali?

A

L’apprendimento sociale enfatizza l’importanza dell’osservazione, dell’imitazione e dei processi cognitivi interni, mentre l’apprendimento comportamentista si concentra su associazioni stimolo-risposta. Le teorie cognitivo-sociali integrano l’apprendimento sociale, riconoscendo che le persone apprendono non solo attraverso l’esperienza diretta, ma anche attraverso l’osservazione e l’interpretazione del comportamento altrui.

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15
Q

Definizione di costrutto: Secondo Kelly, cosa si intende per “costrutto”? Come si formano e si sviluppano nel tempo?

A

Un costrutto, secondo Kelly, è uno schema mentale che l’individuo crea per interpretare e dare significato al mondo. Si forma attraverso l’esperienza e l’osservazione, categorizzando eventi e persone in base a somiglianze e differenze.

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16
Q

Ruolo dei costrutti: Qual è la funzione dei costrutti nella vita di un individuo? Come influenzano la percezione della realtà e il comportamento?

A

I costrutti fungono da lenti attraverso cui l’individuo filtra la realtà. Influenzano la percezione, le aspettative, le emozioni e il comportamento. Guidano l’interpretazione degli eventi e orientano le scelte future.

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17
Q

Tipi di costrutti: Quali sono le principali differenze tra costrutti nucleari e periferici? E tra costrutti verbali, preverbali e sommersi?

A

Tipi di costrutti:

Nucleari: Costrutti centrali e stabili nella personalità, difficilmente modificabili.
Periferici: Costrutti meno importanti, più facilmente modificabili.
Verbali: Costrutti espressi a parole.
Preverbali: Costrutti formati prima dello sviluppo del linguaggio.
Sommersi: Un polo del costrutto è inconscio, ma influenza comunque il comportamento.

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18
Q

L’individuo come scienziato: In che modo Kelly paragona l’individuo a uno scienziato? Quali sono le implicazioni di questa analogia?

A

Kelly paragona l’individuo a uno scienziato perché entrambi formulano ipotesi sul mondo, le testano attraverso l’esperienza e le modificano in base ai risultati. Questa analogia sottolinea la natura attiva e propositiva dell’individuo nella costruzione della propria realtà.

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19
Q

Differenze individuali: Come variano i sistemi di costrutti da persona a persona? Quali fattori contribuiscono a questa diversità?

A

I sistemi di costrutti variano da persona a persona in termini di complessità, contenuto e organizzazione. Fattori come l’esperienza, l’educazione, la cultura e la personalità contribuiscono a questa diversità. Ogni individuo sviluppa un sistema unico di costrutti che riflette la sua visione del mondo.

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20
Q

Qual è la differenza fondamentale tra la teoria dell’apprendimento sociale e le teorie comportamentiste precedenti?

A

La teoria dell’apprendimento sociale si distingue dalle teorie comportamentiste per l’enfasi posta sulle variabili intrapersonali, come l’attenzione e la memoria, e per il riconoscimento che l’apprendimento può avvenire anche senza un rinforzo diretto, attraverso l’osservazione di un modello (modeling).

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21
Q

Cosa si intende per “apprendimento vicario” o “modeling”?

A

L’apprendimento vicario, noto anche come modeling o modellamento, è un processo di apprendimento che avviene attraverso l’osservazione del comportamento di un modello. L’individuo apprende osservando le azioni del modello e le conseguenze di tali azioni, senza necessariamente mettere in atto il comportamento stesso.

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22
Q

Descrivi l’esperimento di Bandura e Mischel (1965) sul differimento della gratificazione.

A

L’esperimento ha coinvolto bambini che dovevano scegliere tra premi immediati e premi differiti. I bambini sono stati esposti a modelli adulti che mostravano comportamenti opposti ai loro (scegliendo premi differiti se i bambini avevano scelto premi immediati e viceversa). I risultati hanno dimostrato che l’esposizione al modello ha influenzato significativamente le scelte dei bambini, portandoli a imitare il comportamento del modello.

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23
Q

Quali sono le implicazioni dell’esperimento di Bandura e Mischel per la comprensione dello sviluppo infantile?

A

L’esperimento suggerisce che i bambini sono fortemente influenzati dai modelli sociali a cui sono esposti, e che l’osservazione di un modello può portare a cambiamenti significativi nel loro comportamento, anche in assenza di rinforzo diretto.

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24
Q

Chi sono i principali esponenti della teoria dell’apprendimento sociale e quali sono i loro contributi fondamentali?

A

I principali esponenti sono Albert Bandura e Walter Mischel. Bandura è noto per aver introdotto il concetto di apprendimento vicario e per aver condotto l’esperimento sul differimento della gratificazione. Mischel ha contribuito allo sviluppo della teoria dell’apprendimento sociale, in particolare per quanto riguarda l’importanza delle variabili cognitive e personali nell’apprendimento.

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25
Q

Perché l’esperimento di Bandura e Mischel è considerato importante per la teoria dell’apprendimento sociale?

A

L’esperimento ha fornito prove empiriche a sostegno dell’idea che l’apprendimento può avvenire attraverso l’osservazione di un modello, anche in assenza di rinforzo diretto. Ha inoltre dimostrato l’importanza delle variabili cognitive e personali nel processo di apprendimento.

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26
Q

Quali sono le principali determinanti che influenzano l’apprendimento vicario?

A

Le determinanti dell’apprendimento vicario includono:
Frequenza e recenza dell’esposizione al modello
Caratteristiche del modello (prestigio, credibilità)
Caratteristiche dell’osservatore (rappresentazioni del mondo, percezione dell’autorità del modello)
Conseguenze prodotte dal comportamento osservato (rinforzo vicario)
Esperienze precedenti e aspettative dell’osservatore

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27
Q

In che modo le conseguenze del comportamento osservato influenzano l’apprendimento vicario?

A

Le conseguenze del comportamento osservato fungono da rinforzo vicario. Se il modello viene premiato per un certo comportamento, l’osservatore è più propenso a imitarlo. Se il modello viene punito, l’osservatore è meno propenso a imitarlo.

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28
Q

Come le esperienze precedenti e le aspettative dell’osservatore possono influenzare l’apprendimento vicario?

A

Le esperienze precedenti e le aspettative dell’osservatore possono influenzare la sua attenzione, la sua interpretazione del comportamento del modello e la sua motivazione a imitarlo. Ad esempio, i bambini con un basso status socioeconomico, che hanno spesso sperimentato promesse non mantenute, potrebbero essere meno propensi a differire la gratificazione, come mostrato nell’esperimento di Bandura e Mischel.

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29
Q

Qual è la differenza fondamentale tra la concezione dell’apprendimento nel comportamentismo radicale e nella teoria dell’apprendimento sociale?

A

Nel comportamentismo radicale, l’apprendimento coincide con la prestazione: c’è apprendimento solo se c’è un cambiamento osservabile nel comportamento. Nella teoria dell’apprendimento sociale, l’apprendimento non coincide necessariamente con la prestazione: si può apprendere anche senza mettere in atto il comportamento, attraverso l’osservazione e i processi cognitivi.

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30
Q

Quali sono le implicazioni della distinzione tra apprendimento e prestazione nella teoria dell’apprendimento sociale?

A

Questa distinzione implica che:
Si può apprendere solo osservando, senza esperienza diretta o pratica.
L’apprendimento può avvenire anche senza un cambiamento visibile nel comportamento.
Imparare non significa necessariamente saper fare; la pratica è necessaria per perfezionare l’apprendimento.

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31
Q

In che modo la teoria dell’apprendimento sociale ridefinisce il ruolo del rinforzo nell’apprendimento?

A

Il rinforzo rimane un elemento chiave, ma non sono più necessari:
Progressiva approssimazione (shaping)
Esperienza diretta rinforzata
Ripetuti rinforzi L’apprendimento può avvenire anche attraverso una singola osservazione.

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32
Q

Qual è il ruolo dei processi simbolici e cognitivi nell’apprendimento secondo la teoria dell’apprendimento sociale?

A

I processi simbolici e cognitivi sono essenziali per comprendere e spiegare l’apprendimento. La persona è in grado di legare stimolo e conseguenze, reinterpretare l’associazione classica stimolo-risposta, anticipare gli esiti attesi, generalizzare l’apprendimento a nuovi contesti e estinguere rapidamente comportamenti appresi tramite condizionamento.

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33
Q

Descrivi l’esperimento di Bandura sull’aggressività e le sue principali conclusioni.

A

L’esperimento ha coinvolto bambini che osservavano un adulto comportarsi in modo aggressivo con un pupazzo. I bambini sono stati poi divisi in gruppi e sottoposti a diverse condizioni (rinforzo positivo, punizione, controllo). I risultati hanno mostrato che i bambini erano più aggressivi se incentivati, ma le conseguenze subite dal modello avevano un peso nella condizione di assenza di incentivi.

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34
Q

Cosa si intende per generalizzazione e discriminazione nell’apprendimento sociale?

A

La generalizzazione si verifica quando un comportamento appreso in un contesto viene esteso a nuovi stimoli o situazioni simili. La discriminazione si verifica quando un comportamento viene rinforzato solo in presenza di uno specifico stimolo e non in presenza di altri.

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35
Q

In che modo la teoria dell’apprendimento sociale introduce il ruolo della persona nell’apprendimento?

A

La teoria dell’apprendimento sociale considera l’individuo come un organismo attivo, in grado di mediare l’apprendimento attraverso i processi cognitivi. La persona è consapevole dell’associazione tra comportamento ed effetto, e questa consapevolezza influenza l’apprendimento e l’estinzione dei comportamenti.

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36
Q

In che modo l’apprendimento vicario può avvenire anche senza un cambiamento visibile nel comportamento? Puoi fare un esempio concreto?

A

L’apprendimento vicario può avvenire anche senza un cambiamento visibile nel comportamento perché l’individuo può acquisire nuove conoscenze o modificare le proprie rappresentazioni mentali senza necessariamente mettere in atto il comportamento osservato. Ad esempio, un bambino può imparare che attraversare la strada senza guardare è pericoloso osservando un incidente, senza dover sperimentare direttamente le conseguenze negative di tale comportamento.

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37
Q

Quali sono le differenze principali tra l’estinzione di un comportamento appreso tramite condizionamento classico e l’estinzione di un comportamento appreso tramite apprendimento vicario?

A

Nel condizionamento classico, l’estinzione avviene quando lo stimolo condizionato viene presentato ripetutamente senza lo stimolo incondizionato, portando alla graduale scomparsa della risposta condizionata. Nell’apprendimento vicario, l’estinzione può avvenire più rapidamente se si informa la persona che il comportamento osservato non produce più le conseguenze attese.

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38
Q

Spiega come la teoria dell’apprendimento sociale considera l’individuo come un organismo attivo nel processo di apprendimento.

A

La teoria dell’apprendimento sociale sottolinea che l’individuo non è un semplice ricevitore passivo di informazioni, ma un agente attivo che elabora, interpreta e seleziona le informazioni provenienti dall’ambiente sociale. L’individuo è in grado di anticipare le conseguenze dei propri comportamenti e di regolare il proprio apprendimento in base a tali aspettative.

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39
Q

Come l’apprendimento vicario può spiegare l’acquisizione di comportamenti complessi?

A

L’apprendimento vicario consente di acquisire comportamenti complessi attraverso l’osservazione di un modello che li esegue. L’osservatore può scomporre il comportamento complesso in sequenze più semplici e imitarle gradualmente, fino a padroneggiare l’intero comportamento.

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40
Q

Quali sono le quattro capacità umane fondamentali secondo Bandura e come sono legate tra loro?

A

Le quattro capacità fondamentali sono: simbolizzazione, capacità vicaria, autoriflessione e autoregolazione. Sono interconnesse, poiché la simbolizzazione è alla base delle altre capacità, permettendo la rappresentazione mentale dell’esperienza, l’apprendimento osservativo, la riflessione su di sé e la regolazione del proprio comportamento.

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41
Q

Cosa si intende per “simbolizzazione” e qual è il suo ruolo nell’apprendimento e nella motivazione?

A

La simbolizzazione è la capacità di usare simboli mentali (come il linguaggio) per rappresentare l’esperienza, interpretare gli eventi, anticipare le conseguenze delle azioni e creare obiettivi. Questa capacità è essenziale per l’apprendimento, poiché permette di imparare dalle esperienze passate e di pianificare il futuro, e per la motivazione, poiché la creazione di obiettivi e la previsione di esiti positivi fungono da incentivi all’azione.

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42
Q

Come la “capacità vicaria” contribuisce all’apprendimento, alla motivazione e alla regolazione del comportamento?

A

La capacità vicaria permette di apprendere e modificare comportamenti osservando gli altri, senza dover sperimentare direttamente le conseguenze delle azioni. Questo è importante per l’apprendimento, poiché consente di acquisire nuove conoscenze e abilità in modo efficiente. Inoltre, la capacità vicaria influenza la motivazione e la regolazione del comportamento, poiché le aspettative sugli esiti delle azioni dipendono in parte da ciò che si è visto accadere agli altri.

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43
Q

In che modo l’“autoriflessione” contribuisce al senso di sé e alla valutazione delle proprie azioni?

A

L’autoriflessione permette di dare senso alla propria esistenza, sviluppare un senso di continuità del sé e preservare l’identità individuale. Consente inoltre di valutare le proprie azioni in relazione al proprio benessere, contribuendo allo sviluppo e al mantenimento di un senso di sé positivo (autostima) e di una convinzione nelle proprie capacità (autoefficacia).

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44
Q

Cosa si intende per “autoregolazione” e quali sono i tre processi coinvolti nella direzione e nel sostegno dell’azione verso un obiettivo?

A

L’autoregolazione è la capacità di dirigere e sostenere l’azione verso un obiettivo selezionato. I tre processi coinvolti sono:
Automonitoraggio: osservazione del proprio comportamento per verificarne la conformità alla strategia ideata.
Autovalutazione: giudizio del proprio comportamento in termini di successo o fallimento rispetto all’obiettivo.
Autogratificazione: concessione di premi o punizioni a sé stessi in base ai risultati ottenuti.

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45
Q

Quali sono le principali differenze tra i modelli causali unidirezionali (disposizionali e comportamentisti) e il modello triadico di Bandura?

A

I modelli unidirezionali attribuiscono la causa del comportamento esclusivamente alla persona (disposizionale) o all’ambiente (comportamentista). Il modello triadico, invece, considera il comportamento come risultato dell’interazione reciproca tra persona, ambiente e comportamento stesso.

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46
Q

Spiega il concetto di “determinismo reciproco triadico” nel modello di Bandura.

A

Il determinismo reciproco triadico afferma che persona, ambiente e comportamento si influenzano a vicenda in modo continuo. La persona agisce sull’ambiente e ne è influenzata, il comportamento è influenzato da entrambi e a sua volta li influenza.

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47
Q

In che modo il modello triadico supera le limitazioni dei modelli interazionisti tradizionali?

A

I modelli interazionisti considerano l’influenza reciproca tra persona e ambiente, ma vedono il comportamento solo come risultato. Il modello triadico riconosce che il comportamento stesso è un agente di cambiamento, influenzando sia la persona che l’ambiente.

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48
Q

Quali sono i principali fattori che, secondo Bandura, influenzano il comportamento individuale?

A

I fattori cognitivi (credenze, aspettative), affettivi (emozioni, motivazioni) e biologici (predisposizioni genetiche) della persona, le caratteristiche dell’ambiente (risorse, limiti) e l’interazione tra questi elementi.

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49
Q

Come le critiche di Mischel alle teorie disposizionali si collegano al modello triadico?

A

Le critiche di Mischel sottolineano l’importanza del contesto nel determinare il comportamento, un concetto centrale anche nel modello triadico. Mischel mette in discussione l’idea che i tratti di personalità stabili possano prevedere il comportamento in modo accurato, evidenziando la necessità di considerare l’interazione tra persona e situazione.

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50
Q

In che modo il concetto di “transazione” tra persona e ambiente è centrale nel modello triadico?

A

Il concetto di “transazione” è fondamentale perché sottolinea l’influenza reciproca e continua tra persona e ambiente. Non si tratta di una semplice interazione, ma di un processo dinamico in cui la persona interpreta e reagisce all’ambiente, modificandolo a sua volta. Questa transazione costante è ciò che determina il comportamento e lo sviluppo della personalità.

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51
Q

Spiega come le quattro capacità fondamentali dell’individuo (simbolizzazione, autoregolazione, vicaria, autoriflessione) si inseriscono nel modello triadico.

A

Simbolizzazione: La capacità di rappresentare simbolicamente la realtà (attraverso linguaggio, immagini, ecc.) permette all’individuo di interpretare l’ambiente e pianificare le proprie azioni, influenzando così il comportamento.
Autoregolazione: La capacità di stabilire obiettivi, monitorare il proprio comportamento e auto-ricompensarsi/punirsi influenza direttamente le scelte e le azioni dell’individuo.
Apprendimento vicario: La capacità di apprendere osservando gli altri (modelli) fornisce informazioni sull’ambiente e sulle possibili conseguenze del comportamento, influenzando le decisioni personali.
Autoriflessione: La capacità di riflettere su se stessi, sulle proprie esperienze e sulle proprie azioni permette di valutare l’efficacia del proprio comportamento e apportare modifiche, influenzando così lo sviluppo personale.

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52
Q

Quali sono le implicazioni del modello triadico per la comprensione dello sviluppo della personalità nel corso della vita?

A

Il modello triadico suggerisce che la personalità non è statica, ma si sviluppa continuamente attraverso l’interazione tra persona, ambiente e comportamento. Le esperienze di vita, l’apprendimento e le interazioni sociali modellano la personalità nel tempo, e questa a sua volta influenza le scelte e le reazioni dell’individuo all’ambiente.

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53
Q

Cos’è il modello CAPS e qual è il suo obiettivo principale?

A

Il modello CAPS (Cognitive-Affective Personality System) è una teoria della personalità sviluppata da Walter Mischel. Il suo obiettivo è spiegare il comportamento individuale come risultato dell’interazione dinamica tra variabili cognitive e affettive all’interno di specifiche situazioni.

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54
Q

Quali sono le unità cognitivo-affettive (UCA) nel modello CAPS e come interagiscono tra loro?

A

Le UCA sono i componenti fondamentali del modello CAPS e includono abilità cognitive, codifica (convinzioni), aspettative, obiettivi e valori, strategie di autoregolazione ed emozioni. Queste unità interagiscono in modo complesso e reciproco, influenzando il modo in cui una persona percepisce, interpreta e risponde alle situazioni.

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55
Q

Spiega il concetto di “raggruppamento idiosincratico” nel contesto delle abilità cognitive.

A

Il raggruppamento idiosincratico si riferisce al modo unico in cui ogni individuo organizza e collega le proprie rappresentazioni mentali delle situazioni e delle abilità. Questo raggruppamento è influenzato dalla storia personale e dall’apprendimento sociale, rendendolo specifico per ogni persona.

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56
Q

Qual è il ruolo delle aspettative nel modello CAPS e come influenzano il comportamento?

A

Le aspettative sono anticipazioni cognitive e affettive basate sulla relazione percepita tra azione e conseguenza. Influenzano il comportamento guidando le scelte e le azioni di un individuo in base a ciò che si aspetta di ottenere.

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57
Q

Come si collegano gli obiettivi e i valori nel modello CAPS e qual è il loro impatto sulla motivazione?

A

Modello CAPS: Relazione tra Obiettivi e Valori e il loro Impatto sulla Motivazione
Il modello CAPS (Cognitive-Affective Personality System) di Mischel e Shoda integra i concetti di obiettivi e valori come componenti fondamentali del sistema di personalità. Nel modello CAPS, la personalità è vista come un sistema dinamico di unità cognitive e affettive che interagiscono costantemente tra loro e con l’ambiente.

Obiettivi e Valori nel Modello CAPS
Definizione di Obiettivi e Valori:

Obiettivi: Rappresentano ciò che un individuo desidera raggiungere. Possono essere a breve, medio o lungo termine, e possono essere distinti in obiettivi di conseguimento (accompagnati da stati affettivi positivi) e obiettivi di evitamento (accompagnati da stati affettivi negativi)​​.
Valori: Si riferiscono all’importanza soggettiva che una persona attribuisce a certe categorie di eventi o risultati. Il valore percepito di un obiettivo è cruciale per la motivazione intrinseca​​.
Relazione tra Obiettivi e Valori:

I valori influenzano la scelta degli obiettivi. Le persone tendono a scegliere obiettivi che riflettono i loro valori personali.
Gli obiettivi concreti sono spesso un’espressione operativa dei valori. Ad esempio, un valore di benessere personale può tradursi in un obiettivo di mantenere uno stile di vita sano.
Impatto sulla Motivazione
Motivazione Intrinseca ed Estrinseca:

Motivazione Intrinseca: Deriva dal valore intrinseco che una persona attribuisce a un obiettivo. Quando gli obiettivi sono allineati con i valori personali, la motivazione intrinseca è più forte, portando a un impegno maggiore e a una persistenza più duratura​​.
Motivazione Estrinseca: Si basa su ricompense esterne. Anche se può essere efficace a breve termine, non ha lo stesso impatto duraturo della motivazione intrinseca.
Strategie di Autoregolazione:

Gli obiettivi e i valori sono collegati alle strategie di autoregolazione. Le persone sviluppano strategie per monitorare e controllare i propri pensieri, emozioni e comportamenti in modo da perseguire i propri obiettivi.
Autoregolazione: Include processi come l’automonitoraggio e l’autovalutazione, che aiutano a mantenere l’attenzione sugli obiettivi nonostante le difficoltà​​.
Sviluppo delle Competenze e Adattamento:

Gli obiettivi legati ai valori promuovono lo sviluppo di competenze cognitive e comportamentali. L’importanza data a certi obiettivi stimola l’apprendimento e l’adattamento, migliorando le abilità necessarie per raggiungere tali obiettivi​​.
Impatto Emotivo:

Gli obiettivi e i valori influenzano le reazioni emotive. Un’aspettativa di successo attiva emozioni positive anticipate, mentre un’aspettativa di fallimento attiva emozioni negative. Questo interplay tra cognizioni ed emozioni è cruciale per la motivazione e il comportamento​​.
In sintesi, nel modello CAPS, obiettivi e valori sono interconnessi e influenzano profondamente la motivazione. L’allineamento tra obiettivi personali e valori intrinseci porta a una motivazione intrinseca più forte, che sostiene l’impegno e la persistenza, facilitando lo sviluppo di competenze e l’adattamento alle sfide​​.

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58
Q

Descrivi il concetto di “autoregolazione” nel modello CAPS e le strategie coinvolte.

A

L’autoregolazione è la capacità di guidare e sostenere l’azione verso un obiettivo. Le strategie di autoregolazione includono l’automonitoraggio (osservazione di sé), l’autovalutazione (valutazione della prestazione in base a standard personali) e l’autogratificazione (premiarsi per il successo).

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59
Q

Qual è il ruolo delle emozioni nel modello CAPS e come interagiscono con le altre variabili?

A

Le emozioni sono strettamente connesse a tutte le altre variabili cognitive e affettive del modello CAPS. Influenzano la percezione, l’interpretazione delle situazioni, la scelta degli obiettivi e le strategie di autoregolazione. Allo stesso tempo, le cognizioni e le aspettative possono attivare specifiche emozioni.

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60
Q

In che modo le “abilità cognitive e competenze” influenzano il comportamento individuale secondo il modello CAPS?

A

Secondo il modello CAPS (Cognitive-Affective Personality System) di Mischel e Shoda, le “abilità cognitive e competenze” influenzano il comportamento individuale in diversi modi chiave. Le abilità cognitive e le competenze sono considerate variabili sociocognitive essenziali nel sistema della personalità. Esse includono abilità cognitive che, insieme a quelle linguistiche, permettono all’individuo di affrontare i problemi della vita e le sfide quotidiane, e comprendono sia capacità comportamentali che modalità di pensiero sui problemi, implicando una combinazione di competenze dichiarative e procedurali.

Ecco alcuni punti salienti su come queste abilità influenzano il comportamento:

Adattamento e Risoluzione dei Problemi:

Le abilità cognitive e le competenze permettono agli individui di adattarsi efficacemente alle diverse situazioni e di risolvere i problemi in modo flessibile. Questo include la capacità di elaborare informazioni e prendere decisioni basate sulle circostanze attuali.
Contesto Specifico:

Le competenze sono sempre contestualizzate; devono essere interpretate in relazione a situazioni specifiche. Questo significa che le abilità sono influenzate dal contesto in cui si trovano, e la specificità del contesto è una caratteristica naturale di queste abilità​​.
Raggruppamento Idiosincratico:

Le competenze possono essere organizzate in modo unico in base al contesto al quale sono legate, e gli individui possono anche raggruppare i contesti in maniera unica. Questo “raggruppamento idiosincratico” permette di comprendere come le persone percepiscono e utilizzano le loro competenze in modo distintivo da individuo a individuo​​.
Influenza sulle Unit Cognitive-Affettive:

Le abilità cognitive e le competenze influenzano le unità cognitive-affettive, che sono le variabili della personalità interconnesse che si attivano reciprocamente. Queste unità comprendono le abilità cognitive, le aspettative, le convinzioni, e i processi di autoregolazione, che insieme determinano come un individuo reagisce in diverse situazioni​​.
Impatto sull’Autoregolazione e sull’Autoefficacia:

Le abilità cognitive influenzano la capacità di autoregolazione, che è la capacità di dirigere e sostenere l’azione verso un obiettivo selezionato. La self-efficacy, o autoefficacia, è la convinzione di poter riuscire in determinate attività, ed è fortemente legata alle competenze cognitive e alle esperienze di successo o fallimento precedente​​.
Teorie Implicite della Personalità:

Le persone costruiscono teorie implicite della personalità basate sulle loro abilità cognitive e competenze. Queste teorie fungono da filtri attraverso cui interpretano se stessi e gli altri, influenzando le aspettative e le strategie comportamentali​​.
In sintesi, le abilità cognitive e le competenze sono fondamentali nel modello CAPS per comprendere come le persone elaborano le informazioni, prendono decisioni, si autoregolano e affrontano le sfide della vita, tutto in modo contestualizzato e dinamico.

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61
Q

Cosa si intende per “codifica” nel modello CAPS e come le convinzioni personali influenzano la percezione del mondo?

A

La codifica si riferisce al modo in cui una persona interpreta e dà significato alle informazioni provenienti dall’ambiente. Le convinzioni personali, o schemi mentali, agiscono come filtri attraverso cui le informazioni vengono elaborate, influenzando ciò che notiamo, ricordiamo e come reagiamo.

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62
Q

Qual è la differenza tra aspettative “stimolo-risultato” e “comportamento-risultato” nel modello CAPS?

A

Le aspettative stimolo-risultato riguardano le previsioni su ciò che accadrà in seguito a un determinato stimolo ambientale, basate sull’esperienza passata. Le aspettative comportamento-risultato, invece, si riferiscono alle previsioni sulle conseguenze di un proprio comportamento specifico in una data situazione.

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63
Q

Come si sviluppano gli obiettivi personali nel modello CAPS e qual è il loro ruolo nel guidare il comportamento?

A

Gli obiettivi personali nel modello CAPS (Cognitive-Affective Personality System) di Mischel e Shoda svolgono un ruolo cruciale nel guidare il comportamento umano. Questo modello concepisce la personalità come un sistema dinamico in cui le unità cognitivo-affettive interagiscono tra loro in risposta a stimoli specifici del contesto. Gli obiettivi personali sono considerati una delle variabili fondamentali di questo sistema e influenzano fortemente il modo in cui gli individui percepiscono e rispondono alle situazioni.

Sviluppo degli Obiettivi Personali
Influenza delle Esperienze: Gli obiettivi personali si sviluppano sulla base delle esperienze individuali e sociali. La storia di apprendimento personale gioca un ruolo essenziale nel determinare quali eventi e categorie di eventi vengono considerati importanti e meritevoli di essere perseguiti​​.

Relazione con i Valori: Gli obiettivi sono strettamente legati ai valori personali. Il valore soggettivo attribuito a specifici obiettivi motiva gli individui a perseguirli, contribuendo alla motivazione intrinseca e alla direzione dell’azione​​.

Ruolo nel Guidare il Comportamento
Autoregolazione: Gli obiettivi personali sono fondamentali per le strategie di autoregolazione, che includono il monitoraggio, la valutazione e la gratificazione del comportamento. Queste strategie aiutano gli individui a mantenere l’orientamento verso i propri obiettivi, affrontare le difficoltà e adattare il comportamento per raggiungere gli obiettivi desiderati​​.

Feedback e Adattamento: Gli obiettivi influenzano il feedback che le persone ricevono dalle loro azioni. Le conseguenze delle azioni vengono utilizzate per valutare se il comportamento è stato efficace nel raggiungere l’obiettivo, portando a modifiche nelle rappresentazioni cognitive e affettive della situazione e del sé​​.

Interazione con le Emozioni: Le emozioni sono strettamente connesse agli obiettivi. Le aspettative di successo o fallimento, ad esempio, attivano risposte emotive che possono incentivare o ostacolare il comportamento orientato agli obiettivi. Una condizione affettiva positiva può favorire l’anticipazione di successo e il mantenimento dell’impegno verso l’obiettivo​​.

Codifica e Interpretazione degli Stimoli: Gli obiettivi personali influenzano la selezione e la codifica degli stimoli rilevanti. Le persone tendono a focalizzarsi su informazioni e segnali che sono pertinenti per i loro obiettivi, influenzando così le loro percezioni e reazioni a tali stimoli​​.

In sintesi, nel modello CAPS, gli obiettivi personali non solo contribuiscono a determinare il contenuto delle rappresentazioni cognitive e affettive, ma giocano anche un ruolo cruciale nell’autoregolazione del comportamento, nell’interazione con le emozioni e nella codifica degli stimoli ambientali. Questi processi aiutano a spiegare la variabilità individuale nella risposta agli stessi contesti e la coerenza del comportamento attraverso diverse situazioni​​.

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64
Q

In che modo le “strategie di autoregolazione” contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi nel modello CAPS?

A

Le strategie di autoregolazione sono essenziali per il raggiungimento degli obiettivi poiché consentono di monitorare i propri progressi, valutare l’efficacia delle proprie azioni e apportare modifiche necessarie. Queste strategie includono l’automonitoraggio, l’autovalutazione e l’autogratificazione.

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65
Q

Qual è la relazione tra emozioni e cognizioni nel modello CAPS?

A

Nel modello CAPS, emozioni e cognizioni sono strettamente interconnesse. Le emozioni possono influenzare i processi cognitivi come l’attenzione, la memoria e il processo decisionale. Allo stesso tempo, i pensieri e le convinzioni possono suscitare specifiche emozioni.

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66
Q

In che modo il concetto di “raggruppamento idiosincratico” si applica alle convinzioni (codifica) nel modello CAPS?

A

Il raggruppamento idiosincratico si applica anche alle convinzioni personali, poiché ogni individuo organizza le proprie credenze e rappresentazioni mentali in modo unico. Questo raggruppamento è influenzato dalle esperienze passate, dai valori culturali e dalle interazioni sociali, rendendolo specifico per ogni persona.

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67
Q

Come le aspettative influenzano la motivazione e l’impegno nel perseguire gli obiettivi?

A

Le aspettative giocano un ruolo cruciale nella motivazione. Se una persona ha aspettative positive riguardo al raggiungimento di un obiettivo, sarà più motivata e impegnata nel perseguirlo. Al contrario, aspettative negative possono portare a una diminuzione della motivazione e a un minor impegno.

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68
Q

Qual è la relazione tra autoefficacia e aspettative di risultato nel modello CAPS?

A

L’autoefficacia, ovvero la convinzione di essere in grado di eseguire un compito o raggiungere un obiettivo, è strettamente legata alle aspettative di risultato. Una maggiore autoefficacia porta ad aspettative di successo più elevate, mentre una bassa autoefficacia può portare ad aspettative di fallimento.

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69
Q

Come le emozioni influenzano le strategie di autoregolazione nel modello CAPS?

A

Le emozioni possono influenzare significativamente le strategie di autoregolazione. Emozioni negative come la frustrazione o l’ansia possono rendere più difficile l’autocontrollo e la perseveranza nel raggiungimento degli obiettivi. Al contrario, emozioni positive come l’entusiasmo e la fiducia possono favorire l’autoregolazione e il successo.

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70
Q

In che modo la cultura può influenzare le variabili socio-cognitive nel modello CAPS?

A

La cultura gioca un ruolo importante nel modellare le variabili socio-cognitive. Le norme culturali, i valori e le credenze influenzano il modo in cui le persone sviluppano le proprie abilità cognitive, codificano le informazioni, formulano aspettative e scelgono i propri obiettivi.

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71
Q

Come viene definita la personalità nel modello CAPS di Mischel e Shoda?

A

La personalità è definita come un sistema organico e dinamico di rappresentazioni distintive (unità cognitivo-affettive) che vengono attivate da stimolazioni soggettivamente significative. Questo sistema è unico, stabile e coerente per ogni individuo.

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72
Q

Cosa sono le unità cognitivo-affettive e qual è il loro ruolo nel modello CAPS?

A

Le unità cognitivo-affettive sono rappresentazioni mentali di sé, degli altri e del mondo, che includono emozioni, credenze, aspettative, obiettivi e strategie di autoregolazione. Queste unità interagiscono tra loro e con l’ambiente, influenzando il comportamento.

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73
Q

Quali sono le caratteristiche distintive del modello CAPS che lo differenziano da altre teorie della personalità?

A

Risposta:
Le persone si distinguono per la rapidità con cui attivano specifiche unità cognitivo-affettive.
L’organizzazione distintiva delle unità e delle loro relazioni è unica per ogni individuo.
I pattern di attivazione delle unità dipendono dai “cue” ambientali e dalla sensibilità individuale a questi cue.
La personalità è stabile nel tempo, ma il comportamento è dinamico e influenzato dall’interazione tra persona e ambiente.

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74
Q

Come viene considerato l’ambiente nel modello CAPS?

A

L’ambiente gioca un ruolo cruciale nel modello CAPS. I “cue” ambientali attivano specifiche unità cognitivo-affettive, influenzando il comportamento. La personalità si manifesta nell’interazione dinamica tra l’individuo e il suo ambiente.

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75
Q

In che modo il modello CAPS spiega la coerenza e la stabilità della personalità nel tempo?

A

La coerenza della personalità deriva dalla stabilità dei legami tra unità cognitivo-affettive, contesti psicologici e sequenze di attivazione. Anche se il comportamento può variare in base al contesto, i pattern sottostanti di attivazione rimangono relativamente stabili.

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76
Q

Fornisci un esempio concreto di come un “cue” ambientale potrebbe attivare specifiche unità cognitivo-affettive in un individuo, influenzando il suo comportamento.

A

Immaginiamo una persona con una storia di bullismo a scuola. Un giorno, mentre cammina per strada, vede un gruppo di ragazzi che ride e scherza in modo chiassoso. Questo “cue” ambientale (il gruppo di ragazzi) potrebbe attivare in lui unità cognitivo-affettive legate all’esperienza del bullismo, come paura, ansia, rabbia o insicurezza. Queste emozioni e cognizioni attivate potrebbero a loro volta influenzare il suo comportamento, portandolo ad esempio ad evitare il gruppo, ad attraversare la strada, o a reagire in modo aggressivo.

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77
Q

Descrivi come due individui potrebbero differire nell’organizzazione delle loro unità cognitivo-affettive, portando a comportamenti diversi nella stessa situazione.

A

Consideriamo due persone che ricevono un feedback negativo sul lavoro.

Persona A: Ha una forte unità cognitivo-affettiva legata all’autoefficacia e all’autostima. Il feedback negativo potrebbe attivare questa unità, portandola a vedere il feedback come una sfida e a cercare di migliorare.

Persona B: Ha una forte unità cognitivo-affettiva legata all’insicurezza e alla paura del fallimento. Lo stesso feedback negativo potrebbe attivare questa unità, portandola a sentirsi demotivata e a dubitare delle proprie capacità.

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78
Q

Spiega come un individuo può mostrare coerenza intrapersonale nel tempo, anche se il suo comportamento varia in contesti diversi.

A

Pensiamo a una persona estroversa. A una festa, potrebbe essere al centro dell’attenzione, raccontare barzellette e ballare. In una riunione di lavoro, potrebbe essere più riservata, ma comunque proporre idee e interagire con i colleghi. Nonostante i comportamenti diversi, la coerenza intrapersonale risiede nel fatto che in entrambi i contesti l’individuo sta esprimendo la sua unità cognitivo-affettiva legata all’estroversione, anche se in modi diversi a seconda del contesto.

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79
Q

Cosa si intende per variabilità intrapersonale e interpersonale nel modello CAPS, e perché sono importanti?

A

Risposta:

Variabilità intrapersonale: Riguarda le fluttuazioni nel comportamento di un individuo nel tempo e in situazioni diverse. Il modello CAPS riconosce che le persone non si comportano sempre allo stesso modo, ma che i loro comportamenti sono influenzati dall’attivazione di diverse unità cognitivo-affettive in risposta a specifici contesti.

Variabilità interpersonale: Si riferisce alle differenze tra individui nell’organizzazione e nell’attivazione delle unità cognitivo-affettive. Queste differenze spiegano perché persone diverse reagiscono in modo diverso alle stesse situazioni.

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80
Q

Quali sono le principali differenze tra le teorie disposizionali e le teorie cognitivo-sociali riguardo alle variabili della personalità?

A

Teorie disposizionali: Enfatizzano i tratti come tendenze latenti e stabili che determinano il comportamento. I tratti sono visti come cause primarie delle strutture cognitivo-affettive e del comportamento.

Teorie cognitivo-sociali: Enfatizzano i sistemi cognitivo-affettivi come strutture di personalità che mediano l’influenza delle predisposizioni biologiche sul comportamento. Il comportamento è visto come il risultato dell’interazione tra questi sistemi e l’ambiente.

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81
Q

Come viene concettualizzata la coerenza della personalità nelle teorie disposizionali e cognitivo-sociali?

A

Teorie disposizionali: La coerenza è vista come stabilità del comportamento nel tempo e nelle situazioni, misurata attraverso l’aggregazione dei dati e la stabilità delle strutture fattoriali. L’enfasi è sulla variabilità tra le persone (approccio between-people).
Teorie cognitivo-sociali: La coerenza è vista come stabilità dei sistemi cognitivo-affettivi intra-individuali e dei pattern “se… allora…”. L’enfasi è sulla variabilità all’interno dell’individuo e sull’interazione persona-ambiente (approccio within-person).

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82
Q

In che modo le teorie disposizionali e cognitivo-sociali differiscono nel modo in cui considerano l’ambiente?

A

Teorie disposizionali: L’ambiente è spesso tenuto costante o generalizzato negli strumenti di misurazione per far emergere le tendenze generali della personalità.
Teorie cognitivo-sociali: L’interazione tra persona e ambiente (P x A) è fondamentale. Le stesse unità cognitivo-affettive sono contestualizzate e il comportamento è visto come il risultato di questa interazione.

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83
Q

Spiega il concetto di “equivalenza funzionale” delle categorie comportamentali nelle teorie cognitivo-sociali.

A

Concetto di “Equivalenza Funzionale” delle Categorie Comportamentali nelle Teorie Cognitivo-Sociali
Il concetto di “equivalenza funzionale” è un principio fondamentale nelle teorie cognitivo-sociali della personalità, che si focalizza su come le persone possono mostrare comportamenti apparentemente diversi che servono la stessa funzione psicologica o adattiva in risposta a situazioni simili. Questo principio è strettamente collegato alla flessibilità e alla complessità delle risposte comportamentali umane.

Caratteristiche dell’Equivalenza Funzionale
Contesto e Situazione:

L’equivalenza funzionale implica che diverse azioni o comportamenti possono essere equivalenti dal punto di vista funzionale se servono a raggiungere lo stesso obiettivo in situazioni diverse. Ad esempio, una persona può reagire alla critica sia cercando il supporto degli amici sia cercando di migliorare le proprie competenze, a seconda del contesto.
Interazione Persona-Ambiente:

Le teorie cognitivo-sociali sottolineano l’interazione dinamica tra persona e ambiente. Questo significa che lo stesso comportamento può avere significati diversi a seconda del contesto situazionale, e diversi comportamenti possono essere utilizzati per raggiungere lo stesso scopo in contesti diversi​​.
Pattern Comportamentali Se… Allora…:

Un elemento chiave è l’idea dei pattern se… allora… (if… then…). Questi pattern descrivono come una persona tende a rispondere in modo coerente a situazioni specifiche. L’equivalenza funzionale si manifesta quando diversi comportamenti emergono come risposte a situazioni simili, mantenendo una coerenza funzionale rispetto agli obiettivi dell’individuo​​.
Stabilità nel Tempo:

Nonostante i cambiamenti nel comportamento specifico, i pattern di equivalenza funzionale tendono a rimanere stabili nel tempo. Questo perché le unità cognitivo-affettive, che mediano le risposte comportamentali, mantengono una certa stabilità, influenzando la coerenza del comportamento attraverso situazioni diverse​​.
Esempio di Equivalenza Funzionale
Immaginiamo una persona che affronta situazioni stressanti al lavoro:

In un contesto di feedback negativo da un supervisore: La persona può cercare il supporto dei colleghi per migliorare il proprio umore e ottenere consigli su come migliorare.
In un contesto di eccessivo carico di lavoro: La stessa persona può decidere di organizzare il proprio tempo e priorizzare le attività per ridurre lo stress.
In un contesto di conflitto con un collega: La persona può scegliere di negoziare direttamente con il collega per risolvere il conflitto.
In ciascuna di queste situazioni, i comportamenti specifici sono diversi (cercare supporto, organizzare il tempo, negoziare), ma tutti servono la stessa funzione di riduzione dello stress e miglioramento del benessere lavorativo. Questo rappresenta l’equivalenza funzionale delle categorie comportamentali.

Conclusione
L’equivalenza funzionale nelle teorie cognitivo-sociali evidenzia la flessibilità e l’adattabilità del comportamento umano, mostrando come diversi comportamenti possono essere utilizzati per raggiungere scopi simili in contesti variabili. Questo concetto è centrale per comprendere la complessità delle risposte comportamentali e la coerenza della personalità nel tempo e attraverso situazioni diverse​​.

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84
Q

Qual è la differenza tra “explanans” ed “explanandum” nelle teorie cognitivo-sociali? Perché questa distinzione è importante?

A

Explanans: Ciò che spiega (i sistemi cognitivo-affettivi e l’interazione persona-ambiente).
Explanandum: Ciò che deve essere spiegato (il comportamento).
Questa distinzione è importante perché sottolinea che il comportamento non è semplicemente un riflesso diretto dei sistemi interni, ma il risultato di processi dinamici e complessi.

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85
Q

Immagina due individui che mostrano lo stesso livello di estroversione in un questionario di personalità. Come potrebbero le teorie disposizionali e cognitivo-sociali spiegare questo comportamento in modo diverso?

A

Teorie disposizionali: Spiegherebbero questo comportamento affermando che entrambi gli individui possiedono un tratto di estroversione elevato e stabile. Questo tratto li predispone a comportarsi in modo socievole, energico e assertivo in diverse situazioni. La differenza tra i due individui non sarebbe qualitativa, ma quantitativa, nel senso che uno potrebbe essere leggermente più estroverso dell’altro.

Teorie cognitivo-sociali: Potrebbero spiegare questo comportamento in modo diverso, suggerendo che, sebbene entrambi gli individui mostrino lo stesso livello medio di estroversione, i loro sistemi cognitivo-affettivi potrebbero essere molto diversi. Ad esempio, un individuo potrebbe essere motivato dalla ricerca di novità e stimoli sociali, mentre l’altro potrebbe essere motivato dal desiderio di approvazione sociale. Inoltre, i pattern “se… allora…” potrebbero essere diversi: un individuo potrebbe essere estroverso solo in situazioni familiari, mentre l’altro potrebbe esserlo in una gamma più ampia di contesti.

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86
Q

Qual è il ruolo delle predisposizioni biologiche nella personalità secondo le teorie cognitivo-sociali?

A

Le teorie cognitivo-sociali riconoscono l’influenza delle predisposizioni biologiche sulla personalità, ma non le considerano equivalenti ai tratti. Piuttosto, queste predisposizioni influenzano il modo in cui le persone elaborano le informazioni e si rappresentano l’ambiente, contribuendo alla formazione dei sistemi cognitivo-affettivi.

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87
Q

Come si differenziano le teorie disposizionali “deboli” e “forti” in relazione al piano descrittivo ed esplicativo della personalità?

A

Nelle teorie disposizionali deboli, il piano descrittivo e quello esplicativo coincidono: i tratti descrivono il comportamento e allo stesso tempo lo spiegano.
Nelle teorie disposizionali forti, il piano esplicativo va oltre la semplice descrizione: i tratti sono visti come cause sottostanti del comportamento, influenzando i processi cognitivi e affettivi.

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88
Q

Come le teorie cognitivo-sociali spiegano la coerenza della personalità se il comportamento può variare notevolmente a seconda della situazione?

A

Le teorie cognitivo-sociali spiegano la coerenza della personalità attraverso il concetto di “pattern condizionali” o schemi “se… allora”. Secondo queste teorie, la personalità non è definita da tratti stabili e immutabili, ma piuttosto da un insieme di risposte condizionate che si attivano in determinate situazioni. La coerenza della personalità deriva dalla stabilità e prevedibilità di questi schemi “se… allora” attraverso varie situazioni.

Principi Chiave delle Teorie Cognitivo-Sociali
Pattern Condizionali (if… then):

Gli individui sviluppano pattern di comportamento che sono condizionali a specifiche situazioni. Per esempio, una persona potrebbe essere timida in ambienti nuovi (se si trova in un ambiente nuovo, allora è timida) ma estroversa con amici intimi (se è con amici intimi, allora è estroversa).
Stabilità attraverso la Variabilità Situazionale:

Anche se il comportamento può variare notevolmente da una situazione all’altra, la personalità è considerata coerente se questi pattern condizionali sono stabili nel tempo. La coerenza è data dalla prevedibilità delle risposte di una persona in specifiche circostanze.
Interazione tra Situazione e Caratteristiche Cognitive-Affettive:

Le risposte comportamentali sono il risultato dell’interazione tra situazioni specifiche e caratteristiche cognitive-affettive interne come aspettative, obiettivi, emozioni e competenze.
Esempio Pratico
Consideriamo l’esempio di Anna, una studentessa delle superiori:

Pattern Condizionale 1: Se Anna è in classe durante una lezione di matematica, allora sarà molto attenta e parteciperà attivamente.

Qui, Anna potrebbe avere un alto interesse per la matematica e percepire una forte autoefficacia in questo ambito. La situazione (essere in una lezione di matematica) interagisce con le sue caratteristiche cognitive (interesse e autoefficacia) per produrre un comportamento coerente (attenzione e partecipazione attiva).
Pattern Condizionale 2: Se Anna è ad una festa con persone che non conosce bene, allora sarà riservata e timida.

In questa situazione, Anna potrebbe sentirsi a disagio e incerta su come interagire con persone nuove. La situazione (essere a una festa con sconosciuti) interagisce con le sue caratteristiche cognitive (insicurezza sociale) per produrre un comportamento coerente (riservatezza e timidezza).
Interpretazione della Coerenza della Personalità
Nonostante il comportamento di Anna vari notevolmente tra la lezione di matematica e la festa, la sua personalità è considerata coerente secondo le teorie cognitivo-sociali perché i suoi pattern “se… allora” sono prevedibili e stabili. Questa coerenza deriva dalla stabilità delle sue risposte condizionali nelle rispettive situazioni.

In sintesi, le teorie cognitivo-sociali spiegano la coerenza della personalità non attraverso la costanza del comportamento in tutte le situazioni, ma attraverso la prevedibilità dei pattern di risposta in situazioni specifiche. Questo approccio riconosce la variabilità situazionale del comportamento, mantenendo comunque una visione coerente della personalità basata su schemi condizionali stabili.

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89
Q

Qual è l’importanza dell’orientamento al futuro nelle teorie cognitivo-sociali?

A

L’orientamento al futuro è importante perché sottolinea che il comportamento non è solo determinato dal passato, ma anche dalle aspettative, dagli obiettivi e dalle rappresentazioni del futuro dell’individuo. Questa prospettiva è particolarmente rilevante in ambito clinico, dove si cerca di aiutare le persone a cambiare i loro comportamenti problematici e a costruire un futuro più positivo.

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90
Q

Cos’è il modello KAPA e quali sono i suoi principi fondamentali?

A

Il modello KAPA (Knowledge and Appraisal Personality Architecture) è un modello di personalità proposto da Cervone che si basa sulla prospettiva socio-cognitiva.
I suoi principi fondamentali includono:
-La personalità è un sistema dinamico e complesso.
-Per comprendere la personalità, è necessario indagare le unità cognitivo-affettive centrali (knowledge) e le loro interconnessioni, nonché le valutazioni contestualizzate (appraisal).
-Le strutture di personalità (knowledge) e le valutazioni (appraisal) sono interconnesse e influenzano il comportamento.

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91
Q

Quali sono le differenze principali tra knowledge e appraisal?

A

Knowledge:
-Elementi stabili e strutturali della personalità (credenze, aspettative, valori).
-Forniscono un quadro di riferimento per interpretare le esperienze.

Appraisal:
-Componente dinamica della personalità (valutazioni contestualizzate).
-Dà significato agli eventi e influenza le emozioni e il comportamento.

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92
Q

Come interagiscono knowledge e appraisal nel determinare il comportamento?

A

Il knowledge influenza l’appraisal, fornendo una base per interpretare gli eventi.
L’appraisal, a sua volta, può influenzare il knowledge attraverso nuove esperienze e valutazioni.
Entrambi contribuiscono alla coerenza del comportamento nel tempo

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93
Q

Qual è il ruolo dei costrutti schematici cronicamente accessibili nel modello KAPA?

A

I costrutti schematici cronicamente accessibili sono strutture di knowledge che si attivano facilmente e influenzano l’elaborazione delle informazioni e la costruzione del significato degli eventi.
Sono particolarmente importanti per comprendere la coerenza del comportamento e della personalità.

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94
Q

In che modo gli appraisal mediano la relazione tra knowledge e comportamento?

A

Gli appraisal mettono in relazione gli schemi di sé (knowledge) con gli aspetti contestuali, valutando la rilevanza delle circostanze per il sé e il benessere.
Influenzano le risposte comportamentali, che sono sempre calate in una situazione specifica.

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95
Q

Fornisci un esempio concreto di come uno schema di sé (knowledge) potrebbe influenzare l’appraisal di una situazione.

A

Esempio: Una persona con uno schema di sé di essere incompetente potrebbe valutare un compito impegnativo come una minaccia, mentre una persona con uno schema di sé di essere competente potrebbe valutarlo come una sfida stimolante.

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96
Q

Descrivi come un evento stressante potrebbe influenzare l’appraisal e il comportamento di una persona, tenendo conto sia del knowledge che degli stati transitori.

A

Esempio: Una persona con uno schema di sé di essere vulnerabile potrebbe valutare un evento stressante come più minaccioso se si trova in uno stato di ansia. Questa valutazione potrebbe portare a comportamenti di evitamento o ritiro.

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97
Q

Qual è il ruolo del contesto nel modello KAPA?

A

Il contesto gioca un ruolo cruciale nel modello KAPA. Le valutazioni (appraisal) sono sempre contestualizzate, cioè dipendono dalla situazione specifica in cui si verificano.
Il contesto può attivare diversi schemi di sé (knowledge) e influenzare il modo in cui interpretiamo gli eventi.

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98
Q

Cosa sono i pattern condizionali schematici e come influenzano l’appraisal?

A

I pattern condizionali schematici sono regole implicite che legano le caratteristiche salienti del sé (knowledge) a esiti diversi a seconda del contesto.
Questi pattern influenzano l’appraisal, determinando come valutiamo una situazione in base al contesto e alle nostre caratteristiche individuali.

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99
Q

Come si spiega la variabilità intraindividuale del comportamento nel modello KAPA?

A

La variabilità intraindividuale del comportamento è spiegata dalla combinazione di schemi di sé stabili (knowledge) e pattern di appraisal dinamici.
Anche se una persona ha schemi di sé relativamente stabili, le valutazioni contestualizzate (appraisal) possono variare da situazione a situazione, portando a comportamenti diversi.

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100
Q

Qual è la distinzione tra “knowledge” e “appraisal” nel modello KAPA?

A

“Knowledge” si riferisce agli elementi relativamente statici e strutturali della personalità, ossia le rappresentazioni cognitivo-affettive che sono stabili nel tempo e centrali per il sé. “Appraisal”, invece, rappresenta la componente dinamica della personalità e del comportamento, ossia le valutazioni o giudizi relazionali contestualizzati che mettono in relazione il sé con ciò che accade nel qui e ora.

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101
Q

In che modo le strutture di knowledge influenzano gli appraisal?

A

Le credenze, aspettative e valori relativamente stabili (knowledge) determinano il significato delle esperienze e influenzano gli appraisal. Gli schemi di sé, essendo attivati più facilmente, influenzano la codifica e l’elaborazione delle informazioni e la costruzione del significato degli eventi.

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102
Q

Qual è l’importanza degli schemi di sé nel modello KAPA?

A

Gli schemi di sé, che sono elaborate strutture di knowledge riferite a sé stessi, sono considerevolmente rilevanti perché sono attivati più facilmente e influenzano in modo pervasivo e ripetuto i processi di appraisal e il comportamento.

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103
Q

Come contribuiscono gli appraisal alla comprensione del comportamento umano?

A

Gli appraisal danno senso agli eventi mettendo in relazione gli schemi del sé con gli aspetti contestuali, valutando come le circostanze siano rilevanti per il benessere e gli obiettivi personali. Gli appraisal mediano le relazioni tra le strutture di knowledge e le risposte comportamentali, influenzate dalle condizioni contestuali e dagli stati intrapersonali transitori.

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104
Q

Quali sono le unità cognitive e affettive centrali per la persona nel modello KAPA?

A

Le unità cognitive e affettive centrali per la persona sono quelle che si attivano più frequentemente, che sono salienti per il sé e che influenzano il comportamento, la coerenza e l’unicità dell’individuo. Queste unità possono includere credenze, aspettative e valori.

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105
Q

In che modo le interconnessioni tra le unità cognitive-affettive e l’ambiente sono rilevanti per la comprensione della personalità?

A

Le interconnessioni tra le unità cognitive-affettive e l’ambiente sono rilevanti perché determinano come una persona interpreta e reagisce alle situazioni. Queste connessioni influenzano la coerenza del comportamento e la capacità di adattarsi a diversi contesti.

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106
Q

Cosa si intende per “pattern relativamente stabili e tipici” e “pattern transitori” della personalità?

A

I “pattern relativamente stabili e tipici” sono quei schemi cognitivi e affettivi che rimangono costanti nel tempo e sono caratteristici dell’individuo. I “pattern transitori” sono invece schemi che possono variare in risposta a situazioni specifiche e non sono costantemente attivi.

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107
Q

Qual è la differenza tra “rappresentazioni cognitive” e “rappresentazioni affettive”?

A

Le “rappresentazioni cognitive” si riferiscono alle strutture mentali legate a pensieri, credenze e conoscenze. Le “rappresentazioni affettive” riguardano invece le emozioni e i sentimenti. Entrambe le rappresentazioni influenzano il comportamento e le valutazioni di una persona.

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108
Q

Come definisce Cervone le “strutture della personalità”?

A

Cervone definisce le strutture della personalità come quelle rappresentazioni cognitive-affettive che sono relativamente stabili nel tempo, centrali e salienti per il sé. Queste strutture non sono necessariamente consapevoli, ma si attivano frequentemente e facilmente.

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109
Q

In che modo i costrutti individuali influenzano la conoscenza (knowledge) di una persona?

A

I costrutti individuali influenzano la conoscenza (knowledge) di una persona poiché rappresentano i vari livelli di generalità e astrazione delle caratteristiche distintive del sé, degli altri, degli eventi e del mondo in generale. Questi costrutti, essendo relativamente stabili, guidano l’interpretazione delle esperienze e le risposte comportamentali.

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110
Q

Qual è il ruolo degli “appraisal” nel modello KAPA?

A

Gli “appraisal” rappresentano la componente dinamica della personalità, ossia le valutazioni o giudizi che mettono in relazione il sé con ciò che accade nel qui e ora. Gli appraisal sono sensibili sia alle strutture di personalità stabili sia alle condizioni transitorie e influenzano come una persona interpreta e reagisce alle situazioni.

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111
Q

Come influisce il contesto sugli appraisal?

A

Il contesto influisce sugli appraisal perché le valutazioni sono relazionali e contestualizzate. Ciò che accade nel qui e ora, sia internamente che esternamente alla persona, contribuisce al processo di valutazione. Pertanto, gli appraisal dipendono dalle circostanze specifiche e dalle condizioni ambientali in cui si trova la persona.

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112
Q

Perché è importante la combinazione tra strutture schematiche di sé e situazioni salienti nel modello KAPA?

A

La combinazione tra strutture schematiche di sé e situazioni salienti è importante perché determina la coerenza dei processi di appraisal e del comportamento. Gli schemi di sé influenzano come una persona interpreta le situazioni, mentre le situazioni salienti attivano questi schemi, producendo risposte comportamentali coerenti con le strutture di personalità.

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113
Q

In che modo le esperienze recenti possono influenzare gli appraisal?

A

Le esperienze recenti possono influenzare gli appraisal attivando stati cognitivo-affettivi che non sono necessariamente centrali o stabili, ma che pesano comunque sul processo di valutazione. Queste esperienze possono modificare temporaneamente come una persona valuta una situazione nel qui e ora.

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114
Q

Cosa significa che gli appraisal mediano le relazioni tra le strutture di knowledge e le risposte comportamentali?

A

Significa che gli appraisal fungono da intermediari tra le strutture di knowledge (le rappresentazioni cognitive-affettive stabili) e le risposte comportamentali. Essi determinano come una persona interpreta le situazioni attuali, influenzando così il comportamento in base alle strutture stabili della personalità e alle condizioni contestuali.

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115
Q

Che cos’è il metodo KAPA proposto da Cervone e quale obiettivo si prefigge?

A

Il metodo KAPA (Knowledge and Appraisal Personality Architecture) di Cervone mira a coniugare l’indagine dell’unicità dell’individuo con l’esigenza di una ricerca rigorosa e sperimentale. Questo metodo permette di controllare spiegazioni alternative alla propria ipotesi e comprende tre step principali.

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116
Q

Quali sono i tre step del protocollo del metodo KAPA?

A

Step 1: Ai partecipanti viene chiesto di descrivere alcune caratteristiche personali (punti di forza e di debolezza). Lo sperimentatore seleziona due caratteristiche schematiche (una di forza e una di debolezza) e assegna anche due caratteristiche aschematiche (prodotte da altri partecipanti).
Step 2: Dopo 15 giorni, i partecipanti valutano come le caratteristiche schematiche e aschematiche possano agevolare o meno determinati comportamenti in contesti interpersonali.
Step 3: Ai partecipanti viene chiesto di valutare il proprio senso di autoefficacia, cioè quanto si sentono capaci di mettere in atto determinati comportamenti.

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117
Q

Come si collega la self-efficacy con il processo di appraisal nel modello KAPA?

A

La self-efficacy è vista come un processo di appraisal. Un individuo si sente più capace in determinate situazioni se crede che le sue caratteristiche facilitino l’attenzione in quei contesti. Questo processo di valutazione dipende dalla rilevanza delle caratteristiche di personalità in una specifica situazione.

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118
Q

Che cosa significa “covariazione within person” nel contesto del metodo KAPA?

A

Nel contesto del metodo KAPA, la “covariazione within person” si riferisce alla relazione tra due variabili all’interno dello stesso individuo. In particolare, il metodo KAPA (Knowledge and Appraisal Personality Architecture) di Cervone esplora come le credenze individuali riguardo sé stessi e le situazioni influenzino la percezione di autoefficacia in contesti specifici. Questo metodo si concentra sulla variabilità intraindividuale, ossia su come una persona varia rispetto a sé stessa in diverse situazioni piuttosto che tra persone diverse.

Nel modello KAPA, la covariazione within person viene utilizzata per analizzare come il senso di autoefficacia di un individuo cambi in base a come le caratteristiche di personalità (schematiche e aschematiche) vengono percepite come rilevanti in differenti situazioni. L’approccio si basa sull’idea che la percezione dell’efficacia personale aumenti in situazioni in cui una caratteristica di personalità è considerata rilevante e centrale per il sé.

Questa covariazione si manifesta, ad esempio, quando si osserva che un individuo si sente più capace di affrontare una situazione specifica se crede che una sua caratteristica (considerata un punto di forza) sia utile in quel contesto. Questa relazione è particolarmente significativa se la caratteristica è schematica, ovvero rilevante e centrale per il sistema del sé dell’individuo .

In sintesi, la covariazione within person nel metodo KAPA permette di comprendere come le differenze individuali nella percezione di autoefficacia siano influenzate dalle interazioni uniche tra le credenze personali e le situazioni specifiche, evidenziando la complessità e la variabilità del comportamento umano a livello intraindividuale .

Certo! Ecco un esempio per chiarire il concetto di “covariazione within person” nel contesto del metodo KAPA:

Immagina un individuo, Maria, che ha una caratteristica di personalità molto rilevante per lei: la creatività. Questa caratteristica è schematica per Maria, il che significa che è centrale e importante per il suo senso del sé.

Scenario 1: Situazione Lavorativa Creativa
Maria è in una situazione lavorativa che richiede una soluzione creativa, come progettare una campagna pubblicitaria innovativa. In questa situazione, la caratteristica della creatività è altamente rilevante. Poiché Maria considera la creatività un suo punto di forza, il suo senso di autoefficacia in questa situazione è elevato. Si sente sicura di poter affrontare il compito con successo.

Scenario 2: Situazione Lavorativa Tecnica
Ora, immagina Maria in una situazione diversa, come risolvere un problema tecnico complesso di programmazione software, un’area in cui non si sente particolarmente competente e non vede la creatività come rilevante. In questo contesto, Maria potrebbe avere un senso di autoefficacia molto più basso, poiché la caratteristica schematica (creatività) non è percepita come utile o rilevante.

Covariazione Within Person
La covariazione within person in questo esempio si riferisce alla variazione del senso di autoefficacia di Maria a seconda della situazione. La sua autoefficacia è alta quando la situazione richiede creatività (una caratteristica schematica per lei) e bassa quando la situazione richiede competenze tecniche (che non percepisce come suo punto di forza).

Questa variabilità intraindividuale mostra come le credenze di Maria sulla rilevanza delle sue caratteristiche di personalità influenzano la sua percezione di efficacia in diverse situazioni. Il metodo KAPA analizza queste dinamiche per comprendere meglio il comportamento e le reazioni di un individuo in vari contesti, evidenziando come le caratteristiche personali interagiscono con le situazioni specifiche per influenzare l’autopercezione e l’azione.

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119
Q

Qual è l’ipotesi generale del modello KAPA riguardo l’appraisal di autoefficacia percepita?

A

L’ipotesi generale del modello KAPA è che l’appraisal di autoefficacia percepita varia in funzione della combinazione unica tra le credenze individuali su se stessi e le situazioni. Tanto più una caratteristica di personalità è percepita come rilevante in una situazione, tanto maggiore sarà la percezione della propria efficacia in quella situazione, a patto che la caratteristica sia centrale nel sistema del sé.

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120
Q

Qual è l’effetto delle caratteristiche aschematiche sull’autoefficacia secondo Cervone?

A

Secondo Cervone, le caratteristiche aschematiche hanno un effetto limitato sull’autoefficacia. Nel modello KAPA, le caratteristiche aschematiche sono quelle che non sono centrali o rilevanti per il sistema del sé di un individuo. Queste caratteristiche, essendo marginali e non centrali, non influenzano significativamente la percezione di autoefficacia in diverse situazioni.

Cervone sostiene che le caratteristiche aschematiche non coinvolgono il sé in maniera significativa e quindi non hanno un peso rilevante sui giudizi relazionali che riguardano l’autoefficacia. Inoltre, le covariazioni tra il senso di autoefficacia e le caratteristiche aschematiche non emergono, e le correlazioni non sono statisticamente significative. Questo perché le caratteristiche aschematiche rappresentano strutture piuttosto instabili e transitorie nel sistema cognitivo-affettivo della personalità, avendo pertanto un impatto debole e circoscritto sui processi cognitivi alla base della costruzione del significato di un evento per il sé​​.

Per esempio, se una persona considera la creatività come una caratteristica schematica (centrale e rilevante per il sé), questa caratteristica influenzerà fortemente la sua percezione di autoefficacia in situazioni che richiedono creatività. Al contrario, se una caratteristica come la timidezza è aschematica per quella persona (non centrale o rilevante per il sé), non influenzerà significativamente la sua percezione di autoefficacia, anche se la situazione potrebbe teoricamente richiedere quella caratteristica.

In sintesi, nel modello KAPA di Cervone, le caratteristiche aschematiche non determinano variazioni significative nell’autoefficacia perché non sono percepite come rilevanti o centrali per il sé, e quindi non contribuiscono in modo sostanziale ai processi di appraisal che legano caratteristiche personali e situazioni specifiche.

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121
Q

In che modo il modello KAPA tiene in conto alternative rispetto all’elemento portante?

A

Il modello KAPA (Knowledge and Appraisal Personality Architecture) tiene conto delle alternative rispetto all’elemento portante attraverso una procedura di indagine che è in parte idiografica. Questo significa che il modello utilizza la produzione libera per accedere a schemi relativamente stabili e distintivi della persona, cogliendo sia le credenze uniche rispetto a sé sia gli schemi che legano in modo unico la situazione alla caratteristica di personalità. In particolare, il modello adotta una metodologia che consente di valutare anche spiegazioni alternative alla propria ipotesi portante, mantenendo una rigorosa ricerca sperimentale.

In pratica, il modello KAPA permette di distinguere tra caratteristiche schematiche e aschematiche. Le caratteristiche schematiche sono quelle che sono rilevanti e centrali nel sistema del sé di una persona, mentre quelle aschematiche sono irrilevanti o non centrali. Il modello considera che una caratteristica rilevante in una situazione specifica aumenta la percezione della propria efficacia in quella situazione solo se quella caratteristica è centrale nel sistema del sé. Viceversa, le caratteristiche aschematiche non dovrebbero avere un impatto significativo sui giudizi relazionali riguardanti il sé, come l’autoefficacia​​.

Per misurare questi aspetti, il modello prevede una fase in cui ai partecipanti viene chiesto di descrivere alcune caratteristiche personali (punti di forza e di debolezza). Queste caratteristiche vengono poi utilizzate per assegnare a ciascun partecipante delle caratteristiche schematiche (centrali) e aschematiche (irrilevanti). Successivamente, in un’altra fase, ai partecipanti viene chiesto di valutare il proprio senso di autoefficacia in relazione a queste caratteristiche in diverse situazioni interpersonali. Questo approccio permette di analizzare come le caratteristiche personali e le situazioni si combinano in modo unico per ogni individuo e di tenere sotto controllo spiegazioni alternative​​.

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122
Q

Come vengono trattati i dati nel modello KAPA?

A

I dati vengono trattati a livello intrapersonale o idiografico, aggregando le risposte relative al grado di autoefficacia percepita in diverse situazioni. Non si sommano le risposte secondo una griglia comune, ma si definiscono valori medi di self-efficacy in funzione di come ogni singolo individuo combina una caratteristica di personalità a una situazione.

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123
Q

Come spiega il modello KAPA il comportamento a volte coerente e a volte inatteso degli individui?

A

Il modello KAPA spiega che gli individui possono attivare stati cognitivi-affettivi centrali o periferici a seconda del qui e ora. Questo dinamismo contestualizzato spiega perché a volte il comportamento sia coerente con le strutture di personalità stabili e altre volte inatteso a causa dell’attivazione di stati meno strutturati.

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124
Q

Che cosa si intende per concetto di Sé?

A

Risposta: Il concetto di Sé è l’insieme delle rappresentazioni che le persone hanno di sé stesse, guidando il loro modo di pensare, agire e sentire. È un sistema complesso, strutturato e dinamico composto da contenuti e processi intrapersonali e interpersonali, cognitivi, sociali, affettivi e motivazionali.

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125
Q

Quali sono i due aspetti essenziali del Sé secondo William James?

A

Risposta: William James distingue tra “Io” e “Me”. L’“Io” è il soggetto attivo che pensa, osserva e organizza l’esperienza personale, mentre il “Me” è l’oggetto su cui l’Io riflette, ossia l’insieme delle rappresentazioni di sé che risultano dai processi di pensiero dell’Io.

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126
Q

Quali sono le tre categorie principali del “Me” secondo William James?

A

Risposta: Le tre categorie principali del “Me” sono il Me Materiale (aspetti materiali della persona come il corpo e gli oggetti), il Me Sociale (concepzioni di sé in relazione agli altri), e il Me Spirituale (idee di sé che rispecchiano l’autenticità, aspirazioni, desideri e pensieri).

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127
Q

Come si sviluppa il concetto di Sé secondo la ricerca di Harter (1999)?

A

Risposta: Secondo Harter, il Sé si sviluppa attraverso il tempo diventando progressivamente più articolato. A ogni età, le persone si rappresentano attraverso vari domini come aspetto fisico, competenze scolastiche o lavorative, abilità intellettive, condotta morale e qualità delle relazioni sociali, con specifici domini rilevanti in determinati periodi della vita.

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128
Q
A
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129
Q

Che cosa sono gli schemi di sé secondo Markus (1977)?

A

Risposta: Gli schemi di sé sono rappresentazioni di sé che rivestono un particolare valore soggettivo e sono più articolati, centrali nel sistema del Sé, rilevanti per il Sé, e influenzano maggiormente la codifica e l’elaborazione delle informazioni autoriferite e il comportamento.

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130
Q

Quali sono i livelli di specificità dei contenuti del Sé?

A

I livelli di specificità dei contenuti del Sé possono essere classificati in tre principali categorie:

Tratti o disposizioni: Questi sono i contenuti più generali e includono conoscenze e valutazioni globali del Sé, come ad esempio la percezione di essere una persona chiusa o aperta. Queste disposizioni riflettono una visione complessiva e astratta di sé stessi.

Schemi “se… allora” o pattern condizionali: Si tratta di teorie e regole generali su sé stessi che vengono attivate in risposta a specifiche situazioni. Un esempio potrebbe essere la convinzione che “se fallisco a scuola, allora significa che non sono intelligente”. Questi schemi legano comportamenti e situazioni particolari a giudizi più ampi sulla propria identità.

Storia di sé: Questo livello include eventi specifici e particolari legati alla memoria autobiografica. Un esempio potrebbe essere “quella volta che ho vinto una gara di corsa”. Questi ricordi specifici contribuiscono a formare una narrazione personale continua e significativa del Sé.

Questi livelli di specificità permettono di comprendere come le persone organizzano le loro conoscenze e percezioni di sé in modi che vanno dal generale al particolare, influenzando così il loro comportamento e la loro autopercezione​​.

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131
Q

Come si distinguono le rappresentazioni reali dai sé possibili?

A

Risposta: Le rappresentazioni reali sono ciò che crediamo di essere effettivamente, mentre i sé possibili sono proiettati al futuro, rivelano che tipo di persona si desidererebbe essere e fungono da incentivo nel sistema motivazionale.

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132
Q

Cos’è il concetto di Sé e quali sono i suoi componenti principali?

A

Il concetto di Sé è l’insieme delle rappresentazioni che le persone hanno di sé stesse, che guidano il modo di pensare, agire e sentire. Si compone di contenuti (varie forme di conoscenza su sé stessi) e processi (intrapersonali e interpersonali, cognitivi, sociali, affettivi, motivazionali) che costruiscono, mantengono e guidano il funzionamento del sistema del Sé.

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133
Q

Da quali fonti attingiamo informazioni per costruire il nostro concetto di Sé?

A

Le fonti di informazione del Sé sono sia interne (pensieri, sentimenti e reazioni fisiologiche) che esterne (azioni concrete, risultati, interazione e confronto con gli altri).

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134
Q

Spiega la distinzione tra Io e Me proposta da William James.

A

William James distingueva due aspetti del Sé: l’Io, il soggetto attivo che pensa, osserva e organizza l’esperienza personale, e il Me, l’oggetto su cui l’Io riflette, cioè l’insieme delle rappresentazioni di sé.

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135
Q

Quali sono le tre principali categorie conoscitive del Sé secondo James?

A

Le tre principali categorie conoscitive del Sé secondo James sono: il Me Materiale (aspetti materiali della persona), il Me Sociale (concezioni di sé in relazione agli altri) e il Me Spirituale (nucleo del concetto di sé, autenticità, aspirazioni, desideri e pensieri).

136
Q

Come si sviluppa il concetto di Sé nel corso della vita secondo la ricerca di Harter?

A

La ricerca di Harter ha mostrato che il Sé si sviluppa nel tempo, diventando più articolato. Ad ogni età, le persone si rappresentano attraverso diversi domini, come l’aspetto fisico, le competenze, le relazioni sociali. Esistono anche domini specifici di determinati periodi di vita.

137
Q

Qual è la differenza tra un approccio idiografico e nomotetico nello studio del Sé?

A

L’approccio idiografico si concentra sulle rappresentazioni individuali del Sé, mentre l’approccio nomotetico cerca di identificare categorie generali di contenuto del Sé valide per tutti.

138
Q

Quali sono le principali categorie conoscitive del Sé durante l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta?

A

Infanzia: competenza scolastica, competenza atletica, aspetto fisico, accettazione dai pari, condotta comportamentale.
Adolescenza: competenza scolastica, competenza atletica, aspetto fisico (con maggiore enfasi sull’apparenza), accettazione dai pari (legata al senso di appartenenza), legami di amicizia, legami sentimentali, condotta/moralità.
Età adulta: capacità di provvedere alla famiglia, educazione dei figli, gestione della casa, humor.*

139
Q

osa si intende per Sé centrale e Sé periferico?

A

Il Sé centrale comprende le rappresentazioni di sé più importanti e stabili, che definiscono l’identità personale. Il Sé periferico riguarda aspetti meno importanti e più variabili.

140
Q

Cosa sono gli schemi di Sé secondo Markus e quali sono le loro caratteristiche?

A

Gli schemi di Sé sono rappresentazioni di sé particolarmente rilevanti, più articolati e centrali nel sistema del Sé rispetto ai contenuti periferici. Si attivano più rapidamente e influenzano maggiormente l’elaborazione delle informazioni e il comportamento.

141
Q

Quali sono i tre livelli di specificità dei contenuti del Sé?

A

I tre livelli di specificità sono: tratti o disposizioni (conoscenze generali), schemi “se…allora” (regole generali), storia di sé (eventi specifici).

142
Q

Quali sono le principali dimensioni lungo cui possono essere classificate le concezioni di sé?

A

Le concezioni di sé possono essere classificate in base a diverse dimensioni:

  • Contenuto: Si riferisce agli aspetti specifici del sé a cui la concezione si riferisce (ad esempio, competenza scolastica, aspetto fisico, accettazione sociale).
  • Centralità-marginalità: Indica se la concezione è centrale (essenziale per l’identità personale) o periferica (meno importante).
  • Grado di specificità: Varia da concezioni generali (ad esempio, “sono una persona chiusa”) a più specifiche (ad esempio, “sono timido con gli sconosciuti”).
  • Dimensione valutativa: Indica se la concezione è positiva o negativa (ad esempio, “sono bravo in matematica” vs. “sono goffo”).
  • Livello di consapevolezza: Le concezioni possono essere consapevoli, inconsapevoli o preconsce.
  • Concretezza-potenzialità: Distingue tra sé reale (ciò che si è) e sé possibili (ciò che si potrebbe o si vorrebbe essere).

Inoltre, Higgins introduce la distinzione tra:

  • Sé reale: Ciò che crediamo di essere.
  • Sé imperativo: Ciò che crediamo di dover essere.
  • Sé ideale: Ciò che vorremmo essere.

Le discrepanze tra questi sé possono influenzare il benessere emotivo e la motivazione.

143
Q

Cosa distingue i contenuti centrali da quelli periferici nelle concezioni di sé?

A

I contenuti centrali sono più articolati, rilevanti per l’identità personale, si attivano più frequentemente e influenzano maggiormente l’elaborazione delle informazioni e il comportamento.

144
Q

Come si differenziano i tre livelli di specificità dei contenuti delle concezioni di sé?

A

Tratti o disposizioni (generali), schemi “se…allora” (regole generali), storia di sé (eventi specifici).

145
Q

Qual è il ruolo della dimensione valutativa nelle concezioni di sé?

A

Ruolo della Dimensione Valutativa nelle Concezioni di Sé
Nelle teorie social-cognitive, la dimensione valutativa delle concezioni di sé gioca un ruolo cruciale nel determinare come gli individui percepiscono e giudicano se stessi. Questa dimensione riguarda principalmente la valutazione positiva o negativa dei propri pensieri, sentimenti e comportamenti in relazione agli standard sociali e personali. Ecco alcuni punti chiave relativi al ruolo della dimensione valutativa:

Positività vs. Negatività:

I contenuti delle concezioni di sé possono essere valutati come positivi o negativi. Le concezioni di sé positive riflettono pensieri, sentimenti e azioni considerati socialmente desiderabili, mentre le concezioni di sé negative riflettono aspetti non conformi alle aspettative sociali​​.
Impatto sull’Autostima:

La dimensione valutativa è strettamente legata all’autostima, che riguarda il valore che un individuo attribuisce a se stesso. Un giudizio positivo su di sé contribuisce a un’autostima alta, mentre un giudizio negativo può portare a una bassa autostima​​.
Componenti Affettive ed Emotive:

Esiste uno stretto legame tra il giudizio che una persona ha di sé e il suo tono affettivo. Una valutazione positiva di sé è associata a emozioni positive e a un tono affettivo elevato, mentre una valutazione negativa può essere correlata a emozioni negative e a un tono affettivo basso​​.
Sviluppo e Consapevolezza:

Le concezioni di sé possono operare a vari livelli di consapevolezza. Alcune possono essere inconsapevoli e operare automaticamente, influenzando il comportamento senza che l’individuo ne sia pienamente consapevole. La consapevolezza di questi giudizi automatici può aiutare le persone a gestirli meglio e a modificarli se necessario​​.
Influenza sul Comportamento:

La dimensione valutativa influenza anche i comportamenti attraverso il concetto di “schemi se…allora”, in cui le valutazioni di sé determinano le risposte comportamentali in diverse situazioni. Ad esempio, una persona con una concezione di sé negativa potrebbe evitare situazioni sociali per paura di fallire o di essere giudicata negativamente​​.
Feedback Sociale e Auto-percezione:

La valutazione di sé è influenzata anche dai feedback ricevuti dagli altri. Le interazioni sociali e le risposte degli altri possono confermare o modificare le concezioni di sé di un individuo, contribuendo a una continua costruzione e ricostruzione del proprio sé​​.
In sintesi, la dimensione valutativa nelle concezioni di sé è fondamentale per comprendere come gli individui si vedono e si valutano. Questa dimensione influenza l’autostima, le emozioni, i comportamenti e le interazioni sociali, giocando un ruolo chiave nel funzionamento psicologico complessivo.

146
Q

Cosa sono i pensieri automatici secondo Beck e come si collegano alle concezioni di sé?

A

Pensieri Automatici secondo Beck e il loro Collegamento con le Concezioni di Sé
Pensieri Automatici
Aaron T. Beck, uno dei fondatori della terapia cognitiva, ha introdotto il concetto di pensieri automatici. Questi sono pensieri che emergono spontaneamente e senza un controllo consapevole in risposta a situazioni specifiche. I pensieri automatici sono spesso brevi, frammentari, e possono essere positivi o negativi, ma sono tipicamente negativi nelle persone che soffrono di disturbi come depressione e ansia.

Caratteristiche Principali dei Pensieri Automatici:

Inconsapevolezza: Questi pensieri sorgono automaticamente, senza che la persona ne sia consapevole. Operano parallelamente ai pensieri consapevoli e sono spesso difficili da rilevare senza un training specifico.
Specificità Situazionale: I pensieri automatici sono solitamente attivati da situazioni specifiche. Ad esempio, una persona con ansia sociale può avere pensieri automatici negativi quando entra in una stanza piena di sconosciuti.
Valenza Negativa: Nelle persone con disturbi emotivi, i pensieri automatici tendono ad essere negativi e autodistruttivi. Questi pensieri possono includere idee di fallimento, inadeguatezza, o catastrofe imminente​​.
Collegamento con le Concezioni di Sé
Le concezioni di sé sono rappresentazioni cognitive che una persona ha di se stessa. Queste includono:

Sé Reale: Ciò che una persona crede di essere realmente.
Sé Ideale: Ciò che una persona desidera essere.
Sé Imperativo: Ciò che una persona crede di dover essere secondo le aspettative sociali o personali.
I pensieri automatici influenzano e sono influenzati dalle concezioni di sé. Ecco come si interconnettono:

Rinforzo delle Convinzioni Negative:

I pensieri automatici negativi possono rinforzare una concezione di sé negativa. Ad esempio, un pensiero automatico come “Non sono capace di fare nulla di buono” può consolidare l’idea di un sé inadeguato o fallimentare.
Attivazione di Sé Possibili:

In situazioni di stress o difficoltà, i pensieri automatici possono attivare rappresentazioni negative dei sé possibili. Questo significa che una persona può immaginare futuri fallimenti o catastrofi basandosi sui suoi pensieri automatici, influenzando negativamente la motivazione e il comportamento.
Modificazione Terapeutica:

Una delle tecniche centrali nella terapia cognitiva è aiutare il paziente a riconoscere e modificare i pensieri automatici negativi. Questo processo può portare a un miglioramento delle concezioni di sé, trasformando un sé percepito come negativo in uno più equilibrato e positivo.
Feedback Circolare:

I pensieri automatici e le concezioni di sé formano un ciclo di feedback. Le concezioni di sé negative possono generare pensieri automatici negativi, che a loro volta rinforzano le concezioni di sé negative, creando un circolo vizioso che può essere difficile da rompere senza intervento terapeutico.
Esempi Pratici
Ansia Sociale: Una persona con ansia sociale può avere il pensiero automatico “Tutti penseranno che sono stupido” quando entra in una situazione sociale. Questo pensiero rinforza la concezione di sé come persona socialmente incompetente.
Depressione: Una persona depressa può pensare “Non riesco mai a fare niente di giusto” dopo un piccolo errore, consolidando la concezione di sé come fallimentare.
Conclusione
I pensieri automatici secondo Beck sono pensieri inconsapevoli che emergono automaticamente e possono influenzare profondamente le concezioni di sé. La terapia cognitiva mira a rendere consapevoli questi pensieri e a modificarli per migliorare la percezione di sé e il benessere emotivo​

147
Q

Qual è la differenza tra rappresentazioni reali e possibili del sé?

A

Le rappresentazioni reali riguardano ciò che si crede di essere effettivamente, mentre quelle possibili riguardano ciò che si desidera essere in futuro.

148
Q

Fornisci un esempio di contenuto centrale e uno di contenuto periferico per una persona.

A

Centrale: “Sono una persona creativa.” Periferico: “Mi piace il gelato al pistacchio.”

149
Q

Cosa intende Markus con il termine “schemi di sé”?

A

Sono rappresentazioni di sé particolarmente significative per l’individuo, più articolate, centrali e rilevanti rispetto ad altri contenuti.

150
Q

In che modo gli schemi di sé influenzano l’elaborazione delle informazioni?

A

Gli schemi di sé si attivano rapidamente e influenzano il modo in cui le persone codificano, interpretano e ricordano le informazioni che riguardano se stesse.

151
Q

È possibile che un contenuto periferico diventi centrale in determinate circostanze?

A

Sì, anche se generalmente i contenuti rilevanti per il sé sono centrali, un contenuto periferico può attivarsi e diventare centrale in situazioni che lo sollecitano particolarmente.

152
Q

Qual è il legame tra la dimensione valutativa delle concezioni di sé e l’autostima?

A

La dimensione valutativa, indicando se un contenuto è socialmente desiderabile o meno, contribuisce a determinare il valore che una persona attribuisce a se stessa, influenzando quindi l’autostima.

153
Q

In che modo i sé possibili influenzano la motivazione e il comportamento?

A

I sé possibili, rappresentando ciò che si desidera essere, fungono da incentivo e guida per il comportamento, aiutando le persone a perseguire i propri obiettivi.

154
Q

ll sistema del sé, Le discrepanze:
Quali sono le tre categorie di sé?

A

Le tre categorie di sé descritte nel testo sono il sé reale, il sé imperativo e il sé ideale.

155
Q

Cosa rappresenta il sé reale?

A

Il sé reale rappresenta ciò che crediamo di essere.

156
Q

Cosa rappresenta il sé imperativo?

A

Il sé imperativo rappresenta ciò che crediamo di dover essere.

157
Q

Cosa rappresenta il sé ideale?

A

Il sé ideale rappresenta ciò che vorremmo essere.

158
Q

Secondo James, da cosa dipende il grado di autostima?

A

econdo James, il grado di autostima dipende dal sé ideale, ossia da quanto siamo come vorremmo essere.

159
Q

Quali sono le fonti che influenzano i sé possibili?

A

Fonti che Influenzano i Sé Possibili
I sé possibili rappresentano le immagini future di sé stessi che una persona desidera o teme di diventare. Essi svolgono un ruolo cruciale nel motivare il comportamento e nel dirigere gli sforzi verso obiettivi futuri. Le fonti che influenzano i sé possibili possono essere distinte in interne ed esterne.

Fonti Interne
Esperienze Passate:
Le esperienze personali di successo e fallimento influenzano profondamente la formazione dei sé possibili. Le persone utilizzano queste esperienze per costruire aspettative su ciò che potrebbero diventare in futuro​​.
Pensieri e Sentimenti:
I pensieri automatici e le reazioni emotive interne giocano un ruolo importante. Ad esempio, immaginare situazioni future può attivare emozioni che rinforzano certe immagini di sé possibile​​.
Fonti Esterne
Feedback Sociale:

L’interazione con gli altri e il feedback ricevuto da figure significative (famiglia, amici, colleghi) influenzano la percezione di ciò che è possibile o desiderabile diventare. Gli altri possono rinforzare o scoraggiare certi sé possibili attraverso le loro aspettative e valutazioni​​.
Modelli di Ruolo:

Osservare e identificarsi con modelli di ruolo può ispirare sé possibili. Le persone spesso costruiscono immagini di sé futuri basandosi su individui che ammirano e che considerano esempi di successo​​.
Norme Culturali e Sociali:

Le norme e i valori della cultura di appartenenza influenzano i sé possibili definendo ciò che è considerato desiderabile o accettabile. Le aspettative sociali e culturali forniscono una cornice entro la quale gli individui immaginano i loro futuri possibili​​.
Media e Rappresentazioni Sociali:

I media (film, televisione, social media) e le rappresentazioni sociali contribuiscono alla costruzione dei sé possibili, offrendo immagini e narrazioni di successo, fallimento, e identità desiderabili​​.
Esempio
Esperienza Personale e Feedback Sociale
Immaginiamo un giovane professionista nel campo della tecnologia che ha avuto successo in diversi progetti innovativi. Le sue esperienze di successo (fonte interna) lo portano a immaginare un sé possibile come leader tecnologico in una grande azienda. Questo sé possibile è rinforzato dal feedback positivo e dalle aspettative dei colleghi e dei mentori (fonte esterna) che vedono in lui un potenziale leader.

Modelli di Ruolo e Media
Parallelamente, questo professionista potrebbe essere ispirato da figure di successo nel settore tecnologico, come Steve Jobs o Elon Musk (modelli di ruolo). I media, che glorificano le storie di questi innovatori, forniscono ulteriori immagini e narrazioni che alimentano il suo sé possibile di diventare un pioniere tecnologico.

Conclusione
Le fonti interne ed esterne interagiscono costantemente nella formazione dei sé possibili. Le esperienze personali, i pensieri e le emozioni interne, insieme al feedback sociale, ai modelli di ruolo, alle norme culturali e alle rappresentazioni mediatiche, contribuiscono a definire ciò che gli individui immaginano di poter diventare in futuro​​.

160
Q

Cosa rappresenta la discrepanza del sé secondo la teoria di Higgins?

A

La discrepanza del sé rappresenta la distanza tra una rappresentazione di sé reale e una percezione di sé possibile.

161
Q

Quali stati affettivi sono associati alla discrepanza sé reale/sé ideale?

A

La discrepanza sé reale/sé ideale è associata a stati affettivi di tipo depressivo.

162
Q

Quali stati affettivi sono associati alla discrepanza sé reale/sé imperativo?

A

La discrepanza sé reale/sé imperativo è associata a stati affettivi di tipo ansioso.

163
Q

Come potrebbe sentirsi una persona che percepisce una grande discrepanza tra il proprio sé reale e il sé ideale?

A

Una persona che percepisce una grande discrepanza tra il proprio sé reale e il sé ideale potrebbe sentirsi depressa, insoddisfatta e frustrata per non aver ancora raggiunto ciò che desidera idealmente.

164
Q

In che modo la percezione di non soddisfare gli altri significativi può influenzare lo stato affettivo di una persona?

A

La percezione di non soddisfare le aspettative degli altri significativi può avere un impatto significativo sullo stato affettivo di una persona. Quando un individuo sente di non essere all’altezza delle aspettative o delle richieste di persone importanti nella sua vita, può sperimentare una serie di emozioni negative e stress psicologico.

Impatti sullo Stato Affettivo:
Bassa Autostima: Sentirsi inadeguati o non apprezzati dagli altri significativi può portare a una diminuzione dell’autostima. L’individuo può iniziare a dubitare delle proprie capacità e valore, influenzando negativamente la propria immagine di sé.

Ansia e Stress: La costante preoccupazione di deludere gli altri può causare alti livelli di ansia e stress. Questo stato di tensione continua può avere ripercussioni sia sulla salute mentale che fisica, manifestandosi in sintomi come insonnia, irritabilità e tensione muscolare.

Depressione: La sensazione di fallimento e l’incapacità di soddisfare le aspettative degli altri possono contribuire allo sviluppo di sintomi depressivi. L’individuo può sentirsi sopraffatto dalla tristezza, dalla mancanza di speranza e dalla perdita di interesse per le attività quotidiane.

Isolamento Sociale: Per evitare il giudizio o la critica, una persona potrebbe ritirarsi socialmente. Questo isolamento può ulteriormente esacerbare sentimenti di solitudine e impotenza.

Meccanismi Psicologici:
Internalizzazione: Le persone tendono a internalizzare le critiche o la percezione di fallimento, integrando queste valutazioni negative nella loro autopercezione. Questo processo può rafforzare un ciclo di autovalutazione negativa e insicurezza.

Confronto Sociale: Il confronto con gli altri può accentuare la percezione delle proprie mancanze. Quando gli individui si paragonano costantemente a chi percepiscono come più riusciti o accettati, possono sentirsi ulteriormente inadeguati.

Strategie di Gestione:
Per mitigare questi effetti negativi, è importante che gli individui sviluppino strategie di coping efficaci, come:

Sviluppo della Resilienza: Imparare a ristrutturare cognitivamente le situazioni negative per vedere le sfide come opportunità di crescita.
Supporto Sociale: Cercare il sostegno di amici, familiari o professionisti della salute mentale può aiutare a ridurre l’impatto delle percezioni negative e a migliorare il benessere emotivo.
In sintesi, la percezione di non soddisfare le aspettative degli altri significativi può avere profonde implicazioni sullo stato affettivo di una persona, influenzando la loro autostima, causando ansia e stress, e potenzialmente portando a depressione e isolamento sociale​​.

165
Q

Se una persona sente un senso di colpa e autocondanna, quale tipo di discrepanza potrebbe sperimentare?

A

Se una persona sente un senso di colpa e autocondanna, potrebbe sperimentare una discrepanza tra il sé reale e il sé imperativo, ossia una distanza tra ciò che è e ciò che crede di dover essere.

166
Q

Perché è importante considerare la fonte del sé ideale o del sé imperativo nella teoria delle discrepanze percepite?

A

È importante considerare la fonte del sé ideale o del sé imperativo perché gli stati affettivi derivanti dalle discrepanze possono variare a seconda che il confronto sia interno (come la persona vorrebbe essere o crede di dover essere) o esterno (come gli altri significativi vorrebbero che fosse o credono che dovrebbe essere).

167
Q

Cosa sostiene James riguardo alla relazione tra autostima e discrepanze di sé?

A

James sostiene che l’autostima dipenda dalle discrepanze, cioè da quanto siamo quanto vorremmo essere.

168
Q

Come viene definita l’autostima?q

A

L’autostima è definita come la convinzione personale di valere e di avere valore, sia ai propri occhi che agli occhi degli altri.

169
Q

Quali sono le caratteristiche chiave dell’autostima?

A

Caratteristiche Chiave dell’Autostima
L’autostima è un costrutto psicologico complesso e multidimensionale, che include diverse componenti e si manifesta in vari domini della vita di un individuo. Ecco le caratteristiche chiave dell’autostima tratte dal documento:

Definizione e Radici Affettive:

L’autostima è definita come la convinzione personale di valere e di avere valore ai propri occhi e agli occhi degli altri. Ha una forte connotazione affettiva, radicata profondamente nel tempo e legata all’idea di bene e male​​.
Multidimensionalità:

L’autostima può essere valutata a livello globale (self-esteem generale) o dominio-specifico (es. autostima scolastica, autostima familiare). È un costrutto multidimensionale che può avere differenti declinazioni attraverso i vari domini significativi del sé​​.
Stabilità e Cambiamento:

Nonostante l’autostima non sia un tratto fisso, può essere relativamente stabile nel tempo, come dimostrato da studi di test-retest. Tuttavia, può anche cambiare in risposta a esperienze e feedback sociali. La stabilità dell’autostima tende ad aumentare dall’infanzia all’età adulta, raggiungendo un picco durante la maturità per poi decrescere​​.
Influenza delle Esperienze di Successo e Fallimento:

Gli esiti conseguiti (successi o fallimenti) hanno un impatto significativo sul valore che gli individui si attribuiscono. Per esempio, uno studio longitudinale ha mostrato che i livelli di autostima a lungo termine possono dipendere dai livelli di prestazione iniziale​​.
Ruolo delle Aspettative:

Le aspettative relative alle prestazioni possono influenzare l’autostima. In particolare, aspettative elevate possono inizialmente incrementare l’autostima, ma nel lungo termine possono avere un effetto contrario se le prestazioni non soddisfano le aspettative​​.
Autoefficacia e Autostima:

L’autoefficacia, definita come la credenza nelle proprie capacità di raggiungere obiettivi, è correlata all’autostima ma rappresenta un costrutto distinto. L’autostima ha una componente affettiva più profonda rispetto all’autoefficacia, che invece è più legata alla previsione e al controllo​​.
Self-Enhancement:

Il self-enhancement è un processo affettivo-motivazionale volto a proteggere e incrementare l’autostima. Include un insieme di processi che permettono di salvaguardare continuamente il senso di valore che si possiede di sé​​.
Influenza delle Valutazioni Sociali:

Le valutazioni e il feedback ricevuto dagli altri influenzano l’autostima. Le interazioni sociali e le risposte degli altri possono confermare o modificare le concezioni di sé di un individuo, contribuendo a una continua costruzione e ricostruzione del proprio sé​​.
Conclusione
L’autostima è quindi una componente fondamentale del sistema del sé, influenzata da un complesso interplay di fattori interni ed esterni. Include elementi affettivi profondi, è multidimensionale e può variare in stabilità e intensità nel corso della vita, influenzata dalle esperienze personali e dalle valutazioni sociali.

170
Q

Qual è la differenza tra autostima e self-enhancement?

A

L’autostima e il self-enhancement sono concetti correlati ma distinti all’interno della psicologia della personalità. Ecco le principali differenze tra i due:

Autostima
Definizione:

L’autostima è la valutazione globale che un individuo ha di se stesso, il senso di valore e apprezzamento personale. Essa riflette il giudizio generale su se stessi, includendo sia aspetti positivi che negativi.
Componenti:

Ha una componente affettiva significativa e può essere influenzata dalle esperienze di successo o fallimento, dal feedback sociale e dalle aspettative personali.
Multidimensionalità:

L’autostima può essere globale (autostima generale) o specifica a diversi domini (ad esempio, autostima accademica, sociale, fisica). Essa può variare tra differenti aree della vita di una persona.
Stabilità e Cambiamento:

L’autostima tende a essere relativamente stabile nel tempo, ma può cambiare in risposta a esperienze nuove e importanti. Studi longitudinali mostrano che la stabilità dell’autostima aumenta dall’infanzia all’età adulta e poi decresce leggermente nella vecchiaia.
Valutazioni Esterne:

È fortemente influenzata dalle interazioni sociali e dal feedback ricevuto dagli altri, che possono confermare o modificare la percezione di sé.
Self-Enhancement
Definizione:

Il self-enhancement è un processo motivazionale che porta le persone a proteggere, mantenere o incrementare la loro autostima. È un meccanismo attraverso il quale gli individui cercano di vedere se stessi in una luce positiva.
Scopo:

Il principale obiettivo del self-enhancement è mantenere o migliorare la percezione di sé positiva, spesso indipendentemente dalla realtà oggettiva. Include strategie per aumentare la propria autostima e proteggersi dalle minacce che possono danneggiarla.
Strategie e Processi:

Comprende varie strategie come:
Bias di auto-servizio: attribuire i successi a fattori interni e i fallimenti a fattori esterni.
Comparazione sociale: confrontarsi con altri in modo tale da risultare superiore.
Autovalutazione positiva: sovrastimare le proprie capacità e tratti positivi.
Evitamento di informazioni negative: ignorare o minimizzare feedback negativi.
Dinamismo:

È un processo dinamico e situazionale, attivato quando l’autostima è minacciata. Mentre l’autostima è una valutazione relativamente stabile, il self-enhancement è un’attività continua che può variare in intensità a seconda delle circostanze.
Ruolo nel Benessere:

Sebbene il self-enhancement possa migliorare il benessere soggettivo a breve termine, se usato in eccesso o in modo non realistico, può portare a dissonanza cognitiva e problemi nelle relazioni interpersonali.
Sintesi
In sintesi, l’autostima è una valutazione generale del proprio valore, mentre il self-enhancement è un insieme di processi motivazionali volti a proteggere e migliorare questa valutazione. L’autostima rappresenta ciò che una persona sente di essere, mentre il self-enhancement rappresenta le strategie utilizzate per mantenere una visione positiva di sé.

171
Q

Cosa indica la stabilità dell’autostima e come viene valutata?

A

La stabilità dell’autostima indica quanto questa rimanga stabile nel tempo. Viene valutata tramite test-retest per la stabilità di ordine per rango (rank-order stability) e tramite l’andamento della media per la continuità assoluta.

172
Q

Quali sono i principali aspetti che compongono l’autostima?

A

L’autostima comprende convinzione personale di valore, componenti affettive, rappresentazioni di sé, contenuti e processi del sistema del sé, e può essere valutata sia globalmente che in modo specifico per differenti domini del sé.

173
Q

Come può essere valutata l’autostima?

A

L’autostima può essere valutata a livello globale come un costrutto unidimensionale o in modo dettagliato attraverso differenti domini significativi del sé, evidenziando la sua natura multidimensionale.

174
Q

Cosa indica il concetto di self-enhancement e come si differenzia dall’autostima?

A

Il self-enhancement è un processo affettivo-motivazionale volto a proteggere e incrementare l’autostima e il proprio valore. Si differenzia dall’autostima poiché mentre l’autostima riguarda una rappresentazione di sé, il self-enhancement include un insieme di processi motivazionali e affettivi per salvaguardare il senso di valore di sé.

175
Q

Quali sono le principali conclusioni riguardo la stabilità dell’autostima tra le diverse fasce d’età?

A

La stabilità dell’autostima aumenta dall’infanzia all’adolescenza e alla prima età adulta, rimanendo stabile nella media età adulta, per poi diminuire dopo i 60 anni. Questo suggerisce che l’autostima è più stabile durante l’età adulta rispetto a quando si è più giovani o anziani.

176
Q

Qual è l’importanza delle rappresentazioni di sé e come influenzano l’autostima?

A

Le rappresentazioni di sé sono cruciali nel determinare l’autostima poiché forniscono un’immagine di quanto si valga. Una rappresentazione positiva e realistica di sé tende a rafforzare l’autostima, mentre una rappresentazione negativa o irrealistica può danneggiarla.

177
Q

In che modo la stabilità dell’autostima può influenzare il benessere psicologico a lungo termine?

A

Una stabilità dell’autostima elevata può contribuire a un senso di identità coerente e a una maggiore resilienza di fronte alle sfide della vita, migliorando il benessere psicologico a lungo termine. Al contrario, una bassa stabilità dell’autostima può portare a vulnerabilità emotive e a un maggiore rischio di problemi psicologici.

178
Q

Da quali fattori dipende l’autostima secondo il testo?

A

L’autostima dipende da molteplici fattori, tra cui gli esiti conseguiti, le aspettative, la self-efficacy (autoefficacia), le discrepanze di sé, e le valutazioni oggettive o soggettive degli altri.

179
Q

Qual è la relazione tra il GPA (Grade Point Average) e l’autostima secondo lo studio di Chung et al. (2014)?

A

Lo studio di Chung et al. (2014) ha mostrato che il GPA e l’autostima covariano: a un maggiore GPA iniziale corrisponde un maggiore incremento dell’autostima alla fine del college. Questo suggerisce che la prestazione iniziale rappresenta un antecedente temporale del cambiamento nei livelli di autostima.

180
Q

Qual è la relazione tra self-efficacy e autostima?

A

Relazione tra Self-Efficacy e Autostima
La self-efficacy (autoefficacia) e l’autostima sono due costrutti psicologici strettamente legati ma distinti. Entrambi influenzano profondamente i processi affettivo-motivazionali dell’individuo, ma operano su livelli differenti.

Differenze Fondamentali
Self-Efficacy:

Definizione: La self-efficacy è la credenza nelle proprie capacità di affrontare compiti specifici e raggiungere obiettivi determinati. È legata alla percezione del controllo che un individuo ha sulle proprie azioni e sui loro esiti.
Componenti: Previsione e controllo sono le componenti fondamentali della self-efficacy.
Radici: La self-efficacy dipende dalle esperienze passate di successo e dalle capacità percepite di influenzare eventi futuri attraverso il proprio comportamento​​.
Autostima:

Definizione: L’autostima è la valutazione complessiva del proprio valore personale. È legata all’idea di essere degni di considerazione e amore da parte degli altri.
Componenti: La motivazione all’accettazione è la componente fondamentale dell’autostima.
Radici: L’autostima ha una radice affettiva profonda ed è fortemente influenzata dalle prime esperienze di vita e dai feedback sociali ricevuti nel tempo​​.
Relazione e Interdipendenza
Interconnessione: Sebbene distinti, self-efficacy e autostima sono correlati. La self-efficacy può influenzare l’autostima, poiché il successo in compiti specifici (self-efficacy) può incrementare la percezione generale del proprio valore (autostima). Tuttavia, la relazione non è bidirezionale allo stesso modo; la self-efficacy è un antecedente temporale dell’autostima, ma non viceversa​​.
Impatto Affettivo: Entrambi i costrutti hanno una componente affettiva, ma l’autostima ha una connotazione emotiva più marcata rispetto alla self-efficacy. La self-efficacy può avere un impatto affettivo indiretto attraverso la sua influenza sull’autostima​​.
Funzioni nel Processo Motivazionale
Self-Efficacy:

Guida la selezione degli obiettivi, l’impegno e la perseveranza.
Influenza le aspettative di successo e le strategie utilizzate per raggiungere gli obiettivi.
Un alto livello di self-efficacy porta a una maggiore motivazione intrinseca e a un impegno più consistente di fronte alle difficoltà​​.
Autostima:

Contribuisce al benessere generale e alla stabilità emotiva.
Influenza la resilienza e la capacità di affrontare feedback negativi.
Un alto livello di autostima è associato a una maggiore soddisfazione personale e a relazioni sociali più positive​​.
In sintesi, mentre la self-efficacy si concentra sulle credenze relative alle capacità di eseguire specifiche azioni, l’autostima riflette una valutazione più globale del proprio valore personale. Entrambi sono fondamentali per il benessere psicologico e la motivazione, ma operano attraverso meccanismi e livelli di influenza distinti ma interconnessi​​.

181
Q

Secondo Leary, qual è la condizione fondamentale affinché l’autostima sia considerata uno stimatore significativo?

A

Condizione Fondamentale affinché l’Autostima sia Considerata uno Stimatore Significativo secondo Leary
Secondo Leary, affinché l’autostima sia considerata uno stimatore significativo, è fondamentale rispettare il principio di specificity matching, ovvero la corrispondenza dei livelli di specificità tra stimatore e criterio. Questo significa che per valutare l’autostima come predittore di una particolare condizione psicologica o prestazione, è necessario che l’autostima sia misurata in modo specifico rispetto al dominio in questione.

Specificità di Dominio
Per esempio, se si vuole prevedere l’abilità accademica di una persona sulla base della sua autostima, bisogna utilizzare una misura di autostima che sia specificamente legata all’abilità accademica. Questo concetto può essere ulteriormente circoscritto se si desidera valutare l’autostima legata a determinate materie scolastiche. In altre parole, l’autostima deve essere valutata in modo tale che il dominio della prestazione o della condizione psicologica da prevedere corrisponda precisamente al dominio dell’autostima misurata​​.

Livello Globale
A livello globale, l’autostima può essere uno stimatore di condizioni come la depressione, anche a lungo termine. Studi hanno dimostrato che minori livelli di autostima durante l’adolescenza possono anticipare maggiori livelli di depressione nell’età adulta. Quindi, i livelli di autostima in età adolescenziale possono essere visti come antecedenti temporali e stimatori dell’incremento dei livelli di depressione negli anni successivi​​.

Applicazioni
Per applicare correttamente il principio di specificity matching, è necessario assicurarsi che il livello di specificità della misura dell’autostima corrisponda al livello di specificità della prestazione o della condizione che si vuole prevedere. Solo così l’autostima può essere utilizzata efficacemente come stimatore significativo delle future condizioni psicologiche o prestazioni​​.

In sintesi, la condizione fondamentale affinché l’autostima sia considerata uno stimatore significativo secondo Leary è la corrispondenza tra il livello di specificità dello stimatore (autostima) e il criterio (condizione psicologica o prestazione). Questo principio assicura che le previsioni basate sull’autostima siano accurate e rilevanti per il dominio specifico in esame.

182
Q

Cosa significa utilizzare l’autostima dominio-specifica?

A

Significa valutare l’autostima in relazione a un ambito specifico, come l’autostima legata all’abilità accademica, per prevedere prestazioni o condizioni psicologiche in quel determinato dominio.

183
Q

In che modo l’autostima può essere considerata uno stimatore a livello globale?

A

L’autostima può essere considerata uno stimatore a livello globale di condizioni come la depressione, prevedendo cambiamenti a lungo termine nei livelli di depressione.

184
Q

Quali sono i principali risultati dello studio di Steiger (2014) riguardo alla relazione tra autostima e depressione?

A

Lo studio ha evidenziato che bassi livelli di autostima e decrementi dell’autostima in adolescenza sono predittori di maggiori livelli di depressione 20 anni dopo. Inoltre, l’autostima si è dimostrata un antecedente temporale e uno stimatore dell’incremento dei livelli di depressione nell’età adulta.

185
Q

In che modo il principio di specificity matching si applica alla relazione tra autostima e abilità accademica?

A

Per prevedere l’abilità accademica sulla base dell’autostima, è necessario utilizzare l’autostima dominio-specifica, ovvero l’autostima legata all’ambito accademico. Questo perché l’autostima generale potrebbe non essere un predittore accurato delle prestazioni in un dominio specifico come quello accademico.

186
Q

Qual è la differenza fondamentale tra autostima e autoefficacia secondo Dweck?

A

Differenza Fondamentale tra Autostima e Autoefficacia secondo Dweck
Carol Dweck, rinomata psicologa, ha contribuito significativamente alla comprensione dei concetti di autostima e autoefficacia. Ecco la differenza fondamentale tra i due costrutti secondo Dweck, basata sulle informazioni presenti nel documento:

Autostima
Definizione: L’autostima riguarda quanto crediamo di essere persone di valore, degne di considerazione e di amore da parte degli altri. È legata all’idea di bene e male e ha una radice affettiva profonda che si sviluppa nel tempo.
Radici: Ha una radice
affettiva ed emotiva profonda, influenzata dalle esperienze di accettazione e amore durante la crescita.

Funzione: La componente fondamentale dell’autostima è la motivazione all’accettazione. Essa riguarda il valore percepito di sé stessi come individui complessivi, indipendentemente dalle competenze specifiche.
Autoefficacia
Definizione: L’autoefficacia, secondo Dweck, è la credenza di avere le capacità per fronteggiare specifiche situazioni e raggiungere obiettivi particolari. È una valutazione delle proprie competenze e abilità in contesti specifici.
Radici: Si basa sulla percezione delle proprie capacità di esercitare controllo sulle situazioni e sugli eventi della propria vita.
Funzione: La componente fondamentale dell’autoefficacia è la previsione e il controllo. Essa riguarda la fiducia nelle proprie abilità specifiche di eseguire compiti e raggiungere obiettivi.
Confronto tra Autostima e Autoefficacia
Ambito di Applicazione:

Autostima: È una valutazione globale del proprio valore come persona. Ha un’ampia portata e influenza il senso generale di autovalutazione.
Autoefficacia: È specifica a compiti o situazioni particolari. Riguarda la convinzione nelle proprie capacità di riuscire in determinate attività.
Origine Emotiva:

Autostima: Ha una radice affettiva e emotiva più profonda. La percezione di essere amati e accettati gioca un ruolo centrale.
Autoefficacia: Sebbene abbia una componente affettiva, è maggiormente basata sulla valutazione cognitiva delle proprie competenze e abilità specifiche.
Componenti Fondamentali:

Autostima: È legata alla motivazione all’accettazione e all’apprezzamento sociale.
Autoefficacia: È legata alla capacità di previsione e controllo, influenzando la motivazione e il comportamento verso il raggiungimento di obiettivi specifici.
Esempio Applicativo
Autostima: Una persona con alta autostima si sente generalmente bene con se stessa e ritiene di avere un valore intrinseco, indipendentemente dai successi o fallimenti in specifiche attività.
Autoefficacia: Una persona con alta autoefficacia in matematica si sente sicura delle proprie capacità di risolvere problemi matematici e affrontare esami in questo campo, anche se potrebbe non sentirsi altrettanto sicura in altre aree, come parlare in pubblico.
Conclusione
Mentre l’autostima rappresenta una valutazione globale e affettiva del proprio valore come persona, l’autoefficacia è una credenza specifica riguardante le proprie capacità di affrontare e riuscire in compiti particolari. Entrambi i costrutti sono interconnessi ma distinti, ciascuno con un ruolo unico nel determinare il comportamento e la motivazione degli individui​​.

187
Q

Quali sono le componenti fondamentali dell’autostima e dell’autoefficacia?

A

La componente fondamentale dell’autostima è la motivazione all’accettazione, mentre le componenti fondamentali dell’autoefficacia sono la previsione e il controllo.

188
Q

In che modo l’autoefficacia influenza l’interpretazione del contesto attuale e del comportamento futuro?

A

L’autoefficacia guida l’interpretazione del contesto e dei feedback, influenza le aspettative future e regola il comportamento e le emozioni in base alla percezione delle proprie capacità.

189
Q

Quali sono gli effetti dell’autoefficacia sui processi cognitivi, decisionali, affettivi e motivazionali?

A

L’autoefficacia, concetto introdotto da Bandura, si riferisce alla percezione di sé come agente capace di eseguire con successo azioni dirette verso un obiettivo specifico. Questo concetto ha importanti effetti sui processi cognitivi, decisionali, affettivi e motivazionali, influenzando in modo significativo il funzionamento dell’individuo in diversi ambiti.

Effetti sui Processi Cognitivi
Elaborazione delle Informazioni: L’autoefficacia guida l’interpretazione degli eventi e l’elaborazione delle informazioni. Le persone con alta autoefficacia tendono a utilizzare strategie più efficaci e flessibili, e a investire maggiormente nello sforzo cognitivo necessario per raggiungere i loro obiettivi. Ad esempio, in compiti di memoria, individui con alta autoefficacia mostrano prestazioni migliori grazie a un maggiore investimento nello sforzo cognitivo​​.

Strategie di Problem Solving: Gli individui con alta autoefficacia sono più flessibili e resilienti nel ridefinire strategie quando affrontano ostacoli, mentre quelli con bassa autoefficacia mostrano maggiore rigidità e disorganizzazione​​.

Effetti sui Processi Decisionali
Scelta degli Obiettivi: L’autoefficacia influenza la scelta degli obiettivi e la valutazione degli sforzi necessari per raggiungerli. Gli individui con alta autoefficacia tendono a porsi obiettivi più ambiziosi e a investire maggiormente nelle risorse necessarie per il loro raggiungimento​​.

Auto-regolazione: La self-efficacy svolge un ruolo cruciale nell’auto-regolazione della motivazione e del comportamento. Influenza le decisioni riguardanti gli obiettivi da perseguire e le energie da investire per conseguirli con successo​​.

Effetti sui Processi Affettivi
Gestione dello Stress e delle Emozioni: Le persone con alta autoefficacia sono più abili nel gestire lo stress e le emozioni negative, come l’ansia da prestazione, poiché credono nelle proprie capacità di superare le difficoltà. Questo porta a una maggiore resilienza al fallimento e a una migliore regolazione delle emozioni​​.

Soddisfazione Personale: L’autoefficacia contribuisce all’autogratificazione, sostenendo l’azione attraverso la soddisfazione personale derivante dal raggiungimento degli obiettivi​​.

Effetti sui Processi Motivazionali
Investimento nello Sforzo: Gli individui con alta autoefficacia sono più motivati a investire sforzi maggiori nei compiti, anticipando scenari di successo piuttosto che di fallimento. Questo investimento porta spesso a migliori prestazioni e a un maggiore sviluppo delle competenze​​.

Definizione degli Obiettivi: L’autoefficacia aiuta a definire obiettivi intermedi gestibili che, una volta raggiunti, mantengono alta la motivazione e il focus sull’obiettivo finale. Questo processo di definizione degli obiettivi è essenziale per il self-improvement e il conseguimento di nuove competenze​​.

In sintesi, l’autoefficacia ha un impatto diretto e indiretto su vari aspetti del funzionamento umano, contribuendo a migliorare le prestazioni cognitive, a facilitare decisioni più efficaci, a regolare le emozioni in modo positivo e a sostenere la motivazione verso il raggiungimento degli obiettivi.

190
Q

Cosa dimostra l’esperimento di Bandura con i pazienti fobici riguardo alla relazione tra autoefficacia e prestazione?

A

L’esperimento dimostra che l’autoefficacia è un forte predittore della prestazione futura e che può influenzare la scelta degli obiettivi e l’interpretazione dei risultati.

191
Q

Come può un individuo aumentare la propria autoefficacia in un determinato dominio?

A

Un individuo può aumentare la propria autoefficacia attraverso esperienze di successo, apprendimento vicario (osservando gli altri), persuasione verbale (ricevendo incoraggiamento) e gestione delle emozioni (riducendo l’ansia e lo stress).

192
Q

Quali sono le possibili conseguenze di una bassa autoefficacia nella vita di una persona?

A

Una bassa autoefficacia può portare alla scelta di obiettivi poco ambiziosi, alla riduzione dell’impegno, all’evitamento di sfide e a un aumento dello stress e dell’ansia.

193
Q

Qual è la relazione tra autoefficacia e scelta degli obiettivi?

A

L’autoefficacia influenza la scelta degli obiettivi in quanto le persone tendono a selezionare obiettivi che ritengono di poter raggiungere con successo. Una maggiore autoefficacia porta a scegliere obiettivi più sfidanti, mentre una bassa autoefficacia può portare a scegliere obiettivi più facili o addirittura ad evitare di stabilire obiettivi.

194
Q

In che modo l’autoefficacia può influenzare la motivazione e il comportamento di una persona?

A

L’autoefficacia svolge un ruolo centrale nell’autoregolazione della motivazione e del comportamento. Le persone con alta autoefficacia sono più motivate a perseverare di fronte alle difficoltà, a impegnarsi maggiormente e a utilizzare strategie più efficaci per raggiungere i propri obiettivi.

195
Q

Qual è la relazione tra autoefficacia e scenari anticipati rispetto a un evento?

A

L’autoefficacia correla con gli scenari che una persona anticipa in relazione a un evento futuro.

196
Q

Come influisce l’autoefficacia sulla prestazione, indipendentemente dalle abilità?

A

L’autoefficacia influisce sulla prestazione anche a parità di abilità. Persone con maggiore autoefficacia tendono ad utilizzare strategie più efficaci e flessibili.

197
Q

Descrivi i comportamenti tipici di persone con alta e bassa autoefficacia di fronte agli ostacoli in ambito lavorativo.

A

Alta autoefficacia: tenacia, flessibilità, ridefinizione delle strategie.
Bassa autoefficacia: minor tenacia, disorganizzazione, rigidità nelle strategie.

198
Q

Spiega l’effetto diretto e indiretto dell’autoefficacia sulla prestazione.

A

L’autoefficacia, ovvero la convinzione di essere in grado di eseguire con successo le azioni necessarie per ottenere specifici risultati, influenza la prestazione sia direttamente che indirettamente. Ecco una spiegazione dettagliata di questi effetti:

Effetti Diretti dell’Autoefficacia sulla Prestazione
Scelta dei Compiti e degli Obiettivi: Le persone con alta autoefficacia tendono a scegliere compiti più impegnativi e a porsi obiettivi più elevati. Questa selezione contribuisce direttamente a prestazioni migliori, poiché gli individui sono motivati a impegnarsi e a superare le sfide​​.

Persistenza e Resilienza: Un alto livello di autoefficacia porta a una maggiore persistenza di fronte alle difficoltà. Gli individui credono nella loro capacità di superare gli ostacoli, il che li porta a continuare a lavorare verso i loro obiettivi anche quando incontrano difficoltà, migliorando così le loro prestazioni​​.

Efficacia delle Strategie Utilizzate: Le persone con alta autoefficacia utilizzano strategie di apprendimento e problem-solving più efficaci. Sono in grado di adattare le loro strategie in base alle esigenze del compito, il che porta a una maggiore efficienza e prestazioni migliorate​​.

Effetti Indiretti dell’Autoefficacia sulla Prestazione
Motivazione Intrinseca: L’autoefficacia alimenta la motivazione intrinseca, che è la motivazione guidata dal piacere e dalla soddisfazione derivante dall’esecuzione del compito stesso. Questo tipo di motivazione porta gli individui a impegnarsi maggiormente e a investire più tempo e sforzi nei compiti, migliorando così le prestazioni​​.

Regolazione delle Emozioni: Le convinzioni di autoefficacia aiutano a gestire lo stress e le emozioni negative. Gli individui con alta autoefficacia sono meno propensi a lasciarsi sopraffare dall’ansia o dalla paura del fallimento, il che consente loro di mantenere la concentrazione e la calma durante l’esecuzione di compiti impegnativi, portando a prestazioni migliori​​.

Formazione di Aspettative di Risultato: L’autoefficacia influisce sulle aspettative di risultato. Le persone con alta autoefficacia tendono a prevedere esiti positivi delle loro azioni, il che alimenta ulteriormente la loro motivazione e il loro impegno. Questo effetto indiretto sostiene una spirale positiva di impegno e miglioramento continuo delle prestazioni​​.

Impatto sulle Risorse Cognitive: L’autoefficacia influenza il modo in cui le risorse cognitive vengono allocate. Gli individui con alta autoefficacia tendono a focalizzarsi più efficacemente sui compiti, utilizzando in modo più efficiente le loro capacità cognitive. Questo porta a una migliore pianificazione, organizzazione e monitoraggio delle proprie azioni, migliorando indirettamente le prestazioni​​.

Sintesi
In sintesi, l’autoefficacia ha un impatto significativo sulla prestazione attraverso vari meccanismi diretti e indiretti. Direttamente, influenza la scelta dei compiti, la persistenza e le strategie utilizzate. Indirettamente, supporta la motivazione intrinseca, regola le emozioni, forma aspettative positive e ottimizza l’uso delle risorse cognitive. Questi effetti combinati spiegano perché l’autoefficacia è un predittore così potente delle prestazioni in una vasta gamma di contesti.

199
Q

Qual è il ruolo del sé nei processi motivazionali?

A

Il Ruolo del Sé nei Processi Motivazionali
Il concetto di sé gioca un ruolo cruciale nei processi motivazionali, influenzando il modo in cui gli individui pensano, sentono e agiscono. Ecco come:

Definizione degli Obiettivi e delle Mete: Il sé è fondamentale nella definizione degli obiettivi. Gli obiettivi sono la traduzione operativa dei bisogni di base e guidano l’azione umana. Essi formano e stabilizzano il comportamento dell’individuo e contribuiscono a creare le strutture cognitive-affettive della persona​​.

Autoregolazione e Autovalutazione: Il concetto di sé include la capacità di autoregolazione, che permette di dirigere e sostenere l’azione verso obiettivi specifici. Questo processo comporta l’automonitoraggio, l’autovalutazione e l’autogratificazione, che incentivano e sostengono l’azione verso l’obiettivo​​.

Motivazione Intrinseca: Il sé influisce sulla motivazione intrinseca, ovvero quella guidata dal piacere e dalla soddisfazione derivanti dall’esecuzione del compito stesso. Le persone con un sé positivo e ben sviluppato tendono a mostrare una maggiore motivazione intrinseca, che si traduce in un maggiore impegno e prestazioni migliori​​.

Self-Enhancement e Autoaccrescimento: Il bisogno di autoaccrescimento (self-enhancement) è un importante motore motivazionale. Questo bisogno guida l’elaborazione delle informazioni in modo da preservare e migliorare un concetto di sé positivo. Le persone tendono a distorcere le informazioni per costruire e difendere un’immagine di sé positiva, che è cruciale per il benessere personale​​.

Influenza sui Processi Affettivi e Cognitivi: Il sé guida l’interpretazione delle nuove informazioni e l’elaborazione delle stesse in modo da favorire stimoli rilevanti per il sé. Le persone tendono a selezionare e codificare stimolazioni ambientali che coinvolgono rappresentazioni di sé, migliorando l’efficienza e la rapidità nell’elaborazione delle informazioni rilevanti​​.

Confronto Sociale: Il sé gioca un ruolo nel confronto sociale, che può essere orientato verso l’alto (self-enhancement) o verso il basso (self-protection). Il confronto con gli altri aiuta a stabilire standard di riferimento per valutare le proprie prestazioni e a mantenere un concetto di sé coerente e positivo​​.

Feedback e Riflessione: Il sé è coinvolto nei processi di riflessione e feedback, che influenzano la percezione del proprio valore e le aspettative di successo. Le esperienze di successo e i feedback positivi rafforzano un concetto di sé positivo, mentre le esperienze negative possono portare a una riconsiderazione degli obiettivi e delle strategie​​.

In sintesi, il sé è un elemento dinamico e centrale nei processi motivazionali. Le rappresentazioni di sé, le esperienze passate e le aspettative future influenzano profondamente la motivazione e la regolazione del comportamento, contribuendo al benessere psicologico e alle prestazioni complessive dell’individuo.

200
Q

Cosa sono i processi attributivi e quali sono le loro tre dimensioni?

A

I processi attributivi sono processi cognitivo-affettivi che determinano la causa di un evento o di una prestazione. Le tre dimensioni sono: locus della causalità (interno o esterno), stabilità (stabile o instabile) e controllabilità (controllabile o incontrollabile).

201
Q

Perché sono più vantaggiosi i processi attributivi che privilegiano l’impegno rispetto all’abilità?

A

I processi attributivi che privilegiano l’impegno (causa interna, instabile, controllabile) permettono all’individuo di affrontare le difficoltà cercando soluzioni alternative, mentre quelli che privilegiano l’abilità (causa interna, stabile, incontrollabile) possono portare a una visione infranta di sé di fronte agli ostacoli.

202
Q

Come il senso di autoefficacia influenza le aspettative e le decisioni?

A

Un elevato senso di autoefficacia genera aspettative di successo e spinge all’azione, mentre una bassa autoefficacia attiva aspettative di fallimento e può portare all’inazione.

203
Q

In che modo la self-efficacy influisce sulla definizione degli obiettivi?

A

La self-efficacy aiuta a definire obiettivi sfidanti ma raggiungibili, riducendo la discrepanza tra stato attuale e standard desiderato o creando una discrepanza proattiva per il miglioramento personale.

204
Q

Come si comportano le persone con elevato senso di autoefficacia legato all’abilità di fronte alle difficoltà?

A

Tendono ad aggiustare i livelli di aspettativa o il valore attribuito all’obiettivo per non mettere in discussione la propria autoefficacia.

205
Q

Qual è la relazione tra autoefficacia e valore attribuito all’esito?

A

La fiducia nelle proprie capacità aumenta il valore attribuito al successo, mentre la sfiducia lo diminuisce, influenzando la motivazione a perseguire l’obiettivo.

206
Q

Cosa si intende per rimodulazione flessibile degli obiettivi e come si collega alla self-efficacy?

A

La rimodulazione flessibile degli obiettivi è la capacità di adattare gli obiettivi in base ai progressi o alle difficoltà incontrate. Un buon livello di self-efficacy favorisce questa capacità, consentendo di mantenere la motivazione e perseguire il miglioramento personale.

207
Q

Spiega la differenza tra obiettivi di mastery e obiettivi di performance.

A

Gli obiettivi di mastery si focalizzano sull’acquisizione di nuove competenze e sul miglioramento personale, mentre gli obiettivi di performance si concentrano sul raggiungimento di uno standard esterno o sul confronto con gli altri.

208
Q

In che modo la self-efficacy influenza la gestione delle difficoltà e degli ostacoli?

A

Una solida self-efficacy permette di affrontare le difficoltà con resilienza, cercando soluzioni alternative e mantenendo la motivazione. Al contrario, una bassa self-efficacy può portare a scoraggiamento e rinuncia di fronte agli ostacoli.

209
Q

Qual è il ruolo delle aspettative di successo e fallimento nei processi motivazionali?

A

Le aspettative di successo alimentano la motivazione e l’impegno, mentre le aspettative di fallimento possono portare a demotivazione e rinuncia. La self-efficacy gioca un ruolo cruciale nel determinare queste aspettative.

210
Q

Come si collega la self-efficacy alla definizione di obiettivi intermedi?

A

La self-efficacy aiuta a scomporre obiettivi complessi in obiettivi intermedi più gestibili, aumentando la motivazione e la percezione di controllo, soprattutto quando l’obiettivo finale sembra distante.

211
Q

Quali sono le possibili conseguenze di una self-efficacy troppo elevata o troppo bassa nella definizione degli obiettivi?

A

Una self-efficacy troppo elevata può portare a definire obiettivi irrealistici, mentre una self-efficacy troppo bassa può portare a obiettivi troppo semplici e poco stimolanti.

212
Q

Perché è importante considerare i processi attributivi alla base dell’autoefficacia?

A

I processi attributivi sono fondamentali per comprendere e promuovere l’autoefficacia perché influenzano direttamente come le persone interpretano i propri successi e fallimenti. L’autoefficacia, ovvero la convinzione nella propria capacità di affrontare sfide e raggiungere obiettivi, è fortemente influenzata da come attribuiamo le cause dei nostri risultati.

Ecco perché considerare i processi attributivi è cruciale:

Sviluppo dell’autoefficacia: Quando attribuiamo i successi a cause interne e controllabili (ad esempio, impegno, abilità), la nostra autoefficacia aumenta. Al contrario, attribuire i successi a cause esterne e incontrollabili (fortuna, aiuto degli altri) non rafforza la nostra fiducia nelle proprie capacità.

Gestione dei fallimenti: L’attribuzione dei fallimenti a cause interne ma modificabili (ad esempio, mancanza di impegno, strategie inefficaci) può motivare a migliorare e a perseverare. Al contrario, attribuire i fallimenti a cause interne e immutabili (mancanza di abilità) può portare a demotivazione e rinuncia.

Benessere psicologico: Un’attribuzione interna e controllabile dei successi favorisce emozioni positive come orgoglio e soddisfazione, mentre un’attribuzione esterna può portare a sentimenti di insicurezza e dipendenza dagli altri.

Interventi mirati: Comprendere i processi attributivi individuali permette di sviluppare interventi personalizzati per promuovere l’autoefficacia. Ad esempio, si possono insegnare strategie per modificare attribuzioni disfunzionali e promuovere un’interpretazione più costruttiva degli eventi.

In sintesi, considerare i processi attributivi alla base dell’autoefficacia è fondamentale per comprendere come le persone interpretano i propri risultati e per promuovere un senso di controllo e fiducia nelle proprie capacità. Questo può avere un impatto significativo sul benessere psicologico, sulla motivazione e sul raggiungimento degli obiettivi.

213
Q

Quali sono i principali processi affettivi che influenzano l’autoefficacia e come mediano la relazione tra obiettivo e azione?

A

I processi affettivi che influenzano l’autoefficacia mediano la relazione tra obiettivo e azione sostenendo o meno l’azione attraverso l’auto-gratificazione (es., soddisfazione di sé) e favorendo o meno la resilienza al fallimento, tenendo sotto controllo lo stress e i pensieri interferenti connotati affettivamente (es., ansia da prestazione).

214
Q

Quali sono le caratteristiche principali del pattern esplicativo di inadeguatezza appresa (learned helplessness)?

A

Le persone con inadeguatezza appresa tendono ad attribuire il fallimento a cause interne, stabili e non controllabili (propria inabilità), mentre attribuiscono il successo a cause esterne (fortuna o facilità del compito). Si ritengono incapaci di controllare gli eventi della propria vita e di determinare il successo di un obiettivo grazie alla propria azione personale. Inoltre, presentano scarsa flessibilità nella definizione di standard conseguibili e scarsa autoefficacia sociale.

215
Q

Quali sono le differenze tra i teorici statici e i teorici incrementali dell’intelligenza?

A

I teorici statici ritengono che l’intelligenza sia un’entità statica e una qualità innata, mentre i teorici incrementali ritengono che sia un’entità incrementale e una qualità personale che può essere migliorata nel tempo e con l’impegno.

216
Q

In che modo una ridotta self-efficacy può influenzare gli stati affettivi e il comportamento di una persona?

A

Una ridotta self-efficacy può portare a stati affettivi depressivi e al pattern esplicativo di helplessness, precludendo un’adeguata autoregolazione. La persona può sentirsi incapace di conseguire un obiettivo e attribuire il fallimento a cause interne, stabili e non controllabili, rinunciando facilmente di fronte alle difficoltà.

217
Q

Come si manifesta l’autoefficacia ottimale nei bambini, in particolare in relazione alla gestione del fallimento e alla risoluzione dei problemi?

A

I bambini con un’autoefficacia ottimale riescono a gestire il fallimento mostrando flessibilità, provando diverse strategie e mantenendo la concentrazione sul compito. Sono in grado di tenere sotto controllo le interferenze emotive e si ritengono capaci di risolvere nuovamente un problema anche dopo aver dimenticato la soluzione iniziale.

218
Q

Qual è la relazione tra autoefficacia e autoregolazione?

A

L’autoefficacia è fondamentale per l’autoregolazione. Una buona autoefficacia consente di stabilire obiettivi realistici, monitorare i progressi, gestire le emozioni e perseverare di fronte alle difficoltà. Al contrario, una bassa autoefficacia può portare a una scarsa autoregolazione, con difficoltà nel perseguire gli obiettivi e nel gestire le emozioni negative.

219
Q

Quali sono le possibili conseguenze di una scarsa autoefficacia sociale?

A

Una scarsa autoefficacia sociale può portare a difficoltà nelle relazioni interpersonali, timidezza, isolamento sociale e evitamento di situazioni sociali. Può anche ostacolare la ricerca di supporto sociale in momenti di difficoltà, aumentando il rischio di stress e ansia.

220
Q

Qual è la differenza tra cold processes e hot processes?

A

I cold processes sono processi cognitivi, mentre gli hot processes sono processi affettivo-motivazionali. Sebbene concettualmente distinti, questi processi lavorano continuamente insieme, poiché pensieri e azioni sono legati ad aspetti emotivi e motivazionali, specialmente quando coinvolgono il sé.

221
Q

Cos’è il working self concept e quali sono le sue caratteristiche principali?

A

: Il working self concept, o concetto di sé operativo, è l’insieme delle concezioni di sé accessibili in un determinato momento. È un sistema dinamico, sia stabile che malleabile. La stabilità deriva dalle conoscenze di sé schematiche (schematic self-knowledge), che sono centrali e facilmente accessibili. La malleabilità è dovuta all’attivazione di conoscenze periferiche e aschematiche provenienti dalla memoria autobiografica, a seconda del contesto.

222
Q

In che modo le emozioni self-conscious influenzano il working self concept?

A

Le emozioni self-conscious, come la vergogna, l’orgoglio o il senso di colpa, sono strettamente legate al concetto di sé. L’attivazione di queste emozioni in un determinato contesto può influenzare il working self concept, rendendo più salienti alcune rappresentazioni di sé rispetto ad altre. Ad esempio, un’esperienza di fallimento potrebbe attivare emozioni di vergogna e rendere più accessibili le rappresentazioni di sé legate all’inadeguatezza.

223
Q

In che modo il coinvolgimento del sistema del sé guida l’attenzione?

A

Il coinvolgimento del sistema del sé guida l’attenzione favorendo stimoli self-relevant, cioè stimoli salienti per il sé. Le persone tendono a selezionare le informazioni ambientali che coinvolgono le rappresentazioni di sé, soprattutto in ambienti nuovi.

224
Q

Quali sono gli effetti del sistema del sé sull’elaborazione delle informazioni?

A

Il sistema del sé aumenta l’efficienza e la rapidità dell’elaborazione di informazioni rilevanti per il sé. I tempi di reazione sono minori per caratteristiche schematiche di sé rispetto a quelle aschematiche. Inoltre, le persone sono più rapide e accurate nel cogliere rappresentazioni coerenti con la propria rappresentazione di sé.

225
Q

Come il sistema del sé influenza l’interpretazione di nuove informazioni?

A

Il sistema del sé guida l’interpretazione di nuove informazioni, favorendo l’accettazione di informazioni coerenti con gli schemi di sé e resistendo a informazioni incoerenti. Le persone tendono a inserire facilmente le informazioni coerenti nelle strutture preesistenti, mentre rifiutano quelle incoerenti.

226
Q

quali sono le conseguenze del sistema del sé sulla memoria?

A

Il sistema del sé ha conseguenze sulla memoria, in quanto le informazioni che coinvolgono il sé lasciano una traccia più profonda. Di conseguenza, le persone recuperano più facilmente informazioni coerenti con il profilo di sé percepito e ricordano meglio le informazioni rilevanti per il sé.

227
Q

In che modo la tendenza a elaborare più velocemente informazioni rilevanti per il sé potrebbe influenzare il modo in cui una persona percepisce e interagisce con gli altri?

A

La tendenza a elaborare più velocemente informazioni rilevanti per il sé potrebbe portare una persona a concentrarsi maggiormente sugli aspetti degli altri che sono coerenti con la propria rappresentazione di sé, trascurando o interpretando in modo distorto gli aspetti incoerenti. Questo potrebbe influenzare la formazione di impressioni sugli altri e il modo in cui la persona interagisce con loro.

228
Q

Come l’esperimento di Caudek e Monni (2013) supporta l’idea che le persone sono più sensibili e accurate nel cogliere rappresentazioni coerenti con la propria rappresentazione di sé?

A

L’esperimento di Caudek e Monni (2013) dimostra che le persone con uno stile cognitivo negativo e in uno stato umorale negativo sono più rapide e accurate nel riconoscere il proprio volto quando ha un’espressione triste rispetto a quando ha un’espressione allegra o rispetto ai volti di altre persone. Questo suggerisce che le persone sono più sensibili alle informazioni che confermano la loro visione di sé, anche se negativa, specialmente quando si trovano in uno stato emotivo congruente con tale visione.

229
Q

Cosa si intende per “schematic self-knowledge” e “aschematic self-knowledge” e come influenzano l’elaborazione delle informazioni?

A

Le “schematic self-knowledge” sono conoscenze di sé ben strutturate e centrali nella rappresentazione di sé, mentre le “aschematic self-knowledge” sono conoscenze periferiche e meno consolidate. Le informazioni coerenti con le schematic self-knowledge vengono elaborate più rapidamente ed efficacemente, mentre quelle incoerenti o legate a conoscenze aschematiche richiedono più tempo e risorse cognitive.

230
Q

In che modo l’esperimento di Markus sugli individui dipendenti e indipendenti dimostra l’effetto del sistema del sé sui tempi di reazione?

A

L’esperimento di Markus ha dimostrato che gli individui schematici, cioè quelli che si identificavano fortemente come dipendenti o indipendenti, rispondevano più velocemente agli aggettivi legati al dominio dipendenza-indipendenza rispetto agli individui aschematici. Questo perché le informazioni rilevanti per il sé vengono elaborate più rapidamente.

231
Q

Qual è il ruolo centrale della motivazione secondo Dweck?

A

La motivazione è la spinta fondamentale che guida i pensieri, i sentimenti e le azioni di una persona, influenzando il suo sviluppo e la sua personalità.

232
Q

In che modo gli obiettivi si differenziano dai bisogni nel modello di Dweck?

A

I bisogni sono innati e universali, mentre gli obiettivi sono la traduzione concreta e contestualizzata di questi bisogni, guidando l’azione umana.

233
Q

Cosa sono le “goal-relevant mental representations” e perché sono importanti?

A

Sono rappresentazioni mentali (credenze, emozioni, azioni) filtrate dagli obiettivi di una persona, che influenzano il modo in cui interpreta e reagisce agli eventi.

234
Q

Come il modello di Dweck si differenzia dalle teorie disposizionali tradizionali?

A

Il modello di Carol Dweck si differenzia dalle teorie disposizionali tradizionali in vari modi fondamentali, che riflettono approcci diversi alla comprensione della personalità e del comportamento umano.

  1. Natura dei Tratti e degli Obiettivi
    Teorie Disposizionali Tradizionali: Queste teorie vedono la personalità come un insieme di tratti stabili e coerenti nel tempo e attraverso le situazioni. I tratti sono considerati disposizioni latenti con una base biologica e genetica, che determinano direttamente il comportamento. Questi tratti sono relativamente immutabili e indipendenti dal contesto​​.
    Modello di Dweck: Dweck, invece, enfatizza i bisogni e gli obiettivi come fondamentali per la comprensione delle differenze individuali. Gli obiettivi derivano dai bisogni di base, che sono universali e osservabili sin dall’infanzia. Questi bisogni guidano il comportamento attraverso la loro traduzione in obiettivi specifici e contestualizzati. Gli obiettivi, e non i tratti, sono considerati il motore delle differenze interindividuali​​.
  2. Stabilità e Dinamicità della Personalità
    Teorie Disposizionali Tradizionali: Privilegiano gli aspetti stabili della personalità, concentrandosi sulla coerenza e sulla continuità dei tratti nel tempo e attraverso le situazioni. Le variazioni comportamentali sono viste come manifestazioni di tratti stabili​​.
    Modello di Dweck: Dweck vede la personalità come dinamica e contestualizzata. Gli obiettivi e i bisogni possono cambiare in risposta a nuove esperienze e contesti, permettendo una maggiore adattabilità e crescita personale. La personalità non è vista come un insieme fisso di tratti, ma come un sistema di rappresentazioni mentali che evolve continuamente​​.
  3. Relazione tra Persona e Contesto
    Teorie Disposizionali Tradizionali: Tendono a considerare i tratti come relativamente indipendenti dal contesto, con una visione statica del comportamento. La personalità viene studiata isolando l’individuo dal flusso spazio-temporale, chiedendo alle persone di riportare il loro comportamento in generale, indipendentemente dalle situazioni specifiche​​.
    Modello di Dweck: Enfatizza l’interazione tra individuo e contesto. Gli obiettivi e i bisogni influenzano come una persona percepisce e risponde alle situazioni. Questo approccio considera il comportamento come contestualizzato e dinamico, influenzato dal modo in cui le persone si rappresentano il loro ambiente e i loro obiettivi futuri​​.
  4. Metodo di Studio della Personalità
    Teorie Disposizionali Tradizionali: Utilizzano un approccio nomotetico, cercando di individuare leggi generali che possano descrivere e spiegare le differenze individuali a livello di popolazioni ampie. Si basano su questionari e auto-report per raccogliere dati sui tratti​​.
    Modello di Dweck: Adotta un approccio più idiografico, focalizzandosi sul funzionamento del singolo individuo. Cerca di comprendere come gli obiettivi personali e le rappresentazioni mentali influenzano il comportamento in contesti specifici. Questo metodo combina l’analisi delle variabili intra-individuali con la ricerca di leggi generali che possano emergere dai pattern individuali​​.
    In sintesi, mentre le teorie disposizionali tradizionali si concentrano sulla stabilità dei tratti come base della personalità, il modello di Dweck mette in risalto la flessibilità e la dinamica dei bisogni e degli obiettivi, proponendo una visione più contestualizzata e orientata alla crescita della personalità umana.
235
Q

Un individuo ha paura di fallire un esame. Come questa paura si collega alle sue “goal-relevant mental representations”?

A

La paura potrebbe derivare da credenze negative sulle proprie capacità (beliefs), generare ansia (emozioni) e portare a comportamenti di evitamento (azioni).

236
Q

Qual è il ruolo del futuro nel modello motivazionale di Dweck?

A

Il ruolo del futuro nel modello motivazionale di Dweck è centrale. Dweck sottolinea che le rappresentazioni mentali delle azioni passate, presenti e future sono filtrate dalle proprie credenze e obiettivi. La dimensione del futuro assume un’importanza fondamentale poiché le persone sono costantemente guidate in funzione del futuro. Le azioni che intraprendono nel presente sono influenzate non solo dalle esperienze passate ma anche dall’anticipazione di ciò che potrebbe accadere in futuro. Questa previsione riguarda la capacità di immaginare e gestire eventi futuri, contribuendo a determinare come si agirà e come ci si sentirà in seguito

237
Q

In che modo le rappresentazioni mentali si collegano ai tratti di personalità secondo Dweck?

A

I tratti sono visti come pattern ricorrenti di rappresentazioni mentali (credenze, emozioni, azioni) che guidano il comportamento di una persona nel tempo.

238
Q

Qual è la differenza tra l’approccio di Dweck e quello del modello CAPS?

A

Dweck pone i bisogni al centro del sistema motivazionale, mentre il modello CAPS considera le unità cognitivo-affettive (inclusi gli obiettivi) come interagenti e intercambiabili.

239
Q

Cosa intende Dweck per “azione dinamica”?

A

L’azione dinamica si riferisce all’idea che le persone non solo agiscono sull’ambiente, ma lo costruiscono e lo modificano attraverso le loro azioni.

240
Q

Qual è il ruolo delle credenze nel modello di Dweck?

A

Le credenze sono rappresentazioni mentali che influenzano il modo in cui una persona interpreta gli eventi e le proprie capacità, giocando un ruolo fondamentale nella formazione degli obiettivi e nella regolazione del comportamento.

241
Q

In che modo le emozioni si collegano agli obiettivi nel modello di Dweck?

A

Nel modello motivazionale di Carol Dweck, le emozioni si collegano strettamente agli obiettivi in vari modi:

Determinazione degli Obiettivi: Le emozioni influenzano la definizione degli obiettivi. Le emozioni positive possono facilitare l’impostazione di obiettivi ambiziosi e sfidanti, mentre le emozioni negative possono portare a impostare obiettivi più facili o a evitare del tutto di fissare obiettivi.

Monitoraggio del Progresso: Durante il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi, le emozioni forniscono feedback sul progresso. Le emozioni positive possono rafforzare l’impegno e la motivazione, mentre le emozioni negative possono indicare la necessità di cambiare strategia o di aumentare lo sforzo.

Reazione agli Esiti: Le emozioni influenzano le reazioni agli esiti degli obiettivi. Se l’obiettivo viene raggiunto, si possono sperimentare emozioni positive come soddisfazione e orgoglio. Se l’obiettivo non viene raggiunto, possono emergere emozioni negative come frustrazione e delusione, che possono comunque essere utilizzate costruttivamente per migliorare e imparare dagli errori.

Autoregolazione: Le emozioni giocano un ruolo cruciale nei processi di autoregolazione, che includono automonitoraggio, autovalutazione e autogratificazione. Le emozioni positive possono sostenere la perseveranza e la resilienza, mentre le emozioni negative possono portare a una revisione degli obiettivi e delle strategie.

In sintesi, nel modello di Dweck, le emozioni sono strettamente interconnesse con gli obiettivi e influenzano ogni fase del processo motivazionale, dalla definizione degli obiettivi, al monitoraggio del progresso, alla reazione agli esiti e ai processi di autoregolazione .

242
Q

Cosa intende Dweck quando parla di “standard valutativi” in relazione alle emozioni?

A

Carol Dweck, nel suo modello motivazionale, si riferisce agli “standard valutativi” in relazione alle emozioni come i criteri attraverso i quali le persone giudicano le proprie prestazioni e azioni, influenzando così le loro reazioni emotive. Questi standard sono legati agli obiettivi individuali e determinano come ci si sente in relazione al raggiungimento o meno di tali obiettivi. Per esempio, a parità di prestazione, una persona può reagire emotivamente in modo molto diverso a seconda degli standard valutativi che applica: qualcuno con standard molto alti può sentirsi insoddisfatto, mentre qualcun altro con standard più flessibili può sentirsi soddisfatto della stessa prestazione.

243
Q

Come si manifesta la dimensione interpersonale nel modello di Dweck?

A

Nel modello di Dweck, la dimensione interpersonale si manifesta in vari modi significativi. Ecco alcuni punti chiave:

Concetto di sé e influenza dell’altro: Il concetto di sé è una struttura cognitivo-affettiva che guida l’individuo nell’interpretazione e nella regolazione dell’esperienza sociale. Questa struttura influenza la percezione dell’altro, la scelta dei contesti sociali e dei partner con cui interagire, e codifica e organizza i feedback sociali per costruire e difendere un concetto di sé positivo e coerente​​.

Ruolo dell’altro: L’altro svolge un ruolo cruciale nel fornire modelli e standard con cui l’individuo si confronta. Le aspettative e gli standard valutativi offerti dagli altri possono diventare profezie che si auto-avverano, influenzando le emozioni, gli obiettivi e la percezione di sé dell’individuo​​.

Relazioni interpersonali e sviluppo del sé: Attraverso il dialogo e l’interazione quotidiane, specialmente nella relazione adulto-bambino, l’altro trasmette costrutti, schemi concettuali, valori e obiettivi che formano le rappresentazioni del sé, degli altri e del mondo. Questo processo bidirezionale, noto come mutual shaping, indica che anche l’adulto cambia in base alla qualità della relazione con il bambino​​.

Motivazione e feedback sociale: Le relazioni sociali critiche sono essenziali per preservare il concetto di sé. L’altro non solo informa l’individuo su chi è e sul suo valore, ma le relazioni sociali aiutano a mantenere un sé positivo e coerente attraverso feedback continui e interazioni sociali​​.

Questi aspetti sottolineano come nel modello di Dweck la dimensione interpersonale non sia solo rilevante, ma integrale per la formazione del sé, la regolazione delle emozioni e la definizione degli obiettivi.

244
Q

Quali sono i tre criteri che, secondo Dweck, definiscono i bisogni umani fondamentali?

A

I bisogni devono avere valore universale e transculturale, essere osservabili fin dalla primissima infanzia ed essere essenziali per la sopravvivenza, il benessere psicologico e uno sviluppo ottimale.

245
Q

Quali sono i tre bisogni umani fondamentali secondo Dweck e perché sono considerati tali?

A

I tre bisogni fondamentali sono: accettazione (o appartenenza), previsione (o prevedibilità) e competenza. Sono considerati fondamentali perché un neonato ha bisogno di sapere come funziona il mondo (prevedibilità), se le persone sono di supporto (accettazione) e di acquisire competenze per agire nel mondo.

246
Q

Quali sono i due bisogni che derivano dalla combinazione dei tre bisogni fondamentali e quando emergono?

A

I due bisogni derivati sono: fiducia (prevedibilità + accettazione) e controllo (prevedibilità + competenza). Il bisogno di fiducia emerge intorno ai 7-9 mesi, mentre il bisogno di controllo emerge intorno ai due anni.

247
Q

Cosa si intende per “need for optimal predictability” e perché è importante?

A

Il bisogno di una previsione ottimale si riferisce al fatto che gli esseri umani sono programmati per prevedere in modo ottimale, ma non perfetto, ciò che potrebbe accadere. Questo permette di muoversi adeguatamente nel contesto, lasciando spazio alla motivazione verso situazioni nuove e complesse.

248
Q

Quali sono le evidenze scientifiche a supporto del bisogno di prevedibilità?

A

Evidenze a supporto del bisogno di prevedibilità provengono dalle neuroscienze (sviluppo di modelli di previsione nel cervello), dalla psicologia comparata (preferenza per stimoli avversi prevedibili negli animali) e dalla psicologia dello sviluppo (minore prevedibilità associata a minore benessere nei bambini).

249
Q

Quali sono i tre bisogni fondamentali individuati da Dweck e quali sono le loro caratteristiche principali?

A

I tre bisogni fondamentali sono:

Accettazione (acceptance): bisogno di essere accettati e amati dagli altri. Si manifesta fin dalla nascita attraverso preferenze per volti familiari, interazioni sincrone e comportamenti di imitazione.
Prevedibilità (predictability): bisogno di anticipare e prevedere gli eventi. Permette di muoversi efficacemente nel mondo e si basa sulla capacità del cervello di creare modelli di previsione.
Competenza: bisogno di sentirsi capaci ed efficaci. Si manifesta attraverso la ricerca e la messa in pratica di nuove abilità e comportamenti.

250
Q

Quali sono i bisogni che emergono dalla combinazione dei tre bisogni fondamentali e quando compaiono?

A

I bisogni che emergono sono:

Fiducia (trust): combinazione di prevedibilità e accettazione. Compare intorno ai 7-9 mesi.
Controllo (control): combinazione di prevedibilità e competenza. Emerge intorno ai 2 anni.
Autostima (self-esteem): combinazione di accettazione e competenza. Si sviluppa durante il secondo anno di vita.
Coerenza (self-coherence): integrazione di tutti e tre i bisogni fondamentali. Si sviluppa nel corso della vita.

251
Q

Come si modifica la centralità dei bisogni nel sistema del sé?

A

La centralità dei bisogni può cambiare sia nel tempo (a livello intraindividuale) che tra le persone (a livello interindividuale). I bisogni fondamentali rimangono essenziali, ma l’importanza relativa di ciascun bisogno può variare.

252
Q

Quali sono i bisogni fondamentali per il benessere individuale e come influenzano la costruzione delle rappresentazioni di sé?

A

I bisogni fondamentali per il benessere sono la coerenza e l’auto-accrescimento. Le persone tendono a costruire rappresentazioni di sé che soddisfino questi bisogni, anche a scapito di una percezione accurata della realtà.

253
Q

In che modo il bisogno di prevedibilità si manifesta nei bambini e quali possono essere le conseguenze di una minore prevedibilità nella relazione genitoriale?

A

Nei bambini, il bisogno di prevedibilità si manifesta nella preferenza per routine e situazioni familiari. Una minore prevedibilità nella relazione genitoriale può portare a stress, aggressività e difficoltà nell’autoregolazione.

254
Q

Come si sviluppa il bisogno di fiducia (trust) nei bambini e quali fattori lo influenzano?

A

Il bisogno di fiducia emerge intorno ai 7-9 mesi, quando il bambino inizia a formare rappresentazioni delle persone e delle relazioni. Fattori come la responsività e la coerenza dei caregiver influenzano lo sviluppo di questo bisogno.

255
Q

Quali sono le implicazioni del bisogno di coerenza (self-coherence) per l’identità personale e il benessere individuale?

A

Il bisogno di coerenza è fondamentale per costruire un senso di identità stabile e continuo nel tempo. Soddisfare questo bisogno contribuisce al benessere psicologico e aiuta a dare significato alla propria vita.

256
Q

Come si manifesta il bisogno di autostima (self-esteem) nei bambini e quali sono le sue conseguenze a livello affettivo ed emozionale?

A

Il bisogno di autostima (self-esteem) nei bambini si manifesta principalmente quando sviluppano un senso di sé e degli standard valutativi con cui confrontarsi, tipicamente intorno al secondo anno di vita. Questo bisogno coniuga il bisogno di accettazione con quello di sentirsi competenti.

Manifestazione del Bisogno di Autostima nei Bambini
Sviluppo del Senso di Sé: Durante il secondo anno di vita, i bambini iniziano a sviluppare un senso di sé che include la consapevolezza di essere individui separati con capacità e caratteristiche proprie. Questo periodo è critico per l’emergere del bisogno di autostima, poiché i bambini iniziano a confrontarsi con gli standard valutativi degli adulti e dei pari​​.

Interazione Sociale: Le interazioni con i genitori, gli insegnanti e i pari sono fondamentali. I bambini ricevono feedback sulle loro azioni e comportamenti, che influenzano il loro senso di valore personale. Ad esempio, ricevere lodi per un comportamento prosociale può incrementare l’autostima, mentre essere ripetutamente criticati o ignorati può diminuirla​​.

Autovalutazione: I bambini iniziano a valutare sé stessi rispetto agli altri, sviluppando un’idea di quanto sono competenti e accettati. Questi giudizi influenzano direttamente il loro livello di autostima​​.

Conseguenze a Livello Affettivo ed Emozionale
Benessere Emotivo: Un’alta autostima è correlata a un maggiore benessere emotivo. I bambini con un buon livello di autostima tendono ad essere più felici, resilienti e capaci di affrontare le sfide. Al contrario, una bassa autostima è spesso associata a stati emotivi negativi come ansia, tristezza e frustrazione​​.

Comportamenti Sociali: I bambini con alta autostima tendono ad essere più socievoli e sicuri nelle interazioni con gli altri. Sono più propensi a partecipare ad attività di gruppo e a stabilire relazioni positive con i pari. Invece, quelli con bassa autostima possono mostrare comportamenti di evitamento, ritirarsi socialmente o esibire aggressività come meccanismo difensivo​​.

Autoregolazione e Motivazione: L’autostima influisce sulla capacità dei bambini di autoregolarsi. Una buona autostima supporta una migliore gestione delle emozioni e del comportamento, mentre una bassa autostima può portare a difficoltà di autoregolazione e a comportamenti impulsivi o autolesionisti. Inoltre, l’autostima è strettamente legata alla motivazione: i bambini con alta autostima sono generalmente più motivati a perseguire i loro obiettivi e ad impegnarsi in compiti difficili​​.

Predittore di Problemi Psicologici: L’autostima è un importante predittore di problemi psicologici futuri. Bassi livelli di autostima in infanzia e adolescenza sono stati associati a una maggiore probabilità di sviluppare depressione e ansia in età adulta. Gli studi hanno dimostrato che l’autostima può prevedere cambiamenti nei livelli di depressione fino a vent’anni dopo​​.

In sintesi, il bisogno di autostima nei bambini è cruciale per il loro sviluppo emotivo e sociale. Una sana autostima promuove il benessere emotivo, comportamenti sociali positivi, una migliore autoregolazione e motivazione, mentre una bassa autostima può portare a significative difficoltà emotive e psicologiche.

257
Q

In che modo i bisogni di controllo (control) e di auto-accrescimento (self-enhancement) si sviluppano nei bambini e quali sono le loro implicazioni per il comportamento?

A

Il bisogno di controllo emerge intorno ai 2 anni, quando il bambino sviluppa un senso di sé come agente in grado di influenzare il mondo. Il bisogno di auto-accrescimento si manifesta nella ricerca di riconoscimento e apprezzamento da parte degli altri. Entrambi i bisogni influenzano il comportamento del bambino, spingendolo a cercare situazioni in cui può dimostrare le proprie capacità e ottenere approvazione.

258
Q

Qual è la differenza tra il bisogno di previsione ottimale e quello di previsione perfetta secondo Dweck?

A

Il bisogno di previsione ottimale indica che gli esseri umani sono predisposti a prevedere in modo efficace, ma non perfetto, ciò che potrebbe accadere. Questa imperfezione è funzionale, poiché lascia spazio alla motivazione verso situazioni nuove e complesse, che permettono di ampliare conoscenze e competenze.

259
Q

Quali sono le evidenze scientifiche a supporto del bisogno di prevedibilità?

A

Le evidenze scientifiche a supporto del bisogno di prevedibilità provengono da diverse discipline:

Neuroscienze: il cervello sviluppa modelli di previsione fin dalle prime settimane di vita.
Psicologia comparata: gli animali preferiscono stimoli avversi prevedibili a quelli imprevedibili, anche se più lunghi e intensi.
Psicologia dell’età evolutiva: nei bambini, una minore prevedibilità nella relazione genitoriale si associa a stress, aggressività e minore autoregolazione.

260
Q

Come si manifesta il bisogno di competenza nei bambini piccoli?

A

I bambini piccoli manifestano il bisogno di competenza attraverso la ricerca spontanea e la messa in pratica di nuove abilità e comportamenti. Sono anche predisposti a cogliere segnali pedagogici, come rispondere ai suoni vocali e coordinare lo sguardo.

261
Q

Qual è il ruolo della prevedibilità, della difficoltà e della novità nello sviluppo della competenza?

A

La competenza si sviluppa in modo ottimale quando è combinata con livelli adeguati di:

Prevedibilità: permette di anticipare le conseguenze delle proprie azioni.
Difficoltà: stimola la crescita e l’apprendimento.
Novità: mantiene vivo l’interesse e la motivazione.

262
Q

In che modo il bisogno di competenza si collega al concetto di “need for self-improving” di Leary?

A

Il bisogno di competenza e il concetto di “need for self-improving” di Leary sono strettamente collegati nel loro contributo alla crescita personale e al benessere psicologico. Entrambi si concentrano sul desiderio intrinseco di migliorare le proprie abilità e di sentirsi efficaci nel proprio ambiente.

Bisogno di Competenza
Il bisogno di competenza è definito come il desiderio di sentirsi abili e capaci di eseguire compiti con successo. Questo bisogno emerge fin dalla prima infanzia, quando i bambini iniziano a esplorare il mondo e a sviluppare nuove abilità. Gli studi mostrano che gli infanti spontaneamente ricercano e mettono in pratica nuove abilità e comportamenti, preparandosi a cogliere segnali pedagogici e a rispondere in modo adeguato ai suoni vocali e agli stimoli visivi .

Need for Self-Improving di Leary
Il “need for self-improving” di Leary si riferisce al bisogno continuo di migliorarsi attraverso il tempo. Questo bisogno è legato alla costruzione e allo sviluppo costante della competenza personale. Leary suggerisce che la competenza si sviluppa in modo ottimale quando è combinata con livelli adeguati di prevedibilità, difficoltà e novità. Questo equilibrio permette all’individuo di affrontare sfide che sono sufficientemente impegnative da stimolare la crescita ma non così difficili da risultare insormontabili .

Connessione tra i Due Concetti
Sviluppo Graduale: Entrambi i concetti enfatizzano lo sviluppo graduale delle abilità. Il bisogno di competenza spinge gli individui a padroneggiare nuove competenze, mentre il “need for self-improving” incoraggia un miglioramento continuo e costante delle abilità esistenti.

Motivazione Intrinseca: Il bisogno di competenza e il “need for self-improving” sono motivati intrinsecamente. Gli individui sono spinti da un desiderio interno di migliorare e di sentirsi efficaci, piuttosto che da ricompense esterne .

Prevedibilità e Difficoltà: La competenza si sviluppa al meglio quando le sfide sono prevedibili e di difficoltà moderata. Allo stesso modo, Leary sottolinea l’importanza di un ambiente che offre sfide gestibili e prevedibili per il miglioramento continuo .

Benessere Psicologico: Entrambi i bisogni sono essenziali per il benessere psicologico. La soddisfazione del bisogno di competenza porta a un senso di efficacia e autostima, mentre il continuo miglioramento personale associato al “need for self-improving” contribuisce a una crescita personale positiva e a una maggiore resilienza emotiva .

Conseguenze a Livello Affettivo ed Emozionale
Autostima: La soddisfazione del bisogno di competenza rafforza l’autostima, poiché gli individui si percepiscono come capaci e abili. Un’autostima elevata, a sua volta, motiva ulteriormente gli individui a perseguire obiettivi di miglioramento personale .
Emozioni Positive: Il raggiungimento di obiettivi di competenza e il progresso nel miglioramento personale generano emozioni positive come soddisfazione, orgoglio e felicità. Questi sentimenti rafforzano ulteriormente l’impegno verso obiettivi futuri .
Resilienza: Gli individui che sentono di migliorare costantemente e che vedono progressi nelle loro competenze sviluppano una maggiore resilienza alle avversità. Questo perché hanno fiducia nelle loro capacità di affrontare e superare le difficoltà .
In sintesi, il bisogno di competenza e il “need for self-improving” di Leary sono complementari nel promuovere una crescita personale continua e un benessere psicologico ottimale. Entrambi i concetti enfatizzano l’importanza del miglioramento costante e della percezione di efficacia personale come fondamentali per il benessere emotivo e affettivo.

263
Q

Quali sono le conseguenze di una mancanza di soddisfazione dei bisogni fondamentali nello sviluppo di un individuo?

A

La mancanza di soddisfazione dei bisogni fondamentali può comportare uno sviluppo non ottimale in alcune aree del funzionamento della persona. Ad esempio, un attaccamento insicuro, caratterizzato da un basso livello di accettazione, può essere un antecedente di difficoltà relazionali, emotive e comportamentali nel corso della vita.

264
Q

Qual è il ruolo del bisogno di coerenza nel dare significato alla vita di una persona?

A

Il bisogno di coerenza è fondamentale per dare senso e significato alla vita di una persona. Permette di costruire un’identità personale stabile e continua nel tempo, di dare un senso agli eventi che accadono e di spiegare gli elementi di discontinuità o cambiamento. La soddisfazione di questo bisogno contribuisce al benessere psicologico e alla capacità di affrontare le sfide della vita.

265
Q

Quali sono le principali differenze tra le credenze entitarie e incrementali secondo Dweck?

A

Le principali differenze tra le credenze entitarie e incrementali secondo Carol Dweck risiedono nella concezione della natura delle abilità e delle intelligenze e nel modo in cui queste influenzano il comportamento e la motivazione.

Credenze Entitarie (Fixed Mindset)
Natura delle Abilità: Le persone con credenze entitarie vedono le abilità e l’intelligenza come tratti fissi e immutabili. Credono che le persone nascano con un certo livello di capacità che non può essere significativamente cambiato.

Risposta alle Sfide: Chi ha una mentalità entitaria tende ad evitare le sfide. Poiché credono che il successo dipenda da abilità innate, temono di fallire e di dimostrare le loro presunte limitazioni.

Reazione al Fallimento: Le persone con una mentalità fissa vedono il fallimento come una prova della loro mancanza di abilità. Di conseguenza, tendono a scoraggiarsi facilmente e a rinunciare quando incontrano difficoltà.

Motivazione: La loro motivazione è spesso orientata alla dimostrazione delle proprie capacità innate. Cercano di ottenere conferme delle loro abilità piuttosto che svilupparle ulteriormente.

Effetto sul Comportamento: Possono evitare situazioni che richiedono sforzo, preferendo attività che confermano le loro capacità senza rischiare il fallimento. Questo atteggiamento può limitare il loro sviluppo e la loro crescita personale.

Credenze Incrementali (Growth Mindset)
Natura delle Abilità: Le persone con credenze incrementali vedono le abilità e l’intelligenza come qualità che possono essere sviluppate attraverso l’impegno, lo studio e la pratica. Credono che con il tempo e lo sforzo sia possibile migliorare.

Risposta alle Sfide: Chi ha una mentalità incrementale accoglie le sfide come opportunità di crescita. Vedono le difficoltà come parte del processo di apprendimento e sono disposti a impegnarsi per superarle.

Reazione al Fallimento: Le persone con una mentalità di crescita vedono il fallimento come un’opportunità per imparare. Analizzano i loro errori e cercano modi per migliorare, il che aumenta la loro resilienza.

Motivazione: La loro motivazione è orientata all’apprendimento e alla crescita. Sono disposti a investire sforzo e tempo per migliorare le loro capacità, indipendentemente dai risultati immediati.

Effetto sul Comportamento: Sono più propensi a persistere di fronte alle difficoltà, a cercare feedback costruttivi e a vedere il duro lavoro come un mezzo per raggiungere il successo. Questo atteggiamento favorisce lo sviluppo continuo e l’autoefficacia.

Conclusione
In sintesi, le credenze entitarie e incrementali differiscono radicalmente nel modo in cui le persone percepiscono le loro abilità e intelligenze. Le credenze entitarie limitano la crescita personale poiché portano ad evitare le sfide e a temere il fallimento. Al contrario, le credenze incrementali favoriscono la crescita personale e il successo a lungo termine, incoraggiando l’apprendimento continuo e la resilienza. Questo approccio differente influenza significativamente la motivazione, il comportamento e la reazione alle difficoltà degli individui.

266
Q

Come le credenze entitarie e incrementali influenzano la scelta degli obiettivi?

A

Le persone con credenze entitarie tendono a scegliere obiettivi di prestazione, finalizzati a dimostrare le proprie abilità e a evitare il fallimento. Le persone con credenze incrementali, invece, tendono a scegliere obiettivi di crescita, finalizzati allo sviluppo delle proprie competenze.

267
Q

Quali sono le implicazioni delle credenze entitarie e incrementali per l’autostima e l’autoefficacia?

A

Le persone con credenze entitarie basano la loro autostima e autoefficacia sui risultati ottenuti, quindi possono sentirsi minacciate dai fallimenti. Le persone con credenze incrementali, invece, basano la loro autostima e autoefficacia sulla crescita personale, quindi sono più resilienti di fronte alle difficoltà.

268
Q

Come le credenze entitarie e incrementali influenzano le attribuzioni causali delle prestazioni?

A

Le persone con credenze entitarie tendono ad attribuire i successi e i fallimenti a cause interne e stabili, come l’abilità innata. Le persone con credenze incrementali, invece, tendono ad attribuire i risultati a cause controllabili, come l’impegno e lo sforzo.

269
Q

Quali sono i due pattern di reazione alle difficoltà individuati da Dweck e come si differenziano?

A

I due pattern sono:

Helpless: caratterizzato da reazioni negative, attribuzioni a cause incontrollabili, strategie inadeguate e rinuncia di fronte alle difficoltà.
Mastery-oriented: caratterizzato da reazioni positive, attribuzioni a cause controllabili, strategie adeguate e perseveranza di fronte alle difficoltà.

270
Q

Come potrebbe un individuo con credenze entitarie affrontare una sfida difficile in ambito lavorativo?

A

Un individuo con credenze entitarie potrebbe evitare la sfida o scegliere un compito più facile per evitare il rischio di fallimento. Potrebbe anche sentirsi ansioso e demotivato, attribuendo la difficoltà alla propria mancanza di abilità.

271
Q

In che modo un insegnante potrebbe promuovere lo sviluppo di credenze incrementali nei propri studenti?

A

Un insegnante potrebbe promuovere le credenze incrementali valorizzando l’impegno e lo sforzo degli studenti, piuttosto che i soli risultati. Potrebbe anche incoraggiare gli studenti a vedere gli errori come opportunità di apprendimento e a concentrarsi sul processo di crescita personale.

272
Q

Quali strategie potrebbe adottare una persona con credenze incrementali per superare un fallimento?

A

Una persona con credenze incrementali potrebbe analizzare il fallimento per identificare le cause controllabili, come l’impegno o la strategia utilizzata. Potrebbe quindi modificare il proprio approccio e perseverare, vedendo il fallimento come un’opportunità di apprendimento.

273
Q

Qual è l’impatto delle credenze entitarie e incrementali sulla timidezza e sugli stati depressivi?

A

Le credenze entitarie e incrementali influenzano significativamente la timidezza e gli stati depressivi, come segue:

Credenze Entitarie
Timidezza: Le persone con credenze entitarie, che vedono le proprie caratteristiche come statiche e immutabili, tendono ad adottare comportamenti orientati all’evitamento. Questa prospettiva può portare a una maggiore sensibilità alle valutazioni negative e alla paura del giudizio, contribuendo a mantenere o aumentare la timidezza.
Stati Depressivi: Le credenze entitarie sono associate a comportamenti di ruminazione, in cui gli individui riflettono negativamente su se stessi e sulle proprie esperienze senza cercare attivamente soluzioni o cambiamenti. Questa ruminazione può intensificare i sintomi depressivi, poiché l’individuo si sente intrappolato in uno stato di impotenza e inadeguatezza.
Credenze Incrementali
Timidezza: Le persone con credenze incrementali, che vedono le proprie abilità e caratteristiche come sviluppabili attraverso l’impegno e l’apprendimento, tendono ad adottare comportamenti orientati all’approccio. Vedono le sfide come opportunità di crescita, il che può aiutarle a superare la timidezza e a migliorare le proprie competenze sociali.
Stati Depressivi: Le credenze incrementali incoraggiano comportamenti orientati all’azione e alla soluzione dei problemi. Quando affrontano difficoltà, questi individui sono più propensi a impegnarsi attivamente per migliorare la propria situazione, riducendo così il rischio di stati depressivi persistenti.
In sintesi, le credenze entitarie tendono a mantenere e amplificare la timidezza e gli stati depressivi attraverso l’evitamento e la ruminazione, mentre le credenze incrementali favoriscono l’approccio e l’azione, aiutando a superare la timidezza e a mitigare i sintomi depressivi​​.

274
Q

Come le credenze dei genitori possono influenzare lo sviluppo delle credenze dei figli?

A

I genitori trasmettono ai figli non solo la loro visione del mondo, ma anche le loro credenze su chi sono, cosa possono aspettarsi e quali obiettivi preferire. Se i genitori hanno credenze entitarie, potrebbero inconsapevolmente trasmettere ai figli l’idea che le abilità siano fisse e immutabili, influenzando così lo sviluppo di credenze simili nei figli. Al contrario, i genitori con credenze incrementali possono incoraggiare i figli a vedere le sfide come opportunità di crescita e a sviluppare una mentalità orientata all’apprendimento.

275
Q

Quali sono le principali caratteristiche del pattern di reazione “helpless” alle difficoltà?

A

Il pattern di reazione “helpless” è caratterizzato da reazioni affettive negative, rappresentazioni di sé negative, aspettative di fallimento, attribuzioni a cause stabili e incontrollabili e strategie di autoregolazione inadeguate. Le persone con questo pattern tendono a rinunciare facilmente di fronte alle difficoltà e a evitare le sfide.

276
Q

In che modo il pattern di reazione “mastery-oriented” favorisce la perseveranza e l’apprendimento?

A

Il pattern di reazione “mastery-oriented” favorisce la perseveranza e l’apprendimento perché le persone con questo pattern vedono le difficoltà come sfide da superare e gli errori come opportunità di apprendimento. Attribuiscono i risultati a cause controllabili, come l’impegno e la strategia, e utilizzano strategie di autoregolazione adeguate per rimanere concentrati sull’obiettivo e superare gli ostacoli.

277
Q

Qual è la relazione tra impegno e abilità nelle credenze incrementali?

A

Nelle credenze incrementali, l’impegno e l’abilità non sono necessariamente correlati inversamente. L’impegno è visto come uno strumento fondamentale per sviluppare le proprie abilità e raggiungere i propri obiettivi. Le persone con credenze incrementali credono che l’impegno possa compensare eventuali mancanze nelle abilità e che, attraverso lo sforzo, sia possibile migliorare e crescere.

278
Q

Definisci il concetto di self-enhancement (autoaccrescimento) e spiega i suoi scopi principali.

A

Il self-enhancement è la tendenza a elaborare le informazioni relative al sé in modo da preservare o migliorare l’immagine positiva di sé. I suoi scopi sono proteggere il concetto di sé positivo e migliorarlo.

279
Q

In che modo il self-enhancement è funzionale al benessere personale?

A

Il self-enhancement contribuisce al benessere personale aiutando le persone a mantenere un’immagine positiva di sé, che è associata a una maggiore soddisfazione di vita e resilienza.

280
Q

Spiega come il self-enhancement può variare tra diverse culture.

A

Il bisogno di self-enhancement è universale, ma le qualità specifiche che vengono valorizzate per proteggere o migliorare il sé possono variare a seconda dei valori e delle norme culturali.

281
Q

Descrivi la differenza tra rappresentazioni centrali e periferiche nel sistema del sé in relazione al self-enhancement.

A

Le rappresentazioni centrali sono aspetti fondamentali dell’identità di una persona, mentre quelle periferiche sono meno cruciali. Il self-enhancement tende a concentrarsi maggiormente sulle rappresentazioni centrali, poiché queste sono più importanti per il benessere psicologico.

282
Q

Quali sono i principali processi cognitivi coinvolti nel self-enhancement?

A

I processi cognitivi includono attenzione selettiva verso informazioni positive sul sé, memoria selettiva per eventi positivi, interpretazione degli eventi in modo favorevole al sé e ricerca di informazioni che confermano l’immagine positiva di sé.

283
Q

Immagina una persona che ha appena ricevuto un feedback negativo sul lavoro. Come potrebbe utilizzare i processi attributivi self-serving per proteggere la propria autostima?

A

Potrebbe attribuire il feedback negativo a cause esterne, come un capo ingiusto o un compito particolarmente difficile, minimizzando così la responsabilità personale e proteggendo l’immagine di sé.

284
Q

Fornisci un esempio di confronto sociale downward e spiega come potrebbe essere utilizzato per proteggere il concetto di sé.

A

Una persona che ha difficoltà a perdere peso potrebbe confrontarsi con qualcuno che ha ancora più difficoltà, percependo di essere in una posizione migliore e proteggendo così la propria autostima.

285
Q

In che modo la compensazione fluida può essere utilizzata per affrontare una minaccia all’immagine di sé?

A

La compensazione fluida è un concetto della psicologia che si riferisce alla capacità delle persone di mantenere un senso positivo di sé in risposta a minacce specifiche all’immagine di sé. Quando un aspetto della propria identità o autostima è minacciato, le persone possono compensare focalizzandosi e migliorando altri aspetti della loro vita che ritengono importanti. Questo processo aiuta a ristabilire l’equilibrio psicologico e a mantenere una visione positiva di sé.

Utilizzo della Compensazione Fluida per Affrontare una Minaccia all’Immagine di Sé
Identificazione della Minaccia Specifica:

Quando l’immagine di sé è minacciata, la prima reazione è spesso una sensazione di disagio o insicurezza. Ad esempio, una critica sul lavoro può far sentire una persona incompetente in quell’area specifica.
Riorientamento verso Altre Aree di Competenza:

Invece di fissarsi sulla minaccia specifica, le persone possono riorientare la loro attenzione verso altre aree in cui si sentono competenti e di successo. Ad esempio, se una persona riceve una critica al lavoro, può focalizzarsi sui successi ottenuti in ambito familiare o in un hobby in cui eccelle.
Sviluppo di Nuove Competenze e Interessi:

La compensazione fluida può anche comportare l’investimento in nuove attività o l’acquisizione di nuove competenze. Questo permette all’individuo di costruire un senso di efficacia personale in un campo diverso, compensando la minaccia percepita in un’altra area.
Valorizzazione delle Relazioni Interpersonali:

Le persone possono cercare supporto e riconoscimento nelle loro relazioni interpersonali. Ad esempio, dopo una delusione professionale, un individuo può trovare conforto e rafforzare la propria immagine di sé attraverso interazioni positive con amici e familiari.
Ricostruzione della Narrazione Personale:

Riformulare la propria storia personale può aiutare a ridurre l’impatto della minaccia all’immagine di sé. Ad esempio, una persona può interpretare un fallimento non come un’indicazione di incompetenza, ma come una lezione preziosa che contribuisce alla crescita personale.
Esempi Pratici
Ambito Professionale: Un dipendente che non ottiene una promozione potrebbe sentirsi minacciato nella sua immagine di sé come professionista competente. Per compensare, potrebbe investire tempo nello sviluppo di nuove competenze professionali o impegnarsi in attività di volontariato dove può vedere un impatto positivo immediato.

Relazioni Personali: Una persona che attraversa una rottura sentimentale può sentirsi minacciata nella sua immagine di sé come partner desiderabile. Per compensare, potrebbe concentrarsi su amicizie significative o su attività creative che le permettono di esprimere e valorizzare altre parti della sua identità.

Esperienze Scolastiche: Uno studente che riceve una bassa valutazione potrebbe sentirsi minacciato nella sua immagine di sé come studente capace. Per compensare, potrebbe dedicarsi a sport, arti, o attività extracurricolari dove può eccellere e ricevere riconoscimenti.

Benefici della Compensazione Fluida
Resilienza Psicologica: Aiuta gli individui a mantenere un equilibrio emotivo e a sviluppare una resilienza psicologica contro le avversità.
Crescita Personale: Incoraggia l’esplorazione di nuovi interessi e competenze, favorendo la crescita personale e l’autosviluppo.
Benessere Emotivo: Riduce l’impatto negativo delle minacce specifiche all’autostima, contribuendo a mantenere un senso generale di benessere e soddisfazione nella vita.
In sintesi, la compensazione fluida permette agli individui di affrontare minacce specifiche all’immagine di sé trovando equilibrio e rinforzando altre aree della loro vita, garantendo così una visione positiva e integrata di sé stessi.

286
Q

Secondo Baumeister, quali sono alcuni potenziali svantaggi di un’autostima eccessivamente elevata?

A

Un’autostima eccessivamente elevata può portare a scelte rischiose, sovrastima delle proprie capacità e difficoltà nelle relazioni interpersonali a causa di una percezione di superiorità.

287
Q

Qual è il ruolo dell’autostima nel self-enhancement?

A

L’autostima è un elemento centrale nel self-enhancement. Un’autostima positiva è spesso il risultato di processi di self-enhancement riusciti e, a sua volta, può motivare ulteriori sforzi per proteggere e migliorare l’immagine di sé.

288
Q

Come si manifesta l’egotismo implicito nel self-enhancement?

A

L’egotismo implicito è un fenomeno psicologico che si manifesta quando le persone tendono a preferire e ad attribuire caratteristiche positive a sé stesse senza una consapevolezza esplicita di farlo. Questo concetto è strettamente legato al self-enhancement, che è il processo attraverso il quale gli individui cercano di mantenere o aumentare la loro autostima. L’egotismo implicito si manifesta attraverso vari comportamenti e atteggiamenti che aiutano le persone a sentirsi meglio con sé stesse e a proteggere la propria immagine di sé.

Manifestazioni dell’Egotismo Implicito nel Self-Enhancement
Preferenza per le Iniziali del Proprio Nome:

Gli individui tendono a preferire le lettere del proprio nome rispetto ad altre lettere dell’alfabeto. Ad esempio, possono preferire oggetti, luoghi e persone che contengono le stesse iniziali del loro nome. Questo fenomeno è noto come “letter-name effect” e rappresenta una forma di egotismo implicito perché le persone non sono consapevoli di questo bias nelle loro preferenze​​.
Bias Positivi nell’Auto-Valutazione:

Le persone tendono a sovrastimare le proprie abilità e a vedere sé stesse in una luce più positiva rispetto alla realtà. Questo si manifesta in valutazioni esagerate delle proprie competenze, talenti e caratteristiche personali. Ad esempio, molte persone si considerano al di sopra della media in vari aspetti, come intelligenza, abilità sociali e attrattività fisica, nonostante statisticamente non sia possibile che la maggioranza sia sopra la media​​.
Attribuzione di Successi a Cause Interne e Fallimenti a Cause Esterne:

Gli individui con egotismo implicito tendono a attribuire i loro successi a caratteristiche interne, come abilità, intelligenza e impegno, mentre attribuiscono i fallimenti a fattori esterni, come sfortuna, difficoltà situazionali o l’azione di altre persone. Questo bias aiuta a mantenere una visione positiva di sé stessi nonostante le esperienze negative​​.
Preferenza per Simboli e Numeri Associati a Sé:

Le persone possono mostrare una preferenza per numeri e simboli che sono associati a loro stessi, come la data di nascita o il numero civico della propria abitazione. Questo tipo di preferenza implicita si basa sull’associazione positiva che hanno con elementi personali​​.
Influenza sulla Scelta delle Professioni e dei Luoghi di Vita:

Alcuni studi suggeriscono che le persone possano essere inconsciamente influenzate dalle loro iniziali e altre caratteristiche personali nelle loro scelte di vita, come il luogo di residenza e la carriera. Ad esempio, un individuo con le iniziali “D.C.” potrebbe essere più incline a vivere a Washington D.C. o una persona di nome “Dennis” potrebbe essere leggermente più propensa a diventare un dentista (fenomeno noto come “nominative determinism”)​​.
Conseguenze dell’Egotismo Implicito
Miglioramento dell’Autostima:

L’egotismo implicito aiuta a mantenere e migliorare l’autostima. Attribuendo caratteristiche positive a sé stessi in modo implicito, gli individui riescono a sostenere un’immagine di sé positiva senza la necessità di un costante sforzo consapevole.
Bias Cognitivi:

Può portare a bias cognitivi nelle percezioni e nelle decisioni. Ad esempio, sovrastimare le proprie abilità può portare a prendere rischi eccessivi o a non vedere i propri limiti, influenzando negativamente il giudizio e le decisioni.
Relazioni Interpersonali:

L’egotismo implicito può influenzare le relazioni interpersonali. Le persone possono cercare costantemente conferme positive dagli altri, e la mancata ricezione di queste conferme può portare a conflitti o a sentimenti di insicurezza.
Benessere Psicologico:

Sebbene possa avere effetti positivi sull’autostima, l’egotismo implicito può anche rendere difficile per gli individui accettare critiche costruttive o apprendere dai propri errori, limitando così il loro sviluppo personale e la capacità di adattamento.
In sintesi, l’egotismo implicito nel self-enhancement si manifesta attraverso una serie di bias e preferenze che aiutano le persone a mantenere un’immagine positiva di sé senza un consapevole sforzo. Questo fenomeno, pur avendo effetti benefici sull’autostima, può anche portare a distorsioni cognitive e influenzare negativamente le relazioni interpersonali e il benessere psicologico a lungo termine.

289
Q

Perché le persone tendono a sottostimare la propria tendenza al self-enhancement?

A

Le persone tendono a sottostimare la propria tendenza al self-enhancement per diverse ragioni psicologiche e sociali. Questa sottostima può essere vista come una forma di autoinganno che aiuta a mantenere una percezione positiva di sé senza ammettere consapevolmente i propri bias.

  1. Bias di Autopercezione
    Cecità ai Bias Personali: Gli individui spesso non sono consapevoli dei propri bias cognitivi. Questo è noto come “cecità ai bias” (bias blind spot), dove le persone riconoscono più facilmente i bias negli altri che in sé stesse. La tendenza al self-enhancement è un bias cognitivo, e molte persone non sono consapevoli di quanto influenzi le loro autovalutazioni e percezioni​​.
  2. Motivazione a Mantenere un’Immagine Positiva di Sé
    Autoinganno Positivo: Ammettere di avere una tendenza al self-enhancement potrebbe minare l’immagine positiva che si ha di sé. Le persone tendono a mantenere una visione di sé coerente e positiva, e riconoscere i propri bias potrebbe contraddire questa visione. L’autoinganno positivo aiuta a sostenere l’autostima e la fiducia in sé stessi​​.
  3. Norme Sociali e Accettazione
    Desiderio di Approvazione Sociale: Riconoscere apertamente una tendenza al self-enhancement potrebbe essere visto come arrogante o narcisistico, qualità generalmente disapprovate socialmente. Per mantenere l’accettazione sociale e le relazioni positive, le persone tendono a minimizzare o nascondere queste tendenze, anche a sé stesse​​.
  4. Meccanismi di Difesa Psicologica
    Razionalizzazione: Le persone utilizzano meccanismi di difesa come la razionalizzazione per giustificare le proprie azioni e pensieri. In questo contesto, possono reinterpretare il self-enhancement come un realistico riconoscimento delle proprie capacità piuttosto che un’esagerazione.
    Negazione: Un altro meccanismo di difesa comune è la negazione, in cui le persone semplicemente rifiutano di riconoscere i propri bias per proteggere la loro immagine di sé.
  5. Illusione di Superiorità
    Sindrome del “Better-Than-Average”: Molte persone credono di essere migliori della media in vari aspetti della vita. Questa illusione di superiorità porta a sottostimare la propria tendenza al self-enhancement, poiché credono sinceramente che la loro autovalutazione sia oggettivamente accurata e non influenzata da bias.
  6. Fattori Cognitivi
    Heuristics e Semplificazione Cognitiva: Le persone spesso utilizzano euristiche o scorciatoie mentali per semplificare il processo decisionale. Questi heuristics possono portare a una visione distorta delle proprie capacità e caratteristiche, facendo sembrare il self-enhancement meno evidente.
  7. Feedback Asimmetrico
    Esperienze di Successo e Fallimento: Le persone tendono a ricordare e a dare maggiore importanza ai propri successi rispetto ai fallimenti. Questo feedback asimmetrico rafforza l’idea di essere competenti e capaci, minimizzando la percezione del self-enhancement.
  8. Confronti Sociali
    Confronto con i Pari: Gli individui spesso si confrontano con chi percepiscono come meno capace o con persone in situazioni peggiori. Questo confronto selettivo può rafforzare la percezione positiva di sé e ridurre la consapevolezza della propria tendenza al self-enhancement.
    Conclusione
    La tendenza a sottostimare il self-enhancement è il risultato di un complesso intreccio di bias cognitivi, meccanismi di difesa psicologica, norme sociali e motivazioni personali. Questi fattori lavorano insieme per mantenere una visione positiva e coerente di sé stessi, minimizzando al contempo la consapevolezza dei propri bias. Questo autoinganno, sebbene possa avere benefici a breve termine per l’autostima e il benessere, può anche limitare la crescita personale e la capacità di apprendere dalle proprie esperienze e critiche.
290
Q

In che modo i confronti sociali upward e downward influenzano il self-enhancement?

A

I confronti upward possono motivare al miglioramento se il divario con l’altro è percepito come colmabile, mentre i confronti downward possono proteggere l’autostima quando ci si sente minacciati.

291
Q

Quali sono i tre principali bias che compongono la “triade del self-enhancement”?

A

La triade del self-enhancement include l’effetto “above-average” (ritenersi sopra la media), l’illusione del controllo (sovrastimare il proprio controllo sugli eventi) e l’ottimismo irrealistico (aspettarsi un futuro più roseo di quanto sia probabile).

292
Q

Come si differenziano le strategie di self-enhancement tra individui con alto e basso benessere psicologico?

A

Individui con alto benessere psicologico tendono ad avere una valutazione positiva in tutte le aree centrali del sé, mentre quelli con basso benessere possono presentare componenti negative in queste aree. Di conseguenza, le strategie di self-enhancement possono variare, con i primi che si concentrano maggiormente sul miglioramento e i secondi sulla protezione dell’immagine di sé.

293
Q

Qual è la relazione tra self-enhancement e stili esplicativi (attributivi)?

A

Il self-enhancement influenza gli stili esplicativi, portando le persone ad attribuire i successi a cause interne e gli insuccessi a cause esterne. Questo aiuta a mantenere un’immagine positiva di sé e un senso di controllo.

294
Q

Perché un confronto sociale downward cronico può essere dannoso per la crescita personale?

A

Un confronto downward cronico può impedire la crescita personale perché limita la motivazione al miglioramento e può portare a un’eccessiva protezione dell’immagine di sé, ostacolando l’autocritica e l’apprendimento dagli errori.

295
Q

In che modo il self-enhancement può influenzare la memoria?

A

Il self-enhancement può influenzare la memoria attraverso la tendenza a ricordare meglio gli eventi positivi e a dimenticare o minimizzare quelli negativi, contribuendo così a mantenere un’immagine positiva di sé.

296
Q

Definisci il bisogno di coerenza (self-coherence o self-verification) e spiega perché è importante per il benessere individuale.

A

Il bisogno di coerenza è la tendenza delle persone ad accettare informazioni che confermano la loro visione di sé e a rifiutare quelle che la contraddicono. È fondamentale per mantenere un senso di continuità e unità personali, che sono alla base del benessere e dell’identità.

297
Q

Quali sono i due principali processi attraverso cui si manifesta il bisogno di coerenza?

A

I due processi principali sono:
Processi cognitivi: Guidano l’attenzione, la selezione e la memorizzazione di informazioni coerenti con gli schemi di sé attivi.
Processi sociali: Portano le persone a selezionare e costruire contesti sociali che confermano la loro visione di sé.

298
Q

Descrivi come le persone reagiscono quando un’informazione minaccia una rappresentazione di sé importante.

A

Quando un’informazione è incoerente con lo schema di sé, le persone attivano difese per proteggersi. Queste difese possono includere screditare la fonte dell’informazione, rielaborare l’informazione o attribuire il comportamento a cause esterne.

299
Q

Fornisci un esempio concreto di come il bisogno di coerenza potrebbe influenzare il comportamento di una persona in un contesto sociale.

A

Una persona che si considera timida potrebbe evitare situazioni sociali in cui è richiesta interazione, scegliendo invece contesti in cui può rimanere in disparte. Potrebbe anche interpretare un sorriso amichevole come un segno di pietà, confermando la sua visione di sé come socialmente inadeguata.

300
Q

In che modo il bisogno di coerenza può essere dannoso? Fai un esempio.

A

Il bisogno di coerenza può essere dannoso quando porta a respingere feedback validi che contraddicono la visione di sé. Ad esempio, una persona con una visione negativa delle proprie capacità potrebbe ignorare i complimenti per il suo lavoro, attribuendo il successo alla fortuna o a fattori esterni.

301
Q

Spiega la relazione tra il bisogno di coerenza e il bisogno di autoaccrescimento, in particolare nelle situazioni di difficoltà.

A

Il bisogno di coerenza (self-coherence) e il bisogno di autoaccrescimento (self-enhancement) sono due bisogni fondamentali per il benessere psicologico dell’individuo, ma possono entrare in conflitto, specialmente in situazioni di difficoltà.

Bisogno di Coerenza
Il bisogno di coerenza è legato alla necessità di mantenere un senso di continuità e unità personale. Esso si manifesta attraverso processi cognitivi e sociali che favoriscono l’attivazione di schemi coerenti con le proprie rappresentazioni di sé, ignorando o rielaborando le informazioni incoerenti. Questo bisogno aiuta a preservare il senso di identità e a mantenere il controllo sugli eventi della propria vita, risultando cruciale per prevenire disturbi come la depressione e la disgregazione del sé​​.

Bisogno di Autoaccrescimento
Il bisogno di autoaccrescimento si riferisce al desiderio di migliorare il proprio concetto di sé, aumentandone la positività e riducendo la negatività. Questo bisogno spinge le persone a distorcere le informazioni in modo da preservare un’immagine positiva di sé, il che è essenziale per il benessere personale. Tuttavia, questo bisogno può entrare in conflitto con il bisogno di coerenza, soprattutto quando le rappresentazioni di sé sono negative​​.

Relazione tra i Bisogni in Situazioni di Difficoltà
Quando una persona affronta delle difficoltà, i bisogni di coerenza e di autoaccrescimento possono operare in direzioni opposte. Le reazioni cognitive tendono a soddisfare il bisogno di coerenza, accettando feedback coerenti con la propria percezione di sé, anche se negativi. Al contrario, le reazioni affettive si allineano con il bisogno di autoaccrescimento, reagendo positivamente ai feedback positivi, anche se incoerenti con le rappresentazioni di sé negative​​.

Esempio di Conflitto tra i Bisogni
Un esempio di questo conflitto è evidenziato in uno studio in cui il 78% dei partecipanti con una percezione negativa delle proprie competenze sociali ha scelto come partner per una successiva interazione chi li aveva valutati negativamente, piuttosto che chi li aveva valutati positivamente. Questo perché il partner negativo era coerente con la loro visione di sé, soddisfacendo così il bisogno di coerenza, mentre il bisogno di autoaccrescimento rimaneva insoddisfatto​​.

In conclusione, mentre il bisogno di coerenza e il bisogno di autoaccrescimento sono entrambi fondamentali per il benessere psicologico, essi possono entrare in conflitto, specialmente in situazioni di difficoltà. Le persone tendono a mantenere una coerenza cognitiva anche a costo del proprio autoaccrescimento affettivo, il che può complicare il superamento delle sfide personali e il miglioramento della propria autostima.

302
Q

Qual è la differenza tra selezione e costruzione nei processi sociali legati al bisogno di coerenza?

A

La selezione si riferisce alla scelta di contesti e interazioni sociali che confermano la visione di sé, mentre la costruzione riguarda l’interpretazione dei feedback e la creazione di situazioni che supportano tale visione.

303
Q

n che modo il bisogno di coerenza può influenzare la scelta del partner in una relazione?

A

Le persone tendono a scegliere partner che confermano la loro visione di sé, anche se questa è negativa. Questo perché un partner coerente è percepito come più prevedibile e in grado di interagire in modo adeguato.

304
Q

Quali sono le principali differenze tra emozioni di base ed emozioni self-conscious?

A

Le emozioni di base e le emozioni self-conscious differiscono principalmente per quanto riguarda la loro origine, la complessità, e il ruolo che svolgono nella regolazione del comportamento sociale e personale.

Emozioni di Base
Le emozioni di base, spesso considerate universali, sono quelle che si manifestano rapidamente e automaticamente in risposta a specifici stimoli. Sono presenti fin dalla nascita e sono generalmente riconosciute attraverso espressioni facciali e reazioni fisiologiche che sono simili tra diverse culture.

Caratteristiche delle Emozioni di Base
Universalità: Queste emozioni sono comuni a tutti gli esseri umani e spesso a molti animali. Sono riconosciute attraverso espressioni facciali universali.
Innate: Le emozioni di base sono presenti fin dalla nascita e non richiedono un apprendimento o una socializzazione complessa.
Risposte Automatiche: Sono risposte immediate e automatiche a specifici stimoli. Ad esempio, un pericolo imminente provoca paura.
Funzioni di Sopravvivenza: Hanno un ruolo cruciale nella sopravvivenza. La paura, ad esempio, prepara il corpo a fuggire o combattere di fronte a una minaccia.
Limitata Consapevolezza Cognitiva: Non richiedono un alto livello di riflessione o consapevolezza di sé per essere esperite.
Esempi di Emozioni di Base
Gioia
Tristezza
Paura
Rabbia
Sorpresa
Disgusto
Emozioni Self-Conscious
Le emozioni self-conscious, o emozioni autocoscienti, sono più complesse e si sviluppano più tardi nella vita rispetto alle emozioni di base. Sono strettamente legate alla percezione di sé e richiedono un certo livello di autoconsapevolezza e riflessione.

Caratteristiche delle Emozioni Self-Conscious
Dipendenza dalla Consapevolezza di Sé: Richiedono un livello di consapevolezza di sé e la capacità di riflettere sulle proprie azioni e il loro impatto sugli altri.
Socialmente Mediate: Sono fortemente influenzate dalle interazioni sociali e dalle norme culturali. Ad esempio, la vergogna e l’orgoglio sono strettamente legati a come ci vediamo attraverso gli occhi degli altri.
Complessità Cognitiva: Richiedono processi cognitivi più complessi, come la valutazione delle proprie azioni in relazione agli standard sociali o personali.
Funzioni Regolative: Aiutano a regolamentare il comportamento in base alle norme sociali e personali. Possono promuovere comportamenti socialmente accettabili e inibire quelli inaccettabili.
Sviluppo Tardivo: Si sviluppano più tardi nell’infanzia, una volta che i bambini hanno acquisito una sufficiente consapevolezza di sé e delle norme sociali.
Esempi di Emozioni Self-Conscious
Vergogna
Colpa
Imbarazzo
Orgoglio
Invidia
Principali Differenze
Origine e Sviluppo: Le emozioni di base sono innate e presenti fin dalla nascita, mentre le emozioni self-conscious si sviluppano più tardi e richiedono un certo livello di consapevolezza di sé.
Universalità: Le emozioni di base sono universali e presenti in tutte le culture, mentre le emozioni self-conscious possono variare significativamente tra culture diverse a seconda delle norme sociali e dei valori culturali.
Complessità Cognitiva: Le emozioni di base sono risposte immediate e automatiche, mentre le emozioni self-conscious richiedono processi cognitivi complessi e riflessione.
Dipendenza Sociale: Le emozioni di base sono in gran parte indipendenti dalle interazioni sociali, mentre le emozioni self-conscious sono strettamente legate alle percezioni sociali e alle norme culturali.
Funzioni: Le emozioni di base hanno principalmente funzioni di sopravvivenza, come preparare il corpo a rispondere alle minacce. Le emozioni self-conscious regolano il comportamento sociale, promuovendo conformità alle norme e auto-miglioramento.
Conclusione
Le emozioni di base e le emozioni self-conscious rappresentano due categorie fondamentali di esperienza emotiva con differenze significative in termini di origine, sviluppo, complessità e funzioni. Comprendere queste differenze è cruciale per la psicologia emotiva e per l’analisi del comportamento umano nelle diverse situazioni sociali e personali.

305
Q

Come si sviluppano le emozioni self-conscious nel bambino e quali sono i prerequisiti cognitivi necessari?

A

Sviluppo delle emozioni self-conscious:

Richiedono lo sviluppo della consapevolezza di sé, della rappresentazione di sé e della capacità di autovalutazione (basata su standard di buono/cattivo).

306
Q

In che modo le emozioni self-conscious sono considerate emozioni sociali?

A

Le emozioni self-conscious sono considerate emozioni sociali per vari motivi chiave, tutti legati alla loro natura intrinsecamente interpersonale. Ecco una spiegazione dettagliata:

Coinvolgimento della Valutazione dell’Altro: Le emozioni self-conscious, come imbarazzo, vergogna, senso di colpa e orgoglio, richiedono una valutazione da parte di un altro. Questo “altro” può essere una persona specifica o un’idea generalizzata di come gli altri ci percepiscono. La valutazione può essere diretta e esplicita oppure riflessa, ossia ciò che crediamo che gli altri pensino di noi​​.

Standard Valutativi e Autoregolazione: Queste emozioni sono legate a standard valutativi che influenzano il comportamento dell’individuo. Le emozioni self-conscious forniscono feedback che aiutano a regolare il comportamento sia nelle interazioni con gli altri (inter-individuali) sia nelle riflessioni personali (intra-individuali), promuovendo comportamenti che preservano un’immagine positiva di sé​​.

Interazioni Sociali: Emozioni come l’ansia sociale e l’imbarazzo si basano sulla percezione e valutazione di come pensiamo che gli altri ci vedano. L’ansia sociale si manifesta quando temiamo di non riuscire a creare l’impressione desiderata negli altri, mentre l’imbarazzo si manifesta quando crediamo che gli altri abbiano già formulato un giudizio negativo su di noi​​.

Processi Difensivi e Adattivi: La vergogna e il senso di colpa si differenziano per il loro focus; la vergogna si concentra su una valutazione negativa del sé (es. “sono una brutta persona”), mentre il senso di colpa si focalizza su una specifica azione negativa (es. “ho fatto una cosa sbagliata”). La vergogna può portare a meccanismi difensivi per proteggere il sé, mentre il senso di colpa è socialmente adattivo perché si focalizza sul danno arrecato agli altri​​.

In sintesi, le emozioni self-conscious sono considerate sociali perché emergono dall’interazione con gli altri e influenzano fortemente il comportamento sociale e le relazioni interpersonali. Queste emozioni guidano non solo il modo in cui gli individui si percepiscono ma anche come interagiscono con il loro ambiente sociale​​.

307
Q

Cosa sono le emozioni vicarie e come si relazionano alle emozioni self-conscious?

A

Emozioni Vicarie
Le emozioni vicarie sorgono quando un individuo anticipa o valuta qualcosa che è accaduto o che può accadere a un altro individuo. Queste emozioni si sviluppano in risposta all’esperienza di un’altra persona, permettendo a un individuo di sentire empatia e di connettersi emotivamente con gli altri. Le emozioni vicarie comprendono sentimenti come la compassione, l’empatia, la simpatia e anche l’invidia e la gelosia. Essenzialmente, sono emozioni che non derivano da esperienze personali dirette, ma piuttosto dalla percezione e dalla comprensione delle esperienze degli altri​​.

Relazione tra Emozioni Vicarie ed Emozioni Self-Conscious
Le emozioni vicarie e le emozioni self-conscious sono entrambe considerate emozioni sociali, ma differiscono nel loro punto focale e nella loro origine:

Origine e Focalizzazione:

Emozioni Vicarie: Sono incentrate sulle esperienze di altri. Si manifestano quando una persona prova un’emozione in risposta a ciò che un altro sta vivendo. Ad esempio, una persona può sentirsi triste vedendo qualcun altro piangere o provare gioia vedendo la felicità di un amico.
Emozioni Self-Conscious: Sono incentrate sul sé e sulla percezione di come si è visti dagli altri. Queste emozioni emergono dalla riflessione personale e dalla consapevolezza di sé in relazione agli standard sociali. Ad esempio, una persona può provare vergogna o orgoglio a seconda di come pensa che gli altri giudichino il suo comportamento.
Funzione Sociale:

Emozioni Vicarie: Promuovono la connessione e la comprensione empatica tra individui. Favoriscono comportamenti prosociali come l’aiuto, la cura e il supporto.
Emozioni Self-Conscious: Regolano il comportamento dell’individuo in conformità con le norme sociali e gli standard personali. Queste emozioni forniscono feedback sul comportamento passato e guidano le azioni future per mantenere o migliorare l’immagine di sé.
Esempi Specifici:

Empatia (Emozioni Vicarie): Sentire il dolore di un amico che ha subito una perdita.
Vergogna (Emozioni Self-Conscious): Sentirsi male per un errore commesso che si ritiene possa essere giudicato negativamente dagli altri.
Interconnessione:

Le emozioni vicarie possono influenzare le emozioni self-conscious e viceversa. Ad esempio, provare empatia per qualcuno che ha subito un fallimento può far sorgere sentimenti di vergogna o colpa se si percepisce di aver contribuito in qualche modo alla loro sofferenza.
Inoltre, le emozioni self-conscious possono amplificare le emozioni vicarie. Ad esempio, se una persona è particolarmente consapevole e preoccupata dell’approvazione sociale, potrebbe provare una maggiore empatia e compassione verso gli altri come strategia per migliorare la propria immagine sociale.
In sintesi, mentre le emozioni vicarie e le emozioni self-conscious sono distinte nel loro focus e nella loro origine, entrambe svolgono ruoli cruciali nella regolazione delle interazioni sociali e nella costruzione delle relazioni interpersonali​​.

308
Q

Quali sono le principali emozioni self-conscious e come vengono classificate?

A

Classificazione delle emozioni self-conscious:

Non esiste un sistema unitario di classificazione.
Le principali emozioni self-conscious includono: ansia sociale, imbarazzo, vergogna, senso di colpa e orgoglio.

309
Q

Descrivi le differenze tra ansia sociale e imbarazzo in termini di percezione, valutazione e dimensione temporale.

A

Differenze tra Ansia Sociale e Imbarazzo
Percezione
Ansia Sociale: Si verifica quando un individuo teme di non riuscire a creare l’impressione desiderata sugli altri. Questa paura è legata alla percezione di non essere all’altezza delle aspettative sociali o di non essere apprezzati dagli altri .
Imbarazzo: Si verifica quando un individuo crede che l’altro abbia già formulato un giudizio non desiderato su di lui, anche se questo giudizio non è stato espresso esplicitamente. L’imbarazzo è quindi una reazione a una percezione di valutazione negativa già avvenuta .
Valutazione
Ansia Sociale: La valutazione è principalmente riflessa, cioè riguarda ciò che l’individuo crede che gli altri possano pensare di lui in futuro. L’ansia sociale dipende dal timore di non riuscire a creare impressioni positive e dalle convinzioni circa le proprie abilità a farlo .
Imbarazzo: Anche l’imbarazzo si basa su una valutazione riflessa, ma in questo caso riguarda il timore che l’altro abbia già formulato un giudizio negativo. L’imbarazzo è legato a comportamenti specifici che elicitano queste valutazioni negative .
Dimensione Temporale
Ansia Sociale: Coinvolge la dimensione del futuro. È un’emozione che si manifesta prima di un’interazione sociale, in anticipazione di una possibile valutazione negativa. Può essere transitoria e situazionale, oppure può diventare una caratteristica disposizionale della persona .
Imbarazzo: Coinvolge la dimensione del passato. Si manifesta in seguito a un evento specifico o a un comportamento che si crede abbia già suscitato un giudizio negativo da parte degli altri. Generalmente, l’imbarazzo è uno stato emotivo transitorio legato a momenti specifici .

310
Q

Spiega come l’ansia sociale può essere sia funzionale che disfunzionale, fornendo esempi concreti.

A

Ansia sociale funzionale e disfunzionale:

Funzionale: Livello di attivazione ottimale per affrontare una situazione sociale (es. parlare in pubblico).
Disfunzionale: Emozione stabile e pervasiva che porta all’evitamento delle situazioni sociali e all’attribuzione interna di cause.

311
Q

Quali sono le principali differenze tra colpa e vergogna in termini di focus, attribuzione di causa e conseguenze sul sé?

A

Differenze tra colpa e vergogna:

Colpa: Focus sull’azione sbagliata, causa interna e controllabile, desiderio di riparare il danno.
Vergogna: Focus sul sé come persona sbagliata, causa interna e incontrollabile, desiderio di nascondersi.

312
Q

In che modo la vergogna può portare a comportamenti immorali? Discuti i meccanismi psicologici sottostanti.

A

Collegamento tra Vergogna e Comportamenti Immorali: Meccanismi Psicologici
La vergogna può portare a comportamenti immorali attraverso una serie di meccanismi psicologici complessi, legati alla percezione di sé, alla difesa del proprio valore e alla gestione delle emozioni negative. Di seguito sono elencati i principali meccanismi attraverso cui la vergogna può influenzare negativamente il comportamento.

Percezione di Sé e Senso di Non Valere
La vergogna è strettamente legata alla percezione negativa di sé. Quando una persona prova vergogna, tende a sentirsi globalmente inadeguata o difettosa. Questo sentimento può derivare dalla convinzione di non essere all’altezza degli standard morali o sociali. La percezione di sé come “brutta persona” piuttosto che semplicemente come persona che ha commesso un errore può erodere la fiducia in se stessi e il senso di valore personale​​.

Meccanismi Difensivi
Per proteggersi dal dolore della vergogna, gli individui possono attivare meccanismi difensivi. Questi possono includere il rifiuto di riconoscere le proprie responsabilità, la negazione della violazione morale o l’evitamento delle situazioni che possono portare alla vergogna. Tali difese sono volte a preservare il senso di sé, ma possono anche portare a comportamenti immorali poiché l’individuo non affronta né corregge il proprio comportamento inappropriato​​.

Incontrollabilità e Attribuzione di Colpa
Le persone con una maggiore tendenza a provare vergogna spesso attribuiscono le proprie azioni a cause interne e non controllabili. Questa percezione di mancanza di controllo può portare a una sensazione di impotenza e a un maggiore rischio di comportamenti immorali. Quando un individuo si sente intrappolato da una percezione negativa di sé e crede di non poter cambiare, può essere più incline a ripetere comportamenti dannosi o eticamente sbagliati​​.

Esperimenti e Evidenze Empiriche
Studi empirici hanno mostrato che le persone con una maggiore tendenza a provare vergogna hanno maggiori probabilità di impegnarsi in comportamenti immorali rispetto a coloro che provano meno vergogna. Questo è dovuto al fatto che la vergogna può essere correlata a una percezione di incontrollabilità delle proprie azioni, spingendo gli individui a comportarsi in modo immorale come forma di sfogo o auto-protezione​​.

In sintesi, la vergogna può portare a comportamenti immorali attraverso la combinazione di una percezione negativa di sé, l’uso di meccanismi difensivi per evitare il dolore emotivo, e la sensazione di mancanza di controllo sulle proprie azioni. Questi meccanismi psicologici possono spingere l’individuo a ripetere o persistere in comportamenti immorali, invece di affrontare e correggere le proprie azioni​​.

313
Q

Descrivi le due forme di orgoglio e spiega perché una forma può essere considerata meno funzionale dell’altra.

A

Due forme di orgoglio:

Funzionale: Legato al raggiungimento di un obiettivo (es. “Sono orgoglioso di aver superato l’esame”).
Meno funzionale: Legato a caratteristiche personali (es. “Sono orgoglioso di essere intelligente”). Può diventare una difesa contro l’insicurezza.

314
Q

Come si collegano imbarazzo e colpa al concetto di valore agli occhi degli altri e alla necessità di correggere il comportamento?

A

Collegamento tra Imbarazzo e Colpa al Concetto di Valore agli Occhi degli Altri e alla Necessità di Correggere il Comportamento
Imbarazzo
Valore agli Occhi degli Altri: L’imbarazzo si manifesta quando un individuo teme che gli altri abbiano già formulato un giudizio negativo su di lui, anche se questo giudizio non è stato espresso esplicitamente. Questo sentimento è strettamente legato alla percezione di come gli altri ci vedono e al timore di essere disapprovati o valutati negativamente​​.
Correzione del Comportamento: L’imbarazzo agisce come un feedback immediato che spinge l’individuo a correggere il proprio comportamento per evitare ulteriori giudizi negativi. È una reazione emotiva transitoria che induce a modificare comportamenti specifici che possono aver elicitato valutazioni negative da parte degli altri​​.
Colpa
Valore agli Occhi degli Altri: La colpa si verifica quando un individuo ritiene di aver commesso un’azione che viola i propri standard morali, causando un danno ad altri. Il focus è sull’altro che ha subito il danno, rendendo la colpa una emozione adattiva dal punto di vista sociale poiché coinvolge la consapevolezza e la considerazione dei bisogni e dei diritti degli altri​​.
Correzione del Comportamento: La colpa motiva l’individuo a riparare il danno causato e a evitare future violazioni di standard morali. Questo sentimento incoraggia comportamenti prosociali e la ricerca di perdono o riconciliazione, facilitando l’auto-regolazione e il miglioramento delle relazioni interpersonali​​.
In sintesi, sia l’imbarazzo che la colpa sono emozioni self-conscious che regolano il comportamento sociale, contribuendo a mantenere un’immagine positiva di sé e a promuovere l’approvazione sociale. L’imbarazzo spinge a correggere comportamenti che possono essere giudicati negativamente dagli altri, mentre la colpa motiva a riparare i danni causati e a rispettare gli standard morali, mantenendo così il valore personale agli occhi degli altri​​.

315
Q

Qual è il ruolo degli standard valutativi nelle emozioni self-conscious?

A

Gli standard valutativi sono fondamentali nelle emozioni self-conscious perché fungono da metro di giudizio per il proprio comportamento e per quello degli altri. Questi standard, che possono essere interni o sociali, determinano se un’azione o una caratteristica personale viene considerata positiva o negativa, innescando le corrispondenti emozioni self-conscious (ad esempio, orgoglio per il raggiungimento di uno standard, vergogna per la violazione di uno standard).

316
Q

Come si differenziano le emozioni self-conscious in base al focus temporale?

A

Alcune emozioni self-conscious, come l’ansia sociale, sono orientate al futuro, poiché riguardano la preoccupazione per eventi o valutazioni che potrebbero avvenire. Altre, come l’imbarazzo, sono orientate al passato, in quanto si riferiscono a eventi o valutazioni già avvenuti. Questa distinzione temporale è importante per comprendere le dinamiche e le conseguenze di queste emozioni.

317
Q

Qual è il ruolo dell’autoriflessione nelle emozioni self-conscious?

A

L’autoriflessione è un processo cognitivo cruciale per le emozioni self-conscious, poiché implica la capacità di riflettere su se stessi, sulle proprie azioni, pensieri e sentimenti. Attraverso l’autoriflessione, l’individuo può valutare se stesso in relazione a standard interni o esterni, generando emozioni come orgoglio, colpa o vergogna.

318
Q

n che modo le emozioni self-conscious contribuiscono all’adattamento sociale?

A

Le emozioni self-conscious svolgono un ruolo importante nell’adattamento sociale in diversi modi:

Regolano il comportamento: Emozioni come la colpa o l’imbarazzo possono motivare l’individuo a correggere comportamenti socialmente inappropriati o a riparare eventuali danni causati agli altri.
Promuovono l’appartenenza al gruppo: Emozioni come l’orgoglio per i propri successi possono rafforzare il legame con il gruppo sociale e aumentare lo status dell’individuo all’interno del gruppo.
Facilitano la comunicazione non verbale: Le espressioni facciali e corporee associate alle emozioni self-conscious possono comunicare informazioni importanti agli altri membri del gruppo, favorendo la comprensione reciproca e la cooperazione.

319
Q

Come si distinguono le emozioni self-conscious in base all’intensità e alla pervasività nel sistema del sé?

A

Alcune emozioni self-conscious, come l’imbarazzo o la colpa, tendono ad essere transitorie e limitate a specifici contesti o azioni. Altre, come la vergogna o l’orgoglio intenso, possono essere più pervasive e influenzare in modo più profondo il concetto di sé dell’individuo. Questa distinzione è importante per comprendere l’impatto a lungo termine di queste emozioni sul benessere psicologico.

320
Q

Qual è il ruolo fondamentale dell’altro nella costruzione del Sé secondo il testo?

A

L’altro è un punto di riferimento imprescindibile per il Sé, fornendo modelli, standard di confronto, feedback e influenzando la percezione che abbiamo di noi stessi.

321
Q

In che modo l’altro influenza le reazioni emotive e la valutazione del Sé?

A

L’altro fornisce standard valutativi e aspettative, influenzando la scelta degli obiettivi e fornendo informazioni su cosa è bene o male. Inoltre, ci confrontiamo con l’altro (verso l’alto o verso il basso) per auto-accrescimento o miglioramento personale.

322
Q

Descrivi la teoria del “looking glass self” di Cooley.

A

La Teoria del “Looking Glass Self” di Charles Horton Cooley
La teoria del “Looking Glass Self” (sé come immagine riflessa) di Charles Horton Cooley, formulata nel 1902, propone che il concetto di sé di un individuo si sviluppi attraverso l’interazione con gli altri. Secondo Cooley, l’immagine che abbiamo di noi stessi è riflessa attraverso il modo in cui crediamo di essere percepiti dagli altri significativi.

Principali Elementi della Teoria
Percezione del Sé Attraverso gli Altri:
Cooley afferma che il sé è una costruzione sociale che riflette il modo in cui crediamo di apparire agli altri. Questo significa che il nostro concetto di sé è fortemente influenzato dalle reazioni e dalle opinioni degli altri su di noi.

Processo Trifasico:
La teoria di Cooley si articola in tre fasi principali:

Immaginazione dell’Aspetto: L’individuo immagina come appare agli altri.
Immaginazione del Giudizio: L’individuo immagina il giudizio degli altri su questo aspetto.
Sviluppo di un Sentimento: L’individuo sviluppa un sentimento o un’emozione (come orgoglio o vergogna) basato su questa percezione immaginata.
Interiorizzazione:
L’individuo elabora l’idea riflessa e la interiorizza, facendo sì che l’immagine di sé risulti parzialmente diretta dalle interpretazioni che attribuiamo a ciò che gli altri pensano di noi​​.

Influenza degli Altri Significativi
Gli studi di Cooley indicano che l’altro ha un impatto maggiore sulla costruzione del sé se è percepito come più autorevole, importante e saliente per la persona target. La coerenza con altre fonti informative aumenta l’influenza dell’altro sulla costruzione del sé​​.

Conferme Empiriche
Studi successivi di Bandura e Mischel hanno confermato che il concetto di sé è legato più alle valutazioni riflesse di sé (ciò che crediamo che gli altri pensino di noi) che ai report compilati da altri. Inoltre, studi di Kenny & DePaulo hanno mostrato che il concetto di sé è fortemente influenzato dalle valutazioni riflesse piuttosto che dalle valutazioni dirette degli altri​​.

In conclusione, la teoria del “Looking Glass Self” di Cooley sottolinea l’importanza dell’interazione sociale e delle percezioni altrui nella formazione e nel mantenimento del concetto di sé. L’immagine che abbiamo di noi stessi è, in gran parte, un riflesso delle nostre interpretazioni su come gli altri ci vedono.

323
Q

Cosa si intende per “mutual shaping” nella relazione adulto-bambino?

A

Si riferisce al processo bidirezionale in cui l’adulto influenza lo sviluppo del bambino, ma allo stesso tempo il bambino, con le sue reazioni e il suo temperamento, plasma l’adulto e la relazione stessa.

324
Q

Spiega il concetto di “self-with-other representation” di Andersen.

A

Il concetto di “self-with-other representation” di Andersen si riferisce a come le rappresentazioni mentali degli altri significativi influenzano l’interazione di una persona con altre persone. Ecco una spiegazione dettagliata:

Self-with-other Representation
Definizione: Andersen afferma che le persone hanno rappresentazioni mentali emotivamente cariche e cronologicamente accessibili degli altri significativi. Queste rappresentazioni, quando attivate in un contesto interpersonale, guidano l’interpretazione, l’azione e la risposta dell’individuo in quel contesto specifico.
Teoria If-Then: Andersen sviluppa questo concetto all’interno di una teoria “if-then” di natura interpersonale. Secondo questa teoria, se in un contesto interpersonale un cue (indizio) attiva una rappresentazione di un altro significativo, allora quella rappresentazione diventa rilevante per la persona presente in quel momento. Questo fenomeno è denominato “self-with-other representation”.
Attivazione Inconsapevole: Anche se l’individuo interagisce con uno sconosciuto che attiva un cue associato a un altro significativo, la rappresentazione strutturata di quest’ultimo può essere portata nella relazione attuale. L’individuo, quindi, si muove verso l’altro con le lenti della rappresentazione dell’altro significativo.
Processo di Transference
Esempio di Attivazione: Se uno sconosciuto possiede caratteristiche simili a quelle di un altro significativo, la rappresentazione dell’altro significativo può essere attivata inconsapevolmente. Questo processo influenza la percezione e il comportamento dell’individuo verso lo sconosciuto.
Effetti Cognitivi e Affettivi: Quando un pattern di rappresentazioni cognitivo-affettive di un altro significativo è attivato, ha effetti su vari processi, inclusi quelli cognitivi, affettivi e comportamentali. Ad esempio, la persona presente viene valutata coerentemente con la rappresentazione attivata dell’altro significativo.
Evidenze Empiriche: Gli studi sperimentali di Andersen mostrano che, quando vengono forniti dei cue che attivano la rappresentazione dell’altro significativo, si verificano specifiche conseguenze cognitive, affettive e comportamentali. I partecipanti tendono a trasferire le caratteristiche dell’altro significativo alla nuova persona, influenzando anche le loro aspettative di accettazione o rifiuto da parte della nuova persona​​.
In sintesi, il concetto di “self-with-other representation” di Andersen descrive come le rappresentazioni mentali degli altri significativi, attivate da cues specifici, influenzano la percezione e il comportamento di una persona nelle interazioni interpersonali attuali.

325
Q

Come si manifesta il concetto di “transference” nella vita quotidiana?

A

Se un nuovo collega ti ricorda un vecchio amico che ti ha tradito, potresti inconsciamente diffidare di lui, proiettando su di lui le caratteristiche negative dell’amico passato.

326
Q

Quali sono i principali ruoli che l’altro svolge rispetto al Sé, secondo il testo?

A

I Ruoli Principali che l’Altro Svolge rispetto al Sé
Secondo il testo, l’altro svolge vari ruoli critici rispetto al sé, influenzando la costruzione e il mantenimento del concetto di sé dell’individuo. Questi ruoli possono essere riassunti come segue:

  1. Reazioni Emotive
    L’altro influisce sulle reazioni emotive dell’individuo. Attraverso l’interazione, l’altro può suscitare diverse emozioni, positive o negative, che contribuiscono a modellare il concetto di sé. Queste reazioni possono essere particolarmente potenti quando provengono da persone significative per l’individuo, come familiari o amici intimi​​.
  2. Preservazione del Sé
    L’altro aiuta a preservare il concetto di sé attraverso relazioni sociali critiche. Le relazioni sociali forniscono feedback che confermano o sfidano il concetto di sé dell’individuo, contribuendo a mantenere un’immagine di sé positiva e coerente. Questo processo è essenziale per la stabilità emotiva e psicologica dell’individuo​​.
  3. Valutazione del Sé
    L’altro fornisce standard valutativi e aspettative che l’individuo utilizza per valutare i propri successi e fallimenti. Questi standard e aspettative possono diventare profezie auto-avveranti, influenzando il comportamento e le scelte dell’individuo. La valutazione del sé è quindi fortemente dipendente dalle percezioni e dai giudizi degli altri​​.
  4. Costruzione del Sé
    L’altro gioca un ruolo cruciale nella costruzione del sé, specialmente durante l’infanzia. Attraverso il dialogo e l’interazione quotidiana, l’altro trasmette al bambino schemi concettuali, rappresentazioni, valori, obiettivi e ruoli sociali. Questi elementi costituiscono la base su cui il bambino costruisce le proprie rappresentazioni di sé, degli altri e del mondo. Questo processo di costruzione del sé è bidirezionale, in quanto anche l’adulto può cambiare in base alla qualità della relazione con il bambino​​.
  5. Modello e Standard di Confronto
    L’altro funge da modello e standard con cui l’individuo si confronta. L’altro fornisce un punto di riferimento per il comportamento e le aspettative, aiutando l’individuo a definire chi è e quanto vale. Questo confronto può avvenire in diverse direzioni: verso il basso per autoaccrescimento e verso l’alto per self-enhancement e self-improvement​​.
  6. Influenza sulle Rappresentazioni Mentali
    Le rappresentazioni mentali degli altri significativi, come descritto da Andersen, sono emotivamente cariche e altamente accessibili. Queste rappresentazioni, quando attivate in contesti interpersonali, guidano l’interpretazione, l’azione e la risposta dell’individuo. Questo concetto, noto come “self-with-other representation,” indica che le interazioni presenti sono filtrate attraverso le rappresentazioni di altri significativi del passato, influenzando il comportamento e la percezione corrente​​.

In sintesi, l’altro svolge un ruolo multifacetico rispetto al sé, influenzando le emozioni, la valutazione, la costruzione e la preservazione del concetto di sé. Questi processi sono interconnessi e dinamici, riflettendo la complessità delle interazioni sociali e del loro impatto sulla personalità e sull’identità dell’individuo.

327
Q

In che modo le teorie più recenti descrivono la relazione adulto-bambino nella costruzione del Sé?

A

Le teorie più recenti sottolineano un processo bidirezionale di “mutual shaping”, in cui sia l’adulto che il bambino si influenzano e si modellano a vicenda.

328
Q

Come si sviluppa il Sé secondo Mead?

A

Secondo George Herbert Mead, lo sviluppo del Sé avviene attraverso un processo sociale interattivo. Mead distingue due fasi principali nello sviluppo del Sé: il gioco e il gioco organizzato.

Il Gioco (Play): In questa fase, i bambini imitano e assumono i ruoli degli altri, come genitori o figure significative. Attraverso questo processo di gioco di ruolo, iniziano a comprendere le prospettive altrui e sviluppano un’idea di sé come oggetto sociale. È un momento cruciale per il riconoscimento dell’Altro generalizzato, ovvero l’abilità di vedere se stessi attraverso gli occhi degli altri.

Il Gioco Organizzato (Game): In questa fase più avanzata, i bambini partecipano a giochi di squadra strutturati che richiedono la comprensione e l’adesione a regole comuni. Qui, sviluppano ulteriormente il Sé attraverso la consapevolezza di un sistema sociale più complesso e delle relazioni tra diversi ruoli. Questo porta alla formazione di un Sé completo, capace di operare all’interno delle norme e aspettative sociali.

Mead introduce anche i concetti di “Io” e “Me” per descrivere le componenti del Sé. Il “Me” rappresenta l’insieme delle aspettative e atteggiamenti della società interiorizzati dall’individuo, mentre l’“Io” è la risposta individuale a queste aspettative, esprimendo l’originalità e la creatività personale. L’interazione dinamica tra “Io” e “Me” permette all’individuo di adattarsi e rispondere alle situazioni sociali in modo flessibile.

In sintesi, il Sé secondo Mead è un prodotto dell’interazione sociale, sviluppato attraverso il processo di gioco di ruolo e la partecipazione a giochi organizzati, culminando in un equilibrio dinamico tra aspettative sociali e risposte individuali.

329
Q

Quali sono le principali strategie di interazione che l’individuo adotta verso l’altro, secondo il testo?

A

Secondo il testo, le principali strategie di interazione che l’individuo adotta verso l’altro includono:

Suscitare un’impressione di competenza e capacità: Le persone cercano di apparire competenti e capaci per ottenere rispetto e piacere da parte degli altri.
Suscitare un’impressione di onestà e irreprensibilità: Cercano di apparire oneste e moralmente irreprensibili per essere emulati dagli altri.
Strategie intimidatorie: Utilizzano l’intimidazione per convincere l’altro della propria pericolosità o potere, basandosi sia sulla forza sia sulla debolezza.
Evidenziare le debolezze per ottenere vantaggi: Mettono in risalto le proprie debolezze per trarre vantaggi dall’interazione con l’altro.
Queste strategie di autopresentazione sono generalmente utilizzate in modo non consapevole poiché l’idea di non essere autentici è socialmente indesiderabile e mina l’autostima. Il tipo di strategia adottata dipende dai tratti o stili comportamentali dell’individuo, dalla persona con cui si sta interagendo e dalla probabilità percepita di ottenere ciò che si desidera senza pagare un costo eccessivo .

330
Q

Quali sono le due dimensioni fondamentali lungo le quali gestiamo le relazioni interpersonali, secondo Sullivan?

A

Secondo Sullivan, le due dimensioni fondamentali sono il potere (power) e l’amore (love).

331
Q

Quali sono gli effetti dell’attivazione della “self-with-other representation” secondo Andersen?

A

Secondo Andersen, l’attivazione della “self-with-other representation” ha vari effetti significativi a livello cognitivo, affettivo, comportamentale e di autoregolazione. Questi effetti sono osservabili quando un cue o indizio attiva la rappresentazione di un altro significativo in un nuovo contesto interpersonale. Ecco i principali effetti:

Processi cognitivi: Si verifica un effetto di propagazione, dove le caratteristiche salienti dell’altro significativo vengono attribuite anche alla nuova persona, anche se non esplicitamente menzionate.
Processi affettivi: La componente affettiva positiva o negativa della relazione con l’altro significativo si manifesta anche nella relazione con la nuova persona. Questo include il trasference implicito e non consapevole di elementi propri della rappresentazione dell’altro significativo.
Processi e comportamenti interpersonali: L’individuo gestisce la relazione con la nuova persona coerentemente con la rappresentazione attivata dell’altro significativo, influenzando la valutazione della piacevolezza e delle aspettative di accettazione o rifiuto.
Processi di autoregolazione: L’attivazione della rappresentazione dell’altro significativo guida l’interpretazione, l’azione e la risposta dell’individuo nel contesto attuale.
In sintesi, quando viene attivata una rappresentazione di un altro significativo, essa influenza il modo in cui l’individuo percepisce, sente e si comporta con la nuova persona, basandosi sulle esperienze e caratteristiche associate alla relazione con l’altro significativo​​.

332
Q

Quali sono le principali differenze tra l’approccio nomotetico e quello idiografico nello studio della personalità?

A

L’approccio nomotetico mira a identificare leggi generali che spieghino il comportamento della maggior parte degli individui. Utilizza metodi quantitativi come test e esperimenti su ampi campioni di persone.
L’approccio idiografico si concentra sull’unicità dell’individuo e su ciò che lo differenzia dagli altri. Utilizza metodi qualitativi come l’analisi del narrato autobiografico e le produzioni libere.

333
Q

In che modo l’approccio nomotetico e quello idiografico possono essere considerati complementari?

A

L’approccio nomotetico fornisce un quadro teorico generale che può guidare lo studio del singolo individuo (approccio idiografico).
L’approccio idiografico può verificare la validità delle teorie generali e suggerire nuove ipotesi da testare con metodi nomotetici.

334
Q

Quali sono gli strumenti tradizionali utilizzati nell’approccio idiografico e quali sono le loro caratteristiche essenziali?

A

Strumenti Tradizionali dell’Approccio Idiografico e le loro Caratteristiche Essenziali
L’approccio idiografico si concentra sull’analisi del singolo individuo, esaminando i suoi pensieri, sentimenti e comportamenti unici. Questo approccio contrasta con l’approccio nomotetico, che mira a identificare leggi generali applicabili a un ampio campione di persone. Gli strumenti tradizionali utilizzati nell’approccio idiografico e le loro caratteristiche essenziali sono descritti come segue:

Strumenti Tradizionali
Colloquio Clinico:

Descrizione: Un’intervista approfondita e aperta con il soggetto, volta a esplorare la sua storia personale, i suoi sentimenti, pensieri e comportamenti in modo dettagliato.
Caratteristiche:
Scarsa strutturazione delle domande, permettendo risposte aperte e dettagliate.
Focus sull’esperienza soggettiva e sulla narrazione personale.
Test Proiettivi:

Descrizione: Test psicologici che utilizzano stimoli ambigui o non strutturati per rivelare aspetti nascosti della personalità dell’individuo.
Categorie:
Metodi proiettivi tematici (es. TAT, CAT, Pate-Noir): Utilizzano immagini ambigue che il soggetto deve interpretare o raccontare una storia su di esse.
Metodi proiettivi strutturali (es. Rorschach, Z Test): Utilizzano macchie d’inchiostro o stimoli visivi strutturati per analizzare le risposte del soggetto.
Metodi proiettivi costruttivi (es. Test del Villaggio): Richiedono al soggetto di costruire o organizzare stimoli in modo significativo.
Metodi proiettivi di completamento (es. Favole di Duss): Chiedono al soggetto di completare frasi o storie incomplete.
Metodi proiettivi grafici (es. Disegno della Persona, Disegno dell’Albero, Disegno della Famiglia): Richiedono al soggetto di disegnare scene o oggetti specifici, interpretando i disegni come riflesso dei processi interni del soggetto.
Caratteristiche Essenziali degli Strumenti Idiografici
Scarsa Strutturazione degli Stimoli:

Stimoli ambigui o non strutturati permettono al soggetto di proiettare la propria struttura interna, riflettendo aspetti unici della sua personalità.
Scarsa Strutturazione della Consegna:

Le istruzioni sono generali e non direttive, permettendo al soggetto di rispondere in modo libero e personale.
Risposta Aperta:

Le risposte non sono predefinite o limitate, ma permettono un’espressione completa e dettagliata dei pensieri e dei sentimenti del soggetto.
Importanza dell’Approccio Idiografico
L’approccio idiografico permette di comprendere le dinamiche interiori e le strutture uniche della personalità di un individuo, che i metodi nomotetici possono non rilevare. Questo approccio è essenziale per:

Verificare la validità delle teorie generali nel contesto del singolo individuo.
Suggerire nuovi meccanismi di funzionamento e ipotesi generali.
Comparare l’efficacia esplicativa di diverse teorie generali nei domini specifici.
L’approccio idiografico, quindi, offre una comprensione profonda e dettagliata del funzionamento individuale, integrando e completando le scoperte ottenute con l’approccio nomotetico​​.

335
Q

Qual è il ruolo del colloquio clinico e dei test proiettivi nell’indagine idiografica della personalità?

A

Il colloquio clinico permette di esplorare in profondità i pensieri, i sentimenti e le esperienze dell’individuo.
I test proiettivi offrono stimoli ambigui che l’individuo interpreta in base alla propria personalità, rivelando aspetti inconsci o difficili da esprimere direttamente.

336
Q

Cosa si intende per “leggi idiografiche” e come si differenziano dalle leggi generali?

A

Le leggi idiografiche sono principi che governano il funzionamento del singolo individuo e non sono necessariamente applicabili ad altri.
Le leggi generali, invece, cercano di spiegare il comportamento della maggior parte delle persone.

337
Q
A