Teorie dei tratti Flashcards
Cosa sono i tratti?
I tratti sono le strutture della personalità e sono le nostre qualità distintive, gli elementi portanti della personalità, che determinano le nostre modalità tipiche di pensare, agire e sentire.
I tratti hanno una base biologica.
Come si manifestano i tratti?
I tratti si manifestano direttamente tramite i nostri comportamenti osservabili, ma anche attraverso cognizioni ed emozioni.
Nella teoria dei tratti il comportamento è predeterminato dalla genetica?
Nonostante la T. dei tratti dia particolare peso al ruolo della genetica, il fatto che un tratto disposizionale abbia base biologica non significa che ci sia una predeterminazione delle caratteristiche comportamentali dell’individuo su base genetica.
Il ruolo del tempo nelle teorie dei tratti?
Il ruolo del tempo si basa su uno storicismo lineare, vale a dire un andamento temporale che va dal passato, verso il presente, verso il futuro, che viene previsto a partire dalle informazioni passate e presenti.
Perché nelle teorie disposizionali la consistency-intraindividuale equivale alla consistency-interindividuale?
Le teorie disposizionali lavorano su ampi campioni di individui e si assume che ciò che emerge dal campione sia valido anche per descrivere le differenze individuali e spiegare il funzionamento del singolo individuo.
Cosa sono le costanti comportamentali nella teoria delle disposizioni?
Sono quei comportamenti (cognizioni ed emozioni) che un individuo tende a manifestare con maggiore regolarità di altri, indipendentemente dall’eterogeneità delle situazioni in cui agisce e del trascorrere del tempo.
Secondo il modello che concilia teorie disposizionali e cognitivo sociali quali sono i determinanti distali di un comportamento e quali sono quelli prossimali?
Secondo questo modello, le determinanti prossimali del comportamento sono le rappresentazioni cognitive e affettive, mentre le determinanti distali sono i tratti, i quali a loro volta hanno una base biologica.
Pagina 4 della dispensa corretta.
Perché i comportamenti i comportamenti specifici non sono rivelatori di tratti?
Perchè tali comportamenti potrebbero essere occasionali.
A cosa servono le tecniche di riduzione dei dati?
Attraverso tali tecniche si organizzano comportamenti, emozioni, cognizioni in categorie più generali, accorpandoli per omogeneità e similitudine, che svelano così le differenze individuali più rilevanti.
Cosa sono e come si ottengono le costanti comportamentali?
Sintetizzando i singoli comportamenti si ottengono le costanti comportamentali, vale a dire comportamenti stabili e diffusi. Questi diventano categorie di medio livello della tassonomia.
Cosa rappresentano e come vengono inferiti i tratti nelle tassonomie?
Dato che il comportamento viene considerato come manifestazione del tratto sotteso, dalle costanti comportamentali vengono inferiti i tratti, che sono costrutti psicologici e costituiscono le categorie o dimensioni sovraordinate di un sistema tassonomico. Le dimensioni della personalità sovraordinate sono le fondamentali dimensioni della personalità.
Quindi, tramite le tassonomie, è possibile desumere l’appartenenza di un determinato comportamento a un tratto.
Quali sono le tecniche di analisi utilizzate per la costruzione di tassonomie?
Validazione psicometrica, riduzione dei dati via ACP e AFC (validazione interna), correlati esterni sperimentali (validazione esterna).
Quali sono i metodi più utilizzati per la costruzione di tassonomie?
Osservazione, questionari, produzione libera, self-report, peer report, tempi di reazione
Per cosa sono utili le tassonomie?
Le tassonomie sono utili per vari motivi nelle teorie della personalità e delle differenze individuali:
Classificazione Sistemica delle Differenze Individuali:
Le tassonomie permettono di organizzare sistematicamente le differenze individuali, facilitando la comprensione e la comunicazione delle varie caratteristiche della personalità.
Definizione delle Componenti Distintive dei Tratti:
Aiutano a definire quali sono le componenti distintive di un tratto. Questo è importante perché una stessa etichetta per un tratto potrebbe avere componenti diverse nelle varie tassonomie, il che implicherebbe che si tratta di costrutti psicologici differenti.
Inferenza dei Tratti dai Comportamenti:
Attraverso l’analisi delle costanti comportamentali, le tassonomie permettono di inferire i tratti della personalità. Questo processo implica che il comportamento osservabile può essere utilizzato per dedurre la presenza di determinati tratti psicologici.
Tecniche di Analisi e Validazione:
Le tassonomie utilizzano tecniche di analisi come la validazione psicometrica, la riduzione dei dati tramite Analisi delle Componenti Principali (ACP) e Analisi Fattoriale Confermativa (AFC), nonché correlati esterni e sperimentali per la validazione esterna. Queste tecniche aiutano a ottenere associazioni descrittive affidabili.
Uso di Diversi Metodi di Rilevazione:
La costruzione delle tassonomie può avvenire tramite vari metodi come l’osservazione, i questionari, la produzione libera, il self-report, il peer report, e i tempi di reazione. Tra questi, il questionario e in particolare il self-report sono tra i più utilizzati.
Aggregazione dei Dati:
L’aggregazione dei dati permette di controllare l’errore casuale e di misurazione, nonché la variabilità cross-situazionale casuale (noise), facendo emergere le differenze individuali globali.
In sintesi, le tassonomie forniscono una struttura per la classificazione e l’analisi delle differenze individuali nella personalità, facilitando la comprensione dei tratti attraverso l’osservazione e l’analisi dei comportamenti e delle caratteristiche psicologiche.
Teorie deboli dei tratti?
Sono teorie bottom-up, le quali, dall’empirico, vanno verso una rappresentazione maggiormente astratta e teorica. L’obiettivo di tali teorie è descrittivo e, di sintetizzazione delle informazioni tramite le tecniche psicometriche, riducendole in poche dimensioni. La classificazione e riduzione delle informazioni non ha obiettivi esplicativi. Le teorie deboli non fanno assunzioni sul perché gli item che rientrano nella medesima dimensione sono correlati tra di loro, bensì si limitano a descrivere la loro correlazione (ad esempio, chi piange facilmente tende anche a svilirsi facilmente), ma non viene spiegata in funzione di un tratto sotteso.
Teorie forti dei tratti?
Le teorie forti assumono che esista una disposizione latente che descrive e spiega i correlati (coerenze) comportamentali. Le teorie forti partono dall’assunzione teorica che esistano dei tratti latenti che determinano certe costanti comportamentali. Successivamente, le costanti comportamentali ottenute a partire dalla sintesi dei dati diventano la prova empirica del tratto sotteso.
Secondo le teorie forti, il tratto svela e determina il comportamento.
Ciò significa che le costanti
comportamentali dipendono e al contempo svelano i tratti della personalità: i comportamenti dipendono dai tratti e allo stesso tempo sono indicatori dei tratti che ci contraddistinguono.
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Concetti chiave e nozioni dalle teorie forti dei tratti:
1. Tratti latenti:
Esistono disposizioni stabili e profonde (tratti latenti) che influenzano il comportamento.
Questi tratti non sono direttamente osservabili, ma si inferiscono dai comportamenti correlati.
2. Costanti comportamentali:
I tratti latenti si manifestano come coerenze (costanti comportamentali) nel comportamento.
La correlazione tra due o più comportamenti indica la presenza di un tratto latente sottostante.
3. Causalità circolare:
Le teorie forti propongono una relazione circolare tra tratti e comportamenti.
I tratti determinano i comportamenti, ma allo stesso tempo i comportamenti rivelano i tratti.
4. Critiche:
Questo ragionamento circolare viola il principio di separazione tra causa ed effetto.
Le teorie forti non considerano fattori ambientali e sociali nell’influenzare il comportamento.
Si concentrano solo sulle differenze individuali di origine biologica.
5. Esempio:
Il tratto “estroversione” si potrebbe inferire dalla correlazione tra comportamenti come socializzare, parlare in pubblico e cercare il contatto con gli altri.
Note:
Le teorie forti dei tratti sono state criticate per la loro semplicità e per la loro mancata considerazione di fattori esterni all’individuo.
Tuttavia, esse offrono un quadro concettuale utile per comprendere la stabilità e la coerenza del comportamento umano.
Cosa si intende per temperamento?
Per temperamento si intende un insieme di caratteristiche individuali, osservabili nel comportamento, che hanno un substrato genetico e fisiologico, interessano ampiamente l’emozionalità, si manifestano entro il primo anno di vita e sono relativamente stabili nel tempo.
Definizione di personalità?
La definizione di personalità si riferisce in modo più inclusivo alle tendenze relativamente stabili e coerenti che le persone hanno di comportarsi, pensare e sentire. La personalità si sviluppa in interazione con l’ambiente e le esperienze.
Qual è la differenza tra tratti temperamentali e tratti di personalità?
- Tratti del temperamento: sono le modalità distintive del comportamento che compaiono nei primi anni di vita e si assume che dipendano da una base genetica e fisiologica.
- Tratti della personalità: sono le regolarità comportamentali osservabili nell’età adulta11, che si assume siano il risultato dell’impatto sia biologico sia ambientale sull’individuo. Si ipotizza che l’età scolare (6-12 anni) rappresenti il periodo cruciale di sviluppo dei tratti di personalità dalla matrice temperamentale attraverso l’interazione con l’ambiente.
Quindi, i tratti temperamentali costituiscono la base biologica da cui si sviluppano i tratti di personalità attraverso l’interazione tra l’individuo e l’ambiente. La personalità è la risultante di effetti diretti della matrice temperamentale, di effetti diretti dell’ambiente e di effetti di interazione tra temperamento e ambiente.
- Qual è la definizione centrale della personalità all’interno del quadro teorico delle teorie disposizionali?
La personalità è definita come un insieme di tratti o disposizioni, che sono le strutture della personalità e rappresentano le qualità distintive che determinano le modalità tipiche di pensare, agire e sentire di un individuo.
- In che modo i tratti disposizionali influenzano i comportamenti, le cognizioni e le emozioni di un individuo?
I tratti disposizionali, ovvero le caratteristiche di personalità stabili e relativamente durature, influenzano i comportamenti, le cognizioni e le emozioni di un individuo in molteplici modi:
Comportamenti:
–Tendenza ad agire in un certo modo: I tratti indirizzano le nostre scelte e azioni. Ad esempio, un individuo estroverso sarà più propenso a socializzare e cercare il contatto con gli altri, mentre un individuo introverso preferirà attività solitarie.
–Modalità di affrontare le situazioni: I tratti influenzano come affrontiamo le sfide e le difficoltà. Ad esempio, un individuo coscienzioso sarà più organizzato e metodico nel risolvere un problema, mentre un individuo nevrotico tenderà ad essere più ansioso e preoccupato.
–Persistenza nel perseguire obiettivi: I tratti determinano la nostra tenacia e la motivazione nel raggiungere i traguardi. Ad esempio, un individuo tenace sarà più persistente nel superare gli ostacoli, mentre un individuo incostante tenderà a mollare più facilmente.
Cognizioni:
–Modo di interpretare il mondo: I tratti influenzano il nostro modo di percepire e interpretare le informazioni e gli eventi. Ad esempio, un individuo ottimista tenderà a vedere il lato positivo delle situazioni, mentre un individuo pessimista tenderà a concentrarsi sugli aspetti negativi.
–Formazione di credenze e atteggiamenti: I tratti contribuiscono alla formazione delle nostre convinzioni e atteggiamenti riguardo a sé stessi, agli altri e al mondo in generale. Ad esempio, un individuo sicuro di sé avrà una visione positiva di sé e delle proprie capacità, mentre un individuo insicuro tenderà a dubitare di sé e delle proprie potenzialità.
–Processo decisionale: I tratti influenzano il modo in cui prendiamo decisioni, valutando le diverse opzioni e scegliendo quella che meglio si adatta alle nostre tendenze personali.
Emozioni:
–Intensità e frequenza delle emozioni: I tratti influenzano la propensione a provare determinate emozioni e la loro intensità. Ad esempio, un individuo emotivo tenderà a provare emozioni più forti e frequenti, sia positive che negative, rispetto a un individuo più stoico.
–Modalità di espressione delle emozioni: I tratti influenzano il modo in cui esprimiamo le nostre emozioni, sia verbalmente che non verbalmente. Ad esempio, un individuo estroverso sarà più esplicito nell’esprimere le proprie emozioni, mentre un individuo introverso tenderà ad essere più riservato.
–Capacità di regolazione emotiva: I tratti influenzano la nostra capacità di gestire e regolare le nostre emozioni. Ad esempio, un individuo con un buon controllo emotivo sarà in grado di gestire le proprie emozioni in modo efficace, anche in situazioni difficili, mentre un individuo con un controllo emotivo scarso tenderà a lasciarsi sopraffare dalle emozioni.
L’influenza dei tratti disposizionali su comportamenti, cognizioni ed emozioni non è un processo rigido e deterministico. Diverse variabili, come l’ambiente, le esperienze individuali e le relazioni interpersonali, possono modulare l’impatto dei tratti e contribuire alla complessità e unicità di ogni individuo.Da formulare una risposta corretta.
- Cosa si intende per stabilità relativa dei tratti della personalità attraverso contesti e nel tempo?
Significa che i tratti della personalità sono relativamente coerenti e stabili sia attraverso diversi contesti (ruoli ambientali) che nel corso del tempo (storicismo lineare).
- Qual è il ruolo della base biologica nella comprensione dei tratti disposizionali e perché non implica una predeterminazione del comportamento?
I tratti disposizionali hanno una base biologica (fisiologica e genetica). È importante notare che il fatto che un tratto disposizionale abbia una base biologica non implica una predeterminazione del comportamento individuale da parte della genetica.
- Perché le teorie disposizionali privilegiano gli aspetti stabili della personalità rispetto alle componenti dinamiche?
Le teorie disposizionali, incentrate sui tratti di personalità stabili, privilegiano questi aspetti per diversi motivi:
- Facilità di misurazione e previsione: I tratti stabili, come estroversione o nevrosi, sono più semplici da misurare e valutare rispetto a componenti dinamiche e transitorie come stati d’animo o emozioni. Questo permette di creare strumenti di assessment (questionari, test) più strutturati e oggettivi, facilitando la ricerca e la comparazione tra individui.
- Coerenza nel tempo: I tratti di personalità tendono a mostrare una certa stabilità nel tempo, seppur con fluttuazioni. Questo permette di fare previsioni sul comportamento futuro di un individuo, con maggiore accuratezza rispetto a componenti dinamiche che cambiano più repentinamente.
- Spiegazione delle differenze individuali: Le teorie disposizionali offrono un quadro per comprendere le differenze stabili tra persone in termini di personalità. I tratti permettono di descrivere e categorizzare gli individui, aiutando a predire come si comporteranno in diverse situazioni.
- Ricerca di leggi universali: L’idea di tratti universali, presenti in tutti gli individui con gradazioni diverse, permette di ricercare leggi e principi generali che regolano la personalità. Questo approccio nomotetico facilita la comparazione tra culture e contesti differenti.
Tuttavia, è importante sottolineare che le teorie disposizionali non negano l’esistenza di componenti dinamiche della personalità. Modelli più recenti integrano aspetti sia stabili che transitori, riconoscendo l’interazione tra tratti, stati d’animo, emozioni e l’ambiente circostante.
L’enfasi sugli aspetti stabili rimane comunque un punto di forza di queste teorie, offrendo un solido punto di partenza per comprendere le differenze individuali e la natura umana in generale.