Teorie dei tratti Flashcards

1
Q

Cosa sono i tratti?

A

I tratti sono le strutture della personalità e sono le nostre qualità distintive, gli elementi portanti della personalità, che determinano le nostre modalità tipiche di pensare, agire e sentire.
I tratti hanno una base biologica.

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2
Q

Come si manifestano i tratti?

A

I tratti si manifestano direttamente tramite i nostri comportamenti osservabili, ma anche attraverso cognizioni ed emozioni.

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3
Q

Nella teoria dei tratti il comportamento è predeterminato dalla genetica?

A

Nonostante la T. dei tratti dia particolare peso al ruolo della genetica, il fatto che un tratto disposizionale abbia base biologica non significa che ci sia una predeterminazione delle caratteristiche comportamentali dell’individuo su base genetica.

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4
Q

Il ruolo del tempo nelle teorie dei tratti?

A

Il ruolo del tempo si basa su uno storicismo lineare, vale a dire un andamento temporale che va dal passato, verso il presente, verso il futuro, che viene previsto a partire dalle informazioni passate e presenti.

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5
Q

Perché nelle teorie disposizionali la consistency-intraindividuale equivale alla consistency-interindividuale?

A

Le teorie disposizionali lavorano su ampi campioni di individui e si assume che ciò che emerge dal campione sia valido anche per descrivere le differenze individuali e spiegare il funzionamento del singolo individuo.

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6
Q

Cosa sono le costanti comportamentali nella teoria delle disposizioni?

A

Sono quei comportamenti (cognizioni ed emozioni) che un individuo tende a manifestare con maggiore regolarità di altri, indipendentemente dall’eterogeneità delle situazioni in cui agisce e del trascorrere del tempo.

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7
Q

Secondo il modello che concilia teorie disposizionali e cognitivo sociali quali sono i determinanti distali di un comportamento e quali sono quelli prossimali?

A

Secondo questo modello, le determinanti prossimali del comportamento sono le rappresentazioni cognitive e affettive, mentre le determinanti distali sono i tratti, i quali a loro volta hanno una base biologica.
Pagina 4 della dispensa corretta.

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8
Q

Perché i comportamenti i comportamenti specifici non sono rivelatori di tratti?

A

Perchè tali comportamenti potrebbero essere occasionali.

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9
Q

A cosa servono le tecniche di riduzione dei dati?

A

Attraverso tali tecniche si organizzano comportamenti, emozioni, cognizioni in categorie più generali, accorpandoli per omogeneità e similitudine, che svelano così le differenze individuali più rilevanti.

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10
Q

Cosa sono e come si ottengono le costanti comportamentali?

A

Sintetizzando i singoli comportamenti si ottengono le costanti comportamentali, vale a dire comportamenti stabili e diffusi. Questi diventano categorie di medio livello della tassonomia.

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11
Q

Cosa rappresentano e come vengono inferiti i tratti nelle tassonomie?

A

Dato che il comportamento viene considerato come manifestazione del tratto sotteso, dalle costanti comportamentali vengono inferiti i tratti, che sono costrutti psicologici e costituiscono le categorie o dimensioni sovraordinate di un sistema tassonomico. Le dimensioni della personalità sovraordinate sono le fondamentali dimensioni della personalità.

Quindi, tramite le tassonomie, è possibile desumere l’appartenenza di un determinato comportamento a un tratto.

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12
Q

Quali sono le tecniche di analisi utilizzate per la costruzione di tassonomie?

A

Validazione psicometrica, riduzione dei dati via ACP e AFC (validazione interna), correlati esterni sperimentali (validazione esterna).

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13
Q

Quali sono i metodi più utilizzati per la costruzione di tassonomie?

A

Osservazione, questionari, produzione libera, self-report, peer report, tempi di reazione

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14
Q

Per cosa sono utili le tassonomie?

A

Le tassonomie sono utili per vari motivi nelle teorie della personalità e delle differenze individuali:

Classificazione Sistemica delle Differenze Individuali:

Le tassonomie permettono di organizzare sistematicamente le differenze individuali, facilitando la comprensione e la comunicazione delle varie caratteristiche della personalità.
Definizione delle Componenti Distintive dei Tratti:

Aiutano a definire quali sono le componenti distintive di un tratto. Questo è importante perché una stessa etichetta per un tratto potrebbe avere componenti diverse nelle varie tassonomie, il che implicherebbe che si tratta di costrutti psicologici differenti.
Inferenza dei Tratti dai Comportamenti:

Attraverso l’analisi delle costanti comportamentali, le tassonomie permettono di inferire i tratti della personalità. Questo processo implica che il comportamento osservabile può essere utilizzato per dedurre la presenza di determinati tratti psicologici.
Tecniche di Analisi e Validazione:

Le tassonomie utilizzano tecniche di analisi come la validazione psicometrica, la riduzione dei dati tramite Analisi delle Componenti Principali (ACP) e Analisi Fattoriale Confermativa (AFC), nonché correlati esterni e sperimentali per la validazione esterna. Queste tecniche aiutano a ottenere associazioni descrittive affidabili.
Uso di Diversi Metodi di Rilevazione:

La costruzione delle tassonomie può avvenire tramite vari metodi come l’osservazione, i questionari, la produzione libera, il self-report, il peer report, e i tempi di reazione. Tra questi, il questionario e in particolare il self-report sono tra i più utilizzati.
Aggregazione dei Dati:

L’aggregazione dei dati permette di controllare l’errore casuale e di misurazione, nonché la variabilità cross-situazionale casuale (noise), facendo emergere le differenze individuali globali.
In sintesi, le tassonomie forniscono una struttura per la classificazione e l’analisi delle differenze individuali nella personalità, facilitando la comprensione dei tratti attraverso l’osservazione e l’analisi dei comportamenti e delle caratteristiche psicologiche​​.

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15
Q

Teorie deboli dei tratti?

A

Sono teorie bottom-up, le quali, dall’empirico, vanno verso una rappresentazione maggiormente astratta e teorica. L’obiettivo di tali teorie è descrittivo e, di sintetizzazione delle informazioni tramite le tecniche psicometriche, riducendole in poche dimensioni. La classificazione e riduzione delle informazioni non ha obiettivi esplicativi. Le teorie deboli non fanno assunzioni sul perché gli item che rientrano nella medesima dimensione sono correlati tra di loro, bensì si limitano a descrivere la loro correlazione (ad esempio, chi piange facilmente tende anche a svilirsi facilmente), ma non viene spiegata in funzione di un tratto sotteso.

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16
Q

Teorie forti dei tratti?

A

Le teorie forti assumono che esista una disposizione latente che descrive e spiega i correlati (coerenze) comportamentali. Le teorie forti partono dall’assunzione teorica che esistano dei tratti latenti che determinano certe costanti comportamentali. Successivamente, le costanti comportamentali ottenute a partire dalla sintesi dei dati diventano la prova empirica del tratto sotteso.
Secondo le teorie forti, il tratto svela e determina il comportamento.
Ciò significa che le costanti
comportamentali dipendono e al contempo svelano i tratti della personalità: i comportamenti dipendono dai tratti e allo stesso tempo sono indicatori dei tratti che ci contraddistinguono.
///////////////////////////////////////////
Concetti chiave e nozioni dalle teorie forti dei tratti:
1. Tratti latenti:

Esistono disposizioni stabili e profonde (tratti latenti) che influenzano il comportamento.
Questi tratti non sono direttamente osservabili, ma si inferiscono dai comportamenti correlati.
2. Costanti comportamentali:

I tratti latenti si manifestano come coerenze (costanti comportamentali) nel comportamento.
La correlazione tra due o più comportamenti indica la presenza di un tratto latente sottostante.
3. Causalità circolare:

Le teorie forti propongono una relazione circolare tra tratti e comportamenti.
I tratti determinano i comportamenti, ma allo stesso tempo i comportamenti rivelano i tratti.
4. Critiche:

Questo ragionamento circolare viola il principio di separazione tra causa ed effetto.
Le teorie forti non considerano fattori ambientali e sociali nell’influenzare il comportamento.
Si concentrano solo sulle differenze individuali di origine biologica.
5. Esempio:

Il tratto “estroversione” si potrebbe inferire dalla correlazione tra comportamenti come socializzare, parlare in pubblico e cercare il contatto con gli altri.
Note:

Le teorie forti dei tratti sono state criticate per la loro semplicità e per la loro mancata considerazione di fattori esterni all’individuo.
Tuttavia, esse offrono un quadro concettuale utile per comprendere la stabilità e la coerenza del comportamento umano.

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17
Q

Cosa si intende per temperamento?

A

Per temperamento si intende un insieme di caratteristiche individuali, osservabili nel comportamento, che hanno un substrato genetico e fisiologico, interessano ampiamente l’emozionalità, si manifestano entro il primo anno di vita e sono relativamente stabili nel tempo.

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18
Q

Definizione di personalità?

A

La definizione di personalità si riferisce in modo più inclusivo alle tendenze relativamente stabili e coerenti che le persone hanno di comportarsi, pensare e sentire. La personalità si sviluppa in interazione con l’ambiente e le esperienze.

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19
Q

Qual è la differenza tra tratti temperamentali e tratti di personalità?

A
  • Tratti del temperamento: sono le modalità distintive del comportamento che compaiono nei primi anni di vita e si assume che dipendano da una base genetica e fisiologica.
  • Tratti della personalità: sono le regolarità comportamentali osservabili nell’età adulta11, che si assume siano il risultato dell’impatto sia biologico sia ambientale sull’individuo. Si ipotizza che l’età scolare (6-12 anni) rappresenti il periodo cruciale di sviluppo dei tratti di personalità dalla matrice temperamentale attraverso l’interazione con l’ambiente.

Quindi, i tratti temperamentali costituiscono la base biologica da cui si sviluppano i tratti di personalità attraverso l’interazione tra l’individuo e l’ambiente. La personalità è la risultante di effetti diretti della matrice temperamentale, di effetti diretti dell’ambiente e di effetti di interazione tra temperamento e ambiente.

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20
Q
  1. Qual è la definizione centrale della personalità all’interno del quadro teorico delle teorie disposizionali?
A

La personalità è definita come un insieme di tratti o disposizioni, che sono le strutture della personalità e rappresentano le qualità distintive che determinano le modalità tipiche di pensare, agire e sentire di un individuo.

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21
Q
  1. In che modo i tratti disposizionali influenzano i comportamenti, le cognizioni e le emozioni di un individuo?
A

I tratti disposizionali, ovvero le caratteristiche di personalità stabili e relativamente durature, influenzano i comportamenti, le cognizioni e le emozioni di un individuo in molteplici modi:

Comportamenti:

–Tendenza ad agire in un certo modo: I tratti indirizzano le nostre scelte e azioni. Ad esempio, un individuo estroverso sarà più propenso a socializzare e cercare il contatto con gli altri, mentre un individuo introverso preferirà attività solitarie.
–Modalità di affrontare le situazioni: I tratti influenzano come affrontiamo le sfide e le difficoltà. Ad esempio, un individuo coscienzioso sarà più organizzato e metodico nel risolvere un problema, mentre un individuo nevrotico tenderà ad essere più ansioso e preoccupato.
–Persistenza nel perseguire obiettivi: I tratti determinano la nostra tenacia e la motivazione nel raggiungere i traguardi. Ad esempio, un individuo tenace sarà più persistente nel superare gli ostacoli, mentre un individuo incostante tenderà a mollare più facilmente.

Cognizioni:
–Modo di interpretare il mondo: I tratti influenzano il nostro modo di percepire e interpretare le informazioni e gli eventi. Ad esempio, un individuo ottimista tenderà a vedere il lato positivo delle situazioni, mentre un individuo pessimista tenderà a concentrarsi sugli aspetti negativi.
–Formazione di credenze e atteggiamenti: I tratti contribuiscono alla formazione delle nostre convinzioni e atteggiamenti riguardo a sé stessi, agli altri e al mondo in generale. Ad esempio, un individuo sicuro di sé avrà una visione positiva di sé e delle proprie capacità, mentre un individuo insicuro tenderà a dubitare di sé e delle proprie potenzialità.
–Processo decisionale: I tratti influenzano il modo in cui prendiamo decisioni, valutando le diverse opzioni e scegliendo quella che meglio si adatta alle nostre tendenze personali.

Emozioni:
–Intensità e frequenza delle emozioni: I tratti influenzano la propensione a provare determinate emozioni e la loro intensità. Ad esempio, un individuo emotivo tenderà a provare emozioni più forti e frequenti, sia positive che negative, rispetto a un individuo più stoico.
–Modalità di espressione delle emozioni: I tratti influenzano il modo in cui esprimiamo le nostre emozioni, sia verbalmente che non verbalmente. Ad esempio, un individuo estroverso sarà più esplicito nell’esprimere le proprie emozioni, mentre un individuo introverso tenderà ad essere più riservato.
–Capacità di regolazione emotiva: I tratti influenzano la nostra capacità di gestire e regolare le nostre emozioni. Ad esempio, un individuo con un buon controllo emotivo sarà in grado di gestire le proprie emozioni in modo efficace, anche in situazioni difficili, mentre un individuo con un controllo emotivo scarso tenderà a lasciarsi sopraffare dalle emozioni.
L’influenza dei tratti disposizionali su comportamenti, cognizioni ed emozioni non è un processo rigido e deterministico. Diverse variabili, come l’ambiente, le esperienze individuali e le relazioni interpersonali, possono modulare l’impatto dei tratti e contribuire alla complessità e unicità di ogni individuo.Da formulare una risposta corretta.

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22
Q
  1. Cosa si intende per stabilità relativa dei tratti della personalità attraverso contesti e nel tempo?
A

Significa che i tratti della personalità sono relativamente coerenti e stabili sia attraverso diversi contesti (ruoli ambientali) che nel corso del tempo (storicismo lineare).

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23
Q
  1. Qual è il ruolo della base biologica nella comprensione dei tratti disposizionali e perché non implica una predeterminazione del comportamento?
A

I tratti disposizionali hanno una base biologica (fisiologica e genetica). È importante notare che il fatto che un tratto disposizionale abbia una base biologica non implica una predeterminazione del comportamento individuale da parte della genetica.

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24
Q
  1. Perché le teorie disposizionali privilegiano gli aspetti stabili della personalità rispetto alle componenti dinamiche?
A

Le teorie disposizionali, incentrate sui tratti di personalità stabili, privilegiano questi aspetti per diversi motivi:

  1. Facilità di misurazione e previsione: I tratti stabili, come estroversione o nevrosi, sono più semplici da misurare e valutare rispetto a componenti dinamiche e transitorie come stati d’animo o emozioni. Questo permette di creare strumenti di assessment (questionari, test) più strutturati e oggettivi, facilitando la ricerca e la comparazione tra individui.
  2. Coerenza nel tempo: I tratti di personalità tendono a mostrare una certa stabilità nel tempo, seppur con fluttuazioni. Questo permette di fare previsioni sul comportamento futuro di un individuo, con maggiore accuratezza rispetto a componenti dinamiche che cambiano più repentinamente.
  3. Spiegazione delle differenze individuali: Le teorie disposizionali offrono un quadro per comprendere le differenze stabili tra persone in termini di personalità. I tratti permettono di descrivere e categorizzare gli individui, aiutando a predire come si comporteranno in diverse situazioni.
  4. Ricerca di leggi universali: L’idea di tratti universali, presenti in tutti gli individui con gradazioni diverse, permette di ricercare leggi e principi generali che regolano la personalità. Questo approccio nomotetico facilita la comparazione tra culture e contesti differenti.

Tuttavia, è importante sottolineare che le teorie disposizionali non negano l’esistenza di componenti dinamiche della personalità. Modelli più recenti integrano aspetti sia stabili che transitori, riconoscendo l’interazione tra tratti, stati d’animo, emozioni e l’ambiente circostante.

L’enfasi sugli aspetti stabili rimane comunque un punto di forza di queste teorie, offrendo un solido punto di partenza per comprendere le differenze individuali e la natura umana in generale.

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25
Q
  1. Descrivi il concetto di storicismo lineare e spiega come sia impiegato nelle teorie disposizionali della personalità.
A

Lo storicismo lineare si riferisce all’andamento temporale che va dal passato, attraverso il presente, al futuro, basandosi sulle informazioni passate e presenti. Viene impiegato per prevedere il funzionamento futuro a partire dalle informazioni disponibili.

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26
Q

Cosa significa approccio nomotetico nelle teorie disposizionali e perché si focalizzano su leggi generali per descrivere la personalità?

A

L’approccio nomotetico nelle teorie disposizionali è un metodo che privilegia l’individuazione di leggi generali attraverso lo studio di ampi campioni di persone. Questo approccio è volto a scoprire principi generali che possono descrivere le differenze interindividuali e spiegare il funzionamento della personalità a livello di popolazioni ampie.

Caratteristiche dell’approccio nomotetico nelle teorie disposizionali:
Generalizzazione: Si assume che i risultati ottenuti studiando grandi gruppi di individui siano applicabili anche ai singoli individui. Quindi, ciò che emerge dai dati di un campione è considerato valido anche per il singolo individuo.
Metodi quantitativi: Utilizza metodi sperimentali e test quantitativi per tradurre le risposte comportamentali in quantità o punteggi, permettendo un’analisi statistica rigorosa.
Focalizzazione sulla stabilità: Le teorie disposizionali si concentrano su aspetti stabili o strutturali della personalità, dedicando maggiore attenzione ai processi che sottendono la continuità e la stabilità delle differenze disposizionali tra le persone piuttosto che ai processi dinamici che possono portare a cambiamenti.
Ereditarietà e basi biologiche: Enfatizzano il ruolo della genetica e delle basi biologiche dei tratti della personalità, sebbene riconoscano che la genetica non predetermina completamente il comportamento individuale.
Storicismo lineare: Adottano una visione temporale lineare che va dal passato al presente e al futuro, prevedendo il comportamento futuro sulla base delle informazioni passate e presenti.
Coerenza psicometrica: La consistenza della personalità è valutata in termini di coerenza psicometrica, stabilità delle strutture fattoriali e aggregazione dei dati, che permette di tenere sotto controllo l’errore casuale e di far emergere le differenze individuali globali.
Perché si focalizzano su leggi generali:
Le teorie disposizionali si focalizzano su leggi generali per descrivere la personalità al fine di:

Identificare costanti comportamentali: Scoprire regolarità comportamentali che possono essere generalizzate a un ampio numero di individui.
Predire il comportamento: Fornire predizioni sul comportamento futuro basate su dati passati e presenti, utili in diversi contesti applicativi, come la selezione del personale o la diagnosi clinica.
Costruire modelli tassonomici: Creare sistemi di classificazione dei tratti della personalità che siano applicabili universalmente.
Rendere oggettivi i dati: Utilizzare metodi quantitativi per ottenere dati oggettivi e replicabili, riducendo l’influenza delle interpretazioni soggettive.
In sintesi, l’approccio nomotetico è fondamentale nelle teorie disposizionali perché permette di formulare leggi generali e predizioni accurate basate su dati empirici raccolti da grandi campioni, fornendo una base solida per comprendere le differenze individuali nella personalità.

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27
Q
  1. Qual è il concetto di “Consistency intra-individuale = consistency inter-individuale” e quale importanza ha all’interno delle teorie disposizionali della personalità?
A

Questo concetto indica che la coerenza all’interno di un individuo (intra-individuale) è simile alla coerenza tra individui (inter-individuale), sottolineando la stabilità dei tratti disposizionali tra le persone. Questo concetto è importante perché evidenzia la rilevanza della coerenza dei tratti nella personalità come fattore significativo nelle teorie disposizionali.

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28
Q

Qual è la relazione tra tratto e regolarità comportamentale secondo le teorie disposizionali?

A

Nelle teorie disposizionali, la relazione tra tratto e regolarità comportamentale è centrale e si basa su tre punti chiave:

  1. Predisposizione: I tratti di personalità non determinano in modo rigido i comportamenti, ma creano una predisposizione ad agire in un certo modo. Ad esempio, un individuo estroverso sarà più predisposto a socializzare, ma questo non significa che si comporterà sempre così in ogni situazione.
  2. Coerenza: I tratti tendono ad essere associati a una certa coerenza comportamentale. Un individuo con un certo tratto tenderà a comportarsi in modo simile in diverse situazioni, anche se non in modo identico. Questo permette di fare previsioni sul comportamento con maggiore accuratezza.
  3. Frequenza: I tratti influenzano anche la frequenza con cui certi comportamenti si manifestano. Ad esempio, un individuo coscienzioso sarà più propenso a pianificare e portare a termine le sue attività.

Fattori che moderano la relazione:

–Stati d’animo: Le emozioni momentanee possono influenzare il comportamento indipendentemente dai tratti.
–Norme sociali: Le aspettative del contesto possono influenzare l’espressione dei tratti.
–Esperienze individuali: Le esperienze personali possono modificare l’espressione dei tratti nel tempo.

In sintesi, le teorie disposizionali vedono i tratti come predisposizioni stabili che influenzano la coerenza e la frequenza dei comportamenti, pur essendo modulate da fattori esterni ed interni.

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29
Q

Qual è il ruolo della base biologica e genetica nel modello base?

A

Secondo il modello più semplice, la base biologica e genetica facilita lo sviluppo di alcuni tratti piuttosto che altri. I tratti sono elementi latenti, non direttamente osservabili, che influenzano la manifestazione del comportamento. Il comportamento è quindi la manifestazione fenotipica del tratto (Eysenk).

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30
Q

Come conciliano alcuni autori le teorie disposizionali e cognitivo-sociali?

A

Conciliazione tra Teorie Disposizionali e Cognitivo-Sociali
Alcuni autori hanno tentato di integrare le teorie disposizionali e cognitivo-sociali per offrire una visione più completa della personalità. Ecco come questa conciliazione è stata concettualizzata e sviluppata:

Modello Mediato del Comportamento
Effetto Diretto su Cognizioni e Affetti: Secondo un modello mediato, il tratto ha un effetto diretto su cognizioni e affetti, i quali a loro volta influenzano direttamente il comportamento. Questo implica che la relazione tra tratto e azione è mediata dalle strutture cognitive ed affettive.
Determinanti Prossimali e Distali: Le determinanti prossimali del comportamento sono le rappresentazioni cognitive e affettive, mentre le determinanti distali sono i tratti, che hanno una base biologica. In questo modo, il comportamento è una manifestazione del tratto, ma è mediato dalle cognizioni e dagli affetti​​.
Interazione tra Genetica e Ambiente
Genetica Comportamentale: Questo approccio teorico considera l’apporto simultaneo di genetica e ambiente, trattandoli come inscindibili. Si studia come questi fattori possano agire e interagire rispetto al funzionamento dell’essere umano, riconoscendo che l’ambiente può modificare anche radicalmente le caratteristiche comportamentali, nonostante una base genetica predisponente​​.
Modello della Goodness of Fit
Compatibilità tra Temperamento e Ambiente: Il concetto di “goodness of fit” proposto da Thomas e Chess è un esempio di conciliazione. Questo modello suggerisce che lo sviluppo armonioso dipende dalla compatibilità tra le caratteristiche temperamentali del bambino e le richieste ambientali. Un buon adattamento tra queste componenti porta a uno sviluppo positivo, mentre un disadattamento può causare problemi di sviluppo e comportamento​​.
Approccio Contestualista
Visone Contestualista della Natura Umana: Le teorie cognitivo-sociali adottano una visione contestualista, vedendo l’individuo come inserito in un contesto spazio-temporale che influenza continuamente il suo comportamento. Questa visione integra i concetti delle teorie disposizionali riconoscendo l’importanza dei tratti stabili, ma enfatizza come l’interazione con l’ambiente modelli continuamente questi tratti e le loro espressioni comportamentali​​.
Conclusione
La conciliazione tra le teorie disposizionali e quelle cognitivo-sociali avviene attraverso modelli che riconoscono l’importanza sia dei tratti stabili (di origine biologica) sia delle influenze ambientali dinamiche. Attraverso modelli mediati, l’interazione genetica-ambientale, il concetto di compatibilità ambientale e una visione contestualista della natura umana, si tenta di integrare questi due approcci per offrire una comprensione più completa e complessa della personalità e del comportamento umano​​.

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31
Q

Cosa include il “comportamento” nel modello più semplice?

A

Nel modello più semplice, il “comportamento” include azioni, pensieri, emozioni e rappresentazioni cognitive, definite “caratteristiche adattive” dai teorici disposizionali.

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32
Q

Qual è l’obiettivo principale delle teorie disposizionali?

A

L’obiettivo principale delle teorie disposizionali è classificare sistematicamente le differenze individuali, indagando le costanti comportamentali, ovvero come le persone tendono a comportarsi, sentire e pensare in generale, indipendentemente dal contesto e dal tempo.

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33
Q

Come definisci una tassonomia o un modello tassonomico delle disposizioni?

A

Una tassonomia o un modello tassonomico delle disposizioni è un sistema di classificazione che organizza i comportamenti osservabili (cognizioni e affetti).

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34
Q

Qual è il punto di partenza per la costruzione di tassonomie dei tratti?

A

La costruzione delle tassonomie dei tratti parte da comportamenti osservabili, che sono unità molto dettagliate e relativamente specifiche.

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35
Q

Perché i comportamenti specifici non sono considerati rivelatori di tratti?

A

I comportamenti specifici non sono considerati rivelatori di tratti perché potrebbero essere occasionali e non riflettere tendenze comportamentali stabili.

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36
Q

In che modo le tecniche di riduzione dei dati aiutano a costruire le tassonomie?

A

Le tecniche di riduzione dei dati, come l’analisi fattoriale e l’analisi delle componenti principali, aiutano a costruire le tassonomie organizzando comportamenti, emozioni e cognizioni in categorie più generali sulla base di omogeneità e similitudine, rivelando così le differenze individuali più rilevanti.

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37
Q

Cosa sono le costanti comportamentali e come si differenziano dai tratti?

A

Le costanti comportamentali sono comportamenti stabili e diffusi che emergono dalla sintesi di singoli comportamenti. Costituiscono le categorie di medio livello della tassonomia. I tratti, invece, sono costrutti psicologici e rappresentano le categorie o dimensioni sovraordinate di un sistema tassonomico. Si inferiscono dalle costanti comportamentali, che sono considerate la loro manifestazione.
//////////////////////////////////////////

Costanti comportamentali e tratti: distinzioni e relazioni
In psicologia della personalità, le costanti comportamentali e i tratti sono concetti strettamente legati, ma distinti:

Costanti comportamentali:

Definizione: Le costanti comportamentali sono regolarità o coerenze osservabili nel comportamento di un individuo. Si manifestano come correlazioni tra due o più comportamenti specifici.
Esempio: Un individuo che tende ad essere socievole in diverse situazioni (ad esempio, feste, riunioni di lavoro, contesti informali) presenta una costante comportamentale relativa alla socievolezza.
Caratteristiche:
Livello osservabile: Le costanti comportamentali si basano su dati osservabili e misurabili, come la frequenza o l’intensità di certi comportamenti.
Specificità: Sono relative a comportamenti concreti e definiti.
Stabilità nel tempo: Tendono a manifestarsi in modo relativamente stabile nel tempo e in diverse situazioni.
Tratti:

Definizione: I tratti sono disposizioni interne stabili e latenti che influenzano il comportamento e il pensiero di un individuo. Sono la base sottostante alle costanti comportamentali.
Esempio: Il tratto di “estroversione” si ipotizza essere la base di diverse costanti comportamentali, come la socievolezza, l’assertività e la ricerca di stimoli.
Caratteristiche:
Livello inferenziale: I tratti non sono direttamente osservabili, ma si inferiscono dalle costanti comportamentali e da altre informazioni.
Generalità: Sono relativi a caratteristiche più ampie e generali della personalità.
Stabilità ipotetica: Si presumono stabili nel tempo, ma possono subire cambiamenti nel corso della vita.
Relazione tra costanti comportamentali e tratti:

Le costanti comportamentali sono le manifestazioni osservabili dei tratti sottostanti.
Un tratto si esprime attraverso diverse costanti comportamentali correlate tra loro.
L’analisi delle costanti comportamentali permette di identificare e misurare i tratti di personalità.
Esempio:

Ipotizziamo che un individuo sia spesso socievole, assertivo e incline alla ricerca di stimoli. Queste costanti comportamentali correlate potrebbero indicare la presenza del tratto di “estroversione”.

In sintesi:

Le costanti comportamentali sono ciò che osserviamo, mentre i tratti sono ciò che le causa.
Le costanti comportamentali forniscono la base per inferire i tratti sottostanti.
I tratti aiutano a comprendere le ragioni dietro le costanti comportamentali e a prevedere il comportamento futuro.

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38
Q

Come si inferiscono i tratti dalle costanti comportamentali?

A

I tratti vengono inferiti dalle costanti comportamentali attraverso l’analisi delle relazioni tra queste ultime. Si presume che comportamenti simili tra loro siano indicativi di un tratto sottostante comune.

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39
Q

A cosa servono le tassonomie in psicologia?

A

Le tassonomie in psicologia servono a:

Classificare sistematicamente le differenze individuali
Definire le componenti distintive di un tratto: la stessa etichetta può avere componenti differenti in diverse tassonomie, indicando costrutti psicologici distinti

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40
Q

Su quale assunzione si basano le tassonomie dei tratti?

A

Le tassonomie dei tratti si basano sull’assunzione che le categorie che emergono da un approccio between-people (tra persone) rivelino categorie valide within-person (all’interno della persona).

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41
Q

Elenca alcune delle tecniche di analisi utilizzate per la costruzione di tassonomie.

A

Le tecniche di analisi utilizzate per la costruzione di tassonomie includono:

Validazione psicometrica
Riduzione dei dati tramite ACP e AFC (validazione interna)
Correlati esterni e sperimentali (validazione esterna)

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42
Q

Quali metodi vengono impiegati per raccogliere dati per le tassonomie?

A

I metodi utilizzati per raccogliere dati per le tassonomie comprendono:
Osservazione
Questionari
Produzione libera
Self-report
Peer report
Tempi di reazione

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43
Q

Perché il questionario self-report è un metodo popolare per la valutazione dei tratti?

A

Il questionario self-report è un metodo popolare per la valutazione dei tratti perché permette di raccogliere dati su un’ampia gamma di comportamenti in modo efficiente e standardizzato. Si basa sull’auto-osservazione: i partecipanti indicano con quale frequenza mettono in atto determinati comportamenti.

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44
Q

Come vengono analizzati i dati raccolti dai questionari self-report?

A

I dati raccolti dai questionari self-report vengono analizzati utilizzando tecniche di analisi fattoriale o di riduzione dei dati. Queste tecniche permettono di identificare le costanti comportamentali e le relazioni tra di esse, definendo ampie categorie di comportamenti abituali.

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45
Q

Quali sono i due benefici principali dell’utilizzo delle tassonomie?

A

I due principali benefici dell’utilizzo delle tassonomie sono:

Permettono di classificare le differenze individuali in modo sistematico e organizzato.
Aiutano a definire le componenti distintive dei tratti.

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46
Q

Fornisci un esempio di come una dimensione potrebbe avere la stessa etichetta ma componenti differenti in diverse tassonomie.

A

Un esempio di come una dimensione può avere la stessa etichetta ma componenti differenti in diverse tassonomie è il tratto “estroversione”. In una tassonomia, l’estroversione potrebbe essere associata a caratteristiche come la socievolezza, l’assertività e la ricerca di sensazioni. In un’altra tassonomia, potrebbe invece includere aspetti come l’entusiasmo, l’energia e l’eloquio.

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47
Q

Qual è la distinzione fondamentale tra teorie deboli e forti dei tratti?

A

La distinzione chiave tra teorie deboli e forti dei tratti risiede nel grado di enfasi posto sulla componente biologica dei tratti e nella natura della relazione tra tratti e comportamenti.

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48
Q

Su che principio si basano le teorie deboli dei tratti?

A

Le teorie deboli dei tratti si basano su un approccio bottom-up, partendo dai dati empirici per arrivare a rappresentazioni teoriche più astratte.

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49
Q

Qual è l’obiettivo principale delle teorie deboli dei tratti?

A

L’obiettivo principale delle teorie deboli dei tratti è descrittivo e mira a sintetizzare le informazioni tramite tecniche psicometriche per ridurle in dimensioni più gestibili.

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50
Q

Cosa si intende per “tratto latente” nelle teorie deboli dei tratti?

A

Nelle teorie deboli dei tratti, il “tratto latente” è inteso come una risultante matematica estratta dalla matrice di inter correlazione. Si tratta di un costrutto che emerge dalle analisi statistiche dei comportamenti osservabili senza fare assunzioni esplicative sulla natura biologica o causale delle correlazioni osservate. Quindi, il tratto latente nelle teorie deboli è semplicemente una sintesi descrittiva delle correlazioni tra comportamenti, senza necessariamente implicare una causa sottostante. Questo approccio mira a classificare e riassumere le informazioni in poche dimensioni senza cercare di spiegare il perché delle correlazioni tra i vari comportamenti​​.

51
Q

Come si differenziano le teorie forti dei tratti dalle teorie deboli?

A

Differenze tra Teorie Forti dei Tratti e Teorie Deboli dei Tratti (dalla Dispensa)
Teorie Deboli dei Tratti
Definizione e Approccio

Bottom-Up: Sono teorie che partono dall’osservazione empirica e procedono verso una rappresentazione teorica più astratta.
Descrittive ed Esplorative: L’obiettivo principale è descrivere e sintetizzare informazioni attraverso tecniche psicometriche, senza necessariamente spiegare le correlazioni tra i tratti.
Caratteristiche

Sintesi dei Dati: Utilizzano tecniche di analisi psicometrica per ridurre le informazioni in poche dimensioni.
Mancanza di Assunzioni Esplicative: Non fanno assunzioni sul perché gli item che rientrano nella stessa dimensione sono correlati tra loro. Si limitano a descrivere le correlazioni.
Risultato Matematico: Il tratto è visto come una risultante matematica derivata dalle correlazioni tra comportamenti osservati.
Esempio

Chi piange facilmente tende anche a svilirsi facilmente: La teoria debole non spiega questa correlazione in termini di un tratto sotteso, ma semplicemente la descrive.
Teorie Forti dei Tratti
Definizione e Approccio

Top-Down: Partono da un’assunzione teorica che esistano tratti latenti che determinano costanti comportamentali.
Esplicative: Non solo descrivono, ma cercano di spiegare le correlazioni tra comportamenti attraverso l’esistenza di tratti sottesi.
Caratteristiche

Assunzione Teorica: Presuppongono che esistano disposizioni latenti che spiegano le coerenze comportamentali.
Circolarità Logica: Il tratto è considerato sia causa che effetto del comportamento, il che implica una logica circolare.
Base Biologica: Identificano i tratti con differenze individuali di origine biologica, considerando i tratti come elementi che determinano il comportamento.
Esempio

Tratti come Spiegazione: La costante comportamentale dipende dal tratto sotteso; ad esempio, l’aggressività è vista come una manifestazione di un tratto di aggressività latente.
Riassunto delle Differenze
Origine dei Dati:

Teorie Deboli: Partono dai dati empirici (bottom-up).
Teorie Forti: Partono da una teoria preesistente (top-down).
Obiettivo:

Teorie Deboli: Descrivere e sintetizzare le correlazioni tra comportamenti.
Teorie Forti: Spiegare le correlazioni attribuendo i comportamenti a tratti latenti.
Assunzioni:

Teorie Deboli: Non fanno assunzioni esplicative sulle cause delle correlazioni.
Teorie Forti: Presuppongono che le correlazioni siano determinate da tratti biologici sottesi.
Logica:

Teorie Deboli: Evitano la logica circolare, descrivendo semplicemente le correlazioni.
Teorie Forti: Usano una logica circolare, in cui il tratto spiega e al contempo è spiegato dal comportamento.
Conclusione
Le teorie deboli dei tratti si concentrano sulla descrizione e la classificazione delle correlazioni tra comportamenti senza fare ipotesi esplicative. Al contrario, le teorie forti cercano di spiegare queste correlazioni attribuendole a tratti latenti e spesso assumono una base biologica per questi tratti, usando una logica che può risultare circolare. ​

52
Q

Qual è l’assunto principale delle teorie forti dei tratti?

A

L’assunto principale delle teorie forti dei tratti è che i tratti sono disposizioni interne stabili che influenzano in modo causale i comportamenti.

53
Q

In che modo le teorie forti dei tratti spiegano la relazione tra tratti e comportamenti?

A

Le teorie forti dei tratti spiegano la relazione tra tratti e comportamenti attraverso l’idea che i tratti sottostanti causano la covariazione tra i comportamenti.

54
Q

Qual è la critica principale alle teorie forti dei tratti?

A

La critica principale alle teorie forti dei tratti riguarda il loro ragionamento circolare, in cui i tratti spiegano i comportamenti e allo stesso tempo sono spiegati da essi.

55
Q

Quali sono le implicazioni del distinguere tra teorie deboli e forti per la ricerca sulla personalità?

A

La distinzione tra teorie deboli e forti ha implicazioni per la ricerca sulla personalità, influenzando la scelta dei metodi di studio e l’interpretazione dei risultati.

56
Q

Qual è la relazione tra tratti e basi biologiche?

A

Secondo il testo, un tratto ha una base biologica e si può parlare di tratto solo se si identificano fattori fisiologici e genetici che ne determinano la categoria di tendenze comportamentali. L’individuazione di queste basi biologiche rappresenta il momento esplicativo della ricerca.

57
Q

Quali sono le caratteristiche distintive del temperamento secondo Allport?

A

Le caratteristiche distintive del temperamento secondo Allport includono:

Suscettibilità alla stimolazione sensoriale
Qualità dello stato umorale prevalente
Fluttuazioni e intensità dello stato umorale
Dipendenza da elementi costituzionali e origine ereditarietà

58
Q

Come si differenziano temperamento e personalità?

A

La distinzione chiave tra temperamento e personalità risiede nel:

Tempo di sviluppo: il temperamento si manifesta nei primi anni di vita, mentre la personalità emerge nell’età adulta.

Ampiezza: il temperamento riguarda principalmente l’aspetto emotivo, mentre la personalità include anche pensieri, comportamenti e motivazioni.

Fattori determinanti: il temperamento ha una forte base biologica, mentre la personalità è influenzata da fattori sia biologici che ambientali.

59
Q

Fornisci esempi di come i tratti temperamentali e di personalità possono influenzare il comportamento e le scelte di un individuo in diverse situazioni.

A

Come i tratti temperamentali e di personalità influenzano il comportamento e le scelte individuali: Esempi
I tratti temperamentali e di personalità sono caratteristiche stabili e durature che influenzano il modo in cui pensiamo, proviamo e ci comportiamo. Questi tratti possono influenzare le nostre scelte e il nostro comportamento in molte situazioni diverse della vita. Ecco alcuni esempi:

  1. Introversione vs. Estroversione:

Situazione: Una festa.
Persona introversa: Potrebbe sentirsi sopraffatta dalla folla e dal rumore, e scegliere di rimanere ai margini della conversazione o andarsene presto.
Persona estroversa: Potrebbe godersi l’interazione con molte persone diverse, conoscere nuove persone e stare al centro dell’attenzione.
2. Nevrosi vs. Stabilità emotiva:

Situazione: Un esame importante.
Persona nevrotica: Potrebbe provare ansia e stress intensi nei giorni e nelle ore precedenti l’esame, con difficoltà a concentrarsi e a studiare.
Persona stabile emotivamente: Potrebbe sentirsi nervosa, ma è in grado di gestire il proprio stress e concentrarsi sul compito da svolgere.
3. Coscienziosità vs. Apertura all’esperienza:

Situazione: Scelta di una carriera.
Persona coscienziosa: Potrebbe scegliere una carriera che offre stabilità, sicurezza e possibilità di avanzamento, come ad esempio un lavoro in banca o in una grande azienda.
Persona aperta all’esperienza: Potrebbe scegliere una carriera che offre novità, stimoli e la possibilità di imparare cose nuove, come ad esempio un lavoro in un’impresa creativa o nel campo della ricerca.
4. Amabilità vs. Ostilità:

Situazione: Interazione con un collega di lavoro difficile.
Persona amabile: Potrebbe cercare di capire il punto di vista del collega, comunicare in modo assertivo e trovare un terreno comune per lavorare insieme.
Persona ostile: Potrebbe reagire con rabbia o frustrazione, creando conflitti e rendendo difficile la collaborazione.
5. Estraversione vs. Nevrosi:

Situazione: Decisione se intraprendere un viaggio avventuroso.
Persona estroversa e stabile emotivamente: Potrebbe essere entusiasta all’idea di provare nuove esperienze e affrontare sfide, e quindi più propensa a intraprendere il viaggio.
Persona introversa e nevrotica: Potrebbe sentirsi ansiosa per l’incertezza e i potenziali pericoli del viaggio, e quindi più propensa a rinunciarvi.
È importante sottolineare che questi sono solo alcuni esempi e che il modo in cui i tratti temperamentali e di personalità si manifestano può variare in base a molte altre variabili, come le esperienze individuali, l’educazione e il contesto culturale.

Inoltre, è importante ricordare che i tratti non sono categorie rigide, ma piuttosto dimensioni lungo le quali le persone possono posizionarsi. Ad esempio, una persona può essere leggermente introversa o molto estroversa.

In definitiva, la comprensione di come i tratti temperamentali e di personalità influenzano il comportamento e le scelte individuali può aiutarci a comprendere meglio noi stessi e gli altri, e a prendere decisioni più consapevoli nella nostra vita.

60
Q

Come si differenziano il temperamento e la personalità secondo la definizione tradizionale?

A

La distinzione tradizionale tra temperamento e personalità si basa su:

Età di comparsa: i tratti temperamentali emergono nei primi anni di vita, mentre i tratti di personalità si sviluppano maggiormente in età adulta.
Base biologica: i tratti temperamentali sono considerati più dipendenti da fattori genetici e fisiologici, mentre i tratti di personalità risentono maggiormente dell’influenza ambientale.
Ampiezza: i tratti temperamentali riguardano principalmente l’emozionalità, mentre i tratti di personalità includono un insieme più ampio di caratteristiche comportamentali, cognitive e affettive.

61
Q

Quali sono le caratteristiche principali dei tratti temperamentali?

A

Le caratteristiche principali dei tratti temperamentali sono:

Compaiono precocemente: entro il primo anno di vita.
Base biologica: sono influenzati da fattori genetici e fisiologici.
Riguardano l’emozionalità: focalizzati su aspetti come la suscettibilità emotiva, l’umore e l’intensità delle emozioni.
Relativamente stabili: mostrano una certa stabilità nel tempo.

62
Q

Quali sono le caratteristiche principali dei tratti di personalità?

A

Le caratteristiche principali dei tratti di personalità sono:

Sviluppo in età adulta: emergono maggiormente tra l’infanzia e l’età adulta.
Influenza bio-ambientale: risultano dall’interazione tra fattori biologici e ambientali.
Ampiezza: includono un’ampia gamma di caratteristiche comportamentali, cognitive e affettive.
Maggiore variabilità: possono mostrare una certa plasticità e modificarsi nel tempo in risposta all’ambiente.

63
Q

Definisci il temperamento.

A

Temperamento:

Secondo il testo fornito, il temperamento si riferisce a un insieme di caratteristiche individuali, osservabili nel comportamento, che presentano le seguenti caratteristiche:

–Base genetica e fisiologica: si presume che i tratti temperamentali siano influenzati in modo significativo da fattori genetici e fisiologici.
–Focus sull’emozionalità: i tratti temperamentali riguardano principalmente aspetti come la suscettibilità emotiva, l’umore prevalente e l’intensità delle emozioni.
–Comparsa precoce: emergono entro il primo anno di vita e mostrano una certa stabilità nel tempo.
–Esito di processi maturativi: il temperamento rappresenta la “matrice” da cui si sviluppano i tratti di personalità.

In sintesi, il temperamento rappresenta un fondamento biologico che influenza il modo in cui gli individui tendono a reagire emotivamente e a comportarsi sin dai primi anni di vita.

64
Q

Relazione tra Temperamento e Personalità

A

Il temperamento e la personalità non sono due entità separate, ma piuttosto due aspetti interconnessi dello sviluppo individuale. Il temperamento costituisce la base biologica da cui si sviluppa la personalità, che viene poi modellata dalle esperienze e dall’ambiente nel corso della vita. In altre parole, il temperamento rappresenta i “mattoni grezzi” con cui si costruisce la personalità.

Esempio:

Un bambino con un temperamento estroverso (tendenza all’apertura verso le novità e alla ricerca di stimoli) potrebbe sviluppare una personalità sociale (propensione all’interazione e al contatto con gli altri) se cresce in un ambiente che incoraggia e facilita queste tendenze. Al contrario, se lo stesso bambino cresce in un ambiente chiuso e limitante, la sua personalità potrebbe svilupparsi in modo meno socievole.

È importante sottolineare che questa è solo una semplificazione esplicativa, e la relazione tra temperamento e personalità è un processo complesso e multifattoriale.

65
Q

Cosa distingue le tassonomie del temperamento dalle tassonomie della personalità in termini di fasce d’età?

A

Le tassonomie del temperamento sono sviluppate nell’età dell’infanzia, mentre le tassonomie della personalità si riferiscono a quanto sviluppato in campioni di adulti.

66
Q

Quali sono le due tipologie di modelli utilizzate per le tassonomie temperamentali e di personalità? Descrivile.

A

Le due tipologie di modelli sono:
Bottom-up (dal basso verso l’alto): modelli puramente esplorativi e descrittivi.
Top-down (dall’alto verso il basso): modelli esplicativi che partono da una definizione teorica sovraordinata per poi procedere verso l’osservazione empirica, utilizzando espliciti criteri di definizione e selezione delle disposizioni di base fondati sulla biologia della personalità.

67
Q

In che modo l’ambiente agisce sul comportamento in interazione con la matrice temperamentale?

A

L’ambiente e la matrice temperamentale interagiscono per determinare il comportamento in modo complesso e dinamico. Nella prima infanzia, il comportamento è fortemente influenzato dalla matrice temperamentale, che ha una base biologica significativa. Tuttavia, man mano che il bambino cresce, l’ambiente comincia ad avere un’influenza sempre maggiore, agendo sia direttamente che in interazione con il temperamento.

Effetto Diretto dell’Ambiente
L’effetto diretto dell’ambiente si verifica quando le influenze ambientali modificano il comportamento indipendentemente dal temperamento del bambino. Ad esempio, l’esposizione a uno stress elevato può direttamente aumentare il livello di stress o depressione di un individuo senza considerare la sua matrice temperamentale.

Interazione tra Ambiente e Temperamento
L’interazione tra ambiente e temperamento si verifica quando l’impatto ambientale sul comportamento varia a seconda delle caratteristiche temperamentali dell’individuo. Per esempio, lo stesso livello di stress può causare un diverso livello di depressione in individui con differente stabilità emotiva: un individuo con elevata instabilità emotiva sarà più influenzato negativamente dallo stress rispetto a uno con elevata stabilità emotiva​​.

Modelli di Interazione
Secondo i modelli interazionisti, il comportamento è il risultato di una transazione reciproca tra persona, ambiente e temperamento. Questo approccio, chiamato anche determinismo reciproco triadico, suggerisce che la persona con i suoi fattori cognitivi, affettivi e biologici modifica l’ambiente, e a sua volta, l’ambiente modifica la persona. Questo processo bidirezionale implica che il comportamento, la persona e l’ambiente si influenzano costantemente e reciprocamente​​.

Modello della Goodness of Fit
Il concetto di “goodness of fit” di Thomas e Chess sottolinea l’importanza della compatibilità tra le caratteristiche temperamentali del bambino e le richieste ambientali. Un buon adattamento tra queste due componenti conduce a uno sviluppo armonioso, mentre un disadattamento può portare a problemi comportamentali e di sviluppo​​.

Cambiamenti attraverso il Tempo
La genetica e l’ambiente contribuiscono sia alla stabilità che al cambiamento delle caratteristiche individuali nel corso della vita. Eventi significativi e transizioni possono modificare le traiettorie di sviluppo, mostrando che l’impatto dell’ambiente non è statico ma dinamico e in continua evoluzione​​.

In sintesi, il comportamento è il risultato di un complesso intreccio tra influenze temperamentali biologicamente determinate e fattori ambientali variabili. Questa interazione dinamica sottolinea l’importanza di considerare sia la matrice temperamentale che l’ambiente nel comprendere e prevedere il comportamento umano.

68
Q

Qual è il concetto centrale nel modello di Thomas e Chess e cosa significa?

A

Il concetto centrale è quello di “goodness of fit” o compatibilità, che si riferisce alla compatibilità tra le caratteristiche temperamentali del bambino e le richieste ambientali, in particolare le richieste e le aspettative dei genitori. Questo concetto indica che vi è uno sviluppo armonioso quando vi è una compatibilità tra il temperamento del bambino e l’ambiente circostante, mentre uno sviluppo potenzialmente problematico può verificarsi in caso di disequilibrio persona-ambiente.

69
Q

Quali sono le 5 categorie in cui sono state ridotte le 9 originarie nel modello di Thomas e Chess?

A

Le 5 categorie sono:
Inibizione sociale
Emozionalità negativa
Capacità di adattamento o adattabilità
Livelli di attività
Perseveranza

70
Q

Qual è l’origine del Five Factor Model?

A

Il Five Factor Model è stato inizialmente proposto da Hipic di Mervielde ed è emerso da un progetto di ricerca internazionale basato su un approccio bottom up.

71
Q

Cosa ha comportato l’approccio bottom up nell’elaborazione del Five Factor Model?

A

L’approccio bottom up ha coinvolto interviste a centinaia di genitori e insegnanti di bambini tra i 4 e i 12 anni per descrivere i comportamenti distintivi dei loro figli o alunni, dai quali sono emerse circa 250 comportamenti diversi che sono stati ridotti a 5 dimensioni sovraordinate.

72
Q

Quali sono le cinque dimensioni principali del Five Factor Model?

A

Le cinque dimensioni principali sono:
Estroversione
Benevolenza/Amabilità
Coscienziosità
Stabilità emotiva
Immaginazione/Apertura all’esperienza

73
Q

Qual è il ruolo della coscienziosità negli outcome, come la prestazione scolastica?

A

La coscienziosità influisce positivamente sulla prestazione scolastica.

74
Q

Chi sono i principali sostenitori del Five Factor Model?

A

Costa e McCrae sono i principali sostenitori del Five Factor Model, anche se hanno utilizzato un approccio bottom up, sostenendo contemporaneamente una teoria forte dei tratti.

75
Q

Quali sono le similitudini tra il Five Factor Model e il modello di Thomas e Chess?

A

Alcune similitudini sono:
I livelli di Attività nel modello di Thomas e Chess corrispondono alla dimensione di medio livello dell’Estroversione nel Five Factor Model.
L’Adattabilità nel modello di Thomas e Chess corrisponde alla Benevolenza nel Five Factor Model.
L’Emotività negativa nel modello di Thomas e Chess corrisponde all’Instabilità emotiva nel Five Factor Model.
La perseveranza nel modello di Thomas e Chess è presente a un livello sovraordinato, simile alla dimensione di medio livello della Coscienziosità nel Five Factor Model.

76
Q

Qual è l’approccio di Plomin e Buss riguardo ai tratti temperamentali?

A

Plomin e Buss enfatizzano il carattere ereditario dei tratti temperamentali e sostengono una teoria forte dei tratti.

77
Q

Cosa implica la teoria di Plomin e Buss riguardo ai tratti temperamentali?

A

Implica che i tratti temperamentali sono stabili nel tempo e che la loro modificabilità è legata a cambiamenti biologici, mentre altre qualità individuali possono cambiare nel tempo.

78
Q

Quali sono i tre criteri che un comportamento deve soddisfare affinché possa essere considerato un tratto, secondo Plomin e Buss?

A

I tre criteri sono:
1.Deve essere utile alla sopravvivenza della specie ed essere osservabile anche nei primati e in specie animali inferiori.
2.Deve essere presente fin dalla nascita e apparire stabilmente nell’arco dell’infanzia.
3.Deve essere ascrivibile, almeno in parte, a fattori genetici.

79
Q

Qual è il metodo utilizzato da Plomin e Buss per elaborare una tassonomia temperamentale?

A

Utilizzano il metodo dei gemelli e elaborano il modello EASI.

80
Q

Quali sono i quattro tratti temperamentali inclusi nel modello EASI di Plomin e Buss?

A

I quattro tratti sono:
Emozionalità
Attività
Socievolezza
Impulsività

81
Q

Come predispongono i tratti temperamentali gli individui secondo Plomin e Buss?

A

I tratti temperamentali predispongono gli individui verso alcune esperienze piuttosto che altre, influenzando il modo in cui reagiscono agli stimoli e alle situazioni.

82
Q

Quali sono le due dimensioni temperamentali principali identificate da Kagan?

A

Le due dimensioni temperamentali principali identificate da Kagan sono il comportamento inibito e il comportamento disinibito.

83
Q

Come si differenziano i bambini con comportamento inibito da quelli con comportamento disinibito?

A

I bambini con comportamento inibito tendono ad essere più timidi, cauti e ansiosi di fronte a novità o situazioni sconosciute. I bambini con comportamento disinibito, invece, tendono ad essere più estroversi, intrepidi e curiosi in tali contesti.

84
Q

In che modo Kagan ha studiato il temperamento dei bambini?

A

Kagan ha utilizzato un approccio longitudinale, osservando i bambini in diverse fasi della loro infanzia, sia in laboratorio che attraverso report genitoriali. Nel laboratorio, ha osservato le loro reazioni a stimoli nuovi e familiari, misurando parametri fisiologici come la frequenza cardiaca e il comportamento osservabile, come pianto, sorrisi o vocalizzazioni.

85
Q

Quali sono le tre principali categorie di reazione neonatale agli stimoli identificate da Kagan?

A

Kagan ha identificato tre categorie di reazione neonatale agli stimoli:

Iper-reattività: questi bambini mostrano una forte reazione emotiva agli stimoli, sia nuovi che familiari, spesso piangendo, sobbalzando o mostrando disagio.
Bassa reattività: questi bambini mostrano una minima reazione emotiva agli stimoli, sia nuovi che familiari, apparendo indifferenti o passivi.
Reattività intermedia: questi bambini mostrano una reazione emotiva moderata agli stimoli, variando a seconda della novità e dell’intensità dello stimolo stesso.

86
Q

Come ha previsto Kagan lo sviluppo dei bambini in base alla loro reattività neonatale?

A

Kagan ha ipotizzato che i bambini iper-reattivi avrebbero avuto una maggiore probabilità di sviluppare un temperamento inibito nell’infanzia, mentre i bambini con bassa reattività avrebbero avuto una maggiore probabilità di sviluppare un temperamento disinibito.
Esempio: Un bambino iper-reattivo che piange intensamente alla vista di un estraneo potrebbe, secondo Kagan, essere più predisposto a mostrare timidezza e ansia in situazioni sociali durante l’infanzia.

87
Q

Fornisci esempi di come l’ambiente può influenzare il temperamento di un bambino.

A

L’ambiente può influenzare il temperamento di un bambino in diversi modi, tra cui:

Le cure materne: Madri responsive e sensibili ai bisogni del bambino possono contribuire a moderare un temperamento inibito, mentre madri incoerenti o iperprotettive possono esacerbarlo.
Le esperienze sociali: Esperienze positive con coetanei e adulti di supporto possono favorire lo sviluppo di un comportamento disinibito, mentre esperienze negative come bullismo o trascuratezza possono aumentare la timidezza e l’ansia.
Eventi stressanti: Eventi traumatici come incidenti, malattie o separazioni possono avere un impatto significativo sul temperamento di un bambino, indipendentemente dalla sua predisposizione innata.
Esempio: Un bambino con temperamento inibito che viene accudito da una madre calorosa e supportiva potrebbe diventare più sicuro di sé e socievole nel tempo, mentre lo stesso bambino cresciuto in un ambiente familiare conflittuale potrebbe mantenere la sua timidezza e ansia.

88
Q

Discuti il concetto di determinismo biologico nel contesto del modello di Kagan.

A

Il determinismo biologico sostiene che il comportamento e le caratteristiche di un individuo sono interamente predeterminati dalla sua biologia, in particolare dal suo DNA. Kagan non era un determinista biologico puro, in quanto riconosceva l’influenza dell’ambiente sullo sviluppo del temperamento. Tuttavia, credeva che la predisposizione biologica giocasse un ruolo significativo nel plasmare le tendenze comportamentali di un bambino.Il determinismo biologico sostiene che il comportamento e le caratteristiche di un individuo sono interamente predeterminati dalla sua biologia, in particolare dal suo DNA. Kagan non era un determinista biologico puro, in quanto riconosceva l’influenza dell’ambiente sullo sviluppo del temperamento. Tuttavia, credeva che la predisposizione biologica giocasse un ruolo significativo nel plasmare le tendenze comportamentali di un bambino.

89
Q

Quali sono i tre sistemi temperamentali principali identificati dal Modello di Rothbart?

A

I tre sistemi temperamentali principali identificati dal Modello di Rothbart sono:

–Sistema di reattività negativa (BIS): Associato a emozioni negative come paura, rabbia e frustrazione, inibizione del comportamento e sensibilità alle punizioni.
–Sistema di reattività positiva (BAS): Associato a emozioni positive come gioia, eccitazione e interesse, approccio agli stimoli e sensibilità alle ricompense.
–Sistema di controllo attentivo (Effortful Control): Riguarda la capacità di controllare volontariamente il proprio comportamento, l’attenzione e l’inibizione delle risposte impulsive.

90
Q

Cosa si intende per reattività negativa e quali sono le sue caratteristiche comportamentali?

A

La reattività negativa si riferisce alla risposta innata agli stimoli negativi. I bambini con alta reattività negativa tendono a:

–Provare emozioni negative più intense e frequenti.
–Essere più facilmente inibiti e ritirarsi dalle situazioni nuove o sociali.
–Essere più sensibili alle punizioni e alle minacce.

91
Q

Cosa si intende per reattività positiva e quali sono le sue caratteristiche comportamentali?

A

La reattività positiva si riferisce alla risposta innata agli stimoli positivi. I bambini con alta reattività positiva tendono a:

Provare emozioni positive più intense e frequenti.
Essere più inclini ad avvicinarsi a stimoli nuovi e interessanti.
Essere più sensibili alle ricompense e agli elogi.

92
Q

Cosa si intende per controllo attentivo e quali sono le sue funzioni?

A

Il controllo attentivo è la capacità di controllare volontariamente il proprio comportamento, l’attenzione e l’inibizione delle risposte impulsive. I bambini con alto controllo attentivo tendono a:

Essere più capaci di concentrarsi su un compito per un periodo di tempo prolungato.
Essere più abili a resistere alle distrazioni.
Essere più capaci di regolare le proprie emozioni e il proprio comportamento.

93
Q

In che modo il modello di Rothbart differisce da altri modelli temperamentali come quello di Eysenck?

A

Il modello di temperamento di Rothbart differisce significativamente da quello di Eysenck in vari aspetti fondamentali:

Approccio Teorico:

Rothbart: Il modello di Rothbart è caratterizzato da un approccio top-down, in cui il temperamento viene definito come un costrutto con una base genetica che influenza i profili fisiologici individuali. Le differenze comportamentali sono viste come conseguenza di differenze biologiche ereditarie e genetiche, con particolare enfasi su reattività e auto-regolazione .
Eysenck: Anche il modello di Eysenck adotta un approccio top-down, ma si distingue per la sua teoria causale (o ipotetico-deduttiva). Eysenck elabora il modello PEN (Psicoticismo, Estroversione, Nevroticismo), dove i tratti fenotipici sono collegati a strutture fisiologiche specifiche. La personalità è studiata considerando i fattori causali genetici e le strutture fisiologiche .
Fattori di Temperamento:

Rothbart: Identifica tre macrosistemi a livello temperamentale e comportamentale: Reattività negativa (BIS), Reattività positiva (BAS) e Sistema attentivo (effortful control). Questi sistemi rappresentano le differenze costituzionali e fisiologiche nei livelli di reattività affettiva e comportamentale e nella modulazione della reattività .
Eysenck: Il modello PEN identifica tre tratti principali: Psicoticismo, Estroversione e Nevroticismo. Questi tratti sono legati a specifiche strutture fisiologiche e funzionamenti neurochimici, e sono considerati le basi fenotipiche delle differenze individuali .
Metodologia:

Rothbart: Utilizza un approccio basato sulle differenze fisiologiche tra individui, che a loro volta si riflettono in differenze comportamentali. Le dimensioni del temperamento sono misurate tramite l’osservazione di risposte di reattività e capacità di autoregolazione, implicando sistemi biologici come il sistema endocrino e nervoso centrale .
Eysenck: Adotta un metodo sperimentale ipotetico-deduttivo, con enfasi sulla misurazione dei tratti tramite strumenti psicometrici e sperimentali. La teoria dell’attivazione (arousal) differenziale è centrale, dove diversi livelli di attività corticale sono correlati con i tratti di estroversione e nevroticismo .
Implicazioni e Applicazioni:

Rothbart: Sottolinea l’importanza della reattività e dell’auto-regolazione per comprendere come gli individui reagiscono e si adattano agli stimoli ambientali. Il modello di Rothbart è applicato spesso nello studio dello sviluppo infantile, considerando come i profili di reattività e auto-regolazione influenzano il comportamento e lo sviluppo socio-emotivo .
Eysenck: Enfatizza il legame tra strutture fisiologiche e tratti di personalità, con applicazioni che spaziano dalla psicologia clinica alla psicologia del lavoro, utilizzando i tratti del modello PEN per predire comportamenti in vari contesti sociali e professionali .
In sintesi, mentre entrambi i modelli riconoscono una base biologica dei tratti di temperamento, Rothbart focalizza sulla reattività e autoregolazione come funzioni biologiche essenziali, mentre Eysenck adotta una prospettiva più strutturata e causale, legando specifici tratti a funzioni neurofisiologiche definite .

94
Q

Su che principio si basa il modello dei Big Five?

A

Il modello dei Big Five si basa su un approccio bottom-up, ovvero parte dall’analisi del linguaggio comune per identificare le differenze individuali nella personalità.

95
Q

Da cosa derivano i Big Five?

A

I Big Five derivano da studi psicolessicali, che esplorano il linguaggio utilizzato per descrivere le caratteristiche di personalità. L’analisi di tali linguaggi avviene attraverso l’utilizzo di dizionari e di compiti di descrizione di sé e degli altri.

96
Q

Qual è l’ipotesi alla base degli studi psicolessicali?

A

L’ipotesi alla base degli studi psicolessicali è quella della sedimentazione. Secondo questa ipotesi, il linguaggio codifica le esperienze e le caratteristiche che una collettività ritiene significative, incluse le differenze individuali di personalità. In altre parole, il linguaggio riflette le differenze che le persone percepiscono tra di loro.

97
Q

Come sono stati individuati i Big Five?

A

I Big Five sono stati individuati attraverso un processo in diverse fasi:

–Selezione di aggettivi: Tramite l’uso di dizionari, sono stati selezionati aggettivi che descrivono la personalità.
–Compiti di descrizione: Questi aggettivi sono stati utilizzati in compiti di descrizione di sé e degli altri.
–Analisi statistiche: Attraverso l’analisi statistica delle risposte a questi compiti, sono stati identificati gruppi di aggettivi correlati tra loro.
–Identificazione dei fattori: I gruppi di aggettivi correlati sono stati raggruppati in cinque fattori principali, che rappresentano le cinque dimensioni della personalità del modello dei Big Five.

98
Q

Quanti sono i fattori che compongono il modello dei Big Five?

A

Il modello dei Big Five identifica cinque fattori:

Estroversione-Introversione
Gradevolezza-Sgradevolezza
Coscienziosità-Negligenza
Nevroticismo-Stabilità emotiva
Apertura mentale-Chiusura mentale

99
Q

Esistono critiche al modello dei Big Five? Quali?

A

Esistono alcune critiche al modello dei Big Five. Alcune delle principali critiche includono:

Mancanza di profondità: Il modello viene criticato per essere troppo semplicistico e non catturare la complessità della personalità umana.
Influenze culturali: Le categorie dei Big Five potrebbero essere influenzate dalle culture e dai contesti linguistici in cui vengono studiate.
Fondamenti biologici: Non vi è ancora un consenso scientifico sul fatto che i Big Five abbiano basi biologiche o siano semplicemente prodotti culturali.

100
Q

Quali sono le somiglianze tra la tassonomia dei Big Five e quella di Thomas e Chess?

A

Importanza delle Interazioni con l’Ambiente nei Modelli di Thomas e Chess e dei Big Five
Thomas e Chess
Thomas e Chess evidenziano l’importanza delle interazioni tra temperamento e ambiente attraverso il concetto di “goodness of fit” (compatibilità). Secondo questo modello, il comportamento e lo sviluppo del bambino sono influenzati non solo dalle sue caratteristiche temperamentali innate ma anche dalla compatibilità di queste caratteristiche con le richieste e le aspettative dell’ambiente. Ecco alcuni punti chiave del loro approccio:

Compatibilità (Goodness of Fit): Lo sviluppo armonioso avviene quando c’è una buona compatibilità tra il temperamento del bambino e le richieste dell’ambiente. In caso di disequilibrio, possono emergere problemi di sviluppo e comportamento.
Prospettiva Interazionista: Thomas e Chess sostengono che l’ambiente può mantenere, attenuare, potenziare o modificare le caratteristiche comportamentali del temperamento. Questo implica che l’ambiente e il temperamento agiscono reciprocamente sul comportamento.
Evidenze Empiriche: Attraverso il loro studio longitudinale (NYLS), hanno mostrato che le caratteristiche temperamentali sono biologicamente determinate, ma che le influenze ambientali sono cruciali per lo sviluppo del comportamento.
Big Five
Il modello dei Big Five, pur essendo nato da un approccio principalmente descrittivo e lessicale, riconosce anche l’importanza delle interazioni con l’ambiente. Ecco come il modello sottolinea questo aspetto:

Base Biologica e Influenza Ambientale: Sebbene i tratti dei Big Five abbiano una componente genetica, il modello riconosce che l’ambiente gioca un ruolo significativo nel plasmare e modificare questi tratti nel corso della vita.
Studi Longitudinali e Trasversali: Le ricerche sui Big Five hanno mostrato come i tratti di personalità possano cambiare in risposta a eventi di vita significativi e transizioni, suggerendo che l’ambiente ha un impatto considerevole sulla personalità.
Flessibilità e Adattamento: Il modello dei Big Five permette di osservare come le persone si adattino a diversi contesti ambientali, modificando il loro comportamento in risposta a nuove situazioni e sfide.
Confronto tra i Modelli
Entrambi i modelli riconoscono che il comportamento non è determinato esclusivamente da fattori interni (genetica e temperamento) o esterni (ambiente), ma piuttosto da una complessa interazione tra i due. Tuttavia, Thomas e Chess mettono un’enfasi particolare sulla compatibilità tra le caratteristiche temperamentali e le richieste ambientali, mentre il modello dei Big Five sottolinea come i tratti possano essere influenzati e modificati da esperienze di vita e contesti ambientali.

Questa integrazione tra genetica e ambiente evidenzia l’importanza di considerare entrambi i fattori per comprendere pienamente il comportamento umano e lo sviluppo della personalità​​.

101
Q

Spiega il concetto di “sedimentazione” nel contesto degli studi psicolessicali.

A

Il concetto di sedimentazione negli studi psicolessicali suggerisce che il linguaggio codifica le esperienze e le caratteristiche che una collettività ritiene significative, incluse le differenze individuali di personalità.

102
Q

In che modo il linguaggio comune viene utilizzato per identificare le differenze individuali? (BIG 5)

A

l linguaggio comune viene utilizzato per identificare le differenze individuali attraverso l’analisi di aggettivi utilizzati per descrivere la personalità.

103
Q

Qual è la teoria di base del modello sperimentale di Eysenck?

A

La teoria di base del modello sperimentale di Eysenck è che la personalità ha una base biologica e che i tratti della personalità sono influenzati da fattori genetici e fisiologici. Eysenck propone un modello causale che lega i fattori causali (come la genetica e la fisiologia) ai tratti fenotipici (come Psicoticismo, Estroversione e Nevroticismo) e alle conseguenze comportamentali.

104
Q

In che modo il modello di Eysenck si differenzia dai Big Five?

A

Il modello di Eysenck si differenzia dai Big Five in diversi aspetti:

Approccio: Eysenck ha un approccio top-down, mentre i Big Five derivano da un approccio bottom-up basato su correlazioni statistiche.
Base biologica: Eysenck pone enfasi sulla base biologica dei tratti, mentre i Big Five non si pronunciano esplicitamente su questo aspetto.
Numero di tratti: Eysenck identifica tre tratti principali (Psicoticismo, Estroversione e Nevroticismo), mentre i Big Five ne identificano cinque.

105
Q

Quali sono i tre livelli di indagine delle differenze individuali secondo Eysenck?

A

I tre livelli di indagine delle differenze individuali secondo Eysenck sono:

Fattori causali: Determinanti genetiche e strutture fisiologiche.
Tratti fenotipici: Psicoticismo, Estroversione, Nevroticismo.
Conseguenze comportamentali: Comportamenti osservabili in laboratorio e contesti sociali.

106
Q

Quali sono i tre tratti fenotipici del modello PEN?

A

I tre tratti fenotipici del modello PEN sono:

Psicoticismo: Misura della psicopatia, distingue persone psicotiche da quelle con buon adattamento sociale.
Estroversione: Comprende differenze individuali in socievolezza, attività, vitalità, assertività, ricerca di sensazioni e dominanza.
Nevroticismo: Comprende tratti come ansia, tensione, depressione, emotività, timidezza, umoralità, bassa autostima e sentimenti di vergogna.

107
Q

Qual è la relazione tra Estroversione e livelli di attività corticale secondo la teoria dell’attivazione differenziale?

A

La teoria dell’attivazione differenziale sostiene che le persone con maggiore Estroversione hanno minori livelli di attività corticale e viceversa. Per mantenere livelli medi di attivazione, gli estroversi cercano stimoli, mentre gli introversi li evitano.

108
Q

In che modo la teoria dell’attivazione differenziale viene testata sperimentalmente?

A

La teoria dell’attivazione differenziale viene testata sperimentalmente manipolando il livello di stimolazione e osservando le differenze di reazione tra persone introverse ed estroverse. Si ipotizza che gli introversi reagiscano più intensamente agli stimoli esterni.

109
Q

Quali sono alcune prove a sostegno della teoria dell’attivazione differenziale?

A

Prove a sostegno della teoria includono:

Risposte più intense agli stimoli negli introversi.
Tendenze degli estroversi a cercare contatti sociali e degli introversi ad evitarli.
Studi neurofisiologici che mostrano differenze di attività cerebrale tra introversi ed estroversi.

110
Q

Concetti chiave e informazioni da sapere per comprendere il testo “Il modello sperimentale di Eysenck”: un’analisi approfondita

A
  1. Il modello causale di Eysenck: alla radice della personalità

Il punto focale del modello di Eysenck è la ricerca di una base biologica per la personalità. Egli propone un modello causale che parte da fattori causali come la genetica e la fisiologia per arrivare a tratti fenotipici misurabili come Psicoticismo, Estroversione e Nevroticismo. Questi tratti, a loro volta, si manifestano in conseguenze comportamentali osservabili in contesti concreti.

Eysenck si differenzia dall’approccio dei Big Five, che si basa su correlazioni statistiche, prediligendo un metodo top-down che parte da ipotesi teoriche ben definite.

  1. I tre pilastri della personalità: Psicoticismo, Estroversione, Nevroticismo

Il modello PEN di Eysenck identifica tre tratti principali:

Psicoticismo: Un continuum che va dalla stabilità emotiva e dal buon adattamento sociale alla psicopatia. Chi ottiene punteggi alti tende ad essere aggressivo, egocentrico, impulsivo, antisociale e privo di empatia.
Estroversione: Misura la socievolezza, l’attività, la vitalità, l’assertività, la ricerca di sensazioni e il dominio. Gli individui estroversi tendono a cercare stimoli e interazioni sociali, mentre gli introversi, con punteggi bassi, preferiscono contesti calmi e relazioni meno intense.
Nevroticismo: Riflette ansia, tensione, depressione, emotività, timidezza, umoralità, bassa autostima e sentimenti di vergogna. Chi ottiene punteggi alti su questo tratto è più incline a sperimentare emozioni negative e a reagire con stress a situazioni avverse.
3. La teoria dell’attivazione differenziale: il motore di Estroversione e Introversione

Un elemento chiave del modello di Eysenck è la teoria dell’attivazione differenziale. Secondo questa teoria, le persone hanno diversi livelli di attività corticale: gli estroversi presentano una minore attivazione di base, mentre gli introversi hanno un cervello più attivo.

Per mantenere un livello ottimale di attivazione, gli individui si comportano in modo differente:

Gli estroversi, con la loro minore attivazione di base, cercano stimoli e interazioni sociali per aumentare il loro livello di arousal.
Gli introversi, già predisposti a un’attivazione cerebrale più elevata, evitano le stimolazioni eccessive per ridurre il loro stato di arousal.
Questa teoria è stata supportata da studi sperimentali che hanno dimostrato che gli introversi reagiscono più intensamente agli stimoli esterni rispetto agli estroversi. Inoltre, ricerche sul comportamento confermano la tendenza degli estroversi a cercare contatti sociali e degli introversi ad evitarli.

  1. Eysenck e i Big Five: affinità e divergenze

Nonostante le differenze metodologiche, il modello di Eysenck presenta alcune compatibilità con i Big Five. Ad esempio, le misure di Estroversione e Nevroticismo risultano sovrapponibili in entrambi i modelli. Inoltre, lo Psicoticismo di Eysenck comprende aspetti sia della Coscienziosità che della Gradevolezza dei Big Five.

Eysenck sottolinea però l’importanza del suo quadro teorico e del modus operandi proposto, affermando che i tratti fenotipici (Psicoticismo, Estroversione, Nevroticismo) potrebbero essere ridefiniti con il progredire della conoscenza scientifica.

  1. Critiche e limiti del modello di Eysenck

Il modello di Eysenck, pur offrendo una struttura teorica solida e supportata da ricerche, non è esente da critiche:

Determinismo biologico: L’enfasi sulla base biologica della personalità viene da alcuni considerata eccessiva, trascurando l’influenza di fattori ambientali e culturali.
Semplificazione della personalità: La categorizzazione in tre tratti principali viene ritenuta da alcuni una semplificazione eccessiva della complessità del costrutto personalità.
Validità in culture diverse: L’applicabilità del modello a culture differenti è stata messa in discussione, data la sua origine occidentale.

111
Q

Qual è il sistema di classificazione delle differenze individuali più diffuso attualmente?

A

Il sistema di classificazione delle differenze individuali più diffuso è il Five Factor Model.

112
Q

Quali sono le caratteristiche principali del Five Factor Model?

A

Le caratteristiche principali del Five Factor Model (FFM) possono essere sintetizzate come segue:

Cinque Dimensioni Sovraordinate:

Estroversione: Include aspetti come ottimismo, espressività, timidezza (inversamente proporzionale), livello di attività e socievolezza.
Benevolenza/Amabilità: Comprende altruismo, egocentrismo (inversamente proporzionale), obbedienza, dominanza e irritabilità.
Coscienziosità: Riguarda ordine, concentrazione, perseveranza (capacità di controllo a livello comportamentale), e motivazione alla riuscita (capacità di controllo a livello cognitivo).
Stabilità Emotiva: Opposto del nevroticismo, include aspetti come sicurezza e ansia (inversamente proporzionale).
Apertura all’Esperienza: Include creatività, intelletto e curiosità.
Origine e Sviluppo:

Il FFM è stato proposto inizialmente da Hipic e Mervielde, e successivamente sviluppato da Costa e McCrae. È una tassonomia emersa da un approccio bottom-up descrittivo ed esplorativo, basato sull’analisi delle descrizioni comportamentali fornite da genitori e insegnanti di bambini.
Robusti Correlati Esterni:

I profili del FFM permettono di prevedere il successo scolastico, l’andamento lavorativo, e il rischio di comportamenti disfunzionali. Questo modello ha dimostrato una robusta continuità attraverso il tempo e solide basi biologiche.
Metodo di Verifica e Stabilità:

Studi di genetica comportamentale hanno dimostrato che i tratti del FFM hanno indici di ereditarietà (H) robusti. Tuttavia, la loro tenuta cross-culturale può variare a seconda degli approcci utilizzati (emico o etico).
Approccio Bottom-Up e Top-Down:

Il modello si basa su un approccio bottom-up iniziale per identificare i tratti fondamentali, seguito da un approccio top-down per verificare la struttura e la stabilità delle dimensioni in vari contesti culturali e attraverso diverse fasce d’età.
Universalità e Differenze Culturali:

La stabilità e la validità del FFM sono state testate a livello internazionale attraverso la traduzione e l’applicazione di questionari in più di 50 lingue. Tuttavia, l’universalità del modello può emergere solo se i dati sono trattati con un approccio top-down, mentre l’approccio bottom-up può rivelare l’influenza del contesto culturale.
Queste caratteristiche delineano un quadro completo e robusto del Five Factor Model, rendendolo una delle tassonomie più utilizzate per descrivere le differenze individuali nella personalità.

113
Q

In che modo si differenziano l’approccio emico e l’approccio etico per lo studio delle tassonomie transculturali?

A

L’approccio emico partecipa direttamente con la cultura studiata, identificando i concetti salienti per quella cultura e costruendo la tassonomia dalle basi (metodo bottom-up). L’approccio etico parte da una tassonomia preesistente (es. Five Factor Model), la traduce e la adatta alla cultura da studiare, verificando se la struttura preesistente si ripresenta (metodo top-down).

114
Q

Quali sono i vantaggi e i limiti di ciascun approccio? (Emico ed Etico)

A

Vantaggi dell’approccio emico: Comprensione profonda e autentica, tassonomia più significativa per la cultura.
Limiti: Richiede tempo e risorse, confronto difficile tra culture.

Vantaggi dell’approccio etico: Efficienza, confronto tra culture.
Limiti: Potenziale distorsione, imposizione di categorie esterne.

115
Q

Perché il dibattito sull’universalità del Five Factor Model è ancora in corso?

A

Il dibattito è in corso perché la tenuta trans-culturale del Five Factor Model non è completamente dimostrata. Alcune ricerche suggeriscono che il modello funziona in diverse culture, ma con differenze significative nelle dimensioni e nei loro rapporti.

116
Q

Quali sono le tre forme di continuità dei tratti?

A

Le tre forme di continuità dei tratti sono:

Continuità Differenziale (o Gerarchica o di Ordine di Rango):

Questa forma di continuità verifica se l’ordine degli individui dal punteggio più basso a quello più alto osservato al tempo 1 si preserva o si modifica al tempo 2. La continuità differenziale si misura tramite il coefficiente di correlazione (test-retest). Viene usato un disegno longitudinale in cui gli stessi individui sono valutati ripetutamente nel tempo. Se il coefficiente di correlazione è elevato, significa che i punteggi degli individui tendono a mantenere la stessa posizione relativa nel gruppo nel corso del tempo​​.
Continuità Assoluta:

La continuità assoluta verifica la stabilità dei livelli medi di una caratteristica individuale nel tempo. Può essere indagata sia con studi longitudinali che trasversali. Negli studi longitudinali, si osserva lo stesso campione di individui nel tempo per vedere se il livello medio di un tratto rimane costante. Negli studi trasversali, si recluta un campione che comprende individui di diverse fasce d’età per analizzare l’andamento medio della variabile in funzione dell’età​​.
Continuità Individuale (o Ipsativa):

La continuità individuale si focalizza sulla stabilità del livello di una caratteristica individuale nel singolo individuo attraverso il tempo. Indaga se vi siano variazioni o cambiamenti affidabili da un tempo all’altro, tenendo conto dell’impatto degli errori casuali nella misurazione. Questa forma di continuità permette di valutare se un cambiamento osservato è significativo o semplicemente dovuto a variazioni casuali nei punteggi​​.
Queste tre forme di continuità offrono diverse prospettive sulla stabilità dei tratti nel tempo, fornendo una visione completa del modo in cui i tratti della personalità possono essere analizzati e compresi nel contesto dello sviluppo individuale.

117
Q

Come cambia la stabilità dei tratti con l’età?

A

La stabilità dei tratti aumenta con l’età, con un picco tra i 40 e i 59 anni.

118
Q

Quali fattori possono influenzare la stabilità dei tratti?

A

Diversi fattori possono influenzare la stabilità dei tratti, tra cui l’età, le esperienze individuali e l’ambiente.

119
Q

Cosa si intende per continuità eterotipica?

A

La continuità eterotipica si riferisce alla stabilità di un tratto attraverso il tempo, ma valutata tramite comportamenti diversi che sono riconducibili allo stesso tratto. Questo concetto si basa sulla premessa che le manifestazioni comportamentali di un tratto cambiano a seconda delle fasce d’età.

Ad esempio, nel periodo neonatale, elevati livelli di attività possono essere associati a pianti frequenti. Dopo i 6 mesi, questi livelli possono essere associati anche a frequenti vocalizzi e sorrisi. Nel periodo prescolare, possono manifestarsi come comportamenti aggressivi e disinibiti, mentre durante il periodo scolare possono essere collegati a distraibilità e scarso controllo degli impulsi.

Di conseguenza, per indagare la stabilità di una caratteristica, è necessario valutare la possibilità che il costrutto necessiti di operativizzazioni e strumenti differenti nelle varie fasi della vita. Questo è particolarmente evidente nell’infanzia, ma potrebbe essere necessario anche nell’età adulta​​.

120
Q

Perché è importante considerare la stabilità strutturale quando si studia la stabilità dei tratti?

A

È importante considerare la stabilità strutturale quando si studia la stabilità dei tratti perché la struttura di un tratto può cambiare nel tempo. Ad esempio, le dimensioni dei Big Five potrebbero essere più o meno salienti in diverse fasce d’età.

121
Q

Spiega la differenza tra continuità differenziale e continuità assoluta.

A

La continuità differenziale si concentra sul fatto se l’ordine dei ranghi degli individui su un tratto rimane stabile nel tempo (es: chi è più coscienzioso rimane più coscienzioso nel tempo). La continuità assoluta, invece, si concentra sul fatto se il livello medio di un tratto in una popolazione rimane stabile nel tempo (es: la media della coscienziosità nella popolazione rimane stabile nel tempo).

122
Q

In che modo il concetto di stabilità dei tratti può essere utilizzato per spiegare il cambiamento individuale?

A

Il concetto di stabilità dei tratti può essere utilizzato per spiegare il cambiamento individuale in due modi:
Stabilità dei tratti di base: I tratti di base sono i tratti fondamentali della personalità che rimangono relativamente stabili nel tempo. Questi tratti possono influenzare il modo in cui le persone reagiscono a nuove esperienze e situazioni, contribuendo così a plasmare il loro sviluppo individuale.
Cambiamento entro i tratti: Anche se i tratti di base sono relativamente stabili, ci può essere un certo cambiamento entro i tratti nel tempo. Questo cambiamento può essere dovuto a una varietà di fattori, come l’invecchiamento, le esperienze significative della vita o l’apprendimento intenzionale.

123
Q

Spiega cosa sono le continuità omotipica ed eterotipica, facendo degli esempi.

A

All’interno del panorama scientifico relativo alla psicologia dei tratti, la distinzione tra continuità eterotipica e continuità omotipica rappresenta un elemento chiave per comprendere la natura e l’evoluzione delle caratteristiche personali nel corso del tempo.

La continuità omotipica, in senso stretto, implica la persistenza immutata di un tratto e delle sue relative espressioni comportamentali lungo l’arco della vita. In altre parole, un individuo che da bambino manifesta un determinato comportamento associato ad un tratto specifico (ad esempio, l’estroversione) dovrebbe, secondo questa ipotesi, continuare ad esibire lo stesso comportamento anche in età adulta.

Tuttavia, le evidenze empiriche suggeriscono che le manifestazioni comportamentali di un tratto tendano a subire modifiche nel tempo, pur mantenendo una certa coerenza sottostante. Questo fenomeno viene definito continuità eterotipica. In questo caso, il tratto rimane stabile a livello nucleare, ma il modo in cui si esprime nel comportamento cambia in relazione a fattori quali l’età, le esperienze individuali e il contesto socio-culturale.

Per fare un esempio concreto, un bambino iperattivo potrebbe manifestare la sua iperattività attraverso comportamenti di irrequietezza e distrazione durante l’infanzia, mentre da adulto potrebbe esprimerla attraverso una maggiore energia e intraprendenza lavorativa. In entrambi i casi, si osserva la persistenza del tratto iperattività, seppur con modalità espressive differenti.

La comprensione della continuità eterotipica è fondamentale per una valutazione più completa e accurata della stabilità dei tratti e del loro impatto sullo sviluppo individuale. Riconoscere che le espressioni comportamentali possono evolvere nel tempo permette di evitare interpretazioni errate e di cogliere la complessità delle dinamiche che sottostanno alla formazione e al cambiamento della personalità.

In aggiunta a quanto sopra, è importante sottolineare che la distinzione tra continuità eterotipica e omotipica ha implicazioni significative per la metodologia di ricerca in psicologia dei tratti. Strumenti e operativizzazioni differenti potrebbero essere necessari per valutare lo stesso tratto in diverse fasi del ciclo di vita, tenendo conto delle sue mutevoli espressioni comportamentali.

In definitiva, la continuità eterotipica rappresenta un concetto chiave per comprendere la natura dinamica dei tratti e il loro ruolo nello sviluppo individuale. Riconoscere la flessibilità delle espressioni comportamentali permette di superare una visione statica della personalità e di cogliere la complessità delle traiettorie individuali nel corso del tempo.