Domande varie Flashcards

1
Q

Il modello CAPS di Mischel: le variabili sociocognitive della personalità?

A

Nel modello CAPS (Cognitive-Affective Processing System) di Walter Mischel, le variabili sociocognitive della personalità sono componenti chiave che influenzano il comportamento e la formazione della personalità. Queste variabili riflettono la complessità delle interazioni tra i processi cognitivi e affettivi e il contesto sociale in cui un individuo vive. Di seguito sono descritte le principali variabili sociocognitive della personalità nel contesto del modello CAPS:

  1. Abilità Cognitive e Competenze:
    • Definizione: Si riferisce a un insieme di abilità cognitive e linguistiche che permettono all’individuo di affrontare i problemi della vita e le sfide quotidiane.
    • Importanza: Queste abilità sono fondamentali per l’adattamento e comprendono sia abilità comportamentali che modi di pensare ai problemi.
  2. Codifica (Convinzioni o Beliefs):
    • Definizione: Le unità di codifica sono costrutti o rappresentazioni mentali elaborate dalla persona che riflettono la sua visione soggettiva del mondo, degli altri e di sé stessa.
    • Influenza sul Comportamento: La modalità distintiva di selezione e codifica delle informazioni influisce sul comportamento e riflette la storia personale dell’individuo.
  3. Aspettative e Credenze Orientate al Futuro:
    • Definizione: Si riferisce alle anticipazioni cognitive e affettive basate sulla relazione percepita tra azione e conseguenza.
    • Ruolo nell’Indirizzare il Comportamento: Le aspettative aiutano a dirigere il comportamento e a rispondere adeguatamente al contesto, influenzando la percezione di come il mondo funzionerà in futuro.
  4. Obiettivi e Valori:
    • Definizione: Rappresentano le azioni che un individuo mette in atto per modificare la realtà, con un valore soggettivo attribuito agli esiti attesi.
    • Legame con le Aspettative: Gli obiettivi sono strettamente collegati alle aspettative, poiché le persone scelgono obiettivi che hanno un significato personale e valore per loro.
  5. Strategie di Autoregolazione:
    • Definizione: Rappresentano le modalità tipiche di controllo, valutazione e gratificazione dell’azione personale tesa a un obiettivo.
    • Ruolo nell’Efficacia dell’Azione: L’efficacia dell’azione dipende dall’automonitoraggio, dall’autovalutazione e dall’autogratificazione.
  6. Emozioni Associate alle Cognizioni:
    • Definizione: Rappresentano sentimenti e stati affettivi, cognitivi e fisiologici che accompagnano i pensieri.
    • Interazione con Altre Variabili: Le emozioni sono strettamente connesse a tutte le altre variabili sociocognitive CAPS, influenzando la selezione e la codifica di stimoli, le aspettative e gli obiettivi.

Queste variabili sociocognitive riflettono la comprensione di Mischel sulla complessità della personalità, integrando elementi cognitivi e affettivi con l’ambiente sociale in cui un individuo vive.

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2
Q

Approccio psicolessicale: premesse e risultati significativi?

A

L’approccio psicolessicale è un approccio alla ricerca sulla personalità che si basa sull’analisi del linguaggio comune per identificare i tratti distintivi della personalità. Ecco alcune premesse e risultati significativi dell’approccio psicolessicale:

Premesse dell’approccio psicolessicale:

  1. Ipotesi della sedimentazione: L’approccio si basa sull’ipotesi che il linguaggio rifletta le esperienze significative di una collettività, comprese le differenze individuali nella personalità. Questo concetto suggerisce che attraverso il linguaggio, le persone codificano e esprimono le caratteristiche salienti della loro personalità.
  2. Analisi del linguaggio: La ricerca psicolessicale parte dall’analisi del linguaggio utilizzando dizionari e selezionando progressivamente aggettivi rappresentativi degli aspetti della personalità. Questi aggettivi vengono quindi utilizzati in compiti di descrizione di sé e degli altri.
  3. Indagine su differenze individuali: L’obiettivo principale è individuare le principali differenze individuali attraverso l’analisi delle parole utilizzate per descrivere la personalità.

Risultati significativi dell’approccio psicolessicale:

  1. Cinque dimensioni del Big Five: Uno dei risultati più significativi è l’identificazione delle cinque dimensioni fondamentali della personalità nel modello dei Big Five. Queste dimensioni (Estroversione-Introversione, Gradevolezza-Sgradevolezza, Coscienziosità-Negligenza, Nevroticismo-Stabilità emotiva, Apertura mentale-Chiusura mentale) sono emerse attraverso l’analisi delle relazioni tra aggettivi nel linguaggio.
  2. Universalità delle dimensioni: Le dimensioni emerse dall’approccio psicolessicale sono state trovate in molte lingue diverse, suggerendo una certa universalità nella percezione e descrizione della personalità attraverso il linguaggio.
  3. Descrizione dei tratti di personalità: L’approccio psicolessicale ha contribuito a identificare aggettivi e descrizioni specifiche associate a ciascuna dimensione, fornendo un quadro dettagliato dei tratti di personalità.
  4. Critiche e limitazioni: Tuttavia, è importante notare che alcuni studiosi criticano l’approccio psicolessicale, suggerendo che potrebbe rivelare solo relazioni semantiche tra aggettivi o, al massimo, concezioni ingenuamente superficiali della personalità. Ciò solleva la questione della validità e completezza della rappresentazione delle differenze individuali attraverso il linguaggio.

In sintesi, l’approccio psicolessicale ha giocato un ruolo significativo nella definizione e identificazione delle principali dimensioni della personalità, in particolare attraverso la creazione del modello dei Big Five. Tuttavia, rimane oggetto di dibattito tra gli studiosi sulla sua validità e sui suoi limiti.

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3
Q

Interazionismo moderno

A

L’interazionismo moderno si riferisce a una prospettiva teorica che enfatizza l’importanza delle interazioni reciproche tra individuo, ambiente e comportamento. Questa prospettiva è spesso applicata in campi come la psicologia sociale, la psicologia dello sviluppo e la psicologia clinica.

Nel contesto della teoria sociocognitiva di Albert Bandura, che hai menzionato precedentemente, l’interazionismo moderno si manifesta attraverso il suo modello triadico di causalità. Questo modello suggerisce che l’individuo, l’ambiente circostante e il comportamento sono strettamente interconnessi e si influenzano reciprocamente in un processo dinamico.

Le caratteristiche chiave dell’interazionismo moderno includono:

  1. Bidirezionalità: Contrariamente ai modelli unidirezionali tradizionali, in cui l’individuo è considerato come influenzato solo dall’ambiente o viceversa, l’interazionismo moderno sottolinea la reciproca influenza tra persona e ambiente.
  2. Transazione: Indica la continua interazione e scambio tra l’individuo e il suo ambiente. Questa interazione costante è considerata fondamentale per la comprensione dello sviluppo e del comportamento umano.
  3. Cognizione e Simbolizzazione: L’interazionismo moderno tiene conto delle processazioni cognitive, inclusa la simbolizzazione, come elementi cruciali nelle interazioni tra persona e ambiente.
  4. Autoregolazione: L’individuo è visto come un agente attivo nel suo processo di apprendimento e sviluppo, con la capacità di regolare e adattare il proprio comportamento in risposta alle esperienze e alle influenze ambientali.

In sintesi, l’interazionismo moderno sottolinea la complessità delle relazioni tra l’individuo e il suo ambiente, superando le visioni più semplicistiche e unidirezionali del determinismo. Questa prospettiva fornisce un quadro più completo e dinamico per comprendere come le persone apprendono, si sviluppano e interagiscono con il mondo che le circonda.

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4
Q

I sé possibili: la teoria di Higgins

A

La teoria delle discrepanze percepite di Higgins rappresenta un approccio significativo nella comprensione della psicologia della personalità, concentrandosi sulla dinamica tra il sé attuale e i sé possibili, come il sé ideale e il sé imperativo. In base a questa teoria, le discrepanze tra queste rappresentazioni del sé influenzano gli stati affettivi e il funzionamento del sé.

Il sé ideale è la rappresentazione di ciò che un individuo vorrebbe idealmente essere. La discrepanza tra il sé attuale e il sé ideale può generare stati affettivi depressivi. Ad esempio, se un individuo percepisce di non aver ancora raggiunto ciò che idealmente vorrebbe realizzare, si può verificare un’esperienza di insoddisfazione e frustrazione.

Le fonti del sé ideale includono la percezione di non soddisfare le aspettative personali, portando a sensazioni di vergogna e abbattimento quando si percepisce di non corrispondere all’immagine ideale che altri significativi desiderano per noi.

Dall’altro lato, il sé imperativo rappresenta la versione di sé che un individuo sente di dover essere o gli standard che ritiene di dover raggiungere. La discrepanza tra il sé attuale e il sé imperativo può portare a stati affettivi ansiosi. Ad esempio, sensi di colpa e autocondanna possono emergere quando si percepisce di non soddisfare gli standard personali.

Le fonti del sé imperativo comprendono la percezione di non soddisfare gli standard personali, portando a stati di agitazione e paura quando si teme una punizione legata all’immagine ideale che altri significativi desiderano per noi.

In conclusione, la teoria di Higgins offre un quadro comprensivo che collega le discrepanze percepite con stati affettivi specifici, contribuendo così alla nostra comprensione della psicologia della personalità e dei processi che guidano il funzionamento del sé.

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5
Q

Aspetti dinamici del modello Kapa di Cervone

A

Il modello KAPA di Cervone affronta gli aspetti dinamici della personalità attraverso la distinzione chiave tra Knowledge e Appraisal. Vediamo come questa teoria affronta la dinamica dei processi cognitivi-affettivi:

Knowledge (Conoscenza):

Gli aspetti dinamici del Knowledge si manifestano attraverso le rappresentazioni cognitive-affettive relativamente stabili e centrali per il sé.
Queste rappresentazioni, salienti e attivate più facilmente, giocano un ruolo chiave nella formazione delle credenze, aspettative e valori della persona.
Ad esempio, se un individuo ha una rappresentazione stabile di sé come persona competente, questo influenzerà le aspettative e le valutazioni future nelle situazioni in cui la competenza è rilevante.
Appraisal (Valutazione):

La componente dinamica del modello è evidente nell’Appraisal, che rappresenta le valutazioni o giudizi contestualizzati.
Gli Appraisal mettono in relazione il sé a ciò che accade nel qui e ora, considerando sia gli elementi relativamente costanti che quelli variabili nel tempo e nello spazio.
Un esempio concreto potrebbe essere quando un individuo valuta la sua autoefficacia in una situazione specifica, prendendo in considerazione sia le rappresentazioni stabili (Knowledge) che le condizioni del momento.
Combinazione di Strutture Schematiche e Situazioni Salienti:

Il modello KAPA si focalizza sulla combinazione di strutture schematiche di sé e situazioni salienti per la loro attivazione.
Gli Appraisal mediano le relazioni tra Knowledge e risposte comportamentali, evidenziando l’interplay dinamico tra le rappresentazioni relativamente stabili e le influenze transitorie delle situazioni.
Esempio Pratico con il Metodo KAPA:

Cervone ha proposto il metodo KAPA che illustra gli aspetti dinamici del modello. Questo metodo coinvolge la valutazione delle caratteristiche personali, la loro relazione con situazioni interpersonali e la misurazione del senso di autoefficacia.
Ad esempio, se una persona ha una caratteristica schematica di essere assertiva, l’Appraisal in una situazione interpersonale potrebbe riflettere la percezione di essere in grado di esprimere le proprie opinioni con successo, influenzando il comportamento in quella situazione.
In conclusione, il modello KAPA di Cervone integra in modo dinamico Knowledge e Appraisal, offrendo una prospettiva avanzata sulla comprensione dei processi cognitivo-affettivi nella formazione e manifestazione della personalità. La distinzione tra rappresentazioni relativamente stabili e valutazioni contestualizzate contribuisce a delineare in modo dettagliato la complessità del funzionamento della personalità.

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6
Q

Il bisogno di coerenza di sè: definizione e processi sottesi (almeno 2)

A

Definizione del bisogno di coerenza di sé

Il bisogno di coerenza di sé è un bisogno fondamentale dell’essere umano, che si manifesta nella tendenza a mantenere il proprio sistema di sé coerente. Questo sistema di sé è costituito dalle rappresentazioni che l’individuo ha di sé stesso, delle proprie capacità, dei propri valori e delle proprie aspirazioni.

Processi sottesi al bisogno di coerenza di sé

Il bisogno di coerenza di sé è sostenuto da due processi principali:

La tendenza a evitare le esperienze incoerenti con il sé: l’individuo è motivato ad evitare esperienze che potrebbero mettere in discussione le proprie convinzioni e valori. Ad esempio, una persona che si considera gentile e compassionevole è meno probabile che si comporti in modo aggressivo o insensibile.
La tendenza a distorcere o negare le esperienze incoerenti con il sé: l’individuo può utilizzare meccanismi di difesa per evitare di affrontare esperienze che potrebbero mettere in discussione il proprio sistema di sé. Ad esempio, una persona che si considera intelligente può negare di aver fatto un errore o può attribuirlo a fattori esterni.
Implicazioni cliniche

Il bisogno di coerenza di sé è un concetto importante nella psicoterapia. Gli psicologi che si ispirano alla teoria di Carl Rogers, che ha messo in luce l’importanza di questo bisogno, si concentrano sul potenziamento del bisogno di coerenza di sé nei loro pazienti. Questo può essere fatto attraverso la psicoterapia, che offre un ambiente sicuro e di accettazione in cui i pazienti possono esplorare le proprie esperienze e valori.

Ad esempio, un terapeuta potrebbe aiutare un paziente a identificare le esperienze che sono incoerenti con il suo sistema di sé. Il terapeuta potrebbe anche aiutare il paziente a sviluppare meccanismi di coping per affrontare queste esperienze in modo sano.

Esempi pratici

Ecco alcuni esempi pratici di come il bisogno di coerenza di sé può manifestarsi nella vita quotidiana:

Una persona che si considera socievole è più probabile che si unisca a un club o a un’associazione.
Una persona che si considera sportiva è più probabile che si iscriva a una palestra o che partecipi a gare sportive.
Una persona che si considera intelligente è più probabile che si iscriva a un corso di laurea o che si dedichi alla ricerca scientifica.
In tutti questi casi, l’individuo è motivato a perseguire obiettivi che sono coerenti con le proprie convinzioni e valori.

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7
Q

Il modello dello stress famigliare e il modello dell’investimento famigliare

A

I due modelli, quello dello stress familiare e quello dell’investimento famigliare, forniscono due prospettive diverse sulla relazione tra SES e sviluppo del bambino.

Il modello dello stress familiare sottolinea l’impatto negativo dello SES sullo sviluppo del bambino, in particolare attraverso i meccanismi di pressione economica, stress familiare e parenting.

Secondo questo modello, i bambini che vivono in famiglie con un basso SES sono più a rischio di sviluppare problemi comportamentali ed emotivi perché sono esposti a livelli più elevati di pressione economica, che può portare a stress familiare e a parenting negativo.

Il modello dell’investimento famigliare, invece, sottolinea l’importanza delle risorse familiari, sia materiali che immateriali, per lo sviluppo del bambino.

Secondo questo modello, i bambini che vivono in famiglie con un basso SES possono avere un buon sviluppo se le famiglie investono nelle risorse disponibili. Questo investimento può avvenire in diversi modi, ad esempio attraverso il sostegno sociale, le aspettative positive e la qualità delle relazioni familiari.

In base alle informazioni che mi hai fornito, il modello dello stress familiare è più coerente con la tua domanda. In particolare, la tua domanda si concentra sull’impatto negativo dello SES sullo sviluppo del bambino, in particolare attraverso i meccanismi di stress familiare e parenting.

Ad esempio, la tua domanda potrebbe riguardare:

Come lo stress familiare dovuto a basse condizioni socioeconomiche può portare a problemi comportamentali ed emotivi nei bambini?
Quali sono le conseguenze negative del parenting negativo sui bambini che vivono in famiglie con un basso SES?
In questi casi, il modello dello stress familiare può fornire una spiegazione utile.

Tuttavia, è importante notare che il modello dell’investimento famigliare può anche essere utile per comprendere la relazione tra SES e sviluppo del bambino. Ad esempio, il modello dell’investimento famigliare potrebbe essere utilizzato per spiegare come le risorse familiari possono mitigare l’effetto negativo dello SES sullo sviluppo del bambino.

In conclusione, entrambi i modelli possono essere utili per comprendere la relazione tra SES e sviluppo del bambino. Il modello dello stress familiare è più coerente con la tua domanda specifica, ma il modello dell’investimento famigliare può anche essere utile per comprendere altri aspetti della relazione.

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8
Q

La coerenza comportamentale: teorie dei tratti e teorie socio-cognitive a confronto

A

La coerenza comportamentale è un concetto fondamentale nella psicologia della personalità. Essa si riferisce alla stabilità o coerenza del comportamento di un individuo nel tempo e nelle diverse situazioni.

Le teorie dei tratti (disposizioni) e le teorie socio-cognitive presentano diversi punti di vista sulla coerenza comportamentale.

Teorie dei tratti (disposizioni)

Le teorie dei tratti (disposizioni) considerano i tratti come le variabili fondamentali della personalità. I tratti sono tendenze latenti, strutture di personalità che possediamo, che sottendono le regolarità comportamentali e che sono alla base delle differenze individuali.

Secondo le teorie dei tratti, la coerenza comportamentale è dovuta alla presenza di tratti disposizionali stabili nel tempo e nelle diverse situazioni. I tratti disposizionali sono considerati fattori interni alla persona che influenzano il suo comportamento in modo relativamente costante.

Ad esempio, una persona con un alto livello di tratti di estroversione è più propensa a comportarsi in modo socievole e estroverso in una varietà di situazioni, rispetto a una persona con un basso livello di questi tratti.

Teorie socio-cognitive

Le teorie socio-cognitive, invece, considerano i sistemi cognitivo-affettivi come le variabili fondamentali della personalità. I sistemi cognitivo-affettivi sono ciò che facciamo, pensiamo e sentiamo, tendenze comportamentali. I sistemi cognitivo-affettivi sono influenzati da fattori biologici, ma non sono determinati da essi.

Secondo le teorie socio-cognitive, la coerenza comportamentale è dovuta all’interazione tra fattori disposizionali e fattori situazionali. I fattori disposizionali sono considerati fattori interni alla persona che influenzano il suo comportamento in modo generale, mentre i fattori situazionali sono considerati fattori esterni alla persona che influenzano il suo comportamento in modo specifico.

Ad esempio, una persona con un alto livello di tratti di estroversione può comportarsi in modo più o meno socievole e estroverso a seconda della situazione. In una situazione in cui si sente a suo agio e circondata da persone familiari, è più probabile che si comporti in modo socievole e estroverso. In una situazione in cui si sente a disagio o circondata da persone estranee, è più probabile che si comporti in modo più riservato e introverso.

Confronto tra le due teorie

Le teorie dei tratti e le teorie socio-cognitive presentano diversi punti di vista sulla coerenza comportamentale.

Le teorie dei tratti enfatizzano la stabilità del comportamento nel tempo e nelle diverse situazioni, attribuendo la coerenza comportamentale alla presenza di fattori disposizionali stabili.

Le teorie socio-cognitive, invece, enfatizzano la variabilità del comportamento in funzione delle situazioni, attribuendo la coerenza comportamentale all’interazione tra fattori disposizionali e fattori situazionali.

Conclusione

Non è possibile dire quale approccio sia migliore. Entrambi gli approcci hanno i loro punti di forza e di debolezza.

L’approccio dei tratti è più utile per comprendere le differenze individuali e la stabilità del comportamento nel tempo. L’approccio socio-cognitivo è più utile per comprendere la variabilità del comportamento in funzione delle situazioni e la dinamica della personalità.

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9
Q

L’apprendimento vicario: l’esperimento di Mischel e Bandura

A

L’apprendimento vicario: l’esperimento di Mischel e Bandura

L’apprendimento vicario, o apprendimento per osservazione, è un processo di apprendimento che si verifica quando un individuo apprende un comportamento osservando un altro individuo, detto modello.

Albert Bandura e Walter Mischel hanno condotto un esperimento nel 1965 per studiare l’apprendimento vicario nel contesto del differimento della gratificazione.

In questo esperimento, dei bambini sono stati suddivisi in tre gruppi:

  • Gruppo del modello dal vivo: i bambini osservavano un adulto che sceglieva di aspettare un premio più grande a distanza di tempo, piuttosto che un premio più piccolo subito.
  • Gruppo del modello simbolico: i bambini leggevano una storia su un adulto che sceglieva di aspettare un premio più grande a distanza di tempo, piuttosto che un premio più piccolo subito.
  • Gruppo di controllo: i bambini non erano esposti a nessun modello.

Dopo aver osservato il modello, i bambini sono stati lasciati soli in una stanza con un marshmallow. Ai bambini è stato detto che se fossero riusciti a non mangiare il marshmallow entro 15 minuti, avrebbero ricevuto un secondo marshmallow.

I risultati dell’esperimento hanno mostrato che i bambini che avevano osservato il modello dal vivo erano più propensi a ritardare la gratificazione e a non mangiare il marshmallow entro 15 minuti. I bambini che avevano osservato il modello simbolico erano meno propensi a ritardare la gratificazione rispetto ai bambini del gruppo di controllo.

Questo esperimento ha dimostrato che l’apprendimento vicario può influenzare il comportamento umano, anche in situazioni che coinvolgono il differimento della gratificazione.

Applicazione dell’esperimento all’esame di psicologia della personalità presso l’UNITS

L’esperimento di Mischel e Bandura è un esperimento classico che viene spesso utilizzato per illustrare il concetto di apprendimento vicario.

In un esame di psicologia della personalità presso l’UNITS, l’esperimento potrebbe essere utilizzato per valutare le seguenti conoscenze:

  • La definizione di apprendimento vicario.
  • Le determinanti dell’apprendimento vicario.
  • L’applicazione dell’apprendimento vicario a diversi contesti.

Per rispondere alla domanda relativa all’applicazione dell’esperimento all’esame, si potrebbe utilizzare la seguente struttura:

  • Introduzione: si potrebbe fornire una breve descrizione dell’esperimento, indicando le tre condizioni sperimentali.
  • Analisi delle determinanti dell’apprendimento vicario: si potrebbe discutere di come le determinanti dell’apprendimento vicario hanno influito sui risultati dell’esperimento. Ad esempio, si potrebbe sottolineare che i bambini del gruppo del modello dal vivo erano più propensi a ritardare la gratificazione perché il modello era presente e potevano vedere come si comportava.
  • Applicazione dell’esperimento a contesti diversi: si potrebbe discutere di come l’esperimento potrebbe essere applicato a contesti diversi, ad esempio all’educazione o alla terapia. Ad esempio, si potrebbe sottolineare che l’esperimento suggerisce che i bambini possono imparare a ritardare la gratificazione osservando gli adulti che li circondano.

Ecco un esempio di risposta che potrebbe essere fornita in un esame:

**L’esperimento di Mischel e Bandura ha dimostrato che l’apprendimento vicario può influenzare il comportamento umano, anche in situazioni che coinvolgono il differimento della gratificazione. I bambini che avevano osservato un modello che ritardava la gratificazione erano più propensi a ritardare la gratificazione da soli.

Questi risultati possono essere spiegati da alcune delle determinanti dell’apprendimento vicario. In particolare, i bambini erano più propensi a imitare il modello perché era presente e potevano vedere come si comportava. Inoltre, il modello era percepito come competente e efficace, il che ha reso più probabile che i bambini lo imitassero.

L’esperimento di Mischel e Bandura ha implicazioni importanti per l’educazione e la terapia. Ad esempio, gli insegnanti possono utilizzare l’apprendimento vicario per insegnare ai bambini a ritardare la gratificazione. I terapisti possono utilizzare l’apprendimento vicario per aiutare i pazienti a modificare i loro comportamenti problematici.**

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10
Q

Il sistema dei sé: i contenuti

A

I contenuti del sé

Secondo William James (1890), il concetto di sé è composto da due aspetti:

L’Io: è il soggetto attivo che pensa, osserva, raccoglie e organizza l’esperienza personale, integrando passato e presente e conferendo unitarietà e continuità al fluire degli eventi. L’Io è il piano dei processi. I processi riguardano ciò che l’individuo fa quando, come soggetto, riflette su se stesso.
Il Me: è l’oggetto su cui l’Io riflette, vale a dire l’insieme di rappresentazioni di sé che risultano dai processi di pensiero dell’Io. Il Me è il piano dei contenuti del sistema del sé.
James ha distinto tre principali categorie conoscitive di sé:

Me materiale: comprende tutti gli aspetti materiali della persona (il corpo, gli oggetti ecc)
Me sociale: comprende tutte le concezioni che la persona sviluppa su se stessa in relazione agli altri
Me spirituale: è il nucleo del concetto di sé e comprende le idee di sé che la persona ritiene rispecchino la sua autenticità, le sue aspirazioni, i suoi desideri e pensieri.
Harter (1999) ha studiato il sé in termini evolutivi, indagando quali sono i contenuti del sé attraverso le diverse fasce d’età, dall’infanzia all’età adulta. Harter ha utilizzato un approccio idiografico: ai partecipanti veniva chiesto di descrivere liberamente se stessi e sulla base delle rappresentazioni liberamente espresse dalle persone, sono stati individuati i domini del concetto di sé nelle varie fasce d’età.

Dai risultati della ricerca di Harter emerge che:

il Sé si sviluppa attraverso il tempo divenendo progressivamente più articolato
ad ogni età le persone si rappresentano attraverso il proprio aspetto fisico, le proprie competenze in ambito scolastico o lavorativo, le abilità intellettive, la condotta morale e la qualità percepita delle relazioni sociali esistono domini specifici di determinati periodi di vita
Risposta alla domanda

I contenuti del sé sono le rappresentazioni che le persone hanno di se stesse. Possono riguardare diversi aspetti della persona, come l’aspetto fisico, le competenze e le abilità, gli attributi personali, le relazioni sociali, ecc.

I contenuti del sé si sviluppano e si modificano nel corso del tempo, a seguito delle esperienze personali, delle credenze e delle aspettative delle persone, e dei modelli che le persone osservano.

I contenuti del sé possono essere classificati in base a diversi criteri, tra cui:

Contenuto: i contenuti possono essere distinti in base a ciò che rappresentano. Ad esempio, i contenuti possono riguardare l’aspetto fisico, le competenze e le abilità, gli attributi personali, le relazioni sociali, ecc.
Centralità-marginalità: i contenuti possono essere distinti in base a quanto sono importanti per la persona. I contenuti centrali sono quelli che la persona ritiene fondamentali per la sua identità e che sono più accessibili alla consapevolezza. I contenuti marginali sono quelli che la persona ritiene meno importanti per la sua identità e che sono meno accessibili alla consapevolezza.
Grado di specificità: i contenuti possono essere distinti in base a quanto sono generali o specifici. I contenuti generalizzati sono quelli che si riferiscono a aspetti generali della persona, come la personalità o le capacità. I contenuti specifici sono quelli che si riferiscono a aspetti specifici della persona, come le abilità di matematica o la capacità di suonare uno strumento musicale.
Dimensione valutativa: i contenuti possono essere distinti in base a se sono positivi o negativi. I contenuti positivi sono quelli che la persona valuta in modo positivo, come le competenze e le abilità. I contenuti negativi sono quelli che la persona valuta in modo negativo, come gli errori e i fallimenti.
Livello di consapevolezza: i contenuti possono essere distinti in base a quanto sono consapevoli o inconsapevoli. I contenuti consapevoli sono quelli di cui la persona è consapevole. I contenuti inconsapevoli sono quelli di cui la persona non è consapevole.
Oltre alle rappresentazioni reali di sé, le persone hanno anche rappresentazioni possibili di sé, ovvero rappresentazioni di come vorrebbero essere. Le rappresentazioni possibili di sé possono essere fonte di motivazione, poiché possono spingere le persone a raggiungere i loro obiettivi.

In conclusione, i contenuti del sé sono un aspetto importante del concetto di sé che hanno un impatto significativo sul comportamento e sull’umore delle persone.

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11
Q

Le emozioni self-conscious

A

Il sistema del sé: emozioni self conscious
Le emozioni self conscious sono distinte dalle emozioni di base.
Le emozioni di base sono presenti sin dai primi giorni di vita, sono funzionali alla sopravvivenza, hanno una base
biologica e fisiologica e si caratterizzano per espressioni facciali e comportamentali che le distinguono le une rispetto
alle altre e le persone tendono ad identificarle.
Le emozioni self conscious sono emozioni cognitivo-dipendenti (cognitive-dependent emotions): sono emozioni che
coinvolgono necessariamente il sé e l’autoriflessione (riflessione intorno a se stessi). Di conseguenza, le emozioni
self-conscious emergono circa tra i 18 e i 24 mesi, quando l’individuo possiede una prima:
* Self-awareness o consapevolezza di sé
* Self-representation o rappresentazione di sé
* Self-evaluation, vale a dire degli standard in base ai quali valutarsi. La prima dimensione valutativa che il
bambino sviluppa è quella di buon/cattivo.
Le emozioni self conscious sono emozioni sociali in quanto:
* coinvolgono la valutazione dell’altro. L’altro può essere specifico o generalizzato. La valutazione dell’altro può
essere esplicita e diretta oppure riflessa (ciò che l’individuo crede che l’altro pensi di lui)
* coinvolgono standard valutativi e in questo senso si legano a processi di auto-regolazione. In altre parole, le
emozioni self conscious forniscono dei feedback che contribuiscono a regolare il comportamento sia in termini
inter individuali – cioè quando l’individuo interagisce con qualcun altro – sia in termini intra individuali, per
84
correggere il proprio modo di pensare o dirigersi verso il futuro, il maniera tale da preservare un senso positivo di
sé, in termini di promozione di sé (pride) e approvazione sociale (imbarazzo, colpa)138
Le emozioni vicarie sorgono quando riguardano un altro significato, vale a dire quando l’individuo anticipa o valuta
qualcosa che è accaduto o che può accadere ad un altro significato.
Il sistema di classificazione delle emozioni self conscious non è unitario.
Le emozioni self-conscious comprendono: ansia sociale, imbarazzo, vergogna, senso di colpa e orgoglio.

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12
Q

I pattern condizionali “se…allora…” nelle teorie sociocognitive

A

Nelle teorie sociocognitive, i pattern condizionali “se…allora…” sono affermazioni che collegano eventi o comportamenti a conseguenze. Essi sono utilizzati per spiegare come le persone imparano e si comportano.

Albert Bandura, uno dei principali esponenti delle teorie sociocognitive, ha sostenuto che i pattern condizionali “se…allora…” sono fondamentali per la regolazione del comportamento. Egli ha affermato che le persone apprendono osservando gli altri e imitando il loro comportamento. Quando le persone osservano che un certo comportamento è seguito da una certa conseguenza, sono più propense a ripetere quel comportamento in futuro.

Ad esempio, un bambino che vede un altro bambino ricevere un premio per aver giocato bene a un gioco, è più propenso a giocare bene a quel gioco in futuro.

Bandura ha anche sostenuto che le persone possono utilizzare i pattern condizionali “se…allora…” per auto-regolare il proprio comportamento. Egli ha affermato che le persone possono immaginare le conseguenze del proprio comportamento e utilizzare queste immaginazioni per guidare il proprio comportamento.

Ad esempio, un atleta che si immagina di vincere una gara, è più propenso a impegnarsi duramente per allenarsi.

La teoria di Carol Dweck, che è un’altra teoria sociocognitiva, ha anche utilizzato i pattern condizionali “se…allora…” per spiegare il comportamento umano. Dweck ha sostenuto che le persone hanno due tipi di convinzioni, o schemi di credenze, sulla natura delle abilità: schemi di abilità fissi e schemi di abilità incrementali.

Le persone con schemi di abilità fissi credono che le abilità siano innate e non possono essere cambiate. Le persone con schemi di abilità incrementali credono che le abilità possono essere sviluppate attraverso l’impegno e la pratica.

Dweck ha sostenuto che gli schemi di credenze sulle abilità influenzano il comportamento delle persone attraverso i pattern condizionali “se…allora…”. Le persone con schemi di abilità fissi sono più propense a pensare che se falliranno in un compito, significa che non sono capaci. Questa convinzione può portare a una diminuzione dell’impegno e della perseveranza.

Le persone con schemi di abilità incrementali, invece, sono più propense a pensare che se falliranno in un compito, significa che devono solo impegnarsi di più. Questa convinzione può portare ad un aumento dell’impegno e della perseveranza.

In conclusione, i pattern condizionali “se…allora…” sono strumenti importanti per comprendere il comportamento umano. Essi sono utilizzati per spiegare come le persone imparano e si comportano, sia osservando gli altri che auto-regolando il proprio comportamento.

Per rispondere a un esame di psicologia della personalità presso l’UNITS, corso STP, prof Lisa Di Blas, è importante sottolineare i seguenti punti:

I pattern condizionali “se…allora…” sono affermazioni che collegano eventi o comportamenti a conseguenze.
I pattern condizionali “se…allora…” sono fondamentali per la regolazione del comportamento.
Le persone possono utilizzare i pattern condizionali “se…allora…” per auto-regolare il proprio comportamento.
La teoria di Bandura ha sostenuto che le persone apprendono osservando gli altri e imitando il loro comportamento.
La teoria di Dweck ha sostenuto che le persone hanno due tipi di convinzioni, o schemi di credenze, sulla natura delle abilità: schemi di abilità fissi e schemi di abilità incrementali.
Gli schemi di credenze sulle abilità influenzano il comportamento delle persone attraverso i pattern condizionali “se…allora…”.
Inoltre, è importante dimostrare di aver compreso i concetti di base delle teorie sociocognitive, come il determinismo reciproco e l’apprendimento osservativo.

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Il modello ipotetico deduttivo di Eysenk per lo studio delle differenze individuali

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Eysenk ritiene che i big five siano il risultato di una semplice rilevazione, mediante sofisticate tecniche di analisi statistica, di raggruppamenti di parole che si utilizzano comunemente per descrivere caratteristiche di personalità. Questo approccio rende impossibili conclusioni scientifiche vere e proprie. Il modello tassonomico che propone si basa su un’articolata teoria della personalità che chiama teoria causale o modello ipotetico deduttivo. Deve essere definito a livello teorico quali comportamenti dipendono da quali strutture fisiologiche e le ipotesi formulate devono poi essere sottoposte a sperimentazione. Tiene conto dei fattori causali biologici dei tratti e delle conseguenze comportamentali. Noi non ereditiamo il comportamento, ma le strutture biologiche che danno origine a quei comportamenti che manifestiamo più frequentemente di altri. Alcuni intermediari biologici (ormoni e neurotrasmettitori) traducono il potenziale genetico in costanti comportamentali. I tratti di personalità sono: Psicoticismo, Estroversione e Nevroticismo. Lo psicoticismo permette di distinguere persone psicotiche da persone con un buon livello di adattamento sociale e viene definito da aggressività, egocentrismo, impulsività, antisocialità e mancanza di empatia. L’estroversione da socievolezza, attività, vitalità, assertività, ricerca di sensazioni e dominanza. Il nevroticismo da ansia, tensione, depressione, emotività, timidezza, umoralità, bassa autostima e sentimenti di vergogna. Questi tre sono tratti fenotipici della personalità. Rispetto all’approccio psicolessicale, questo modello è più articolato, poiché sottolinea la necessità di tener conto simultaneamente di elementi causali e conseguenze comportamentali. Eysenk attribuisce al modello valore euristico: ciò che improta è il modus operandi proposto, cioè il quadro teorico. I big five e i tratti PEN non sono affatto incompatibili.

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