Il sistema del sé: Autoefficacia (Self-efficacy) Flashcards

1
Q

Qual è la differenza fondamentale tra autostima e autoefficacia secondo Dweck?

A

Self efficacy: è la credenza di avere le capacità per fronteggiare qualcosa e raggiungere un obiettivo.
Stima di sé: riguarda quanto crediamo di essere persone che hanno valore e che sono degne di considerazione e di amore da parte degli altri. È legata all’idea di bene e male e ha una radice lontana nel tempo.

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2
Q

Quali sono le componenti fondamentali dell’autoefficacia?

A

Le componenti fondamentali dell’autoefficacia sono previsione e controllo.
Le componenti fondamentali dell’autostima sono la motivazione all’accettazione.

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3
Q

Chi ha elaborato il costrutto di autoefficacia e come viene definito?

A

Il costrutto di autoefficacia è stato elaborato da Bandura.
L’autoefficacia è la percezione di sé come agente causale, capace di eseguire con successo una serie di comportamenti volti a un obiettivo, determinandone la riuscita.

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4
Q

Quali sono gli effetti dell’autoefficacia sugli individui?

A

L’autoefficacia guida l’interpretazione del contesto e del comportamento futuro, aiutando l’individuo ad anticipare scenari futuri e a regolare il proprio comportamento in modo coerente con la propria autoefficacia.

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5
Q

Quali fattori influenzano la self efficacy e come questa influisce sulle prestazioni future?

A

La self efficacy dipende dalla prestazione passata, ma influisce anche sulla prestazione futura, sui processi cognitivi, decisionali, affettivi e motivazionali. Contribuisce alla scelta di obiettivi e svolge un ruolo centrale nell’auto-regolazione della motivazione e del comportamento.

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6
Q

Quali sono i risultati degli esperimenti di Bandura con pazienti fobici riguardo all’autoefficacia?

A

Gli esperimenti hanno dimostrato che il senso di autoefficacia era lo stimatore più forte del livello di prestazione nella gestione della fobia. Dopo il training, i pazienti che credevano di poter gestire la loro paura mostravano migliori prestazioni.

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7
Q

In che modo la self efficacy può variare da persona a persona e da situazione a situazione?

A

La self efficacy può essere dominio-specifica, cioè può variare in base a diversi ambiti della vita (es. self efficacy genitoriale, scolastica). Può oscillare all’interno di una persona a seconda della situazione specifica.

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8
Q

Quali sono i tipi di studi che dimostrano gli effetti dell’autoefficacia?

A

Gli effetti dell’autoefficacia sono dimostrati con studi quasi-sperimentali, sperimentali, within-person (misure ripetute) e between-people (differenze interindividuali).

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9
Q

Come l’autoefficacia può favorire il cambiamento o il mantenimento di belief personali?

A

L’autoefficacia può influenzare le azioni, le strategie e il conseguimento di futuri obiettivi. Può modificare o mantenere belief personali attraverso il controllo proattivo e l’investimento nell’azione.

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10
Q

In che modo l’autoefficacia può influenzare la selezione di ambienti e situazioni?

A

L’autoefficacia influenza la scelta degli obiettivi, delle azioni e degli ambienti sociali, lavorativi e affettivi. Guida le decisioni su dove investire le energie e su come muoversi in determinate direzioni.

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11
Q

Quali sono i due principali tipi di giudizio da cui dipende l’autoefficacia personale?

A

Giudizi relativi alla qualità del risultato conseguito: derivano dall’integrazione di varie fonti informative e sono codificati in termini di successo o fallimento.
Stili esplicativi: sono le modalità tipiche con cui le persone tendono a spiegare i propri successi e fallimenti.

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12
Q

Quali sono le fonti informative che influenzano i giudizi relativi alla qualità del risultato conseguito

A

Esperienza personale passata di riuscita: la codifica dipende dal senso di autoefficacia già sviluppato.
Esperienze vicarie: la qualità della prestazione fornita da altri diviene il proprio standard o comportamento-meta.
Confronto tra prestazione e standard personali: questi sono criteri definiti soggettivamente legati alla percezione delle proprie competenze e alle esperienze personali di successi e fallimenti.

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13
Q

Come l’esperienza personale passata di riuscita influisce sull’autoefficacia?

A

Positiva: se l’individuo ha conseguito obiettivi selezionati in precedenza, tende a valutare favorevolmente il comportamento attuale e a rendere salienti gli elementi positivi della prestazione.
Negativa: se l’individuo è certo della propria inefficacia, concentra l’attenzione sugli aspetti problematici della prestazione attuale, percependola come una nuova sconfitta.

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14
Q

In che modo le esperienze vicarie influenzano l’autoefficacia?

A

La prestazione degli altri diviene uno standard o comportamento-meta per l’individuo, che si sente efficace quando crede che i propri risultati siano all’altezza di quelli raggiunti dal modello.

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15
Q

Che ruolo gioca il confronto tra prestazione e standard personali nell’autoefficacia?

A

Il confronto tra prestazione e standard personali permette all’individuo di valutare se i propri risultati sono in linea con le proprie aspettative e competenze, influenzando così il senso di autoefficacia.

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16
Q

Cosa sono gli stili esplicativi e come influenzano l’autoefficacia?

A

Gli stili esplicativi sono le modalità con cui le persone tendono a spiegare i propri successi e fallimenti. Ascrivono i successi a cause interne (abilità o impegno) e i fallimenti a cause esterne, specifiche e instabili (sfortuna), permettendo di sviluppare o preservare un senso di autoefficacia.

17
Q

Perché attribuire il successo a cause interne e il fallimento a cause esterne aiuta a preservare l’autoefficacia?

A

Questo stile esplicativo aiuta a preservare l’autoefficacia perché consente all’individuo di mantenere la convinzione di essere capace di produrre comportamenti meta, considerando i fallimenti come dovuti a circostanze avverse occasionali piuttosto che a una mancanza di abilità.

18
Q

In che modo l’autoefficacia correla con gli scenari anticipati rispetto a un evento?

A

L’autoefficacia correla con gli scenari anticipati perché contribuisce alla prestazione al di là delle abilità, influenzando le strategie e la flessibilità nell’affrontare gli ostacoli.

19
Q

Qual è la differenza tra le persone con alti e bassi livelli di autoefficacia in ambito lavorativo?

A

Le persone con alti livelli di autoefficacia mostrano maggiore tenacia e flessibilità nel ridefinire le strategie per raggiungere gli obiettivi, mentre quelle con bassi livelli di autoefficacia mostrano minor tenacia, maggior disorganizzazione e rigidità delle strategie.

20
Q

In che modo l’autoefficacia influenza la prestazione, sia direttamente che indirettamente?

A

Direttamente: l’autoefficacia ha un effetto sulla prestazione che non dipende dal grado di sforzo cognitivo.
Indirettamente: l’autoefficacia influenza la prestazione attraverso l’effetto sullo sforzo e sull’impegno. Persone con bassa autoefficacia tendono ad anticipare fallimenti, riducendo lo sforzo cognitivo.

21
Q

Cosa mostrano gli esperimenti condotti da Bandura sulle prestazioni di memoria nelle persone anziane?

A

Gli esperimenti mostrano che le persone con un alto senso di autoefficacia investono maggiormente nello sforzo cognitivo, ottenendo migliori prestazioni di memoria rispetto a chi ha un basso senso di autoefficacia.

22
Q

Perché le persone con bassa autoefficacia tendono a investire meno sforzo cognitivo?

A

Perché anticipano uno scenario di fallimento, decidendo che non vale la pena sforzarsi, il che influisce negativamente sulla loro prestazione.

23
Q

Come l’autoefficacia determina la prestazione in situazioni lavorative?

A

Le persone con alta autoefficacia affrontano gli ostacoli con maggiore tenacia e flessibilità, ridefinendo le strategie. Quelle con bassa autoefficacia rimangono rigide e disorganizzate, ripetendo le stesse strategie senza successo.

24
Q

In che modo l’autoefficacia influisce sulle strategie utilizzate dalle persone?

A

Le persone con alta autoefficacia utilizzano strategie più efficaci e flessibili, mentre quelle con bassa autoefficacia tendono a rimanere ancorate a strategie meno efficaci.

25
Q

Qual è il ruolo dei processi attributivi nella formazione del senso di autoefficacia?

A

I processi attributivi determinano come le persone attribuiscono le cause dei loro successi e fallimenti, influenzando il loro senso di autoefficacia. Se attribuiscono i successi all’impegno personale (interno, instabile, controllabile), sono più propensi a mantenere alta la motivazione e ad affrontare le difficoltà con strategie alternative.

26
Q

Quali sono le tre dimensioni dei processi attributivi?

A

Le tre dimensioni dei processi attributivi sono:

Locus della causalità (interno o esterno)
Stabilità (stabile o instabile)
Controllabilità (controllabile o incontrollabile)

27
Q

Come reagiscono gli studenti che attribuiscono il loro successo all’impegno personale di fronte alle difficoltà?

A

Gli studenti che attribuiscono il loro successo all’impegno personale reagiscono alle difficoltà in modo propositivo, cercando di affrontare la situazione con nuove strategie e metodi alternativi.

28
Q

In che modo la self-efficacy è legata alla qualità delle aspettative di successo o fallimento?

A

La self-efficacy è legata alla qualità delle aspettative di successo o fallimento in quanto la fiducia nelle proprie capacità genera aspettative di riuscita, mentre la sfiducia attiva aspettative di fallimento. Questo influenza le decisioni e i comportamenti delle persone.

29
Q

Perché è importante avere obiettivi intermedi quando si cerca di raggiungere un obiettivo a lungo termine?

A

Avere obiettivi intermedi è importante perché rende il percorso verso l’obiettivo finale più gestibile. Gli obiettivi intermedi forniscono piccoli successi che mantengono alta la motivazione e l’impegno, facilitando il progresso graduale verso l’obiettivo finale.

30
Q

Come la self-efficacy aiuta nella definizione degli obiettivi?

A

La self-efficacy aiuta nella definizione degli obiettivi riducendo la discrepanza tra lo stato attuale e lo standard desiderato, e creando una discrepanza proattiva tra lo stato attuale e lo stato futuro per migliorarsi. Questo permette di stabilire obiettivi sfidanti ma raggiungibili.

31
Q

Cosa si intende per rimodulazione flessibile degli obiettivi?

A

La rimodulazione flessibile degli obiettivi si riferisce alla capacità di adattare e aggiustare gli obiettivi in base ai progressi fatti, mantenendo la motivazione e migliorando continuamente le proprie abilità e capacità.

32
Q

Come reagiscono le persone con un elevato senso di autoefficacia di fronte alle difficoltà?

A

Le persone con un elevato senso di autoefficacia tendono a regolare le loro aspettative e il valore che attribuiscono agli obiettivi in modo da mantenere la motivazione e trovare soluzioni alternative per superare le difficoltà.

33
Q

Quali sono i processi affettivi che sottendono l’autoefficacia e come influenzano l’azione?

A

I processi affettivi che sottendono l’autoefficacia mediano la relazione tra obiettivo e azione sostenendo l’azione attraverso l’auto-gratificazione (es., soddisfazione di sé) e favorendo la resilienza al fallimento, tenendo sotto controllo lo stress e i pensieri interferenti connotati affettivamente (es., ansia da prestazione).

34
Q

Cosa può causare una ridotta self-efficacy e quali sono le sue conseguenze?

A

Una ridotta self-efficacy causa una percezione di sé come incapace di conseguire un obiettivo. Le conseguenze possono includere stati affettivi depressivi, pattern esplicativi di helplessness e un’adeguata autoregolazione.

35
Q

Che cos’è il pattern esplicativo di inadeguatezza appresa e come viene spiegato da Seligman?

A

Il pattern esplicativo di inadeguatezza appresa, studiato da Seligman, caratterizza le persone che percepiscono le cause del fallimento come interne, stabili e incontrollabili, mentre attribuiscono il successo a cause esterne (fortuna o facilità del compito).

36
Q

Come reagiscono le persone con inadeguatezza appresa di fronte alle difficoltà e al successo?

A

Di fronte alle difficoltà, queste persone percepiscono la loro prestazione come un insuccesso dovuto alla loro inabilità. In caso di successo, attribuiscono il risultato a cause esterne come fortuna o facilità del compito.

37
Q

Quali differenze ha osservato Dweck tra bambini con autoefficacia ottimale e non ottimale?

A

Bambini con autoefficacia ottimale riescono a gestire il fallimento, mostrano flessibilità cambiando strategie, mantengono la concentrazione e controllano le interferenze emotive. Bambini con autoefficacia non ottimale si fissano sugli errori, ritentano nella stessa direzione, tendono a rinunciare presto e non riescono a controllare le emozioni interferenti, esprimendo rabbia o vergogna e facendo affermazioni irrilevanti.

38
Q

Quali sono le due teorie ingenue sull’intelligenza descritte da Dweck?

A

I teorici statici ritengono che l’intelligenza sia un’entità statica e una qualità innata, che non varia e determina direttamente le prestazioni.
I teorici incrementali ritengono che l’intelligenza sia un’entità incrementale e una qualità personale, che può migliorare nel tempo e con l’impegno.

39
Q
A