lingua volgare e le lingue romanze Flashcards

1
Q

La parola volgare

A

La parola viene coniata nel 1866-68 da Hugo Schuchardt a partire dell’espressione trovata nelle fonti latine ‘sermo vulgaris’ di Cicerone. Roger Wright però ha osservato che questa etichetta può sembrare depistante in quanto il termine volgare é un termine che indica qualcosa di poco pregio, mentre il latino volgare era una lingua utilizzata da tutto il popolo nelle situazioni informali e quotidiane (usato persino da Cicerone che con sermo vulgaris intendeva la lingua utilizzata dal popolo contrapposto al sermo familiaris cioè il latino impiegato nei contesti ufficiali, quello classico).

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2
Q

La differenza tra il latino volgare e il classico

A

Erano semplicemente, per un periodo lungo, due varietà linguistiche diverse della stessa lingua, il latino.

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3
Q

Cosa sono le lingue romanze

A

Le lingue romanze sono una famiglia linguistica derivata dal latino a seguito dell’espansione dell’impero romano. Le loro somiglianze sono dovute dall’origine comune (il latino) e le loro differenze invece si spiegano con le loro storie e culture diverse in base al luogo di appartenenza.

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4
Q

La romania

A

La romania é il termine con cui si identifica l’area in cui si diffuse la lingua latina e in cui poi si affermarono le lingue romanze. É l’erede dell’impero romano anche se non coincide perfettamente con quest’ultimo.

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5
Q

Il latino e il volgare a Roma: la storia

A

I romani parlavano il latino, infatti il termine latinus indicava colui che aveva diritto alla cittadinanza romana. La cittadinanza però poi fu sempre più estesa nel 212 d.C. con l’editto di Caracalla in cui venne estesa a tutte le comunità presenti nell’impero. Romanus infatti era il termine che indicava l’abitante di Roma (parola tarda, quinto sec d.C.). Con le guerre barbariche iniziò l’opposizione tra la ROMANIA (romani cristiani) e la GOTHIA (barbari pagani). Sempre con le guerre barbariche nasce la lingua volgare (lingua del vulgo) grazie all’influenza degli idiomi barbari.

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6
Q

Il termine romanzo deriva da…

A

Dall’avverbio romanice (romanus+icus) che si riferisce al parlare in vernacolo -ROMANICE LOQUI- rispetto al LATINE LOQUI, parlare in latino.
Dall’avverbio latino romanice arriva l’aggettivo romanzo, francese antico, ROMANZ da cui abbiamo poi il nostro romanzo. Romanzi infatti significa scritti in romanzo.

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7
Q

Cosa significa metre en romanz?

A

Signfica tradurre in francese antico, cioè in una lingua romanza che discende dal latino volgare.

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8
Q

Il continuum romanzo rappresenta…

A

l’insieme delle varietà linguistiche romanze e neolatine

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9
Q

Cosa sono le lingue tetto?

A

Le lingue tetto sono quelle lingue che emergono sulle altre e diventano standardizzate, fungono quindi da ponte per tutti i dialetti e le lingue. Può capitare che nei confini delle nazioni i dialetti si assomiglino parecchio, l’unica cosa che li distingue è la differenza della lingua tetto, cioè a quale lingua fanno riferimento.

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10
Q

Friedrich Diez

A

Friedrich Diez era un filologo romanzo tedesco che contemplava solo 6 lingue come romanze: l’italiano, il portoghese, lo spagnolo, il francese, il romeno e l’occitano, tutte lingue nazionali a parte l’ultima che inserì per la sua rilevanza culturale datagli dalla poesia trobadorica medievale che diede inizio alla lirica dell’io in occidente. E’ la lingua parlata nel sud della Francia, è il provenzale antico, la lingua d’oc o la lingua d’oca/del sì in Italia.

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11
Q

Lausberg

A

Lausberg, filologo dopo Diez, decise di raggruppare e organizzare le lingue romanze in 4 aree geografiche:
1. AREA IBERO ROMANZA: Lo spagnolo (che viene dal dialetto castigliano), il galego (altra lingua ufficiale della Spagna), il portoghese e il catalano (altra lingua ufficiale della Spagna)
2. AREA GALLOROMANZA: A nord l’area della lingua d’oil, il francese che proviene dal dialetto franciano e a sud l’area con la lingua d’oc. Chiaramente la Francia è divisia da un’isoglossa tra nord e sud.
3. AREA ITALO ROMANZA: Contiene tutti i dialetti italiani settentrionali e meridionali, il ladino e il retoromanzo, il sardo, il toscano (dialetto di riferimento per la lingua nazionale italiana)
4. AREA BALCANO ROMANZA: rumeno, dalmatico

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12
Q

Cos’è un’isoglossa?

A

Una linea che si trova su una carta geografica che segna i confini di un’area linguisticamente uniforme rispetto a uno o più fenomeni dati.
Ad esempio, la a tonica del latino si conserva al sud della francia mentre al nord no: mer al nord e mar al sud.

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13
Q

Cos’è una lingua?

A

Una lingua è un dialetto che è stato scelto come lingua di riferimento di una comunità, è un sistema molto sviluppato socialmente che svolge un’ampia gamma di funzioni, è standardizzato.

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14
Q

Cos’è un dialetto?

A

E’ un sistema di uso locale che non è stato standardizzato e che quindi non viene utilizzato per documenti ufficiali. Non ci sono differenze linguistiche tra una lingua e un dialetto, solo differenze sociali.

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15
Q

Cosa sono i pidgin?

A

I pidgin sono lingue ibride che nascono principalmente in ambito commerciale per rendere la comunicazione tra due lingue efficace. Sono principalmente a base portoghese, francese e inglese, si sono formate in Asia e in Africa dal contatto di lingue europee con lingue indigene, sono caratterizzate da un lessico ridotto e una grammatica semplificata, limitati alla sfera commerciale. Esempio: lingua chinglish.

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16
Q

In cosa consiste il processo di creolizzazione?

A

Vede il fenomeno per cui un pidgin diventa la lingua madre di una comunità, per esempio la lingua giamaicana o le lingue miste tra lingue africane e l’inglese o il francese. Hanno un sistema linguistico più sviluppato dei pidgin.

17
Q

Cos’è un lessificatore?

A

La lingua da cui arrivano la maggior parte delle parole di una lingua creola

18
Q

La romania e le sue classificazioni

A

In base alla diffusione delle lingue romanze e la presenza del latino…
1. ROMANIA NOVA/NUOVA rappresenta quei territori in cui si parlano delle lingue romanze che sono state importate nel medioevo o in età moderna, quindi queste aree non facevano parte dell’impero romano. Esempio può essere l’America latina, il Canada, il marocco, la tunisia ecc…
2. ROMANIA SUBMERSA/PERDUTA rappresenta le aree dove il latino (o le lingue romanze), nonostante la sua presenza ai tempi dell’impero romano, non è continuato, ed è stato soppiantato da altre lingue, ad esempio gran bretagna, germania, svizzera tedesca.

Su base linguistica…
1. Romania OCCIDENTALE: comprende i dialetti/volgari del nord italia, aree retoromanze e galloromanze e ibero romanze
2. Romania ORIENTALE: varietà italianee centro meridionali, rumeno

19
Q

August Schleicher

A

Ha applicato per primo il modello genealogico alle lingue incominciando a parlare di famiglie linguistiche e introducendo la concezione secondo cui c’è una lingua madre da cui discendono lingue figlie. Essa è una metafora che può farci capire che c’è stata una progressiva differenziazione del latino in cui le generazioni precedenti riuscivano a capire quelle nuove nonostante le innovazioni… il tutto consiste in una metamorfosi in continuo divenire.

20
Q

Le lingue indoeuropee

A

Le lingue indoeuropee sono la famiglia linguistica che comprende la maggior parte delle lingue d’europa vive ed estate che provengono dalla cosiddetta lingua proto indo-europea
- lingue germaniche
- lingue celtiche
- lingue italiche

21
Q

Come conosciamo il latino?

A

Lo conosciamo attraverso le opere scritte che presentano un latino scritto e quindi fisso, classico, infatti il latino volgare lo conosciamo grazie alla ricostruzione che viene effettuata in vari modi…
- riconoscendo parole vicine alle forme latine: da loqui abbiamo forme molto vicine e non continuate come loquace e loquenza oppure parole continuate come parabolare (raccontare) che sono meno vicina alla forma latina.

22
Q

Le lingue romanze derivano dal latino…?

A

Volgare, dal latino parlato

23
Q

Le parole dotte e le parole parlate

A

Le parole colte/dotte sono quelle parole latine della cultura letteraria scritta che ci sono arrivate senza subire evoluzioni linguistiche. LE PAROLE DAL LATINO CLASSICO/SCRITTO NON SI SONO EVOLUTE MOLTO, DAL LATINO VOLGARE INVECE ABBIAMO LE FORME EVOLUTE NELLE NOSTRE LINGUE ROMANZE.

24
Q

Cos’è un allotropo?

A

Le parole dotte sono tutte allotropi: parola latina da cui si deriva significati diversi, per esempio, oculum abbiamo sia la trafila parlata (occhio, occhiale) sia quella colta (oculare, oculista…)

25
La teoria delle onde
É una teoria che getta le basi dello studio della lingua in modo diatopico (linguistica spaziale) ed è ideata da Johannes Schmidt nella metà dell’800. Sfrutta l’immagine di un sasso: l’innovazione è come un sasso lanciato nell’acqua da cui nascono dei cerchi concentrici che si diffondo fino ad un certo punto perché perdono la loro spinta propulsiva. Allo stesso modo un’innovazione linguistica: c’è un’innovazione, le persone vicine la adottano, si diffonde e ad un certo punto si ferma. Succede anche che le onde si sovrappongano. L’immagine del sasso si può applicare anche agli eventi culturali e alle mode. Quindi un’innovazione è molto forte nel centro, cioè nel punto in cui parte, e in periferia lo diventa sempre meno.
26
Le quattro norme di Bartoli
Matteo Bartoli approfondì il concetto di linguistica spaziale formulando quattro norme (non sempre corrette) volte ad applicarsi in successione (se non è valida la prima si passa alla seconda, eccetera…). Queste norme tengono in considerazione tempo e spazio. Dalla prima norma si inizia a a parlare della forma più antica in assoluto andando in discesa… 1. PRIMA NORMA nelle aree geografiche più isolate, ad esempio le isole, si registra una fase anteriore/più antica della lingua. Il luogo isolato conserva una fase anteriore della lingua a causa della propria posizione. es: in sardo grande si dice mannu
27
Cos’è una forma sopraffatta?
É una forma antica che viene sostituita da un’altra più nuova, es: augere/crescere equus/caballus
28
Non bastano le leggi fonetiche…
Con il tempo gli studiosi si resero conto che per studiare la complessa evoluzione di una lingua non bastavano le leggi fonetiche ma c’era bisogno di tenere in conto anche il tempo, lo spazio, le varie barriere… per questo si è sentito il bisogno di contrastare queste leggi fonetiche, così nacque la geografia linguistica-linguistica spaziale.
29
il metodo storico-comparativo
Il metodo é storico perché esamina l’evoluzione della lingua nel tempo, ed é comparativo perché mediante il confronto punta a raggruppare in famiglie le lingue affini e a definire i rapporti tra esse. Il concetto centrale del metodo è che in una lingua gli stessi suoni si trasformano nello stesso modo in tutte le parole: c’è una regolarità nei cambiamenti fonetici e questo dà origine alle leggi fonetiche.
30
Cos’è la geografia linguistica?
La geografia linguistica consiste nello studio della distribuzione di fenomeni linguistici. L’opera che l’ha fondata é stata l’Atlas linguistique de la France(1902-1912) di Jules Gillierón, uno studio scientifico che ha preso in considerazione vari centri abitati dove veniva proposto lo stesso questionario per poter confrontare le diverse risposte, quindi ha ricercato la distribuzione geografica dei fenomeni linguistici nei vari dialetti francesi. Abbiamo anche l’Atlante italo-svizzero di Jaberg e Jud dove abbiamo una visione d’insieme dei dialetti della nostra penisola. Grazie a questi atlanti sono stati formulati dei concetti: - OMOFONIA: da basi latine diverse si hanno esiti simili a cui bisogna trovare soluzioni per distinguerli, es: gallus=gatto in fr ma ora si dice gat e gallo si dice vicaire per distinguerlo da cattus=gat - ETIMOLOGIA POPOLARE: ha un certo ruolo nell’evoluzione delle parole.
31
Lo strutturalismo
Adotta una prospettiva sincronica/contemporanea e quindi studia come una lingua funziona in un specifico lasso di tempo e in una specifica società senza tenere conto della diacronia. Vede la lingua come un sistema complesso, come una struttura, e ne studia le caratteristiche generali nella sua forma statica ma anche storica. Con questo metodo ci si allontana dalla prospettiva storico comparativa dell’800, dando inizio allo studio di un linguaggio non a partire dalla sua evoluzione ma a partire dal suo stato sincronico.