le fonti del volgare Flashcards
Differenza tra la lingua scritta e parlata
La scrittura è un tipo di comunicazione più sorvegliato a causa del suo utilizzo formale, cerca di essere più conservativo e fisso in modo da essere compreso per tanto tempo. Mentre il parlato è un sistema di comunicazione in continua evoluzione che non è formalizzato e non ha l’obiettivo di rimanere statico o di adottare uno stile elegante.
Le forme scorrette nei testi come fonti
Alcuni testi sono delle vere e proprie fonti perchè conservano delle forme scorrette che si creavano nel momento in cui si cercava di utilizzare la lingua classica ma si commettevano degli errori che riconducono alla lingua volgare (romanismi o volgarismi) oppure perché erano volti a segnalare questi errori proprio per non ripeterli più.
Il fenomeno dell’ipercorrettismo
L’ipercorrettismo è un errore fatto in buona fede poichè nasce dalla volontà di scrivere in modo corretto. L’intenzione benevola non va a buon fine nel momento in cui la forma corretta creduta scorretta viene sostituita con la forma sbagliata.
Le iscrizioni murarie/i graffiti di Pompei
Le iscrizioni pubbliche di Pompei e Ercolano su marmo sono state scritte dopo un terremoto del 62 d.C. TERMINUS POST QUEM e prima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. TERMINUS AD QUEM, quindi sono DATABILI e sono state fatte nell’arco di 17 anni.
Queste iscrizioni presentano i registri intermedi (latino circa romançum, scripta latina rustica e iuxta rusticitatem) e sono di tutti i tipi: ufficiali, commemorative, celebrative, funebri, commerciali, politiche, romantiche, di tifosi per i gladiatori ecc…
Quelle che ci interessano di più sono quelle occasionali non scolpite nel marmo ma incise o graffiate sull’intonaco con un punteruolo, un carboncino…
Sono: SOPRAVVISSUTE, DATABILI e REGISTRANO REGISTRI INTERMEDI.
A questa cultura di strada e lingua popolare appartengono anche i PRIAPEA, tavolette di legno dedicate al dio della sessualità Priapo in cerca di aiuto in ambito sessuale su cui veniva scritto con la cera oppure le DEFIXIONUM TABELLAE, lamine di piombo su cui venivano impresse formule magiche per gettare il malocchio.
Il Satyricon di Petronio
Petronio (morto nel 65 d.C., console al tempo di Nerone) scrive un’opera che ci da una rappresentazione della società romana.
Un episodio celebre è quello della ‘cena di Trimalcione’/’CENA TRIMALCHIONIS’ dove, in maniera caricaturale dipinge un liberto (prigioniero di guerra spesso di origine greca fatto schiavo per un periodo che poi da libero si arricchisce), un ‘servo arricchito’ e il suo latino.
Il liberto sta offrendo una cena ai suoi amici: ha accumulato notevoli ricchezze ma non sa come usarle e si dà arie da raffinato poeta pur essendo rozzo ed ignorante, per questo risulta ridicolo e grottesco.
Petronio fa una parodia del SERMO PLEBEIUS del primo sec. d.C., è probabilmente la prima volta che questo latino parlato viene collegato ad un gruppo sociale.
Si tratta del solo testo letterario che utilizza deliberatamente il latino volgare.
Epistola di Claudio Terenziano
Lettere su papiro a Claudio Tiberiano ritrovate in Egitto (a Karanìs) redatte in greco e in latino dell’inizio II sec. d.C. (115 d.C.).
Queste lettere sono tutte destinate a Claudius Tiberianus, i mittenti sono parenti e amici, in particolare il figlio Claudio Terenziano: anche lui militare come il padre, si lamenta della sua condizione.
Appendix Probi
L’appendice di Probo (da non confondere con il famoso grammatico Valerio Probo del I sec. d.C.) è una grammatica di 227 parole latine del V-VI sec. d.C. volta a segnalare e quindi condannare le forme latine ritenute scorrette ai suoi sudenti.
La forma delle annotazioni è “sic et non”=”si dice così, non così” dove possiamo riconoscere gli errori comuni nella lingua parlata.
Le traduzioni latine della Bibbia
Nel mondo romano era prima penetrato il testo greco ma dal II d.C. fino al V sec. d.C. si traduce dal greco al latino, l’insieme di queste diverse traduzioni si chiama VETUS LATINA (vecchia -traduzione- latina), che si distingue in due grandi famiglie:
- L’AFRA, le versioni di origine africana, le più antiche del II sec. d.C.
- L’ITALA, le versioni di origine europea, II-III sec. d.C.
Queste traduzioni hanno come lingua di partenza il greco e presentano un latino deliberatamente popolare e umile, quindi possedeva tanti errori.
Per assicurare alla Chiesa una traduzione di qualità migliore il papa Damaso I incarica San Geronimo di ritradurre il testo. Partì dalla versione greca originale e il processo durò dal 383 al 405 in due tappe:
1. Confronta l’Itala (più corretta rispetto all’Afra) al testo greco
2. Traduce il Vecchio Testamento da quello ebraico
Si chiama VULGATA perché, nonostante fosse più corretta, non utilizzava un latino classico ma aveva un carattere popolare ed è la versione che verrà presa come riferimento da tutti. Era anche la versione vicina al popolo.
San Girolamo infatti è il santo protettore dei traduttori.
La legge Salica
Del VIII-IX sec. è un codice di legge dei Franchi che venne scritto in latino, è una delle prime raccolte di leggi dei regni latino-germanici. Di questa legge c’è una parodia formata da una serie di leggi comiche in cui la lingua è un latino molto volgareggiante dove viene proibito di mettere l’acqua nel vino (che si usava fare per evitare di ubriacarsi).
L’Itinerarium Egeriae
Un manoscritto trovato ad Arezzo ed ora conservato nell’abbazia di Montecassino che è stato scritto nel 4 sec. d.C. (381-384) che è il diario di viaggio di una nobile monaca Egeria che parte per un pellegrinaggio verso la Terra Santa. Proveniva probabilmente dalla Spagna del nord ed era una persona colta, sapeva scrivere, aveva un latino corretto ma trattandosi di un diario è di tipo familiare e parlato, tipico del IV sec. d.C.
Qua troviamo pronomi personali e dimostrativi che iniziano ad avere funzioni dell’articolo.
Breve de inquisitione
Nel 715 i vescovi di Siena e di Arezzo si contendono alcune chiese e monasteri. Il re longobardo Lutprando manda l’inviato Gontrando a intervistare dei testimoni per vedere come stanno le cose e prendere una decisione. Nel brano vengono riportate le parole dei testimoni e gli elementi del parlato vengono trascritti a fini testimoniali.
Leggiamo un LATINO LONGOBARDICO: momento di massima crisi del latino, gli scritti farciti di errori, nell’VIII sec. c’è la riforma carolingia che cerca di ripristinare il latino. In un brano il vescovo di Arezzo incolpa quello di Siena di aver occupato abusivamente alcune chiese e di aver consacrato un prete bambino…
Cosa sono le glosse?
Del periodo del latino tardo e del primo periodo romanzo (inizio VIII sec. d.C.), sono appunti scritti a corredo di un testo, nella forma di annotazioni marginali o interlineari, impiegate per chiarire o interpretare un testo. Si glossavano parole o gruppi di parole latine ritenute difficili e si spiegavano con parole ben vicine al volgare.
Le glosse di Reichenau
Queste glosse sono state redatte nel nord della Francia (lo sappiamo grazie ad alcuni fenomeni linguistici francesi) ma vengono così chiamate perchè contenute in un manoscritto appartenuto alla biblioteca dell’abbazia benedetttina dell’isola di Reichenau, territorio tedesco. Contengono delle traduzioni di parole e espressioni della Bibbia diventate difficili (lista di glosse della vulgata tradotte in volgare) e un piccolo lessico alafabetico (di solito nelle glosse si seguiva l’ordine delle difficoltà nel testo, qua c’è un prototipo di dizionario).
Glosse di Kassel
Manoscritto del’VIII-IX sec., proviene dal monastero di Fulda. Sono un manualetto romanzo-tedesco ad uso dei bavaresi diretti in Francia: le parole o frasette in antico bavarese vengono tradotte in un volgare romano (rustica romana lingua) per i bavaresi che dovevano in alcun momento parlare volgare.
Graffito della catacomba di Commodilla
Siamo nel IX sec. d.C. nella basilica delle catacombe di Commodilla, sotto terra c’è una stanza con un altare dove venivano celebrate le messe e sulle pareti c’è un ammonimento: “non dicere ille secrita a bboce”. Si riferisce al fatto che a messa il prete doveva recitare delle formule a bassa voce che i credenti non dovevano sentire.
Fenomeni rilevanti:
- per fare l’imperativo si usa non dicere invece di usare il congiuntivo esortativo (non diceas)
- c’è la presenza di un articolo: ille
- la parola secrita dovrebbe essere secreta ma spesso il latino tardo/merovingico scrive delle i con le e oppure delle u con le o
- a bboce: la v diventa b, abbiamo il BETACISMO (processo fonetico per cui un suono fricativo-labiodentale sonoro diventa un suono occlusivo bilabiale sonoro b) caratteristico dell’area iberoromanza e dialetti italo meridionali. C’è anche un raddoppiamento del suono.