La Comunicazione Flashcards
Comunicazione deriva da
Etimologicamente la parola comunicazione deriva dall aggettivo latino comunis “comune” Da queste radici e derivano anche altre parole della nostra lingua come comune comunione o comunità la comunicazione comprende dunque l’idea del condividere esperienze emozioni e pensieri attualmente nel tempo comunicazione uguale trasmettere a trasferire
Il modello di shannon
Il primo modello per spiegare la struttura degli atti comunicativi della comunicazione come trasmissione stata elaborata da cloude Shannon. Che diceva che dalla fonte partiva un messaggio al trasmittente che doveva passare nel segnale dove a volte c’erano dei fattori di disturbo che possono essere interni e esterni fisici o psicologici per poi arrivare al ricevente con o il giusto o sbagliato messaggio il messaggio arrivava poi alla meta nel modo giusto o sbagliato
Per comunicare in modo adeguato è pertanto importante adeguare l’attenzione
Il modello di Jacobson
Jacobson non fece altro che rielaborare lo schema di Shannon cambiando il protagonista della comunicazione infatti per Shen non erano il telefono o le macchine e per la Jacobson non sono gli esseri umani che interagiscono con altri essere umani scambiandosi messaggi. Quindi nello schema di Jacobson sono presenti un contesto nel quale si devono trovare sia l’emittente che il ricevente per ricevere un messaggio ovviamente l’emittente attraverso un canale emana un messaggio il canale è il mezzo che trasporta materialmente il messaggio che può essere l’aria d’esempio:
-Il canale uditivo vocale
-Il canale visivo cinesico
-Il canale motorio tattile
-il canale chimico olfattivo
Andiamo quindi ad analizzare il messaggio il messaggio è un segno che va codificato per codificarlo esistono delle regole che sono indicate nel codice ad esempio le regole della lingua italiana il codice inoltre può essere verbale o non verbale quindi il messaggio dopo essere codificato e passato dalla referente attraverso il codice viene ricevuto da ricevente
Il problema di internet e il modello di Jacobson
Con la tecnologia il modello di jakobson Può apparire superato ma non lo è
E questo ci vuole avvertire che Internet è spesso utilizza più di un canale di trasmissione creando un mondo di contatti interpersonali sempre più facili frequenti sempre più virtuali
Che cos’è il codice
Complesso dei segni delle regole utilizzati per confezionare un messaggio
Deve essere condiviso sia dall’emittente sia da ricevente e può essere verbale (se utilizza parole) o non verbale sé (se non utilizza parole ma segni di tipo diverso)
Che cos’è il referente
L’oggetto a cui si riferisce il messaggio comunicativo
Qual è l’importante. Che Jacobson evidenzia sulla lingua e le funzioni
Jacobson sottolinea un altro importante elemento dello scambio comunicativo la sua funzione ossia lo scopo che si prefigge. (Informare, convincere, ordinare, supplicare) a volte invece il vero scopo di una comunicazione può essere implicito o per così dire “camuffato“. Esempio “stasera c’è una festa da Giulia“ solo a prima vista fornisce un’informazione mentre sta esprimendo un desiderio…
Jacobson individua sei principali funzioni della lingua:
-La funzione informativa o referenziale
Ovvero quando l’interesse di chi comunica e centrato sull’argomento di cui si parla (ovvero suo referente
-La funzione persuasiva
Detta anche con attiva perché è quello di far agire ricevente in un certo modo dato che l’emittente si sforza di ottenere un determinato effetto sul destinatario
-La funzione emotiva o espressiva
Tipica di ogni comunicazione in cui l’emittente esprime le proprie emozioni
-la funzione meta linguistica
Tipica dei dizionari cioè la comunicazione è costituita dal codice comunicativo stesso
Bisogna però precisare che per uno studioso queste funzioni si presentano allo stato puro solo di rado. Nella maggior parte dei casi si può rilevare soltanto la prevalenza di una funzione rispetto alle altre.
Ci sono messaggi che hanno anche una funzione apparente una reale (esempio del testo pubblicitario che può presentarsi come informativo ma la sua funzione è persuasiva)
La pragmatica della comunicazione
Gli effetti della comunicazione sul comportamento dell’interlocutore è contenuta nel libro “pragmatica della comunicazione umana” a cura di Paul Watzlavick, janette beavin, don jakson
LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE (pragma =azione compiuta) Nella prospettiva della scuola di Palo Alto lo studio delle azioni che si compiono per mezzo del linguaggio
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Ovvero cinque principi essenziali Che stanno alla base della comunicazione.
Il primo assioma: è impossibile non comunicare
Secondo gli studiosi le relazioni tra gli esseri umani devono essere intese come sistemi cioè come insieme di fenomeni tra loro indipendenti in cui ogni singolo evento non può essere spiegato solamente ma solo riferimento a tutti gli altri eventi che vanno a comporre il sistema per questo viene chiamato sistema relazionale un elemento costitutivo di cui non si può fare a meno in qualunque situazione in cui due o più esseri umani interagiscono tra loro ogni comportamento a valore di messaggio ecco perché il primo e fondamentale assioma è chiamato “È impossibile non comunicare” noi comunichiamo sempre anche quando non intendiamo farlo quando intendiamo non farlo, un gesto uno sguardo un silenzio sono sempre dei messaggi indipendentemente dalle nostre intenzioni o dalla consapevolezza che abbiamo
Il secondo assioma: la metacomunicazione
Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto è un aspetto di relazione tali che il secondo aspetto classifica il primo.
Il messaggio possiede non soltanto il contenuto ma anche e soprattutto le istruzioni sul modo in cui quel contenuto deve essere inteso dall’interlocutore.
L’aspetto di relazione a cui facendo il secondo assioma è quindi una forma di metacomunicazione parola che significa “comunicazione sulla comunicazione“ (dal greco metà “oltre, sopra“) i paradossi pragmatici è un’espressione che indica un particolare tipo di messaggi in cui l’aspetto contenutistico contraddice quello relazionale o metta comunicativo. Nel caso specifico della comunicazione un paradosso si presenta con un messaggio in cui l’aspetto di contenuto è quello di relazione rappresentano due asserzioni che si escludono a vicenda
Il quarto assioma: comunicazione verbale non verbale
“Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico sia con il modulo analogico” quindi l’uomo a disposizione due modi di comunicare:
-Comunicazione verbale, il cui codice è il linguaggio verbale (scritto o parlato) definito numerico perché è basato sulle parole intesi come etichette da applicare agli oggetti.
-La comunicazione non verbale basata su tutto ciò che non è parola (gesti movimenti espressioni del viso) definita la logica perché fa uso di immagini esplicite analoghe. Alcuni di questi gesti sono gesti quotidiani che tendiamo ad allontanare avvicinare tra loro le palme delle mani per indicare dimensioni oggetto.
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE COMPLETA ACCOMPAGNA E SPECIFICA QUELA VERBALE
I segnali della comunicazione non verbale
Diverse ricerche hanno dimostrato il peso degli alimenti non verbali: nell’interpretazione di un messaggio le parole da sole hanno un peso inferiore al 10% mentre sono molto più importanti elementi quali il tono della voce o gesti. Ci sono otto gruppi principali di segnali non verbali:
- SEGNALI PROSODICI Trasmetto con la voce una sorta di me lo dia e musicalità del parlato come la forza vocale il ritmo e l’intonazione.
- SEGNALI PARA LINGUISTICI Componenti vocali non dotati di musicalità come Posey esitazioni e barbottina
- ASPETTO ESTERIORE Nostra immagine come l’abbigliamento trucco ornamenti decorazioni del corpo acconciature
- SEGNALI PROSSEMICI. L’uso consapevole o meno dello spazio di comunicazione distanza interpersonale all’orientamento dei corpi
- SEGNALI POSTURALI Posizione assunta dal corpo durante la comunicazione (rigida, tesa, rilassata a braccia conserte)
- ESPRESSIONI DEL VISO mimica facciale riso sorriso disgusto al broncio
- SEGNALI GESTUALI Movimenti delle mani del capo gestualità ma con intensità e frequenza che tendenzialmente sono legate all’educazione ricevuta la cultura di appartenenza.
- CONTTTI Si avvalgono del Canale motorio tattile stretta di mano abbraccio saluto
HALL EDWARD
PIÙ O MENO VICINO
HALL Edward Twitchell Hall è stato un antropologo statunitense che si è occupato prevalentemente di prossemica. Ha scritto The hidden dimension nel 1966, edito in italia dalla casa editrice Bompiani nel 1968, con il titolo La dimensione nascosta.
Cosa studia? L’antropologo statunitense Studia la prossemico termine cognato da lui per indicare il significato delle distanze interpersonali o l’individuo nel mondo occidentale quattro diversi tipi di stanza: -intima: meno di 45 cm -personale: da 45 120 cm -sociale: da 1,2 a 3,5 m -pubblica: più di 3,5 m
le distanze culturali
Paul mette a confronto anche le differenti modalità con cui vari popoli definiscono le distanze interpersonali gli arabi ad esempio tollerano l’affollamento e contatto vi fisico nelle strade molto più degli americani e degli europei ma hanno bisogno di spazi privati molto ampi
Che cos’è la psicologia sistemica
È l’indirizzo psicologico secondo cui i fenomeni psicologici devono essere analizzati in quanto sistemi cioè insieme di elementi profondamente con interconnessi che agiscono reciprocamente l’uno sull’altro
Psicologia sistematica, doppio legame, Gregory bateson
La psicologia sistemica tra le sue origine dallo psicologo e antropologo britannico Gregory bateson essa si fonda sul principio di unità generale secondo cui qualsiasi fenomeno indipendentemente dall’ambito a cui appartiene (psicologo sociale biologico) può essere automaticamente compreso solo se viene studiato e analizzato in quanto sistema cioè in quanto insieme di elementi interconnessi tra loro in modo tale da costituire una realtà unitaria con regole sue proprie. Gregory applica questo principio sulla comunicazione interpersonale sottolineando che ogni relazione comunicativa è inserita in un contesto che non è semplice cornice dentro il quale avviene lo scambio ma un elemento del sistema comunicazione.
Un esempio che ci può aiutare a capire la teoria di Boston è il fenomeno delle doppio legame che può verificarsi all’interno di un rapporto intenso e asimmetrico come ad esempio quello tra la madre e figlio quando la madre non tiene conto di tutti gli elementi del sistema in cui è inserito il suo messaggio quest’ultimo può assumere un doppio significato contraddittorio che deriva da fattori tra loro non compatibili i quali disorientano e imprigionano il destinatario:
- messaggi consecutivi contraddittori
- contraddizione tra il cosa (messaggio)e il come (non verbali)
- Contraddizioni interna al messaggio