GREVIO Flashcards
Che cosa è il GREVIO?
Il GREVIO è un rapporto che rappresenta una valutazione in merito all’attuazione delle misure adottate dalle
autorità italiane riguardanti tutti gli aspetti della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla
prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (di seguito
denominata “la convenzione”).
Chi effettua la valutazione?
La valutazione è stata effettuata dal Gruppo di esperti/e del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la
violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), un organismo indipendente di
controllo dei diritti umani, responsabile di monitorare l’attuazione della convenzione. Le conclusioni
tratte dal GREVIO si basano sulle informazioni ottenute nel corso delle varie fasi della prima
procedura di valutazione (di base) descritta all’Articolo 68 della convenzione. Le fonti delle
informazioni comprendono rapporti scritti (un rapporto statale presentato dalle autorità italiane e altre
informazioni inviate dalle ONG e da altri attori della società civile) e una visita di valutazione di sette
giorni in Italia.
Leggi apprezzate dal GREVIO
A conferma della propria volontà di prevenire e combattere la violenza contro le donne, l’Italia ha
adottato diverse misure per attuare la Convenzione di Istanbul. Una serie di riforme legislative ha
creato un vasto insieme di norme e meccanismi che rafforzano la capacità delle autorità di compiere
azioni in linea con i relativi propositi per porre fine alla violenza. Alcune di tali iniziative legislative
sono state molto innovative, come la legge del 2009 sullo stalking, che ha contribuito ad aumentare
la sensibilizzazione sulla pericolosità di questo comportamento criminale e sulla necessità di offrire
alle vittime un’adeguata protezione. Il GREVIO valuta molto positivamente l’adozione della Legge n.
119/2013, che rende formale il dovere da parte delle autorità di supportare e promuovere, anche
mediante l’attribuzione di mezzi finanziari, una vasta rete di servizi di supporto per le vittime. Questa
legge rappresenta un riconoscimento per l’esperienza ed i risultati frutto di anni di impegno da parte
delle organizzazioni di donne, che sono state le prime nel Paese a creare dei centri antiviolenza e
delle comunità per dare riparo alle donne e ai loro bambini.
Debolezza nell’ottenere uguaglianza di genere
Pur riconoscendo i progressi compiuti nella promozione dell’uguaglianza di genere e dei diritti delle
donne, il rapporto evidenzia che la causa dell’uguaglianza di genere sta incontrando delle resistenze
in Italia. Il GREVIO esprime la propria preoccupazione in merito all’emergere di una tendenza a
reinterpretare e incentrare le politiche di uguaglianza di genere in termini di politiche riguardanti la
famiglia e la maternità. Per superare queste difficoltà, il GREVIO ritiene essenziale che le autorità
continuino a elaborare e attuare efficacemente delle politiche di uguaglianza tra donne e uomini e di
emancipazione delle donne, che riconoscano in maniera chiara la natura strutturale della violenza
contro le donne come manifestazione di una relazione di potere storicamente squilibrata tra donne
e uomini.
Cosa evidenzia il GREVIO riguardo alla protezione e il sostegno alle vittime,
Per quanto riguarda la protezione e il sostegno alle vittime, il rapporto riconosce che sono stati posti
in essere degli interventi multisettoriali e multilaterali a livello nazionale e locale. Tuttavia, il GREVIO
ritiene che l’assenza di una comunicazione e di un coordinamento interistituzionale sistematici
continui a rappresentare un problema. Pertanto, il rapporto considera prioritario che le autorità
elaborino altre soluzioni, idonee ad offrire una risposta coordinata e multiagenzia alla violenza,
incentrate su un forte coinvolgimento delle autorità locali e sulla partecipazione di tutti i soggetti
interessati, con particolare riferimento alle ONG dedicate alle donne
Riguardo all’erogazione di servizi
In Italia, i servizi di supporto specializzati e le case rifugio per le vittime sono principalmente messi
a disposizione da centri antiviolenza gestiti dalle ONG. Il rapporto evidenzia come i diversi approcci
adottati nell’applicazione delle normative abbiano portato a delle condizioni diverse di accesso al
finanziamento statale e a delle disparità nella qualità di erogazione del servizio. Inoltre, la diversità
dei meccanismi regionali di finanziamento dei servizi specialistici ha un effetto negativo sulla stabilità
finanziaria delle ONG dedicate alle donne e sulla continuità di erogazione del servizio. In aggiunta,
il rapporto pone l’accento sul problema dell’irregolare distribuzione dei servizi all’interno del Paese
e sulla limitata capacità da parte delle strutture esistenti
di rispondere alle esigenze di tutte le vittime di qualsiasi forma di violenza, come ad esempio il
matrimonio forzato. Perciò, il rapporto richiede alle autorità di ampliare con urgenza la copertura e
la portata dei servizi specialistici e di armonizzare l’erogazione di tali servizi in linea con l’approccio
basato sui diritti umani e con i principi della convenzione.
Sono necessarie ulteriori misure per colmare il divario nell’erogazione di servizi di supporto
specialistica per le vittime di violenza sessuale, come ad esempio i centri antistupro e/o centri di
prima supporto per le vittime di violenza sessuale. Anche la protezione e il sostegno dei bambini
testimoni di violenze rappresenta una sfida, nonostante gli ammirevoli passi avanti compiuti nella
legislazione e nelle politiche italiane verso un riconoscimento degli effetti nocivi dell’assistere a
episodi di violenza contro le donne e per rafforzare il sostegno ai bambini divenuti orfani a seguito
di violenza contro le donne. Pertanto, il rapporto suggerisce di garantire con urgenza una maggiore
sensibilizzazione tra le figure professionali interessate in merito agli effetti nocivi subiti dai bambini
testimoni di violenze domestiche e di garantire a tali bambini l’accesso ad adeguati servizi di
sostegno basati su una comprensione di genere della violenza nei confronti delle donne.
Codice rosso
Varie riforme legislative, come la recente Legge n. 69 del 19 luglio 2019 (nota come Codice Rosso)
hanno contribuito allo sviluppo di un quadro legislativo solido ed in linea con i requisiti della
convenzione in termini di rimedi di diritto civile e penale a disposizione delle vittime di violenza.
Ciononostante, il rapporto evidenzia un vuoto legislativo dovuto all’assenza di rimedi civili nei
confronti delle autorità statali che non abbiano rispettato il proprio dovere di adottare misure
preventive o protettive adeguate nell’ambito dell’esercizio dei propri poteri, come previsto dai requisiti
dell’Articolo 29, comma 2 della Convenzione di Istanbul.
Riguardo a affidamenti e diritti di visita
Un’altra area che deve essere
urgentemente esaminata dalle autorità è quella relativa alla definizione dell’affidamento e dei diritti
di visita. Secondo il rapporto, le disposizioni di legge in vigore che consentirebbero di dare priorità,
in caso di violenza contro le donne, al miglior interesse del bambino al di là del principio
dell’affidamento congiunto, vengono utilizzate di rado. All’interno del rapporto, il GREVIO esprime la
propria preoccupazione verso la tendenza del sistema in vigore di esporre alla vittimizzazione
secondaria le madri che, denunciando la violenza, tentano di proteggere i propri bambini. Inoltre,
viene sottolineata la necessità di modificare la legislazione per conformarla alle norme riguardanti la
procedibilità d’ufficio previsto dall’Articolo 55, comma 1 della convenzione, con particolare
riferimento ai reati di violenza fisica e sessuale.
Procedure gestione rischio
Il rapporto mette altresì in risalto delle aree in cui la protezione delle donne vittime di violenza è
ostacolata da un’attuazione parziale dei requisiti del Capitolo VI della convenzione sulle indagini, i
procedimenti e le condanne penali delle varie forme di violenza contemplate dalla convenzione.
Nonostante l’elaborazione di varie linee guida sulla valutazione del rischio, il GREVIO ritiene che le
procedure di valutazione e gestione del rischio non siano applicate in modo sistematico da tutti gli
enti istituzionali in tutte le fasi dei procedimenti e che non facciano parte di una strategia
multiagenzia. Malgrado l’esistenza di un sistema articolato di misure urgenti di allontanamento
imposte dal giudice, ordinanze di ingiunzione o di protezione nell’ambito del diritto penale, civile e
amministrativo, il rapporto individua delle gravi lacune nella sua attuazione. Pertanto, il rapporto
richiede l’adozione di misure urgenti per eliminare gli ostacoli che impediscono alle vittime di
accedere ad ordinanze di protezione e di migliorarne l’effettiva attuazione.
Rimpatri e respingimenti
Per quanto riguarda l’asilo, il rapporto ritiene che la mancata individuazione delle vittime da parte
delle valutazioni di vulnerabilità possa provocare espulsioni o rimpatri che violano l’obbligo di non
respingimento. Le recenti politiche di abbandono del salvataggio in mare e di rafforzamento della
deterrenza marittima, assieme alla chiusura dei porti italiani per le navi che hanno messo in salvo
migranti, aumentano ancor di più il rischio di respingimento. Pertanto il GREVIO sollecita le autorità
italiane affinché rispettino l’obbligo di non-respingimento ed i diritti umani delle vittime salvate in
mare.
Il gruppo ha individuato degli aspetti prioritari che richiedono ulteriori azioni da parte delle
autorità italiane per adeguarsi completamente alle disposizioni della convenzione.
Sebbene il GREVIO accolga positivamente la ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di
Istanbul, il gruppo ha individuato degli aspetti prioritari che richiedono ulteriori azioni da parte delle
autorità italiane per adeguarsi completamente alle disposizioni della convenzione. Prendendo le
mosse da quanto sopra esposto e in aggiunta ad esso, questi aspetti si riferiscono alla necessità di:
* garantire l’applicazione delle disposizioni di legge sul reato di maltrattamento in famiglia, che
è sensibile alla connotazione di genere della violenza domestica sulle donne;
* garantire che le disposizioni della Convenzione di Istanbul siano implementate senza
discriminazioni fondate sui motivi di cui all’Articolo 4, comma 3, che comporterebbe, tra l’altro,
l’integrazione della prevenzione della violenza basata sul genere nelle attività degli organi
nazionali demandati alla lotta alla discriminazione e nei programmi personalizzati in base alle
esigenze specifiche di donne che sono o potrebbero essere esposte a discriminazione
intersezionale;
* garantire che le politiche e le misure affrontino in egual misura la prevenzione, la protezione,
l’indagine e la punizione, come previsto dal principio di dovuta diligenza sancito dall’Articolo
5 della Convenzione di Istanbul;
* adottare ulteriori misure per garantire che le politiche affrontino la violenza verso le donne in
modo esaustivo e integrato e che siano implementate e monitorate mediante un
coordinamento efficace tra le autorità nazionali, regionali e locali;
* garantire la disponibilità di adeguate risorse finanziarie e umane per le misure e le politiche,
aumentando al contempo la trasparenza e l’assunzione di responsabilità nell’uso di fondi
pubblici ed elaborando delle adeguate soluzioni di finanziamento a lungo termine/pluriennali
per i servizi specializzati dedicati alle donne;
* aumentare il sostegno e il riconoscimento delle organizzazioni indipendenti dedicate alle
donne e rafforzare il quadro istituzionale nazionale e locale di consultazione e cooperazione
con le organizzazioni di donne;
* fornire una solida base istituzionale per gli enti demandati a garantire l’attuazione e il
coordinamento delle misure e delle politiche volte alla lotta contro la violenza nei confronti
delle donne e proseguire gli sforzi per permettere un controllo e una valutazione efficace
delle politiche;
* migliorare la raccolta dei dati, come previsto dai requisiti dell’Articolo 11 della convenzione;
* rafforzare le azioni preventive nei campi della sensibilizzazione, dell’educazione, della
formazione delle figure professionali, dei programmi per autori di violenze e nel settore
lavorativo, adottando al contempo delle misure proattive e incisive per promuovere un
cambiamento degli schemi di comportamento sociali e culturali sessisti, basati sull’idea
dell’inferiorità delle donne;
* favorire l’accesso delle vittime a servizi di sostegno generali adeguatamente distribuiti in tutto
il territorio e dotati delle risorse necessarie e del personale formato.
Altre aree in cui sono necessari dei miglioramenti per adempiere a
pieno gli obblighi della convenzione.
Inoltre, il GREVIO ha individuato altre aree in cui sono necessari dei miglioramenti per adempiere a
pieno gli obblighi della convenzione. Queste si riferiscono all’esigenza di prendere in esame la
modifica del reato penale di violenza sessuale, affinché si basi sulla nozione di libero consenso,
come previsto dall’Articolo 36, comma 1, della convenzione, e di introdurre leggi che garantiscano
sanzioni legali per le molestie sessuali subite in tutti gli ambiti della vita. Le autorità dovrebbero
inoltre dar seguito al proprio impegno per consentire una rapida gestione delle indagini e dei
procedimenti penali nei casi di violenza contro le donne, garantendo al tempo stesso che le misure
adottate a tal fine siano supportate da adeguati finanziamenti. Altre aree che richiedono dei
miglioramenti si riferiscono all’accesso delle vittime straniere al diritto di residenza, le procedure
d’asilo sensibili alle specificità di genere, le strutture accoglienza e di alloggio, i servizi di sostegno.
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane affinché
garantiscano un’applicazione delle disposizioni di legge sul reato di maltrattamento in famiglia, che
sia sensibile alla connotazione di genere della violenza domestica sulle donne e non sia ostacolata
da una visione stereotipica delle donne e degli episodi di violenza.
FINALITÀ DEFINIZIONI, UGUAGLIANZA E NON DISCRIMINAZIONE, OBBLIGHI GENERALI
Al fine di incoraggiare le vittime a denunciare la violenza domestica contro le donne e di esortare la
società a condannare tale tipo di violenza in quanto forma di discriminazione nei confronti delle
donne e di violazione dei loro diritti umani, il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane affinché
garantiscano un’applicazione delle disposizioni di legge sul reato di maltrattamento in famiglia, che
sia sensibile alla connotazione di genere della violenza domestica sulle donne e non sia ostacolata
da una visione stereotipica delle donne e degli episodi di violenza. Delle misure che si muovano in
questa direzione dovrebbero tener conto delle proposte e dei suggerimenti indicati nel rapporto sulla
formazione (Articolo 15 della Convenzione di Istanbul) e della necessità di garantire una risposta
alla violenza adeguata e tempestiva da parte degli enti istituzionali (Articolo 50 della Convenzione
di Istanbul).
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a:?
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a:
* rafforzare le misure per prevenire e combattere la violenza contro le donne che siano o
possano essere vittime di discriminazione intersezionale, come le donne affette da disabilità,
donne appartenenti a minoranze, donne delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, donne
migranti e richiedenti asilo, donne appartenenti alla comunità LGBTI, anziane, donne
prostituite e donne che fanno abuso di droghe;
* integrare le idee di queste donne nella progettazione, attuazione, monitoraggio e valutazione
delle politiche per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, supportando,
finanziando e collaborando strettamente con le ONG che rappresentano le donne;
* porre al centro dell’attenzione le problematiche legate al genere nelle attività degli organi
nazionali che si occupano della lotta alla discriminazione e all’interno dei programmi mirati
alle specifiche esigenze di queste donne, anche sviluppando programmi speciali volti ad
aprire con esse un dialogo propositivo;
* consapevolizzare le vittime appartenenti a questi gruppi sui loro diritti e sulla possibilità di
accedere a servizi di protezione e supporto;
* sviluppare e migliorare l’accessibilità ai servizi di protezione e supporto per questi gruppi di
donne;
* supportare la ricerca e aggiungere degli specifici indicatori correlati a donne e ragazze, nella
raccolta dei dati sulla violenza contro le donne che sono o potrebbero essere vittime di
discriminazione intersezionale;
* garantire l’effettiva attuazione dell’obbligo di diligenza per verificare in modo adeguato
l’investigazione, la punizione e attuare gli strumenti riparativi a disposizione delle vittime
appartenenti a questi gruppi di donne.
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a utilizzare lo stesso livello di dedizione in riferimento
alla prevenzione, protezione, investigazione, punizione e offerta di strumenti riparativi per la violenza
contro le donne, come previsto dal principio di dovuta diligenza sancito dall’Articolo 5 della
Convenzione di Istanbul.
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a utilizzare lo stesso livello di dedizione in riferimento
alla prevenzione, protezione, investigazione, punizione e offerta di strumenti riparativi per la violenza
contro le donne, come previsto dal principio di dovuta diligenza sancito dall’Articolo 5 della
Convenzione di Istanbul.
Il GREVIO, data l’importanza del relazionarsi in modo costruttivo e di considerare i punti di vista
delle ONG di donne, ma anche di esperti ed esperte indipendenti ed accademici ed accademiche,
nella fase di elaborazione di politiche e leggi sui diritti umani delle donne, l’uguaglianza di genere e
la violenza contro le donne sollecita le autorità italiane affinché:
Tenendo conto della necessità di relazionarsi in modo costruttivo e di considerare i punti di vista
delle ONG di donne, ma anche di esperti ed esperte indipendenti ed accademici ed accademiche,
nella fase di elaborazione di politiche e leggi sui diritti umani delle donne, l’uguaglianza di genere e
la violenza contro le donne, il GREVIO sollecita le autorità italiane affinché:
1. proseguano i loro sforzi per elaborare e attuare efficacemente delle politiche di parità tra
donne e uomini e di emancipazione delle donne;
2. garantiscano che tali sforzi non siano vanificati da politiche che sottovalutino o sminuiscano
le disparità di genere e la violenza basata sul genere, non riconoscendo la natura strutturale
della violenza contro le donne come manifestazione dei rapporti di forza storicamente
diseguali tra donne e uomini;
3. integrino la dimensione di genere e la violenza basata sul genere nelle aree politiche rilevanti,
come ad esempio le politiche sulle donne e le ragazze con disabilità;
4. Vaglino sistematicamente e in modo approfondito i progetti di legge e i provvedimenti in
termini di potenziale impatto sui rapporti tra donne e uomini e sulla violenza basata sul
genere, nonché la coerenza con le disposizioni della Convenzione di Istanbul.
POLITICHE INTEGRATE E RACCOLTA DEI DATI
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a proseguire il loro impegno per:
* aumentare gli sforzi per condurre analisi comparate indipendenti delle leggi e delle politiche
in vigore a livello locale in materia di violenza contro le donne, con particolare attenzione
all’individuazione di pratiche promettenti che possano essere raccomandate in tutta Italia, e
di promuovere tale impegno a livello nazionale e regionale;
* elaborare e attuare delle politiche globali e olistiche per affrontare la violenza contro le donne
in tutte le sue forme e manifestazioni, con particolare riferimento alla violenza sessuale, le
molestie sessuali, il matrimonio forzato, la sterilizzazione e l’aborto forzato, nonché contro
reati commessi contro le donne in nome del cosiddetto onore; armonizzare e monitorare
l’attuazione a livello regionale/locale di politiche e misure volte a prevenire e combattere la
violenza contro le donne;
* migliorare il coordinamento tra governo nazionale e regionale/locale nell’attuazione delle
politiche volte a prevenire e combattere la violenza contro le donne e rafforzare la
cooperazione con le autorità regionali/locali nell’ambito della strutturazione amministrativa
dell’organismo nazionale di coordinamento.
Tali sforzi dovrebbero essere sostenuti dallo stanziamento di adeguate risorse finanziarie e dalla
promozione delle migliori pratiche.
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a:
- sviluppare altri indicatori per il bilancio di genere che consentano l’individuazione dei budget
stanziati e degli importi effettivamente spesi da tutti gli enti del governo centrale interessati,
a supporto di misure volte a prevenire e combattere la violenza contro le donne; - raccogliere dati a livello centrale sul finanziamento da parte dei vari livelli
dell’amministrazione territoriale (regioni, province, comuni); - assicurare che l’introduzione di nuove politiche e misure (come i piani d’azione, i protocolli e
le linee guida nazionali) per prevenire e combattere la violenza contro le donne sia
accompagnata sin dall’inizio da una stima complessiva delle relative implicazioni finanziarie
e dall’individuazione delle fonti e degli importi di finanziamento disponibili; - garantire livelli di finanziamento adeguati per le misure vigenti per prevenire e combattere la
violenza contro le donne, come il fondo di risarcimento statale al quale le donne vittime di
violenza hanno accesso quando non sia possibile ottenere un risarcimento dall’autore di
violenza; - semplificare e snellire l’erogazione dei finanziamenti alle ONG e considerare l’introduzione
di trasferimenti diretti di fondi nazionali alle ONG che attuano le suddette misure, in
particolare quelle che offrono servizi di supporto e protezione alle donne vittime di violenze
ed ai loro figli, al fine di evitare interruzioni nell’erogazione dei servizi e violare dunque i diritti
umani delle donne; - fissare dei chiari criteri minimi per accreditarsi come servizio specialistico per le donne che
operi nel rispetto delle disposizioni della Convenzione di Istanbul e conformemente alle
migliori pratiche riconosciute, e subordinare l’accesso al finanziamento pubblico al rispetto di
tali criteri; - aumentare la trasparenza e la responsabilità nell’uso dei fondi pubblici, in particolare
migliorando il monitoraggio della spesa a livello centrale, regionale, provinciale e locale; - sviluppare delle soluzioni di finanziamento a lungo termine/pluriennali per le ONG, in
particolare per i centri e le case rifugio antiviolenza, per garantire un finanziamento costante
ai servizi di supporto e protezione delle vittime e dei loro figli; - aumentare i livelli di finanziamento dedicati ai servizi specialistici per le donne, nonché alle
politiche e le misure generali volte alla prevenzione e alla lotta a tutte le forme di violenza
contro le donne vittime di violenza basata sul genere, comprese le donne migranti o
richiedenti asilo.
Il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a:
- rafforzare il sostegno e il riconoscimento alle ONG indipendenti di donne, riconoscendo il
valore e la competenza che apportano in termini di approccio di genere alla violenza contro
le donne e di favorire la fiducia delle vittime e di promuovere i loro diritti umani; - rafforzare il quadro istituzionale e locale in termini di consultazione e cooperazione con le
ONG di donne per progettare, monitorare, valutare e attuare misure e politiche volte a
prevenire e combattere la violenza contro le donne, anche all’interno del sistema di asilo;
Il tutto garantendo al contempo che le organizzazioni non governative che si occupano delle vittime,
dei loro figli e di chi ha compiuto la violenza, adottino un approccio comune alla violenza, basato sui
principi e le disposizioni della Convenzione di Istanbul.
Per garantire la definizione di politiche continuative e l’effettivo monitoraggio dell’attuazione e
la valutazione delle misure adottate per prevenire e combattere la violenza contro le donne
Al fine di garantire la definizione di politiche continuative e l’effettivo monitoraggio dell’attuazione e
la valutazione delle misure adottate per prevenire e combattere la violenza contro le donne, il
GREVIO esorta vivamente le autorità italiane a:
1. fornire al comitato direttivo e al comitato tecnico, o agli organi equivalenti demandati a
garantire l’attuazione ed il coordinamento delle misure e politiche di contrasto alla violenza
contro le donne in conformità ai requisiti dell’Articolo 10 della Convenzione di Istanbul, una
solida base istituzionale che vada oltre le limitate scadenze dei Piani di Azione Nazionali e
dei termini dei mandati governativi, e dotarli di risorse umane dedicate e risorse finanziare
adeguate;
2. proseguire gli sforzi intrapresi per consentire un efficace monitoraggio e valutazione delle
politiche, anche fissando chiari obiettivi rispetto ai quali misurare i progressi compiuti e
individuando in maniera netta gli enti responsabili dell’attuazione quando si adottano piani
d’azione e strategie nazionali;
3. migliorare il coordinamento tra le strutture governative nazionali e decentralizzate e
potenziare la capacità del Dipartimento per le Pari Opportunità di garantire l’applicazione
uniforme delle politiche e delle misure a livello regionale e locale, ad esempio consentendo
all’organismo di coordinamento nazionale di essere rappresentato nell’ambito dei
meccanismi di coordinamento locale.
Tenendo conto dell’urgenza di raccogliere dati su tutte le forme di violenza contemplate dalla
Convenzione di Istanbul, il GREVIO esorta vivamente le autorità italiane ad adottare le misure
necessarie, comprese, se ritenuto opportuno, eventuali modifiche legislative che stabiliscano
l’obbligo per gli enti istituzionali a raccogliere dati disaggregati per genere, al fine di:
- garantire che i dati raccolti da tutti gli enti istituzionali (in particolare le forze dell’ordine, le
autorità giudiziarie ed i servizi sanitari e sociali) vengano disaggregati con riferimento al
genere della vittima e dell’autore, alla relazione tra loro e alle varie forme di violenza e reati
contemplati dalla Convenzione di Istanbul, e che vengano altresì specificate le informazioni
relative alla presenza di bambini testimoni e vittime di tali episodi; - armonizzare la raccolta dei dati tra le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie, al fine di:
consentire una valutazione dei tassi di condanna, di archiviazione e di recidività; consentire
un’analisi approfondita dei casi all’interno del sistema giudiziario penale attraverso la catena
formata da forze dell’ordine, procure e tribunali; individuare le lacune in termini di risposte da
parte delle istituzioni, che possono contribuire a bassi tassi di condanna e/o discrepanze tra
le denunce e le condanne; - armonizzare la raccolta e l’analisi dei dati in merito a casi di violenza contro le donne che
hanno portato all’uccisione della donna e persino dei bambini; - estendere la raccolta dei dati affinché includano le valutazioni del rischio, i rimedi civili per le
vittime, come il risarcimento, e misure di protezione in sede civile, penale e amministrativa,
compresi dati sulla violazione di queste misure e sulle conseguenze di tali violazioni; - introdurre un sistema di raccolta dei dati che permetta di registrare le iscrizioni e l’esito delle
richieste d’asilo presentate sulla base delle persecuzioni legate al genere, come i matrimoni
forzati e le mutilazioni genitali femminili ; - garantire che il processo di raccolta, conservazione e elaborazione dei dati sia rispettoso
delle norme in materia di protezione dei dati personali, contenute nella Convenzione del
Consiglio d’Europa sulla Protezione delle Persone rispetto al Trattamento Automatizzato dei
Dati Personali, e le buone prassi riconosciute che richiedono il rispetto dei metodi di lavoro
dei servizi specialistici volti a garantire la privacy e l’anonimato delle vittime; - sensibilizzare maggiormente gli enti responsabili a livello governativo e regionale sui requisiti
della Convenzione di Istanbul in materia di raccolta dei dati e potenziare le competenze e le
capacità di raccolta dati dei operatori e operatrici del settore, anche mediante una formazione
sui percorsi per l’individuazione e la segnalazione di casi di violenze contro le donne.
proseguire le proprie indagini sensibili al genere e a progettare indagini atte a fornire una
visione di tipo sociologico delle opinioni e degli atteggiamenti della pubblica opinione nei confronti
della violenza contro le donne
Tenendo conto della necessità di occuparsi di tutte le forme di violenza nei confronti delle donne
rientranti nel campo di applicazione della Convenzione di Istanbul, il GREVIO esorta le autorità
italiane a proseguire le proprie indagini sensibili al genere e a progettare indagini atte a fornire una
visione di tipo sociologico delle opinioni e degli atteggiamenti della pubblica opinione nei confronti
della violenza contro le donne. Come previsto dai requisiti dell’Articolo 11, comma 2, della
Convenzione di Istanbul, le autorità devono adoperarsi per condurre tali indagini a intervalli regolari.