Chirurgia Gengivale, Mucogengivale E Plastica Parodontale Flashcards

1
Q

Differenza tra definizione accademica e clinica di chirurgia mucogengivale. Sbobina 7.

A
  • Accademica. In ambito accademico si tende a separare chirurgia gengivale, mucogengivale e chirurgia plastica parodontale.
  • In ambito clinico tutte queste chirurgie rientrano sotto la definizione di chirurgia mucogengivale.
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2
Q

Sotto quali categorie può rientrare il lembo palatino assottigliato? Sbobina 7.

A
  • Chirurgia gengivale
  • Chirurgia plastica parodontale
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3
Q

Definizione di chirurgia gengivale.

A

La chirurgia geengivale raccoglie una serie di interventi di chirurgia parodontale volta all’eliminazione o alla riduzione di tasche sovra e intra-ossee senza l’interessamento della giunzione mucogengivale.

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4
Q

Quali sono i due principali tipi di interventi in chirurgia gengivale?

A
  • Interventi di RESETTIVA, volti ad ottenere l’eliminazione della tasca, con l’ottenimento di una guarigione con epitelio giunzionale corto
  • Interventi di CONSERVATIVA, volti ad ottenere una guarigione con epitelio giunzionale lungo
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5
Q

Quali tipi di interventi di chirurgia gengivale RESETTIVA esistono?

A
  • Gengivectomia
  • Gengivoplastica
  • Lembo palatino assottigliato
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6
Q

Definizioni di gengivoplastica e gengivectomia.

A

Interventi di chirurgia gengivale resettiva limitate al rivestimento epitielio-connettivale dell’osso alveolare al fine di eliminare le tasche ricreando una morfologia ottimale dell’architettura gengivale senza coinvolgere l’osso alveolare

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7
Q

Definizione specifica di gengivoplastica. Da chi è stata introdotta questa tecnica?

A
  • È stata introdotta da Goldman nel 50
  • Intervento di rimodellazione del parodonto superficiale volta all’eliminazione o alla riduzione di una tasca. Viene eseguito quando ci sono irregolarità superficiali della gengiva che potrebbero favorire l’accumulo di biofilm
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8
Q

Indicazioni alla gengivoplastica

A
  • Crateri gengivali interprossimali
  • Margini gengivali o creste inspessite
  • Regolarizzazione delle altezze dei margini gengivali di due denti vicini (solo se i picchi ossei sono alla stessa altezza)
  • Eliminazione di deformità e di balconi, principalmente dovuti ad esiti di pregresse estrazioni dentarie o ad altri interventi.
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9
Q

Differenze tra gengivoplastica e gengivectomia. Sbobina 7.

A
  • Gengivoplastica → Assottigliamento del tessuto.
  • Gengivectomia → Eliminazione del tessuto in senso verticale.
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10
Q

Cosa si utilizza come strumentario per eseguire la gengivoplastica?

A
  • Bisturi lanceolato
  • fresa diamantata
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11
Q

Definizione specifica di gengivectomia. Da chi è stata introdotta questa tecnica?

A
  • Introdotta da Goldman nel 46.
  • Intervento volto all’eliminazione della parete gengivale di una tasca e successiva plastica della zona.
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12
Q

Definizione di incisione a bisello interno e incisione a bisello esterno.

A
  • Bisello interno: il bisturi è rivolto verso l’apice del dente.
  • Bisello esterno: il bisturi è rivolto verso la corona del dente.
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13
Q

Indicazioni alla gengivectomia:

A
  • Tasche sovra-osse
  • Ipertrofia gengivale. Il professore preferisce chiamarle “aumento di volume gengivale” in quanto il termine ipertrofia è un concetto puramente istologica.
  • Eruzione passiva alterata
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14
Q

Controindicazioni alla gengivectomia

A
  • Tasche sovra-ossee con scarsa gengiva aderente
  • Tasche intra-ossee → Bisogna effettuare dei lembi
  • Tasche gengivali che che si estendo internamente oltre la linea mucogengivale → Lembo con riposizionamento apicale
  • Controindicazioni di salute generale
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15
Q

Quando è indicata la gengivectomia a bisello esterno e quando quella a bisello interno. Sbobina 7.

A

Il prof preferisce sempre fare quella a bisello interno perché ha un decorso operatorio pressoché nullo, ma in alcuni casi specifici può essere difficile realizzarla per aumenti di volume gengivale concomitanti, e quindi si procede con quella a bisello esterno.

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16
Q

Quali sono le cause conosciute di ipertrofia gengivale

A
  • Infiammazione gengivale dovuta al biofilm, in particolare associata alla respirazione orale
  • Epulidi gravidiche
  • Farmaci:
    • Difenilidantoina (antiepileticco)
    • Ciclosporina (immunosoppressore)
    • Chemioterapici
    • Anti-ipertensivi
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17
Q

Tecnica operativa della gengivectomia a bisello esterno

A
  • Sondaggio della tasca sovra-ossea
  • Valutazione radigrafica del picco della cresta alveolare
  • Incisione paramarginale della mucosa masticatoria con bisturi reniforme seguendo una linea dritta o un andamento festonato. L’incisione parte esternamente più apicale rispetto al punto più profondo della tasche e giunge internamente al punto più profondo della tasca.
  • Eliminazione del tessuto interprossimale con bisturi lanceolato Con un’inclinazione coronale di 45 gradi
  • Distacco del cercine gengivale inciso
  • Rifinitura con fresa diamantata a grana grossa
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18
Q

Tecnica operativa della gengivectomia a bisello interno

A
  • Sondaggio della tasca sovra-ossea
  • Valutazione radigrafica del picco della cresta alveolare
  • Incisione con bisturi 15 della mucosa masticatoria in zona paramarginale punta del bisturi che tocca il fondo della tasca. L’andamento dell’incisione è festonato.
  • Distacco del cercine gengivale inciso.
  • Sutura con punti staccati
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19
Q

Perché il lembo palatino assottigliato viene inserito negli interventi di chirurgia gengivale?(DUBBIO)

A

In quanto è un intervento che non interessa la mucosa alveolare, visto che dal versante palatale non è presente.

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20
Q

Chi ha proposto il lembo palatino a SPESSORE TOTALE?

A

Ochsembein

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21
Q

Chi ha proposto il lembo palatino ASSOTTIGLIATO?

A

Corn nel 1980

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22
Q

Indicazioni al lembo palatino assottigliato

A
  • Accesso a difetti intra-ossei
  • Eliminazione di tasche sovra-ossee palatali
  • Ottenimento di una morfologia tissutale ottimale
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23
Q

Definizione di incisione marginale, paramarginale, intrasulculare.

A
  • Intrasulculare: All’interno del solco gengivale, ideale per conservare il tessuto gengivale e per un risultato estetico ottimale.
  • Marginale: Lungo il margine gengivale, comune nelle procedure che richiedono l’accesso diretto ai tessuti sottostanti, come la chirurgia a lembo. (Marginale = margine gengivale libero, lo ricavi dal nome). È un’incisione difficile da fare sopratutto in caso di biotipo parodontale sottile.
  • Paramarginale: Al di sopra del margine gengivale, utilizzata per rimuovere tessuto in eccesso o malato senza coinvolgere il solco gengivale.
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24
Q

Tecnica operativa del lembo palatino assottigliato

A
  • Si effettua una prima incisione paramarginale con andamento parallelo all’asse lungo del dente. (In realtà l’incisione deve essere effettuata prima senza bisello, quindi perpendicolare all’osso alveolare, e poi bisellata. Se facessimo direttamente l’incisione bisellata assottiglieremmo troppo il lembo. Sbobina 8) Questa incisione è festonata. (La distanza tra il margine gengivale libero e l’incisione è determinata dall’anatomia palatina e dalla profondità di sondaggio. Sbobina 8).
  • Si eleva il lembo primario
  • Si incide intrasulculare
  • Si sottomina il lembo secondario
  • Si effettua (solo nel caso in cui l’indicazione del lembo sia l’eliminazione di un difetto osseo) una eventuale osteoplastica e/o ostectomia.
  • Si adatta il lembo primario sul tavolato osseo
  • Si sutura con sutura sospesa continua a materassaio verticale(se c’è poco spazio) o orizzontale (se c’è molto spazio)
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25
Q

Come si determina l’altezza dell’incisione principale nel lembo palatino assottigliato (Sbobina 8)

A
  • Profondità di sondaggio → Deve essere alla base della tasca
  • Anatomia palatale
    • Volta palatina alta → Incisione all’altezza della base della tasca. Il lembo primario una volta posizionato non dovrà compiere uno spostamento orizzontale consistente.
    • volta palatina piatta → Incisione più coronale rispetto alla base della tasca. Il lembo primario una volta posizionato dovrà compiere uno spostamento orizzontale consistente e quindi dovrà essere più lungo per adattarsi e chiudere la ferita per prima intenzione.
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26
Q

Lembo di Widman modificato da Ramfjord nel 74. Tecnica operativa. (Vai a recuperare anche le domande presenti nel capitolo “chirurgia rigenerativa”)

A
  • L’incisione principale solitamente è paramarginale, ma può essere anche marginale o intrasulculare nel caso non si abbia sufficiente cheratinizzata, e nel caso si vada ad agire in zone a alto valore estetico.
  • Si procede allo scollamento a tutto spessore per 2-3 mm apicale rispetto al difetto osseo
  • La seconda incisione (nel caso non avessimo già fatto un’incisione intrasulculare) è intrasulculare
  • La terza incisione prevede l’eliminazione del tessuto interprossimale
  • Vengono preservate le fibre parodontali ancorate al cemento
  • Non si effettua osteoplastica
  • Si sutura al livello pre-operatorio
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27
Q

Quali sono le indicazioni ai lembi di accesso (es. Widman Modificato e Kirkland)? Sbobina 8.

A
  • Eliminazione di tasche sovra-ossee
  • Eliminazione di tasche intra-ossee dove la ORS sia controindicata
    • Zone ad elevato impatto estetico
  • Eliminazione di tasche intra-ossee dove la GTR sia controindicata
  • Pazienti fumatori
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28
Q

Quali sono gli obiettivi dei lembi di accesso (chirurgia conservativa)? Sbobina 8.

A
  • Riduzione del PPD
  • Riduzione della BOP
  • Guadagno di CAL
  • Correzione delle anomalie anatomiche relative al dente (obiettivo non perseguibile senza chirurgia) che favoriscono l’accumulo di biofilm
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29
Q

Che effetti da la chirurgia conservativa in termini di CAL e PPD? Sbobina 9.

A
  • 98% di sopravvivenza dei denti
  • 2,88 mm di riduzione ppd
  • 1,65 guadagno cal
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30
Q

Quali sono i vantaggi dei lembi di accesso (chirurgia conservativa) rispetto a OSR, rigenerativa? Sbobina 8.

A
  • Risultati estetici migliori
  • Meno sensibilità dentinale
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31
Q

Quali sono gli svantaggi dei lembi di accesso (chirurgia conservativa) rispetto a OSR, rigenerativa? Sbobina 8.

A
  • Formazione di crateri interprossimali → I tessuti molli seguono quelli duri e se lasciamo un difetto intra-osseo il tessuto molle seguirà il profilo → Necessaria gengivoplastica successiva.
  • Possiamo lasciare delle tasche residue → Non abbiamo tolto bene tutti i calcoli di tartaro.
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32
Q

Studio di Listgarten del 1976 sul sondaggio. Sbobina 8.

A

La sonda parodontale è uno strumento utile a darci una valutazione clinica dell’ampiezza della tasca, ma non riesce a darci una misura dell’ampiezza del solco

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33
Q

Studio di Armitage sull’influenza dell’infiammazione sul sondaggio parodontale. Sbobina 8.

A
  • L’infiammazione, rendendo più lasso il tessuto connettivale sovra-crestale ci da una informazione sbagliata sull’entità della tasca.
  • Normalmente la sonda penetra fino a pochi decimi di millimetro coronali alla base dell’epitelio giunzionale lungo.
  • In condizioni di infiammazione questa penetra nel connettivo sovra-crestale.
  • Nello studio sono stati fatti sondaggi prima e dopo la chirurgia conservativa. Si è notato come..
    • Con i tessuti infiammati si aveva una penetrazione della sonda nel connettivo di 0,31 mm
    • Con i tessuti sfiammati la sonda si fermava a 0,29 mm coronali all’inizio del connettivo, comparabilmente con quanto i ferma la sonda in un dente non affetto da parodontite.
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34
Q

Studio di Magnusson sulla qualità dell’epitelio giunzionale lungo. Sbobina 8.

A

Studio sulle scimmie che ha dimostrato come l’epitelio giunzionale lungo rispetto a quello corto non ha meno resistenza di quello corto all’accumulo di biofilm.

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35
Q

Studio di Philstrom sulla qualità dell’epitelio giunzionale lungo. Sbobina 8.

A

Questo studio ha dimostrato come l’epitelio giunzionale lungo non opponga resistenza diversa rispetto a quello corto.

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36
Q

Studio di Listgartn del 1980 sull’epitelio giunzionale lungo

A

Lo studio dimostra come l’epitelio giunzionale lungo, nonostante abbia la stessa resistenza all’accumulo di biofilm, se dovesse essere invaso dai batteri, è più suscettibile ad esso. Infatti la progressione di malattia (misurata come aumento di PD) è molto più veloce in un epitelio giunzionale lungo.

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37
Q

Che carateristiche istologiche ha l’epitelio giunzionale lungo rispetto a quello corto?

A
  • Turn-over cellulare più lento
  • Metabolismo più lento
  • Meno permeabile → Questo favorisce la progressione la malattia
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38
Q

Definizione di terapia muco-gengivale

A

Serie di interventi chirurgici e non chirurgici (compresa l’ortodonzia) volti a correggere difetti di MORFOLOGIA, POSIZIONE, QUALITÀ e QUANTITÀ della gengiva, dell’osso alveolare e della mucosa alveolare.

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39
Q

Da chi è stata introdotta la terapia mucogengivale?

A

Da Friedman nel 1957

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40
Q

Quali sono gli obiettivi della chirurgia mucogengivale?

A
  • Mantenere o creare una zona adeguata di mucosa masticatoria durante gli interventi di eliminazione delle tasche parodontali
  • Creare una zona adeguata di mucosa masticatoria anche in assenza di tasche
  • Eliminare problemi relativi all’inserzione di muscoli e di frenuli
  • Approfondire il fornice
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41
Q

Differenze istologiche tra mucosa masticatoria e mucosa alveolare?

A
  • No cheratina
  • Connettivo lasso vs connettivo denso
  • Alta vascolarizzazione
  • Presenza di elastina
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42
Q

Obiettivi della chirurgia plastica parodontale

A
  • Livellare i margini gengivali
    • Copertura di radice
    • Allungamento di corona clinica
    • Trattamento del gummy smile
  • Recupero della papilla interdentale
  • Preservazione dell’alveolo
  • Aumento di cresta
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43
Q

Classificazione dei lembi

A
  • Disegno dell’incisione
    • Sulculare
    • Marginale
    • Paramarginale
    • Con ritenzione di papilla sul versante vestibolare e/o orale.
  • Tipo di spessore
    • Totale
    • Parziale
    • Misto
  • Posizionamento del lembo
    • Pre-chirurgico
    • Apicale
    • Coronale
    • Laterale
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44
Q

Quando si effettua uno scollamento a spessore parziale del lembo? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

A
  • Quando il tavolato osseo sottostante è sottile e si vuole prevenire il riassorbimento osseo dovuto allo scollamento del periostio.
  • Vantaggio: possibile ancorare le suture al periostio sottostante.
  • Svantaggio: più difficile da eseguire, maggiore rischio di necrosi marginale, più rischio di ledere strutture nobili.
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45
Q

Quando si effettua un lembo a spessore misto?

A

Quando è necessario assottigliare il margine gengivale, ma al contempo bisogna intervenire al livello osseo.

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46
Q

Qual è l’entità del riassorbimento osseo quando non si scolla il periostio?

A

0,5 mm

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47
Q

Quali fonti di guarigione ha il sito chirurgico?

A
  • Legamento parodontale
  • Spazi midollari dell’osso alveolare
  • Periostio
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48
Q

Classificazione dei lembi in base alla resezione tissutale. Fai degli esempi.

A
  • Lembi con conservazione tissutale completa → Lembo di Kirklad
  • Lembi con conservazione tissutale completa e/o preservazione di papilla
  • Lembi con resezione tissutale minima → Lembo di Widman modificato e lembo di widman
  • Lembo con resezione tissutale → Lembo a riposizionamento apicale
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49
Q

Elenco degli interventi di chirurgia mucogengivale?

A
  • Si vuole mantenere la mucosa cheratinizzata
    • Lembo di Widman modificato con incisione sulculare
    • Lembo a riposizionamento apicale a livello della cresta alveolare
  • Si vuole aumentare la mucosa cheratinizzata
    • Frenulotomia
    • Lembo a riposizionamento apicale al DI SOTTO della cresta alveolare
    • Lembo a riposizionamento laterale
    • Lembo multipapillare Interdentale
    • Lembo ruotato
    • Lembo bipapillare
    • Innesti liberi
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50
Q

Definizione di contrazione primaria di un lembo

A

La contrazione primaria si verifica immediatamente dopo il riposizionamento del lembo e la sua sutura. È una contrazione passiva, dovuta alla retrazione elastica del tessuto connettivo e delle fibre gengivali una volta che il lembo è stato separato dal periostio e riposizionato.

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51
Q

Definizione di contrazione secondaria di un lembo

A

La contrazione secondaria avviene successivamente, durante il processo di guarigione. È dovuta alla riorganizzazione e alla maturazione del tessuto connettivo e alla formazione di nuovo epitelio. Questo processo può comportare un ulteriore restringimento o adattamento del lembo nel tempo..

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52
Q

Quando si può effettuare un lembo a riposizionamento apicale al livello della cresta ossea per la preservazione della mucosa masticatoria?

A

Quando l’entità della mucosa masticatoria è almeno di 3-4 mm

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53
Q

Differenze tra frenulectomia e frenulotomia

A
  • Frenulectomia → Eliminazione completa del frenulo mediano con conseguente aumento della morbidità post-operatoria e sanguinamento abbondante
  • frenulotomia
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54
Q

Da chi è stata introdotta la frenulotomia? Come si esegue?

A
  • Si fanno due incisioni parallelle o romboidali ai lati del frenulo a spessore parziale
  • Si incide la base del frenulo a spessore parziale
  • Si incide il periostio veticalmente (fenestrazione del periostio) al fine di prevenire la migrazione delle fibre muscolari che vogliono tornare in posizione.
  • Suture a punti staccati che includano il periostio
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55
Q

Descrivi la tecnica di aumento della gengiva adente con lembo riposizionato apicalmente (al di sotto della cresta ossea). Da chi è stato introdotto?

A
  • Incisione intrasulculare che si può estendere a più denti.
  • Incisioni verticali
  • Scollamento a spessore parziale del lembo, si cerca di lasciare un letto periosteo pulito, divincolato dalle inserzioni muscolari.
  • Riposizionamento apicale del lembo. E suture ancorate al periostio.
  • Introdotto da Friedman nel 62
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56
Q

Cosa determina il tipo di epitelio che si andrà a formare nella guarigione di un sito chirurgico? Implicazioni nell’aumento della gengiva cheratinizzata.

A

Dal connettivo sottostante, ecco perché non si fa uno scollamento a spessore totale, ma parziale! I fibroblasti sopra il periostio veicolano l’informazione di generare un epitelio pluristratificato cheratinizzato.

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57
Q

Descrivi la tecnica per il lembo a riposizionamento laterale per l’aumento della gengiva cheratinizzata. Da chi è stato introdotto?

A
  • Grupe e Warren nel 56.
  • Differisce dal lembo ruotato perché si effettua quando il sito donatore si trova tra due denti, e questi sono senza diastemi.
  • Tecnica:
    • Incisione a spessore parziale a bisello interno in corrispondenza della zona dove vogliamo aumentare la cheratinizzata. Il “difetto” viene rimosso lasciando esposto il periostio sottostante.
    • Esecuzione di un lembo peduncolato a spessore parziale fatto con due incisioni verticali che parta al di sotto del difetto e si porti lateralmente nell’area donatrice. Questo lembo deve essere largo una volta e mezzo il sito ricevente.
    • Posizionamento e stabilizzazione del lembo peduncolato con suture sospese ancorate al periostio e suture orizzontali
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58
Q

Descrivi la tecnica per il lembo ruotato per l’aumento della gengiva cheratinizzata. Da chi è stato introdotto?

A
  • È stato introdotto da Pennel
  • Differisce dal lembo riposizionato laterale perché si effettua quando il sito donatore si trova tra due denti diastemati o il sito donatore rappresenti una cresta edentula.
  • La tecnica è identica a quella del lembo a riposionamento laterale.
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59
Q

Descrivi la tecnica per il lembo bipapillare per l’aumento della gengiva cheratinizzata. Da chi è stato introdotto?

A
  • Choen e Ross nel 1968
  • Tecnica
    • Incisione a v (due incisione che si congiungono apicalmente) nell’area donatrice. Queste due incisioni sono bisellate a 45, una al contrario dell’altra, per favore adattamento lembo.
    • Incisioni paramarginali delle due papille adiacenti alla loro base.
    • Incisioni verticali divergenti. Divergenti al fine di aumentare l’apporto vascolare del lembo.
    • Avvicinamento dei due lembi e sutura di essi, prima nello spressore della gengiva, poi ancorate al periostio.
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60
Q

Quando è indicato l’utilizzo del FGG per l’aumento della cheratinizzata? Sbobina 12.

A

Quando non c’è sufficiente cheratinizzata vicino al dente cui vorremmo avere un aumento di cheratinizzata. Quindi dobbiamo creare cheratinizzata da 0.

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61
Q

Descrivi la tecnica innesto gengivale libero per l’aumento della gengiva cheratinizzata. Da chi è stato introdotto?

A
  • Bjorn nel 1963
  • Specifichiamo che le indicazioni del FGG vanno oltre il semplice aumento di cheratinizzata. Infatti tra le indicazioni troviamo:
    • Aumento della cheratinizzata
    • Copertura di radice in tecnica bilaminare
    • Aumento di spessore V-O e C-A di creste edentule in tecnica bilaminare
    • Chiusura di ferite in rigenerativa (Ellegaard)
  • Tecnica chirurgica sul sito ricevente:
    • Incisione intrasulculare (se si prevede di mantere il margine gengivale perché c’è già cheratinizzata) o paramarginale
    • Incisioni verticali di scarico
    • Incisione orizzontale seguendo la linea muco-gengivale
    • Scollamento a spessore parziale del lembo con sua rimozione
    • Gengivoplastica (se abbiamo fatto l’incisione intrasulculare)
    • Fenestrazione del periostio seguendo la linea mucogengivale al fine di prevenire reinserimento fibre ossee.
  • Tecnica chirurgica del sito donatore:
    • Analisi del tessuto con transfissione palatale
    • Incisioni perpendicolari alla superficie palatina della profondità di 2 mm al fine di formare un rettangolino in base alle dimensioni che ci servono
    • Seconda incisione parallela al palato con direzione corono-apicale e mesio-distale in grado di sottominare il prelievo e lasciare integro il periostio sottostante
    • Terza incisione mesiale e distale al prelievo per staccarlo
    • Ispezione del prelievo:
      • Bisogna assottigliarlo se necessario per avere uno spessore di 0,75 - 1,5 mm
      • Bisogna disepitelizzarlo
      • Bisogna rimuovere irregolarità di superficie
      • Bisogna togliere le ghiandole salivari ed il tessuto adiposo
  • Posizionamento dell’innesto
    • Può essere marginale o sottomarginale a seconda che abbiamo inciso intrasulculare o paramarginale.
    • Prima sutura con suture sospese ancorate al periostio
    • Seconda sutura con suture a x per stabilizzare il prelievo sul letto periosteo
    • Guarigione per seconda intenzione
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62
Q

Fasi della guarigione di un graft connettivale. Sbobina 12.

A
  • Da 0 a 2 giorni si ha la fase essudativa. Il graft connettivale, contenente cellule vive, riceve nutrimento dal letto periostiale sottostante. In questa fase il graft deve essere IMMOBILE e deve essere ben adattato al periostio sottostante. Infatti se il coagulo tra graft e periostio è troppo spesso, la procedura va a farsi fottere
  • 2 giorni. Capillarizzazione.
  • 4 giorni. Anastomosi vascolari.
63
Q

Cosa cambia nella guarigione di un FGG su dente o su impianto. Sbobina 12.

A
  • Il FGG su impianto è meno predicibile perché mancano 2 delle 3 componenti fondamentali per la guarigione delle ferite in ambito parodontale.
    • Legamento parodontale
    • Spazi midollari
64
Q

Durante il prelievo di connettivo dal palato, a cosa bisogna stare attenti?

A
  • A stare lontani di 2-3 mm dai margini gengivali palatali dei denti al fine di prevenire una recessione degli elementi superiori.
  • A stare lontano dall’arteria palatina maggiore
65
Q

Che materiali possono essere usati per i CTG?

A
  • innesto di connettivo autologo
  • Collagene
66
Q

Quali problemi si riscontrano frequentemente con gli innesti di tessuto connettivo autologo? Come si cerca di mettere una pezza a queste problematiche?

A
  • Diversità di colore del tessuto innestato
  • Tendenza all’ipertrofia
  • Irregolarità di superficie
  • Sanguinamento dovuto alla possibile intercettazione dell’arteria palatina maggiore
  • Le soluzioni possibili a questi problemi sono:
    • Plastiche gengivali ripetute nel tempo
    • Utilizzo di innesti di spessore ridotto (infatti nella chirurgia per l’aumento della cheatinizzata il connettivo deve essere il più sottile possibile, questo però non è possibile farlo nella copertura di radice perché uno dei fattori prognostici in questo caso è dato dallo spessore del connettivo che deve essere il maggiore possibile per avere maggiore possibilità di ottenere copertura di radice)
    • Conoscenza dell’anatomia
67
Q

Cosa ci dice l’articolo di Reiser?

A
  • Distanza tra la giunzione amelo-cementizia e l’arteria palatina maggiore.
    • Volta palatina alta: 17 mm di distanza
    • Volta palatina media: 12 mm di distanza
    • Volta palatina bassa: 7 mm di distanza
  • Ulteriore informazione da tenere a mente è che l’arteria palatina maggiore ha spesso una diramazione che va verso la CEJ in corrispondenza dello spazio tra canino e primo premolare.
68
Q

Quale è l’evidenza scientifica riguardo la necessità di avere mucosa masticatoria in prossimità di denti NATURALI e da PROTESIZZARE

A
  • Naturali = nessuna evidenza
  • Da protesizzare o protesizzati:
    • 2 mm di spessore
    • 3-4 mm di ampiezza
69
Q

Quali sono gli interventi di chirurgia plastica parodontale

A
  • Livellamento dei margini gengivali
    • Copertura di radice
    • Allungamento di corona clinica
    • Trattamento del sorriso gengivale
  • Recupero di papilla interdentale
  • Preservazione dell’alveolo
  • Aumento di cresta
  • copertura di radice
70
Q

Riassumi quali sono gli interventi di chirurgia gengivale, mucogengivale, plastica parodontale

A
  • Gengivale
    • Conservativa
      • Lembo di Widman modificato
    • Resettiva
      • Gengivoplastica
      • Gengivectomia
      • Lembo palatino assottigliato
  • Mucogengivale
    • Conservazione gengiva aderente
      • Lembo di Widman modificato
      • Lembo a riposizionamento apicale al livello della cresta alvolare
    • Aumento gengiva aderente
      • Frenulectomia e frenulotomia
      • Lembo a riposizionamento apicale al di sotto della cresta alvolare
      • Lembo a riposizionamento laterale
      • Lembo multipapillare interdentale
      • Lembo ruotato
      • Lembo bipapillare
      • Lembi liberi
  • Plastica parodontale
    • Livellamento dei margini gengivali
      • Copertura di radice
      • Allungamento di corona clinica
      • Trattamento del sorriso gengivale
    • Recupero di papilla interdentale
    • Preservazione dell’alveolo
    • Aumento di cresta
71
Q

Quali sono i metodi per ottenere la copertura di radice?

A
  • Copertura di radice non chirurgica
  • Copertura di radice chirurgica
  • Copertura di radice con Ortodonzia
  • Terapia combinata
72
Q

Copertura non chirurgica di radice. Studio della Scuola di Torino.

A
  • Recessioni gengivali di Classe I (Miller)
  • Gruppo controllo → Solo polishing
  • Gruppo test → Scaling e root planing
  • La copertura della recessione si aveva per:
    • Riduzione dell’infiammazione
    • Appiattimento della radice → Minore distanza il margine gengivale libero deve percorrere per arrivare alla CEJ
  • Nel 25% dei casi si aveva una copetura di radice completa
  • Nel 45% dei casi si aveva una copertura di radice che va dal50 al 70% dell’entità della recessione
  • Nel gruppo controllo queste. 2 percentuali erano dello 0%
73
Q

Come si può ottenere la copertura di radice non chirurgica?

A
  • Controllo dell’infiammazione
  • Correzione delle errate tecniche di igiene
  • Correzione della malposizione dei dei denti
74
Q

Quanto tempo bisogna aspettare dopo aver eseguito una copertura di radice non chirurgica per osservare la maturazione dei tessuti?

A

Tra i 9 ed i 12 mesi

75
Q

Classificazione di Miller delle recessioni

A
  • I: la recessione, stretta o larga che sia, non raggiunge la MGJ, e non c’è perdita di tessuto interprossimale.
  • II: la recessione, stretta o larga che sia, raggiunge la MGJ o la supera, ma non c’è perdita di tessuto interprossimale.
  • III: la recessione raggiunge la MGJ o a supera, e c’è perdita di tessuto interprossimale, che è però ad un livello coronale rispetto alla recessione.
  • IV: la recessione SUPERA la MGJ, e c’è perdita di tessuto interprossimale, che in questo caso si trova allo stesso livello o più apicale rispetto al livello della recessione.
76
Q

Che particolarità ha la IV classe di Miller in termini di prognosi?

A

La radice in questo caso non può essere coperta

77
Q

Classificazione di Cairo del 2011 per le recessioni. Sbobina 13 + articolo.

A
  • Si concentra molto di più sul tessuto molle inteprossimale residuo adiacente alla recessione, in favore del fatto che le papille sono fonte di guarigione per un intervento di copertura di radice.
  • RT 1: recessione gengivale senza perdita di tessuto interprossimale. La CEJ interprossimale non è clinicamente visibile sia nell’aspetto mesiale che distale dell’elemento. (Classe I e II di Miller)
  • RT 2: recessione gengivale con perdita di tessuto interprossimale. In particolare, la distanza tra CEJ interprossimale e margine gengivale libero interprossimale è MINORE O UGUALE che la distanza tra CEJ vestibolare e margine gengivale libero vestibolare. (Classe III di Miller)
  • RT3: recessione gengivale con perdita di tessuto interprossimale. In particolare, la distanza tra CEJ interprossimale e margine gengivale libero interprossimale è MAGGIORE che la distanza tra CEJ vestibolar e margine gengivale libero vestibolare. (Classe IV di Miller)
78
Q

Classificazione delle superfici dentali associate a recessione gengivale di Pini-Prato del 2010. Significato clinico di questa classificazione. Sbobina 13 + Articolo

A
  • Lettera
    • A → CEJ visibile
    • B → CEJ non visibile
  • Segno = Step = NCCL
      • → SI NCCL
      • → NO NCCL
  • La classificazione serve a orientarsi in quanto la posizione della DEJ è fondamentale per la diagnosi e la terapia delle recessioni. Quanto è profonda la recessione? Dove devo suturare il lembo? A che altezza?
79
Q

Cosa è il segno di Stillman? Che valore prognostico ha?

A
  • È un segno osservabile in alcune recessioni, in cui il margine gengivale libero assume una forma caratteristica di “V”. È dovuto ad un collasso dell’attacco connettivale sovra-crestale sovrastante.
  • È indice prognostico negativo in quanto aumenta la velocità di progressione della recessione.
80
Q

Quali sono i fattori che predispongono allo sviluppo di recessioni? Sbobina 13.

A
  • Tecnica di spazzolamento non adeguata
  • Fenotipo tissutale sottile
  • Assenza o scarsa quantità di gengiva aderente
  • Trauma diretto associato a malocclusione di II classe
  • Malposizione dentale
  • Trattamento ortodontico
81
Q

Indicazioni alla copertura di radice. Sbobina 13.

A
  • Estetica.
  • Prevenzione Carie radicolari.
  • Sensibilità dentinale
82
Q

Studio cross-sectional sulla sensibilità dentinale

A
  • Sono stati presi in considerazione entità della recessione, presenza di NCCL, e sensibilità dentinale.
  • Le recessioni gengivali si correlano in maniera + a aumento sensibilità e NCCL
  • L’ampiezza delle NCCL è proporzionale all’ampiezza della recessione ed al grado di sensibilità dentinale.
  • Influiscono anche su sensibilità dentinale:
    • Età
    • Sesso
    • Patologie gastriche
    • Trauma occlusale
83
Q

Metodo di determinazione della linea di copertura secondo Cortellini.

A
  • Si prende come riferimento l’angolo tra CEJ interprossimale e vestibolare.(Punto 1)
  • Si traccia una linea che cade parallela all’asse lungo del dente, a partire dal punto di contatto (Linea 2)
  • Si traccia di qui una linea ortogonale ad essa (Linea 1) che parte dal primo punto e che si congiunge con la (Linea 2)
  • Si translano queste due linee facendo partire la linea 2 dall’apice reale della papilla.
  • Il punto 1 ora si troverà più apicale, questo sarà il punto per cui riusciremo ad avere copertura di radice.
  • Questo schemino si deve fare per la papilla mesiale e distale.
84
Q

Quali sono i fattori prognostici che influenzano la prognosi della copertura di radice?

A
  • Spessore del lembo
  • Tensione del lembo
  • Altezza delle papille interdentali
  • Meglio più larghe
  • Meglio meno alte
  • Posizionamento chirurgico del lembo → Meglio più coronale
  • Timing di rimozione delle suture
  • Profondità del fornice → Non posso fare lembi spostati coronalmente se ho un fornice basso
  • Fattori di rischio quali fumo e diabete
85
Q

Quando bisogna togliere le suture in una copertura di radice?

A

Dopo un paio di settimane

86
Q

Come si risolve l’ossimoro tra “è meglio avere una papilla bassa e tozza” ed “è meglio avere una papilla alta” nella copertura di radice?

A
  • Avere una papilla alta in interventi di copertura di radice ci permette di avere una “line of root coverage” più alta. Quindi posso, se l’intervento riesce bene, coprire il 100% della recessione. (Fattore prognostico di quanto andrò a coprire)
  • Tuttavia molto spesso papille alte associate a recessione sono sottili, e questo influisce sulla probabilità di avere copertura di radice. (Fattore prognostico di quanto il mio intervento riesca)
87
Q

Studio sul riposizionamento apico-coronale del lembo in ambito di copertura di radice.

A
  • % = probabilità di avere copertura completa della radice
  • 1,5 mm apicale alla CEJ 0%
  • Al livello della CEJ 15%
  • 0,5 mm coronale alla CEJ 40%
  • 1,0 mm coronale alla CEJ 75%
  • 2,0 mm coronale alla CEJ 100%

Mettere il lembo più coronale di 2 mm non porta dei vantaggi

88
Q

Quali tecniche chirurgiche possiamo usare per la copertura di radice?

A
  • Quali tecniche chirurgiche possiamo usare per la copertura di radice?
    • Innesti gengivali liberi
    • Lembi peduncolari
      • Riposizionamento laterale
      • Bipapillare
      • Riposizionamento Coronale (CAF)
        • Senza incisioni verticali
        • Con incisioni verticali
    • Tecniche bilaminari (Lembo peduncolato + Innesto di tessuto connettivo, collagene, derma)
      • Riposizionamento laterale
      • Bipapillare
      • Riposizionamento Coronale (CAF)
        • Senza incisioni verticali
        • Con incisioni verticali
    • Tecniche bilaminari (con o senza innesto) associati a tecniche rigenerative (EMD, GTR, fattori di crescita)
    • Tecniche bilaminari con lembi non peduncolati
      • A busta
      • A tunnel
89
Q

Da chi è stata proposto l’innesto gengivale libero per la copertura di radice? Cosa cambia da quello per l’aumento della cheratinizzata

A
  • Holbrook e Ochsenbein
  • Il CTG non è bisellato, quello per aumento cheratinizzata si
  • Questo innesto è il più cicciotto possibile
  • Questo innesto non deve solamente aderire fermamente alla porzione vestibolare o orale del dente ma anche agli spazi interprossimali
90
Q

Lembo a riposizionamento laterale per la copertura di radice. Da chi è stato introdotto? Come cambia rispetto a quello per l’aumento della cheratinizzata? Quando è indicato?

A
  • È stato intodotto da Groupe e Warren (è sostanzialmente lo stesso di quello per l’aumento della gengiva aderente)
  • Varia da quello per l’aumento dell’aderente perché per la copertura della radic il lembo deve essere il più spesso possibile (fattori prognostici positivi per copertura di radice)
  • È indicato quando nella zona donatrice è presente sufficiente mucosa masticatoria
  • La tecnica è sostanzialmente la stessa di quello per l’aumento dell’aderente. In particolare viene allestito un lembo peduncolato con una certa inclinazione a spessore parziale (una incisione paramarginale della papilla adiacente e due incisioni verticali). In questo caso non viene “eliminato il difetto” sulllazona ricevente per questa non è composta da mucosa alveolare, ma semplicemente dalla recessione, non c’è quindi nulla da togliere.
  • Il lembo viene posizionato leggermente coronale rispetto alla cej e viene suturato in maniera che si adatti perfettamente alla superficie radicolare ed agli spazi interprossimali.
91
Q

Dove è più indicato il lembo spostato lateralmente per la copertura di radice? Sbobina 15.

A
  • Arcata inferiore. Infatti qui solitamente il fornice è molto basso e non possiamo fare lembi spostati coronalmente.
  • Ampia gengiva aderente su papille interdentali
92
Q

Solitamente il lembo peduncolato che si viene a formare nella tecnica “lembo posizionato lateralmente” viene fatto sulla papilla mesiale o distale? Sbobina 15

A

Solitamente viene fatto sulla papilla mesiale in quanto è più facile spostare questo lembo distalmente. Infatti le inserzioni muscolari seguono una direzione mesio-distale.

93
Q

Lembo bipapillare per la copertura di radice. Da chi è stato introdotto? Come cambia rispetto a quello per l’aumento della cheratinizzata?

A
  • Choen e Ross
  • Tecnica:
    • Si effettua un’incisione a V sulla recessione, si effettuano due incisioni paramarginali sulle papille adiacenti, si effettuano due incisioni di scarico verticali divergenti, si scolla a mezzo spessore, si fanno collabire i due peduncoli e si fa una sutura intramurale e poi si ancorano i due peduncoli uniti al periostio.
  • Per la copertura di radice il lembo deve essere il più spesso possibile
94
Q

Quali sono stati i pionieri del lembo riposizionato coronalmente per la copertura di radice?

A
  • Harvey 65
  • Summer 69
  • Allen e Miller 89
  • Wennstrom e Zucchelli 96 (copertura di radice multipla)
95
Q

Descrivi la tecnica per il lembo spostato coronalmente singolo per la copertura di radice. Indicazioni.

A
  • Incisioni verticali di rilascio che partono 3-4 mm apicali rispetto all’inizio della recessione, e che devono partire in mucosa alveolare, e che terminano all’apice delle papille interdentali
  • Collegamento delle due incisioni verticali di rilascio con un’incisione intrasulculare
  • Scollamento del lembo
    • A spessore parziale nell’area delle papille (vogliamo che si conservi l’informazione per la guarigione delle papille)
    • A spessore totale nell’area della recessione (vogliamo che il lembo sia il più spesso possibile)
  • Liberazione delle inserzioni muscolari dal lembo. Se esso non è riposizionabile in posizione sufficientemente coronale si fa un’incisione periostale rilascio nello spessore del lembo.
  • Riposizionamento coronale
  • Sutura:
    • Sospesa nella porzione coronale del lembo
    • Punti staccati per le incisioni verticali
    • Sutura orizzontale al fine di favorire un adattamento del lembo
96
Q

Programmazione pre-operatoria e tecnica chirurgica per il lembo spostato coronalmente per il trattamento di recessioni multiple di Zucchelli

A
  • Estensione massima del lembo: da incisivo a molare della stessa emiarcata. L’incisione si estende 1 dente oltre mesiale e distale ai dentidi cui vogliamo la copertura radicolare
  • Scelta del dente che fungerà come riferimento del il centro di rotazione del lembo. Dente con la maggiore recessione che si trova nella porzione più prominente dell’emiarcata. Di solito è il canino.
  • A partire dalla CEJ dell’elemento centrale, si fa un’incisione che parte da essa e arriva alla base del margine gengivale dell’elemento distale, si contra intra-sulculare, fino ad incontrare la CEJ dell’elemento distale. Si continua così fino a coinvolgere tutti i denti necessari.
  • A partire dalla CEJ dell’elemento centrale, si fa un’incisione che parte da essa e arriva alla base del margine gengivale dell’elemento mesiale, si contra intra-sulculare, fino ad incontrare la CEJ dell’elemento mesiale. Si continua così fino a coinvolgere tutti i denti necessari.
  • Si creano quindi papille anatomiche e papille chirurgiche.
  • La papilla anatomica verrà scollata a spessore parziale.
  • Il lembo, con la sue papille chirurgiche, verrà scollato a spessore totale per i 2-3 mm apicali al difetto (vogliamo il massimo spessore del lembo per aumentare le probabilità di avere copertura di radice) e poi a spessore parziale. Questo secondo scollamento a spessore parziale si fa con un bisturi. Serve a dare mobilità al lembo.
  • Solitamente non servono incisioni di scarico in questa tecnica ma talvolta possono essere effettuate per aumentare la mobilità del lembo.
  • Si effettua la levigatura delle radici per
    • Decontaminarle
    • Appiattirle.
      • avvicina il legamento parodontale (fonte di guarigione) al lembo.
      • Favorisce l’adattamento del lembo.
  • Disepitelizzazione della papilla anatomica cercando di preservare quanto più connettivo possibile. SI usano delle forbicine
  • Si sutura il lembo coronalmente alla CEJ. La tecnica di sutura sospesa:
    • Si penetra con l’ago la papilla chirurgica mesiale dall’esterno verso l’interno. Si penetra la papilla chirurgica da dentro verso fuori. Si passa al di sotto del cingolo palatalefino ad andare verso distale. Si passa il punto di contatto senza penetrare nulla. Si penetra la papilla chirurgica distale da fuori verso dentro, poi la chirurgica da dentro verso fuori, si passa oltre il punto di contatto distale, si gira intorno al dente e si passa senza penetrare nulla nel punto di contatto mesiale e si chiude la sutura. (VIDEO SULL’IPAD LO FA VEDERE BENISSIMO)
97
Q

Quando si preferiscono usare tecniche bilaminari per la copertura di radice? Sbobina 15.

A

Le tecniche bilaminari per la copertura di radice sono particolarmente indicate quando si vuole ottenere contemporaneamente copertura di radice aumento della cheratinizzata. Sono il gold-standard.

98
Q

Studi di Zucchelli e Pini Prato per il CAF associato o meno a CTG. Sbobina 15.

A
  • Sia zucchelli che pini prato di dicono sostanzialmente che il CAF ed il CAF + CTG hanno risultati sovrapponibili nell’immediato nella copertura di radice, ma a lungo andare (5 anni) il gruppo “solo CAF” tende a perdere un po’, c’è una piccola ricaduta nella recessione, al contrario nel gruppo “CAF + CTG” si ha una una stabilità maggiore a lungo andare.
  • Zucchelli (% di casi con copertura totale della radice)
    • 6 mesi
      • CAF 93%
      • CAF + CTG 89%
    • 5 anni
      • CAF 78%
      • CAF + CTG 90%
  • Il connettivo minimizza la contrazione secondaria del lembo durante la guarigione
99
Q

Come si può combinare la rigenerativa alla copertura di radice con lembo posizionato coronalmente?

A
  • Migliorano le performance di copertura di radice. In particolare:
    • L’EMD migliora la copertura di radice
    • I FGG sono quelli che hanno ottenuto risultati migliori
    • Se il dente è fuori dalla busta ossea bisogna procedere prima con un innesto di osso e poi in un secondo momento con la copertura di radice.
100
Q

Da chi è stata introdotta il lembo a busta con tecnica bilaminare? Quali sono le sue indicazioni? Come si effettua?

A
  • Ratzke nel 1985 e Allen nel 1984
  • Indicazioni: recessioni gengivali singole o multiple
  • Tecnica
    • Esecuzione di un’incisione intrasulculare che si estende 5 mm oltre la recessione
    • Scollamento del lembo a spessore parziale (In questo caso non mi interessa avere un lembo spesso in quanto ci metterò l’innesto di connettivo)
    • Posizionamento dell’innesto
    • Stabilizzazione dell’innesto senza includerlo nella sutura con del cianocrilato
101
Q

Da chi è stata introdotta il lembo a tunnel con tecnica bilaminare? Quali sono le sue indicazioni? Come si effettua? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnica? MCAT

A
  • Zabalegui nel 1999.
  • Recessioni multiple.
  • Tecnica:
    • Due incisioni verticali che oltrepassano la linea mucogengivale
    • Incisioni intrasulculari che che non prevedano il coinvolgemento della papilla
    • Scollamento a spessore TOTALE facendo attenzione a non scollare la papilla
    • Decontaminazione della superficie radicolare con
      • Strumenti meccanici
      • Tetracicline
    • Sutura
      • Sospesa dell’innesto
      • Sospesa del lembo
      • Punti staccati per le incisioni verticali
      • Punto orizzontale per l’adattamento del lembo
  • Vantaggi:
    • Mantenimento delle papille interdentali
    • Massimo apporto ematico
  • Svantaggi:
    • Differenza cromatica tra l’area già matura del lembo e quella meno matura dovuta alla guarigione al di sopra del connettivo
102
Q

Flowchart di Stefanini per la copertura di radice. Il prof è d’accordo con questo flowchart? Sbobina 15.

A
  • Nodo 1. Sono presenti NCCL?
    • Si. Faccio trattamento restaurativo.
    • No. Vado avanti
  • Nodo 2. C’è perdita di CAL interprossimale?
    • Si → C’è perdita di tessuto molle interprossimale?
      • Si
        • CTGW
        • MCAT (Lembo a tunnel)
      • No
        • CAF + CTG
    • No. Vado avanti.
  • Nodo 3. C’è malposizione dentale?
    • Si.
      • Faccio trattamento ortodotico
      • O faccio CAF + CTG
    • No. Vado avanti.
  • Nodo 4. Quantità di cheratinizzata.
    • Fino a 1 mm
      • CAF + CTG
      • MCAT
    • Tra 1 e 2 mm non compresi
      • Si prende in considerazione lo spessore gengivale (GT)
        • Minore di 1 mm → CAF + CTG
        • Maggiore o uguale a 1 mm → CAF
    • Da 2 mm in su
      • CAF
  • Il prof non è d’accordo sul fatto che venga poco proposto in questo schema il CTG. Lui infatti, anche se lo spessore della gengiva è adeguato, usa il CTG perché migliora la predicibilità della copertura di radice. (Revisione di Pini Prato e Revisione di Zucchelli9
103
Q

Quali sono le cause di perdita della papilla:

A
  • Gengivite e gengivite ulcero-necrotizzante
  • Parodontite
  • Terapia dentali e parodontali
  • Sbiancamento dentale
  • Anomalia di forma e posizione degli elementi dentali
  • Traumatiche
    • Igiene orale
    • Stecchini
    • Impatto del cibo
104
Q

Terapia per il recupero di papilla:

A
  • Diagnosi precoce
  • Eliminazione fattori eziologici
  • Preservazione ricostruzione di tessuti duri e molli
  • Modifica della forma dei denti a livello interprossimale con terapie restaurative e/o protesiche
105
Q

Cosa influenza la presenza o l’assenza della papilla interdentale? Quali tra questi fattori sono i più importanti?

A
  • Altezza dell’osso alveolare Interprossimale (+)
  • Spessore vestibolo-orale dell’osso alveolare Interprossimale
  • Vicinanza radicolare
  • Forma e volume globale dello spazio interprossimale
  • Distanza tra il punto di contatto e cresta ossea (+)
  • Forma del dente
  • Andamento della CEJ
  • Fenotipo parodontale (+)
106
Q

Classificazione dell’altezza della papilla. Da chi è stata introdotta?

A
  • Nordland e Tarnow
  • I riferimenti per questa classificazione sono
    • Punto di contatto
    • Altezza della CEJ al livello interprossimale
    • Altezza della CEJ al livello vestibolare
      1. L’apice della papilla si trova tra il punto 1 e 2
      2. L’apice della papilla si trova tra il punto 2 e 3
      3. L’apice della papilla si trova più apicale rispetto al punto 3
107
Q

Quando e in che % della popolazione l’altezza della cresta ossea (distanza fra cresta ossea e margine gengivale libero) è definita normale, alta e bassa? (Studio di Kois)

A
  • Normale
    • 3 mm vestibolarmente
    • 4,5 mm al livello interprossimale
    • 85% della popolazione
  • Alta
    • Meno di 3 mm vestibolarmente
    • Meno di 3 mm al livello interprossimale
    • 2% della popolazione
  • Bassa
    • Più di 3 mm vestibolarmente
    • Più di 5 mm al livello interprossimale
    • 13% della popolazione
108
Q

Quali sono i fattori biologici che rendono difficile il recupero della papilla?

A
  • Circolazione terminale
  • Tessuto connettivo poco cellularizzato
  • Tessuto connettivo poco vascolarizzato
109
Q

Quali tecniche ci sono per recuperare la papilla?

A
  • Terapia non chirurgica
  • Ortodonzia
  • Terapia conservativa
  • Terapia protesica
  • Terapia chirurgica
110
Q

In cosa consiste la terapia non chirurgica per il recupero della papilla?

A
  • Seduta di igiene orale professionale
  • Seguite da 3 sedute distanziate 10 giorni l’una di curettage al fine generare una risposta infiammatoria asettica che favorisca la proliferazione tisssutale
  • Lavaggi con clorexidina
  • Posizionamento di un impacco per 5 giorni al fine di condizionare psicologicamente il pz a fare attenzione a quella zona
111
Q

Quali tecniche chirurgiche sono state proposte per il recupero di papilla?

A
  • Roll-flap
  • Innesti sub-epiteliali e connettivali
112
Q

Lista completa dei lembi con preservazione di papilla e Autore

A
  • Lembo palatino singolo con ritenzione della papilla vestibolare (lembo a tenda) (Evian)
  • Lembo con preservazione della papilla secondo Takei
  • Lembo con preservazione modificata della papilla (Cortellini 95)
  • Lembo con mantenimento del tessuto interprossimale (Murphy). È quello simile a Takey.
  • Lembo con preservazione semplificata di papilla (Cortellini 99)
  • Lembi minimamente invasivi
    • MIS
    • Single Flap Approach (SFP) (Trombelli 2007)
    • Chirurgia minimamente invasiva e tecnica modificata
      • MIST (Cortellini 2007)
      • M-MIST (è un tipo di SFP) (Cortellini)
  • Lembo a connessione interprossimale (Tinti e parma benfenati)
  • Lembo esteso vestibolarmente (Simile a quello di Tinti) Dovrebbe esse quello di Moreno ma non sono sicuro di ciò.
113
Q

Studio di Bowers del 1989 su lembi con preservazione di papilla. Sbobina 9

A
  • Studio che fa un’analisi istologica della guarigione del complesso dento-gengivale in lembi con preservazione di papilla. In particolare risponde ad una domanda “cosa succede se lascio guarire un sito trattato in un ambiente chiuso (papilla preservata) rispetto a lasciarlo guarire a cielo aperto?”
  • Scopre che si ha un MODELO DI GUARIGIONE COMPLETAMENTE DIVERSO.
  • Se l’ambiente è chiuso si ha RIGENERAZIONE
    • Nuovo cemento
    • Nuove fibre
    • Nuovo osso
  • Se l’ambiente è aperto si ha RIPARAZIONE
    • Nuovo osso
    • Ma invasione del difetto con epitelio giunzionale lungo (che come sappiamo è più sensibile alla presenza di batteri al suo interno)
114
Q

Quali vantaggi comporta la preservazione di papilla oltre quello di favorire la rigenerazione del difetto piuttosto che la riparazione? Sbobina 9.

A
  • Vantaggio anatomico → L’area papillare è molto complessa e molto diversa da sito a sito e da dente a dente
  • Vantaggio istologico → Lasciare un peduncolo che supporti la papilla è fondamentale in quando sollevandola distacchiamo la papilla dal tessuto connettivo sovra-crestale che è fonte di nutrimento. La diffusione plasmatica non è così efficiente.
115
Q

Review sistematica di Cortellini del 2012 sugli outcome clinici delle tecniche classiche e delle tecniche con preservazione di papilla. Sbobina 9.

A
  • Per tecniche classiche si intendono OFD e MWF
  • Effetto sul CAL
    • Guadagno di 1,57 mm per tecniche classiche
    • Guadagno di 2,48 mm con tecniche con preservazione di papilla
116
Q

Cosa introduce Levine?

A
  • Associa alle tecniche di preservazione di papilla la preservazione delle fibre connettivali all’interno del difetto intra-osseo
  • Qualsiasi tecnica di preservazione della papilla
117
Q

Come si distingue tessuto di granulazione e legamento parodontale?

A

Il legamento parodontale non è sondabile a meno che non si applichi una forza bruta.

118
Q

Descrivi l’intervento a tenda di evian. Indicazioni

A
  • Indicato nella chirurgia resettiva, per eliniminare difetti intraossei il cui accesso può essere anche solo palatale.
  • Si effettua un lembo palatino assottigliato senza lo scollamento di un lembo vestibolare
  • Sutura sospesa continua a materassaio orizzontale o verticale
119
Q

Descrivi il lembo con preservazione di papilla di Takei

A
  • Incisioni sulculari vestibolari che si portano nello spazio interprossimale sovrastante il di difetto, fino a giungere intrasulculari dal versante palatino.
  • Si effettua poi un’incisione con andamento semilunare che si estende per 3 mm oltre il difetto osseo. Il bisturi deve essere a 90 gradi contro la superficie palatina
  • Si scolla a tutto spessore e si effettua l’intervento di rigenerativa.
  • Si sutura con un materssaio semplice o incrociato, e di punti staccati per quanto rigarda lo scarico semilunare.
120
Q

Descrivi la tecnica di preservazione modificata della papilla di Cortellini.

A
  • Indicazioni: interventi di rigenerativa dov lo spazio interprosimale tra i quali elementi sopra la quale si trova il difetto esiste uno spazio di 3 mm o superiore.
  • Si incide la papilla alla sua base
  • Si scolla a tutto spessore
  • Si ribalta la papilla
  • Si pulisce il difetto, si tratta chimicamente, si sceglie la procedura rigenerativa.
  • Si chiude con un
    • Punto a materassaio orizzontale alla base della papilla
    • punto a materassaio verticale o punto semplice all’apice della papilla
121
Q

Descrivi la tecnica di mantenimento del tessuto interprossimale di Murphy

A
  • Indicato quando c’è un grande spazio interprossimale
  • Differisce con il lembo di Takei perché l’incisione palatale è
    • Romboidale
    • Bisellata
    • Più apicale
  • Tecnica
    • Incisione sulculare vestibolare che interessa i due denti senza interessare la papilla centrale.
    • Due incisioni verticali di scarico senza interessare le papille adiacenti
    • Incisione sulculare palatale e due incisioni palatali che si congiungono
    • Ribaltamento del lembo verso vestibolare
    • Intervento di rigenerativa
    • Sutura
      • Materassaio incrociato
      • Punti semplici per gli scarichi
122
Q

Descrivi la tecnica di preservazione semplificata di papilla di Cortellini. (99)

A
  • È indicata quando lo spazio interprossimale è minore di 3 mm (minore di 2 mm secondo domande)
  • Tecnica
    • Incisione intrasulculare che riguardi l’aspetto vestibolare e palatale dei due denti
    • Incisione della papilla partendo dalla base di una delle due e portandosi verso l’altra coronalmente. Questa incisione avviene con la lama parallela all’asse lungo del dente per creare una bisellatura.
    • Scollamento del lembo e ribaltamento della papilla
    • Intervento
    • Sutura
      • Materassaio orizzontale (essa viene definita “off-set” perché si deve appoggiare al punto in cui c’è osso sottostante il più coronale possibile)
      • Punto semplice all’apice della papilla
123
Q

Descrivi la tecnica di Single Flap Approach di Trombelli

A
  • Si utilizza quando il difetto da rigenerare è solamente vestibolare o orale.
  • Tecnica
    • Incisione alla base della papilla senza bisello (butt-joint)
    • Incisione intrasulculare mesialee e distale
    • Scollamento a tutto spessore senza il ribaltamento del lembo
    • Procedura rigenerativa
    • Sutura con
      • Materassaio orizzontale alla base della papilla
      • Materassaio interno all’apice della papilla
124
Q

Descrivi la tecnica di preservazione di papilla con il lembo a connessione interprossimale di Tinti e Parma Benfenati

A
  • Incisioni sulculari vestibolari, interprossimali e orali
  • Incisioni verticali di rilascio che vanno in mucosa alveolare
  • Incisione orizzontale in ucosa alveolare al fine di congiungere le dure incisioni verticali
  • Scollamento del lembo a tutto spessore
  • Ribaltamento del lembo
  • Procedura rigenerativa
  • Sutura
    • Sospesa agli angoli del lembo
    • Punti staccati o materassai orizzontali per gli scarichi
125
Q

Descrivi la tecnica di preservazione di papilla con il lembo esteso vestibolarmentte

A
  • Indicazioni → Difetti interessati solo la superficie vestibolare dell’osso alveolare
  • Tecnica
    • Incisioni sulculari vesttibolari
    • Incisioni verticali di scarico BISELLATE
    • Incisione orizzontale a congiungere le due incisioni verticali
    • Scollamento a tutto spessore
    • Ribaltamento del lembo senza superare lo spazio interprossimale
    • Esecuzione della tecnica rigenerativa
    • Sutura del lembo con punti staccati (questa volta non si fanno punti sospesi di ancoraggio rispetto alla tecnica di tinti)
126
Q

Sinonimo di “osso alveolare proprio”

A

Bundle bone

127
Q

Quale è l’entità del riassorbimento dell’osso alveolare dopo un’estrazione dentaria senza preservazione dell’alveolo?

A
  • 20% in senso corono-apicale
  • 40% in senso vestibolo-orale
128
Q

In quanto tempo avviene il riassorbimento dell’osso alveolare dopo un’estrazione dentaria?

A
  • La maggior parte dell’entità del riassorbimento avviene entro i 3 mesi.
  • Si completa entro i 12 mesi.
129
Q

Quale è l’evidenza attualmente disponibile sull’efficacia delle tecniche di preservazione dell’alveolo dentario?

A

I dati della letteratura ci dicono che le tecniche di preservazione dell’alveolo non sono attualmente predicibili

130
Q

Classificazioni dei difetti della cresta alveolare edentula. Descrivile e nomina gli autori.

A
  • Siebert. DIREZIONE DEL DIFETTO.
    • Difetti di Classe I: riduzione dello spessore vestibolo-orale della cresta
    • Difetti di Classe II: riduzione dello spessore corono-apicale della cresta
    • Difetti di Classe III: combinazione della classe I e II
  • Allen. ESTENSIONE DEL DIFETTO
    • Defetto poco profondo: riassorbimento inferiore ai 3 mm
    • Moderato: riassorbimento tra i 3 e i 6 mm
    • Severo: riassorbimento oltre i 6 mm
131
Q

Quando è indicato un aumento di cresta tramite l’aumento dei tessuti molli? Quando è indicato un aumento di cresta tramite l’aumento dei tessuti molli?

A

Difetti di Classe I e II non severi di Siebert

132
Q

Che problemi hanno gli interventi di aumento di cresta con i soli tessuti molli?

A

Hanno il problema dovuto alla NORMALE contrazione primaria e secondaria del lembo, che quindi va a ridurre l’entità dell’aumento. Potrebbe essere quindi necessario ripetere l’intervento.

133
Q

Elenco delle tecniche di aumento di cresta tramite il singolo aumento dei tessuti molli

A
  • Innesto ad Onlay
  • Roll-flap
  • Combinazione di innesto ad Onlay e Roll Flap
  • Tecniche bilaminari
134
Q

Elenco delle tecniche di aumento di cresta con aumento dei tessuti duri

A
  • Innesti a blocco
  • GBR
  • Apertura della cresta (split crest)
  • Tecniche combinate
135
Q

Tecnica chirurgica per l’aumento di cresta ad Onlay. Indicazioni.

A
  • Disepitelizzazione del sito ricevente con bisturi che esegue una incisione bisellata e scollamento della porzione più superficiale avendo cura di preservare la massima quantità di tessuto connettivo sotto l’epitelio.
  • Prelievo dell’innesto di connettivo dal palato secondo le tecniche già descritte
  • Posizionamento dell’innesto nel sito ricevente e suture a punti staccati
  • Si ha una guarigione per seconda intenzione
  • Indicazioni → I e II classe di S
136
Q

Tecnica chirurgica per aumento di cresta con tecnica roll-flap. Indicazioni.

A
  • Indicazioni → I e II classe di Siebert non gravi con spessore palatale della mucosa importante.
  • Si incide un lembo palatino di forma rettangolare
  • Si disepitelizza con il bisturi
  • Si fanno incisioni sulculari dei denti adiacenti ed eventualmente incisioni verticali vestibolari
  • Si scolla il lembo palatino disepitelizzato a mezzo spessore avendo cura di lasciare il periostio a protezione dell’osso palatino
  • Si scolla un lembo vestibolare a mezzo spessore
  • Si ribalta il lembo peduncolato palatino all’interno della busta vestibolare
  • Sutura a materassaio orizzontale che includa il lembo vestibolare e quello palatino peduncolato
137
Q

Descrivi la tecnica bilaminare per l’aumento di cresta

A
  • Incisione crestale spostata il più palatale possibile
  • Scollamento del lembo a spessore parziale ed eventuali incisioni verticali vestibolari al fine di mobilizzare maggiormente il lembo
  • Inserimento del graft connettivale sub-epiteliale
  • Sutura a punti staccati palatale
138
Q

Quali sono le misure dei tessuti parodontali sovra-crestali in media?

A
  • Solco → 0,69 mm
  • Epitelio giunzionale → 0,97 mm (è l’unico parametro che nella realtà varia es. epitelio giunzionale lungo)
  • Tessuto connettivale sovra-crestale → 0,97 mm
  • Queste misure sono in realtà molto variabili da persona a persona, da settore a settore, e da dente a dente, e cambiano anche in base al fenotipo. La variabilità va da 0,2 mm a 6,7 mm.
139
Q

Da che termine è stato sostituito il termine “ampiezza biologica”?

A

Tessuti attaccati sovra-crestalei

140
Q

Indicazioni all’allungamento di corona clinica

A
  • Pseudotasche
  • Esposizione di tessuto dentario sano a fini restaurativi
  • Ragioni estetiche
141
Q

Quando e in che % della popolazione l’altezza della cresta ossea (distanza fra cresta ossea e margine gengivale libero) è definita normale, alta e bassa? (Studio di Kois)

A
  • Normale
    • 3 mm vestibolarmente
    • 4,5 mm al livello interprossimale
    • 85% della popolazione
  • Alta
    • Meno di 3 mm vestibolarmente
    • Meno di 3 mm al livello interprossimale
    • 2% della popolazione
  • Bassa
    • Più di 3 mm vestibolarmente
    • Più di 5 mm al livello interprossimale
    • 13% della popolazione
142
Q

Quanto ci possiamo spingere con i margini restaurativi più apicalmente rispetto al margine gengivale libero? Quale è la ragione di queste misure?

A
  • Soggetti “average crest” Fino a 1 mm
  • Soggetti “low crest” Più di 1 mm
  • Soggetti “high crest” Fino a 0,5 mm
  • La ragione di queste misure è biologico. Infatti la biologia dei tessuti parodontali ci dice che dobbiamo avere sempre un connettivo sovra-crestale di 0,97 mm e un minimo di epitelio giunzionale di 0,97 mm. Perché un minimo? Molto spesso l’epitelio giunzionale è maggiore di 0,97 mm, per ragioni anatomiche o patologiche (epitelio giunzionale lungo). L’epitelio giunzionale lungo lo possiamo invadere (anche se sarebbe meglio di no), basta che lasciamo 0,97 mm di epitelio giunzionale lungo non invaso.
  • Nei soggetti low-crest, è vero che possiamo estenderci più apicali con la nostra preparazione, però è anche vero che il parodonto marginale di questo paziente è più instabile e per queesto una sua infiammazione può portare ad una maggiore recessione.
143
Q

Dove possiamo effettuare un allungamento di corona clinica? Congresso Baima.

A
  • Su un dente vs su più denti
  • Il parodonto sano o ridotto vs denti con tasche
  • Dente naturale vs impianto
144
Q

In quale situazione avremo sicuramente una sindrome da invasione dell’ampiezza biologica? Congresso Baima.

A
  • GLI STUDI CI DICONO CHE è L’INVASIONE DEL CONNETTIVO SOVRA-CRESTALE è QUELLA PIù ASSOCIATA ALLA ISNDROME DA INVASIONE DA AMPIEZZA BIOLOGICA
  • Altro aspetto da considerare è la suscettibilità del paziente. Nei pazienti affetti da parodontite è meglio andare a posizionare il margine del restauro il più coronale possibile. Meglio non andare a svegliare il can che dorme. I restauri adesivi indiretti e diretti ed i restauri protesici, anche se sono chiusi perfettamente e lucidati al massimo hanno una ritenzione di placca maggiore rispetto allo smalto. I pz con parodontite a parità di biofilm accumulato hanno una reazione maggiore.
145
Q

Cosa ci dice Jepsen riguardo il rapporto perio-resto nella revisione sistematica del 2018?

A
  • I tessuti attaccati sopracrestali sono composti dall’epitelio giunzionale e dal tessuto connettivo attaccato sopracrestale. Questa è stata formalmente definita ampiezza biologica. La dimensione apico-coronale dei tessuti annessi sopracrestali è variabile.
  • Clinicamente, è dimostrato che il posizionamento dei margini di restauro all’interno dei tessuti connettivi sopracrestali è associato all’inflammazione e alla perdita dei tessuti di supporto parodontali.
  • Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire gli effetti del posizionamento dei margini di restauro all’interno dell’epitelio giunzionale.
146
Q

Quanto dobbiamo estenderci con l’allungamento di corona clinica? Congresso Baima.

A
  • Dipende dall’ampiezza del connettivo sovra-crestale.
  • Posizione del margine del restauro
  • Dal fenotipo gengivale
  • Posizione finale del lembo
147
Q

Come possiamo determinare l’ampiezza del connettivo sora-crestale? Congresso Baima.

A

Valutazione clinica. Si rileva attraverso il sondaggio. Ma cosa vuol dire sondare? Un articolo degli anni 80 qualcuno se l’è chiesto. In condizioni di non infiammazione, cioè in un parodonto sano o in un parodonto ridotto la punta della sonda si ferma qualche decimo di millimetro coronale rispetto all’ultima cellula dell’epitelio giunzionale. Quando invece abbiamo infiammazione la punta della nostra sonda, con la stessa forza, termina 0,31 mm apicali all’ultima cellula dell’epitelio giunzionale, quindi va nel connettivo. Nello studio di Shou del 2012 viene fatto invece il confronto tra il sondaggio su un dente sano e su un impianto. Egli riconferma che la sonda si ferma a 0,29 mm coronali all’ultima cellula dell’epitelio giunzionale, mentre per gli impianti (data la natura longitudinale delle fibre collagene) la sonda arriva praticamente alla cresta ossea. In caso di impianti rischiamo quindi di avere una sovra-stima del sondaggio. COME FACCIAMO QUINDI A CALCOLARE L’ATTACCO CONNETTIVALE SOVRA-CRESTALE? Dobbiamo fare il sondaggio al livello osseo (sotto anestesia) e sottrarre al valore ottenuto il valore del sondaggio normale. In questo modo sapremo l’entità dell’ampiezza del connettivo sovra-crestale in quel determinato paziente, in quel determinato dente, e addittura in quel determinato sito.

Valutazione radiografica. La radiografia è un buon ausilio. Infatti in due centrali controlaterali che si presentano identici e sani, con i margini gengivali ben livellati, etc.. possiamo avere da una parte una cresta ossea più coronale, e dall’altra parte una cresta ossea più apicale. Il limite della radiografia è che non riusciamo a vedere l’aspetto vestibolare e orale dell’osso.

148
Q

Allungamento di corona clinica in denti singoli. Quali strategie possiamo utilizzare? Congresso Baima.

A
  • Estusione ortodontica
  • Gengivectomia → Esposizione chirurgica del margine
  • Lembo spostato apicalmente con o senza ostectomia
  • Estrusione chirurgica
  • Estrazione del dente + Impianto
149
Q

Quanto dobbiamo tenere quindi il margine restaurativo dalla cresta ossea? Congresso Baima.

A
  • Sulla base delle considerazioni fatte precedentemente una distanza fra cresta ossea e margine cervicale con cui possiamo stare al sicuro è 3 mm
  • In alcuni fenotipi, più spessi, possiamo avvicinarci a 2 mm dalla cresta ossea
150
Q

Articolo expert opinion di Veneziani. Congresso Baima.

A
151
Q

Cosa succede al tessuto nell’arco di un anno dall’allungamento di corona clinica?

A
  • Si ha una ricrescita coronale del tessuto media Vestibolare di 2,9 mm e Interprossimale di 3,2 mm.
  • Questi valori sono una media e variano in base al fenotipo parodontale (sottile, medio, spesso)
152
Q

Risultati degli studi di parma benfenati sulla violazione dell’ampiezza biologica

A
  • L’invasione dell’ampiezza biologica causava non solo riassorbimento osseo, ma una mancata maturazione dei tessuti, e uno stato infiammatorio cronico.
  • Il riassorbimento osseo era più marcato nei fenotipi sottili
  • La presenza di restauri sub-gengivali favoriva l’accumulo di placca
153
Q

Quali considerazioni cliniche dobbiamo fare quando andiamo a ridurre il CAL con un allungamento di corona clinica per un dente singolo?

A

Che andremo quasi sicuramente a ridurre l’attacco anche dei due denti adiacenti, e in questa fase potremmo esporre forcazioni, potremmo averere difficoltà nel rimodellamento osseo etc..

154
Q

Flowchart per il tipo di lembo che dobbiamo utilizzare per l’allunamento di corona clinica. Congresso Baima.

A
  • Lembo vestibolare
    • Esposizione chirurgica del margine (Grado II veneziani) → Incisione intrasulculare e scollamento a tutto spessore
    • Allungamento di corona clinica (Grado III Veneziani)
      • Adeguata quantità di cheratinizzata → Incisione paramarginale e scollamento a tutto spessore
      • Poca cheratinizzata
        • Arcata superiore vestibolare e V sestante vestibolare → Incisione intrasulculare con scollamento a spessore misto e riposizionamento apicale del lembo
        • IV e VI sestante vestibolare → Incisione intrasulculare con scollamento a spessore parziale e lembo riposizionato apicale
  • Lembo orale
    • Esposizione chirurgica del margine (Grado II veneziani) → Incisione intrasulculare e scollamento a tutto spessore
    • Allungamento di corona clinica (Grado III Veneziani)
      • Lembo palatale → Incisione paramarginale e lembo palatino assottigliato
      • Lembo linguale → Incisione paramarginale e scollamento a tutto spessore