Capitolo 3 Flashcards

1
Q

CONCORRENZA ORIZZONTALE NELLA DISTRIBUZIONE

A

Avviene tra gli attori
che offrono i servizi di intermediazione, vale a dire i servizi di disponibilità delle merci.
Tali attori possono essere rappresentati da 3 tipologie di istituzioni che possono essere le protagoniste della concorrenza:
- punti vendita
- format
- imprese commerciali / gruppi di imprese

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

I DUE LIVELLI COMPETITIVI

A

In un settore distributivo concentrato
la concorrenza rilevante ha due differenti dimensioni che
si integrano tra loro:

  1. CONCORRENZA TRA PUNTI VENDITA:
    - Concorrenza “spaziale”
    - N° ridotto di competitor
    - -> Contesto oligopolistico
  2. CONCORRENZA TRA IMPRESE:
    - Deriva dalla struttura del settore
    - -> Contesto variabile
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

COMPETIZIONE TRA IMPRESE

A

La strategia concorrenziale più opportuna per la singola impresa è funzione della situazione competitiva in cui essa opera che dipende da:

  1. struttura del settore commerciale –> da:
    - il grado di concentrazione;
    - il tipo e l’intensità delle barriere all’entrata;
    - la dimensione delle economie di scala;
    - il grado di innovazione;
    - il livello di differenziazione dell’offerta;
    - il grado di integrazione verticale, ecc.
  2. struttura del gruppo strategico = porzione del settore in cui gruppi di imprese simili sono in più diretta concorrenza tra loro
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

INDIVIDUAZIONE DEL GRUPPO STRATEGICO

A

NB. Non necessariamente il gruppo strategico coincide con il format distributivo!

All’interno dello stesso gruppo strategico le imprese sono in diretta concorrenza, operando nella medesima arena competitiva.
Elementi che ne permettono l’identificazione:
-la specializzazione dell’assortimento
-il grado di sviluppo diversificato raggiunto
-il livello dei prezzi
-la qualità della merce
-la presenza di immagine di marca
-il grado di integrazione verticale
-l’ambito locale, regionale o nazionale
-la dimensione aziendale

–> mappa delle posizioni delle imprese, che riporta le posizioni delle differenti imprese operanti in un determinato comparto

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

PROBLEMI NELL’INDIVIDUAZIONE DEI GRUPPI STRATEGICI

A
  • La scelta degli elementi da considerare per l’analisi condiziona le conclusioni
  • Le distanze tra i diversi gruppi strategici potrebbero non essere tali da sottintendere sostanziali diversità nelle strategie e dunque ambiti concorrenziali differenti

–> quindi la formulazione della strategia è subordinata all’analisi della struttura concorrenziale del gruppo strategico

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

BARRIERE ALLA MOBILITA’

A

Le barriere all’entrata assumono all’interno dei gruppi strategici anche la caratteristica di barriere alla mobilità, vale a dire di barriere nei confronti di un’impresa che voglia passare da un gruppo strategico a un altro.
La relazione tra barriere all’entrata e barriere alla mobilità può anche mancare

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

DEFINIZIONE DELLA STRATEGIA

A

La definizione delle strategie concorrenziali viene fatta considerando nell’ordine:

  1. le caratteristiche strutturali del settore in cui l’impresa opera (perchè influenzano la sua condotta);
  2. le caratteristiche strutturali del gruppo strategico in cui è inserita.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

STRATEGIE IN CONTESTI FRAMMENTATI

A

Contesto frammentato: quando il numero di offerenti è molto elevato e ciascuno rappresenta una frazione del mercato complessivo

La definizione delle strategie si basa sulle risposte attese dalla domanda, non dal possibile comportamento dei concorrenti;
questo anche perchè nessun concorrente è in grado di influire con le proprie azioni sulla domanda nel suo complesso, avendo un raggio d’azione limitato a una frazione trascurabile della domanda complessiva.

In questa situazione, le manovre di breve periodo sono limitate, giacché nessuna impresa può alterare i prezzi, specie se c’è anche omogeneità dell’offerta.

4 strategie:

  1. CONVIVENZA con la frammentazione: accettazione della situazione concorrenziale –> no ricerca di incremento dimensionale ma di efficienza (ricerca di un aumento di redditività mediante la compressione dei costi); qualsiasi tentativo di ottenere leadership avrebbe alta probabilità di insuccesso
  2. DIFFERENZIAZIONE DELL’OFFERTA E SEGMENTAZIONE DELLA DOMANDA: specializzazione dell’assortimento e dei servizi commerciali; si crea notevole autonomia concorrenziale per l’impresa in grado di operare un’efficace differenziazione
  3. INNOVAZIONE: rottura della frammentazione; nuovi processi di produzione, nuovi prodotti, nuove modalità di vendita; se l’innovazione è di grande effetto, può superare le cause della frammentazione del mercato, originando un gruppo strategico concentrato in cui l’innovatore ha posizione privilegiata
  4. AUMENTO DELLE DIMENSIONI: sviluppo orizzontale; soprattutto se c’è possibilità di ottenere grandi economie di scala, o quando la comparsa di innovazione fa ipotizzare un cambiamento nei meccanismi economici operanti nel settore, e dunque una probabile modifica della frammentazione, il perseguire uno sviluppo di tipo dimensionale può condurre a risultati molto positivi: imprese maggiori si trovano in situazione migliore sia per il grado di controllo esercitato, sia per la redditività associata
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

STRATEGIE IN CONTESTI CONCENTRATI

A

Contesto concentrato: numero di concorrenti è limitato e ciascuno controlla una porzione significativa della domanda globale

La definizione delle strategie si basa sulle risposte attese dalla concorrenza.

Dipenderà da:

  • analisi dei punti di forza e di debolezza (=capacità aziendali di tipo differenziale che ciascun concorrente possiede rispetto a quelle della concorrenza) –> es: approvvigionamenti, gestione delle scorte, vendite, area finanziaria, personale
  • dinamismo del mercato:
    - OLIGOPOLIO DINAMICO –> elevata instabilità; domanda in notevole sviluppo, sempre nuove iniziative concorrenziali, minaccia di nuovi entranti elevata, … [ => continua innovazione e differenziazione del prodotto (si fa in tre modi: -offerta di merci diverse a concorrenza; -offerta di servizi accessori diversi; -manovra degli strumenti di marketing mix, quindi opportuno posizionamento sia a livello strategico che di pdv)]
    - OLIGOPOLIO STATICO –> immobilità garantita da elevate [=> grado di sviluppo del mercato molto basso, no innovazioni, no differenziazione; ci sono alte barriere all’entrata, rigidità delle quote di mercato, stabilità di vendite e profitti, stretto controllo reciproco. La redditività è funzione della dimensione e della capacità di controllo dei costi di struttura; l’impresa dominante non modifica la situazione]barriere alla mobilità
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

STRATEGIE IN CONTESTI DI OLIGOPOLIO DINAMICO

A
  1. INNOVAZIONE:
    Innovazione relativa: offerta di pdv appartenenti a forme distributive in mkt in cui non sono ancora comparsi;
    Nuove forme distributive o parziali innovazioni in quelle esistenti.
  2. DIFFERENZIAZIONE DEL PRODOTTO NELLA FORMA DISTRIBUTIVA
    Offerta di merci differenti rispetto a quelle della concorrenza;
    Offerta di servizi accessori diversi;
    Manovra del «retailing mix»  cambio posizionamento sia a livello strategico sia a livello di punto di vendita.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

STRATEGIE IN CONTESTI DI OLIGOPOLIO STATICO

A

Il leader si comporta in modo da non modificare la situazione esistente, ponendo la massima attenzione a qualunque mutamento in grado di alterare la condizione di staticità:

  • Nuovi entranti
  • Nuove forme distributive
  • Cambiamento dei fornitori, ecc.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

SCELTA DEL POSIZIONAMENTO STRATEGICO

A

Quale posizione l’impresa vuole occupare nel mercato?
Quale spazio di domanda vuole coprire?
Con quali concorrenti si vuole misurare?

  1. Scelta del binomio bene-servizio –> della formula distributiva. Ciò che distingue le varie offerte è la qualità della merce, i prezzi e il tipo di servizi commerciali offerti
  2. Scelta del posizionamento del punto vendita
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

SCELTA DELLA FORMULA DISTRIBUTIVA

A

NB. Ai fini di un attento posizionamento strategico è utile valutare non solo il format con cui operare ma anche le rivalità tra differenti formule distributive

–>MAPPA DELLE RIVALITA’ = definizione delle linee strategiche fondamentali con cui operano i pdv appartenenti alle varie forme distributive e dei segmenti di mercato serviti; indica il grado di rivalità tra le formule distributive differenti

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

POSIZIONAMENTO DEL PDV

A

L’impresa commerciale è in grado di definire con precisione gli ambiti di rivalità tra i propri pdv e gli altri appartenenti alla stessa formula distributiva o a forme differenti.

NB. All’interno dello stesso format i punti vendita possono apparire diversi agli acquirenti

  1. DEFINIZIONE DEI CRITERI DI POSIZIONAMENTO:
    - Caratteristiche differenziali
    - Prezzo/qualità [il più usato e di più immediata e chiara comunicazione; associare al proprio pdv la connotazione della qualità della merce cui corrispondono prezzi più o meno elevati rispetto alla concorrenza; di solito definisce una posizione di migliore qualità e prezzi maggiori]
    - Modalità d’acquisto e tipologia d’acquirente [definire il proprio pdv in base alle abitudini dell’acquirente e in base al tipo di acquirente]
  2. INDIVIDUAZIONE DEI CONCORRENTI –> alternative considerate dal cliente potenziale
  3. COSTRUZIONE DELLA MAPPA DI POSIZIONAMENTO = grafico in cui vengono inseriti tutti i più importanti concorrenti, distanziati sulla base delle caratteristiche di posizionamento e in funzione delle percezioni dei potenziali clienti
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

SVILUPPO - DEFINIZIONE

A

SVILUPPO = il processo di cambiamento/di adattamento dell’impresa alle diverse condizioni in cui essa si viene a trovare

è diverso dalla semplice:

ESPANSIONE DIMENSIONALE

Anche se può esserci una relazione tra lo sviluppo e l’incremento delle dimensioni

L’impresa è spinta allo sviluppo costante delle proprie attività per due motivi:

  • interscambio con l’ambiente: permanente considerazione dell’ambiente per mantenere coerenza tra le caratteristiche dell’offerta e quelle dei mercati in cui l’impresa opera
  • sopravvivenza dell’impresa: la capacità di sopravvivenza ha senso se definita in relazione a quella dei concorrenti
  • -> la vita duratura di un’impresa necessita della capacità di un continuo sviluppo in coerenza con quello dell’ambiente e in relazione alle capacità di sviluppo della concorrenza
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

SVILUPPO - TIPOLOGIE

A
  1. SVILUPPO ORIZZONTALE: in modo autonomo
    - Sviluppo delle vendite del pdv –> per fronteggiare una situazione sfavorevole
    - Apertura di nuovi pdv –> per sfruttare opportunità di mkt e capacità aziendali non utilizzate pienamente
  2. SVILUPPO ASSOCIATO: mediante un accordo con altre imprese operanti nel settore
    - Associazionismo –> per fronteggiare una concorrenza aggressiva sui prezzi
    - Franchising
17
Q

SVILUPPO ORIZZONTALE: DELLE VENDITE DEL PDV

A

Matrice Forma Distributiva / Mercato-Settore Merceologico:

  1. Attuale / Attuale : Espansione Semplice –> aumento numero di clienti (fenomeno esogeno al singolo pdv, o legato al grado di attrattività del format), aumenti vendite per cliente (aumento dello scontrino medio: tramite manovre del marketing mix–>assortimento, layout, display). Espansione delle vendite nell’ambito delle attività concorrenti
  2. Nuova / Attuale : Riconversione Semplice –> Modifica dei servizi elementari. Modifica del prodotto venduto apportando cambiamenti al tipo e all’intensità dei servizi elementari offerti; due motivi: -pressione concorrenziale, -mutamenti qualitativi della domanda. Riconversione comporta rischi elevati, investimento di considerevoli mezzi finanziari per dotarsi delle nuove attrezzature, e acquisizione di nuove competenze tecniche e commerciali. Questi rischi si prendono per necessità di sopravvivere alla minaccia concorrenziale di nuove forme distributive
  3. Attuale / Nuova : Mutamento di Posizione –> modifica assortimento. Mutamento del mercato in cui l’impresa si rivolge, ma non cambiano i servizi offerti. Si fa in seguito a diminuzione di capacità di generare vendite da parte del pdv a causa di mutamenti ambientali o per diminuita competitività a causa di un nuovo entrante
  4. Nuova / Nuova : Riconversione Complessa –> modifica del target. E’ simile a riconversione semplice, ma implica anche una modifica del tipo di mercato cui il negozio si rivolge. Drastico cambiamento del pdv e delle competenze aziendali. Si fa quando i bassi livelli di redditività del pdv dipendono da circostanze esogene e non sono fronteggiabili
18
Q

SVILUPPO ORIZZONTALE: NUOVI PDV

A

In questo caso lo sviluppo comporta necessariamente un incremento delle dimensioni aziendali; non avviene con lo scopo di fronteggiare una situazione sfavorevole, ma mira a cogliere opportunità offerte dall’ambiente e dalle capacità aziendali non pienamente utilizzate

Matrice Forma Distributiva / Mercato Spaziale

  1. Att / Att : Sviluppo delle Capacità –> affiancamento di un pdv simile. Affiancamento (anche localizzazione) di un nuovo pdv con caratteristiche simili a quelle di pdv già esistente; obiettivo è incremento delle vendite ai clienti già acquisiti. E’ la meno rischiosa se sono stati raggiunti certi livelli di espansione semplice; per farla bisogna aver esaurito ogni possibilità di incremento del fatturato tramite l’espansione semplice. Vincolo (spesso insuperabile): ottenere autorizzazione e locali
  2. Nuova / Att : Sviluppo Semplice. E’ simile al precedente, avviene con un pdv appartenente a una diversa forma distributiva; sviluppare le attività presso la clientela corrente, affiancando un’offerta il più complementare possibile. Si sfruttano sinergie di localizzazione (dovute ai differenti ambiti di attrazione di diverse forme distributive) e di vendita (due pdv diversi e prossimi non sono solo la somma delle singole combinazioni merce-servizio, ma offrono anche nuovi tipi di servizi)
  3. Nuova / Nuova: Sviluppo Diversificato. Perseguito da imprese grandi una volta attuato lo sviluppo a catena; presuppone ampio spettro di capacità e struttura organizzativa divisionale
  4. Att / Nuova : Sviluppo a catena. Apertura su nuovi mercati di più pdv dello stesso tipo, per ottenere naturali incrementi di fatturato e beneficiare di possibili economie di scala. Ciclo di sviluppo a catena che segue la nascita e il successo di una nuova forma distributiva: innovazione->sviluppo a catena->innovazione => esaurita la possibilità offerta dallo sviluppo a catena, l’impresa cerca una nuova innovazione per nuova fase di sviluppo. Questa via consente il maggior incremento delle dimensioni aziendali (almeno in una prima fase); soprattutto nei settori merceologici in cui sono rilevanti le economie di scala esterne
19
Q

SVILUPPO ASSOCIATO - ASSOCIAZIONISMO

A

Associazione in modo non vincolante (quindi conservando ampia autonomia decisionale) ad altre imprese con le quali svolgere gli acquisti in comune –> economie di scala.

–> gruppi d’acquisto: Associazionismo è accordo tra più imprese commerciali per svolgere in modo congiunto alcune funzioni; nasce per fronteggiare la concorrenza aggressiva di nuove organizzazioni dettaglianti. La presenza di rilevanti economie di scala spinge le imprese più piccole e dinamiche a ricercare le riduzioni necessarie di costo associandosi ad altre imprese –> creazioni dei gruppi d’acquisto

–> unioni volontarie: genesi simile a sopra; operanti nel commercio all’ingrosso; unioni volontarie del grossista con i dettaglianti per creare un canale verticale stretto da un accordo in grado di proteggerne i membri dalle aggressioni concorrenziali esterne

20
Q

SVILUPPO ASSOCIATO - FRANCHISING

A

Contratto vincolante, con cui alcune importanti funzioni gestionali vengono delegate.

CONTRATTO DI AFFILIAZIONE: stabilisce una collaborazione continuativa per la distribuzione di beni o servizi tra un imprenditore affiliante (franchisor) e un imprenditore affiliato (franchisee);
il primo accorda al secondo il diritto a usare le sue modalità di vendita e la merce da esso acquistata in cambio di determinati compensi.

Un’impresa commerciale può essere sia franchisor che franchisee 1
21
Q

VANTAGGI E RISCHI FRANCHISOR

A

VANTAGGI PER IL FRANCHISOR:

  • Sfruttamento di alcune capacità commerciali in eccesso (marchio conosciuto, immagine, ecc.) e copertura di carenze in altre capacità
  • Sfruttamento delle motivazioni del franchisee imprenditore vs. manager di pdv –> raggiungimento di risultati migliori rispetto allo sviluppo proprietario

RISCHI PER IL FRANCHISOR:
-Comportamento non consono agli accordi del franchisee  possibile impatto su immagine dell’impresa, necessità di controllo

Quindi il franchising permette di sfruttare le capacità di una grande impresa, e di usare le motivazioni tipiche di un piccolo imprenditore

22
Q

VANTAGGI E RISCHI FRANCHISEE

A

VANTAGGI PER IL FRANCHISEE:

  • Accesso alle competenze del franchisor
  • Basso rischio dell’investimento

RISCHI PER IL FRANCHISEE:

  • Valore dell’impresa legato all’immagine del franchisor 
  • Ridotti margini per prezzi d’acquisto elevati in caso di potere del franchisor