CAP 5-6 Flashcards

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Questo riassunto non contiene l’ultima parte del paragrafo: “Nuove tendenze e nuovi rischi” del CAP. 6

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Q

Il Questionario o Inchiesta Campionaria

A

Per “inchiesta campionaria” si intende un modo di rilevare informazioni interrogando gli stessi individui oggetto della ricerca, appartenenti a un campione rappresentativo, mediante una procedura standardizzata di interrogazione, allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili.
L’inchiesta campionaria comporta la formulazione di domande poste direttamente agli individui oggetto della ricerca. Poiché di solito la popolazione oggetto dello studio è rappresentata da un insieme numeroso di soggetti, l’impossibilità di interrogarli tutti impone la scelta di un campione rappresentativo.
L’inchiesta campionaria deve avere come fine quello di studiare le relazioni fra le variabili.
Va sottolineata la differenza tra inchiesta campionaria e sondaggio. Quest’ultimo può essere definito come un’indagine puramente esplorativa volta ad accertare l’esistenza e la consistenza di un fenomeno. Nell’inchiesta campionaria, invece, il ricercatore non si limita a rilevare l’esistenza e la consistenza di un determinato fatto sociale, ma va oltre, interrogandosi sulle sue origini, sulle interrelazioni con altri fenomeni sociali, sui meccanismi causali a esso connessi. L’inchiesta si distingue dal sondaggio non solo per il tipo di analisi che viene condotta successivamente sui dati rilevati, ma anche per l’esistenza di un’ampia problematica teoria che le sta alle spalle e che struttura l’impostazione stessa della rilevazione dei dati.
L’interrogazione dei soggetti deve avvenire in maniera standardizzata, ossia a tutti i soggetti devono essere poste le stesse domande nella stessa formulazione, finalizzate a garantire la comparabilità delle risposte, le quali devono essere anch’esse standardizzate, e con le quali, a fine rilevazione, sarà possibile costruire la matrice-dati, che è la base per le successive elaborazioni statistiche.

L’obiettivo del questionario è ottenere dei dati standardizzati, per cui è necessario garantire l’invarianza dello stimolo: tutti gli intervistati devono essere sottoposti alle stesse domande e in situazioni pressoché uniformi, in modo da garantire la neutralità dello strumento e la comparabilità delle risposte. Non vi devono quindi essere fattori esterni che possano condizionare la risposta e l’intervistatore deve essere neutrale. Bisogna anche garantire che il tempo che passa dalla prima intervista all’ultima sia breve: nel periodo tra la prima e l’ultima intervista possono verificarsi eventi, come politici o di cronaca, che possono mutare l’opinione degli intervistati.
Tutti devono interpretare una stessa domanda allo stesso modo: anche un solo accento diverso su una parola all’interno di una frase ne può cambiare il significato. Si tratta delle cosiddette sorprese semantiche. Ogni individuo ha un suo sistema di riferimento e ricevendo uno stimolo lo legge e lo interpreta alla luce del proprio vissuto. Il linguaggio comune della domanda standardizzata, quindi, non assicura comunque comunanza di significato per tutti gli intervistati.

Un’altra problematica relativa alla praticabilità empirica dell’inchiesta campionaria riguarda il comportamento verbale, e se questo sia o meno un’affidabile fonte di esplorazione della realtà sociale. Vari scienziati sono pessimisti sulla possibilità di raggiungere una piena comprensione della realtà sociale a partire dalle risposte ottenute interrogando gli uomini, in quanto le norme istituzionalizzate permetterebbero di dire una cosa ma fare l’opposto.

L’attendibilità del comportamento verbale può essere studiata attraverso il concetto di desiderabilità sociale, ovvero la valutazione socialmente condivisa che in una cultura viene data a un certo atteggiamento o opinione. L’intervistato può essere restio a rivelare comportamenti o opinioni che sono ritenute indesiderabili, dando una risposta poco veritiera per non danneggiare la sua immagine.
Inoltre, i soggetti sono spesso interrogati su tematiche complesse e si crea su di essi una pressione a rispondere per cui molti intervistati scelgono a caso una delle possibili risposte.

Infine, la domanda standardizzata rileva l’opinione, ma non la sua intensità o il suo radicamento. Alcune risposte potrebbero essere il risultato di opinioni passeggere, volubili o di opinioni radicate nella stessa biografia del soggetto.
Vi sono tre figure fondamentali: il gruppo dei ricercatori che operativizzano il concetto, l’intervistatore, che può anche essere una persona esterna al team di ricerca, e l’intervistato.
Il questionario, una volta definite le domande, può essere somministrato in diversi modi: può essere auto compilato (l’intervistato legge le domande autonomamente e seleziona le risposte) o compilato dall’intervistatore (l’intervistato ascolta qualcuno che legge la domanda e sceglie la risposta a voce).
Il principale vantaggio dei questionari auto compilati è sicuramente il basso costo, ma vi è anche un grande limite in questa tecnica di ricerca: mentre nei casi precedenti il questionario è compilato da un intervistatore, che è stato istruito a tale compito, in questo caso possiamo trovare molti più errori e molta poca affidabilità nella veridicità del risultato. Per questo, tali questionari devono essere brevi, coincisi e semplici.
Si possono rilevare due casi principali di auto compilazione: la rilevazione di gruppo, in cui un operatore distribuisce i questionari a un gruppo, fornisce loro le istruzioni, assiste alla stesura e li ritira; la rilevazione individuale, che a sua volta si distingue in restituzione vincolata (un rilevatore consegna il questionario e lo ritira a compilazione avvenuta) o senza vincoli.

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Vi sono diversi tipi di questionario:

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  1. L’intervista diretta/faccia a faccia: c’è interazione diretta tra intervistatore e intervistato. L’intervista diretta garantisce un più alto tasso di risposta, in quanto l’intervistatore contatta direttamente l’intervistato. In più, permette anche il controllo dell’attendibilità delle risposte, dato che è possibile osservare i comportamenti non verbali dell’intervistato e di poterne riportare anche i commenti. Inoltre, tramite l’intervista diretta si può essere sicuri che la persona che risponde è la stessa che abbiamo contattato e che l’intervistato legga correttamente le domande. In conclusione, l’intervista diretta permette un controllo maggiore, però ha anche un costo maggiore, in quanto necessita di ingaggiare e pagare l’intervistatore (o più). Altro svantaggio, in realtà, è il possibile disagio creato dalla presenza dell’intervistatore: l’intervistato potrebbe scegliere di rispondere con un’opinione più socialmente accettabile. L’intervistatore deve inibire qualsiasi comportamento che possa influenzare l’intervistato, deve vigilare sul fatto che il candidato cooperi positivamente, non ci siano cadute di attenzione e fraintendimenti.
    1. Il questionario postale, invece, non si usa quasi più: si trattava di un questionario auto compilato, senza vincoli sulla restituzione, inviato tramite posta. Il questionario postale permette un risparmio sui costi, in quanto non prevede la presenza di un intervistatore; l’assenza dell’intervistatore permette anche la risposta a domande imbarazzanti, in quanto l’intervistato si sente più libero di rispondere; permette flessibilità perché può essere compilato quando e come si vuole; è accessibile anche a intervistati in zone molto distanti o isolate. Allo stesso tempo però, ha una bassa percentuale di risposte, non c’è controllo sulla compilazione, e chi lo compila deve avere abitudine con la comunicazione scritta, per cui si lascia fuori una percentuale di popolazione con un livello di istruzione più basso.
    2. L’intervista telefonica: ha costi inferiori rispetto all’intervista faccia a faccia. Inoltre, ha una minore resistenza alla concessione dell’intervista in quanto ha una maggiore garanzia dell’anonimato. Nonostante ciò, mancando il contatto personale, l’intervistato si sente meno coinvolto e aumenta il rischio d’errore, e l’intervistatore non può raccogliere i dati non verbali. È anche impossibile utilizzare materiale visivo. Nel tempo è aumentato il tasso di rifiuti di risposta.
    3. Il questionario onlinepuò essere distribuito a una lista precisa di soggetti attraverso posta elettronica, tramite allegato o link, oppure può essere pubblicato online, ad esempio attraverso i social media, e non avere una platea prestabilita.
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Email e Web Survey: Vantaggi, Sfide e l’Uso del Panel Online nella Ricerca di Campioni Popolazionali

A

L’email survey consiste in un questionario preparato tramite un word processor, spedito al destinatario tramite allegato a una mail: l’intervistato lo compila e lo rispedisce sempre tramite mail al mittente. Il web survey, invece, il soggetto intervistato accede a un sito web e su questo compila il questionario. Questa modalità ha diversi vantaggi: il questionario che appare all’intervistato è graficamente elegante e direttamente compilabile, senza essere scaricato; è compilabile anche in frazioni di tempo successive, salvate ogni volta; le risposte sono direttamente scaricate in un dataset, senza la mediazione di una codifica che prenderebbe tempo e porterebbe errori.
Il principale problema di questo modo di somministrazione è che l’accesso a internet è limitato a una quota della popolazione, ed anche se si dispone di questo accesso esistono propensioni e capacità diverse a utilizzarlo fra le persone. Attraverso il questionario online, quindi, si potrebbe lasciar fuori una fetta di popolazione, come chi non ha una mail o chi non è bravo ad utilizzare il digitale (es.: i più anziani). Per questo si può optare per una soluzione mista. Inoltre, un altro svantaggio è e il minore controllo sulle risposte, in quanto non si ha la garanzia su chi effettivamente risponde al questionario e sui suoi gesti o commenti.
Quando la ricerca deve essere condotta su un campione di tutta la popolazione di usa il panel online: un certo gruppo di persone che accetta di partecipare tramite la connessione internet a inchieste telematiche per un certo periodo di tempo.

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5
Q

Si distingue poi tra questionario cartaceo o elettronico. Tra questi ultimi troviamo:

A
  1. CATI: questionario elettronico durante le interviste telefoniche
    1. CAPI: questionario elettronico durante le interviste dirette, in cui l’intervistatore non utilizza mezzi cartacei ma tablet o pc per compilare il questionario, che può essere sia autocompilato che compilato dall’ intervistatore.
    2. CASI: non c’è l’intermediazione dell’intervistatore, sono strumenti che, ad esempio, vengono collocati fuori dai negozi, dove il cliente può rispondere ai questionari tramite touch screen. Non vengono però realizzate sul web.
    3. CAWI: tecnologia utilizzata per le interviste web, come ad esempio Google Moduli
      L’utilizzo del questionario elettronico diminuisce i costi, gli sforzi e le tempistiche: il questionario cartaceo deve essere distribuito, si devono raccogliere le risposte, dando vita a una pila di questionari compilati le cui risposte devono essere codificate, per cui si ha una fase di inserimento dei dati abbastanza lunga e che può portare a un numero abbastanza alto di errori umani. Con il questionario elettronico, invece, le due fasi, di raccolta dati e di codifica, si sovrappongono. La risposta è infatti subito digitata e immessa in memoria, per cui c’è un taglio di tempi e costi del lavoro. Inoltre, vi è la possibilità di controllo di eventuali errori, in quanto il pc segnala automaticamente eventuali incongruenze. Con il questionario elettronico, inoltre, gli intervistati possono essere obbligati a rispondere a determinate domande e, per verificarne l’affidabilità, si possono controllare i tempi di risposta (una domanda lunga non può essere risposta in un secondo).
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6
Q

Domande Aperte vs Chiuse: Analisi della Standardizzazione, Precodifica e Postcodifica, e le Implicazioni per l’Intervistato

A

Le domande possono essereaperteochiuse: nella domanda aperta, l’intervistatore pone la domanda lasciando libertà all’intervistato nella risposta, mentre nella domanda chiusa viene suggerito all’intervistato un ventaglio di possibili risposte tra cui deve scegliere. Tale divergenza si colloca principalmente nel voler standardizzare, oltre che le domande, anche le risposte.
La domanda aperta ha il vantaggio della libertà di espressione e di spontaneità nella risposta, contrapposta alla costrizione delle risposte precodificate. Mentre con la domanda chiusa si è già all’obiettivo finale della costruzione della matrice-dati, con la domanda aperta, dopo la trascrizione delle risposte nell’esatta formulazione del soggetto, bisogna ancora operare alla loro codifica, ossia alla loro classificazione in categorie, per permettere i confronti e le analisi quantitative. In tal caso abbiamo una postcodifica dei dati, mentre per le domande chiuse si ha una precodifica.
La postcodifica comporta un livello di arbitrarietà da parte del codificatore, in quando le risposte aperte sono spesso contraddittorie, incomprensibili, confuse, generiche.
La domanda chiusa, al contrario, tramite le sue risposte prestabilite, offre a tutti lo stesso quadro di riferimento. In più, facilita il ricordo in quanto ogni alternativa proposta può far ricordare qualcosa all’intervistato, e stimola l’analisi e la riflessione, costringendo l’intervistato a pensare su quale risposta scegliere. Ha però degli svantaggi, come il fatto che le risposte offerte non potrebbero avere egual significato per tutti o il fatto che non tutte le possibili alternative potrebbero essere presenti nel ventaglio di risposte offerte.

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7
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Le domande del questionario devono seguire delle linee guida di base

A
  1. Il linguaggio deve essere semplice e chiaro: il linguaggio deve essere accessibile a tutti e adeguato alle caratteristiche del campione. Le domande lunghe vengono utilizzate solo se strettamente necessarie per spiegare il concetto: potrebbero far distrarre l’intervistato.
    1. Evitare le domande complesse e le domande doppie (es.: che lavoro fanno i tuoi genitori?)
    2. Limitare il numero delle alternative di risposta: per la forma scritta si è più flessibili, ma se presentate a voce le domande non dovrebbero essere più di cinque.
    3. Porre le domande imbarazzanti alla fine del questionario: ad esempio quelle riguardanti il reddito, le abitudini sessuali, l’alcool e la droga; nel caso di argomenti delicati, li si può presentare come una situazione già affrontata da altri, come un comportamento normale e diffuso (es.: Molte persone hanno fatto uso di droghe in alcuni momenti della loro vita, a lei è successo?)
    4. Evitare le domande con risposte non univoche: le risposte sì o no sono troppo generiche, le si possono utilizzare solo in determinati casi di avvenimenti puntuali
    5. Evitare le domande viziate: alcune domande, per l’aggettivazione o gli esempi utilizzati, potrebbero orientare l’intervistato verso una delle possibili alternative di risposta
    6. Controllare l’esaustività delle alternative di risposta: in caso contrario, si può inserire come possibile risposta la voce “altro”, chiedendo magari di specificare
    7. Affrontare la mancanza d’opinione: si può includere nelle alternative di risposta il “non so”, in quanto risposta legittima.
    8. Indicare l’eventuale possibilità di risposte multiple (es.: scegliere al massimo 3 risposte)
    9. Fare attenzione alla sequenza delle domande: all’inizio porre le domande più facili, quelle più difficili nel mezzo; nella sequenza delle domande, bisogna seguire il criterio del passaggio dalle domande generali a quelle particolari
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8
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Batterie di Domande e Domande Filtro: Funzioni, Vantaggi e Sfide nella Ricerca Qualitativa

A

Le batterie di domande sono un insieme di domande formulate allo stesso modo presentate all’intervistato in un unico blocco. Hanno l’obiettivo di risparmiare spazio e tempo, grazie alla condensazione di più domande in un’unica formula, di facilitare la comprensione del meccanismo di risposta e di permettere al ricercatore, in fase di analisi dati, di costruire indici sintetici che riassumono in un unico punteggio le diverse domande della batteria. Le batterie portano con sé però il pericolo che il tono incalzante e la ripetitività dello schema di risposta portino a risposte date a caso o a risposte meccanicamente uguali tra loro.
Sono dette domande filtro quelle domande che permettono di selezionare gli intervistati prima di porre una domanda che non riguarda tutti, mentre sono domande condizionate quelle poste solo se alla domanda filtro l’intervistato ha risposto in un determinato modo.

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9
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Le domande possono essere classificate in tre tipi:

A
  1. Proprietà sociodemografiche: si riferiscono alla descrizione sociale di base dell’individuo; riguardano età, genere, titolo di studio, occupazione lavorativa, residenza, ecc…
    1. Comportamentali: rilevano il consumo, l’iscrizione ai partiti, la partecipazione religiose, quanto si legge, cosa si compra… (es.: sei iscritto a qualche partito? Sei andato a messa domenica scorsa? Pratichi abitualmente qualche attività fisica?).
      Sono più facilmente analizzabili rispetto agli atteggiamenti in quanto i comportamenti sono inequivoci, un’azione c’è stata o no.
    2. Atteggiamenti: “Insieme di tendenze e sentimenti, pregiudizi e nozioni preconcette, idee, timori, apprensioni e convinzioni di una persona nei confronti di un particolare argomento”, ovvero motivazioni, opinioni, sentimenti, giudizi e valori (cosa si pensa di una legge, razzismo, tratti della personalità, ecc…).
      L’atteggiamento è una proprietà che varia da un intervallo estremamente negativo a uno estremamente positivo, è una proprietà continua che varia per intensità. Può essere rilevato attraverso la registrazione delle opinioni: ogni opinione è un indicatore di cui si costruisce l’indice somma. Si utilizza quindi la tecnica delle scale.
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10
Q

Vediamo ora le fasi precedenti alla rilevazione

A
  1. Lo studio esplorativo preliminare: interviste libere a osservatori privilegiati, interviste a esponenti della popolazione studiata, prove di domande fatte a parenti, amici, colleghi al fine di mettere a confronto differenti formulazioni. In questi casi si tratterà in genere di interviste e prove condotte dall’équipe di ricerca, i quali si pongono in prima persona il problema di capire le diverse articolazioni e sfumature dei fenomeni oggetto di studio.
    1. Il pre-test: quando il questionario è pronto in una versione pressoché definitiva, si apre la fase del collaudo, della prova generale, con tutte le caratteristiche della rilevazione finale. Il pre-test viene condotto su un campione di soggetti aventi le stesse caratteristiche degli individui appartenenti alla popolazione studiata, e le interviste saranno effettuate dagli stessi intervistatori e nelle stesse condizioni dell’intervista vera e propria.
    2. La preparazione e la supervisione degli intervistatori: consiste in un primo incontro tra équipe di ricerca e intervistatori, per presentare la ricerca, descrivere il disegno ed illustrare nel dettaglio lo strumento di rilevazione. Si cercherà di individuare i possibili problemi che potrebbero sorgere durante la somministrazione.
    3. Il contatto iniziale con i soggetti intervistati: l’intervistatore deve preoccuparsi di chiarire all’intervistato: chi è il committente della ricerca; quali ne sono gli obiettivi; perché ci si rivolge proprio a lui; deve sottolineare l’importanza della sua collaborazione, nonché rassicurarlo sull’anonimato delle risposte.
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Q

Analisi Sincronica e Diacronica, Inchieste Trasversali e Longitudinali, e l’Impatto dell’Analisi Secondaria e della Ricerca Bibliografica sulla Ricerca Sociale

A

L’inchiesta è dettasincronicaquanto si realizza in un solo momento preciso e limitato, mentre èdiacronicase si prolunga nel tempo. Questa ultima modalità, che è maggiormente utile per capire le trasformazioni sociali, può essere impiegata in due diversi modi: lo studio può essere trasversale, se si replica nel tempo, su campioni diversi, la stessa ricerca, o longitudinale, se si rilevano ripetutamente le stesse informazioni sugli stessi soggetti.
Le inchieste trasversali realizzano una sezione trasversale della popolazione studiata in quel momento, in quanto seguono la trasformazione sociale mediante la rilevazione in più punti temporali successivi. Con questo tipo di inchieste si coglie il cambiamento a livello aggregato (esempio: come cambiano nel complesso i valori religiosi, o i comportamenti di consumo di una popolazione), ma non il cambiamento individuale.
Si può parlare di inchiesta longitudinale solo se, a distanza di tempo, non solo le persone intervistate, ma anche le domande sono le stesse. Un grande problema di questo tipo di analisi è la mortalità del campione: da un lato bisogna fidelizzare il campione, dall’altro è necessario immettere nel campione nuovi soggetti con caratteristiche uguali a quelli in uscita.
L’analisi secondaria è una ricerca condotta su dati d’inchiesta campionaria già raccolti in precedenza e disponibili nella forma matrice-dati originale, è quindi la rianalisi di file già presenti.
Riguardo questo tipo di analisi si sono sviluppate due tendenze. Da una parte ci si è accorti che alcune delle ricerche condotte in passato offrivano ancora ampi margini per nuovi approfondimenti: sia per i continui sviluppi teorici di ogni disciplina che con il tempo viene a formulare nuovi interrogativi, sia per la messa a punto di nuove tecniche di elaborazione statistica che permettono di rispondere con nuovi strumenti d’analisi a vecchie domande. Tutto ciò ha spinto i ricercatori a rianalizzare vecchi file.

Inoltre, la comunità scientifica si è organizzata anche per la rilevazione di nuovi dati da mettere a disposizione di tutti i ricercatori: sono nate così le rilevazioni finalizzate all’analisi secondaria, che in certi casi si collocano comunque in una precisa partizione disciplinare; altre volte si tratta delle «rilevazioni multiscopo», che toccano un ampio spettro di problematiche sociali. I vantaggi di questi sviluppi sono in primo luogo economici in quanto, per il singolo ricercatore, i costi vivi della ricerca sono praticamente azzerati.
Come esempio di sistema di indagini multiscopo italiano si può citare l’Istat, che conduce indagini, attraverso questionari rivolti alle famiglie, per la produzione di informazioni sui più importanti temi di rilevanza sociale sulla popolazione italiana.
La ricerca bibliografica è l’azione per scoprire quello che è stato già detto sul piano teorico e fatto sul piano empirico, per decidere cosa fare e come farlo aggiungendosi alle esperienze precedenti, attraverso l’esplorazione delle pubblicazioni sull’argomento di studio. Questa esplorazione deve precedere qualsiasi operazione empirica e precede il disegno stesso della ricerca.
Per prima cosa si mettono a punto gli interrogativi della ricerca, per poi passare in rassegna le principali ricerche condotte su quegli interrogativi, al fine di definire un disegno di ricerca. Una volta fatto, occorre confrontarsi con ricerche già condotte nel medesimo modo.
L’informativa ha facilitato la ricerca bibliografia, grazie alla diffusione di banche dati bibliografiche che permettono, attraverso l’uso di parole chiave, di individuare rapidamente i testi nei quali sono trattati i temi oggetto di ricerca.
Tra i più diffusi archivi bibliografici per le scienze sociali ci sono il Social Sciences Citation Index e lo Scopus, archivi interdisciplinari accessibili online in cui sono presenti i contenuti bibliografici di riviste scientifiche e lavori accademici.
Scholar.google.it è uno dei motori di ricerca gratuito più usati. Uno dei suoi punti di forza è la possibilità di poter trovare e visionare dei «lavori in corso». Inoltre, il sito di ricerca specifico sui libri books.google.com, collegandosi direttamente ai siti delle case editrici, dà la possibilità di vedere in anteprima alcuni libri, anche se parzialmente.
Il modello standard di inchiesta campionaria di recente ha subito delle modifiche importanti. L’inchiesta campionaria classica era scandita da fasi controllate e direttamente gestite dalla figura del ricercatore, che definiva le ipotesi, creava una prima costruzione del questionario e rilevava ed elaborava direttamente le informazioni. Attualmente il ricercatore ricorre spesso all’analisi secondaria, per cui egli si limita ad analizzare dati già raccolti da altri. Altro caso molto frequente è quello in cui il ricercatore prepara il questionario, ma ne appalta la rilevazione a una società di sondaggi. Il ricercatore così facendo non solo delega ad altri la raccolta delle informazioni, ma rinuncia anche al suo controllo, per cui si potrebbe creare un’elaborazione sofisticata di dati inconsistenti.

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