Cap 10 L'osservazione partecipante Flashcards

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Q

OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

A

L’osservazione partecipante, un metodo chiave del paradigma interpretativista, ha le sue origini nell’antropologia. Studiando varie culture, l’antropologia ha avuto un grande impatto sul paradigma interpretativista.

In passato, i ricercatori introducevano distorsioni significative nelle ricerche a causa dei loro pregiudizi, studiando i gruppi etnici da una prospettiva distante. Emerse quindi la necessità di rendere l’antropologia una disciplina più scientifica, entrando in contatto diretto con i soggetti studiati e cercando di vedere il mondo attraverso i loro occhi.

All’inizio del XX secolo, ci fu una rivoluzione importante grazie a Bronisław Malinowski, pioniere dell’osservazione partecipante. Fu lui a codificare i principi di questo approccio, con l’obiettivo di “afferrare il punto di vista dell’indigeno, il suo rapporto con la vita, per rendersi conto della sua visione del suo mondo”.

L’osservazione partecipante avviene quando il ricercatore si immerge direttamente e per un periodo prolungato in un determinato gruppo sociale, stabilendo un rapporto di interazione personale con i suoi membri, al fine di descrivere i loro comportamenti e comprendere le motivazioni delle loro azioni. Il ricercatore non si limita a osservare, ma condivide le attività quotidiane con i soggetti studiati, instaurando con loro un rapporto per capire le motivazioni delle loro azioni. Questo tipo di osservazione richiede che il ricercatore si immerga nel contesto sociale che intende studiare, vivendo come e con le persone oggetto del suo studio, per sviluppare quella “visione dal di dentro” che è presupposto della comprensione.

L’osservazione partecipante, quindi, non è una semplice osservazione, ma un coinvolgimento diretto e personale del ricercatore con l’oggetto studiato. Questa tecnica implica un’interazione prolungata, che può durare anni, e un coinvolgimento intenso che ne rappresenta l’elemento distintivo.

I principi fondamentali di questo approccio sono due: la piena conoscenza sociale si può realizzare solo tramite la comprensione del punto di vista degli attori sociali, mediante un processo di immedesimazione;

e tale comprensione è possibile solo con una partecipazione attiva alla loro quotidianità, in un’interazione diretta e continua.

Durante questo periodo, il ricercatore annota in un quaderno ciò che osserva, redigendo delle note etnografiche.

L’osservazione partecipante si distingue dall’osservazione scientifica tradizionale, che è esclusivamente visiva e implica un distacco netto tra osservato e osservatore. Invece, l’osservazione partecipante coinvolge tutti i sensi e impegna completamente il ricercatore: il risultato della ricerca dipende anche dalle caratteristiche personali del ricercatore. È quindi importante considerare le peculiarità soggettive di chi conduce la ricerca, tenendo conto dell’interazione tra osservato e osservatore.

L’osservazione partecipante può essere applicata allo studio di tutte le attività umane e a tutti i raggruppamenti di esseri umani. È particolarmente utile in alcuni settori: quando si conosce poco di un certo fenomeno; quando ci sono forti differenze tra il punto di vista interno e quello esterno; o quando il fenomeno è deliberatamente nascosto agli sguardi estranei.
In ogni caso, l’osservazione partecipante è una tecnica di ricerca utilizzata principalmente per studiare le culture. Viene applicata soprattutto per esaminare in tutti i loro aspetti di vita i microcosmi sociali autonomi, situati in ambiti territorialmente definiti e dotati di un universo culturale chiuso, come nel caso degli studi di comunità. Può essere utilizzata anche per studiare le subculture.

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Q

FASI DELL’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

A

Le fasi dell’osservazione partecipante sono cinque:

(Aggiungi vedendo dal libro la descrizione, classificazione e individuazione delle dimensioni della tipologia)

1. Definizione della domanda cognitiva:

Si può partire da un’idea generica, come lo studio di una cultura di una determinata azienda, oppure può essere più precisa e specifica, con una base teorica solida, come la dissonanza cognitiva in una setta religiosa. La domanda cognitiva può anche cambiare nel corso della ricerca; è importante essere flessibili.

2. Individuazione del gruppo da studiare:

Questa fase dipende dalla domanda cognitiva, dalla capacità di accedere al gruppo (fattore di accessibilità) e dalla sostenibilità della ricerca (capacità di sostenere economicamente e psicologicamente il lavoro).

◦ Scelta del ruolo osservativo:
Un’importante distinzione riguarda l’esplicitazione del ruolo dell’osservatore. L’osservazione partecipante può essere dissimulata o palese. È dissimulata quando lo studio del gruppo avviene da infiltrato e i nativi non sanno di essere studiati; è palese quando il ricercatore si presenta come tale e dichiara di essere lì per studiare il gruppo. Per l’osservazione palese si richiede un’autorizzazione, si spiega il lavoro e il suo obiettivo, e tutti conoscono il ruolo dell’osservatore e le sue attività.

Al contrario, per entrare in maniera nascosta, ad esempio in un’azienda, bisognerebbe farsi assumere, assumendo non il ruolo di osservatore ma quello di dipendente. L’osservazione palese ha lo svantaggio che i nativi, sapendo di essere osservati, potrebbero comportarsi diversamente. Tuttavia, se l’osservatore rimane per lungo tempo, i nativi si abituano alla sua presenza, si crea fiducia e, dopo un certo periodo, tornano alla loro normalità. Con l’osservazione dissimulata, si entra con un doppio ruolo: quello affidato dal gruppo e quello dell’osservatore. Nell’osservazione palese, invece, si ha solo il ruolo dell’osservatore, non essendo una partecipazione piena.

Il ruolo osservativo nascosto è vantaggioso perché il ricercatore impara a svolgere anche il ruolo affidato, avendo quindi una partecipazione piena, ma ciò comporta uno sforzo maggiore. Inoltre, il ruolo affidato all’osservatore potrebbe vincolarlo, limitandone la libertà di movimento. Anche nell’osservazione palese, esiste un “guardiano” che stabilisce il raggio d’azione dello studioso, con chi può parlare, dove può stare e per quanto tempo. L’osservazione palese può essere integrata con altri metodi, come il back talk, che consiste nel chiedere ai nativi una valutazione delle interpretazioni fornite dal ricercatore, per verificare l’accuratezza dell’interpretazione di certi comportamenti e relazioni.

  1. Costruzione del materiale empirico:

Questa è la parte più importante del lavoro di ricerca. Avviene sul campo, dove inizia la costruzione del dato. Il lavoro sul campo implica annotare tutto ciò che accade, prendere appunti, sia durante l’osservazione sia successivamente. La ricerca dell’osservatore partecipante è guidata, soprattutto all’inizio, da una certa sensibilità verso determinati concetti.

È fondamentale ricordare che l’osservazione partecipante si differenzia dagli altri metodi di ricerca perché il ricercatore seleziona gli oggetti di osservazione, decide cosa chiedere e modella i suoi interessi durante la ricerca.

Sul campo si osservano:

* Il contesto fisico: È cruciale che il ricercatore osservi attentamente la struttura degli spazi dove si svolge l’azione sociale. Le caratteristiche fisiche riflettono spesso quelle sociali.

* Il contesto storico: La storia di una comunità gioca un ruolo significativo nella sua comprensione. Si esaminano gli eventi che coinvolgono i membri del gruppo.

* Il contesto sociale: È necessario descrivere l’ambiente umano, la struttura del gruppo in sottogruppi, le dimensioni, i profili socioculturali e i ruoli.

* Le interazioni formali: Avvengono all’interno di istituzioni e organizzazioni dove i ruoli sono definiti e le relazioni si svolgono secondo vincoli stabiliti.

* Le interazioni informali:Sono centrali nell’osservazione partecipante e tra i più difficili da studiare. Con osservazioni ripetute, i comportamenti iniziano a rivelarsi come insiemi coordinati di azioni. Il comportamento ordinario, per la sua natura routinaria, è difficile da analizzare perché consiste in atti meccanici di cui l’attore sociale non è consapevole. L’osservatore partecipante deve diventare consapevole di questi frammenti di vita quotidiana e saperli osservare e isolare per l’analisi.

* Le interpretazioni degli attori sociali: L’individuo studiato è un soggetto attivo e la sua interpretazione della realtà diventa parte integrante della conoscenza scientifica. Il ricercatore interroga i soggetti, prevalentemente tramite colloqui informali, che si affiancano all’osservazione come strumento di raccolta dati. Gli informatori sono individui della comunità che forniscono informazioni e interpretazioni dall’interno della cultura studiata, stabilendo un rapporto personale intenso con l’osservatore. La registrazione dei dati osservati avviene tramite appunti giornalieri. Non si deve affidare alla memoria per l’immagazzinamento dei dati, poiché ciò porta a errori. Le note quotidiane del ricercatore nascono dall’interazione tra osservatore e realtà osservata e consistono di descrizione dei fatti e interpretazione del ricercatore. È possibile aggiungere le interpretazioni dei soggetti studiati. Queste componenti devono rimanere distinte: il resoconto di un evento deve essere separato dal commento del ricercatore. La fedeltà della registrazione è un principio fondamentale; l’uso di registratori o videocamere può essere utile. Le osservazioni dovrebbero essere registrate il più presto possibile, vicino ai fatti. Si raccomanda che l’osservatore tenga sempre un taccuino per appunti rapidi e mantenga un diario quotidiano delle attività per organizzare il materiale raccolto e riflettere sulla situazione.
  1. Analisi del materiale empirico:

Il ricercatore può osservare la realtà sociale da due prospettive:

* Prospettiva dall’interno (insider perspective):La lettura viene effettuata con gli strumenti interpretativi delle persone studiate.

* Prospettiva dall’esterno (outsider perspective):Si cerca di evidenziare aspetti del mondo sociale che sono sconosciuti agli stessi protagonisti dell’azione sociale. L’assenza di procedure standard e la grande quantità di materiale, che è spesso eterogeneo e frammentario, rende l’analisi particolarmente dipendente dalle capacità personali del ricercatore. Si possono fornire solo alcuni orientamenti generali su come analizzare i dati e trarne implicazioni teoriche. L’analisi dei dati nell’osservazione partecipante è un processo continuo che si sviluppa durante l’osservazione stessa. Pertanto, l’analisi presenta caratteristiche di retroattività e ciclicità: la riflessione teorica, man mano che avanza, ritorna su elementi osservativi già considerati per reinterpretarli alla luce di nuove acquisizioni o per utilizzare il materiale empirico in nuove interpretazioni.
  1. Comunicazione dei risultati:

Il rapporto conclusivo della ricerca deve essere redatto in uno stile riflessivo e narrativo, che rifletta la personalità e la cultura del ricercatore, nonché le sue emozioni e relazioni personali. La stesura del rapporto etnografico non è un’attività isolata che segue la raccolta e l’analisi dei dati, come avviene nella ricerca quantitativa. Parte della scrittura si svolge durante l’osservazione stessa, e il prodotto finale è la sintesi di questi testi scritti progressivamente.

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3
Q

PROBLEMI DELL’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

A

Problemi dell’Osservazione Partecipante:

L’osservazione partecipante presenta diversi problemi. Il primo è l’accesso al gruppo, poiché è necessario essere accettati da esso. Sia nell’osservazione palese che dissimulata, è fondamentale trovare dei mediatori, ovvero persone che possano introdurre il ricercatore nel gruppo. Il mediatore culturale è una figura che gode della fiducia della popolazione studiata e che legittima l’osservatore, facilitandone l’accettazione da parte del gruppo. Conquistare l’accesso è uno dei passaggi più ardui dell’osservazione partecipante. Una volta ottenuto l’accesso, il ricercatore deve ancora guadagnarsi la fiducia degli osservati, e qui entrano in gioco le sue caratteristiche psicologiche e personali, la sua sensibilità e la sua capacità di gestire le relazioni interpersonali.
Inoltre, l’osservazione partecipante richiede un notevole investimento di tempo e risorse psicologiche. I risultati sono difficili da valutare a causa della loro soggettività: la selezione dei fatti e le interpretazioni sono influenzate dal ricercatore. Può verificarsi il fenomeno del “going native”, ovvero un’identificazione profonda del ricercatore con i nativi, che può compromettere la sua capacità critico-analitica. Inoltre, i casi studiati, essendo specifici di un gruppo, non sono generalizzabili. Infine, l’osservazione partecipante, a causa dell’assenza di procedure standardizzate, non è replicabile.
La soggettività del processo osservativo, l’unicità del caso studiato e l’irripetibilità del percorso di ricerca sono sia un limite sia una risorsa dell’osservazione partecipante, che non teme di essere accusata di soggettivismo.

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