CAP 11 INTERVISTA QUALITATIVA Flashcards

1
Q

L’Intervista Qualitativa nel Paradigma Postpositivista

A

L’intervista qualitativa è un metodo di ricerca del paradigma postpositivista che si configura come una conversazione provocata dall’intervistatore.

È rivolta a soggetti selezionati sulla base di un piano di rilevazione e in numero significativo, con l’obiettivo di acquisire conoscenze.
L’intervista è guidata dall’intervistatore secondo uno schema flessibile e non standardizzato.
A differenza di una conversazione occasionale, l’intervista qualitativa è intenzionale e mirata, e implica una relazione tra intervistato e intervistatore.

È una conversazione guidata, ma flessibile, caratterizzata da domande aperte, discorsive e profonde.
L’intervista qualitativa si distingue dall’osservazione partecipata in quanto il ricercatore non cerca un’immedesimazione completa nel mondo studiato, ma mira comunque ad accedere alla prospettiva del soggetto.

Esistono differenze sostanziali tra il questionario standardizzato e l’intervista qualitativa.

Il questionario è rigidamente strutturato, mentre l’intervista qualitativa è priva di uno schema precostituito e mira a cogliere i pensieri dell’intervistato senza partire da idee predefinite.
Nell’approccio quantitativo, l’intervistatore pone le stesse domande a tutti, senza deviazioni.
Nell’intervista qualitativa, invece, l’intervistatore imposta i temi ma lascia che la voce prevalente sia quella dell’intervistato, garantendo flessibilità e libertà di espressione.

L’approccio postpositivista utilizza l’intervista per raccogliere dati basati su opinioni, comportamenti e tratti sociali, mentre l’approccio costruttivista usa l’intervista per comprendere la realtà sociale, non solo per raccogliere dati.

La differenza tra questi approcci si riflette anche sul numero di persone da intervistare: la ricerca quantitativa è estensiva, mentre quella qualitativa è intensiva.
Infine, il campionamento differisce tra i due metodi.
La ricerca quantitativa mira a un campione “rappresentativo”, mentre l’intervista qualitativa va a coprire la varietà delle situazioni sociali.
Nell’intervista qualitativa si utilizza spesso il campionamento per quote, selezionando caratteristiche sociografiche di base e intervistando un numero uguale di persone per ogni quota, lasciando discrezionalità all’intervistatore nella scelta degli intervistati.
L’obiettivo del ricercatore qualitativo è coprire tutte le situazioni sociali di interesse per la ricerca, più che riprodurre le caratteristiche complessive della popolazione.

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Q

Classificazione delle Interviste Qualitative

A

Le interviste qualitative possono essere classificate in:

* Strutturate: vengono poste  le stesse domande a tutti gli intervistati, nella stessa formulazione e sequenza.  C’è un margine di flessibilità per riformulare una domanda se l’intervistato non la comprende.  Le domande sono aperte, permettendo agli intervistati libertà nelle risposte. 

* Semi-strutturate: l’intervistatore segue una traccia degli argomenti da trattare, che può variare in dettaglio. Questo formato concede libertà sia all’intervistatore che all’intervistato, assicurando che tutti i temi rilevanti siano discussi. 

* Non strutturate: partendo da un argomento specifico, la conversazione si sviluppa liberamente.  L’intervistatore introduce i temi e lascia che l’intervistato sviluppi il suo punto di vista, mantenendo l’iniziativa della conversazione mentre l'intervistatore lo incoraggia a proseguire.

Casi particolari:

* Intervista non direttiva e intervista clinica: l’argomento della conversazione non è prestabilito, e l’intervistatore si lascia guidare dall’intervistato.  L'intervista clinica è guidata dall'intervistatore, l'obiettivo è quello di approfondire la storia personale dell'intervistato e quindi ricostruire l'itinerario che ha portato verso un certo esito.

* Intervista a osservatori  privilegiati: si intervistano persone che sono esperte del fenomeno studiato, ma non sono necessariamente parte di esso.
  • Intervista di gruppo: si intervistano persone che sono state coinvolte in una situazione particolare, a partire da questa esperienza gli individui vengono intervistati per gruppo da un intervistatore che ha già studiato preventivamente l’evento e che stimola e dirige la discussione in modo da far emergere le diverse interpretazioni.
    Con questa intervista non si raccolgono dati individuali
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Q

Le fasi dell’intervista

A

Le fasi dell’intervista sono cinque, ma sono sovrapponibili, in quanto l’intervista è un processo di interazione sociale tra due individui:

1. Definizione della domanda cognitiva

2. Specificazione del contesto empirico: si individuano gli intervistati, ovvero si procede con il campionamento.  Il campione non deve essere troppo numeroso, in quanto ogni intervista richiede impegno.  Il campionamento usato è a scelta ragionata (si basa su riflessioni fatte dai ricercatori sulla base della loro conoscenza del fenomeno), o a valanga (se si ha a che fare con una popolazione clandestina, composta da soggetti devianti che si nascondono).

3. Costruzione del materiale empirico: a seconda della domanda cognitiva e di cosa si desidera, si sceglie la forma di intervista.  Se si ha un gruppo omogeneo si preferisce un’intervista strutturata, se si hanno categorie diverse tra loro è preferibile l’intervista semi-strutturata. Dopo aver scelto la forma, prima di condurre l’intervista, si passa al contatto e alla presentazione della ricerca, ovvero si prende contatto con il soggetto intervistato.  Il problema nel contatto iniziale non è tanto quello di superare la diffidenza dell’intervistato, quanto quello di fargli capire cosa si vuole da lui. 

Si tratta quindi di descrivere apertamente lo scopo della ricerca, spiegare perché si è scelto lui e perché si fanno certe domande, giustificare eventualmente il fatto che si registrerà la conversazione, ecc.

Le domande dell’intervista si distinguono in primarie o secondarie. Le domande primarie sono quelle che introducono un nuovo tema o quesito; le domande secondarie articolano e approfondiscono le primarie.

La conduzione dell’intervista può essere supportata da domande sonda, utili per stimolare l’intervistato.
Non sono delle vere e proprie domande, bensì degli stimoli, il più possibile neutrali, che hanno la funzione di incoraggiare l’intervistato ad andare avanti e ad approfondire l’argomento (sintesi delle ultime risposte date, la ripetizione di domande, espressioni di interesse…).

Le interviste devono essere trascritte: per fare ciò vengono audio registrate, in quanto è impossibile trascrivere tutto al momento.
La registrazione viene implementata dalle note etnografiche, ovvero appunti utili a riportare informazioni sulla comunicazione non verbale.

4. Analisi della documentazione empirica: dopo che le interviste sono state effettuate, registrate, trascritte, giunge il momento di analizzarle. L’analisi dei dati è centrata sui soggetti e non sulle variabili (come avviene nella ricerca quantitativa.)  L’individuo è osservato e studiato nella sua interezza, in quanto ogni soggetto umano è qualcosa di più della somma di tante sue parti: l’obiettivo è comprendere le persone, piuttosto che analizzare le relazioni fra variabili.

L’analisi può seguire procedure formali o informali:

    ◦ La procedura informale segue un’interpretazione personale dei dati.  Si classificano i soggetti secondo tipi ideali, ovvero categorie di persone con caratteristiche simili. 

    ◦ La procedura formale segue un’analisi del contenuto fatta con metodi statistici.  I risultati dell’intervista strutturata, infatti, possono essere codificati: si ottiene così una classica matrice dati. 

5. Comunicazione dei risultati: la presentazione dei risultati avviene secondo una prospettiva narrativa, ovvero si sviluppa tramite racconti di episodi, descrizione di casi, spesso usando le stesse parole degli intervistati per non alterare il materiale raccolto e trasmettere al lettore l’immediatezza delle situazioni studiate.  Il testo scorre dunque in un intreccio continuo fra analisi del ricercatore e illustrazioni, esemplificazioni, sostegni empirici costituiti dai brani delle interviste.
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4
Q

Ruolo e Sfide dell’Intervistatore nelle Interviste Qualitative: Un’Analisi del Paradigma Interpretativo e della Mancanza di Standardizzazione

A

Nell’intervista qualitativa, l’intervistatore ha un ruolo determinante.
Nel paradigma Costruttivista, l’intervista viene intesa come un rapporto dinamico dove l’intervista è “costruita” assieme da intervistatore e intervistato.

In questo contesto, l’intervistatore è chiamato, da un lato, a svolgere un ruolo attivo di orientamento dell’intervista, dirigendo la comunicazione verso i propri obiettivi; dall’altro, deve fare attenzione che tali atteggiamenti non si trasformino, da pure limitazioni di campo, in alterazioni del pensiero dell’intervistato.

Più lo strumento di rilevazione è aperto e destrutturato, maggiori sono le capacità richieste all’intervistatore.
Le interviste qualitative possono realizzarsi solo in un rapporto faccia a faccia.
La mancanza di standardizzazione rappresenta, allo stesso tempo, il punto di forza e di debolezza delle interviste qualitative.

La mancanza di standardizzazione, ponendo pochi vincoli all’intervistatore, rende l’intervista qualitativa molto adatta per la scoperta e la comprensione, ma allo stesso tempo rende problematica la valutazione quantitativa dei fenomeni studiati e la comparazione.
I risultati, quindi, non sono comparabili o sintetizzabili.

A ciò si aggiungono i tempi di preparazione dell’intervista: occorre individuare e reperire le persone da intervistare, spiegare loro lo scopo dell’intervista, superare le barriere di diffidenza tramite contatti preliminari o presentazioni da parte di intermediari; fissare gli appuntamenti in luoghi tranquilli dove gli intervistati possono parlare in libertà, in momenti nei quali abbiano disponibilità di tempo; tutti aspetti che, nell’intervista qualitativa, sono più impegnativi rispetto all’intervista con un questionario.

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