CAP 2 Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa Flashcards
Ricerca Quantitativa e Qualitativa
Nel campo della sociologia, c’è stato un dibattito continuo tra ricerca quantitativa e qualitativa nel secolo scorso, con periodi in cui una era più popolare dell’altra.
Descriviamo due ricerche condotte sulla stessa tematica, la delinquenza giovanile: una seguendo il metodo del paradigma neopositivista e l’altra il paradigma costruttivista. L’obiettivo è di analizzare le differenze tra i due approcci, quantitativo e qualitativo, facendo riferimento a due tipi ideali di ricerca.
- Paradigma Neopositivista: “Crime in the Making” di Sampson e Laub
Neopositivista
Questa ricerca è iniziata quando sono stati trovati dei scatoloni con materiale sulla delinquenza giovanile nell’università di harvard, raccolto dai coniugi Glueck tra il 1939 e il 1963. Sampson e Laub hanno deciso di analizzare nuovamente questi dati. Hanno discusso le idee di coloro che hanno studiato il comportamento criminale durante tutta la vita di una persona e hanno delineato i punti chiave di una possibile teoria sul controllo sociale informale, che cambia a seconda dell’età.
In questa teoria, per ogni età, vengono esaminati sia i fattori che di solito causano il comportamento deviante, sia i meccanismi sociali attivi in quel periodo della vita.
I dati dei Glueck includevano 500 giovani che avevano commesso reati tra i 10 e i 17 anni e 500 ragazzi “normali”. La ricerca prevedeva che per ogni giovane che aveva commesso un reato, venisse selezionato un altro giovane con le stesse caratteristiche di età, origine etnica, quartiere e quoziente intellettivo, ma che non aveva commesso reati.
I ragazzi sono stati seguiti per anni e 100 dei ragazzi normali hanno commesso crimini da adulti. I dati dei Glueck provengono da diverse fonti (riformatori, scuole, interviste) e sono stati codificati in schede standard. Glueck (e Sampson e Laub) hanno creato un indice di “comportamento deviante non ufficiale” (comportamenti illegali e cattiva condotta). La “devianza ufficiale”, basata sui crimini segnalati alle autorità, era rappresentata da una variabile (reato/non reato) usata per il campionamento dei 1000 soggetti. Questi due indicatori di devianza sono le variabili principali della ricerca.
Ogni capitolo della ricerca include: teoria, rilevazioni, risultati dell’analisi e ritorno alla teoria. Sulla base di questo, gli autori hanno proposto un modello teorico. Secondo questo modello, le variabili strutturali di base (come l’affollamento abitativo, la dimensione della famiglia, lo status socio-economico) influenzerebbero il comportamento deviante indirettamente, mentre con le variabili “intervenienti” verrebbe influenzato direttamente, come il “legame-controllo familiare”.
Per analizzare i risultati, gli autori hanno usato la regressione multipla. Hanno scoperto che le variabili strutturali non influenzano direttamente il comportamento deviante, ma il loro effetto è mediato dalle variabili processuali. Ad esempio, una famiglia disgregata può portare i genitori ad abbandonare i figli, favorendo comportamenti devianti. Ma se i genitori si prendono cura dei figli allo stesso modo, l’effetto della disgregazione familiare sul destino dei figli (deviante o meno) scompare.
Dopo la fase di raccolta dei dati, gli autori tornano alla teoria.
Concludono dai loro dati che i processi familiari di controllo hanno un grande impatto nel prevenire la delinquenza adolescenziale.
Trovano sorprendente che molte spiegazioni sociologiche del crimine non considerino la famiglia.
Applicano poi questo modello ad altri argomenti, e formulano un “modello teorico dinamico di crimine, devianza e controllo sociale informale lungo la vita”.
Infine, mostrano che le variabili di processo, rispetto a quelle strutturali, spiegano la maggior parte delle differenze nel comportamento deviante sia in adolescenza che in età adulta.
- Paradigma cosruttivista: “Island in the Street” di Jankowski
Costruttivista
Nel libro “Island in the Street” di Jankowski (1991), l’approccio alla ricerca è diverso dal solito.
Invece di cercare di spiegare la criminalità delle gang, cerca di capire il processo.
Jankowski ha fatto un’osservazione partecipante, vivendo e studiando 37 gang diverse per 10 anni.
Ha raccolto i dati prendendo appunti.
A differenza dello studio di Sampson e Laub, Jankowski presenta le sue conclusioni basate sulla sua esperienza diretta con le gang.
Segue un approccio costruttivista, scoprendo la teoria nel corso della ricerca invece di avere un’idea preconcetta.
Jankowski vede l’adesione alla gang non come una deviazione, ma come una scelta razionale.
La sua analisi si concentra su tre aspetti: il rapporto individuo-gang, la gang come organizzazione e il rapporto tra gang e comunità.
Nel primo capitolo, l’autore cerca di capire chi si unisce a una gang e perché. Non è d’accordo con le quattro spiegazioni comuni (mancanza di un padre, gang come sostituto della famiglia, giovani espulsi dalla scuola, imitazione). Secondo lui, le persone nei quartieri poveri si uniscono alle gang per vari motivi, ma tutti basati su ciò che ritengono sia la scelta migliore per loro in quel momento.
L’autore dice che ci sono sei ragioni per entrare in una gang: guadagno, divertimento, rifugio, protezione, resistenza e partecipazione alla comunità.
Studia anche come funziona la gang e il suo legame con la comunità.
Non cerca cause ed effetti, ma si concentra su classificazioni e tipi basati sull’esperienza, usando un approccio costruttivista.
Per il confronto tra le ricerche guarda il riassunto. FALLO!
CONFRONTO TRA RICERCA QUANTITATIVA E RICERCA QUALITATIVA
La ricerca quantitativa è un metodo di ricerca che si basa su dati numerici e metodi statistici.
1. Relazione tra teoria e ricerca: La ricerca segue un approccio deduttivo, dove la teoria viene formulata prima e poi testata attraverso l’osservazione. In altre parole, prima si crea una teoria, poi si raccolgono dati per vedere se la teoria è corretta. 2. Funzione della letteratura: L’analisi della letteratura è importante perché fornisce le ipotesi o le idee iniziali da cui partire per la ricerca. 3. Concetti: Prima di iniziare la ricerca, è importante definire chiaramente i concetti e trasformarli in variabili misurabili. 4. Obiettivo della ricerca: L’obiettivo è verificare le ipotesi attraverso l’osservazione e l’analisi dei dati. 5. Rapporto con l’ambiente: Il ricercatore può manipolare l’ambiente di ricerca per minimizzare le variabili di disturbo. Ad esempio, in un esperimento, il ricercatore può creare una situazione controllata. 6. Interazione tra ricercatore e soggetto: Il ricercatore osserva da una prospettiva esterna, in modo distaccato e neutrale. 7. Ruolo del soggetto studiato: Il soggetto della ricerca è considerato passivo, cioè non influisce attivamente sulla ricerca. 8. Disegno della ricerca: Il piano di ricerca è predefinito e strutturato. Viene ideato prima di iniziare la raccolta dei dati. 9. Rappresentatività dei soggetti studiati: Il ricercatore utilizza un campione rappresentativo per garantire che i risultati possano essere generalizzati a un gruppo più ampio. 10. Strumento di rilevazione: Lo strumento di rilevazione è lo stesso per tutti i casi, per costruire una matrice di dati uniforme. 11. Natura dei dati: I dati sono oggettivi e standardizzati. 12. Oggetto dell’analisi: Ogni soggetto viene descritto in base alle variabili. L’analisi è impersonale. 13. Obiettivo dell’analisi: L’obiettivo è spiegare come le variabili cambiano e trovare le cause di queste variazioni. 14. Tecniche matematiche e statistiche: Vengono utilizzate intensamente. 15. Presentazione dei dati: I dati vengono presentati in tabelle, con un focus sulle relazioni tra variabili. 16. Generalizzazioni: Dopo aver studiato le relazioni tra variabili, il ricercatore può formulare leggi o principi generali. 17. Portata dei risultati: I risultati della ricerca possono essere generalizzati, cioè applicati a un contesto più ampio.
La ricerca qualitativa è un approccio scientifico che mira a comprendere il punto di vista dell’individuo. Questo tipo di ricerca non inizia con una teoria predefinita, ma piuttosto sviluppa una teoria attraverso l’osservazione e l’interazione con il soggetto di studio.
1. Relazione tra teoria e ricerca: La ricerca qualitativa non inizia con una teoria predefinita, ma sviluppa una teoria attraverso l’osservazione e l’interazione con il soggetto di studio. 2. Funzione della letteratura: La letteratura esistente viene utilizzata come riferimento, ma non guida la ricerca. 3. Concetti: I concetti utilizzati sono flessibili e possono essere raffinati nel corso della ricerca. 4. Obiettivo della ricerca: L’obiettivo principale della ricerca qualitativa è scoprire il punto di vista dell’attore sociale. 5. Rapporto con l’ambiente: Il ricercatore cerca di capire il mondo dal punto di vista del soggetto, senza interferire con il suo ambiente naturale. 6. Interazione psicologica studioso - studiato: Il ricercatore cerca di immedesimarsi nel soggetto di studio, cercando di capire la sua prospettiva. 7. Ruolo del soggetto studiato: Il soggetto di studio ha un ruolo attivo nel processo di ricerca. 8. Disegno della ricerca: Il disegno della ricerca è flessibile e si sviluppa nel corso della ricerca stessa. 9. Rappresentatività dei soggetti studiati: La ricerca qualitativa si concentra su casi individuali, piuttosto che su campioni statisticamente rappresentativi. 10. Strumento di rilevazione: Gli strumenti di rilevazione variano a seconda del caso e non c’è l’obiettivo di standardizzare. 11. Natura dei dati: I dati raccolti sono ricchi e profondi, permettendo una comprensione dettagliata dell’individuo. 12. Oggetto dell’analisi: L’oggetto dell’analisi è l’individuo nella sua interezza. 13. Obiettivo dell’analisi: L’obiettivo della ricerca è comprendere i soggetti. 14. Tecniche matematiche e statistiche: Non vengono utilizzate tecniche matematiche o statistiche. 15. Presentazione dei dati: I risultati vengono presentati in forma narrativa, piuttosto che in forma numerica. 16. Generalizzazioni: La ricerca qualitativa cerca di identificare tipi ideali e costruire classificazioni, piuttosto che cercare di capire i meccanismi causali che portano alle differenze tra i soggetti. 17. Portata dei risultati: Data l’esigenza di approfondire e immedesimarsi nel soggetto studiato, la ricerca qualitativa non opera su grandi numeri come quella quantitativa. L’obiettivo è la specificità e la profondità, piuttosto che la generalizzabilità.
Quali dei due metodi è scientificamente/proficuamente corretto?
Esistono tre prospettive a riguardo:
1. La prima è di coloro che pensano che i metodi quantitativi e qualitativi siano completamente diversi e non possano essere confrontati, perché si basano su filosofie diverse. 2. La seconda è di coloro che appartengono al gruppo ‘quantitativo’ degli scienziati sociali, pur seguendo il paradigma neopositivista, riconoscono che il contesto qualitativo può dare un contributo. Tuttavia, vedono questo contesto come prescientifico, utile per stimolare idee in una fase preliminare di brainstorming. 3. Coloro che sostengono la terza posizione vedono sia i metodi quantitativi che qualitativi come validi e utili. Sperano in una ricerca sociale che sceglie l'approccio più adatto a seconda della situazione. Questa posizione è diventata più popolare di recente, grazie alla constatazione pratica che entrambi i tipi di ricerca hanno portato contributi importanti alla sociologia. Corbetta concorda con questa posizione, sostenendo che i due approcci portano a conoscenze diverse, ma che possono arricchire l'uno l'altro.