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1
Q

Quali sono i principali sistemi di stima del fabbisogno energetico degli animali e perché sono complessi?

A

I sistemi per stimare il fabbisogno energetico degli animali sono complessi perché devono tener conto delle variazioni stagionali e dei cambiamenti ambientali che influenzano il fabbisogno energetico dell’animale.

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2
Q

In che forme l’organismo può immagazzinare energia prontamente spendibile?

A

L’organismo può immagazzinare energia prontamente spendibile sotto forma di energia chimica, come ATP, NADPH, e NAD, che liberano energia tramite idrolisi.

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3
Q

Quali sono i tipi di energia utilizzati dall’organismo e le loro funzioni?

A

Energia meccanica: Utilizzata per il movimento muscolare.
Energia termica: Mantenere costante la temperatura corporea, generata da ogni processo chimico che utilizza energia.

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4
Q

Cos’è il metabolismo basale e come si misura?

A

Il metabolismo basale è l’energia necessaria per il lavoro meccanico essenziale (attività muscolare) e per il lavoro chimico (trasporto di sostanze contro gradiente). Si misura in animali a digiuno e in condizioni di omotermia, rappresentando la quantità di calore prodotto uguale all’energia dei tessuti catabolizzati.

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5
Q

Come si esprime il metabolismo energetico e cosa include?

A

Il metabolismo energetico si esprime in termini di quantità di calore liberato da tutte le reazioni biochimiche nelle cellule del corpo. Include:

Metabolismo basale
Attività volontaria
Regolazione termica
Formazione di prodotti
Digestione e assorbimento
Fermentazione
Formazione ed escrezione di urina e sudore

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6
Q

Perché gli animali allevati hanno un minor fabbisogno energetico rispetto agli animali selvatici?

A

Gli animali allevati hanno un minor fabbisogno energetico perché si muovono meno rispetto agli animali selvatici.

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7
Q

Come vengono distribuite le riserve energetiche negli animali allevati?

A

Circa 75% dell’energia è immagazzinata nel tessuto adiposo (grassi di deposito).
Circa 25% è contenuta nelle proteine, utilizzabile in caso di carenza alimentare.
Circa 1% è nel glicogeno epatico e muscolare.

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8
Q

Cosa accade se un animale produce acido lattico al macello e quale effetto ha sulla carne?

A

Se un animale produce acido lattico al macello, questo brucia il glicogeno dei muscoli, causando un difetto della carne acida.

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9
Q

Quali fattori influenzano la determinazione del fabbisogno energetico di un animale?

A

Il fabbisogno energetico di un animale è influenzato da vari fattori come il metabolismo, il clima, l’alimentazione, il tipo di attività svolta e altre condizioni specifiche del soggetto.

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10
Q

Come si può determinare quantitativamente le necessità alimentari quotidiane di un individuo?

A

Per determinare quantitativamente le necessità alimentari quotidiane di un individuo è necessario conoscere il contenuto energetico dei principi alimentari e il fabbisogno giornaliero dell’individuo.

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11
Q

Come si misura l’energia dissipata da un individuo quando non compie lavoro muscolare?

A

Quando un individuo non compie lavoro muscolare, quasi il 100% dell’energia spesa è convertita in calore corporeo. La quantità di energia dissipata può essere determinata misurando il calore prodotto attraverso la calorimetria.

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12
Q

Qual è la differenza tra il valore di combustione, l’energia digeribile e metabolizzabile, e l’energia netta?

A

Valore di combustione: Misura il potenziale massimo di energia di un alimento, spesso simile per molti alimenti.
Energia digeribile e metabolizzabile: Valuta l’alimento, ma non descrive completamente il fabbisogno energetico dell’animale.
Energia netta: Espressa accuratamente il fabbisogno dell’animale, richiedendo una valutazione adeguata degli alimenti.

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13
Q

Cosa rappresenta il valore energetico di un alimento?

A

Il valore energetico di un alimento rappresenta la quantità di energia che i componenti chimici dell’alimento possono rendere effettivamente disponibile per il metabolismo. Questo aiuta a formulare una dieta bilanciata e a classificare gli alimenti in base alla loro efficienza di trasformazione energetica.

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14
Q

Quali sono le unità di misura dell’energia e come si relazionano tra loro?

A

Caloria termica (cal): Quantità di calore necessaria per elevare 1 g di acqua da 14.5 gradi a 15.5 gradi a pressione normale.
Kcal: 1000 cal.
Joule: Lavoro compiuto dalla forza di Newton quando il suo punto di applicazione si sposta di 1 m. 1 cal = 4.184 J.

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15
Q

Quante Kcal forniscono lipidi, proteine e glucidi?

A

Lipidi: 9,5 Kcal.
Proteine: 5,7 Kcal.
Glucidi: 4,2 Kcal.

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16
Q

Cos’è il metabolismo energetico e come è suddiviso?

A

Il metabolismo energetico comprende tutte le reazioni chimiche che utilizzano i principi nutritivi assorbiti dopo la digestione e dalle riserve corporee degli animali sottoalimentati. È suddiviso in:

Anabolismo: Reazioni endoergoniche che sintetizzano molecole più complesse.
Catabolismo: Reazioni esoergoniche che scindono composti in molecole più semplici.

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17
Q

Cos’è l’energia lorda e da cosa dipende?

A

L’energia lorda rappresenta il 100% dell’energia che si trasforma in calore quando il cibo è completamente ossidato ad anidride carbonica e acqua. Dipende dalla composizione chimica dell’alimento, in particolare dal contenuto di lipidi.

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18
Q

Cos’è l’energia digeribile e quali sono i fattori che ne influenzano la digeribilità?

A

L’energia digeribile è una percentuale (40-80%) dell’energia lorda che tiene conto della quota alimentare non digerita, dei prodotti metabolici e dell’energia persa con le feci. I fattori che influenzano la digeribilità includono:

Composizione dell’alimento
Rapporto foraggi-concentrati
Preparazione degli alimenti (trattamento termico, lunghezza della fibra, pellet)
Fisiologia dell’animale.

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19
Q

Cos’è l’energia metabolizzabile e quali perdite energetiche devono essere considerate?

A

L’energia metabolizzabile rappresenta il 35-65% dell’energia lorda ed è quella effettivamente assorbita e completamente utilizzabile nell’organismo. Le perdite energetiche da considerare includono quelle dovute ai gas di fermentazione e alle urine. Queste perdite sono influenzate dalla composizione della dieta, dall’apporto di proteine e dalle caratteristiche e degradabilità dei carboidrati.

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20
Q

Cos’è l’energia netta e come viene utilizzata dall’organismo?

A

L’energia netta rappresenta il 15-65% dell’energia lorda, risultante dall’energia metabolizzabile meno le perdite dovute all’utilizzazione degli alimenti (fermentazione, digestione, assimilazione, ecc.). Questa è l’energia disponibile a livello metabolico, utilizzata per il mantenimento, la produzione, la gestazione e il lavoro.

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21
Q

Come si calcola la metabolizzabilità di un alimento?

A

La metabolizzabilità si calcola dividendo l’energia metabolizzabile per l’energia lorda. Essa rappresenta quanta parte dell’energia lorda sarà presente nei principi nutritivi assorbiti al netto delle diverse perdite.

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22
Q

Come varia il rendimento dell’energia metabolizzabile in base alla destinazione dell’energia?

A

Mantenimento: 65-75% dell’energia metabolizzabile.
Lattazione: 55-65% dell’energia metabolizzabile.
Accrescimento e ingrassamento: 30-60% dell’energia metabolizzabile.
Gravidanza: molto basso.

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23
Q

Perché la densità energetica del grasso è maggiore rispetto a quella del muscolo?

A

La densità energetica del grasso è maggiore perché il muscolo contiene una quantità significativa di acqua, che riduce la densità energetica complessiva.

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24
Q

Quali sono le tre condizioni energetiche di riferimento per un animale?

A

Le tre condizioni energetiche di riferimento per un animale sono:

Metabolismo basale (digiuno)
Mantenimento
A volontà

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25
Q

Cos’è la legge di Kleiber e a cosa serve?

A

La legge di Kleiber mette in relazione la massa di un individuo con il suo metabolismo, indicando che il metabolismo è proporzionale alla massa elevata alla potenza di 3/4. Serve per calcolare il fabbisogno metabolico e prevede come il metabolismo e la durata della vita di un organismo cambiano con la crescita.

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26
Q

Cosa si intende per mantenimento energetico e quali sono i suoi componenti principali?

A

Il mantenimento energetico è l’energia necessaria per mantenere l’animale in uno stato di bilancio energetico zero, cioè senza guadagnare né perdere peso. È una condizione teorica che corrisponde a circa il 40% dell’energia ingerita e include:

Metabolismo basale
Lavoro muscolare (sistema simpatico e parasimpatico)
Regolazione della temperatura

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27
Q

Come influisce la regolazione della temperatura sul fabbisogno energetico di un animale?

A

La regolazione della temperatura influisce sul fabbisogno energetico dell’animale perché, se la temperatura scende, il corpo spende energia per produrre calore. La temperatura critica inferiore, oltre la quale l’animale deve spendere energia per mantenere la temperatura corporea, è influenzata da fattori come il livello di ingestione, la taglia e la pelliccia. Colpi di calore e stress da freddo possono anche avere un impatto significativo.

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28
Q

Perché le vacche in lattazione sono più efficienti nell’utilizzo dell’energia rispetto alle vacche asciutte?

A

Le vacche in lattazione sono più efficienti nell’utilizzo dell’energia perché depositano energia non solo nel tessuto adiposo ma anche nel latte. Circa il 62% dell’energia assorbita viene utilizzata per la produzione di latte. La costruzione del tessuto adiposo richiede molta più energia rispetto alla produzione di latte.

29
Q

Perché i ruminanti sono meno efficienti nell’uso dell’energia rispetto ai monogastrici?

A

I ruminanti sono meno efficienti nell’uso dell’energia rispetto ai monogastrici perché perdono molta energia digeribile sotto forma di metano (circa l’8%) e hanno un maggiore calore di fermentazione. Gli alimenti fibrosi, inoltre, producono più calore di fermentazione e l’energia viene fornita principalmente dagli acidi grassi volatili piuttosto che dal glucosio, richiedendo più energia per il lavoro di digestione.

30
Q

Qual è il valore energetico espresso in UFL e UFC secondo il metodo francese?

A

Il valore energetico espresso in UFL (unità foraggiera latte) e UFC (unità foraggiera carne) secondo il metodo francese è il seguente:

UFL: Rappresenta la quantità di energia netta apportata da 1 kg di orzo di riferimento per le bovine in lattazione, fissata a 1700 kcal.
UFC: Rappresenta la quantità di energia netta apportata da 1 kg di orzo di riferimento standard per bovini all’ingrasso, alimentati a un livello di produzione pari a 1,5, fissata a 1820 kcal.

31
Q

Qual è la differenza tra fame, sazietà e appetito?

A

Fame: È un bisogno fisiologico in difesa delle necessità dei tessuti, che si manifesta anche come assenza di sazietà. Stimoli positivi della fame includono il freddo e il picco negativo della glicemia.
Sazietà: È un insieme di segnali di prevenzione contro un sovraccarico di nutrienti che indica la fine del pasto.
Appetito: È il desiderio di ripetere una piacevole esperienza, oltre le necessità fisiologiche, ed è legato a preferenze, avversioni e rifiuto appreso.

32
Q

Come influenzano i recettori del gusto il consumo volontario di alimento?

A

I recettori del gusto distribuiti in tutto il tratto gastrointestinale regolano l’assorbimento dei nutrienti e contribuiscono al senso di sazietà.

33
Q

Quali sono le tre principali teorie di regolazione dell’ingestione a breve, medio e lungo termine?

A

Regolazione a breve termine: Mira a controllare il flusso nei diversi tratti del digerente per ottimizzare la digestione e la cessazione del singolo pasto.
Regolazione nell’arco di un giorno: Determina l’insorgenza dei vari pasti per soddisfare i fabbisogni energetici basati sullo stato fisiologico attuale.
Regolazione a lungo termine: È legata allo stato nutrizionale dell’animale e meno chiarita rispetto alle altre due regolazioni.

34
Q

Qual è il fattore predominante per la regolazione dell’ingestione a breve termine?

A

Il fattore predominante per la regolazione dell’ingestione a breve termine è la capacità massima di dissipare calore, con i termocettori che contribuiscono a questa regolazione.

35
Q

Quali fattori influenzano il comportamento alimentare?

A

Fattori che influenzano il comportamento alimentare includono appetito, stato sanitario, genotipo, sesso, ambiente, comportamento e stress.

36
Q

Come i monogastrici compensano una minore concentrazione energetica nell’alimento?

A

I monogastrici, entro un range abbastanza ampio, sono in grado di compensare una minore concentrazione energetica aumentando il consumo di alimento.

37
Q

Quali sono i principali meccanismi di regolazione dell’ingestione nei ruminanti?

A

I ruminanti regolano l’ingestione attraverso una complessa combinazione di limitazioni fisiche, controllo fisiologico e fattori psicogenici. Le limitazioni fisiche includono la distensione del rumine, i sensori di tensione, la concentrazione di fibra detergente neutra (NDF) e il tasso di ingestione. Il controllo fisiologico è esercitato dall’ipotalamo che regola fame e sazietà, oltre all’osmolarità del fluido nel rumine e reticolo, al calo del pH nel rumine (circa 5-5,5), e all’aumento dell’assorbimento di acetato e propionato che raggiungono il fegato. I fattori psicogenici come il comportamento della mandria, la palatabilità del cibo, lo stress ambientale e l’estro influenzano ulteriormente l’ingestione.

38
Q

Qual è il ruolo dell’ipotalamo nella regolazione dell’ingestione nei ruminanti?

A

L’ipotalamo svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’ingestione nei ruminanti, controllando la fame e la sazietà in risposta a segnali fisiologici e metabolicamente rilevanti come l’osmolarità nel rumine, il pH, e l’assorbimento di acetato e propionato che influenzano la glicemia e il metabolismo energetico.

39
Q

Come influenzano i fattori psicogenici l’ingestione negli animali ruminanti?

A

I fattori psicogenici come il comportamento della mandria, la palatabilità del cibo, lo stress ambientale e l’estro possono influenzare l’ingestione negli animali ruminanti. Questi fattori possono modificare le preferenze alimentari e il comportamento di consumo, influenzando così la quantità e il tipo di cibo consumato.

40
Q

Quali sono le limitazioni fisiche che regolano l’ingestione nei ruminanti?

A

Le limitazioni fisiche che regolano l’ingestione nei ruminanti includono la distensione del rumine, i sensori di tensione che monitorano la capacità dello stomaco, la concentrazione di fibra detergente neutra (NDF) nel cibo che influisce sulla velocità di passaggio e la capacità di ingestione, e il tasso di ingestione che può essere influenzato dalle caratteristiche fisiche dell’alimento stesso.

41
Q

Qual è l’importanza del pH nel rumine (5-5,5) nella regolazione dell’ingestione nei ruminanti?

A

Il pH nel rumine (circa 5-5,5) è critico nella regolazione dell’ingestione nei ruminanti perché influisce sull’attività dei microorganismi che fermentano il cibo. Cambiamenti nel pH possono alterare la fermentazione, la produzione di gas e la digestione, influenzando così il senso di sazietà e l’ingestione di cibo da parte dell’animale.

42
Q

Quali sono le principali categorie di sostanze anti-nutrizionali presenti negli alimenti di uso zootecnico e come influenzano gli animali?

A

Le sostanze anti-nutrizionali presenti negli alimenti di uso zootecnico possono essere suddivise in sostanze endogene (come lectine, glucosidi, alcaloidi, tannini) e esogene (batteri, funghi, micotossine). Queste sostanze possono compromettere la crescita, l’efficienza alimentare e la salute degli animali interferendo con la digestione, l’assorbimento di nutrienti e l’equilibrio ormonale.

43
Q

Qual è l’importanza degli additivi per i mangimi composti nell’allevamento zootecnico?

A

Gli additivi per i mangimi composti giocano un ruolo fondamentale nell’allevamento zootecnico migliorando le caratteristiche dei mangimi, influenzando positivamente la produzione animale e il benessere degli animali, soddisfacendo le esigenze nutrizionali, e mitigando gli impatti ambientali. Inoltre, possono avere effetti coccidiostatici o istomonostatici, controllando specifiche infezioni parassitarie.

44
Q

Quali sono le principali categorie di additivi per mangimi e quali funzioni svolgono?

A

Le categorie di additivi per mangimi includono tecnologici (per scopi tecnologici), organolettici (migliorano le proprietà organolettiche dei mangimi), nutrizionali (vitamine, minerali, aminoacidi), e zootecnici (promotori della digestione, stabilizzatori della flora intestinale, sostanze per l’ambiente, coccidiostatici/istomonostatici). Ognuna di queste categorie svolge funzioni specifiche per migliorare la qualità del mangime e l’efficienza produttiva degli animali.

45
Q

Come gli additivi zootecnici influenzano positivamente i parametri produttivi degli animali?

A

Gli additivi zootecnici influenzano positivamente i parametri produttivi degli animali attraverso diversi meccanismi, come l’aumento della digeribilità della dieta, il miglioramento della salute intestinale tramite stabilizzazione della flora intestinale, e il controllo delle infezioni parassitarie specifiche come coccidiostatici e istomonostatici. Questi contribuiscono a una migliore performance degli animali e al miglioramento delle loro condizioni di benessere.

46
Q

Quali sono gli effetti delle sostanze anti-nutrizionali sul metabolismo degli animali monogastrici e ruminanti?

A

Le sostanze anti-nutrizionali possono avere effetti significativi sul metabolismo degli animali monogastrici e ruminanti. Nei monogastrici, queste sostanze possono bloccare l’attività degli enzimi digestivi, interferire con l’assorbimento di nutrienti e causare problemi di salute. Nei ruminanti, il rumine svolge un ruolo importante nel neutralizzare molti di questi composti tossici, ma alcune sostanze possono comunque influenzare la fermentazione e l’equilibrio microbico nel rumine.

47
Q

Perché l’Unione Europea ha vietato l’uso degli antibiotici promotori di crescita negli animali destinati alla produzione alimentare?

A

L’Unione Europea ha vietato gli antibiotici promotori di crescita per ridurre il rischio di comparsa di ceppi batterici antibiotico-resistenti, evitare residui negli alimenti che potrebbero causare reazioni allergiche nei consumatori e migliorare l’immagine dei prodotti di origine animale.

48
Q

Quali sono gli effetti degli antibiotici promotori di crescita quando utilizzati a scopo sub-terapeutico negli animali?

A

Gli antibiotici promotori di crescita contribuiscono a ridurre il totale di batteri nel digerente degli animali e la loro variabilità. Inoltre, riducono i costi energetici della risposta immunitaria, potenzialmente diminuendo l’incidenza di patologie, migliorando l’omogeneità degli animali al macello e ottimizzando l’indice di conversione e la crescita.

49
Q

Qual è il ruolo degli acidi organici come alternative agli antibiotici promotori di crescita negli alimenti per animali?

A

Gli acidi organici, prodotti naturalmente da batteri benefici nel digerente e presenti in vari alimenti vegetali, sono utilizzati per migliorare la conservabilità degli alimenti grazie alla loro azione antibatterica. Essi penetrano nei microbi intestinali, riducono la sintesi proteica batterica e migliorano la disponibilità di nutrienti per gli animali, sebbene il loro effetto possa variare a causa del potere tampone degli alimenti e della diversità della microflora intestinale di base.

50
Q

Qual è l’obiettivo principale nell’utilizzo dei probiotici negli animali da allevamento?

A

L’uso dei probiotici mira a modificare positivamente la composizione del microbiota intestinale degli animali, favorendo una rapida maturazione della mucosa digestiva, stabilizzando una comunità batterica equilibrata, e influenzando la microflora nel più breve tempo possibile.

51
Q

Quali sono i requisiti fondamentali che un probiotico deve soddisfare per essere efficace?

A

Un probiotico deve essere non mutante, non tossico né patogeno per gli uomini e gli animali. Deve essere resistente agli agenti ambientali e tecnologici, così come agli ambienti acidi dello stomaco e alla bile. Deve essere in grado di stabilirsi efficacemente nel tratto digestivo, inibire la crescita di germi patogeni e indesiderati, e possibilmente produrre vitamine, enzimi, stimolare l’immunità locale e generale.

52
Q

Perché l’efficacia dei probiotici può essere ridotta in campo?

A

L’efficacia dei probiotici può diminuire a causa di una microflora intestinale già stabilizzata, una quantità insufficiente di cellule probiotiche, la presenza di inibitori, substrati di fermentazione inadeguati, il probiotico che sostituisce altri commensali benefici, e la competizione con patogeni fortemente adattati.

53
Q

Qual è il ruolo dei prebiotici nell’alimentazione degli animali domestici?

A

I prebiotici, come polisaccaridi (come insulina e pectina), oligosaccaridi, disaccaridi o monosaccaridi, sono fonti di carboidrati non digeribili dagli enzimi intestinali dei monogastrici. Essi forniscono una fonte di energia selettiva per la microflora intestinale dell’animale, stimolando selettivamente ceppi microbici benefici come i batteri lattici e i bifidobatteri. Ciò può portare a una riduzione del pH intestinale e un aumento della produzione di gas, con conseguente minore presenza di batteri patogeni.

54
Q

Quali sono gli effetti degli estratti vegetali e oli essenziali utilizzati come additivi negli alimenti per animali?

A

Gli estratti vegetali e gli oli essenziali migliorano l’appetibilità della dieta grazie al loro effetto aromatizzante. Stimolano la liberazione di enzimi digestivi e bile, favorendo così una migliore digestione attraverso la stimolazione della muscolatura liscia di stomaco e intestino. Posseggono anche effetti antiossidanti e antibatterici, dimostrati in vitro.

55
Q

Quali sono i limiti degli estratti vegetali e oli essenziali come additivi nella dieta animale?

A

Alcuni estratti vegetali e oli essenziali possono essere rapidamente degradati nello stomaco o assorbiti nel sangue e nelle urine, limitando la loro efficacia nel tratto gastrointestinale. Gli effetti sistemici e metabolici di questi composti devono essere ancora completamente studiati per valutarne l’impatto complessivo.

56
Q

Qual è il ruolo degli enzimi aggiunti nella dieta degli animali?

A

Gli enzimi sono aggiunti per completare l’azione degli enzimi endogeni quando questi sono insufficienti. Essi aiutano a digerire carboidrati complessi che non possono essere digeriti dagli enzimi dell’ospite, così come altri complessi non digeribili. Enzimi come l’amilasi, la proteasi e la lipasi sono cruciali per migliorare l’efficienza digestiva e l’assimilazione dei nutrienti negli animali.

57
Q

Perché è importante trattare le materie prime alimentari per gli animali?

A

Trattare le materie prime alimentari per gli animali è cruciale per diversi motivi:

Aumentare l’efficienza d’utilizzazione: Variare la velocità di passaggio, migliorare la digestione aumentando la superficie per l’attacco enzimatico/batterico, sfruttare la gelatinizzazione dell’amido e modificare l’attacco ruminale sono strategie per massimizzare l’assimilazione dei nutrienti.
Migliorare la gestione: Ridurre la dimensione dei foraggi ingombranti, migliorare la miscelabilità e soddisfare le esigenze del consumatore.
Migliorare la qualità igienica: Trattamenti come la termizzazione possono migliorare la sicurezza igienica eliminando patogeni.

58
Q

Quali sono i metodi utilizzati per trattare gli alimenti singoli o in miscela per gli animali?

A

Gli alimenti singoli o in miscela per gli animali vengono trattati attraverso una combinazione di diversi metodi:

Fenomeni biologici: Come le fermentazioni che migliorano la digeribilità e la conservazione.
Fisici: Trattamenti idrotermomeccanici che possono includere triturazione, riscaldamento, pressatura per migliorare la struttura e la digeribilità.
Talvolta chimici: Utilizzo di agenti chimici per stabilizzare o preservare gli alimenti.

59
Q

Qual è l’importanza della macinazione degli alimenti nella zootecnica?

A

La macinazione degli alimenti è cruciale perché:

Assicura una digestione appropriata aumentando la superficie d’attacco per l’azione enzimatica.
Impedisce il passaggio della granella intera nel digerente, migliorando l’efficienza di utilizzazione dei nutrienti.
Assicura la miscelabilità con altri alimenti, facilitando la preparazione delle diete animali.
Garantisce la distruzione dei semi infestanti e migliora l’efficienza di trattamenti successivi come la compressione e l’estrusione.
Deve evitare una granulometria troppo fine per prevenire problemi respiratori come la polmonite e garantire che il cibo possa galleggiare, ad esempio nelle pratiche di acquacoltura.

60
Q

Qual è il principale tipo di mulino utilizzato nei mangimifici zootecnici e come funziona?

A

Il mulino a martelli è il tipo più comune nei mangimifici zootecnici. Funziona per percussione: martelli montati su un asse centrale colpiscono e frantumano le granelle di materia prima. La dimensione delle particelle del mangime è controllata tramite l’uso di diverse griglie. Tuttavia, è difficile macinare materie prime con alto contenuto di grasso poiché l’olio può scogliersi e impaccarsi sul mulino, mentre materiali fibrosi come erba e fieno non possono essere efficacemente macinati a causa della loro matrice fibrosa.

61
Q

Quali sono i potenziali problemi associati all’uso del mulino a martelli nei mangimifici zootecnici?

A

Alcuni dei potenziali problemi includono l’usura dei martelli, specialmente quando la materia prima è contaminata da pezzi di ferro o altri materiali duri. Il mulino è rumoroso e produce un mangime piuttosto disomogeneo e polveroso. Inoltre, la griglia del mulino può sviluppare buchi e i giri per minuto potrebbero essere troppo bassi per una lavorazione efficiente.

62
Q

Quali sono i vantaggi nell’utilizzare un mulino a martelli nei mangimifici zootecnici?

A

Tra i vantaggi ci sono la capacità di lavorare su una vasta gamma di alimenti diversi e la possibilità di ottenere una granulometria variabile. Inoltre, le operazioni di macinazione sono relativamente semplici da eseguire.

63
Q

Che cosa si intende per granulometria nel contesto della produzione di mangimi?

A

La granulometria si riferisce alla dimensione delle particelle del mangime. È importante per garantire una presentazione costante del prodotto finito e per controllare la produzione di polvere, che può influenzare l’assimilazione e il consumo del mangime da parte degli animali.

64
Q

Qual è la funzione principale della miscelazione nei processi di produzione di mangimi?

A

La miscelazione è essenziale per assicurare che tutti i componenti dei mangimi, precedentemente dosati, siano mescolati in modo omogeneo ed efficace. Questo garantisce una distribuzione uniforme dei nutrienti e degli additivi nel mangime finito.

65
Q

Qual è la differenza tra un sistema a carichi successivi e un sistema continuo nella preparazione dei mangimi?

A

Nel sistema a carichi successivi, i vari ingredienti vengono aggiunti al miscelatore uno alla volta e miscelati dopo essere stati dosati completamente. In un sistema continuo, invece, gli ingredienti vengono dosati singolarmente direttamente nel miscelatore in corrente continua, garantendo una miscelazione continua senza interruzioni.

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Q

Cosa comporta il processo di pellettatura nel contesto della produzione di mangimi?

A

La pellettatura trasforma il mangime da una forma di farina in cilindretti compatti mediante l’uso di pressione, calore e umidità controllata. Questo processo migliora la conservazione del mangime, riduce il volume e previene la demiscelazione e lo spreco in mangiatoia.

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Q

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo della pellettatura nella produzione di mangimi per animali?

A

I vantaggi includono una migliore conservazione del mangime, minore produzione di polvere, eliminazione del rischio di demiscelazione e possibilità di migliorare l’efficienza alimentare attraverso una riduzione dell’alimentazione selettiva da parte degli animali.

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A