7) Torquato Tasso Flashcards

1
Q

vita:

A

Il secondo Rinascimento si presenta come un’epoca di crisi per la società e la cultura italiana. La società rinascimentale delle corti, giunta al suo massimo splendore, è già in decadenza.Torquato Tasso dunque si presenta come l’interprete di questa crisi sociale e culturale.

Nasce a Sorrento nel 1544.
Fin dall’infanzia deve affrontare diverse difficoltà e cambiamenti: il padre, al servizio del principe di Salerno, alla caduta di questo viene proclamato ribelle e il suo patrimonio sequestrato.
Torquato nel 1552 si trova a Napoli con la madre e frequenta la scuola gesuita. Torquato pochi anni dopo raggiunge il padre, che vive a Roma poveramente. La madre muore nel 1556. L’anno successivo il padre Bernardo Tasso diventa poeta ufficiale della corte di Urbino, dove si trasferisce con il figlio. Il tempo trascorso con il padre è altamente formativo dal punto di vista culturale per il giovane Torquato.

Continuano le sue peregrinazioni da Urbino a Venezia, poi a Padova, e infine a Bologna, e Tasso aspira alla vita dell’intellettuale di corte. Desiderio che si avvera a Ferrara, dove dal 1565 al 1572 è al servizio del cardinale Luigi d’Este e successivamente di Alfonso d’Este.

Fra le rime giovanili appartengono i 13 sonetti contenuti all’interno della antologia intitolata di rime di diversi poeti toscani.
Successivamente verranno inseriti 42 testi all’interno delle rime degli accademici eterei. Il modello è Giovanni Della Casa

Proprio in questo periodo Tasso, che vive momenti di serenità e benessere, realizza le sue opere più importanti: nel 1573 pubblica la commedia pastorale Aminta in endecasillabi e settenari e nel 1574 completa il poema Gerusalemme liberata, che però farà revisionare svariate volte prima della pubblicazione (non controllata/autorizzata dall’autore).
Ma nel 1579, dopo un periodo di viaggi in giro per l’Italia dovuti anche ad alcuni problemi della psiche di Tasso, del suo fragile equilibrio che lo porta a entrare in conflitto anche con i Signori, i protettori che sono in difficoltà in questo rapporto, e viene costretto al ricovero nell’ospedale psichiatrico di Sant’Anna, dopo aver dato in escandescenze alle nozze di Alfonso II.

Verso il 1575 lo stesso Tasso si sottopone alla cosiddetta Revisione Romana, cioè Tasso decide di dare in lettura a un gruppo di esperti a Roma e coordinati da Scipione Gonzaga, i canti della Liberata.
Quello che doveva essere un momento di rapido confronto divenne ben presto, anche a causa del numero delle censure e delle obiezioni mosse dai revisori, un momento di stasi che obbligò Tasso a rivedere larghe parti del poema.
Un così ampio fronte di critiche anche in virtù di un progressivo manifestarsi di segni di irrequietezza del poeta per le condizioni di vita presso la corte Ferrarese, finisce per arrestare il cantiere della liberata.

Solo nel 1581, mentre era ricoverato, avviene la pubblicazione del poema Gerusalemme liberata. Ma la diffusione dell’opera sfugge al controllo del poeta: inizialmente viene pubblicata con il titolo di Goffredo e in seguito con il titolo Gerusalemme liberata. Tasso è molto scontento di questo avvenimento perché sente di aver perso il controllo della sua opera e ricomincia un’epoca di peregrinazioni: per un periodo è a Mantova alla corte dei Gonzaga dove lo accoglie Vincenzo Gonzaga, ma poi si allontana anche da lì e negli ultimi anni della sua vita vive una sorta di riavvicinamento o immersione più profonda nella vita religiosa, nel senso religioso.
Non a caso, a questi anni risale la revisione del poema che Tasso riscrive secondo i princìpi della Controriforma e che riceve un nuovo titolo, quello dell’autore: La Gerusalemme conquistata.

Nella carriera di Torquato Tasso sono presenti due fasi significativamente diverse:
da una prima fase, nella quale Torquato pensa a una letteratura che, attraverso il velo seducente della finzione coinvolga ed educhi elettori, si passa a una seconda fase in cui persegue l’obiettivo di una letteratura che ambisce a farsi espressioni diretta della verità filosofica.
Ne consegue anche l’identificazione di un diverso tipo di lettore: nel primo periodo vi è un atteggiamento inclusivo, poiché Tasso si rivolge idealmente al più ampio pubblico possibile da educare attraverso il diletto; nel secondo invece diventa esclusivo perchè ritaglia in senso elitario il destinatario ideale presupponendo un notevole cultura filosofica e teologica.

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2
Q

introduzione alla Gerusalemme Liberata:

A

L’Orlando Furioso divenne best seller nel momento della sua pubblicazione, e ciò generò una rivoluzione all’interno del panorama letterario per il semplice fatto che il poema non rispettava le regole dell‘Ars Poetica di Orazio o le unità di Aristotele.
Per questo motivo, dopo il Furioso si assiste a una ricca pubblicazione di romanzi epici (ex. quelllo di Trissino, quelli di Tasso, come l’abbozzo epico ‘Gierusalemme’ e un poema sulla scia ariostesca ‘Rinaldo’).
Solo successivamente arrivà la Gerusalemme Liberata.
* Composto per la maggior parte nel periodo veneziano, sotto l’influenza dell’Amadigi di Bernardo, stampato a Venezia.
* Legame con la cronaca vicina (il pericolo saraceno, le scorribande dei turchi che minacciarono molto da vicino Sorrento e la sorella Cornelia, molto avvertite in una città come Venezia.
* Influsso di Danese Cataneo, nel cenacolo veneziano autore del poema L’amor di Marfisa, edito nel 1562, e in seguito di un poema celebrativo della vittoria di Lepanto);

Compone l’opera ‘discorsi sull’arte poetica’, in cui propone il non basare le opere su incantesimi, scudi volanti e anelli magici, ma su un argomento storico e sacro non troppo lontano dalla contemporaneità, pe garantire al poeta la libertà di invenzione necessaria senza snaturare i fatti o renderli inverosimili.
Propone inoltre una unità mista, cioè un poema fondato su un’azione principale ma vivacizzato da numerosi episodi o regressioni. Ciò verrà messo in pratica nella Liberata (dalle sue lettere sappiamo che inizialmente era indeciso se basarsi sulla guerra contro i Goti, sulle vicende di Carlo Magno o sulla prima crociata).
Lo stile più adeguato secondo Tasso a un poema è quello magnifico, con il quale il poeta si prefigge lo scopo di coinvolgere il lettore nello spettacolo emotivo e passionale narrato.

La Gerusalemme liberata è un poema epico-eroico in ottave composte da endecasillabi (rima alternata per i primi 6 versi, rima baciata per gli ultimi due), composto da 20 canti scritto da Torquato Tasso nel periodo anteriore al 1575 e riguardante la presa del Santo Sepolcro ad opera dei cristiani durante la prima Crociata del 1096-1099.

L’opera, che inizialmente prevedeva il titolo Goffredo (=capitano dei cristiani), è frutto di un lungo lavoro di revisione da parte dell’autore e venne pubblicata in varie edizioni non autorizzate, nel corso della sua prigionia all’ospedale di Sant’Anna (il titolo con cui è noto il poema non è probabilmente d’autore).

La vicenda racconta l’ultimo anno di permanenza dei crociati in Terrasanta e l’assedio finale alla città di Gerusalemme, che si conclude con la conquista del Sepolcro ad opera di Goffredo di Buglione, designato quale capitano delle forze cristiane; il genere letterario è affine a quello del poema epico-cavalleresco dei secc. 15-16, pur con alcune novità.

L’opera circolava negli ambienti della corte estense di Ferrara prima della sua pubblicazione e riscosse notevole successo, ma subì alcune pesanti critiche per gli elementi di novità e per lo spazio agli idilli amorosi contenuti nella trama, che spinsero l’autore a sottoporre il lavoro all’esame dell’Inquisizione.

In seguito alla sua liberazione da Sant’Anna infatti il Tasso non riconobbe il poema quale era stato pubblicato e iniziò a riscriverlo da capo, stampandolo nel 1593 (due anni prima della morte) col titolo di Gerusalemme conquistata e realizzando un’opera profondamente diversa dal capolavoro, dalla trama rimaneggiata e con notevoli modifiche. La Conquistata riscosse minori consensi rispetto alla Liberata ed è questo il motivo per cui oggi il primo poema viene considerato l’assoluto capolavoro di Tasso e della poesia dell’età della Controriforma.

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3
Q

trama della Gerusalemme Liberata:

A

La Gerusalemme liberata racconta le vicende dell’ultimo anno della prima Crociata del 1096-1099, che portò all’assedio e alla conquista del Santo Sepolcro, anche se Tasso modificò in parte la realtà storica immaginando che i Crociati fossero presenti in Terrasanta da 6 anni: all’inizio del poema l’arcangelo Gabriele si manifesta a Goffredo di Buglione comunicandogli la decisione divina di assegnare a lui il comando delle operazioni militari, cosa che il guerriero accetta diventando il “capitano” dell’impresa che alla fine risulterà vittoriosa. Le forze infernali tentano, senza successo, di ostacolare l’assedio spargendo discordie nel campo cristiano e distogliendo i Crociati dal loro dovere con lusinghe di vario tipo (specialmente amorose), anche se alla fine Goffredo saprà riportare i suoi “compagni erranti” sulla retta via e assicurare il buon esito della guerra con la vittoria finale (tutti questi elementi sono già presenti nell’ottava proemiale, che anticipa la conclusione dell’opera e i ruoli giocati dai personaggi del poema.

Tasso però non riserva solo a Goffredo (incarnazione del cavaliere pio e cristiano) il ruolo di protagonista, poichè desidera rendere l’azione dei cristiani corale. L’azione di Goffredo è affiancata da quella di Rinaldo, che non è altro che un aspirante Goffredo.

  • Rinaldo: È il più giovane e il più valoroso dei guerrieri crociati, uno dei personaggi principali del campo cristiano e anche colui che dà l’apporto decisivo per la conclusione della guerra: frutto dell’invenzione del poeta, Rinaldo è anche il personaggio legato al tema encomiastico della Liberata, poiché viene rivelato che da lui avrà origine la discendenza degli Este, in modo analogo a Ruggiero nell’Innamorato e nel Furioso.
    Nella storia riesce a liberare i guerrieri fatti prigionieri dalla maga Armida (mandata dal ‘male’) che lo attira in un tranello per vendicarsi, ma poi la donna si innamora di lui e lo lega a sé con un sortilegio.
    inché è richiamato ai suoi doveri militari e rinsavisce, lasciando la donna e tornando a Gerusalemme (dove, dopo una purificazione spirituale sul monte Oliveto, si riconcilia con Goffredo).
    Il suo personaggio è modellato in parte su quello di Achille e su quello di Orlando.
    Nel corso del poema Rinaldo attraversa le fasi di una sorta di romanzo di formazione per divanire un perfetto cavaliere, con il passaggio da un indisciplinato e incontenibile amore per la gloria personale ha una comprensione del significato più profondo, collettivo e sacro, della sua missione.
  • Tancredi: ispirato al personaggio storico di Tancredi d’Altavilla (1072-1112) che realmente prese parte alla prima Crociata e fu tra gli espugnatori di Antiochia, è uno dei Crociati più valorosi che tuttavia, a differenza di Goffredo e Rinaldo, si lascia distogliere dai suoi doveri militari a causa dell’infelice amore per la guerriera pagana Clorinda, che ha incontrato casualmente a una fonte e che non ricambia i suoi sentimenti. Tancredi è un personaggio tormentato e malinconico, prigioniero di unamore impossibile.
    In seguito affronterà Clorinda in un drammatico duello notturno senza sapere che si tratta di lei e la ucciderà, dandole il battesimo dopo che lei, morente, si è convertita alla fede cristiana.
    La figura di Tancredi esprime la debolezza umana di fronte agli allettamenti amorosi e, a differenza di Rinaldo, il guerriero non riesce a dominare i suoi sentimenti, incarnando una figura tragica e solitaria che vive i momenti più intensi e lirici del poema (specie nell’episodio del duello con Clorinda).
  • Clorinda: È una bellissima guerriera pagana che combatte con i difensori di Gerusalemme, contraddistinta da un’armatura bianca con un’insegna che rappresenta una tigre: è totalmente votata al dovere militare e del tutto insensibile ai richiami amorosi
    Clorinda ha un ruolo determinante nel rallentare le operazioni militari dei Crociati, sia direttamente attraverso la distruzione della torre d’assedio compiuta con Argante, sia indirettamente con il suo ricordo lacerante che impedisce a Tancredi di fare il proprio dovere e contribuire alla vittoria finale dei cristiani.
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4
Q

differenze Orlando Furioso e Gerusalemme Liberata:

A
  • orlando furioso: poema epico-cavalleresco (dove: epico = narra le imprese di un eroe o di un popolo)
  • gerusalemme liberata: poema epico-eroico
  • poema epico eroico: Il tema principale del poema eroico è quello religioso: celebrazione della vittoria dei cristiani nella Prima Crociata. Il fine dell’opera è EDIFICANTE; deve cioè mostrare la gloria di una vittoria del Bene sul Male
  • poema epico-cavalleresco: I temi principali sono amore, avventura, guerra, motivo encomiastico. Viene abbandonata la serietà con cui era inteso tradizionalmente il mondo della cavalleria.
  • Ariosto: si ha una definizione piuttosto semplificata dei caratteri psicologici dei vari personaggi.
  • Tasso: analizza in modo più approfondito la psicologia dei personaggi. Crea caratteri tormentati, segnati dal turbamento, dal desiderio e dall’infelicità, dall’incertezza tra dovere cristiano ed affetti dell’animo. Le attese amorose non sono però soddisfatte e spesso la conclusione delle vicende è tragica.
  • Ariosto produce nel pieno dell’età rinascimentale. La corte ferrarese è libera. La cultura è quella umanistica. Egli non subisce alcun condizionamento da parte della Chiesa romana. Vive con maggiore distacco ed ironia e con sostanziale serenità il lento declino dei valori cavallereschi. Li interpreta con forte relativismo, come metafore della condizione umana.
  • Tasso vive nell’età della Controriforma alla riforma di Lutero, segnata dalla censura ecclesiastica e dal controllo ideologico e culturale della Chiesa romana. Ferrara è una corte meno libera in quanto è condizionata dalla politica della Spagna e da quella della Chiesa.
  • In Ariosto il narratore è quasi un personaggio del poema, avendo una presenza plateale
  • Tasso si dimostra all’indicazione di Aristotele, poichè non vi è un intervento esplicito del narratore.
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5
Q

struttura della Gerusalemme Liberata:

A
  • decide di scandire il racconto in modo da conferirgli una curvatura drammatica dell’azione, rispettando l’idea di Aristotele di racconto articolato in introduzione, turbazione, rivolgimento e fine.
  • alle fondamenta dell’intero racconto vi è l’opposizione fra Cielo e Inferno, cioè fra Bene e Male.
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6
Q

stile e tecniche narrative:

A
  • Tasso desidera proporre un poema epico capace sia di rispettare i principi aristotelici e sia di risultare moderno
  • Tasso si dimostra all’indicazione di Aristotele, poichè non vi è un intervento esplicito del narratore.
  • la ‘messa a fuoco’ dell’azione: al lettore viene offerto prima un quadro sfocato , pe poi, attraverso racconti retrospettivi, informarlo sulle origini di quei sentimenti (ex. Tancredi, il cui amore segreto per Clorinda viene svelato in forma generica già nelle prime ottave del poema, per essere definito con maggiore precisione nel corso del racconto).
  • il ricorso all’evidenza: modalità di rappresentazione che deve dare forza visiva all’oggetto del racconto (ex. le scene di guerra)
  • sul fronte lessicale: latinismi, arcaismi. sul fronte sintattico: inversioni, dislocazioni.
  • la suspense tassiana
  • il bifrontismo: l’amore è contristato dalla corresponsione negata e soprattutto dai presagi funesti ; l’idea stessa della vita, infine, è ovunque associata a quella della morte ;
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7
Q

modelli:

A
  • Eneide
  • l’epica latina (Silio Italico, Stazio, Lucano)
  • l’Iliade (Rinaldo e Goffredo = Achille e Agamennone)
  • Trissino
  • Omero
  • Dante (per gli episodi narrativi)
  • Petrarca
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8
Q

proemio + canto 1:

A
  • introduzione all’argomento del poema, temi
  • canto alla Musa ( = Spirito Santo)
  • dedica dell’opera, Alfonso 2° d’Este (Tasso auspica a un’altra crociata per prendere Gerusalemme, guidata da Alfonso)
  • Dio che fra l’accampamento dei soldati cristiani, ormai prossimi a Gerusalemme, sceglie il capitano (Goffredo) e manda l’arcangelo Gabriele a riferirglielo in sogno.
  • il giorno dopo l’esercito sfila in rassegna ; Tasso ci presenta i personaggi principali e anticipa alcune delle vicende che si svilupperanno successivamente (Ex. l’amore segreto di Tancredi, Rinaldo, giovane potente ma ancora incapace di controllarsi)
  • il giorno dopo ancora: l’esercito parte per Gerusalemme, senza non aver prima mandato un messaggero presso la corte greca e chiedere l’aiuto del principe Sveno, che fornirà soccorso alle forze cristiane.
  • descrizione di ciò che accade in terra Santa. Il re Aladino all’inizio per la paura vorrebbe reagire subito contro i cristiani e annientarli, poi però decide di essere più cauto.
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9
Q

canto 12:

A
  • è notte: Clorinda pensa di avere una posizione marginale nella guerra contro i cristiani, e decide di incendiare la macchina da guerra che i cristiani non erano riusciti a portare nel loro accampamento
  • Argante, pur contro la volontà di lei, decide di accompagnarla
  • anche Simeone vorrebbe, invidioso della gloria, ma Aladino gli ordina di restare dentro le mura per non lasciare la città priva di guerrieri per difenderla.
  • mentre Clorinda mette una diversa armatura dalla sua solita (nera), suo padre Arsete le confessa le sue origini cristiane (Clorinda è infatti in realtà figlia della regina di Etiopia, cristiana. Essendo Clorinda nata di carnagione bianca, e il re di Etiopia molto geloso, la regina la affida al servo (Arsete). Arsete scappa nel suo paese, Gerusalemme.)
  • i due guerrieri danno fuoco alla torre
  • Argante riesce a rientrare
  • Clorinda resta fuori
  • tenta di entrare da una porta secondaria ma viene seguita da Tancredi
  • duello dei due
  • alla fine lei capisce di star per morire e chiede di poter essere battezzata alla luce della scoperta delle sue origini
  • nel toglierle l’elmo Tancredi la riconosce e piange
  • Clorinda appare in sogno a Tancredi come in paradiso, e lui abbandona così i pensieri suicidi
  • a Gerusalemme vi è la disperazione per la morte di Clorinda (Argante, Arsete, le donne)
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10
Q

la personalità di Tasso:

A

Egli sarà molto amato dai romantici per via del suo ‘genio tormentato’.
È attraverso:
* le sue lettere (L’epistolario di Tasso è fortemente autobiografico, quindi differente da quello di Ariosto.)
* la ‘Vita’ scritta di Gian Battista Manso (personaggio dialogante del dialogo “Il Manso. Ovvero dell’amicizia”.) che veniamo a conoscenza della sua vita e delle visioni, che vanno ad influenzare anche la sua opera “la Gerusalemme liberata”.

Quest’ultima è stata molte volte rivista e rielaborata da Tasso, per via sia della sua patologia che per la paura per l’inquisizione e la volontà di consolidare la sua posizione di cortigiano e non venir rifiutato dalla Corte.

Manso scrive che Tasso “per soverchio di malinconia s’infermasse […]” e “in brieve la malinconia trapassò a delirio”; = ipocondria

Agli accessi di furore malinconico si ricondussero i comportamenti patologici comportamenti difficili del poeta negli anni 1577-79: i sintomi della malinconia che vengono descritti accuratamente nelle lettere da Sant’Anna (Ferrara) (la perdita della
memoria
, che in gioventù era prodigiosa), ma a questo tema Tasso dedica anche particolari letture (dai Problemata di Aristotele, alla la tradizione neoplatonica e ficiniana ma anche testi francesi di Symphorien Champier di primo Cinquecento che leggeva nella malinconia i segini di un ingenium fuori dal comune).

Nel 1589, scrivendo ad Antonio Costantini dà conto della sua intenzione di un progetto globale della pubblicazione delle sue opere:
«Vorrei che le rime e le prose fossero stampate separatamente in bellissima stampa, in foglio, o almeno in quarto; e che l’une e l’altre fossero distinte in tre volumi: quelle, d’amori, e di lodi, e di composizioni sacre o spirituali, che vogliamo chiamarle; queste di lettere, di dialogi, e di discorsi.
Ma le rime sono ricopiate per la maggior parte; le prose sono a pessimo termine»>.

Tale progetto sfuma per lasciare il posto ad altre urgenze della scrittura di Tasso (la riscrittura della Conquistata, il Mondo creato, l’ordinamento delle Rime.)

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11
Q

La biblioteca di Tasso (i postillati barberiniani):

A

Tasso a Venezia ha modo di reperire cronache storiche e opere sulle crociate, di cui il florido mercato veneziano era assai ricco, in particolar modo a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta:
* qui lesse l’Historia, di Guglielmo Tiro, (volgarizzato nel 1562) che ricoprì un ruolo centrale nella ricostruzione storica della Gerusalemme.
* E ancora a Venezia dovette leggere l’Historia di Roberto
Monaco (volgarizzata nel 1552)
* il De rebus gestis Francorum di Paolo Emilio (edito nel 1549);
* le Etiopiche di Eliodoro, stampate nel 1559, fondamentali per la costruzione del personaggio di Clorinda e la trama romanzesca del poema.

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12
Q

lettera a Scipione Gonzaga, 1 ottobre 1575:

A

Una lettera a Scipione Gonzaga dell’ottobre 1575 ci consegna tutti i dubbi tormentati del Tasso sul poema:
non aver adeguatamente obbedito ai principi aristotelici
aver inserito nel poema motivi in contrasto con la religione cattolica.
Tasso chiede inoltre all’amico se ha riscontrato un’imperfezione tipica del suo stile: il parlar disgiunto, che consiste nell’utilizzare periodi separati, non legati o introdotti da congiunzioni, come già era in uso nello stile virgiliano.

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13
Q

Autografi o interventi autografi in altre opere:

A
  • Per il poema il Mondo creato (poema religioso in endecasillabi) autografe solo alcune correzioni sulla copia dell’opera nel ms. Parma, Biblioteca Palatina, 42,
  • Parziale autografo della Gerusalemme Conquistata 24 libri, Roma, 1593 è il ms., Vind. Lat. 72 della Biblioteca Nazionale di Napoli.
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14
Q

La varietà: il molteplice nell’unità del poema.

A

nel Discorso II dell’arte poetica a Scipione Gonzaga Tasso spiega che la varietà all’interno del poema eroico è secondo lui necessaria.
Il poema è uno, ma al suo interno deve contenere elementi diversi (come il mondo, che è uno, contiene ogni tipo di creatura).

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15
Q

stile della Liberata:

A

L’ottava tassiana risente della contemporanea esperienza dell’Aminta e dello sperimentalismo delle Rime (tra il 1562 e il 1573), in cui Tasso va ben oltre il modello di Petrarca e di Bembo e corrode dall’interno gli schemi cinquecenteschi seguendo la linea della poesia del Della Casa.

Già nei sonetti inserisce «<spezzature» che «scompongono e ricompongono l’endecasillabo con libera varietà

Nell’ottava del tassiana si avvicendano i registri lirico, elegiaco e tragico, secondo un principio di varietas mimetico della complessità dell’animo umano e della realtà in cui si muove.

«ll parlare disgiunto» porta con sé il ricorso a continue «<fratture» e «dissonanze»

iperbati, chiasmi, anastrofi, spesso affidati ad ardite «<inarcature» (enjambement) che teatralizzano la scena del testo.

Tasso esprime per polarità opposte i nuclei drammatici.

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16
Q

Un libro postillato dal Tasso nella reclusione di Anna: Gli ‘opuscola moralia’ di Plutarco:

A

Tra i libri che Tasso legge e postilla nella reclusione di Sant’Anna compare un’edizione degli opuscoli morali di Plutarco nella traduzione latina di vari umanisti.

In particolare, Tasso legge l’opuscolo plutarcheo su come distinguere l’amico dall’adulatore nella traduzione latina di Erasmo da Rotterdam. Nell’esemplare letto e postillato da Tasso il nome di Erasmo da Rotterdam appare cancellato a penna ed eraso nell’indice generale del volume, perché le opere del grande umanista erano state messe all’indice dalla censura dell’Inquisizione.

Tasso legge e postilla questo opuscolo attentamente e attinge a piene mani materia da questo testo per farla rivivere, elaborandola in modo originale, nel dialogo ‘Il Manso’ ovvero de l’amicizia.

17
Q

l’opera Rinaldo:

A

Il poema epico-cavalleresco Rinaldo è incentrata sul racconto della gioventù dell’eroe Rinaldo, personaggio caro della tradizione cavalleresca.
Tasso vuole Infatti dare una sorta di prequel all’Opera di Ariosto, un racconto cioè della formazione dell’eroe.

Tasso attua una mediazione fra Aristotele e i moderni, come lo stesso Ariosto.
Decide infatti di trovare un compromesso fra le norme aristoteliche e le modalità narrative tipiche del romanzo moderno, cosa che spinge Tasso a prediligere per il suo poema alcune soluzioni improntate all’epoca classica, come il racconto di un’unica vicenda narrativa, la vita del giovane Rinaldo, l’alternativa alla proliferazione di storia tipica del romanzo ariostesco; o la scelta di ridurre al minimo la presenza esplicita del narratore.

Il romanzo contiene solo 12 canti sul modello dell’Eneide, e la riscrittura di alcuni episodi antichi resta invece ancorato alla tradizione cavalleresca il ritratto dell’eroe protagonista, le cui avventure si succedono nel corso del poema in modo quasi meccanico, secondo modalità proprio del racconto arturiano.

18
Q

Aminta:

A

Per quanto riguarda Aminta Tasso si allontana dalle forme più canoniche del genere teatrale della favola già a partire dall’ambientazione, collocata nei boschi non lontani dalla città di Ferrara.

Interpreta in modo del tutto originale tanto i rapporti che istituisce con le forme della tragedia e della commedia, quanto il gioco di mascheramenti possibili con il primo pubblico cortigiano, al punto che è l’interpretazione complessiva del testo, volutamente ambiguo, resta per noi in parte ancora sfuggente.

La favola pastorale è articolata in 5 atti e narra la storia della giovane e ritrosa ninfa Silvia e il pastore Aminta, innamorato e disperato per l’atteggiamento ostile della giovane.

Secondo alcuni l’opera è una riscrittura della storia d’amore di Piramo e Tisbe raccontato nelle Metamorfosi di Ovidio.

Tuttavia la favola di Tasso ha un lieto fine poiché, avuta notizia della presunta morte di Silvia, Aminta, non sopportando il dolore, decide di suicidarsi gettandosi da una rupe.
Quando Silvia apprende il gesto di Aminta pensa di seguire il destino del pastore uccidendosi, ma proprio sull’orlo di un finale tragico si viene a sapere che Aminta si è miracolosamente salvato e Silvia allora cede.

19
Q

lo stile ‘magnifico’:

A

Già nei Discorsi dell’arte poetica Tasso individua un unico stile conveniente alla materia grave dell’epica, quello magnifico, lontano da forme umili e mediocri.
Questa scelta stilistica induce a adottare soluzioni linguistiche e sintattiche non consuete, per spiazzare il lettore (ex. il parlar disgiunto)

In virtù di questo principio la scelta delle parole che Tasso opera nella liberata privilegia i termini peregrini, rari, compresi arcaninismi e latinismi che conferiscono al poema uno stile a tratti oscuro.
Inoltre privilegia il parlar disgiunto, cioè uno stile che privilegia un legame implicito e asindetico, più che espresso da particelle coordinative o subordinative esplicite.

20
Q

differenze Liberata e Conquistata:

A

Quando Tasso decide di riscrivere la Gerusalemme Liberata e formare la Conquistata agisce sulla struttura narrativa, con la cassatura di alcune parti, specie quelle di carattere amoroso, e l’ampliamento di alcuni passaggi più decisivi per la determinazione del significato complessivo del poema.

A guidare il lavoro di eliminazione sono soprattutto le critiche che erano state rivolte a Tasso nel corso della revisione romana.

Vi sono anche delle aggiunte, come la volontà di imitare più evidentemente l’Iliade di Omero, al cui il modello si ispira anche il nuovo numero di canti, ora 24.

21
Q

Le Rime:

A

Già negli ultimi anni della prigionia Tasso aveva ideato un progetto di risistemazione delle rime, pensava di suddividere le rime in libri monograficamente dedicati a singoli temi, nascono così le rime amorose, le rime encomiastiche, eccetera.

22
Q

influenza di Della Casa sullo stile di Tasso:

A

La lirica di Della Casa rimane per Tasso modello essenziale per costruire un parlar disgiunto, che consiste in un legame implicito e asindetico, più che espresso da particelle coordinative o subordinative esplicite, e in continui spostamenti di parole, inversioni dell’ordine sintattico.

Il parlar disgiunto suscita la meraviglia e sorpresa (come vuole lo stile magnifico).

In Tasso vi è il superamento dei modelli classicisti per giungere ad una nuova lirica ricca di colori e suoni intrecciati. È una lingua labirintica che si contorce su se stessa.

23
Q

in che cosa Tasso rispetta l’idea di Aristotele e in cosa no:

A

Tasso segue la poetica di Aristotele:
* il narratore non interviene nella narrazione esplicitamente
* l’azione si svolge in introduzione, turbazione, rivolgimento, fine
* il racconto di un’unica vicenda narrativa principale (in realtà unità mista/molteplice)

non la segue:
* l’utilizzo del parlar disgiunto
* non rispetta le unità di spazio e tempo
* la presenza di vicende secondarie rispetto alla vincenda principale (la conquista della Terra Santa da parte dei cristiani).