4) Niccolò Machiavelli Flashcards
vita di Niccolò Machiavelli:
Niccolò Machiavelli nasce a Firenze nel 1469.
Machiavelli si formò sia su testi classici, come il De rerum natura di Lucrezio o l’opera di Terenzio, ma anche su Dante, Petrarca e Boccaccio e Pulci, Lorenzo e Poliziano.
Fu uno degli oppositori Di fra’ Girolamo Savonarola, ispiratore del nuovo ordinamento repubblicano instaurato a Firenze dopo la Cacciata di Piero de’ medici, nel 1494.
Con la morte di Savonarola, impiccato e arso nel 1498, l’oligarchia fiorentina riprende il potere e Niccolò è nominato Segretario della Seconda Cancelleria.
‘Soderiniano’ è chiamato il decennio in cui Machiavelli diventerà uomo di fiducia di Pier Soderini.
Per le sue qualità d’ingegno, viene inviato fuori Firenze in missioni all’estero. Si reca più volte in Francia, alla corte di Luigi 12°, è inviato presso Cesare Borgia, presso l’esercito fiorentino che assediava Pisa, presso il papa, presso l’imperatore Massimiliano in Germania. Frutto di queste missioni diplomatiche sono varie relazioni nelle quali elabora delle analisi politiche approfondite e acute, insieme ad alcuni consigli che rivolge al governo di Firenze.
Il suo impegno nei confronti dello stato fiorentino fu finalizzato a dotare la città di un esercito proprio e di non avvalersi più dei mercenari, convinto che la situazione in cui versava l’Italia, richiedesse un nuovo tipo di politica, più risoluto, in cui occorrono “prudentia et armi”.
Nel 1512 espulsi i francesi, alleati della repubblica fiorentina, a Firenze rientrano i Medici (con a capo il cardinale Giovanni de Medici, con a fianco il fratello Giuliano e il nipote Lorenzo, figlio di Piero, figlio a sua volta dl Magnifico). Disfatto così il vecchio governo, il 7 novembre anche Machiavelli venne rimosso dal suo incarico.
Questo segna la fine della carriera politica di Machiavelli.
Viene allontanato dalla vita politica e, sospettato di collaborare a una congiura contro i Medici, venne arrestato e catturato.
Alla fine venne rilasciato e confinato per un anno nella villa dell’Albergaccio, presso San Casciano (vicino Firenze).
Sospettato di collaborare a una congiura contro i Medici, Machiavelli viene arrestato e torturato, perchè sospettato di complicità. Verrà rilasciato solo dopo l’amnistia in onore del nuovo papa de Medici.
Negli anni 20 Machiavelli stringe anche amicizia con Francesco Guicciardini, di cui sostiene da vicino il tentativo, fallito, di conservare la libertà d’Italia dalle armi straniere.
Tra il 1512 e il 1525 Machiavelli compone quasi tutte le sue opere più importanti: “Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio”, “Il Principe”, “Dialoghi dell’arte della guerra”, “Discorso sopra il riformare lo stato di Firenze”.
Compone poi varie opere come le storie fiorentine, promessagli dal cardinale Giulio de’ Medici.
Le Istorie Fiorentine narrano in otto libri gli avvenimenti dal rientro dell’esilio di Cosimo de’ medici alla morte di Lorenzo de’ Medici.
Il racconto però riprende dal 1215, dall’origine delle lotte fra Guelfi e Ghibellini.
Machiavelli è interessato infatti al contenuto politico degli avvenimenti e alla dimostrazione della tesi che Firenze deve essere riformata da un uomo che costituisca un governo misto.
Nel 1527 dopo la cacciata dei Medici da Firenze, a seguito del sacco di Roma da parte delle truppe di Carlo V, Machiavelli cerca invano di mettersi al servizio della restaurata repubblica, presso la quale era però sospetto per la sua condotta con i Medici.
Nello stesso anno Niccolò Machiavelli muore.
Machiavelli non fu mai un politico, ma un funzionario di stato al servizio di politici.
Le opere di politica di Machiavelli videro la luce solo dopo la sua morte. Il ‘Principe’ venne stampato per la prima volta negli anni 30 (a Roma e a Firenze) ed ottenne subito un successo internazionale (pur con evidenti segni di contaminazione dovuta ai copisti precedenti).
‘Del modo di trattare i popoli della Valdichiana’:
Uno dei suoi primi trattati è il del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati, composti per i dieci in occasione della ribellione di Arezzo, in cui Machiavelli critica il governo fiorentino per l’uguale e blando trattamento della città soggette, soprattutto di Arezzo, che sarebbe dovuta essere severamente punita.
Presenta l’esempio dei romani, i quali in un caso simile non hanno seguito una via di mezzo. Ciò dimostra la teoria di Machiavelli sulla sostanziale universalità della storia, che permette la comparazione tra passato e presente e che è la maestra delle nostre azioni.
il Principe: generalità:
(che era diventato ambasciatore fiorentino a Roma)Il Principe è un trattato storico-politico di Niccolò Machiavelli, composto nel corso del 1513 durante il soggiorno forzato dell’autore all’Albergaccio (il suo podere agricolo presso S. Casciano) dove era stato confinato in seguito al fallito colpo di stato contro i Medici l’anno prima.
È lo stesso Machiavelli a dar conto della composizione dell’opera nella lettera a Francesco Vettori del 10 dic. 1513, in cui dichiara di aver scritto un “opuscolo” intitolato ‘De principatibus’ in cui spiega “che cosa è principato, di quale spezie sono, come e’ si acquistono, come e’ si mantengono, perché e’ si perdono”, confidando all’amico di voler dimostrare attraverso questo piccolo libro tutta la sua esperienza politica e sperare, in tal modo, di essere riammesso al servizio dei Medici.
L’opera è infatti dedicata a Lorenzo de’ Medici cui è indirizzata una lettera dedicatoria (inizialmente l’autore pensava di rivolgersi a Giuliano, poi morto prematuramente) e si conclude con un’appassionata esortazione alla signoria affinché si metta alla testa di un non meglio precisato moto di riscossa nazionale, che scacci lo straniero dall’Italia e riunifichi politicamente la Penisola sotto il proprio dominio.
E’ suddiviso in 26 capitoli piuttosto snelli, strutturati secondo un preciso schema: dopo il cap. proemiale che enuncia la materia, l’autore passa in rassegna i vari esempi di principato (II-XI), quindi tratta il tema delle milizie (XII-XIV), elenca le qualità del principe (XV-XXIII), affronta il tema della fortuna e della virtù (XXIV-XXV) e infine rivolge la sua esortazione ai Medici (XXVI).
Il blocco compatto dei capitoli 3-10 indica che l’opuscolo è adatto soprattutto a un principe nuovo: la domanda centrale è come si possa acquistare e mantenere uno Stato che, in tutto o in parte, non si possedeva.
Il principe si riallaccia polemicamente al genere degli ‘specula principis’, quei testi intesi a tracciare il modello esemplare del principe e a indicare le virtù adatte a un buon governatore.
modello del ‘Principe’ e in che modo se ne discosta:
Il modello dell’opera di Machiavelli è il ‘de officiis’ di Cicerone.
Tuttavia, se per Cicerone il ricorso alla forza e all’astuzia sono solo l’estremo atto dopo fallimentari tentativi di mediazione, per Machiavelli esso entra a pieno titolo nelle competenze e nei doveri del sovrano.
eccezionalità del ‘Principe’:
- libro per un politico scritto da uno che politico non è
- un libro di precetti scritto da chi alle regole non credeva
- libro pieno di storia scritto da chi diceva che la storia si opponeva all’imprevedibilità della fortuna e del caso.
i tipi di principato:
- principato ereditario/vecchio: le rivoluzioni sono inevitabili, perchè ogni rivoluzione lascia nello Stato l’aggancio per la rivoluzione successiva (e puntualmente i rivoluzionari si pentono), tuttavia è facile mantenere il principato ereditario, basta non far decadere gli ordinamenti degli antenati.
-
principato nuovo (misto): principato composto da un principato originario (di qualsiasi natura) e uno aggiunto.
La conquista di un nuovo principato determina il danneggiamento necessario dei nuovi sudditi (saccheggi, tasse).
Solitamente, se il territorio da aggiungere non viene conquistato la prima volta, verrà conquistato e mantenuto la seconda, poichè la seconda volta il Principe si comporterà in modo più spregiudicato contro i cittadini infedeli. - principato totalmente nuovo: principati totalmente nuovi, che prima non esistevano, e che possono essere conquistati o per armi proprie (per valore), per armi altrui (per fortuna, che non può anare a giovare al nuovo Principe), per azioni scellerate e per il favore dei cittadini ( = principato nuovo civile = astuzia fortunata).
come riuscire a mantenere il principato misto:
- spegnendo la linea del principe che lo dominava prima della conquista
- non è necessario modificare le vecchie leggi, ma se non si modificano è necessario creare dentro al territorio un piccolo Stato che lo conservi amico.
- andandoci ad abitare (per prevedere meglio futuri pericoli e per dare la possibilità ai nuovi sudditi di appellarsi prontamente al nuovo Principe).
- fondandoci colonie (le quali danneggiano pochi sudditi, togliendo loro case e terre, ma non la maggior parte).
- facendosi capo dei principati vicini minori, indebolendo così quelli più potenti.
- inutile è mettere un esercito nel territorio per controllare eventuali insurrezioni, poichè è troppo dispendioso.
- non è bene evitare una guerra che è necessaria, perchè essa viene solo rinviata e magari a beneficio degli avversari (ex. esempio positivo = i Romani).
perchè Luigi 12° è un esempio negativo di Principe di un principato misto:
i Veneziani introdussero in Italia Luigi 12° con l’idea di smezzarsi con lui la Lombardia, rendendosi conto troppo tardi dell’errore. Egli però, aiutò il papa Alessandro per occupare Roma, e facendo ciò si rese vulnerabile e perse gli amici.
Inoltre divise il regno di Napoli con il re di Spagna.
Facendo ciò, non solo non andò ad abitare nel territorio conquistato nè vi mise colonie, ma vi mise un forestiero potentissimo, e alla fine finì per togliere lo Stato ai Veneziani.
Alla fine infatti, Luigi perse la Lombardia.
due tipi di principati misti: esempio dei Turchi e dei Francesi:
Secondo Machiavelli gioca un ruolo importante nella capacità del principe di mantenere il principato anche la composizione originaria del Stato precedente.
E’ in linea di massima più facile assoggettare un territorio già abituato al regime autocratico, una volta spenta la stirpe del vecchio signore, poichè lo Stato non avrà la capacità di eleggere un ‘principe civile’, ma neanche di vivere liberamente senza un capo.
In particolare Machiavelli presenta due esempi:
* principato come quello dei Turchi: precedentemente governato da un unico signore
* principato come quello del re di Francia: precedentemente governato da un signore e dai suoi baroni, ognuno con suoi sudditi.
Per Machiavelli il primo è più difficile da assoggettare ma, se assoggettato, più semplice da mantenere.
Il secondo è più facile da assoggettare ma più difficile da mantenere.
Esempio di questo è il perchè Alessandro Magno sia riuscito a mantenere il controllo sul regno dello sconfitto Dario per così tanti anni. Perchè il regno di Dario era simile a quello dei Turchi, e quindi una volta assoggettato non era stato difficile mantenerne il governo.
i principati nuovi: acquisiti con le proprie armi e con virtù:
Machiavelli propone come esempi Mosè, Ciro, Romolo, Teseo, e afferma che i buoni statisti misero in pratica comportamenti analoghi quelli tenuti da Mosè per volere divino. Per cui non serve avere personalmente Dio per guida, ma basta saper imitare le azioni dei grandi tramandate dalla storia.
Quelli che diventano principi per loro virtù acquistano il potere con difficoltà, ma lo mantengono facilmente poichè hanno le capacità per farlo; le difficoltà per ottenerlo stanno principalmente nell’introdurre ordini e modi forzati per fondare da 0 il principato, poichè così si fanno nemici coloro a cui l’ordine vecchio andava bene.
principati acquisiti con virtù: profeti armati e profeti disarmati:
- profeta armato: il principe che può agire solo sulle proprie forze ha maggiore probabilità di successo.
- profeta disarmato: il principe che deve ottenere il consenso delle altre fazioni in campo
Se Mosè, Ciro, Teseo e Romolo non fossero stati ‘profeti armati’, probabilmente non avrebbero potuto mantenere il potere.
Tuttavia Machiavelli dice anche che è vero che i profeti disarmati hanno più difficoltà nel consolidre la propria posizione, ma che in caso dovessero riuscirci, non hanno motivo di temere.
profeta = colui che impartisce nuovi ordini, ma anche un modo per collegarsi al racconto della vicenda di Savonarola.
i principati nuovi: acquisiti con armi altrui e con fortuna:
chi diventa principe per fortuna ottiene il potere con facilità, ma con molta fatica lo mantengono.
Infatti se il principe è un uomo senza ingegno o virtù, non saprà comandare.
Inoltre un potere che giunge rapidamente e all’improvviso non ha radici solide e quindi è facilmente smontabile.
Tuttavia, la soluzione sta nella virtù del principe; dovrebbe infatti costruire, una volta ottenuto il potere, i fondamenti che non ha costruiti prima (= efficaci strategie organizzative in senso politico, economico, diplomatico, militare).
Gli esempi proposti da Machiavelli per spiegare l’idea di principato ottenuto con virtà e principato ottenuto con fortuna sono Francesco Sforza, duca di Milano, e Cesare Borgia.
i due esempi: Francesco Sforza e Cesare Borgia:
- Francesco Sforza: esempio di potere ottenuto con virtù; divenne duca di Milano con fatica, ma facilmente mantenne il potere.
-
Cesare Borgia: acquistò il potere con la fortuna del padre, Alessandro 6°, e con la sua morte lo perdette, nonostante di per sè Cesare avesse ottenuto un comportamento esemplare. Infatti Alessandro 6° volle togliere parte dei territori di proprietà della Chiesa e cederli al figlio.
Secondo Machiavelli, Cesare pensò di assicurarsi il potere dopo la morte del padre in 4 modi:
1. eliminare interamente le famiglie dei signori romani da lui ‘spogliati’.
2. farsi amici il maggior numero di nobili nella curia pontificia
3. assicurarsi il maggior numero di voti nel Collegio cardinalizio al fine di poter determinare le sorti del conclave
4. diventare potente a prescindere dall’appoggio della Chiesa.
Delle 4 strategie, Cesare mise in pratica le prime 3. Non riuscì infatti a diventare abbastanza potente autonomamente da sopravvivere senza il padre, complice anche il fatto che si ammalò e dovette contemporaneamente difendersi dall’esercito francese e da quello spagnolo.
Inoltre sbagliò a indirizzare le sorti del conclave verso Iulio.
Nonostante ciò, Machiavelli elogia la figura di Cesare Borgia affermando che è ammirabile da tutti coloro che sono diventati principi per fortuna, come lui, poichè possedeva magnaminità e ambizione.
sui principati nuovi ottenuti con azioni scellerate/crudeli:
gli esempi che usa Machiavelli per indicare questo tipo di Principato sono:
1. Agatocle (esempio dell’antichità), che divenne re di Siracusa facendo uccidere ai suoi soldati tutti i senatori e tutti i più potenti del popolo.
2. Alessandro 6° (esempio moderno), che occupò la citt di Fermo e fece uccidere il suo tutore Giovanni Fogliani.
L’elemento rivoluzionario di questo capitolo è il fatto che Machiavelli distingua l’uso della crudeltà in due tipi:
* crudeltà usata bene: crudeltà momentanea,dettata dall’esigenza di consolidare lo Stato e volta al benessere dei sudditi.
* crudeltà usata male: la crudeltà che, invece che interrompersi e diminuire, aumenta.
E’ dunque bene che il principe nuovo compia subito e tutte insieme le azioni odiose, e poi si volga a beneficiare i sudditi.
sul ‘principato nuovo civile’:
E’ il principato in cui il principe lo diventa grazie al favore degli altri cittadini (o del popolo o dei grandi) (‘astuzia fortunata’ = sintesi di ‘virtù’ e ‘fortuna’).
Colui che diventa principe con l’aiuto dei grandi si mantiene con più fatica che quello che lo diventa con aiuto del popolo, poichè nel primo caso si ritrova a essere circondato da suoi simili. Inoltre, il popolo ordina un principe per non essere oppresso, mentre i grandi per opprimere.
Anche se un popolo a lui avverso il principe non può controllarlo, mentre se i grandi sono a lui avversi (e sono pochi) possono essere repressi.
I grandi poi possono essere divisi in 2 gruppi:
* chi si comporta in modo da manifestare un pieno legame alle fortune del principe
* chi no.
Quelli che non lo fanno per mancanza di coraggio sono piuttosto innocui ma pco utili al principe, mentre chi non lo fa per **malizia **va temuto e dichiarato nemico.