Tossicità chemioterapia antineoplastica Flashcards
Tossicità del chemioterapico con nausea e vomito forma acuta e tardiva. Trattamento delle due.
Essendo il vomito acuto mediato soprattutto dalla serotonina, viene trattato con farmaci antiserotoninergici.
Quello tardivo segue dei meccanismi centrali legati alla sostanza P ed NK- 1 e sarà più responsivo a farmaci che agiscono a livello centrale su questi recettori.
Tossicità del chemioterapico con nausea e vomito. Meccanismo anticipatorio
Nelle 12h precedenti il 2’ ciclo o successivi. Condizionamento classico. Nel 18-57% dei casi
CINV-A e CINV-D problematiche correlata
Qualità della vita
Costi maggiorati
Intensità nausea e vomito secondo WHO
1’ grado–> nausea
2’ grado–> vomito transitorio
3’ grado–> vomito che richiede terapia
4’ grado–> vomito intrattabile
Intensità nausea e vomito secondo NCI-CTC
1’ grado–> può mangiare, un episodio di vomito in 24h dopo la chemioterapia
2’ grado–> ridotto introito di cibo, da 2 a 5 episodi di vomito in 24h
3’ grado–> >5 episodi di vomito in 24h, richiesta idratazione ev
4’ grado–> collasso emodinamico, richiesta nutrizione parenterale
Farmaci con elevato potere ematogeno (oltre il 90% dei pazienti ha episodi di CINV
cisplatino sopra 50 mg/m2 è considerato il più emetizzante dei farmaci che utilizziamo
antracicline: doxorubicina ( >60) ed epirubicina (> 90)
isosfamide 5 g/m2
Carmustina > 250
Farmaci con moderato potere emetizzante (dal 30% al 90%)
Gli stessi farmaci che danno elevato potere ematogeno ma a dosaggio inferiore \+ Citarabina > = 200 mg/m2 Metotrexate >= 250 mg/m2 Interferone >= 0 MUI/m2 Aldesleuchina > 2- 5 MUI/m2 Amifostina > 300
Trattamento abbinato alla chemioterapia per evitare CINV
- le Fenotiazine sono state tra i primi trattamenti adottati, attualmente abbandonati come prima scelta avendo delle alternative di maggiore efficacia.
- Le combinazioni con il CORTISONE furono anche tra i primi tentativi, si era osservato su base empirica che il corticosteroide diminuiva l’intensità e la durata della nausea e si è iniziato ad usarlo; ancora oggi fa parte di molti schemi. Come corticosteroidi usiamo soprattutto il desametasone che viene usato in uno schema a 3 farmaci che comprende anche il 6. e il 7. descritti qui sotto
- La metoclopramide (PLASIL) fu un altro dei primissimi farmaci utilizzati.
- A partire dagli anni ’90 sono arrivati i Modulatori della Serotonina, Inibitori del Recettore 5HT3 che dalla loro comparsa hanno sempre fatto parte degli schemi di premedicazione delle terapie principali, hanno un elevato potere antiemetico.
- in epoca ancora più recente abbiamo introdotto anche gli NK-1 antagonisti che agiscono sui recettori centrali soprattutto in schemi di combinazione in associazione con corticosteroidi e 5HT3 antagonisti.
- Il Palonosetron è sempre inibitore 5HT3, ma con emivita più lunga per cui si fa magari una fiala prima della chemio e questa copre tutto il periodo in cui si sviluppano nausea e vomito di tipo acuto;
- Aprepitant introdotto tra gli inibitori del sistema centrale, introdotto nel 2006, lo utilizziamo ancora oggi. (in associazione a quelli inibitori del 5HT3 che ad oggi è lo schema più utilizzato).
Analisi differenziale per CINV
Episodi di occlusioni intestinali o farmaci concomitanti, come gli oppiacei, o la metastatizzazione o altri disturbi a livello del snc, o ancora alterazioni elettrolitiche tipo l’ipercalcemia e l’iposodiemia.
Quantità di farmaci antiemetici da somministare
1) se sappiamo per esempio che il paziente fa cisplatino ad alte dosi, premedichiamo con un’associazione di aprepitant, desametasone e 5HT3 inibitori, e poi continuiamo nel secondo e terzo giorno con l’aprepitant e desametasone, e fino a 4 o anche più giorni con solo desametasone.
2) se invece i chemioterapici che si utilizzano hanno un moderato potere emetizzante si possono pensare schemi a due farmaci eventualmente associati ad un terzo in caso di fallimento dei primi due.
3) se il trattamento ha un basso potere emetizzante è sufficiente un trattamento a uno o al massimo due farmaci antiemetici, come premedicazione e non necessariamente terapia prolungata nei giorni successivi perché di solito non è necessaria.
Tossicità del chemioterapico con nausea e vomito forma acuta e tardiva
Acuta (CINV-A), compare nelle prime 24h dalla somministrazione con picco dopo 5 o 6 ore.
Tardiva (CINV-D)esordio dopo le 24h, colpisce il paziente nella prima settimana tra il secondo e il 7 giorno con un picco tra 48 e 72 h.
Farmaci che inducono mucosite (diarrea e stomatite)
- 5FU
- capecitabina
- inibitori delle topoisomerasi:
irinotecan
topotecan - metotrexate
- erlotinib (inibitore delle chinasi)
Concause non legate ai farmaci che portano a mucositi
- radioterapia
- colite ulcerosa, o altre malattie intestinali preesistenti
- insufficienza pancreatica, se il tumore colpisce il pancreas soprattutto
- alterazioni della dieta
ci sono molte altre situazioni che possono dare diarrea, che è quindi solo in parte attribuibile
alla chemioterapia e va distinta da queste situazioni.
Gravità della diarrea
- G1 meno di 4 scariche durante la giornata
- G2 tra 4 e 6 scariche
- G3 più di 6 scariche. È più grave, può necessitare di interruzione del trattamento per il rischio di disidratazione o di squilibri elettrolitici.
- G4 tossicità che è pericolosa per le vita e richiede ricovero con osservazione terapia intensiva.
Antidiarroico
L’antidiarroico preferito è la loperamide, usato anche ad alte dosi; i nomi commerciali più comuni sono dissenten e imodium: si inizia con due compresse poi può essere necessaria la somministrazione ogni due ore, fino ad arrivare se necessario anche a 0/ 5 compresse in un giorno. Altri sistemi efficaci nell’inibizione nella diarrea non ne abbiamo.
Regole generali per il controllo diarroico
È importante un’attenta valutazione del bilancio idroelettrolitico con terapia idratante e una dieta ricca di proteine evitando il latte e possibilmente fare pasti piccoli e frequenti che di solito meglio si adattano a questa tipologia di danno del sistema gastrointestinale.
Gravità della stomatite
- grado 1 se c’è un eritema del cavo orale
- grado 2 con ulcere e dolore (più eritema)
- grado 3 da qui in poi tossicità severa con necessità d’idratazione e trattamento antidolorifico importante, perché sono tra le lesioni più dolorose, e se necessario con nutrizione parenterale per tutto il periodo in cui il paziente non mangia per bocca.
Incidenza e cause associative
L’incidenza è variabile a seconda delle tipologie di trattamento, può arrivare fino all’80% nei casi trattati con chemioterapie ad alte dosi, come soprattutto malattie ematologiche (linfomi) o nei casi in cui si faccia una chemioterapia nella regione cervicale, perché l’associazione chemio e radio è molto dannosa per l’epitelio della mucosa del cavo orale. Possono realizzarsi delle sovrainfezioni che vanno adeguatamente trattate; i soggetti più a rischio sono fumatori e gli alcolisti, i soggetti che hanno una cattiva igiene del cavo orale, pazienti che assumono anche steroidi o pazienti mal nutriti. Quest’associazione di fattori favorenti si trova molto spesso in pazienti che hanno tumori del distretto cervicocefalico, della laringe o della bocca soprattutto, perché si associano molto spesso a tabagismo e alcolismo.
Trattamento stomatite
Pulizia attenta del cavo orale con sciacqui ripetuti nella giornata con soluzione domestica di acqua e bicarbonato che è un efficace disinfettante o a volte, se necessario, si possono aggiungere antisettici come la clorexidina, ma vanno evitate le soluzioni alcoliche che possono dare fastidio. Possibile la crioterapia, che in qualche caso può alleviare il fastidio.
Una volta comparsa la stomatite, meglio introdurre delle soluzioni antifungine negli sciacqui del cavo orale, come il mycostatin, e procedere anche con trattamenti antidolorifici, in considerazione della gravità possiamo anche dare degli oppioidi, per consentire la sopportazione delle lesioni. Dobbiamo anche trattare le eventuali sovrainfezioni con antifungini, antivirali o antibatterici.
Intensità del danno midollare
Si misura sulla conta cellulare periferica differenziando le tre linee, il danno ai granulociti neutrofili, che sono il nostro maggiore interesse per la difesa dalle infezioni:
- G0: >2000
- G1: 1500- 2000 neutrofili; tossicità di grado lieve
- G2: 1000- 1500 moderata
- G3: 500- 1000
- G4:
Rischio correlato alla neutropenia
Il problema legato alla neutropenia è soprattutto infettivo, solitamente importante per grado 3 e 4; il rischio è soprattutto correlato alla durata della neutropenia che va intorno al 100% di rischio di sviluppare infezioni se la neutropenia è superiore ai 40 giorni.
Trattamento della neutropenia
Il principale farmaco usato è il filgrastim fattore di crescita analogo del CSF, che stimola la proliferazione e la differenziazione dei fattori mieloidi, abbreviando il periodo della neutropenia e riducendo il rischio di sviluppare una neutropenia febbrile.
La cinetica della neutropenia cambia abbastanza in assenza o in presenza di stimolazione con filgrastim: se lasciamo che la ripresa dell’emopoiesi avvenga in modo naturale avremo una caduta del numero dei neutrofili con un nadir profondo e un numero minore di cellule nel momento di massima tossicità e un aumento degli stessi più lento, la neutropenia in questo caso dura da alcuni giorni ad una settimana. Se noi diamo il filgrastim, opportunamente a distanza di 24 o meglio 48 ore dalla chemio per non avere degli effetti tossici per somministrazione precoce, assisteremo ad una dismissione di cellule mature e alla stimolazione della replicazione dei precursori in modo tale da rendere meno profondo il nadir e abbreviare il periodo della neutropenia, in modo tale che invece di avere il recupero dei granulociti al di sopra dei 500-600 in 12/15 giornata l’abbiamo già intorno all’ottava, nona o decima giornata: un periodo più breve di neutropenia assicura un minor rischio di infezione.
Posologia filgrastim
Ha una emivita piuttosto breve, sono necessarie delle somministrazioni ripetute e con somministrazioni quotidiane per 10 giorni garantiamo la stimolazione del midollo e quindi la ripresa della conta dei neutrofili in tempi opportuni.
Altra modalità di trattamento della neutropenia
Formulazioni pegilate che in una sola somministrazione sono in grado di esercitare la pressione positiva su midollo emopoietico per un periodo più lungo.