storia e politica di vico Flashcards

Il pensiero politico di Vico e' basato sulla concretezza, sull'interesse fattivo alla politica da parte dell'iomo e dall'uso della parola come element di sviluppo della civiltá

1
Q

Dal pensiero liberale Lockiano a Vico e Montequieu.

A

Dopo il periodo liberale di Locke nell’europa continentale vennero impostate due riflessioni sul rapport storia-politca, che analizzanolo sviluppo della libertá nella sua istituzionalizzazione. Si tratta di Giovanbattista Vico e Montesquieu. Probabilmnete I due si conobbero durante un viaggio di Montesquieu in Italia a Napoli. a differenza di Montesquieu che ebbe una fama a livello internazionale Vico ci mise tempo ad essere riconosciuto. Per le sue idee molto divrse da quelle che al tempo andavano diffondendosi per essendo anticipatore del pensiero moderno. Proprio grazie a Benedotto Croce e a Cuoco che Vico inizia ad ottenere rilievo. La caretteristica di fono del pensiero di Vico era l’analisi dei fatti in modo concreto e il suo attaccamento verso il passato ritenuto giustamente elementomcadine per studiare il presente.

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Q

Il pensiero di Vico

A

A VIco intereessava analizzare i fatti, il concreto e la storia, tutto qusto non era comprensibile in un period durante il quale si andava diffondendo l’analisi del pensiero e dell’astratto. Proprio per il suo interesse per il passato, che consiste in un grande occhio verso il future che Vico veniva visto con sospetto. Fu propriomil suo scontro con la cultura filosofica del tempo che lo porto ad occuparsi della storia e della politica e dello stretto legame tr queste due entitá. in una delle sue grandi nopere De nostril temporis studiorem ratione vico se la prendecon il modo di pensare cartesiano e lockiano riferito al mondo delle idee, si perchè per vico le analisi fatte dagli studiosi del tempo mancavano di concretezza element centrale dellascienza. I fatti lo stesso coguto cartesiano che si muoveva nell’amito del io che pensa per vico avefa rilievo solo sul piano delle costruzioni della mente umana pur essendo reputata al tempo una scienza universal. La stessa matematica e geometria sono ritenute scienze che hanno valore solo sul piano del pensiero in quanto partono da paradigm mentali. La fisica stessa non riesce a spegare le cause naturali il perchè, in quanto studia il come si manufestano. Studica come si manifstano nella natura . Per tanto per vico bisogna dare vita ad una rivoluzione scientifica, ed è per questoche chiamerá scienza nuova la sua opera perchè studiare hn modo Nuovo la realtá.

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3
Q

Il valore del linguaggio e della politica

A

Proprio partendo dalla scienza nuova per trovare un modo Nuovo di studiuare la reatá che vico ritiene che gli uomoni debbano riporre interesse principale alla politica. La politica per vico consite nell’azione umana, ma per conprenderetale azione bisogna studiare il modo in cui viene interpretata ovvero il linguaggio . Vico si colloca inquest modo nello storicismo italiano riprendento i dicordi di guicciardini sulle antilogie e sa che la cosa piú importante in politica è il dibattito . Quindo l’uso corretto della parola è fondamentale per capire quello che si realizza. La retorica per Vico consiste nello studio della della parola, un filologia. Per vico la politica è una scienza umanistica e lo studio di scienze collaterali o della tecnica sono negative perchè portano all’allontanamento degli studi umanistici e al disinteresse della polica. La politica acquista maggiore interesse quando si sviluppano le scienze umanistiche, la filologia è parte integrante in quanto studio del linguaggio umano. Viene infatti vista da vico come la sceinza umanistica per eccellenza. Questo pensiero si evince non solo da De nostril tempori ratione ma soprattuto da antiquissima italiorun sapiente la Sapienza degli italici stave infatti nella scinza del linguaggio.

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4
Q

Il valore del linguaggio, della politica e giurisprudenza

A

Sia il linguaggio che il dibbatito portano allo scontro. Tutti gli individui dopo uno momento di scontro temdomno a regolarizzare i rapport per uscire dallo stato ferino ed andare verso una vita cosciente del senso del limite. Le regole proprio perchè scritte avvicinano la filologia alla giurisprudenza . Il diritto è appunto un modo di parlare. Lapolitica e la giurisprudenza sono legate, la giurisprudenza viene considerate la vera filosofia del concretoche descrive la Sapienza di un popolo. E’ importante ricorda che se si vuole studiare la politica di un popolo in qualunque era storica, bisogna partire dallo studio del linguaggioe dallo studio della giurisprudenza che sono lle autentiche discipline umanistiche. esse infatti permettono una vera conoscenza, concretaa, dei fatti, diversamentee a quelle in voga nell period che si fermavano all’interioritá o all’astrazione del pensiero. Sia la filologia che la giurisprudenza consentono di comprendere tutte le discipline umanistiche percheè al veritdell’accaduto compete tutto quello che riguarda la sfera dell’umano. La folosofia puó essere una scienza del vero in fieri, inquanto la conoscenza del vero si ottiene solo dopo un lungo cammino di conoscenza, perchèa storia di un popolo bisogna conoscerla tutta. Il momento inisizale della storia di un popolo coincide sempre con un momento di contrasto. La ragione è un lendo dispiegarsi dlle facoltá umane che arriva raramente a compimento. allo stato di natura la razionalitá è pressoche nulla si vive nell’irrazionalitápiano piano si matura si capisce quello che si vuole. Questi stati sono accomunati da uno stato di violenza inziale che a parere di vico l’essere umana abbandona lntamente sviluppando facoltá che lo portano alla razionalitá piena.

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Q

Lo sviluppop e la morte di una civiltá

A

Allo stato iniziale dice vico ogni civiltá umana è come il period infantile dell’essere umano, riprendendo il tema della polis dell’uomo in grande la storia per vico manifesta lo stessonesplicarsi di un uomo in grande. Ci sono molte diversificazioni, non tutte le civitádurano lo stesso period di tempo. Le fasi della vita pur essendo una regola universale, ciascuna civiltá le vive in mdo dverso.
Gli uoomini inzialmente avvertono senza sentre, poi con animo per turbatoe commosso e infine riflettono con mente pura. In questo itinerariio vivonogliesseriumani che vivone nelle single civiltá e della vita umana. Le civiltá vivono secondo natura in un itinerario natural che non ermette loro che saltino dallostato natural. Non è possibile che un bimbo appena nato parli da grande, allo stessomodo popoli primitiviavranno un linguaggio meno svilupato delle civiltá evolute.

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6
Q

Lo svilupo dell’autoritá

A

L’autoritá fonde fondamentale per la civiltási sviluppa in uncerto modoall’interno della storia. Essa pur in maniera divera è presente sia in una viciltá primitivache evoluta. La parola autiritá ha un duplice significatom: in Greco AUCTOS significa ció che è proprio dell’uomo che fa parte dell’esere umano in qualto tale. in latino AUCTOrITAS deriva da AGO, ACTUM E’ L’azione è il padrone diuna certa azione. Un esempio lo scenziato che non puó capire la natura perchè non è il padrone. RiprendendoCIcerone Le leggi soonespressione del volere ma sono anche espressione della consuetudine del fae ripetuto. Nel corso della storia l’autoritá subisce uno svilutto, dalla violenza allo stato primitive, priva di razionalitá che si impone con la forza domiinata dagli istinti e passioni col tempo matura alter facoltácon la fantasi che rappresenta la creativitá. Da sempre si cercano parole per eprimersi. Non a caso le grandi civiltá nascono con grandi i poeti. La poesia viene vista dale civiltû come espresine d’arte he attraveerso la parola trasmette sensazioni ancor prima che conoscenze. La religione invece viene scoperta dall’uomo che comincia ad avere regole, li nasce il sensonreligioso frutto della fantasia. Si passa dal bestione che ha funzioni simili agli animali al senso del pudore, il bestione non si accoppia piú dove capita e nasce il senso religioso. Nella scienza nuova in fatti vico raccont la storia del bestione che mentre si ccoppia viene scosso da un tuono e credendo di averinfastiditoqualcuno cerca unposto diparato, nasce poi il bisogno di un tetto del riparoe incomincia cosí anche il senso dlla stabilitá del rapport e della casa.

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7
Q

Il rapporto con la divinitá

A

Il rapport con la divinitá fa nascere un Nuovo senso d’autoritá. Esistono leggi dettate dall’alto. lo spirit umano si affina. COn tempo si creano leggi che regolano i rapport quotidiani tra gli uomini e regole che portano all’umanizzazione e razionalizzazione del diritto.. La regola è dettata dal consenso commune, si passa dalla dorza bruta alla democrazia che è la piena razionalizzazione delle regole. SNel caso si voglia assolutizzare una sola facoltá questo porta alla cancellazione della fantasia e conseguenza della civiltá..

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8
Q

La fine della civitá

A

Nel momento in cui una civiltá invecchia , una politica invecchia le regole diventano inhumane e comincia il processo didegenerazione che porta a non inventare piú il lingiaggio. quando i popoli non inventano piú e iniziano ad acquisire il linguaggio da altri basti pensare all’inglese odieno, seppure la nostra lingua ha iinventato tanto ed è ancora presente nel vocabolario artistico in tutto il mondo. Quando il moemnto dell’invenzione si atrofizza la civitá volge alla fine.

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9
Q

Lo sviluppo di una civiltá

A

Per vico il rapport con le leggi e la politica si sviluppa attraverso l’autoritá. Un elemento cruciale per l’autoritá è il part familias, momento in cui si rafforza il rapport tra i coniugi e la famiglia si consolida come istituzione e non solo come realtá estemporanea. Questa famiglia con le sue tradizioni da luogo ad un’autoritá che investe non solo l’interno della famiglia ma anche i rapport sociali. Scoperto tutto questo l’umanitá si affina comincia ad avere pieta per i morti, bisognondellke sepulture e senso del sacro del giuramento e cosí nasce la civitá. See quetiaspeti vengono banalizzati la civiltá va in crisi perde il senso del pudone e della famiglia , laccoppiamento ritorna ad essere occasionale quando si perde il senso del sacro sparisce. Le famose strette perdono significato. La fine di una civitá si caratterizza per il suo invecchiamento intuit i sensi e si avvia ad uno stato irrazionale che porta a riemergere la violenza. Piú questa violenza si impone piú gli isituti demografici vanno in crisi.

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10
Q

Come si esce dalla crisi di una civiltá

A

Non è matematico ne automatic usicre dalla crisi di una civiltáinfatti questa puo esaurirsi e basta, puo essere revitalizzata da un’altra civiltáchesi intromette che porta freschezza, nuove regole Nuovo incremento demografico. Puo anche essere invocate da fuori comequando in italia venne un principe per mettere pace e poi insediarsi , non c’è un requisite unico.

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11
Q

Le posizioni di vico determinati in seguito

A

Per Vico la politica, lo stato, l leggi, le istituzioni non sono sovrastrutture ma rappresentano la nervatura stessa della storia degli uomini come il bisogno di autoritá e razionalitá. La politica va affrontata in moodo serio perchè è la cosa piú degna dell’essere umano. La decadenza della politica è la decadenza dell’umanitas. Un esempio sono i plebeinche richiamavano gli steessi diritti dei Patrizi come sposarsi e ricoprire ruoli pubblici. C’è una dignitas che fa maturare una civiltá a differenza dell’indegnitá che ne porta laa distruzione. Se le scienze estate si imparano in un attimo, il cammino dimun civitá è lento e faticosoe richiede studio ed applicazione delle scienze umane.

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