manuale: 1) il testo nel tempo: Flashcards

1
Q

non un metodo, ma un abito mentale:

A

La filologia è la condizione della critica testuale, il partito preso di verificare tutto il verificabile, di cercare sempre più verità, ricordandosi ‘che non ci sono verità minori, indifferenti o trascurabili’.

Filologia è ricostruzione quanto più esatta di un possibile frammento di passato, sia esso un evento, un manufatto o un testo.

Per cui la filologia non è una disciplina diversa rispetto alla storia della letteratura e alla critica letteraria, come non è da identificare completamente con l’ecdotica, cioè le procedure tramite le quali si indaga la trasmissione di un testo nel tempo e si tenta di ricostruirne la fisionomia originaria.

Di qualunque testo ci si occupi, senza filologia non può darsi nè storia nè interpretazione, a meno che non ci si appaghi di facili attualizzazioni o di pure speculazioni teoriche. In filologia le generalizzazioni non valgono e anzi sono nocive, perchè la complessità e l’individualità dei problemi obbligano a cercare soluzioni specifiche per ciascuno dei testi.

Essa è l’essenza stessa della ricerca storica nel suo sforzo perenne di avvicinamento alla verità e nel suo ripudio di ogni generalizzazione semplificante e di ogni arbitrio interpretativo; un abito mentale quindi, non una disciplina ausiliaria o propedeutica ad altre.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

cos’è l’ecdotica:

A

l’ecdotica è la branca della filologia che si propone praticamente la ricostruzione in una forma quanto più possibile vicina all’originale di un testo antico e indaga la sua trasmissione nel tempo.

dove la filologia è l’nsieme di discipline intese alla ricostruzione di documenti letterari e alla loro corretta interpretazione e comprensione. Inoltre la filologia si occupa anche di come facciamo a sapere che un autore è effettivamente l’autore dell’opera presa in esame.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

le domande del filologo:

A
  1. che cosa esattamente quel testo significa, parola per parola senza accontentarsi di una sua comprensione parziale e approssimativa.
  2. chi è l’autore e perchè lo sappiamo
  3. quando è stato scritto il testo
  4. se ciò che si legge nel testo corrisponde a ciò che davvero l’autore scrisse, o se invece vi sono parole sbagliate (errori), parole arbitrariamente sostituite da altri a quelle originarie (varianti di trasmissione), parti mancanti (lacune) o indebitamente aggiunte da persona diversa dall’autore.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

per quali testi problemi filologici sono più rilevanti?

A

Per lo studio della letteratura italiana dei primi secoli, a causa della grande distanza temporale (minore disponibilità di autografi. maggiore instabilità e incertezza dei testi, trasmissione esclusivamente o prevalentemente manoscritta, difficoltà nella comprensione dei testi).

Tuttavia alcune di queste problematiche si ripropongono anche per i testi dei secoli successivi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

abbreviazioni:

A
  • c./cc. = carta/carte (di un manoscritto)
  • ca. = circa
  • cett. = ceteri (rimanenti; detto dei testimoni diversi da quelli precedentemente citati)
  • cod./codd. = codice/codici
  • ed./edd. = edizione/edizioni
  • ms./mss. = manoscritto/manoscritti
  • om. = omette
  • r = recto (di un foglio)
  • v = verso
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

fondi manoscritti delle biblioteche citate

A
  • Acq. e Doni = acquisti e doni
  • Conv. Soppr. = conventi soppressi
  • It. = italiano
  • Magl. = Magliabecchiano (Biblioteca di Firenze)
  • Nouv. acquis. franc. = nouvelles acquisitions francaises
  • Pal. = Palatino (di origine del palatino di Germania, i codici della famiglia regnante)
  • Par. It. = Parigino Italiano
  • Plut. = Pluteo (dell biblioteca Laurenziana di Firenze, dove si trovano dei mobili progettati da Michelangelo, i ‘plutei’.
  • Ricc. = Riccardiano
  • Vat. Lat. = Vaticano Latino (Biblioteca Apostolica Vaticana, che divide i codici per alfabeto.
  • Urb. Lat. = Urbinate Latino (fondo di Federico da Montefeltro)
  • Vind. Pal. = Vindobonensis Palatinus (codice di Vienna)
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

trasmissione testuale della Commedia:

A

Come ogni prodotto umano, i testi mutano nel tempo; la filologia si occupa della vita dei testi nel tempo.

In molti casi poi il testo che abbiamo fra le mani il frutto di una ricostruione eseguita modernamente, che può essere seguita in modi e con risultati differenti.

ex.
Per la ‘Commedia’ di Dante, sullo stesso scaffale si possono trovare altre edizioni nelle quali il poema è in parte diverso da quello dell’edizione che hanno scelto; e che nessuna di queste edizioni offre realmente e in tutti i suoi particolari il testo scritto da Dante 700 anni fa, perchè quel testo ormai non esiste più.

In Italia la stampa arriva solo nel 1465, e una delle prime opere in volgare stampare fu la Commedia, a Foligno, nel 1472.

Tuttavia, la stampa non esisteva quando Dante scrisse il poema, le cui prime 2 cantiche avevano cominciato a circolare quando ancora era in vita.

Fra queste ci sarà stato forse anche l’autografo (o meglio più autografi), almeno dell’Inferno e del Purgatorio (mentre il Paradiso venne completato solo poco prima della sua morte): ma noi non li possediamo, e comunque non furono quelli - che probabilmente andarono perduti ben presto o rimasero tra le carte del poeta - a garantire la trasmissione del poema, ossia la catena ininterrotta di copie, prima manoscritte e poi a stampa, grazie alla quale l’opera ha attraversato i secoli ed è arrivata fino ai nostri giorni.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

‘opera’ e ‘testo’:

A
  • opera = un’astrazione, un’idea platonica che non esiste al di fuori dei tramiti materiali (le copie) nei quali essa prende corpo.
  • in questi tramiti materiali, l’opera diviene testo, o meglio, una molteplicità di testi. Infatti non esistono due copie uguali; di un’opera esistono tanti testi quante sono le sue copie e le sue stampe.

Quello che noi leggiamo non è il testo della ‘Commedia’, ma un testo fra i molti documentati e possibili.

  • testimoni (supporti materiali) = copie
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

tradizione ‘diretta’ e ‘indiretta’:

A
  • diretta = costituita da testimoni che tramandano un testo direttamente, ossia che sono stati copiati o stampati con il fine di trasmetterlo
  • indiretta = rappresentata da testimoni di altre opere nelle quali si trovano citazioni o frammenti del testo in questione
    la tradizione indiretta deve essere sempre maneggiata con cautela, perchè raramente le traduzioni e le citazioni sono fedeli

Alcuni dei primi commenti alla ‘Commedia’ di Dante recano citazioni del Convivio nelle quali il testo non coincide con quello tradito dai codici oggi noti, quasi tutti risalenti al 15° secolo.
I passi del trattato dantesco riportati in quei commenti vanno a integrare e talora correggere la lezione dei testimoni della tradizione diretta; così pure per l’epistola dello stesso Dante a Cangrande della Scala.

Alcuni versi dei canti 3° e 5° dell’Inferno e del canto 1° del Purgatorio sono trasmessi, oltre che dai codici della Commedia, anche dai ‘Memoriali Bolognesi’, le trascrizioni degli atti notarili di Bologna di quel periodo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

tradizione ‘organica’ e ‘estravagante’:

A
  • organica: tradizione di un’opera affidata a manoscritti che la trasmettono nella sua interezza
  • estravagante: la circolazione autonoma e separata di alcune sue parti

Tale distinzione vale generalmente per opere costituite da parti fra loro indipendenti, come i libri di rime, di novelle e di lettere, oppure i prosimetri (ex. la Vita Nova, le cui poesie sono trasmesse anche separatamente dalle prose).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

tradizione ‘plurima’, ‘monotestimoniale’ e ‘mista’:

A
  • plurima = se il testo è trasmesso da più testimoni
  • monotestimoniale = trasmesso da un solo testimone
  • mista = se la tradizione comprende sia manoscritti, sia edizioni a stampa.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

‘autografo’, ‘apografo’ e ‘idiografo’:

A
  • autografo = manoscritto vergato dall’autore stesso del testo
  • apografo = trascritto da persona diversa dall’autore
  • idiografo = non copiato dall’autore, ma da un copista di fiducia a cui è stato affidato dall’autore
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

autografo autoriale e autografo editoriale:

A
  • autoriale = quello dell’autore che si fa copista e ‘editore’ di se stesso
  • editoriale = quello dell’autore che si fa copista-editore di testi altrui (ex. Boccaccio con la Commedia e altre opere di Dante).

Tuttavia, in filologia l’autografo è solo quello autoriale.

Ovviamente, il manoscritto assume maggiore valore ecdotico se copiato direttamente da un autografo (ex. alcuni codici dei Trionfi petrarcheschi).

Il copista dell’idiografo si fonda principalmente su un esemplare fornitogli dall’autore, e il suo lavoro è solitamente oggetto di revisione e correzioni da parte di quest’ultimo. Per cui, sul piano filologico l’idiografo è equiparabile all’autografo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

cosa consente di considerare un codice come ‘idiografo’?

A
  • la presenza della mano dell’autore sul manoscritto
  • postille
  • soscrizioni (firme)
  • dischiarazione del copista o dell’autore

esempio è il Vat. Lat. 3195, contenente i RVF copiati in parte dal poeta e in parte da un copista.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

manoscritto ‘miscellaneo’ e ‘composito’:

A
  • miscellaneo = se trasmette più opere
  • composito = se risulta dall’assemblaggio (eseguito a posteriori) di codici originariamente distinti e separati
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

‘incunaboli’ e ‘cinquecentine’:

A
  • incunaboli = le prime stampe (‘400)
  • cinquecentine = stampe impresse nel ‘500
17
Q

testimone ‘acefalo’, ‘lacunoso’ o ‘mutilo’:

A

I testimoni possono essere incompleti per danno meccanico, ossia per caduta accidentale o asportazione intenzionale di una o più carte.

A seconda che il fenomeno interessi la parte inziale, quella centrale o quella finale, si parla di testimone acefalo, lacunoso o mutilo.

In questi accidenti possono essere utili per orientarsi nella tradizione, stabilendo o ipotizzando parentele e rapporti genealogici fra i manoscritti.

18
Q

‘errore’ e ‘variante’:

A
  • errore = lezione che rende inaccettabile un passo nella sostanza o nella forma. un’anomalia, che l’autore non avrebbe mai scritto
  • varianti = lezioni alternativa, in linea di principio tutte accettabili (anche se in genere non tutte allo stesso modo e allo stesso grado).

in presenza di errore, il testo ‘non funziona’, e si parla quindi di corruzione o di guasto testuale.

Se troviamo un verso sbagliato in un codice della Commedia, o un errore sintattico in un manoscritto del Convivio, si esclude a priori la responsabilità di Dante, e gli errori sono imputati ai copisti. In realtà ovviamente le cose sono ben più complesse e sfumate; è impossibile qualsiasi generalizzazione.
1. anche l’autore può commettere errori di scrittura > l’autografia non garantisce la corrispondenza all’originale
2. ci sono autori per i quali si può dimostrare la non perfetta padronanza della lingua e della metrica
3. per le opere dei primi secoli, almeno fino a quando non si impose in Italia una norma linguistica e ortografica, è necessaria estrema cautela nell’invocare l’errore linguistico e ortografico.

19
Q

i tipi di errore:

A
  • quelli dovuti alla tendenza di semplificare/banalizzare,
  • il cosiddetto ‘errore d’anticipo’ = errore di copiatura causato dalla presenza delle stesse parole nel rigo seguente
  • errori d’autore. ex. quando Dante cita nel cap. 16 della Vita Nova (della quale non possediamo autografi) l’inizio di un passo del 3° libro dell’Eneide, affermando che si trova nel 2°, oppure Boccaccio che nell’Hamilton chiama il basilico ‘salernetano’, probabilmente riferendoci alla canzone popolare siciliana di cui si nomina il basilico ‘selemontano’. Trovandosi ‘salernetano’ in tutti e tre i manoscritti principali del Decameron (Hamlton, il codice Mannelli e il Par. It. 482), è poco probabile che si tratti di un errore di copia.

Oppure abbiamo un esempio ‘errore d’anticipo’ nella lettera che Guicciardini scrive rivolto a Machiavelli, in cui difende la villa di Finocchieto (scrive ‘e benchè’ due volte in due righi consecutivi).

20
Q

come ci si comporta davanti ad un errore:

A

Bisogna astenersi da ogni intervento che porti a migliorare sostanzialmente il testo (cioè dare l’etichetta ‘errore’ a priori), perchè non è questo lo scopo della filologia.

Oggi si è più consapevoli della necessità di itervenire il meno possibile, mentre in passato prevaleva la tendenza a normalizzare (anche dove errori non erano, ma semplicemente forme linguistiche usate all’epoca).

Tutto ciò non significa ovviamente che debba esssere acriticamente accolta qualunque forma presente nei manoscritti, pur se autografi.

Può comunque accadere che i filologi si trovino in disaccordo nel valutare e decidere l’erroneità di una lezione

21
Q

i tipi di variante:

A
  • variante di tradizione: se il responsabile della variante è un copista o uno stampatore
  • variante d’autore: se la variante si deve all’autore stesso.

Alcuni fanno rienatrare nella categoria d’errore qualsiasi variante non d’autore, ma in tal modo ogni innovazione sarebbe errore.

Diciamo piuttosto che la variante è la deviazione dall’originale che non informano la correttezza formale del dettato, quand’anche queste fossero poco consone con lo stile dell’autore. > la variante non è un errore perchè non guasta il testo.

  • la diffrazione: con questo termine indichiamo lo sfrangiarsi della tradizione in una pluralità di lezioni e di varianti. Si può parlare di ‘diffrazione in presenza’ se fra le lezioni attestate troviamo anche quella presumibilmente buona, ‘diffrazione in assenza’ se nessuna delle lezioni è ritenuta soddisfacente.

Nella diffrazione in assenza si sostituiscono le varianti dei codici con una emendazione congetturale, generalmente ricavata per combinatio dalle stesse lezioni tràdite.

Se tuttavia nessuna emendazione accettabile soccorre al filologo, o se si preferisce una condotta iperconservativa, bisogna etichettare il luogo come immedicabile e irrimediabilmente guasto, oppure scegliere, fra le lezioni disponibili, quella meno insoddisfacente.

  • varianti formali/grafiche: interessano solo l’aspetto fono-morfologico e grafico della lezione
  • varianti sostanziali (caso. error/orror); negli apografi le varianti formali e grafiche sono solitamente nettamente maggioritarie, poichè il copista introduce in prevalenza varianti preterintenzionali o varianti di adattamento al porprio codice linguistico, non ha ragione di far posto a varianti di sostanza.

Se due o più varianti di tradizione sono ‘indifferenti’, ossia qualitativamente equivalenti a livello semantico o linguistico-formale, si dicono adiafore.

22
Q

valutazione delle varianti:

A

La valutazione delle varianti è estremamente incerta, per 3 aspetti in particolare:
1. la distinzione fra errore e variante
2. l’individuazione delle varianti d’autore in assenza di autografi (come facciamo che è una variante d’autore e non di un copista?)
3. l’assegnazione della patente di ‘adiafora’, ‘poziore’ (preferibile) o ‘deteriore’ (qualitativamente inferiore)

23
Q

innovazioni volontarie:

A

Una categoria a parte è quella delle innovazioni volontarie di copisti e stampatori, finalizzate a rielaborare il testo o a introdurvi presunte migliorie di stile o di sostanza.
* interpolazioni
* censure
* auto-censure (alle quali un autore può essere sollecitato da agenti esterni oppure spinto da timori personali).