LE FONTI DEL DIRITTO Flashcards

1
Q

Le fonti del diritto cosa sono

A

Le fonti del diritto sono fatti o atti idonei a produrre norme giuridiche.

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Q

Quali sono le fonti del diritto

A

Costituzione, Trattati, Leggi ordinarie Decreti legge e Decreti legislativi, Regolamenti, Usi

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Q

Fonti in base alla loro funzione in merito alla produzione di norme giuridiche

A

Per quanto riguarda la produzione di norme giuridiche possiamo parlare di due tipi di fonti divise in base alla funzione che danno origine alle regole di un sistema:
- Di produzione: gli atti o i fatti che creano, modificano o estinguono norme giuridiche (es. legge, decreto-legge, decreto legislativo), fonti che producono le norme tramite una legge fatta dal Parlamento
- Di cognizione: gli strumenti attraverso cui le norme vengono conosciute e rese accessibili al pubblico; documenti in cui si raccolgono i testi delle norme giuridiche formatesi attraverso le fonti di produzione (es. il Codice civile, la Costituzione, gazzette ufficiali).
Le regole che disciplinano i modi di produzione delle norme di un sistema giuridico si chiamano norme di produzione.

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4
Q

Principali fonti del sistema contemporaneo

A

Nel sistema contemporaneo approssimando è possibile segnalare la prevalenza di due tipi di fonti:
- L’atto legislativo: è il procedimento con cui un’autorità che ha il potere di legiferare produce un testo che contiene regole di diritto
- Il precedente giudiziario: è una decisione già pronunciata in passato in merito ad una fattispecie analoga a quella in esame; dalla decisione si ricava una regola cioè un criterio di soluzione che può valere per ogni caso simile

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5
Q

La costituzione

A

Il 27 dicembre 1947 è stata promulgata la Costituzione della Repubblica, entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Da allora, la Costituzione è la prima tra le fonti di diritto: “Fonte sulle fonti” o “Prima tra le fonti” poiché disciplina la produzione delle fonti.
La costituzione è rigida, cioè non modificabile tramite legge ordinaria ma solo tramite un procedimento gravoso.
I principi fondamentali contenuti nei primi articoli della Costituzione italiana delineano
i valori su cui si fonda l’intero ordinamento giuridico. Questi principi influenzano tutte le altre leggi, che devono essere conformi alla Costituzione e rispettarne i valori fondamentali.

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6
Q

I trattati

A

Il quadro delle fonti si evolve sensibilmente con l’avvento dei Trattati istitutivi delle Comunità europee e successivamente dell’Unione Europea, che sono:
- Il Trattato di Roma=> trattato istitutivo della Comunità Economica Europea del 1957 (entrato in vigore dal 1958)
- Il Trattato di Maastricht=> trattato sull’Unione Europea del 1992 (entrato in vigore nel 1993)
- Il Trattato di Lisbona=>2007 (entrato in vigore nel 2009)

Le norme europee si dividono in:
- Regolamenti: hanno immediata efficacia nel diritto interno degli stati membri e prevalgono sulle norme difformi. Si rivolgono direttamente ai cittadini e possono essere emanati solo nelle materie previste dai trattati.
- Direttive: sono prescrizioni rivolte agli stati perché provvedano a produrre norme interne che si adeguino ai principi previsti dalle direttive stesse. Hanno lo scopo di armonizzare le legislazioni degli stati membri per creare un sistema il più possibile omogeneo. Devono essere recepite per poter divenire efficaci. Lo stato ha tempo due anni per potersi adeguare alle direttive.
Le direttive self-executing sono direttive che hanno immediata applicazione e sono caratterizzate da precisione, inviolabilità e incondizionatezza.

Principio della prevalenza del diritto europeo sul diritto nazionale: quando c’è un conflitto, le fonti primarie del diritto dell’Unione Europea, come i trattati istitutivi, e le fonti secondarie, come i regolamenti e le direttive, prevalgono sul diritto interno, comprese le leggi ordinarie.

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7
Q

Le leggi e gli atti a forza di legge

A

Per quanto riguarda le leggi, l’espressione comprende tutti quegli atti con cui si esercita la funzione legislativa secondo la nostra Costituzione, e cioè:
- La Legge ordinaria (legge in senso formale o in senso stretto): atto normativo che viene approvato da parte delle due Camere del parlamento, promulgato da parte del Presidente della Repubblica e pubblicato nella Gazzetta ufficiale
- Gli Atti aventi forza di legge (atti legislativi):
1)Decreto-legge: atto avente forza di legge emanato dal governo quando vi sono situazioni di necessità e urgenza (es. covid, alluvione), entra subito in vigore e dura 60 giorni, dopo i quali deve essere convertita in legge (può anche essere modificata), altrimenti decade perdendo di efficacia ex tunc (con effetti retroattivi, da allora, come se non fosse mai esistita)
2)Decreto legislativo delegato: atto avente forza di legge emanato dal Governo su delega del Parlamento, che conferisce al Governo il potere di legiferare su materie specifiche
attraverso una legge di delega.

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8
Q

I regolamenti

A

Per quanto riguarda i regolamenti, si tratta di una fonte subordinata gerarchicamente alla legge che forniscono norme applicative in genere di carattere tecnico.
I regolamenti possono essere emanati anzitutto dal Governo, dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni. In particolare.

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9
Q

Gli usi

A

Gli usi sono norme consuetudinarie, ovvero comportamenti reiterati nel tempo dai cittadini o gruppi di consociati con la convinzione che quel comportamento sia doveroso per legge
Le regole degli usi fanno parte dell’ordinamento a condizione di essere richiamate da una delle fonti precedenti o in materie non regolate da altra fonte.

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10
Q

Le fonti deontologiche

A

Si tratta di documenti normativi con finalità di auto-regolazione che disciplinano la condotta di professionisti delle numerose professioni o di imprese. Rappresentano il diritto interno a una determinata organizzazione, e che in prima istanza non fanno parte del diritto statuale, ma che possono divenire rilevanti in sede di interpretazione e applicazione della legge da parte del giudice.

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11
Q

L’equità

A

è il criterio della giustizia del caso concreto, è una fonte secondaria del diritto e prevede l’equilibrata soluzione del conflitto di interessi tra chi deve una prestazione e chi la pretende tra il danneggiante e il danneggiato. È soggettiva, viene applicata per giudicare danni non quantificabili, il giudice valuta secondo equità quando non c’è un parametro obbiettivo del danno.

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12
Q

Entrata in vigore delle norme

A

Perché una disposizione normativa divenga parte integrante dell’ordinamento giuridico occorre che essa sia entrata in vigore, divenuta cioè effettivamente applicabile.
L’entrata in vigore è subordinata a due presupposti: la pubblicazione del testo normativo, e il decorso del periodo di vacatio legis.
La pubblicazione consiste nella riproduzione del testo nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica (se si tratta di legge o comunque di atto normativo statuale) oppure nel Bollettino Ufficiale della Regione (se si tratta di legge o atto regionale) o infine nella affissione all’albo (se si tratta di norme comunali).
La vacatio legis è l’intervallo di tempo che deve trascorrere tra la pubblicazione e l’entrata in vigore dell’atto normativo, di regola, un periodo di 15 giorni. Ciascuna legge può tuttavia ridurre il periodo di vacanza sopra indicato o, addirittura sopprimerlo. Trascorso il termine di vacanza, la norma entra in vigore ed è applicabile e vincolante, di regola, senza riguardo alla conoscenza o conoscibilità

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13
Q

Criterio gerarchico

A

Il criterio gerarchico: stabilisce che una norma inferiore non può contraddire una norma superiore.
Si applica quando si parla di fonti che appartengono a due ranghi diversi. La norma subordinata viene dichiarata illegittima e non vale più.
1. Legge-Costituzione: la legge viene detta incostituzionale (lo decide la Corte costituzionale), di conseguenza questa legge cessa di avere effetti in modo retroattivo.
2. Legge-Norma E.U.: il giudice investito della singola causa può ritenere che una norma di legge sia contro una norma dell’unione europea e la disapplica.
3. Regolamento-Legge: il giudice disapplica la norma del regolamento contraria alla legge ma il regolamento rimane, le disapplica solo per le parti per cui non si applica almeno che non venga eliminato tutto.
Gli usi hanno valenza solo se richiamati dalla legge e quindi non sono mai contro la legge, sono sempre rispondenti.

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14
Q

Criterio cronologico

A

Il criterio cronologico: prevede che, in caso di contrasto tra due norme dello stesso livello gerarchico, prevale la norma più recente. La norma successiva prevale su quella precedente, che non smette di esistere ma continua ad applicarsi nei casi avvenuti fino a quando era ancora in vigore (ex nunc, da ora).

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15
Q

Abrogazione

A

Per abrogazione si intende la cessazione di efficacia di un atto normativo. Generalmente, l’abrogazione riguarda la successione delle leggi del tempo (la legge posteriore abroga la legge anteriore incompatibile con essa), ma può riguardare anche il contrasto tra fonti di diverso grado (la fonte sovraordinata successiva abroga la fonte subordinata anteriore).

Si distinguono tre ipotesi di abrogazione di una disposizione normativa:
* Per dichiarazione espressa del legislatore: abrogazione espressa.
* Per incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti: abrogazione tacita.
* La nuova legge regola l’intera materia già regolata dalla legge anteriore rendendola superflua: l’abrogazione implicita.

Un modo particolare di abrogazione della legge è il referendum popolare abrogativo: è uno
strumento di democrazia diretta che consente ai cittadini di abrogare, in tutto o in
parte, una legge o un atto avente forza di legge. Viene indetto su richiesta di cinquecentomila elettori o di cinque Consigli regionali. Se il referendum ha esito positivo e raggiunge il quorum necessario, la norma viene abrogata e cessa di avere efficacia. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Sfuggono dall’abrogazione le leggi speciali, quando una norma posteriore non regola l’intera materia ma dice solo qualcosa di diverso rispetto la norma anteriore in una singola ipotesi allora non viene abrogata, la legge speciale non abroga la legge generale.

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16
Q

Illegittimità di una norma

A

Dire che una norma è illegittima significa rilevare un vizio nella sua formazione, che la rende inidonea alla sua funzione regolatrice; non equivale però ad affermarne la radicale nullità o addirittura l’inesistenza.
L’ordinamento giuridico prevede infatti dei meccanismi per l’eliminazione delle norme illegittime ma, finché essi non sono messi in moto e il risultato non è ottenuto, l’ordinamento tollera in via provvisoria l’antinomia: la norma illegittima continua quindi a svolgere la sua funzione finché non viene cancellata.