Gestione Morbo Di Chron Flashcards
Obiettivo della terapia di induzione del morbo di Crohn
Ottenere la guarigione mucosale dal punto di vista macroscopico
Per quello che riguarda le caratteristiche istologiche pare che
La guarigione istologica correli anche meglio con la risposta all’induzione ma non esistono criteri standardizzati per poter definire la stessa con certezza
Come si può valutare la guarigione mucosale nei pazienti con morbo di Crohn
Mediante endoscopia
Oppure mediante metodiche non invasive Ossia una Valutazione congiunta della clinica, dei valori di calprotectina fecale, e della pcr
Target dei parametri non invasivi da raggiungere con l’induzione
Calprotectina fecale inferiore a 250
PCR inferiore a 5 mg/ml
PCDAI inferiore a150
Cosa considera il CDAI
Numero di evacuazione settimana Numero di episodi di dolore addominale a settimana Benessere generale Perdita di peso e anemia Complicanze locali e sistemiche
Ruolo della risonanza magnetica nel valutare la risposta al trattamento
Si può utilizzare la risonanza magnetica per valutare la risposta mucosali
I parametri che definiscono l’infiammazione parietale sono la presenza di ulcere enhancement E iper intensità in T2
Ma la risonanza aiuto soprattutto a riconoscere fistole e stenosi
A tal proposito il miglioramento di una Steno sì è definito da uno spessore parietale inferiore ai 3 mm
Quando si può pensare nutrizione enterale totale come possibile terapia di induzione nel morbo di Crohn
Esclusivamente nella malattia B1 Ossia infiammatoria non fistolizzante non stenosante
Quando non vi siano altri fattori di rischio in particolare estensione massiva dall’ileo al colon e quando non vi sia significativo deficit di crescita
Come funziona la terapia nutrizionale
Si usano prevalentemente formule polimeriche contenenti proteine interi come caseina soia e siero proteine dell’atte che devono essere assunte in maniera esclusiva e progressiva fino ad otto settimane fino a raggiungimento di un apporto calorico pari a circa 120% del fabbisogno raccomandato per età
Si fa per 6/8 settimane
Quando si ricorre ai corticosteroidi nella terapia di induzione
Quando la terapia con la nutrizione non è efficace in due o quattro settimane oppure quando non è tollerata
Si può ricorrere alla somministrazione di prednisone 1 mg profilo fino ad un massimo di 40 mg al giorno con scalo in 10 settimane
Alternativa nelle forme lievi moderati con localizzazione ileocecale è la somministrazione di budesonide Alla dose di 6 fino a 9 mg pro chilo die
In caso di risposta a questo schema di induzione come proseguire il mantenimento
Il mantenimento può essere proseguito ricorrendo al metotrexato, alle tiopurine oppure alla terapia nutrizionale
Cosa fare se non si raggiunge il target
Iniziare la terapia con infliximab
Quando la terapia con infliximab Risulta di prima linea nell’induzione
 In tutti i casi di malattia B1 con estensione ileale e pancolonica, in presenza di profonde ulcere coloniche
Nei casi di malattia B2 ossia stenosante
Dosaggio infliximab
Da cinque a 10 mg pro chilo die Nell’induzione che si fa per tre volte ogni due settimane
Si passa quindi alla infusione ogni otto settimane
Alternativa all’’infliximab
Adalidumab
Dosaggio adalidumab
Prima settimana 2,5 mg pro chilo dosi fino ad un massimo di 160
Seconda settimana 1,2 mg pro chilo dose fino ad un massimo di 80 mg a dosi
0,6 mg pro chilo dose per un massimo di 40 ogni due settimane
Gestione della malattia di Crohn perianale
Necessaria una distinzione
Nel caso di lesioni non fistolizzatoti non ci sono particolari accorgimenti parliamo soprattutto di skin tag fissurazioni
Nel caso invece di fistole oppure ascessi si deve ricorrere alla terapia con infliximab associata a Metronidazolo 30 mg pro chilo die e ciprofloxacina 20 mg pro chilo die ricorrendo eventualmente anche alla terapia chirurgica