Epatiti virali e croniche Flashcards

1
Q

Epidemiologia epatite autoimmune

A

Ha una incidenza di 1,9 casi ogni 100.000 abitanti e presenta una prevalenza 3-4 volte superiore nel sesso femminile

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2
Q

Tipologie di epatite autoimmune

A

1: caratterizzata da anticorpi ANA e anti-muscolo liscio. Prevale negli adulti
2: caratterizzata da anticorpi anti-microsoma epatico (anti-LKM) e/o anticorpi anti-citosol epatico (LC1). Forma praticamente esclusiva dei bambini
3: caratterizzata da anticorpi diretti contro l’antigene epatico solubile (SLA). Si considera sovrapponibile al tipo 1

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3
Q

eziologia epatite autoimmune

A

Si ipotizza che alcune infezioni (epatiti virali, EBV e CMV) o farmaci (es. minociclina e infliximab) possano in soggetti geneticamente predisposti (HLA-DR3 e 4) scatenare il processo infiammatorio.

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4
Q

Clinica epatite autoimmune

A

Clinicamente può essere totalmente asintomatica o presentarsi con astenia ed anoressia, ittero, epatite acuta simil-virale fino a quadri con severa compromissione epatocellulare.

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5
Q

DIagnosi differenziale epatite autoimmune nel bambino

A

La prima cosa da fare nel bambino è escludere altre malattie che possano determinare danno epatico:
Wilson🡪ceruloplasmina
Emocromatosi🡪ferro e ferritina
Valutazione del fenotipo dell’alfa-1 antitripsina
Indagini sierologiche per escludere le epatiti virali

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6
Q

Esami di laboratorio da richiedere nel sospetto di epatite autoimmune

A

IgG o immunoglobuline che in genere hanno un titolo 1,5 volte superiore al normale

Auto-anticorpi: ANA, ASMA, LKM1 che nel bambino sono indicativi di epatite autoimmune quando il titolo è pari o superiore a 1:20 (1:80 nell’adulto). Si dosano anche gli AMA (negativi)

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7
Q

Diagnosi di conferma epatite autoimmuni

A

La conferma diagnostica richiede la biopsia che in genere evidenzia la cosiddetta epatite da interfaccia caratterizzata da necrosi peri-portale e infiltrato plasmacellulare diffuso.

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8
Q

Reperto laboratoristico collaterale dell’epatite autoimmune e possibile complicanza

A

Va ricordato che la malattia può associarsi a rialzo della alfa-feto proteina; rara ma possibile l’evoluzione a epatocarcinoma

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9
Q

Terapia di induzione epatite autoimmune

A

Induzione della remissione: consente di ottenere la normalizzazione bio-umorale in quasi tutti i casi entro 8 settimane. Si usano dosi alte di prednisone; da 2 mg/Kg/die fino a 60 mg/Kg/die nell’adolescente. Il prednisone va associato alla azatioprina (1-2 mg/Kg/die)

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10
Q

Terapia di mantenimento dell’epatite autoimmune

A

nel momento in cui i livelli di transaminasi si normalizzano lo steroide viene scalato progressivamente. In genere si mantiene lo steroide a basse dosi oppure l’azatipoprina. Il mantenimento va proseguito per almeno 5 anni per l’alto rischio di recidiva. La remissione si raggiunge fino all’80% dei casi e va sempre confermata con l’esame istologico.

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11
Q

Che tipo di virus è il virus dell’epatite A

A

Virus a RNA a singola elica appartenente alla famiglia dei Picornavirus.

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12
Q

Epidemiologia HAV

A

Ha trasmissione oro-fecale e incubazione che va da 15 a 50 giorni

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13
Q

Evoluzione clinica HAV

A

Può avere evoluzione asintomatica oppure itterica, colestatica, fulminante. Non cronicizza mai.

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14
Q

Diagnosi HAV

A

Sierologicamente l’infezione in atto è segnalata dalla positività per le IgM con IgG +/-. L’infezione pregressa è segnalata da IgM- e IgG+.

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15
Q

CHe tipo di virus è HBV

A

Virus a DNA appartenente alla famiglia degli Hepadnavirus con genoma costituito da DNA circolare parzialmente a doppia elica

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16
Q

Antigeni HBV

A

Gli antigeni più rilevanti sono quello di superficie (HbsAg), l’antigene del core (HbcAg) la cui forma circolante è l’HBeAg il cui dosaggio ha senso solamente nei non-mutanti pre-core (in tali soggetti i livelli di HbEag predicono il rischio di trasmissione peri-natale dell’infezione e ha significato prognostico simile all’HBV-DNA; inoltre la comparsa di anticorpi contro lo stesso è fattore prognostico positivo).

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17
Q

EPidemiologia HBV

A

La trasmissione è sessuale, parenterale e perinatale. L’incubazione va da 40 a 160 giorni

18
Q

CLinica HBV bambino

A

Nel bambino è raro che l’infezione abbia evoluzione itterica e fulminante; più spesso decorre in maniera asintomatica ricordando che il rischio di cronicizzazione per infezioni contratte in epoca neonatale è molto alta (90%).

19
Q

Indagini sierologiche HBV

A

Sierologicamente va ricordato che nelle prime settimane di infezione in circolo non sono riscontrabili anticorpi (periodo finestra) ma solamente l’HBV-DNA. Il primi anticorpi a comparire in circolo sono quelli diretti contro l’HBcAG. Anticorpi anti-HbsAg sono indicativi di risoluzione del processo infettivo.

20
Q

Indicatore di replicazione virale HBV

A

Nei mutanti pre-core un indicatore importante di replicazione virale è l’HBV-DNA (nei non-precore anche l’HBeAg)

21
Q

Caratteristiche HDV

A

Virus a RNA con trasmissione prevalentemente parenterale e sessuale; raramente perinatale.

22
Q

Caratteristiche della interazione HBV HDV e tempo di incubazione

A

La coinfezione con l’HBV ha incubazione che arriva a 160 giorni mentre la sovrainfezione con HBV ha incubazione che arriva a 60 giorni massimo. Nella sovrainfezione la cronicizzazione è frequente con evoluzione in cirrosi nel 40% dei casi.

23
Q

Sierologia e diagnosi infezione HDV

A

Se vi è una infezione in atto abbiamo IgM e IgG conto l’HDV con positività all’RNA e all’HdAg (negativi in caso di infezione pregressa).

24
Q

Caratteristiche generali HEV

A

Virus a RNA appartenente alla famiglia dei Calicivirus. Si tratta di una zoonosi emergente a trasmissione orofecale e raramente perinatale. Non cronicizza ma può determinare quadri itterici, colestatici o fulminanti. L’infezione in atto è segnalata dalla positività alle IgM e dalla presenza dell’HEV-RNA in circolo.

25
Q

DIagnosi di laboratorio epatiti acute

A

In genere osserviamo rialzo delle transaminasi con inversione del rapporto AST/ALT, aumento della bilirubina, PT prolungato. La diagnosi è guidata dalla sierologia.

26
Q

Terapia epatiti virali

A

La terapie delle epatiti virali acute è di supporto. Solo per l’epatite C esistono evidenze che gli interferoni possano ostacolare la cronicizzazione dell’infezione.

27
Q

Profilassi HAV

A

esiste un vaccino che si effettua in due somministrazioni (la seconda dopo 6-12 mesi dalla prima). Nel bambino al di sotto di 1 anno si ricorre però alle Ig 0,02 ml/Kg.

28
Q

Schemi di profilassi HBV

A

attualmente il vaccino è obbligatorio in tutti i nuovi nati. Lo schema vaccinali prevede tre dosi: a 3 mesi, una seconda dopo 1 mese e una terza dopo 6 mesi. Nei nati da madre positiva invece entro 12 ore si da la prima dose di vaccino con le Ig contro HBV; quindi dopo 1 mese si fa una seconda dose e dopo un altro mese un terzo. La profilassi post esposizione dopo esposizione percutanea a sangue possibilmente infetto si effettua con immunoglobuline e vaccino nel soggetto non vaccinato, nel vaccinato non si fa nulla. Se il soggetto è un vaccinato non responder o si fanno due dosi di immunoglobuline oppure si procede a una nuova vaccinazione.

29
Q

Definizione di epatite virale cronica

A

Processo infiammatorio cronico a carico del fegato determinato da virus epatotropi con durata superiore ai 6 mesi.

30
Q

Decorso epatite virale cronica

A

In genere il decorso è asintomatico o paucisintomatico con possibile evoluzione verso la cirrosi e l’epatocarcinoma.

31
Q

RIschio cronicizzazione HBV in epoca pediatrica

A

il rischio di cronicizzazione in età neonatale e perinatale è del 90%. Nelle successive età pediatriche è invece del 10% (contro i 5% della popolazione adulta)

32
Q

Rischio di sviluppo di cirrosi nel bambino e epatocarcinoma; gestione

A

Lo sviluppo verso la cirrosi è rapido e può avvenire nei primi 2 anni di vita (prevalenza dal 3 al 30% dei casi in base alle statistiche). Dato l’elevato rischio di sviluppare epatocarcinoma sono necessari dosaggi seriati di alfa-feto proteina e ecografie periodiche.

33
Q

Obiettivo terapeutico nella terapia dell’HBV

A

L’obiettivo terapeutico è ottenere la negativizzazione dell’HBV-DNA

34
Q

Gestione terapeutica; chi sono i pazienti candidabili a terapia

A

In genere nei soggetti HbeAg+ e transaminasi elevate si effettua un’osservazione per almeno 12 mesi in attesa di eventuale sieroconversione. Candidabili alla terapia sono soggetti con transaminasi elevate (sopra 2 volte i valori normali) e HBV-DNA sopra 2000 UI/ml

35
Q

Farmaci usati nella terapia dell’HBV

A

Farmaci di riferimento per la terapia sono gli interferoni somministrabili però solo dopo il primo anno di vita. In particolare si può utilizzare l’interferone alfa-2b (INTRONA) 5-10 MU/metro quadro SC 3 v/settimana per sei mesi oppure l’interferone peghilato (PEGINTRON) 1,5 microgrammi pro kilo SC 1 volta a settimana per sei mesi. L’alternativa al di sopra dei 3 anni di vita è la Lamivudina tutti i giorni per 12 o più mesi.

36
Q

RIschio cronicizzazione HCV e complicanze

A

cronicizza nel 60-80% dei casi. Il 20% dei pazienti sviluppa negli anni cirrosi epatica e l’1% dei cirrotici va incontro a epatocarcinoma

37
Q

Terapia HCV cronico bambino

A

Terapia basata sulla associazione di interferone alfa-2B 3 volte a settimana e ribavirina. L’obiettivo terapeutico è la negativizzazione dell’HCV-RNA a fine terapia. In corso di studio l’uso dell’interferone peghilato e degli agenti antivirali diretti; a tal proposito l’associazione Sofosbuvir/Lepidasvir è approvata a partire dai 12 anni.

38
Q

Cosa è la malattia di WIlson

A

Definita anche come degenerazione epato-lenticolare. E’ una malattia AR del metabolismo del rame con accumulo dello stesso nel fegato e in altri organi.

39
Q

Età di esordio e clinica WIlson

A

Raramente esordisce prima dei 4-6 anni di vita. Manifestazioni iniziali possono essere epatomegalia, epatite acuta itterica, epatite fulminante, crisi emolitiche e coma. Manifestazioni tardive sono quelle correlate alla cirrosi e al danno cerebrale con rigidità extrapiramidale, disartria e alterazioni comportamentali.
Patognomonico ma non costante l’anello di Keyser-Fleisher.

40
Q

RIlievi laboratoristici rilevanti nella Wilson

A

Ceruloplasmina inferiore a 20 mg/dl

Aumento della cupruria di base (sopra 100 mg nelle 24 ore) e dopo penicillamina

Il contenuto epatico di rame è sopra i 200 microgrammi per grammo di peso secco

41
Q

Terapia Wilson

A

La terapia prevede un adeguato regime dietetico che escluda cibi ricchi in rame come pesce, fegato, noci, cioccolata e funghi. Farmaco di riferimento in epoca pediatrica è la Penicillamina.