encefalo Flashcards

1
Q

quali sono le fasi dello stroke

A

iperacuta 3-6 h
acuta 6-24 h
subacuta 24h-14 gg
cronica da 14 gg in poi

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2
Q

fase iperacuta in tc

A

segno dell’arteria iperdensa
perdita dell’insular ribbon sign
rigonfiamento dei giri
spianamento dei solchi
edema

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3
Q

fase iperacuta stroke in rmn
e spettroscopia

A

iperintensità in DWI
aumento LDH

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4
Q

fase acuta tc

A

ipodensità dell’edema

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5
Q

fase acuta in RMN cosa fa vedere

A

quadro morfologico
quadro metabolico con spettroscopia
quadro funzionale con diffusione perfusione

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6
Q

caratteristiche infarto lacunare

A

piccolo
in profondità
causato da danno ischemico a livello delle arterie lenticolo-striatali

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7
Q

origine arterie lenticolo-striatali

A

M1 (porzione sfenoidea dell’MCA
A1 (tratto iniziale arteria celebrale anteriore)

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8
Q

diagnosi infarto lacunare

A

RMN

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9
Q

infarto borderzone

A

a limite tra due regioni confinanti
può essere dato da ipoperfusione (solitamente zone profonde)
può essere dato da microembolizzazione (zone corticali)

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10
Q

infarto embolico

A

derivato da embolo distale

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11
Q

infarto territoriale

A

zone iperdense date da microemboli in corrispondenza dei territori di vascolarizzazione dell’arteria interessata all’infarto

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12
Q

collaterali extracranici

A

arteria oftalmica che si anastomizza con l’arteria meningea media, con la facciale e con la mascellare

anastomosi arteria meningea media arteriolari durali
anastomosi arteria occipitale nel forame mastoideo e forame occipitale

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13
Q

collaterali intracranici

A

anastomosi leptomeningee tra ACM e ACA
anastomosi leptomeningee tra ACM e ACP

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14
Q

classificazione riconversione emorragica

A
  • infarto emorragico di tipo 1 (HI1 hemorrhagic infarction type 1): caratterizzato da petecchie lungo i margini dell’infarto;
  • infarto emorragico di tipo 2 (HI2 hemorrhagic infarction type 2): caratterizzato da petecchie confluenti senza effetto massa;
  • ematoma parenchimale di tipo 1* (PH1 parenchymal hematoma type 1*): chiamato anche tipo 1 stellato; caratterizzato da un ematoma o conversione emorragica di dimensioni inferiori al 30% dello stroke con effetto massa;
  • ematoma parenchimale di tipo 2* (PH2 parenchymal hematoma type 2*): chiamato anche tipo 2 stellato; caratterizzato da un ematoma o conversione emorragica di dimensioni superiori al 30% dello stroke con effetto massa. Questo è il tipo che ha una peggiore prognosi.
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15
Q

classificazioni stroke emorragico

A

sede tipica (nuclei della base)
sede atipica (sostanza bianca emisferica e sottocorticale)

profondi (per ipertensione) o superficiali (MAV e aneurismi)

singoli(ipertensione aneurisma) o multipli (MAV, metastasi, coagulopatie, amiloidosi)

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16
Q

variazioni tempo dipendenti TC stroke emorragico

A

fase acuta: (< 3 giorni) si ha iperdensità e quindi attenuazione compresa
fra 60 e 90 HU, perché c’è un’alta densità causata dalla globina;

le fasi subacute dell’emorragia sono comprese tra i 3 e i 14 giorni; man mano che dalla fase acuta passo a quella subacuta l’attenuazione si riduce (densità dell’ematoma diminuisce di
circa 1 HU al giorno, precisamente 0.7 HU/giorno), quindi si possono avere man mano aree iper-, iso- e ipo- dense. Un altro aspetto importante è che nel passaggio da acuta a subacuta
il processo di
degradazione va dalla
periferia al centro,
quindi se faccio delle TC seriate vedo un andamento della
degradazione e dell’attenuazione che va dalla periferia al centro.

nelle fasi croniche dell’emorragia (> 2 settimane) si osservano aree ipodense in
corrispondenza dell’emorragia.

17
Q

caratteristiche stroke venoso

A

Lo stroke venoso è una condizione nella quale riscontriamo la trombosi delle strutture venose, ed è una condizione non frequente ma importante per la tipologia di pazienti che generalmente viene colpita. Sono pazienti giovani, e di sesso femminile quindi dal punto di vista epidemiologico altra differenza rispetto allo stroke ischemico che normalmente colpisce persone di fascia d’età superiore.
Dati epidemologici:
* incidenza 3/4 casi per milione all’anno
* 75% dei casi sono donne
* nell’80% dei casi hanno buon outcome neurologico (a differenza dell’ischemico e emorragico)

mentre le arterie hanno un’afferenza arteriosa molto definita o netta, nelle vene, i territori di drenaggio venoso variano molto spesso. Quindi quando si vede una lesione, non sempre si riesce a classificarla come una lesione venosa dovuta alla trombosi di quella specifica vena.

18
Q

aree maggiormente interessate da stroke venoso

A

seni trasversi
seno saggitale superiore
altre sedi

19
Q

diagnosi stroke venoso

A

Angio RMN
* angioRM senza mezzo di contrasto (a destra). Quando il vaso è pervio io vedrò un vuoto di segnale, mentre invece se è trombizzato, il vaso manda un segnale
* una angioRM con contrasto: il vaso occluso non manderà segnale perché non ci passa il mezzo di contrasto, quello pervio manderà segnale perché sta passando il sangue con mezzo di contrasto.

TC
Spesso si fa direttamente una Tomografia assiale compiuterizzata (TC); con la TC bisogna riprendere in mano i concetti di sensibilità e specificità; non sempre infatti si riesce a vedere bene con la TC la presenza di trombosi dei seni venosi. Se si è “fortunati”, si può vedere “il segno della corda” con iperdensità di segnale dovuta alla presenza di trombosi. Questo segno può entrare in diagnosi differenziale con emorragia subaracnoidea, nella quale non c’è solo un cord sign ma ce ne sono tanti, perché prende in modo molto più ampio la componente encefalica.
Se si fa una TC con mezzo di contrasto, si vedrà una delle due possibilità
* il mezzo che non passa
* passa intorno al trombo