Chiesa cattolica e comunicazione Flashcards
Legame tra religione, etica e comunicazione
Esiste un legame tra dimensione etica e religiosa, così come esiste un legame tra etica e comunicazione. Per questo motivo, si può affermare che esiste anche un legame tra comunicazione e religione.
La religione può essere intesa come una forma di comunicazione: in questo senso, le religioni possono essere rappresentate come grandi sistemi di credenze stratificati e propensi ad alimentarsi reciprocamente, perché accomunati dalla struttura profonda del potere della parola. Anche i riti rappresentano una sorta di comunicazione, attraverso cui si manifesta un’appartenenza religiosa. Inoltre, attraverso i riti un sistema religioso è in grado di controllare i propri confini simbolici.
Bibbia
La Bibbia è il testo sacro del Cristianesimo, ed è la storia di un dialogo/comunicazione tra Dio e l’umanità. Si divide in Antico e Nuovo Testamento.
Comunicazione nell’Antico Testamento
Adamo ed Eva: si parla di una vera e propria “logica del serpente”, artefice della prima fake news della storia dell’umanità che ha come conseguenza il peccato. Da questo episodio si ricava il concetto fondamentale di verità dell’informazione.
Torre di Babele: Babele è il simbolo di una crisi profonda della comunicazione e rappresenta l’impossibilità di tutti gli umani di parlare tra loro un linguaggio comune.
Comunicazione nel Nuovo Testamento
Nella visione cristiana cattolica, Gesù rappresenta un modello della comunicazione umana. I suoi insegnamenti sono semplici e si basano su episodi della vita quotidiana; anche i suoi gesti sono atti di comunicazione attraverso cui si manifesta la forza di Dio. In particolare, alcuni insegnamenti di Gesù riguardano proprio la comunicazione, che viene intesa come un atto morale: Gesù insiste sull’autenticità della comunicazione e condanna l’ipocrisia, la disonestà e la falsità.
Negli Atti degli Apostoli narrato il momento della Pentecoste. Nella visione biblica, la comunicazione umana è un lungo viaggio da Babele (fallimento della comunicazione) alla Pentecoste (ritrovamento di una lingua comune dell’umanità).
Verità e libertà
Gesù è presentato come il comunicatore della verità, che rappresenta la caratteristica fondamentale dei mezzi di comunicazione di massa.
Per la tradizione cristiana, il concetto di verità non si limita a definire le cose come vere o false, ma ha a che fare con la vita intera dell’uomo.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù mette in relazione i due concetti fondamentali di verità e libertà: in questo senso, la verità porta l’uomo a una vera libertà.
Effatà “Apriti”
Lettera pastorale di Carlo Maria Martini, propone un episodio di risanamento della comunicazione in cui Gesù guarisce un sordomuto, facendolo uscire dalla sua incapacità di comunicare. Questo passo evangelico fa riferimento alle malattie della comunicazione e alla possibilità di guarire da esse.
Il lembo del mantello
Lettera pastorale di Carlo Maria Martini, rappresenta l’immagine dei mezzi di comunicazione di massa.
In quest’ottica, la folla anonima che circonda Gesù rappresenta le masse che fruiscono passivamente dei mezzi di comunicazione, mentre la donna realizza un processo di personalizzazione ed è in grado di entrare in contatto diretto con Gesù.
Riflessione di Martini sulla televisione
La televisione, come tutti i mezzi di comunicazione, può essere considerata un dono di Dio. La televisione ha un grandissimo potere che può essere negativo e pericoloso, ma da cui può derivare anche del bene.
Alla luce di queste premesse, Martini instaura un dialogo con la televisione, che viene definita il simbolo di una nuova Babele dei mezzi di comunicazione.
Chiesa e mezzi di comunicazione
Anche la Chiesa deve praticare la comunicazione e deve diffondere il messaggio di Gesù attraverso l’utilizzo di mezzi di comunicazione a tutti i livelli. La Chiesa deve avere un ruolo educativo e profetico e deve produrre messaggi veri e corretti; inoltre, i fedeli cattolici vengono invitati a essere protagonisti del mondo dei media.
Rapporto tra comunicazione e informazione
Martini parla di una sorta di malattia della comunicazione mediale, che è quella di ritenere che la comunicazione sia solo un accumulo di dati. Questo aumento della quantità di informazione non corrisponde necessariamente a un aumento della qualità della stessa, e questo può generare scambi comunicativi non sempre veri e autentici che possono produrre una forte solitudine nelle persone.
Martini sostiene quindi l’importanza dell’impegno educativo nel campo dei mezzi di comunicazione di massa, e a questo compito devono adempiere anche la Chiesa e le comunità cristiane. In particolare, deve esserci un’educazione:
- dei destinatari della comunicazione, che non devono rassegnarsi a un ruolo passivo;
- dei comunicatori, che devono ritrovare spazi di libertà, discernimento e creatività nell’esercizio del loro ruolo.