Capitolo 3 Flashcards
Genetica comportamentale
La genetica comportamentale è quella disciplina che intende determinare l’influenza dei fattori ereditari sulle differenze individuali nelle caratteristiche umane e nello sviluppo. Per tentare di studiarla, gli studiosi della genetica comportamentale si sono serviti di gemelli o di persone adottate. Negli studi sui gemelli, infatti, le somiglianze del comportamento dei monozigoti sono confrontate con quelle dei gemelli dizigoti, sfruttando il concetto di base secondo il quale i primi sono più simili geneticamente. Da ciò ne è scaturito che i problemi comportamentali siano prevalenti nei gemelli monozigoti, dimostrando così il ruolo fondamentale dei fattori ereditari nei problemi comportamentali. Tuttavia, questi ultimi - proprio per la loro maggiore somiglianza - potrebbero considerarsi parte di una coppia più dei dizigoti e di conseguenza giocare assieme più frequentemente. In tal caso, l’influenza dell’ambiente sulle somiglianze osservate in entrambe le coppie di gemelli potrebbe essere molto significativa. Negli studi sui figli adottivi, i ricercatori tentano di stabilire se i comportamenti e le caratteristiche psicologiche dei bambini adottati sono più simili a quelle dei genitori adottivi (cultura), i quali hanno determinato il loro ambiente domestico, o a quelle dei genitori biologici (natura), che hanno contribuito alle caratteristiche ereditarie.
La difficoltà che i ricercatori incontrano quando analizzano i risultati degli studi sui gemelli e sui figli adottivi riflettono la complessità dell’interazione tra fattori ereditari e ambiente. I geni dell’individuo influenzano il tipo di ambienti in cui l’individuo fa esperienza; in un certo senso, eredita degli ambienti che sono collegati o correlati alle sue propensioni genetiche. Secondo la genetica comportamentale la costituzione genetica dà forma all’esperienza e al comportamento mediante tre correlazioni genotipo-ambiente e, descritte dalla studiosa Sandra Scarr nel 1993.
- correlazioni passive genotipo-ambiente si verificano poiché i genitori biologici costruiscono un ambiente educativo che riflette le loro stesse tendenze genetiche portando i loro bambini a ereditarle.
- correlazioni evocative genotipo-ambiente le caratteristiche di un bambino, ereditate geneticamente, suscitano un certo tipo di risposta all’ambiente fisico e sociale; i geni stimolano cioè un ambiente a loro favorevole.
- correlazioni attive genotipo-ambiente avvengono quando i bambini ricercano attivamente un ambiente che trovano stimolante e compatibile con le loro attitudini.
La prospettiva epigenetica
A differenza della genetica comportamentale, la prospettiva epigenetica enfatizza l’idea che lo sviluppo sia il risultato dell’interazione tra fattori ereditari e ambienti. È Gilbert Gottlieb a proporre questa prospettiva, secondo la quale lo sviluppo è il risultato di uno scambio continuo e bidirezionale tra fattori ereditari e ambiente, inoltre la relazione anziché essere deterministica è probabilistica. Eredità e ambiente agiscono insieme per determinare l’intelligenza della persona, il temperamento, il peso, l’altezza, l’abilità di lettura e così via.
Fasi dello sviluppo prenatale
La durata tipica dello sviluppo prenatale inizia con la fecondazione finisce con la nascita e dura dalle 38 alle 40 settimane. Si divide in tre periodi:
- germinale, è quel periodo che si verifica nelle prime due settimane dopo il concepimento include la creazione dell’ovulo fecondato (zigote), la divisione cellulare e l’attaccamento dello zigote alla parete uterina. A una settimana circa dal concepimento, la differenziazione di queste cellule è già cominciata. Questa fase, il gruppo di cellule, ora chiamato blastocisti, consiste in una massa interna di cellule che successivamente si svilupperà in un embrione e formando di conseguenza uno strato esterno di cellule che in seguito fornirà nutrimento e sostegno all’embrione.
- embrionale, si verifica tra le due e le otto settimane dal concepimento. Qui il ritmo della differenziazione delle cellule si intensifica, si formano dei sistemi di supporto per le cellule e gli organi cominciano a svilupparsi. La massa di cellule viene ora chiamata embrione e si formano tre strati di cellule: l’endoderma, il mesoderma e l’ectoderma. Tutte le parti del corpo si sviluppano a partire da uno di questi strati. Contemporaneamente alla formazione dei tre strati, si sviluppano anche dei sistemi che sostengono la vita dell’embrione, come l’amnio, il cordone ombelicale e la placenta.
- fetale, ha inizio a due mesi dal concepimento e dura in media sette mesi. In questo periodo è continua la crescita e lo sviluppo del bambino. È diventato attivo, comincia a formarsi completamente il viso, così come le altre parti del corpo. Genitali possono essere identificati come maschili o femminili. Alla fine del quarto mese si verifica un’esplosione delle parti inferiori del corpo; alla fine del quinto mese per la prima volta l’infante alla possibilità di sopravvivere al di fuori dell’utero; durante l’ottavo e il nono mese, infine, il feto cresce in lunghezza e il peso aumenta considerevolmente.
Fattori teratogeni: rischi dello sviluppo prenatale
Nonostante viva in un ambiente protetto, il feto non è completamente immune all’influenza del mondo esterno. L’ambiente può incidere sullo sviluppo del bambino in molti modi. L’agente teratogeno causa un difetto alla nascita. Questi agenti sono molto numerosi, per questo motivo è difficile determinare quale sia responsabile di un determinato difetto alla nascita. Inoltre, ad oggi è più complicato in quanto molti degli effetti degli agenti non si manifestano; inoltre solo metà di tutti i potenziali effetti si presentano alla nascita. In alcuni casi e non vi sono difetti fisici dalla nascita, ma questi agenti possono alterare lo sviluppo del cervello.
Tra gli effetti degli agenti teratogeni abbiamo quelli dati dei farmaci con obbligo di ricetta e da banco che possono arrivare a deformare i bambini che vengono alla luce, farmaci che alcune donne incinte si ritrovano ad assumere non sapendo o comunque senza pensare ai possibili effetti sul feto. Tra i fattori teratogeni abbiamo anche le sostanze psicoattive che agiscono in vario modo sul sistema nervoso. Diverse droghe psicoattive, tra cui l’alcol e la nicotina, oltre che le droghe illegali come la cocaina, la marijuana e l’eroina. Prendendo l’esempio della caffeina, gli studi hanno confermato un leggero aumento del rischio di aborto spontaneo e sottopeso alla nascita nelle donne incinte che consumano un’elevata quantità di caffeina al giorno; il consumo elevato di alcol da parte del donne incinte invece può portare alla sindrome alcolica fetale che riguarda un insieme di anomalie come malformazioni del viso, difetti cardiaci e disabilità intellettiva.
Oltre a queste sostanze, vi sono anche altri fattori che sono più difficilmente conosciuti o comunque tenuti da conto come i gruppi sanguigni i compatibili della madre e del padre; stati emotivi e stress della madre; malattie e infezioni della madre o altri fattori parentali come dieta e nutrizione della madre. Anche l’età della madre incide sullo sviluppo del bambino ad esempio provocando mortalità infantile o sindrome di Down. È raro che un bambino affetto da questa sindrome nasca da una madre tra i 16 e 34 anni. Tuttavia vi sono anche fattori legati al padre come il contatto dell’uomo con il piombo, alle radiazioni alcuni pesticidi e prodotti petrolchimici può causare anomalie negli spermatozoi che a loro volta provocano aborti spontanei e malattie nei bambini. Anche quando il padre fumo durante la gravidanza della madre può causare problemi nei figli. Infine vi sono anche, tra i fattori teratogeni, anche i rischi ambientali dati dalle radiazioni, dei rifiuti tossici e altre sostanze chimiche inquinanti.