Capitolo 10 Flashcards
Comprensione di sé e dell’altro nella prima infanzia
Gli infanti non possono dirci come si percepiscono. Essi non possono esprimere verbalmente la loro visione del sé. Una soluzione ingegnosa per verificare l’auto-riconoscimento visivo da parte del bambino, consiste nell’usare la tecnica del riconoscimento allo specchio: l’idea che il bambino, toccandosi di più il naso rispetto quanto facesse prima, riconosca se stessa nello specchio cerchi di toccare il naso o togliere il rosso perché il puntino viola la visione del sé del bambino.
Segni di auto-riconoscimento cominciavano ad apparire in alcuni bambini tra i 15 e 18 mesi di età.
All’età di 2 anni, la maggior parte dei bambini si riconosceva allo specchio.
In seguito, durante il secondo anno e all’inizio del terzo anno, i bambini mostrano altre forme di auto consapevolezza che riflettono un senso di sé. Per esempio, iniziano a impiegare delle espressioni riferite a se stessi come “io bravo” e etichettare esperienze interne come “ho paura”.
Durante il secondo anno i bambini sviluppano la consapevolezza del proprio corpo. Questo cambiamento evolutivo segna l’inizio della rappresentazione della propria forma e del proprio aspetto tridimensionale.
Comprensione del sé e dell’altro nella seconda infanzia
Poiché i bambini possono comunicare verbalmente, la ricerca sulla comprensione di sé non è limitata solamente all’auto-riconoscimento visivo. Esistono 5 caratteristiche principali della comprensione di sé nella seconda infanzia: confusione di sé, mente e corpo ; descrizioni concrete, fisiche e attive (in senso di attività come il gioco) per riferirsi a se stessi ; super valutazioni positive irrealistiche ovvero le valutazioni di sé sono spesso irrealisticamente positive e rappresentano una sovrastima delle qualità personali, questo perché i bambini piccoli hanno difficoltà a differenziare tra le loro capacità reali e quelle desiderate.
I bambini fanno progressi nella loro conoscenza degli altri. A circa 4-5 anni non solo iniziano a descrivere se stessi in termini di tratti psicologici, ma anche a percepire gli altri in quanto portatori di tratti psicologici. Bambini in età prescolare, sebbene piccoli sanno già distinguere le bugie dalla verità e il fatto che si può dire di credere una cosa anche se non è vera, se è per raggiungere uno scopo. Se è vero che i bambini talvolta credono a cose che sono false, è anche vero che questo potrebbe avere una funzione adattiva: dal momento che non è possibile imparare ogni cosa del mondo attraverso l’esperienza diretta, è bene credere la maggior parte delle cose che le persone dicono. Alcuni bambini capiscono meglio degli altri che le persone provano sentimenti e hanno desideri.
Comprensione del sé e dell’altro in età scolare
Le valutazioni di sé dei bambini diventa più complessa durante la fanciullezza. 5 cambiamenti chiave caratterizzano l’aumento della complessità:
- caratteristiche e tratti psicologici con il quale i bambini propendono a definire se stessi;
- descrizioni sociali, ovvero cominciano a includere aspetti sociali nelle loro auto-descrizioni, quali riferimenti a gruppi sociali;
- confronto sociale, è più facile che i bambini distinguono se stessi dagli altri in termini comparativi piuttosto che assoluti, tendono cioè a pensare a ciò che riescono a fare in confronto con gli altri;
- sé reale e sé ideale in quanto cominciano a distinguere tra questi due sé, ciò implica la differenziazione delle loro reali capacità da quelle che aspiravano ad avere;
- realismo, ovvero l’autovalutazione dei bambini diventa più realistica.
Durante la fanciullezza, i bambini mostrano un aumento del perspective taking, cioè nell’abilità di assumere la prospettiva di un’altra persona e di capire i suoi pensieri e sentimenti. Particolarmente importante per determinare se il bambino sviluppa comportamenti e attitudini pro sociali o antisociali.
Comprensione di sé nell’adolescenza
In adolescenza, lo sviluppo della comprensione di sé è complesso e coinvolge diversi aspetti del sé. Tendenza a paragonare se stessi agli altri continua ad aumentare durante gli anni dell’adolescenza. Tuttavia, la maggior parte degli adolescenti nega perché teme che sia una cosa malvista a livello sociale. Alcuni dei modi in cui l’adolescente sviluppa una comprensione di sé sfaccettata:
- astratto e idealistico, molti adolescenti iniziano ad avere un pensiero che rispecchia queste caratteristiche, utilizzandoli anche nel descrivere se stessi.
- consapevolezza di sé, ovvero hanno più probabilità di avere una consapevolezza di sé e di preoccuparsi della comprensione di se stessi.
- contraddizioni nel sé, iniziano a differenziare il loro concetto di sé all’interno di differenti contesti relazionali ma anche a sentire tra i loro differenti sé vi possono essere delle contraddizioni.
- sé reale e sé ideale, ovvero la crescente abilità dell’adolescente di costruire un se è ideale da aggiungere a quello reale. Da un certo punto di vista, un aspetto importante del sé ideale o immaginato è il sé possibile o potenziale, ciò che gli individui potrebbero diventare, ciò che vorrebbero diventare (sé ideale) e ciò che temono di diventare (sé temuto).
- autointegrazione, la conoscenza di sé diventa cioè più integrata rispetto alle parti disparate del sé.
Autostima, concetto di sé e autoefficacia
Il concetto di sé è qualcosa di più della comprensione di sé. Bambini non cercano solo di definire e descrivere gli attributi del sé, ma valutano anche tali attributi. Queste valutazioni creano l’autostima, il concetto di sé e hanno implicazioni di vasta portata per lo sviluppo dei bambini. Noi utilizziamo il termine autostima per riferirci al valore e all’immagine che una persona ha di sé, una autovalutazione globale del sé. Usiamo il termine concetto di sé per riferirci alle valutazioni in domini specifici del sé.
L’autostima sembra inoltre avere un legame particolarmente stretto con la percezione di sé soprattutto in un ambito: l’aspetto fisico. I ricercatori hanno visto che tra gli adolescenti, l’autostima globale è molto più correlata all’apparenza fisica percepita che alla competenza scolastica, accettazione sociale, condotta comportamentale o performance atletica.
L’autoefficacia è la credenza che si possa controllare una situazione e produrre dei risultati favorevoli, è un aspetto cognitivo importante per lo sviluppo del bambino.
Significa credere di essere capace mentre incapacità è pensare di non essere in grado. Uno studio ha fatto emergere che gli studenti con un’alta auto-efficacia sono più disponibili a compiere degli sforzi e perseverano di più sul compito rispetto agli studenti con bassa auto efficacia, perché i giudizi di auto efficacia influenzano il tipo di attività in cui ci impegniamo, lo sforzo che approfondiamo in una situazione, il tempo che dedichiamo un compito e le reazioni emotive.
Autostima: assessment e cambiamenti nel tempo
L’assessment, o valutazione dell’autostima, presuppone che la si definisca in quanto concetto uni o multidimensionale. Un esempio di strumento utile sviluppato per misurare l’autovalutazione dei bambini è il Profilo dell’autopercezione per bambini di Susan Harter del 1985. Progettato per essere utilizzato con bambini della terza classe della scuola primaria alla prima della scuola secondaria di primo grado, valuta il valore di sé globale e cinque ambiti testati per i bambini +3 campi addizionali: amicizia, attrazione amorosa e competenza lavorativa.
I ricercatori hanno visto che l’autostima è alta nell’infanzia, declinando in adolescenza e aumenta in età adulta fino alla tarda età quando declina nuovamente. L’autostima dei maschi è molto più alta di quella delle femmine per quasi tutto l’arco della vita. Durante l’adolescenza, l’autostima delle ragazze decresce molto di più di quella dei maschi. La spiegazione per questa differenza è che l’abbassamento sia causato da un’immagine negativa del corpo e che le ragazze abbiano immagini del corpo più negative, durante i cambiamenti puberali, rispetto ai ragazzi.
Gli adolescenti valutano l’immagine di sé attraverso 5 elementi: il sé psicologico che valuta il controllo degli impulsi, il tono emotivo e l’immagine corporea; il sé sociale che valuta le relazioni sociali, morali e scolastiche; sé coping che misura la padronanza del mondo, l’adattamento e il fronteggiamento dei problemi; sé familiare che comprende il modo con cui adolescenti sentono il loro rapporto con i genitori e il sé sessuale che esamina l’attitudine ai sentimenti adolescenziali rispetto alle questioni relative al sesso.