CAP. 2 - gli attori Flashcards

1
Q

individuali vs. collettivi

A

Il consiglio comunale può essere considerato come un attore collettivo solo se la posizione è pressoché unitaria, se non ci sono state grandi spaccature nella maggioranza. Se le opinioni emerse sono plurali, è un aggregato di attori. Ci sono approcci che considerano solo gli attori collettivi “dalla decisione in poi”, altri che studiano le reti e gli attori individuali al loro interno.

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1
Q

l’intenzionalità

A

L’intenzionalità è un requisito fondamentale perchè un determinato soggetto sia considerabile un attore. Spesso, soprattutto nel gergo giornalistico, si attribuisce intenzionalità ad aggregati che non ne hanno, come i mercati o l’opinione pubblica.

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2
Q

Scale territoriali diverse

A

Attori diversi operano su scale territoriali diverse (locale, nazionale, sovranazionale). Oggi, la maggior parte delle politiche sono governance multilivello.

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3
Q

Attori privati e il passaggio da government a governance

A

In passato le politiche pubbliche erano prevalentemente frutto dell’azione di governo. Oggi le istituzioni rappresentative sono parte di un sistema sociale chiamato governance in cui molteplici attori contribuiscono alla formazione delle scelte pubbliche. Questo sistema non è più gerarchico ma reticolare, e basato sull’intreccio tra attori politici, tecnici, pubblici, associativi e privati.
Il cambiamento è stato determinato da due fattori:
- la crescente influenza degli attori privati, resa possibile dagli orientamenti neoliberali che hannon valorizzato la cultura imprenditoriale privata
- la crescente complessità dei problemi pubblici, che richiede la formulazione di politiche che tengono in considerazione punti di vista diversi

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4
Q

Classificzione sulle logiche di azione

A

Gli autori sono classificabili sulla base delle logiche di azione di cui sono portatori, ovvero delle modalità, obiettivi e comportamenti che tendono a mettere in atto. Tendenzialmente si distinguono:
- politici
- burocrati
- stakeholder
- esperti
- media
- cittadini

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5
Q

Politici

A

Rivestono cariche pubbliche e hanno quindi una legittimazione democratica diretta o indiretta, in quanto espressione della maggioranza. Questo significa che devono mantenere alto il consenso dei cittadini e questo li rende sensibili all’opinione pubblica.
I partiti hanno una funzione aggregativa di attori politici, anche se in questi anni si sono indeboliti lasciando spazio a dinamiche di personalizzazione della leadership.

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6
Q

Burocrati

A

Gli attori burocratici sono i dirigenti e i funzionari delle pubbliche amministrazioni, che hanno il compito di dare attuazione alle politiche pubbliche. Hanno un ruolo importante nel processo di policy-making perché vengono spesso consultati in fase deliberativa.
Le loro competenze specifiche nel settore determinano un’asimmetria di informazioni, che permette di fare leva per scoraggiare determinate soluzioni o definire i problemi in certi termini. Il burocrate è il rappresentante del potere legale-razionale, a garanzia del rispetto delle procedure senza intromettersi.
In realtà e loro logiche d’azione sono state prevalentemente interpretate in due modi:
- scelta razionale: usano la propria leva perché siano prese decisioni in linea con interessi egoistici e accrescimento del potere personale
- cultura organizzativa e routine: agiscono in base a un bagaglio di valori, modi di pensare e routine che hanno adottato come punto di riferimento. Le loro scelte sono quindi orientate a mantenere il ritualismo delle procedure.

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7
Q

Stakeholders

A

Fanno generalmente parte di gruppi interesse, e la loro logica di azione è la promozione della propria posta in gioco (stake), tramite attività di informazione, lobbying e mobilitazione.
Si distinguono gruppi di interesse settoriali e diffusi. I primi proteggono gli interessi concentrati di una specifica categoria; i secondi sono invece gruppi promozionali, o basati su una causa, e sostengono interessi diffusi che guardano la società nel suo insieme.

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8
Q

Esperti e tecnici

A

Possiedono una competenza specifica (riconosciuta) riguardo a temi specifici. Agiscono sulla base della loro conoscenza, con attività di analisi e consulenza (advice). Sono indifferenti al consenso, quindi si esprimono in modo più disinteressato, ma tendono a concentrare l’attenzione solo sugli aspetti che padroneggiano. Il ricorso agli esperti ha l’effetto di depoliticizzare una questione, ma il loro intervento non è sempre risolutivo perché possono giungere a risposte diverse.
Una funzione importante è svolta dai think tanks, organizzazioni private senza scopo di lucro che svolgono attività di ricerca.

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9
Q

Media

A

I media hanno la funzione cruciale di informare i cittadini sui problemi e le possibili soluzioni, quindi svolgono un ruolo di filtro. Sono orientati dalla media logic, cioè la propensione a massimizzare l’attenzione del pubblico. Tendono perciò a semplificare ed enfatizzare, e stanno negli ultimi anni convergendo verso un modello di giornalismo di infotainment.

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10
Q

I cittadini sono attori nel policy making?

A

Nel modello tradizionale, i cittadini devono aggregarsi per sperare di avere una qualche influenza sul policy-making.
La città di Porto Alegre, in Brasile, è il primo caso di tentativo di istituzionalizzazione della democrazia partecipativa, in quanto ha creato il bilancio partecipativo.

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11
Q

L’amministrazione condivisa

A

L’amministrazione condivisa è un modello organizzativo che, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118 Cost.), consente ai cittadini e all’amministrazione pubblica, di solito il Comune (ma anche quartieri, o Unioni di Comuni, e altre amministrazioni), di svolgere su un piano paritario attività di interesse generale che riguardano la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni.

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12
Q

Patti di collaborazione

A

Sono contratti stipulati tra Amministrazione Comunale e cittadini attivi (o altre istituzioni e gruppi), che riguardano l’intervento concreto rispetto alla cura di un qualsiasi bene comune inutilizzato, o alla messa a punto di servizi collettivi.

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13
Q

I processi deliberativi

A

Hanno l’obiettivo di creare sedi di discussione aperta e approfondita tra cittadini che hanno idee, punti di vista e interessi diversi o contrapposti allo scopo di elaborare soluzioni in modo costruttivo.

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14
Q

Il policy network

A

Ogni problema è attorniato da una rete di attori in relazione tra loro, il cosiddetto policy network. Si tratta di entità informali che nascono a partire dalle relazioni che gli attori stringono volontariamente. Sono settoriali, perchè si costruiscono in relazione a un campo di intervento.
All’interno del network si manifestano situazioni conflittuiali, in quanto gli autori sono spesso divisi in due o più coalizioni.

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15
Q

Governance e Government come paradigmi contrapposti

A

- Goverment: indica le istituzioni che hanno il compito di governare. In questo paradigma le politiche pubbliche sono il risultato di decisioni autoritarie sotto la responsabilità della parte pubblica; la logica è quella del comando.

- Governance: le politiche pubbliche sono risultato di interazioni tra attori di diverso tipo che si confrontano a pari livello; In questo paradigma le logiche sono di relazione, contratto e responsabilità condivisa, si prendono le decisioni tramite un accordo.

16
Q

La classificazione dei policy network

A

I policy network possono essere classificati sulla base dell’elemento aggregante. Alcuni esempi:
- issue network
- policy community
- epistemic community

17
Q

Issue network

A

L’lemento aggregante è la issue, il problema specifico. La rete di solito è particolarmente affollata perché attorno ad un problema si affollano tanti attori, e il confine tra insiders e ambiente è sfumato; questo rende la partecipazione altalenante e sporadica.
È poco probabile che si istituzionalizzi perché una volta risolto il problema si scioglie.

18
Q

Policy community

A

L’elemento aggregante è l’appartenenza a una comunità (di valori, territoriale…), e quindi è stabile nel tempo.
È meno affollata; il confine tra insiders e ambiente esterno è ben marcato; la partecipazione è stabile e continua; le relazioni sono consensuali e basate sul riconoscimento reciproco. Di solito si istituzionalizza e permane nel tempo.

19
Q

Epistemic community

A

L’elemento aggregante è la comune credenza in teorie causali e ricette di policy (es. austerità, liberalizzazioni etc.); a tenere insieme il gruppo sono idee condivise sulla risoluzione dei problemi. Tende a rimanere stabile nel tempo.

20
Q

Calcolo della complessità delle reti

A

Bisogna guardare quanti tipi di attori esistono e il livello territoriale che rappresentano. Ogni attore è portatore di interessi specifici che devono essere coniugati.
La complessità è elemento fondamentale per dare a un network la possibilità di formulare politiche di successo. Ma l’eccesso di complessità può essere causa di fallimento.
^ attori = ^ complessità
^ livelli di governo = ^ complessità

21
Q

Calcolo della densità nelle reti

A

Misura la quantità di relazioni che «si aprono» all’interno di un network decisionale. Può trattarsi ovviamente di relazioni molto diverse e con gradi di intensità diversi. Ma il fatto che una relazione sia aperta tra due attori rende possibile la costruzione di coalizioni.
Se una rete è poco densa ci sono tanti attori rappresentati ma pochi sono in relazione l’uno con l’altro. Una elevata densità può avere effetti contrastanti sul decision-making:
* aumento della fiducia, apprendimento, confronto, creatività
* aumento dell’entropia, maggiore probabilità conflitto, paralisi decisionale

22
Q

Calcolo della centralità nelle reti

A

Misura la capacità di un attore o di una piccola coalizione di esprimere una posizione dominante.
L’attore con maggiore centralità dovrebbe – in teoria – coincidere col «regista» del processo decisionale (o, nei casi di conflitto, il leader degli oppositori). Un network dove nessuno ha un’alta centralità mostra una probabile assenza di regia del processo, questa situazione è negativa.
Si calcola per i singoli attori, e il livello della rete corrisponde con quello dell’attore con il livello più alto.

23
Q

Due tipi di analisi delle reti

A

Network analysis
Analisi tendenzialmente quantitativa, basata su metodo reputazionale. Trattamento di questionari somministrati ad alcuni attori tramite software ad hoc.
Scopo: delimitare le «coalizioni», raffigurare i legami e individuare chi/quali sono gli eventuali «nodi» delle reti in un momento X nel tempo. Fa vedere la forza delle relazioni.
Immagine STATICA (fotografia).

Analisi dei processi
Analisi tendenzialmente qualitativa, basata su metodo decisionale. Trattamento «manuale» dei dati. Ricostruzione del processo decisionale sulla base di documenti e altro.
Scopo: formulare interpretazioni/ipotesi riguardo a densità e complessità delle reti in un’ottica evolutiva, di processo.
Immagine DINAMICA (slow motion).