6 - Il sè Flashcards

1
Q

dualismo del sé secondo William James

A

Il ME: il sé in quanto oggetto di conoscenza, come se fossimo degli osservatori esterni che ci guardiamo da fuori

	- Me materiale (aspetto fisico, vestiti, etc.)
	- Me sociale (immagine degli altri)
	- Me spirituale (valori, tratti)

L’ Io: agente attivo che opera nell’ambiente, nel proprio mondo sociale, non abbiamo componente di riflessione, di attenzione rispetto alle proprie caratteristiche (coscienza)

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2
Q

fonti di conoscenza del sé

A
  • introspezione
  • osservazione dei nostri comportamenti (teoria auto-percezione di Bem)
  • confronto con gli altri
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3
Q

sovra-giustificazione

A

persone giustificano il loro comportamento focalizzandosi in modo eccessivo sulle cause esterne e ponendo in secondo piano le proprie motivazioni interne al comportamento (comportamento come fonte di conoscenza del sé)

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4
Q

accessibilità temporanea e cronica

A

Per accessibilità temporanea si intende quando,
durante i processi di categorizzazione e in relazione ad un determinato contesto sociale, alcuni fattori diventano
più salienti di altri (quindi più accessibili) aumentando la probabilità del loro utilizzo nell’emissione di un
giudizio.
L’accessibilità di determinati contenuti è detta cronica quando essa è riferita ad informazioni che costituiscono una sorta di “nucleo centrale” della percezione, che rimane piuttosto invariato anche al variare delle circostanze esterne e che diventa la nostra chiave d’interpretazione privilegiata della realtà

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5
Q

complessità del sé: alta o bassa

A

la complessità del sé è relativa al grado di elaborazione con cui un individuo definisce sè stesso e la propria identità: una persona dottata di un’alta complessità ha una concezione di sé per l’appunto complessa, elaborata e sfaccettata, costruita su varie dimensioni differenti tra loro; una persona dalla scarsa complessità del sè, invece, si auto-percepisce in maniera piuttosto semplice, limitata, concependo la propria identità come relativa a poche dimensioni, spesso. tra l’altro, tra di loro collegate

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5
Q

complessità del sé: alta o bassa

A

la complessità del sé è relativa al grado di elaborazione con cui un individuo definisce sè stesso e la propria identità: una persona dottata di un’alta complessità ha una concezione di sé per l’appunto complessa, elaborata e sfaccettata, costruita su varie dimensioni differenti tra loro; una persona dalla scarsa complessità del sè, invece, si auto-percepisce in maniera piuttosto semplice, limitata, concependo la propria identità come relativa a poche dimensioni, spesso. tra l’altro, tra di loro collegate

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6
Q

esperimento di Linville

A

studio finalizzato a provare la correlazione tra scarsa complessità del sè e influenza da parte degli eventi esterni:
le persone dotate di una scarsa complessità del sè sono maggiormente in balìa agli eventi che vi accadono, sia in senso positivo che negativo, dimostrando un grande impatto di questi sul proprio stato umorale e delle reazioni emotive spropositate.

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7
Q

minaccia dello stereotipo1

A

quando si ritiene che una prova vada ad interessare un Ambito rispetto al quale il proprio gruppo è stereotipicamente considerato poco dotato, l’individuo soffre una situazione di minaccia e di ansia tale, per cui la sua performance nella prova ne risente in modo negativo.
–> vengono vissute in modo ansioso le occasioni in cui, con il proprio comportamento, vi è il rischio di confermare l’immagine stereotipica associata al proprio gruppo paura, e la conseguente ansia, creano proprio le condizioni affinché le prestazioni individuali peggiorino.

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8
Q

STRATEGIE AUTOLESIVE

A

le strategie autolesive possono quindi essere considerate un tentativo attivo, ma spesso disfunzionale, di gestire la propria immagine di sé, creando le situazioni ottimali affinché, qualunque sia l’esito della prestazione, le attribuzioni compiute permettano di mantenere la positività di tale immagine.

MANTENERE IMMAGINE POSITIVA DI Sè < BUONA PRESTAZIONE

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9
Q

IMPOTENZA APPRESA

A

esperienza pregressa circa il fatto che le proprie azioni non modificano l’ambiente che può portare ad uno stato tale per cui le persone smettono di agire, intervenire per migliorare la propria situazione –> meta-apprendimento circa l’inutilità delle proprie azioni nella regolazione della propria vita, rispetto alla possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita.

(ex. topi che non riescono a far smettere suono rumoroso, smettono di provarci)

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10
Q

esperimento di Rodin e Langer del 1976

A

correlazione tra incapacità appresa e benessere psicofisico: due condizioni sperimentali di anziani in casa di cura

1) controllo attivo delle attività, dell’ambiente, della quotidianità
2) nessuna possibilità decisionale, etero-direzione

–>primo gruppo umore migliore, minore malessere psico-fisico, minor numero di morti (dopo un anno)

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11
Q

quali sono le implicazioni pratiche relative alla relazione tra senso di controllo e quotidianità?

A
  • limiti dell’ospedalizzazione–>implica perdita di controllo con negative correlazioni sul benessere psico-fisico
  • limiti delle “prescrizioni oscure” –>importante per i pazienti conoscere i motivi che rendono alcune prescrizioni necessarie, altrimenti potrebbero non seguirle o l’impatto negativo psico-fisico potrebbe compromettere l’effetto delle prescrizioni
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12
Q

esperimento Langer

A

esperimento senso di controllo e persuasione
(fotocopiatrice tre condizioni sperimentali)–> PSEUDO-SPIEGAZIONE, non aggiunge niente alla spiegazione stessa, ma fornisce al ricevente un senso di controllo, in quanto gli dà la possibilità di decidere in base alla spiegazione ricevuta–>AUMENTA ASSENSO

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13
Q

sé possibili

A

componenti del se non ancora sviluppate ma potenzialmente sviluppabili in futuro, in genere hanno valenza positiva, hanno ruolo importante nelle strategie di azione perché orientano i progetti ( se sono negativi influenzano la possibilità che le previsioni negative si avverino)

–>rappresentazioni deputate a definire come il Sé probabilmente si evolverà nel futuro, fotografie più o meno accurate in grado di cogliere delle possibili situazioni future

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14
Q

componenti del sé secondo Higgins

A

1) Sé effettivo–> La rappresentazione nei termini degli attributi che l’individuo ritiene di possedere, autorappresentazione da parte dell’individuo
2) Sé ideale–> componente del Sé che racchiude le aspirazioni più profonde possedute dalla persona; La rappresentazione nei termini degli attributi che l’individuo desidererebbe possedere; sfera dei desideri, come vorrebbe essere
3) Sé imperativo–> La rappresentazione nei termini degli attributi che l’individuo ritiene di dover possedere per soddisfare le aspettative degli altri (persone più significative: genitori, partner, amici…)

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15
Q

esperimento di Higgins

A

(discrepanze del sè)
chiese ai partecipanti di scegliere gli aggettivi maggiormente descrittivi del sé effettivo, del sé ideale, del sé imperativo.
- Verifica il grado di sovrapposizione negli insiemi
ottenuti (quante volte compare lo stesso attributo in insiemi diversi) e individua gli opposti.
- Calcolo gli indici di incongruenza
- Rilevazione degli indici di depressione e ansia a distanza di un mese.

  • -> discrepanze fra se effettivo e se ideale correlavano con scale di depressione.
  • -> incongruenze fra se effettivo e se imperativo correlavano con scale di ansia.
16
Q

teoria dell’autoconsapevolezza di Duval e Wicklund

A

(autoconsapevolezza e comportamenti positivi/negativi)
Quando l’attenzione è rivolta su di sé ed il sé può diventare oggetto dei propri pensieri, gli effetti fra il confronto fra se attuale e standard interni portano a:
- un effetto positivo (è più probabile comportarsi in accordo alle norme sociali, effetto dello specchio diminuisce furto)
- negativo (aumenta la percezione discrepanze del se, per ridurre
gli effetti negativi assunzione di alcol e droghe)

17
Q

correlazione autoconsapevolezza e consumo di alcolici

A

L’autoconsapevolezza è la capacità di auto osservarsi, permette di avere un quadro della situazione
attuale e stabilire i passi da fare per raggiungere gli obiettivi( autoregolazione). Tuttavia, a volte, mettendo in risalto il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, può portare a comportamenti problematici, come il consumo di alcol–> consumo di bevande alcoliche riduce autoconsapevolezza (“dimenticare se stessi) e quindi la possibilità di pensare a sé stessi come reduci da un fallimento

18
Q

teoria dell’ “autoinganno” di Paulhust

A

persone che non sono dotate di un’elevata autostima, ma sono convinte di esserlo, tendono a mettere in atto comportamenti talvolta anche disfunzionali (ex. comportamenti autolesivi) per mantenere l’illusione di una positiva immagine di sè, finalizzate a proteggere la propria autostima dalle situazioni che potrebbero metterla in discussione