3 - la formazione di impressioni Flashcards

1
Q

percezione sociale

A

Lo studio del modo in cui ci creiamo impressioni e formuliamo giudizi sugli altri. A partire da informazioni che riceviamo rispetto ad individui intorno a noi, costruiamo delle immagini coerenti su questi individui. Raccogliamo queste informazioni dall’esterno, ma non ci limitiamo a registrarle come informazioni assestanti, ma le utilizziamo per costruire un tutt’uno coerente.

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2
Q

MODELLO ALGEBRICO

A

(N. Anderson, 1965)—>recuperare la valenza di ciascuno dei singoli tratti e calcolare successivamente la media algebrica di essi (priorità dati in ingresso)

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3
Q

MODELLO CONFIGURAZIONALE

A

(S. Asch, 1946)—>lavorare in modo olistico sull’insieme delle informazioni ricevute, interpretando ogni singolo tratto non solamente per il suo peculiare significato, ma alla luce delle altre informazioni presenti (priorità alle operazioni mentali eseguite sui dati in ingresso)

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4
Q

Esperimento di Asch 1946

A

Egli presentò dei tratti di personalità descrittivi di un individuo (materiale stimolo usato per la formazione di impressioni di persona) a dei soggetti. Al termine della visione di questo elenco di tratti di personalità, si chiedeva, attraverso delle scale bipolari, quale fosse l’impressione finale che era stata formata

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5
Q

che osservazioni fece Asch riguardo i risultati del suo esperimento?

A
  • Alto grado di accordo tra i rispondenti all’interno di ciascuna delle due condizionipartecipanti che hanno vista stessa sequenza di tratti, si formano delle impressioni simil tra loro
  • Impressioni altamente discordanti nelle due condizioni.
  • Variando altri termini (che non fossero caldo-freddo) non si producevano differenze così sostanziali
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6
Q

variazione dell’esperimento di Asch con effetto primacy

A

a) ad un primo gruppo veniva proposta questa sequenza di tratti: Intelligente, laborioso, impulsivo, critico, testardo, invidioso e i partecipanti leggevano i tratti e dovevano formarsi un’impressione
b) all’altro gruppo venivano esposte le stesse informazioni, ma in ordine inverso: Invidioso, testardo, critico, impulsivo, laborioso, intelligente

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7
Q

tratti centrali

A

informazioni utilizzate nella formazione di impressioni che risultano fondamentali , non in quanto convogliano uno specifico significato, ma in quanto sono capaci a dare significato ai tratti che si trovano attorno al loro, fornendo delle sfumature di significato agli altri tratti a cui si accompagnano e debbono la loro forza alla vaghezza e generalità

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8
Q

perché la formazione di impressioni è un processo di carattere costruttivo?

A

le prime informazioni che riceviamo hanno il massimo impatto sulle impressioni che ci formiamo e rappresentano le fondamenta della nostra impressione, tutte le informazioni che vengono dopo rappresentano dei mattoncini che andranno ad arricchire la costruzione, non potendone però stravolgere la struttura di fondo e gli elementi portanti—>devono fare i conti con quelle precedenti e devono essere interpretate in relazione a quanto già sappiamo circa l’individuo.

Se le prime informazioni sono di carattere positivo, anche quelle seguenti verranno adattate ad esse in una visione positiva—>impressione finale più favorevole

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9
Q

effetto primacy

A

I primi elementi descrittivi che vengono ricevuti creano lo sfondo interpretativo alla base del quale si dà significato alle successive interpretazioni, hanno un peso maggiore nel determinare l’impressione finale. Per di più, le prime informazioni ricevute vengono anche meglio ricordate.

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10
Q

esperimento di Ross, Lepper e Hubbard (1975) sull’effetto persistenza

A

Ai partecipanti veniva fatta eseguire una serie di prove e veniva dato un feedback circa la correttezza o meno della risposta fornita. i feedback forniti erano assolutamente casuali: alcuni dei partecipanti ricevevano molti feedback positivi mentre altri partecipanti ricevevano feedback negativi. Al termine delle prove si informavano tutti i partecipanti della natura casuale dei feedback e che essi, essendo stati dati a caso, non fornivano alcuna informazione circa la reale prestazione nel corso della prova. A questo punto ai partecipanti veniva richiesto di stimare il numero di prove a cui si era risposto correttamente.

I partecipanti che nel corso della prova si erano formati un’impressione di sé medesimi in quanto scarsamente capaci, in quello specifico compito continuano a ritenere di essere poco abili e di aver risposto correttamente ad un numero più limitato di domande, e ciò, nonostante sapessero ormai che l’impressione che si erano formati fosse basata su feedback assolutamente fasulli e perciò per nulla diagnostici rispetto alle loro reali capacità.

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11
Q

teorie implicite di personalità

A

teorie ingenue, costruite nel corso dell’esperienza, racchiudono le credenze circa quali tratti di personalità si accordino fra loro e quali invece male si combinino, formando delle mappe di riferimento che permettono di arricchire le nostre impressioni con un minimo sforzo, risparmiando quelle preziose e limitate risorse cognitive che sarebbero, al contrario, necessarie per cercare ulteriori informazioni nell’ambiente

—> non sempre accurate

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12
Q

effetto camaleonte

A

come l’animale fa proprie le sfumature cromatiche dell’ambiente in cui si trova, allo stesso modo le persone tendono a far proprie le peculiarità del comportamento non verbale di chi si trovano di fronte.

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13
Q

perché si ha la tendenza inconsapevole ad imitare i nostri interlocutori?

A

Dal punto di vista evolutivo, l’effetto camaleonte risulta funzionale—> la similarità tra le persone in interazione tra loro rende più probabile che l’interazione stessa vada a buon fine e venga vissuta come piacevole.
Ci si comporta quindi creando degli elementi in grado di accrescere la similarità con l’interlocutore, e ciò risulta particolarmente vero tanto più vi è il desiderio di creare una buona impressione e di instaurare una relazione positiva

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14
Q

Esperimento di Newcomb circa la similarità percepita

A

studenti universitari che abitavano nella medesima casa dello studente.
- Dopo circa 8 settimane le amicizie privilegiate iniziavano a configurarsi seguendo delle regole prevedibili—>possibile prevedere quali relazioni di amicizia si sarebbero instaurate, nonché la forza di questi legami interpersonali.

Fattori accomunanti:
 condivisione di atteggiamenti
 condivisione di caratteristiche socio-demografiche
 giudizio nei confronti degli altri abitanti della casa dello studente (molto importante anche trovarsi d’accordo nel giudicare le altre persone)

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15
Q

quali vantaggi può avere l’applicazione dell’effetto camaleonte?

A
  • rendere più fluide e gradevoli le interazioni con reciproca soddisfazione di tutte le persone coinvolte
  • suscitare una buona impressione sulla persona imitata dare esiti positivi
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16
Q

correlazione illusoria

A

tendenza a ritenere che due eventi siano tra loro associati anche quando nella realtà una simile associazione non è presente

17
Q

perché si genera una correlazione illusoria?

A

Il principio sottostante al fenomeno della correlazione prevede che quando si verificano simultaneamente due eventi infrequenti – e nell’esempio l’appartenenza al Gruppo B ed i comportamenti negativi sono relativamente più rari – questa co-occorrenza viene subito notata e rimane ben impressa.

18
Q

esperimento di Hamilton e Gifford circa la correlazione illusoria

A
  • i partecipanti consideravano una serie di 39 frasi in ciascuna delle quali veniva descritto un comportamento positivo oppure negativo
  • per ciascun comportamento veniva sempre specificato a quale gruppo appartenesse l’attore, che poteva appartenere al Gruppo A oppure al Gruppo B (ex. «XY, un membro del gruppo A, nel suo tempo libero si dedica al volontariato»).
    vi era un numero maggiore di comportamenti positivi piuttosto che negativi ed un numero maggiore di comportamenti eseguiti da membri del Gruppo A piuttosto che del Gruppo B.
    –>uguale rapporto tra comportamenti positivi e negativi in ciascuno dei due gruppi
    –>non vi era nessuna ragione logica per ritenere che uno dei due gruppi fosse migliore dell’altro

—>tendenza sistematica a considerare il Gruppo B in termini più negativi rispetto al Gruppo A, e nel ricordo dei partecipanti vi era la tendenza a sovrastimare il numero di comportamenti negativi eseguiti dai membri del gruppo B.