2 - Tassi interni di trasferimento Flashcards
Obiettivi sistema di tassi interni di trasferimento
Un sistema di TIT persegue 4 principali obiettivi:
1. sollevare le unità operative della banca dalle preoccupazioni circa il funding dei propri impieghi o l’impiego della propria raccolta
2. valutare meglio il contributo offerto da ogni singola unità operativa alla redditività complessiva della banca;
3. trasferire il rischio di tasso dalle unità operative che lo generano a un’unità centrale (la tesoreria) che sa valutare, gestire, eventualmente coprire (hedge) l’esposizione complessiva della banca
4. valutare la redditività di questa unità (la tesoreria), che è la sola responsabile della gestione del rischio di tasso
Collegamento tra tassi interni e tassi di mercato
Sono gli stessi
Una volta effettuato un trasferimento fittizio dalla filiale alla tesoreria, cosa succede in caso la tesoreria dovesse coprirsi e cosa succede nel caso non si coprisse?
La tesoreria può coprirsi facendo delle operazioni opposte a quelle fatte con la filiale. In questo caso copre il rischio di tasso ma annulla il profitto.
Può anche non coprirsi e non annullare il profitto eventuale, mentre per la filiale non cambia assolutamente nulla in quanto il suo profitto lo ha bloccato facendo l’operazione fittizzia con la tesoreria.
Cosa succederebbe se la curva fosse inclinata negativamente? E come risolvere
Il margine di tesoreria sarebbe negativo, quindi la tesoreria potrebbe effettuare operazioni di copertura tali da eliminare il rischio e annullare il margine operativo.
Tuttavia un’inclinazione negativa riflette aspettative di ribasso dei tassi, quindi potrebbe essere meglio non coprirsi per beneficiare delle variazioni future dei tassi
Da cosa è dato il margine della filiale?
– un margine positivo connesso all’attività di raccolta garantito per un periodo di un anno
– un margine positivo connesso all’attività di impiego garantito per un periodo di tre anni
TIT a flussi lordi
- tutte le risorse raccolte dalle unità confluiscono figurativamente alla tesoreria, che le remunera
- tutti gli impieghi in uscita vengono figurativamente erogati dalla tesoreria, che ottiene una remunerazione
- lo stato patrimoniale di ogni unità risulta perfettamente pareggiato per scadenze mentre solo la tesoreria ha uno stato patrimoniale non bilanciato
TIT a flussi netti
– per ogni unità viene trasferito alla tesoreria unicamente lo sbilancio fra raccolta e impieghi
– presuppone la capacità delle unità di gestire, su scala ridotta lo sbilancio temporale tra attivi e passivi
Limiti del sistema a flussi netti
- Non consente di centralizzare in tesoreria la gestione del rischio di interesse dell’intera banca. Parte del rischio di interesse resta alle unità che l’hanno generato, i cui risultati economici risentono dunque dell’evoluzione dei tassi
- L’esposizione della banca al rischio di interesse è diversa dalla somma delle esposizioni delle singole unità operative. Il sistema non consente di misurare in modo appropriato il rischio di tasso e il risultato economico corretto per il rischio
- Viene solitamente applicato con un TIT unico per scadenze differenziate. Incoerente e arbitrario nell’attribuire il risultato economico
Perché il TIT a flussi lordi è meglio?
- Consente di trasferire interamente il rischio di interesse alla tesoreria
- Consente di immunizzare completamente le filiali dal rischio di interesse
- Attraverso i TIT multipli, consente di attribuire a ogni posta attiva o passiva un tasso di trasferimento coerente con la relativa scadenza
Come determiniamo il TIT per le operazioni a tasso fisso?
Il valore del TIT viene fissato alla nascita dell’operazione finanziaria e rimane costante fino alla scadenza dell’operazione stessa
Come determiniamo il TIT per le operazioni a tasso variabile (di mercato)?
Il TIT rimane costante solo per il periodo compreso tra le due date di rivedibilità del tasso.
Come determiniamo il TIT per le operazioni a tasso variabile “amministrato”?
Nel caso di operazioni a tasso “amministrato” (es. tasso repo, prime rate, ecc.) non sono disponibili nel mercato strumenti finanziari che consentano di coprire esattamente il rischio, perché seguono il mercato ma non alla perfezione.
Tre alternative:
– Usare come TIT un tasso di mercato (es. Libor) lasciando alla filiale il rischio di base (“basis risk”)
– Usare come TIT il tasso amministrato (es. Repo) col rischio della tesoreria di «scippare» margini (in quanto dovrà applicare uno spread per coprirsi dal basis risk, diminuendo il margine tra attivo e passivo della filiale, disincentivandola) alle filiali e disincentivare l’utilizzo di parametri convenienti per la banca (la banca può in parte controllare il Delta di questo tasso garantendosi margini maggiori)
– Usare come TIT il tasso amministrato a meno di uno sconto che serva da incentivo alla filiale
Cosa sono le opzioni implicite? Come determiniamo il TIT per le operazioni con opzioni implicite?
Esempi:
– Opzione di conversione da tasso fisso a variabile. La banca vende al debitore un’opzione di conversione di una passività da tasso fisso a tasso variabile
– Tasso massimo (cap). Opzione che consente a un debitore di non pagare più di X% nel caso in cui il tasso di mercato superi tale valore
– Possibilità di estinzione anticipata (call sul debito residuo)
Un efficace trasferimento del rischio di interesse dalle unità operative della banca all’unità centrale (tesoreria) richiede che il sistema dei tassi interni di trasferimento preveda una corretta misurazione del valore di tali opzioni
Come trattiamo l’operazione di un mutuo con possibilità di conversione da tasso fisso a variabile?
E’ equivalente a un credito “plain vanilla” + la vendita di una swaption, cioè un titolo che dà la facoltà (ma non l’obbligo) di entrare in futuro (a condizioni prestabilite) in un Interest Rate Swap.
L’opzione (implicita) viene figurativamente venduta alla filiale dalla tesoreria
– la tesoreria può coprirsi acquistando una swaption nel mercato, “girando” il premio versato figurativamente dalla filiale
– nella determinazione dello spread da applicare al cliente bisognerà considerare anche il costo (ad esempio, 1.000 euro) della opzione implicita
Come trattiamo un’operazione con opzione implicita del tasso variabile massimo/minimo?
Debito con tasso variabile massimo
– il cliente possiede un interest rate cap (l’opzione implicita, che va fatturata all’interno dello spread)
Debito con tasso variabile minimo
– la banca ha acquistato dal cliente un interest rate floor (lo
spread sul prestito è minore: non s% ma s%-x%)
– questo floor deve essere figurativamente venduto dalla
filiale alla tesoreria che può (eventualmente) rivenderlo