TESSUTO MUSCOLARE Flashcards

1
Q

Funzione tessuto muscolare

A

locomozione, mantenimento postura, circolazione sangue e linfa, respirazione, termoregolazione

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2
Q

cellule mioepiteliali

A

sono presenti attorno a ghiandole esocrine caratterizzate da adenomeri particolarmente voluminosi: si dispongono attorno a formare una struttura a forma di canestro, contraendosi simultaneamente per spremere l’adenomero, migliorando la prestazione nell’espulsione del secreto. Queste cellule hanno un corpo cellulare voluminoso e lunghi prolungamenti che si interconnettono ai prolungamenti delle altre cellule mioepiteliali, anastomizzandosi tra loro e formando una fitta rete tridimensionale.

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3
Q

miofibroblasto

A

è una cellula presente nel tessuto connettivo. Questa cellula ha due funzioni: contrazione e innesco e miglioramento della produzione di collagene e di sostanza fondamentale per costruire velocemente tessuti cicatriziali.

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4
Q

muscolo striato scheletrico

A

è costituito da grossi sincizi polinucleati ed è costituito da cellule multinucleate di forma cilindrica dette fibre muscolari. I muscoli scheletrici sono costituiti da fasci di fibre muscolari associati tra loro per mezzo di connettivo. attraverso la continuità tendinea, queste strutture vanno ad ancorarsi allo scheletro osseo.

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5
Q

connettivi del muscolo scheletrico

A

Ogni muscolo è rivestito esternamente da tessuto connettivo chiamato epimisio, una sorta di sacchetto che contiene il muscolo vero e proprio. Attorno ad ogni fascicolo che compone il muscolo c’è ulteriore tessuto connettivo detto perimisio. Un fascicolo è composto da fibre muscolari, e ogni fibra muscolare è rivestita da un ultimo strato di connettivo detto endomisio. Il connettivo serve per garantire al muscolo nutrimento ed innervazione. I tre ordini diversi di connettivo terminano e si concentrano tutti nella parte tendinea

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6
Q

come sono i vasi sanguigni nel muscolo?

A

hanno un andamento ondulato nel muscolo, e non rettilineo poiché devono assecondare la meccanica muscolare.

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7
Q

da cosa è controllata la fibra muscolare scheletrica?

A

è caratterizzata da controllo volontario da parte di assoni, che sono prolungamenti dei neuroni del SNC.

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8
Q

dimensioni fibre muscolari

A

lunghezza (1-50 mm), diametro di 10-100 μm che mantengono costante sia nella parte centrale che nella parte periferica.

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9
Q

mioblasti

A

cellule muscolari embrionali. i mioblasti derivano da mesoderma parassiale, che si differenza in somiti e dal miotomo si differenzieranno i mioblasti.

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10
Q

nuclei delle fibre muscolari scheletriche

A

inizialmente i nuclei sono in posizione centrale, ma nel frattempo la cellula organizza le miofibrille. Quando si completa l’organizzazione miofibrillare al centro della cellula, vengono lasciati pochi spazi al citoplasma e in questo residuo di citoplasma si trovano i nuclei. I nuclei nel sincizio sono numerosi, allungati e schiacciati in posizione ipolemmale.

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11
Q

cellule satelliti (muscolare)

A

si trovano tra la fibra muscolare e l’endomisio inglobata nella membrana basale e sono cellule staminali e quiescenti che accompagnano le fibre muscolari per tutta la vita del muscolo. Esse partecipano attivamente alla rigenerazione muscolare.

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12
Q

cosa contiene il sarcoplasma

A

molto Golgi, mitocondri e rel

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13
Q

fibre rosse

A

contengono più mioglobina (proteina), si contraggono più lentamente ed hanno un metabolismo aerobico (muscoli tonici). la vascolarizzazione è molto abbondante

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14
Q

fibre bianche

A

si contraggono più velocemente e hanno un metabolismo anaerobico (muscoli fasici). Infatti esse accumulano, al proprio interno, glicogeno, che è necessario per effettuare una glicolisi anaerobia, utilizzata per la contrazione. sono di diametro maggiore rispetto alle rosse e si affaticano molto più velocemente.

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15
Q

actina

A

è il filamento sottile si ancora alla linea Z e si proietta verso il centro del sarcomero, sia a destra che a sinistra, ma i filamenti sottili non arrivano mai ad incontrarsi e rimane uno spazio. L’actina è una struttura filamentosa, organizzata da elementi proteici globulari, le G-actine che si concatenano tra loro a formare due filamenti di F actina, che si attorcigliano ad alfa elica. possiede un sito attivo che prende nome di sito attivo dell’actina e che, a muscolo a riposo, risulta essere mascherato da troponina e tropomiosina.

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16
Q

miosina

A

è il filamento spesso parte dalla regione centrale e si sposta verso la linea Z. è il risultato dell’unione a livello della regione centrale di due strutture UNIONE CODA CODA, che si proiettano verso due direzioni opposte, a formare la linea mediana M. è costituito da molte molecole di miosina, che si organizzano a costruire una struttura citoscheletrica molto voluminosa. Ogni molecola di miosina presenta una coda, formata da due filamenti proteici avvolti ad alfa elica rivolta verso il centro del sarcomero. La parte finale della molecola di miosina non si organizza più ad alfa elica e non rimane rettilinea, ma diventa globulare, sporgendo e costituendo le due teste globulari. Le code di miosina sono fascicolate e disposte in parallelo; le teste vengono fatte sporgere all’esterno del filamento, così che possano agganciare filamenti di actina durante la contrazione. La testa di miosina ha anche proprietà enzimatiche: è una ATP-asi. Non tutto il filamento di miosina presenterà le teste e dove non ci sono è chiamata nuda.

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17
Q

struttura sarcomero

A

Il sarcomero è l’unità strutturale del tessuto muscolare. La struttura del sarcomero si suddivide in bande. La banda più centrale si chiama banda H. Poi c’è la banda intermedia A, che prevede componente più esterna sommata alla banda H. Lateralmente si ha la banda I, con al centro la linea Z. il sarcomero è un segmento di miofibrilla compreso tra due linee Z. La struttura del sarcomero è tridimensionale, e sezionandolo trasversalmente si nota come nello spazio actina e miosina siano sempre ben organizzate secondo una simmetria esagonale. Le bande scure osservate al microscopio ottico corrispondono alla regione banda A (anisotrope) che contiene entrambi i tipi di miofilamenti, mentre le bande chiare corrispondono alle semibande I (isotrope) attraversate dalla linea Z che contengono solo i filamenti sottili.

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18
Q

proteine strutturali che accompagnano actina e miosina

A

nebulina: si avvolge a spirale attorno ai filamenti actinici, per renderli più rigidi e rettilinei. titina: ha invece un andamento a “zig zag” che porta l’estremità del filamento spesso a congiungersi con la linea Z, consentendo lo scivolamento delle strutture le une sulle altre senza che perdano il loro assetto tridimensionale.

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19
Q

troponina e tropomiosina

A

La tropomiosina è la componente filamentosa e va a legare la catena di perle di G-actine, stabilizzandole e fissandole ulteriormente; la troponina invece, si posiziona ogni 8-9 G-actine ed è assente nel muscolo liscio. La troponina è in grado di legarsi al calcio, proprietà molto importante per la contrazione.

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20
Q

reticolo sarcoplasmatico

A

Esso insieme al sistema T costituito da tubuli T, forma un complesso di cisterne e tubuli. Esso regola la trasmissione dell’impulso nervoso e la disponibilità di calcio. Al centro ha due cisterne terminali tra le quali si interpone il tubulo T. I tubuli T sono invaginazioni della membrana plasmatica della fibra e insieme alle cisterne forma la triade che è l’unità di rilascio degli ioni calcio. Nei muscoli scheletrici in ogni sarcomero ci sono due triadi. La parete del tubulo T contiene una proteina attivata dalla variazione di voltaggio. Nel lume del reticolo sarcoplasmatico si accumulano grandi quantità di calcio.

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21
Q

contrazione muscolo

A

Si parte da un muscolo a riposo, in cui il filamento di actina è staccato dai due filamenti adiacenti miosina. Il sito attivo dell’actina è coperto da troponina e tropomiosina: la testa della miosina sporge verso il sito attivo dell’actina, ma non si ancora. A questo punto lo ione calcio si libera dai reticoli sarcoplasmatici quando la cellula riceve il segnale contrattile: l’impulso causa una depolarizzazione del sarcolemma che si diffonde attraverso i tubuli T al reticolo sarcoplasmatico e allora i recettori liberano il calcio. Il calcio fa scivolare troponina e tropomiosina, svelando il sito attivo sull’actina. Ora che i siti attivi si sono liberati, le teste di miosina si alzano leggermente rispetto al filamento spesso e si agganciano ad essi. Un cambiamento nello spazio dell’assetto delle teste di miosina consente di far scivolare il filamento sottile su quello spesso: l’angolo compreso tra filamento spesso e testa di miosina era di circa 120°, ma con la liberazione di ADP+P la testa acquisisce energia e trascina la porzione di actina, così che l’angolo tra coda e testa di miosina vada diminuendo, diventando minore di 90°. La contrazione continua fino a che vi siano ioni calcio all’interno del citoplasma; allora arriva una molecola di ATP, che fa staccare la testa di miosina, che ritorna in posizione originale. L’accorciamento del sarcomero quindi, porta all’avvicinamento delle strie Z e alla diminuzione dell’ampiezza delle bande I e della banda H. L’ATP nel processo di contrazione muscolare viene utilizzato nel distacco della miosina dall’actina, serve per trasferire energia alla testa di miosina, così da consentirle il ritorno nella sua posizione a riposo, è implicato nel trasporto attivo di ioni calcio nel reticolo sarcoplasmatico. (rigor mortis). Quando la fibra muscolare non avrà più bisogno di contrarsi, infatti, dovrà eliminare gli ioni calcio residui dal proprio citoplasma: dovranno essere portati forzatamente al reticolo sarcoplasmatico. Durante la contrazione quindi, i filamenti non cambiano le proprie dimensioni, ma sono le bande che si restringono.

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22
Q

placca motrice

A

La placca motrice è costituita da una componente nervosa e da una componente muscolare che in prossimità della placca motrice espande numerose protuberanze, per consentire in un piccolo spazio di avere tanta superficie su cui far agire il segnale chimico che arriva dal motoneurone. La componente pre-sinaptica è formata dalla porzione nervosa. Essa corrisponde all’assone mielinizzato che arriva in prossimità del muscolo. A mano a mano che ci si avvicina al muscolo, l’assone sarà rivestito solo da cellule di Schwann (perde il manicotto mielinico). L’elemento presinaptico ha una forma slargata, che assomiglia ad un imbuto rovesciato; al proprio interno vede numerosi mitocondri e molte vescicole di neurotrasmettitori, che sono sostanze chimiche liberate dalla sinapsi per esocitosi. In prossimità dell’elemento presinaptico il plasmalemma del muscolo si frastaglia: nell’intercapedine tra elemento pre-sinaptico e plasmalemma si inserisce un piccolo spazio, detto spazio intersinaptico. Nella placca motrice ci sono moltissime vescicole di neurotrasmettitore (acetilcolina). Sul plasmalemma si trovano recettori per acetilcolina che determinano il processo di depolarizzazione di membrana dovuta all’apertura di canali per gli ioni sodio. Lo scambio di cariche elettriche va a distribuirsi su tutta la superficie cellulare. In particolare, la superficie cellulare costruisce delle piccole invaginazioni digitiformi tubulari in determinate regioni del plasmalemma, creando strutture chiamate tubuli T, perché hanno un andamento perpendicolare rispetto al plasmalemma. I tubuli T si formano in corrispondenza del confine tra la banda A e la banda I. Il messaggio contrattile arriva dunque al tubulo, che informa REL di liberare gli ioni calcio che diffondono nei citoplasmi delle cellule. Gli ioni calcio diffondono verso i sarcomeri presenti nel plasmalemma, dando inizio alla contrazione. La contrazione ha bisogno di tanta energia, quindi nella cellula si necessitano tanti mitocondri, localizzati sia a livello ipolemmale, sia negli spazi tra una miofibrilla e l’altra.

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23
Q

fuso neuromuscolare

A

hanno forma fusata e vanno ad informare il tessuto nervoso dello stato della muscolatura. I fusi neuromuscolari sono recettori di stiramento localizzati all’interno della muscolatura striata volontaria; con la loro attività sono in grado di captare lo stato di allungamento dei muscoli e di inviare le informazioni raccolte al midollo spinale e all’encefalo. L’attività dei fusi neuromuscolari è quindi importantissima sia per prevenire infortuni legati ad un eccessivo allungamento, sia per mantenere il normale tono muscolare, sia per eseguire movimenti fluidi in maniera armonica e controllata. L’informazione sensitiva dello stiramento parte dalla regione ovalare (regione sensitiva) dove ritroviamo un fuso neuromuscolare e giunge a midollo spinale ed encefalo, che costituiscono il sistema nervoso centrale. In particolare, l’informazione arriva nella zona presentante un ganglio sensitivo, che la trasmette al corpo del motoneurone (regione grigia del midollo spinale). Il motoneurone, tramite il proprio assone, invia un segnale al muscolo che si stava stirando eccessivamente, inducendo la sua contrazione. Ogni muscolo ha almeno un fuso, ma potrebbe averne anche più d’uno: nel caso in cui il muscolo sia molto grande, il controllo dello stiramento deve avvenire in più punti. Le cellule muscolari che compongono il fuso verranno definite intrafusali, laddove quelle esterne al fuso saranno extrafusali. Entrambe le fibre saranno in grado di contrarsi, ma le intrafusali sono più sottili delle extrafusali. Anche le cellule intrafusali avranno una bandeggiatura e dei sarcomeri, nonché molti nuclei radunati soprattutto nella regione centrale del fuso. Quando la fibra extrafusale rischia di stirarsi, rischiano di stirarsi anche quelle intrafusali, che hanno dei recettori in grado di percepire l’allungamento di queste cellule. saranno tali strutture sensitive a portare l’informazione dal muscolo verso il sistema nervoso centrale, dunque si tratterà di informazioni afferenti. Quando l’informazione arriva al midollo spinale, questo informa, tramite il motoneurone α, il muscolo di contrarsi: questa informazione è trasportata da fibre efferenti. Anche le fibre efferenti, conosciute pure con il nome di terminazioni motorie, possono essere di due tipi: un’informazione arriva sulla fibra extrafusale, andando a far contrarre il muscolo attraverso le placche motrici; le altre terminazioni motorie vanno a far contrarre le fibre intrafusali. La risposta motoria, quindi, è sia a carico di fibre extra che intrafusali, mentre l’informazione sensitiva è a carico solo di quelle intrafusali.

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24
Q

terminazioni sensitive dei fusi neuromuscolari

A

quelle che circondando la porzione centrale del fuso vengono definite terminazioni anulo-spiralate (si accorgono se la fibra intrafusale si sta assottigliando eccessivamente); le altre, invece, sono dette a fiorami, poiché formano delle estroflessioni che agganciano ogni fibra e ritornano ad una struttura unica, che porta l’informazione verso il sistema nervoso centrale.

25
Q

quali motoneuroni comandano le fibre intra e extra fusali?

A

motoneurone α controlla le extrafusali, il motoneurone γ quelle intrafusali

26
Q

organo tendineo

A

controlla lo stiramento dei tendini (anche detto organo tendineo del Golgi). Essi sono propriocettori deputati alla raccolta ed alla trasmissione di dati inerenti alla tensione sviluppata dai muscoli. Situati a livello della giunzione muscolo-tendine, sono coinvolti nella genesi del cosiddetto riflesso miotatico inverso: quando i muscoli sono contratti, soprattutto se in maniera isometrica, gli organi del Golgi rilevano il grado di tensione sviluppato, innescando un riflesso che porta al rilasciamento muscolare.

27
Q

come viene evitata la rottura del tendine?

A

Il messaggio parte dal neurone sensitivo, arrivando al midollo spinale, dove troviamo una sinapsi, con un interneurone inibitorio: esso agisce sul motoneurone α, che stava facendo contrarre eccessivamente il muscolo. In questo modo il muscolo si rilascia e la tensione sul tendine si allenta, evitando la rottura del tendine.

28
Q

cosa succede se il tendine è sottoposto ad un eccessivo carico meccanico o esercizio fisico per un prolungato periodo di tempo?

A

va incontro ad usura: è la struttura collagenica che si rovina, quella sensitiva continua a funzionare

29
Q

dove si trova la muscolatura liscia?

A

è caratteristica degli organi cavi e dei vasi sanguigni

30
Q

come sono fatte le cellule della muscolatura liscia?

A

mononucleate, lunghe e fusiformi. Il nucleo cilindrico si trova nella parte centrale della fibra che sarà più voluminosa e non presentano striature

31
Q

come sono organizzate le cellule nel muscolare liscio?

A

si dispongono parallelamente, ma leggermente sfasate le une dalle altre, creando una piccola intercapedine. Questa contiene tessuto connettivo, ma soprattutto particolari giunzioni gap, che fungono da ponte e da collegamento tra due cellule permettendo la contrazione quasi simultanea di tutte le diverse cellule del tessuto, trasmettendo l’impulso contrattile dalle terminazioni nervose alle cellule non innervate, attraverso quelle del tessuto muscolare stesso. Questa organizzazione viene definita sincizio funzionale, ovvero le cellule lavorano coordinate e quasi contemporaneamente nonostante siano cellule singole ed indipendenti.

32
Q

dimensioni fibre muscolari lisce

A

misurano 20-200μm di lunghezza e 5-10μm di diametro

33
Q

perchè la muscolatura liscia risulta essere molto acidofila?

A

sono piene di proteine

34
Q

che funzione ha il connettivo intorno alla muscolatura liscia

A

trofico (nutre le cellule muscolari), di sostegno e permette l’arrivo dei dispositivi del sistema nervoso autonomo

35
Q

cosa sono le vescicolazioni o varicosità del sistema nervoso autonomo?

A

dispositivi del sistema nervoso autonomo che consentono la contrazione della muscolatura liscia. Sono molto ampie, di forma ovalare e ricolme di vescicole di neurotrasmettitori (non più acetilcolina, ma soprattutto noradrenalina)

36
Q

sistema contrattile delle cellule muscolari lisce

A

è costituito da actina e miosina, che non vanno ad organizzarsi in sarcomeri. Se i miofilamenti, che sono molto lunghi nella cellula a riposo, si vanno ad accorciare, determinano un cambiamento strutturale dell’intera cellula, che da fusiforme diventa globosa. Prendendo in considerazione due cellule adiacenti notiamo come, al posto del filamento contrattile con una sola linea della muscolatura striata scheletrica, qui vengano disegnati sia i filamenti actinici che i filamenti di miosina, rispettivamente sottili e spessi. I filamenti actinici vengono proiettati a partire dai punti focali detti corpi densi, situati principalmente sulla membrana e con funzione analoga alle linee Z della muscolatura scheletrica. Le aree di sovrapposizione tra i filamenti sottili e quelli miosinici saranno i luoghi di contatto dove avrà inizio lo scorrimento con conseguente avvicinamento dei corpi densi alle due estremità. Le diverse strutture di contrazione saranno disposte in diagonale nella cellula quasi a formare una scacchiera e non parallele tra di loro, questo porterà alla forma globulare della cellula contratta. I miofilamenti si ancoreranno al versante interno della membrana plasmatica di queste cellule in corrispondenza di zone che prendono nome di addensamenti focali.

37
Q

filamenti sottili nei muscoli lisci

A

al posto di contenere la troponina con azione inibitoria sul processo di contrazione, contengono un’altra proteina, chiamata calmodulina che inibisce l’attività ATPasica della miosina.

38
Q

filamenti spessi nei muscoli lisci

A

le teste della miosina sono disposte su tutta la proteina e non solo in posizione distale, risultando ancora più spessi.

39
Q

contrazione muscoli lisci

A

Il primo segnale di contrazione nervoso va a liberare nel citoplasma ioni calcio (Ca++) i quali sono contenuti in delle vescicolette poste sotto la membrana plasmatica, chiamate caveole. Questi ioni al posto di legarsi alla troponina e alla tropomiosina vanno a legarsi con la calmodulina per attivare un enzima quiescente denominato chinasi della catena leggera della miosina, che una volta attivato favorisce la fosforilazione della miosina che dalla forma annodata inattiva passa a quella lineare attiva, con la coda rilassata. Per fosforilazione si intende quel processo biochimico durante il quale si legano dei fosfati attraverso il consumo di ATP. Quando la coda si rilassa, la miosina diventa attivata, e viene smascherato il sito di legame della miosina per l’actina permettendone l’interazione e la conseguente contrazione. Non essendoci dei sarcomeri veri e propri, il numero di filamenti sarà molto ridotto e per contrastare questo difetto le strutture contrattili si organizzeranno in diagonale per poter occupare più volume ed organizzare meglio la contrazione della cellula stessa. Nella muscolatura liscia la contrazione è a carico del sistema nervoso autonomo periferico, che determina due modalità di contrazione involontaria

40
Q

contrazione di tipo unitario

A

è la modalità più frequente e avviene nelle sezioni del tratto gastrointestinale, nelle componenti dell’apparato urinario e di quello genitale come nei vasi sanguigni. Il segnale viene mandato da un prolungamento assonale di un neurone che si trova nella regione post gangliare del sistema nervoso autonomo periferico, le cui terminazioni arrivano fino alla muscolatura. La peculiarità di questi assoni sta nella presenza di diverse varicosità e all’interno di ognuna sono contenute delle piccole vescicole di neurotrasmettitori che andranno a legare con dei recettori posizionati sulla membrana plasmatica delle cellule muscolari più vicine alle varicosità, queste sono le prime e le uniche a ricevere il messaggio direttamente dai neuroni. Tutte le altre cellule, negli strati inferiori riceveranno il segnale tramite le giunzioni gap dalle cellule adiacenti.

41
Q

contrazione di tipo multiunitario

A

molto rara nel corpo umano, la si può trovare nel muscolo ciliare. le terminazioni assonali e le loro varicosità penetrano in tutto lo spessore del muscolo e raggiungono ogni strato. Le cellule, non dovendo esser collegate tra di loro, non necessitano delle giunzioni di tipo gap. In questo tessuto ogni singola cellula deve avere i recettori di membrana per i neurotrasmettitori, tipicamente la noradrenalina.

42
Q

cardiomiociti

A

hanno forma allungata cilindrica, contengono un solo nucleo con una forma a fagiolo, approssimativamente al centro non in posizione ipolemmale. Un’altra peculiarità di queste cellule sono le terminazioni irregolari e ramificate che intercettano le cellule adiacenti aventi lo stesso orientamento. La striatura formata dalle bande chiare e dalle bande scure è visibile solo con una sezione trasversale. hanno tubuli T meno sviluppati e molte giunzioni gap. Prevale l’eosinofilia nei cardiomiociti per via delle proteine con funzione scheletrica, l’actina e la miosina.

43
Q

lunghezza fibre muscolari cardiache

A

sono lunghe tra i 50 e i 100 nm con un diametro di 10-20 nm

44
Q

connettivo del cuore

A

è chiamato scheletro fibroso del cuore ed è ipervascolarizzato (coronarie)

45
Q

cardiomiociti nell’atrio

A

hanno una forma allungata e cilindriforme, ma sono molto sottili con un elevato numero di ramificazioni alle estremità, per poter essere più elastiche e meno resistenti in quanto non devono sopportare la stessa quantità di lavoro che invece dovranno sopportare i cardiomiociti ventricolari. hanno anche la funzione di secernere un ormone deputato al mantenimento dell’equilibrio idrosalino e alla regolazione della pressione arteriosa, chiamato peptide natriuretico atriale. nella zona perinucleare potremo trovare diversi accumuli di questo ormone e saranno presenti un elevato numero di mitocondri tra le diverse fibre muscolari

46
Q

cardiomiociti nel ventricolo

A

hanno una forma più tozza con un conseguente diametro maggiore, che le rende più spesse così da poter sopportare il maggiore sforzo che viene impresso sulle cellule ventricolari

47
Q

peptide natriuretico atriale

A

è deputato al mantenimento dell’equilibrio idrosalino e alla regolazione della pressione arteriosa ed agisce anche a livello renale, favorendo l’eliminazione dello ione sodio e riducendo di conseguenza il volume plasmatico

48
Q

dischi intercalari

A

si trovano sui confini dei diversi cardiomiociti e sono formati dalla sovrapposizione di due membrane plasmatiche dalle quali partono diverse espansioni o estroflessioni, che si combinano con quelle della cellula adiacente che andranno a creare, insieme ad altre due strutture, la zona di ispessimento. La prima di queste strutture è caratterizzata dai desmosomi, la seconda struttura è caratterizzata dalle giunzioni gap. spesso appare suddiviso in segmenti trasversali disposti a livelli diversi: strie scalariformi

49
Q

funzione dei desmosomi nei cardiomiociti

A

hanno una funzione di tipo meccanico e di ancoraggio tra due cellule adiacenti, permettendo la contrazione senza la separazione tra i due miociti (servono a rafforzare le forza meccaniche di contrazione delle cellule); sono posizionate nei punti strategici dove la cellula va incontro ad alte trazioni e sono molto numerose

50
Q

funzione delle giunzione gap nei cardiomiociti

A

si trovano solitamente in tratti longitudinali ed avranno il compito di far contrarre tutti i cardiomiociti contemporaneamente, affinché la contrazione sia efficace. Anche la muscolatura cardiaca risulta quindi essere un sincizio funzionale

51
Q

diadi

A

Anche nei cardiomiociti sono presenti i tubuli T, con la stessa funzione che hanno in quella scheletrica. È differente invece il reticolo sarcoplasmatico che risulta essere molto più semplificato in quanto non presenta più le cisterne terminali, ma ha una forma tubulare ed è formato da singoli canali contenenti calcio che si appoggiano al tubulo T, formando le diadi, ovvero strutture composta da sole due componenti (tubulo T e una sola cisterna trasversale). Le diadi sono situati a livello delle linee Z quindi in ogni sarcomero è presente una diade.

52
Q

innervazione del cuore

A

è innervato dal sistema nervoso autonomo, parasimpatico (nervo vago) e simpatico (nervi toracici) e tale innervazione ne modula la frequenza della contrazione (effetto cronotropo) e la forza (effetto inotropo), ma non la genera

53
Q

sistema pacemaker

A

ha il compito di creare, nel nodo senoatriale, e di trasmettere il segnale elettrico che funge da impulso per la contrazione. crea lo stimolo nel nel nodo senoatriale, successivamente viene rallentato nel nodo atrioventricolare, così da far contrarre i ventricoli solo dopo che la contrazione atriale è terminata, per permettere il flusso di sangue nelle cavità, e si conclude nella fase di contrazione atriale per poi diramarsi nei due fasci di His dei due rispettivi ventricoli ed infine in tutte le diramazioni chiamate fibre del Purkinje caratterizzate da un’elevata velocità di conduzione dell’impulso nervoso. La contrazione totale richiede all’incirca 200 millisecondi. così da far contrarre i ventricoli solo dopo che la contrazione atriale è terminata, per permettere il flusso di sangue nelle cavità. hanno poche miofibrille, che non organizzeranno sarcomeri ma rimarranno isolate in zone limitate del citoplasma.

54
Q

Cosa fa il tessuto muscolare, con che tipo di impulso ha a che fare?

A

Esso trasmuta energia chimica (proveniente dalla lisi di ATP) in energia meccanica

55
Q

Nel muscolo che tipo di fibre sono presenti?

A

Sono presenti sia fibre bianche che fibre rosse. La composizione percentuale varia a seconda del muscolo e dalla genetica dell’individuo

56
Q

Caratteristiche fibre bianche

A

Metabolismo glicolitico
Glicolisi anaerobia
Diametro superiore
maggior numero di miofibrille
Pochi e piccoli mitocondri
Depositi di glicogeno
Contrazione breve ma intensa
Poco resistente alla fatica
Accumulo acido lattico

57
Q

Caratteristiche fibre rosse

A

Metabolismo ossidativo aerobico
Fosforilazione ossidativa degli acidi grassi
Depositi di mioglobina (rossa)
Diametro inferiore
Maggior numero di mitocondri
Gocce lipidiche attorno al nucleo
Strie Z più spesse
Contrazione lenta isometrica
Più resistente alla fatica

58
Q

Fibre fuso neuromuscolare

A

Le fibre
intrafusali possono essere di due tipi:

Fibre a catena nucleare, sottili e corte, possiedono i nuclei disposti in una singola fila centrale allineata
longitudinalmente rispetto alla fibra.
*
Fibre a borsa nucleare , così chiamate per il caratteristico rigonfiamento nella regione equatoriale, sono più spesse delle fibre a catena nucleare e costituite da un elevato numero di nuclei collocati in questa stessa regione. Questo tipo di fibre intrafusali può essere ulteriormente distinto in fibre dinamiche e statiche.