Citologia Flashcards

1
Q

Labirinto basale

A

Il labirinto basale è una struttura tipica dei dotti striati. I dotti striati sono particolari tipi di dotti ghiandolari caratterizzati da una sottile striatura basale non ben visibile a microscopio ottico dovuta a numerose introflessioni della membrana plasmatica associata alla presenza di numerosi mitocondri. Proprio per la presenza del labirinto il nucleo verrà quindi sospinto verso l’apice cellulare, quindi verso il lume de dotto e questa è la principale caratteristica distintiva di questi dotti rispetto a quelli non striati. Questa particolare struttura da informazioni sulla funzione del labirinto cioè una funzione attiva di assorbimento e secrezione. I mitocondri, infatti, servono per garantire una maggiore quantità di ATP per i processi di esocitosi ed endocitosi e le numerose introflessioni di membrana aumentano la superficie disponibile per gli scambi. i dotti striati infatti hanno la funzione di modificare le caratteristiche del secreto originato dagli adenomeri aggiungendo o sottraendo sostanze.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q

funzione membrana plasmatica

A

delimita la cellula separandola dall’ambiente esterno e le dà una forma, regola gli scambi bidirezionali con l’ambiente esterno permettendo una costante comunicazione, consente il passaggio controllato di sostanze (funge da filtro).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q

struttura membrana plasmatica

A

Le membrane hanno la stessa struttura generale: trilamellare costituita da tre componenti. I coloranti si deposita solo nelle parti polari allora si parla di struttura trilamellare anche se due sono identiche, asimmetriche, strutture dinamiche e in movimento, impermeabili a molte sostanze. La membrana è a mosaico fluido, ovvero che continua a modificarsi grazie ai lipidi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q

componente glucidica delle membrane plasmatiche

A

La componente glucidica caratterizza il versante extracellulare. Consiste in glucidi legati a lipidi o proteine che sporgono fuori dalla cellula. Questi residui glicanici (glucosio, mannosio, acido sialico, N-acetilglucosamina…) conferiscono la tipica asimmetria delle membrane. Chi ha molti glucidi si dice che intorno ha intorno un importante presenza di glicocalice (formato da glicoproteine e glicolipidi). Il glicocalice si mette in contatto con le molecole dell’ambiente extracellulare (funzione selettiva e regolatrice) e ha un importante ruolo protettivo da sollecitazione meccaniche e fisiche: può intercettare microorganismi che si sono infiltrate o le tossine rilasciate da questi microorganismi, riconoscono batteri e virus e sanno “comunicare” se è necessario inglobare la cellula riconosciuta. Un’altra funzione è l’adesione cellulare: molte molecole extracellulari associate al glicocalice infatti sono in grado di formare legami con le integrine permettendo l’adesione.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q

componente lipidica delle membrane plasmatiche

A

è quella principale ed è sempre costituita da fosfolipidi e colesterolo. Quando la membrana è costruita da acidi grassi insaturi e più fluida se no è più solida. I più abbondanti sono i fosfolipidi. Tutti i fosfolipidi hanno due catene di acidi grassi, ma la cardiolipina ne ha 4 (membrana mitocondriale interna) essa rende la membrana impermeabile. I fosfolipidi sono molecole anfipatiche poichè hanno componenti sia polari che apolari. Essi formano il doppio strato lipidico e siccome questa organizzazione strutturale è uguale per tutte le cellule è definita membrana unitaria. Il doppio strato lipidico è asimmetrico: ad esempio normalmente la sfingolipina (prodotto dal golgi e non dal reg a partire dalla ceramide) è più presente nel versante esoplasmatico. Il fosfolipide più rappresentato è la fosfatidilcolina. altri fosfolipidi si dispongono preferibilmente verso l’interno o verso l’esterno, ad esempio la fosfatidilserina nel foglietto citoplasmatico che si sposta in quello esoplasmatico quando si vuole dare segnale per l’apoptosi che è un fenomeno che porta alla morte programmata della cellula. Quindi “chiama” cellule quali i macrofagi che la degradano. I lipidi hanno anche un ruolo nel trasporto di membrana e nelle interazioni. Il colesterolo è di fondamentale importanza e ha una struttura rigida e planare. Esso dispone la testa o verso la parte citoplasmatica o verso quella extracellulare, mentre il resto è incastonato nella parte idrofobica della membrana.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q

movimento dei lipidi nella membrana plasmatica

A

rotazionale veloce, di diffusione trasversale (molto lento, spostamento da un layer all’altro), di diffusione laterale (molto veloce, lungo il piano della membrana), piegamento delle code idrofobiche degli acidi grassi (veloce).

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q

componente proteica delle membrane plasmatiche

A

Una proteina può essere completamente inserita all’interno del doppio film lipidico ed avere una porzione che sporge verso l’ambiente extracellulare ed una che sporge verso l’ambiente intracellulare (transmembrana). Spesso le proteine hanno un più domini proteici inseriti all’interno del doppio strato lipidico, sempre con una porzione che sporge verso l’interno ed una porzione che sporge verso l’esterno. Questa è una proteina che ha un suo assetto primario/secondario/terziario e insinua la sua componente idrofobica all’interno della struttura del doppio film lipidico. Un altro tipo di proteina rappresenta una proteina a β foglietto ripiegato, completamente incastonata all’interno della membrana, ma sempre con una porzione rivolta verso l’esterno e una porzione rivolta verso il citosol. Esistono, dopodiché, proteine legate a lipidi: abbiamo fosfolipidi di membrana che ancorano delle proteine che sporgono totalmente verso l’interno o verso l’esterno.
proteine intrinseche: che sono incorporate all’interno della membrana
proteine estrinseche: trattenute sulla superficie interna o esterna mediante legami
elettrostatici deboli (queste proteine si possono anche staccare)

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q

funzione delle proteine di membrana

A

Le proteine possono avere una funzione di vettori: vanno cioè a costituire nello spazio delle strutture che al centro possiedono un canale che consente il passaggio di molecole dallo spazio extracellulare a quello intracellulare e/o viceversa (in alcuni casi il passaggio può essere anche di due molecole contemporaneamente). I canali delle proteine che fungono da vettori si aprono a discrezione della cellula e soltanto quando questi canali si aprono può passare del materiale.
Proteine di connessione: la funzione è di tipo meccanico. esse sono interiorizzate nella membrana ed hanno regioni che sporgono sia all’interno che all’esterno della membrana, queste molecole che fungono da connettori sanno legare molecole che stanno solo all’interno o solo all’esterno. La cellula trae vantaggio a disporre di questi connettori, è in grado di prendere la sua struttura interna (costituita da citoscheletro) e di agganciarlo a qualcosa che sta fuori dalla cellula. La cellula con il suo citoplasma, in un contesto tissutale, attraverso queste proteine riesce a rimanere saldamente agganciata a elementi dell’ambiente esterno.
Proteine della membrana plasmatica possono comportarsi anche da recettori di membrana. La cellula immersa in un ambiente extracellulare è in grado di raccogliere molti segnali dal mondo esterno, dalle sostanze che le stanno attorno e a svolgere questo compito sono più che altro queste strutture recettoriali (spesso vere e proprie proteine) che hanno una forma definita nello spazio. Di solito i recettori sono costituiti da una componente che si interiorizza nella membrana plasmatica, una porzione che sporge verso l’esterno (la parte recettoriale vera e propria) che capta dall’esterno un segnale intercettando delle molecole. La forma della proteina è costituita nello spazio in modo da consentire l’aggancio perfetto della molecola segnale sulla proteina stessa, se non c’è questo incastro perfetto tra le strutture queste non si legheranno, se invece queste combaciano si può dire che l’elemento esterno darà alla proteina recettoriale un messaggio, messaggio che la proteina convertirà in un segnale che manderà poi all’interno della cellula. La molecola recettoriale rimarrà sempre all’esterno della cellula ma con questo meccanismo consentirà alla cellula di modificare il suo comportamento. La parte interna del recettore attiverà enzimi, strutture, sostanze per cui il citosol comincerà a comportarsi in un certo modo.
Le proteine possono avere anche una funzione enzimatica, gli enzimi possono essere extracellulari o intracellulari e servono per velocizzare un certo tipo di metabolismo. Alcuni enzimi sono interiorizzati all’interno della membrana e sono così strutturati: hanno una struttura che sporge all’esterno della membrana ed una che sporge verso l’interno. L’attivazione della porzione esterna o della parte centrale dell’enzima consente poi all’enzima di accelerare, all’interno della cellula, alcuni sistemi metabolici.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q

trasporto passivo

A

Per diffusione passiva possono passare lipidi, molecole liposolubili, ossigeno e CO2 e avviene solamente secondo gradiente. La diffusione semplice permette il passaggio di molecole di piccole dimensioni liposolubili: O_2,〖CO〗_2,N_2, etanolo, ammoniaca… La diffusione facilitata spesso dipende dal gradiente e si trasportano molecole idrofili che di maggiori dimensioni (glucosio, amminoacidi, molecole polari…), sarà mediata da proteine transmembrana: trasportatrici, vettrici e canali (tutte molto specifiche). Nella proteina carrier ospita al suo interno una cavità e c’è un sito di legame con la sostanza. Quando riconosce qualcosa da trasportare si forma un legame e questo legame fa modificare la forma del carrier che così facendo si apre verso il citoplasma e permette il passaggio della particella.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q

cos’è la cinetica di saturazione?

A

aumentando la concentrazione in
un versante di una determinata
molecola, esiste una soglia oltre la
quale aumentare la concentrazione
della stessa non corrisponde ad un
aumento di velocità

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q

tipologie di canali ionici

A

Nella membrana plasmatica ci sono diversi canali ionici che sono specifici per un singolo tipo di ione (sodio, potassio…). si possono classificare in base al modo in cui si aprono:
Può essere un canale a controllo voltaico quindi regolati da una variazione del potenziale di membrana (meccanismo dei neuroni), lo scambio di cariche è possibile in tutte le cellule.
Può essere a controllo di ligando (canali ligando dipendenti): il canale è chiuso e si aprono in risposta al legame di un ligando chimico. Il ligando può essere extracellulare o intracellulare: quando è extracellulare, questo andrà a legarsi quindi alla porzione extracellulare del canale ionico, facendolo aprire così che lo ione possa passare, se è intracellulare legherà ma nel versante citoplasmatico del canale, il risultato è lo stesso.
L’apertura può avvenire anche per uno stimolo meccanico (canali a controllo meccanico) la cui apertura è regolata da una causa fisica. Il canale ionico si presenta chiuso, se la sua conformazione è tale da presentare delle estroflessioni che sporgono verso l’esterno della cellula e queste vengono sollecitate dal punto di vista meccanico queste si modificano nella forma e fanno aprire il canale ionico così da far passare lo ione.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q

trasporto attivo

A

Il trasporto attivo è un tipo di trasporto attraverso membrana contro gradiente che richiede un dispendio di energia e anch’esso è saturabile e selettivo. La concentrazione degli ioni all’interno e all’esterno della cellula è diversa e sono detti anioni fissi in quanto per le loro grandi dimensioni non riescono a diffondersi nella membrana. Affinché queste concentrazioni rimangano invariate entrano in gioco le pompe ioniche. Avremo una maggioranza di cariche positive all’esterno. Il potenziale di membrana varia da membrana di membrana (da 10 a 100 mV). si divide in trasporto primario e secondario. nel trasporto primario l’energia viene fornita direttamente dall’idrolisi dell’atp, che scindendosi libera energia permettendo lo spostamento di ioni e molecole. Nel trasporto secondario non viene speso direttamente ATP, ma viene sfruttata la differenza di potenziale elettrochimico creata dai trasportatori attivi che pompano ioni al di fuori della cellula. Questo significa che il trasporto secondario si basa comunque sul consumo di ATP, che permette di mantenere la differenza di potenziale senza la quale non ci sarebbe possibilità di trasporto secondario. Nella membrana plasmatica possono esserci carrier uniporto o di trasporto accoppiato (simporto e antiporto). Nella prima la proteina carrier si fa carico di una sola molecola alla volta in una sola direzione. Nel simporto la proteina vettrice trasporta una molecola solo se ce n’è un’altra che si sposta nella stessa direzione. Nell’antiporto la proteina vettrice riesce a trasportare una molecola solo se c’è un’altra molecola che si muove nella direzione opposta.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q

pompa sodio-potassio

A

All’esterno della cellula c’è una prevalenza degli ioni Cl- e Na+, mentre all’interno sarà più concentrato lo ione K+. Perché queste concentrazioni rimangano invariate un ruolo fondamentale è della pompa sodio potassio: NOKIA. Essa trasporta ioni potassio e calcio con l’uso di ATP (esso viene scisso dall’enzima ATPasi in ADP+P). Si parte da un ambiente cellulare carico di ioni sodio, questi si legano alla proteina carrier in una precisa area. La presenza del sodio fa cambiare la conformazione a questo sistema di pompa che ha catturato il sodio e l’ha interiorizzato. Il sodio viene spinto verso l’esterno perché la molecola trasportatrice è stata fosforilata (=sfruttamento dell’ATP che perdendo un gruppo fosfato fornisce l’energia per far cambiare la conformazione). A questo punto, lo ione potassio, nell’ambiente extracellulare si legherà ad una precisa porzione del sistema di pompa, con il consumo di ulteriore ATP (che verrà convertito in ADP+P, fornendo così energia), cambierà nuovamente la conformazione del sistema di pompa, aprendosi verso l’esterno così che il sodio possa uscire. è un esempio di trasporto attivo primario

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q

endocitosi

A

consente l’inglobamento di grandi molecole o piccole particelle con formazioni di vescicole endocitotiche che sono sempre rivestite da membrana e che permettono l’internalizzazione di porzioni di membrana e del materiale extracellulare in esse racchiuso.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q

tipi di endocitosi

A

clatrina-dipendente, pinocitosi, fagocitosi

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q

transcitosi

A

si ha quanto il materiale è solo di passaggio nella cellula e quindi viene subito esocitata.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
17
Q

fagocitosi

A

consiste nell’internalizzare grosse particelle e avviene cosi: delle particelle fuori dalla cellule si concentrano in zone specifiche della membrana e vengono riconosciute dai recettori della cellula, allora la membrana si invagina grazie ai microfilamenti di actina e questa invaginatura mostrerà una strozzatura. La vescicola o fagosoma si chiude, si stacca dalla membrana ed entra nel citoplasma. Quando la vescicola ha incorporato qualcosa da eliminare interviene il lisosoma che si lega alla vescicola e forma il fagolisoma che digerirà questi microorganismi. Il risultato di questo fagolisosma è una vescicola con dei residui di ciò che è stato digerito.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
18
Q

L’endocitosi mediata da clatrina

A

avviene un legame specifico tra una molecola e un recettore. avvenuto il legame viene reclutata una clatrina che riveste il versante citoplasmatico formando piccole invaginazioni di membrana che inglobano questi complessi. questa modifica porta ad un’introflessione che porta alla formazione di vescicole. queste vescicole riveste dalla clatrina si sposteranno nel citoplasma e una volta rimossa la proteina queste vescicole si fonderanno con i lisosomi

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
19
Q

clatrina

A

è una molecola proteina costituta da una struttura stellata a tre punte

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
20
Q

L’endocitosi mediata da caveola

A

Una caveola è un’invaginazione, a forma di fiasca, di membrana e sono rivestita da un’altra proteina: la caveolina. Con la caveola avviene la pinocitosi. Sono coinvolte nell’interiorizzazione di tossine batteriche e di ligandi extracellulari; si formano in corrispondenza di regioni della membrana plasmatica ricche di colesterolo e sfingo-lipidi, rendendo queste regioni particolarmente deformabili. una vescicola ricoperta di caveolina è portata o al golgi o al RER per essere modificati dagli enzimi. abbondano nelle regioni endoteliali

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
21
Q

esocitosi

A

è il processo attraverso cui la cellula può produrre delle vescicole per far trasportare del materiale all’esterno. Le vescicole possono essere di trasporto o di secrezione. Le vescicole secretorie sono trasportate da componenti del citoscheletro verso la membrana plasmatica. Il materiale destinato alla secrezione si concentra e si condensa formando vescicole e granuli di secrezione che si fondono con la membrana quando la cellula riceve uno specifico segnale.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
22
Q

CAM

A

(cell adhesion molecules), sono molecole che sporgendo dalla membrana possono servire come strutture che appiccicano le cellule tra di loro.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
23
Q

interazione omofilica

A

avviene tra due molecole identiche. Le molecole proteiche di membrana si legano ad altre proteine della stessa famiglia e sono per lo più implicate nell’adesione cellula-cellula. In particolare, le molecole di membrana coinvolte nei legami omofilici sono delle glicoproteine. Quando due di queste proteine si incontrano, creano delle zone di adesività. Una famiglia di molecole chiamata caderine (glicoproteine) che sporgono dalla membrana e si legano solo con particolari loro zone. Il loro legame, molto spesso, è vincolato dalla presenza di ioni calcio: per questo vengono anche dette calcio dipendenti. Quando lo ione calcio è presente il legame tra le due molecole proteiche avviene con successo, mentre in sua assenza, queste non riuscirebbero ad instaurare il legame. A volte, tra una proteina di membrana e l’altra, si può riscontrare la presenza di lectina. La molecola proteica formata dalla proteina di membrana e dalla singola catena di lectina rientra nella famiglia delle proteine CAM e esse sono coinvolte nei legami cellula-cellula e cellula-anticorpo, permettono l’adesione cellulare e il differenziamento. Solo in una particolare area della proteina si forma il legame. Si chiamano anche fribronettine di tipo 3rd.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
24
Q

interazione eterofilica

A

quando l’interazione è tra una proteina (solitamente selettina o p-selettina) e un carboidrato. Quindi da una cellula sporge la proteina dall’altra un carboidrato. Un esempio di legame eterofilico riguarda le integrine: delle proteine molto voluminose, totalmente integrate nella membrana, che presentano un dominio sia citoplasmatico che extra-plasmatico: all’esterno presenta due componenti proteiche, dette alfa e beta, che possono legarsi a elementi che costituiscono l’ambiente extracellulare. Le integrine vanno a legarsi in particolare a delle molecole proteiche, dette fibronectine: si tratta di elementi fibrillari proteici che si legano alle componenti alfa e beta dell’integrina. Questo legame è un esempio di adesività tra cellula e matrice extracellulare. Le integrine, oltre ad interagire con la fibronectina, interagiscono anche con il collagene, una delle proteine più rappresentati nell’ambiente extracellulare, e con laminina. Questi legami servono per regolare l’adesione della cellula con la matrice, il movimento, la forma, la proliferazione e il differenziamento. Un altro esempio di legame eterofilico è quello tra una catena glucidica e la p-selectina, nota anche come selectina. La selectina/lectina è una proteina che interagisce sempre con una componente glucidica, e media il riconoscimento neutrofili-cellula endoteliale.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
25
Q

giunzioni ancoranti

A

Le giunzioni ancorati sono caratterizzate da diverse strutture proteiche e le più frequenti sono le caderine, proteine calcio dipendenti. La loro azione è rafforzata internamente dalla presenza di un’area densa di desmoplachine, che si agganciano a loro volta con i filamenti del citoscheletro. Si viene a creare così una struttura speculare in entrambe le cellule interessate. Questo sistema di giunzioni è molto presente nei tessuti epiteliali. permettono che anche se il tessuto e sottoposto a forza meccanica non è modificata

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
26
Q

desmosomi

A

sono giunzioni ancoranti. hanno una regione interna alla cellula, ricca di desmoplachine, che appare molto elettrondensa. Da questa
placca di attacco interna si diramano filamenti di citocheratina. Nell’intercapedine tra le due cellule si crea una rete tridimensionale di desmocolline, che instaurano dei legami desmofilici.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
27
Q

emidesmosoma

A

è una giunzione ancorante. ha qualche analogia con desmosoma, ma non è la meta. Uguale ha l’ispessimento proteico, i filamenti citoscheletrici, ma la componente di desmoplachine manca e abbiamo le integrine per ancorarsi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
28
Q

forme del nucleo

A

Nucleo sferico: in qualsiasi modo viene sezionato (trasversalmente, longitudinalmente…) appare sempre come un cerchiolino.
Nucleo allungato: a seconda di come viene sezionato cambia la forma ottenuta: longitudinalmente appare ovale e oblungo, trasversalmente come un cerchiolino.
Nucleo schiacciato: ha poco posto per espandersi totalmente.
Nuclei polilobati, ad esempio i leucociti neutrofili, hanno una struttura plurisegmentata con la presenza di dilatazioni e strozzature

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
29
Q

funzione del nucleo

A

è un organello che caratterizza in modo peculiare ed esclusivo la cellula eucariotica. è la sede di importantissimi processi quali la duplicazione del DNA, la trascrizione e processamento del RNA e riparo del DNA. La dimensione e la forma del nucleo sono caratteristiche di ogni cellula, ma generalmente sono proporzionali alla dimensione del citoplasma.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
30
Q

cromatina

A

è un filamento di DNA che si avvolge su gli istoni proteici, può superavvolgersi più e più volte andando a formare matasse di DNA sempre più compatte. Le regioni più condensate, di eterocromatina (il diametro raggiunge i 300 nm), si trovano alla periferia, mentre quelle meno condensate, eucromatina (il suo diametro può arrivare fino a 30 nm), si trovano nella parte interna del nucleo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
31
Q

involucro nucleare

A

è costituito da membrana nucleare, lamina nucleare e complessi del poro. La prima è costituita da due membrane separate da uno spazio detto perinucleare, essa infatti si ribalta su sé stessa formando una cisterna caratterizzata da questo spazio vuoto delle dimensioni di circa 10 nm. La membrana esterna è caratterizzata da ribosomi adesi alla sua superficie. La parte interna invece è caratterizzata dalla lamina nucleare costituta da un intreccio di strutture filamentose del citoscheletro dette lamine, formando una maglia dalle dimensioni di 30-100 nm. Esse forniscono un supporto meccanico, mantengono la forma e interagiscono con l’eterocromatina.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
32
Q

pori nucleari

A

I pori (9-10 nm) sono delle aperture che permettono gli scambi con l’ambiente citoplasmatico. Un poro ha una forma a canestro ed è costituito da proteine diverse. I pori nucleari sono costituiti da anelli a 8 subunità. Queste subunità proteiche (30 proteine diverse chiamate nucleoporine) hanno dei raggi convogliati verso il centro del poro in un’area centrale denominata: “tappo”. Il poro, infatti, non è un buco, ma al suo interno contiene una specie di cestello; quindi, le sostanze in entrata e in uscita non utilizzano tutto il diametro virtuale ma solo le zone tra i raggi. Essi possono essere tanti o pochi a seconda dell’attività metabolica della cellula. Per vedere meglio al microscopio i pori nucleari si utilizza la tecnica del freeze etching.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
33
Q

trasporto attraverso l’involucro nucleare

A

può essere sia attivo che passivo. Vi sono delle importine e esportine che sono dei recettori di importazione nucleare. Esse si legano alle nucleoporine dando inizio all’attraversamento dei pori allargando così la parte centrale e permettendo il passaggio di molecole grande. Le esportine servono per il trasporto da nucleo a citoplasma, le importine al contrario.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
34
Q

nucleolo

A

Il nucleolo rappresenta il compartimento più evidente, esso non è delimitato da membrana ed è basofilo. Qui vengono prodotte le subunità ribosomiali. Al suo interno si possono distinguere due subcompartimenti, una zona fibrillare e una zona granulare. All’aspetto il nucleolo è particolarmente granuloso, contiene i geni nucleolari che servono per codificare l’RNA ribosomiale. Al suo interno ci sono anche le ribonucleoproteine, non sono prodotte dal nucleolo ma arrivano dal citoplasma, entrano nel nucleo tramite i pori nucleari e servono per assemblare le estremità ribosomiali maggiori e minori. Nella zona granulare vengono assemblate rRNA e le proteine ribosomiali e nella zona granulare si trovano le subunità maggiore e minore già formate e da qui vengono trasportate nel citoplasma attraverso i pori.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
35
Q

corpi di cajal

A

sono sub-organelli sferici dal diametro di 0.3-1.0 µm (dimensioni prese da wikipedia) presenti nel nucleo di cellule con ampie capacità proliferative o metabolicamente attive

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
36
Q

apoptosi

A

è uno dei processi di degenerazione cellulare, rappresenta una morte programmata (è un fenomeno che rientra nella normalità), al contrario della necrosi, che è un fenomeno patologico. Il primo evento da ricordare nell’apoptosi è il cambiamento del volume del nucleo, di solito rimpicciolisce, perché la cromatina si condensa maggiormente. Diventa inoltre molto basofilo se colorato con ematossilina eosina. Questo nucleo, così rimpicciolito, va incontro a un processo di carioressi: processo di frammentazione nucleare in tanti piccoli pezzettini. I pezzettini entrano poi in un processo di digestione: cariolisi. Non si ha più una cellula ma si hanno residui cellulari che contengono micro-frammenti di nucleo che vengono riconosciuti dai macrofagi e distrutti.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
37
Q

dimensioni cromosomi

A

3-6 micron di lunghezza, 0,4-08 micron di larghezza

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
38
Q

citoplasma

A

è l’area dove si trovano gli organuli cellulari. Esso è composto da classi di acido ribonucleico (come gli RNA transfer, RNA messaggeri, RNA ribosomiali), tanti carboidrati e pool amminoacidici. Il citosol è attraversato da un intricato reticolo di tubuli e cisterne detto reticolo endoplasmatico

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
39
Q

reticolo endoplasmatico rugoso/granulare

A

è organizzato in cisterne, ovvero le strutture sono dei sacchi appiattiti. Il rer ha sulla parete attaccati numerosi ribosomi. Il reticolo granulare apparirà al microscopio ottico grazie alla presenza dei ribosomi che gli conferiscono basofilia. L’alone basofilo (stesso colore blu/viola del nucleo) che si può notare in zone della cellula corrisponde a reticoli endoplasmatici granulari o ad accumuli di ribosomi. Il reg è altamente sviluppato in cellule con un’intensa sintesi di proteine. Il neurone e le plasmacellule contengono un importante reg.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
40
Q

sintesi delle proteine nel reg

A

Il reg insieme al Golgi partecipa alla sintesi e al trasporto di proteine di secrezione, mentre quelle destinate ad essere accumulate o ad essere utilizzate nel citosol sono sintetizzate dai ribosomi liberi. Le proteine sintetizzate dal reg si accumulano nel lume delle cisterne, si trasferiscono nel Golgi (non sempre) e poi vengono liberate nell’ambiente extracellulare. Le vescicole di secrezione gemmano dalla parte del reg in cui non si trovano ribosomi. Quando l’mRNA incontra il ribosoma, questo aggancia la sua subunità e comincia la decodificazione della molecola. Nel messaggio genetico dell’mRNA vi è codificato non solo il tipo di proteina che verrà prodotta ma anche la sua destinazione. L’informazione è contenuta nella prima parte della molecola di mRNA in una porzione detta sequenza segnale. Quando il ribosoma codifica la sequenza segnale della molecola, lo fa ancora senza agganciarsi al reticolo. Nel frattempo, sull’area sacculare del reticolo endoplasmatico granulare, delle proteine chiamate riboforine costruiscono aggregandosi dei piccoli fori che perforano completamente la membrana e servono a far sì che il ribosoma vi infili la sequenza segnale. Il foro formato dalle riboforine è detto canale di traslocazione (4-5 nm). A questo punto il ribosoma, agganciato al reticolo, continua a leggere la molecola di RNA costruendo ed allungando la proteina, che si sviluppa dentro il sacculo della cisterna. Conclusa la sintesi della proteina, il ribosoma sgancia la molecola proteica, che rimane completamente interiorizzata dentro la cisterna. Il ribosoma a questo punto si stacca, le due subunità si dissociano, si allontana l’RNA messaggero e le subunità ribosomiali. L’RNA utilizzato viene spesso riletto da altri ribosomi che costruiscono altre proteine. La proteina può rimanere una pura e semplice sequenza amminoacidica oppure può venire glicosilata. In questo caso, vengono aggiunte alla molecola proteica dei glucidi. la glicosilazione delle proteine avviene solitamente nel golgi, ma può avvenire anche nel reg

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
41
Q

ribosoma

A

con dimensioni di circa 2 nm, è costituito da due subunità assemblate dal nucleolo. Esso non è composto soltanto da acido ribonucleico ma anche da alcune proteine; tuttavia, la componente proteica è così bassa che il ribosoma risulterà sempre basofilo. I ribosomi si possono trovare legati al reticolo endoplasmatico (nel REG) o liberi nel citoplasma, prendendo il nome di poliribosomi liberi. Qui avviene la sintesi delle proteine. La sintesi delle proteine è un evento controllato dalle cellule. I poliribosomi liberi si aggregano a piccoli gruppi per formare delle rosette, formazioni simili a piccoli vortici e solitamente si trovano in posizione perinucleare se presenti in abbondanza. I vari ribosomi sono aggregati e agganciati all’RNA messaggero che quindi fa da punto di collegamento fra di essi, venendo continuamente letto dai ribosomi. Quando l’RNA messaggero finisce e il ribosoma termina il suo compito le due subunità si staccano e nel citoplasma vengono riversate proteine che non vengono circondate da membrana. In generale, tutti i prodotti di origine proteica destinati a rimanere dentro la cellula vengono prodotti dai poliribosomi liberi. Molti ribosomi liberi si trovano nelle cellule dello strato basale degli epiteli, nei proeritroblasti e negli eritroblasto basofili, nei mioblasti.

42
Q

sistemi di controllo della sintesi di proteine

A

Esistono infatti sistemi di controllo in grado di sabotare le proteine sintetizzate che risultano danneggiate o malformate; queste non rimangono libere nella cellula ma vengono catturate e portate in aree specifiche chiamate proteosomi. Qui, grazie alle proteasi (enzimi), le proteine vengono demolite. Le proteasi, quindi, rimettono in circolo i pool amminoacidici di queste proteine neosintetizzate. Le proteine che controllano la produzione delle proteine cellulari sono chiamate ubiquitine (dal latino “ubi”, “dappertutto”) e le si possono trovare in tutte le cellule. Le ubiquitine vengono associate ad altre proteine chiamate chaperonine (dal francese “chaperon” “accompagnatore”) che legano le proteine malformate e le portano verso i proteosomi dove verranno demolite. Esse prevengono l’aggregazione di proteine in grandi ammassi. L’idrolisi, la demolizione di queste proteine malformate, porta alla formazione prima di peptidi piuttosto voluminosi e poi sempre più piccoli, spezzettandoli in amminoacidi semplici che andranno a formare il pool amminoacidico all’interno della cellula.

43
Q

reticolo endoplasmatico liscio

A

è un organulo costituito da tubuli anastomizzati (che si collegano tra loro), di natura membranosa, che creano delle maglie tridimensionali. Esso non avendo ribosomi adesi alla sua parete non è affine ai coloranti basici e quindi non è visibile al microscopio ottico. sono visibili sia al sem che al tem (meglio al tem). In alcune cellule il REL può essere molto abbondante e in questo caso il citoplasma è particolarmente acidofilo. Una delle funzioni generali del REL è la sintesi di lipidi. I fosfolipidi ad esempio sono sintetizzati sul versante citoplasmatico del REL e possono essere trasferiti nello strato luminale attraverso la flipasi. Esso accumula e rilascia gli ioni calcio: il calcio è prelevato dal citoplasma da una pompa proteica detta SERCA. Il rilascio del calcio comporta l’apertura di canali dotati di specifici recettori. Ad esempio il REL è molto sviluppato nelle cellule muscolari e induce la contrazione muscolare. Il REL svolge una funzione di detossificazione: ad esempio negli epatociti, i quali presentano una forma cuboidale, un nucleo chiaro e vescicoloso con evidente nucleolo, tanti apparati di Golgi e tanti reticoli endoplasmatici rugosi e lisci. Queste cellule sono in grado di ricevere dagli organi addominali e intestinali, attraverso il circolo portale, del materiale da rielaborare, nello specifico il glucosio che viene poi utilizzato dagli epatociti per la sintesi del glicogeno. Ha anche un’importante ruolo nel metabolismo del glicogeno: esso viene scisso dalla glicogeno fosforilasi nel citosol, il glucosio 1-fosfato così ottenuto poi è subito convertito in glucosio 6-fosfato non può lasciare la cellula allora interviene l’enzima glucosio 6-fosfatasi presente sul versante del REL libera il glucosio dal fosfato. Gli enterociti sono cellule che rivestono internamente la parete dell’intestino tenue e hanno la funzione di raccogliere dal cibo metabolizzato (chimo che nell’intestino diventa chilo) il colesterolo, i monogliceridi e gli acidi grassi. Gli enterociti fanno la transocitosi, ovvero fanno l’endocitosi di molecole e le fanno transitare nel reticolo liscio dove vengono trasformate in trigliceridi. in seguito le esocitano. La cellula di Leydig che si occupa della produzione di testosterone presenta il reticolo liscio e viene trasformato in testosterone.

44
Q

apparato di Golgi

A

l’apparato di Golgi è funzionalmente associato al reticolo endoplasmatico dal quale riceve molecole per modificarle e smistarle (il versante rivolto verso il reg è detto cis, di forma convessa). Esso è formato da pile di 4-10 cisterne a forma di disco i cui margini sono spesso circondati da vescicole. in microscopia ottica non appaiono visibili colorati con ematossilina-eosina. Il Golgi è più sviluppato in alcune cellule che in altre e la sua posizione dipende da interazioni con il citoscheletro. Dopo la regione cis vi è la regione intermedia e poi quella trans. Nel versante cis arrivano tantissime vescicole contenenti glicoproteine e lipidi provenienti dal reg.

45
Q

funzioni golgi

A

fa la glicosilazione delle proteine, infatti qui si completa la sintesi degli oligosaccaridi legati alle glicoproteine iniziata nel REG (in particolare avviene una N-glicosilazione o una O-glicosilazione) e troviamo numerosi enzimi glicosilanti, in grado di agganciare dei glucidi alle proteine. Nel Golgi avviene anche la sintesi di polisaccaridi: vengono sintetizzati ex novo i glicosaminoglicani. Inoltre partecipa alla sintesi di alcuni lipidi e glicolipidi. Creazione di vescicole il cui contenuto deve essere esocitato. L’apparato di Golgi può gemmare delle vescicole (dal versante trans di forma concava) con contenuto che deve essere rilasciato dalla cellula: la vescicola migra, con l’aiuto del citoscheletro, verso la membrana citoplasmatica, si fonde con essa e il contenuto viene riversato all’esterno della cellula. Crea vescicole utili al ricambio di parti di membrana. La membrana plasmatica è in grado di sostituire o arricchire alcune sue parti grazie alle vescicole che per esocitosi si fondono ad essa e la arricchiscono (le vescicole mandate dal golgi saranno piccole e lisce). Questo processo avviene principalmente per rinnovare le proteine adese alla membrana che si sono impoverite o devono essere repristinate. Può quindi rinnovare la membrana plasmatica e controllare il riciclaggio delle membrane tra gli organuli. Può vescicolare i lisosomi. Il Golgi è in grado di rielaborare degli enzimi, riassemblarli, inserirli in una vescicola che rimane nella cellula e organizza il lisosoma (vescicola lisosomiale rivestita da involucro villoso con piccole estroflessioni). Questo si sposta e si fonde con una vescicola endocitotica a formare una struttura più complessa chiamata fagolisosoma.

46
Q

dove si trova abbondante Golgi

A

Le cellule degli epiteli secretori hanno un abbondante apparato di Golgi. I nuclei di queste cellule sono schiacciati alla base e hanno una forma ovalare allungata, ciò è dovuto al fatto che la cellula ha il compito di riempirsi di numerose strutture vacuolari chiamate granuli di secreto. Queste cellule fanno lavorare il loro apparato di Golgi e vescicolano il contenuto dei granuli verso la parte di membrana che dovrà espellerlo. I fibroblasti presentano un importante Golgi e reg per sintetizzare il protocollagene. Queste proteine inizialmente sono glicosilate, successivamente verrà eliminata la parte glucidica, rimarrà solo la parte proteica che nell’ambiente citoplasmatico diventa una struttura più complessa

47
Q

lisosomi

A

I lisosomi è un organulo, da 0.25 a 0.8 𝜇m di diametro, che digerisce le sostanze che devono essere neutralizzate. Il contenuto di lisosomi è omogeneo quando sono a riposo e disomogeneo quando stanno svolgendo la loro attività digestiva. I lisosomi contengono più di 40 tipologie enzimatiche differenti, la categoria principale è quella delle idrolasi acide in grado di idrolizzare qualsiasi molecola organica. Le idrolasi acide hanno bisogno di lavorare ad un pH acido

48
Q

idrolasi acide

A

nucleasi, proteasi, glicosidasi, lipasi, fosfatasi, solfatasi e fosfolipasi. questi enzimi sono sintetizzati dal reg e fosforilati dal Golgi. questi enzimi vengono poi impacchettati in vescicole idrosaliche di 200-400 nm.

49
Q

come funziona il lisosoma

A

gli enzimi funzionano ad un pH ottimale che si aggira attorno ad un valore di 5, nel citoplasma il valore del pH è di 7,2-7,3. Per poter attivare i propri enzimi, il lisosoma deve abbassare il pH presente al suo interno. Sulla membrana del lisosoma è presente un sistema di pompe protoniche che, attraverso un trasporto attivo, pompano forzatamente ioni H⁺ dal citoplasma all’interno del lisosoma, aumentando la concentrazione degli ioni H⁺ il pH si abbassa e attiva gli enzimi litici. Per favorire il gradiente protonico le membrane del lisosoma sono ricche nel versante interno di lipidi e di componenti glucidiche che le proteggono inoltre dalle idrolasi e quindi dall’autodigestione.

50
Q

autofagia

A

consiste nella degradazione di macromolecole, organuli e membrane e avviene così: arriva un segnale e avviene la nucleazione di un autofagosoma che in seguito viene chiuso. Questo fagolisoma viene fatto maturare e si forma un autolisosoma (ottenuto per la fusione tra autofagosoma e lisosoma) che è una vescicola dal ph acido al cui interno vi sono enzimi che permettono la degradazione di peptidi e altri costituenti cellulari.

51
Q

come avviene la fagocitosi nei lisosomi

A

Quando il lisosoma abbassa il valore del proprio pH e attiva gli enzimi litici prende il nome di lisosoma primario. Il lisosoma primario (L I) incontra una vescicola endocitotica, dalla loro fusione si forma il fagolisosoma che si trasforma in un lisosoma secondario (L II). Il lisosoma secondario è più voluminoso rispetto al lisosoma primario e contiene al suo interno una sostanza disomogenea. Si possono osservare anche delle protuberanze sulla membrana, hanno la funzione di bloccare e di inglobare le sostanze da fagocitare. Il contenuto delle vescicole endocitotiche è chiamato corpo residuo, può essere completamente disciolto nella cellula oppure può essere esocitato nello spazio extracellulare.

52
Q

cellule contenenti lisosomi

A

sono presenti in tutte le cellule ma soprattutto nelle cellule a capacità fagocitante, come macrofagi e leucociti (globuli bianchi), osteoclasti…

53
Q

perossisomi

A

sono organelli circondati da membrana di diametro di 1 µm al massimo che si replicano per divisione e si rigenerano rapidamente. Normalmente sono rotondeggianti, ma in alcuni casi possono avere una forma bastoncellare. Si muovono lungo i microtubuli del citoscheletro grazie a proteine trasportatrici. All’interno vi è una matrice amorfa granulare detta matrice perossisomiale al cui interno vi è una struttura cristalloide chiamata nucleoide, che funge da deposito di 50 diversi enzimi ossidativi (catalasi). il pH è simile a quello citoplasmatico

54
Q

cellule contenenti perossisomi

A

i perossisomi sono presenti soprattutto all’interno delle cellule epatiche, in cui sono presenti molte molecole di glicogeno e nelle cellule renali

55
Q

funzione perossisomi

A

metabolismo del perossido di idrogeno e di altre specie reattive dell’ossigeno, quindi nella detossificazione di composti nocivi grazie alla presenza di enzimi ossidativi. I composti metabolici tossici derivano soprattutto dal metabolismo di acidi e di basi azotate, in particolar modo di purine. sono in grado di ossidare gli acidi grassi e in particolare quelli a lunga catena (così come i mitocondri). La 𝛽-ossidazione delle catene lunghe di acidi grassi porta alla produzione di acqua ossigenata, una sostanza estremamente tossica che deve essere disattivata immediatamente. Attraverso l’enzima catalasi i perossisomi trasformano l’acqua ossigenata in acqua e ossigeno. Altre due funzioni fondamentali dei perossisomi sono la sintesi del colesterolo e degli acidi biliari nelle cellule epatiche e la produzione di plasmalogeni, una sottoclasse dei fosfolipidi. quest’ultimi sono abbondanti nella guaina mielinica che è una struttura prettamente lipidica.

56
Q

formazione dei perossisomi

A

Le loro proteine, perossine, sono sintetizzate a partire dal genoma nucleare. La loro genesi parte dal reg e poi dal rel gemmano delle vescicole che si fonderanno tra loro o con perossisomi preesistenti a formarne dei nuovi. Gli enzimi ossidativi vengono prodotti dai poliribosomi liberi e la loro interiorizzazione avviene per traslocazione post-traduzionale. essi sono in grado di dividersi per scissione binaria.

57
Q

mitocondrio

A

è un organulo di forma bastoncellare che può avere una lunghezza compresa tra i 4 e i 9 micron e un diametro variabile tra gli 0,4 e gli 0,8 micron. I mitocondri sono molto lunghi, flessuosi e plastici (si modificano nella forma). Possono essere sparsi casualmente nel citoplasma o localizzati in zone preferenziali. Il numero può essere variabile a seconda del metabolismo cellulare; se la cellula ha bisogno di produrre tante molecole energetiche avrà sicuramente un numero abbondante di mitocondri, se si trova in riposo funzionale ne avrà di meno. Mediamente ci sono circa 700 mitocondri nelle cellule e occupano il 20-30% del volume del citoplasma.

58
Q

teoria endosimbiotica

A

I mitocondri si distinguono in quanto posseggono un genoma proprio che codifica alcune proteine fondamentali per la respirazione e la fosforilazione ossidativa (le rimanenti necessarie alla funzione del mitocondrio sono sintetizzate dal DNA). Per questo motivo si ipotizza che il mitocondrio sia finito in una cellula eucariota perché nasce come cellula simbionte (parassita) di una cellula. presentano inoltre le porine che sono proteine tipiche dei batteri. presentano un dna circolare come i batteri.

59
Q

funzioni mitocondrio

A

sono delle centrali elettriche dall’organizzazione interna complessa, producono anche delle specie reattive dell’ossigeno e regolano il processo apoptotico, partecipa all’omeostasi del calcio intracellulare. I mitocondri che possiedono una proteina, chiamata termogenina o UCP1, sono in grado di consumare gli acidi grassi contenuti all’interno delle cellule del tessuto adiposo bruno e trasformarli in fonte di calore.

60
Q

membrana mitocondriale esterna

A

La membrana esterna è lineare e ha le dimensioni di 7 nm ed è costituita da fosfolipidi e proteine. Le proteine le più rappresentate sono le porine o acquaporine

61
Q

acquaporine

A

canali acquosi che abbiamo ritrovato nella membrana cellulare e che permettono il passaggio di acqua e di molecole idrosolubili piccole, nonché enzimi per il metabolismo degli acidi grassi (una delle componenti utili al mitocondrio per funzionare) e degli enzimi che rielaborano glucidi, i monoamminossidasi. La porina è un trimero, è quindi costituita da tre subunità identiche e ogni monomero ha la forma di un cilindro con al centro un foro, nel cui centro si organizzano altre molecole proteiche. Presenta inoltre canali ionici che permette il passaggio di metaboliti e proteine.

62
Q

spazio intermembrana/ intermembranoso del mitocondrio

A

ha dimensioni di 10-20 nm. è ripiena della matrice mitocondriale che contiene ribosomi e molte copie di DNA mitocondriale e racchiude altre strutture enzimatiche come gli enzimi utili a fosforilare i nucleotidi. La matrice mitocondriale riveste anche l’importante funzione di deposito dello ione calcio partecipando all’omeostasi del calcio intracellulare.

63
Q

membrana mitocondriale interna

A

è ripiegata in creste, le quali possono essere a forma di pliche o a forma tubulare (neuroni e cellule a secrezione steroidea). Le creste mitocondriali costituiscono compartimenti specializzati che limitano la diffusione molecolare. Il numero di creste può aumentare all’aumentare del metabolismo cellulare. La membrana mitocondriale interna è costituita da fosfolipidi di cui una buona componente è rappresentata da cardiolipina, un fosfolipide costituito da quattro molecole di acidi grassi, che rendono la membrana estremamente impermeabile. Su questa membrana non sono presenti acquaporine mentre il trasporto non è libero ma attivo, mediato da trasportatori di membrana.

64
Q

atp sintetasi

A

sono molecole proteiche che sono in grado di sintetizzare ATP partendo da ADP e un fosfato inorganico. Hanno una forma simile ad una bacchetta di tamburo e sono strutture assottigliate con una testa globosa. Quando la molecola è a riposo è completamente integrata nello spessore della membrana, nel momento in cui si attiva per uno shock osmotico, espone la sua porzione globulare verso la matrice mitocondriale. La testa globosa è costituita da diverse subunità proteiche, chiamate 𝛼 e 𝛽 che si alternano tra loro e ha un diametro di 10 nm. Il cilindro al centro è più sottile e ha un diametro di 4-5 nm

65
Q

DNA mitocondriale (mtDNA)

A

è un DNA circolare a doppia elica che codifica per le proteine che servono al mitocondrio, non è organizzato in una struttura cromosomica e non è associato a istoni o ad altre proteine. Il DNA mitocondriale è costituito da più di 16 mila paia di basi, organizzate in 37 geni che codificano per 13 proteine, 22 tRNA e 2 rRNA. Tutte queste strutture sono coinvolte nella produzione di proteine necessarie alla respirazione cellulare.

66
Q

eva mitocondriale

A

Il DNA mitocondriale può essere trasmesso alla progenie solo dalla madre, infatti quelli paterni non riescono a entrare nell’ovocita, o comunque un numero trascurabile, e se entrano sono troppo danneggiati.

67
Q

citoscheletro

A

è una struttura formata da proteine filamentose che mantengono e regolano la struttura della cellula eucariotica. Il citoscheletro entra a far parte di tantissimi processi cellulari. La struttura citoscheletrica è codificata da circa il 2,5% del genoma.

68
Q

funzioni citoscheletro

A

Intervengono nel trasporto di organuli, nella locomozione (movimenti ameboidi), nella contrazione, nell’endocitosi, nella risposta immunitaria, riorganizzazione della membrana plasmatica (spostando dal Golgi le vescicole verso la membrana), nella distribuzione dei cromosomi durante la divisione cellulare con la formazione del fuso mitotico e nell’organizzazione della membrana plasmatica.

69
Q

componenti del citoscheletro

A

microfilamenti, filamenti intermedi, microtubuli

70
Q

microfilamenti

A

hanno diametro di 7 nm e strutture complesse di diverse lunghezze, quello di actina è quello che cambia più dimensioni. Essi sono le strutture più dinamiche del citoscheletro. Essi attraversano il citoplasma in tutte le direzioni e sono abbondanti nella zona corticale (cortex). Essi hanno un ruolo importante anche nei sistemi di giunzione.

71
Q

come sono fatti i microfilamenti?

A

hanno un’estremità plus (i monomeri di g-actina sono legati all’atp) dove può aggregare i suoi componenti per accrescersi e una minus (g-actina legata all’adp) dove si disfa o è fissa. I monomeri con l’atp polimerizzano più velocemente di quelli associati all’adp. Si raggiungerà un momento di equilibrio in cui l’assemblaggio e il disassemblaggio andranno alla stessa velocità.

72
Q

come si forma un microfilamento di actina?

A

bisogna torcere due filamenti di actina (formati da G-actina e F-actina) ad α elica e l’avvolgimento genera una torsione ogni 36 nm (costante lungo tutta la lunghezza). L’allungamento del filamento di actina avviene a spese di energia (ATP).

73
Q

profilina

A

limita l’allungamento andando a sequestrare i monomeri di G-actina: i monomeri di actina sono sparsi nel citoplasma ma, in caso la cellula abbia bisogno di ridurre i filamenti di actina, la profilina mette un “cappuccio” sul sito di legame della g-actina per non farle associare.

74
Q

fimbrina

A

lega filamenti adiacenti di actina associandoli in modo più ordinato e organizzato in fasci paralleli di n. filamenti, essa conferisce rigidità a queste strutture.

75
Q

filamina e spectrina (associati ad actina)

A

qualora la cellula possa aver bisogno di una rete tridimensionale in forme particolare, queste possono essere fissate dalla filamina o spectrina che si organizzano in dimeri agganciati in un punto che si aprono e si agganciano ad altri filamenti di actina bloccando gli incroci della rete.

76
Q

gelsolina

A

promuove la frammentazione dei microfilamenti di actina

77
Q

vinculina e α-actininina

A

ancorano alla membrana i microfilamenti di actina.

78
Q

proteine di nucleazione

A

legano i filamenti di actina al versante vicino alla membrana plasmatica; successivamente la cellula prende monomeri di g-actina allungando il filamento in modo da costruire uno pseudopodio (sono in grado di far mantenere salde le cellule che crescono) che si allunga verso l’ambiente circostante in corrispondenza della proteina di nucleazione, chiamata area di accrescimento

79
Q

composizione troponina

A

è costituita da tre strutture globulari che si appoggiano in regioni specifiche e che si incastra ogni 8-9 molecole di g-actina.

80
Q

filamenti intermedi

A

(diametro 10nm), possono essere citoplasmatici o nucleari e non sono presenti in tutti i tipi cellulari (ad esempio non ci sono negli oligodendrociti). quelli nucleari formano le lamine che vanno a dare una forma al nucleo e che creano un intreccio ovvero una rete tridimensionale alla quale si lega cromatina e agganciarla all’involucro nucleare. Tra i citoplasmatici abbiamo le cheratine (tipiche negli epiteli), le vimentine (connettivo, muscolare e neurogliale), neurofilamenti (cellule nervose). A livello della membrana plasmatica, i filamenti sono saldamente ancorati ai desmosomi. Tra tutti gli elementi del citoplasma sono i più stabili.

81
Q

come sono fatti i filamenti intermedi

A

Tutti i filamenti intermedi si assomigliano molto nel loro dominio centrale ovvero una sequenza di 300 amminoacidi con andamento lineare che le rende meno solubili rispetto agli f-actina; la lamina nucleare invece presenta una sequenza più allungata mentre le altre differiscono per l’aggiunta di carboni terminali o amino terminali molto lunghi. Due singole eliche si assemblano antiparallelamente andando a formare un dimero, due dimeri assemblandosi antiparallelamente e sfalsamente, formeranno poi un tetramero. i tetrameri si associano tra loro e poi si compattano, creando il filamento intermedio, di 10nm di diametro.

82
Q

pseudopodi

A

Il complesso di nucleazione si aggancia alla membrana plasmatica e ad esso si ancora un
filamento di actina dinamico, ovvero che continua a crescere in lunghezza, aggiungendo elementi di G-actina all’estremità a contatto con le proteine di nucleazione. Il filamento, crescendo, modifica la forma della membrana plasmatica Si crea una propaggine piuttosto lunga che costituirà lo pseudopodio.
Funzioni: Oltre a consentire l’ancoraggio alle cellule adiacenti e al supporto basale, gli pseudopodi permettono alla cellula anche di muoversi: la corteccia actinica si modifica, allungandosi nella direzione di crescita dello pseudopodio; quest’ultimo si ancora al supporto e
successivamente trascina verso di sé il corpo
cellulare (simile al movimento di una chiocciola)

83
Q

cheratine

A

una delle 6 classi di FI. a loro volta le cheratine si dividono in 20 classi di cui 8 molto dure che vanno a formare unghie e capelli. sono presenti negli epiteli e dedite alla formazione di desmosomi, in particolare costituiscono i loro tonofilamenti (formati da delle componenti proteiche che sporgono: le desmocoline che organizzano legami omofilici intercellulari e le desmoplachine alle quali sono adesi dei filamenti di cheratina che fuoriescono dalla cellula).

84
Q

vimentine

A

si trovano nelle cellule di natura mesenchimale dei tessuti connettivi propriamente detti, come nei fibroblasti dove formano una rete molto lassa all’interno della cellula.

85
Q

desmina

A

si trova nelle cellule muscolari e le proteine
gliari fibrillari GFA (acide) caratteristiche della cellula della glia (cellule dei tessuti nervosi dei neuroni). Le desmine formano una rete lassa attorno ai sarcomeri mantenendo delle strutture chiamate miofibrille regolarmente
allineate tra di loro. si trovano anch’essi in cellule di natura mesenchimale

86
Q

neurofilamenti

A

costituiscono neuroni. La loro distribuzione non è omogenea: negli assoni sono spesso associati ai microtubuli, ai microfilamenti e alla membrana plasmatica tramite le plachine. Essi costituiscono sia i prolungamenti nervosi chiamati dendriti sia il prolungamento assonale che termina o con un grappolo di sinapsi o con una sinapsi. Alcuni di questi sono nudi mentre altri presentano delle spicule ovvero delle proteine che si associano ai microfilamenti.

87
Q

Proteine associate a filamenti intermedi

A

filagrina (proteine che permettono l’associazione in piccoli fasci delle strutture della cheratina), plectina (proteine che si posizionano sui filamenti di vimentina) e sinamina (proteine che si accompagnano ai filamenti intermedi del tessuto muscolare)

88
Q

microtubuli

A

(diametro 25nm): sono formati da 13 protofilamenti di α e β tubulina che si alternano e sono cavi al centro. Sono una struttura dinamica che allungano e si accorciano in continuazione. non sono disposti in modo parallelo, bensì creano una struttura ad elica ben ordinata.

89
Q

funzioni microtubuli

A

sono coinvolti nel mantenimento della forma della cellula e nel trasporto intracellulare degli organelli.

90
Q

protofilamenti

A

sono strutture polarizzate con due distinte estremità: una a crescita veloce (+) e una a crescita lenta (-).

91
Q

allungamento microtubuli

A

si allunga aggregando dimeri di alfa e beta tubulina, ma, per consentire l’aggregazione dei dimeri, viene in aiuto una molecola che fornisce energia (GTP guanosintrifosfato). Nella parte che si accorcia, invece, la molecola si disfa tramite allontanamento dei dimeri di alfa e beta tubulina legati a GDP. Essi originano dal centro di organizzazione dei microtubuli, il centrosoma, nel quale è ancorata l’estremità meno. Dall’estremità minus è facile demolirlo.

92
Q

tipologie di microtubuli

A

I microtubuli si sanno aggregare in dimeri a formare doppiette e in trimeri a formare triplette. La doppietta si trova nella struttura dell’assonema, che è la struttura citoscheletrica portante delle ciglia vibratili. Invece la tripletta è tipica delle strutture dei centrioli, anche se, per fare il centriolo, servono anche altre molecole. Può anche essere singolo e si chiamerà microtubulo citoplasmatico (fuso mitotico). Il fuso mitotico è formato dai microtubuli dell’aster, microtubuli polari e microtubuli del cinetocore.

93
Q

fuso mitotico

A

è costituito da un filamento microtubulare che si assembla insieme ad altri filamenti dello stesso tipo e, insieme, formano una struttura che serve per agganciare i cromosomi a livello della porzione centrale di essi. Il fuso mitotico è organizzato dal diplosoma: una struttura che si ripete in due zone della cellula, e da esso si organizzano sia i microtubuli che si muovono verso il centro della cellula, sia i microtubuli che si organizzano verso la membrana plasmatica e vanno a formare la struttura chiamata Aster. La doppietta chiamata diplosoma è costituita da due organelli cellulari chiamati centrioli. I centrioli sono sempre presenti, ma quando la cellula va in mitosi, i centrioli si duplicano e quindi si trovano due coppie di centrioli ai poli opposti della cellula.

94
Q

centrioli

A

si organizzano in 9 triplette di microtubuli che si ripetono in modo ordinato, ognuna formata da 3 filamenti di tubulina a organizzare centralmente un foro. In ogni tripletta c’è solo un microtubulo intero costituito da 13 protofilamenti, mentre gli altri due sono costituiti da 11 protofilamenti

95
Q

MAP

A

I microtubuli con MAP sono più stabili. I microtubuli si assoceranno alla chinesina e alla dineina. la chinesina che è implicata nel trasporto assonale anterogrado, quindi si sposta sopra il microtubulo agganciando strutture vescicolari e spostandole dal corpo cellulare verso la sinapsi; la dineina che è implicata nel movimento assonale retrogrado, quindi è la struttura che aggancia e sposta sostanze dalla sinapsi al corpo centrale. Le dineine e le chinesine sono anche coinvolte nell’assemblaggio dei microtubuli nel fuso mitotico, nel trasporto di macromolecole, vescicole e organelli e nel posizionamento di organelli nel citoplasma.

96
Q

ciglia

A

lunghe 5-10 micron, sono appendici mobili che si estendono dalla superficie di molti tipi di cellule eucariotiche. La struttura portante del ciglio è l’assonema, formata da un cilindro che presenta 9 coppie di microtubuli disposte alla periferia e una coppia centrale, e forma lo scheletro interno di ogni ciglio; il tutto si inserisce alla base del ciglio a livello di formazioni voluminose che vengono chiamati blefaroblasti (che sono di fatto centrioli). Ciascuna copia periferica dell’assonema ha un micrtubulo completo A 13 protofilamenti e un incompleto B di 11 protofilamenti. Il corpo basale è formato da microtubuli che sono disposti a formare 9 triplette periferiche. Tra la zona basale e l’assonema è presente una zona di transizione. La struttura portante del ciglio origina quindi da un centriolo e da esso si dipartono le radici cigliari che poi si agganciano al citoscheletro della cellula. Il ciglio è vibratile quindi si muove con movimento metacronico (parte da una posizione in cui è alto centrale, si abbassa verso un lato, torna verso l’alto, ecc…)

97
Q

nexina

A

Durante il battito cigliare, la struttura si mantiene ordinata grazie alla nexina che mantiene le doppiette sempre equidistanti

98
Q

dineina ruolo verso le ciglia

A

le strutture di dineina sono ganci che si agganciano e si staccano facendo scivolare microtubuli in modo da determinare il ripiegamento ciglia.

99
Q

microvilli

A

sono delle estroflessioni citoplasmatiche digitiformi lunghi 1-3 μm che contengono un asse di filamenti di actina. Essi sono spesso irregolarmente sparsi sulla membrana plasmatica. Oppure possono trovarsi sulla superficie apicale delle cellule che trasportano liquidi e assorbono metaboliti (intestino e rene)

100
Q

stereociglia/stereovilli

A

lunghi 100 micron, sono dei lunghissimi e immobili microvilli e si trovano in pochi epiteli (ad esempio le vie genitali maschili (hanno qui una funzione secernente di fruttosio), nell’organo del corti quando arriva il liquido cocleare). Le stereociglia possono essere mosse e avranno quindi un valore recettoriale.