EMBRIOLOGIA Flashcards

1
Q

gametogenesi (generale)

A

è il processo attraverso il quale e si sviluppano cellule germinali specializzate, i gameti, da cellule precursori bipotenti. I gameti (spermatozoo per il maschio e cellula uovo per la donna) sono delle cellule a corredo aploide.

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2
Q

meiosi (generale)

A

è un processo che alla fine vede la formazione di 4 forme cellulari aploidi. Nelle cellule umane ci sono 44 autosomi e 2 sessuali. Ereditiamo 23 cromosomi da madre e 23 dal padre. La meiosi si divide in I e II. Si parte da una cellula che ha appena duplicato il proprio patrimonio genetico durante la fase (quindi è una cellula 4n ovvero 46 cromosomi bicromatidici) e nel frattempo, la cellula si prepara dissolvendo temporaneamente l’involucro nucleare, portando ai poli opposti della cellula i due diplosomi per costruire il fuso mitotico, il quale, nell’anafase della meiosi I, allontanerà ai poli opposti del fuso i singoli cromosomi rimaneggiati dal punto di vista genomico. Nella metafase della prima divisione meiotica si avrà l’organizzazione, il superavvolgimento del DNA e la formazione delle strutture cromosomiche e si costituisce un fuso mitotico grazie a i centrioli che si spostano ai poli della cellula. I microtubuli si vanno ad attaccare al centromero che è formato dalle cinetocore. La profase I si divide in leptotene, zigotene, pachitene, diplotene e diacinesi. Si verifica l’accoppiamento dei cromosomi omologhi paterni e materni (i due cromosomi materni 1 si accoppiano ai due paterni 1, i due cromosomi 2 materni si accoppiano ai due cromosomi 2 paterni ecc…). questo permette il fenomeno del crossing over che avviene tra pachitene e diplotene. Durante il crossing abbiamo punti dove i cromosomi omologhi si appaiano (zone delle sinapsi) e delle aree dette chiasma, avvengono degli scambi tra porzioni identiche (cosi non si perde materiale genetico) di cromosomi paterni e materni per ottenere, alla fine della prima divisione meiotica, dei cromosomi che hanno subito un rimaneggiamento. La prima divisione meiotica si conclude con la telofase, la citodieresi e la formazione di due cellule che hanno già dimezzato il numero di cromosomi. Questa fase della meiosi viene anche chiamata “fase riduzionale” perché da una cellula con 46 cromosomi si ottengono due cellule con 23 cromosomi bicromatidici. La meiosi per concludersi ha bisogno di una seconda fase dove si riorganizzano i cromosomi e si organizza un altro fuso mitotico. Al momento dell’anafase II, ai poli opposti delle cellule figlie migreranno i singoli cromatidi. Dopodiché seguiranno la telofase e la citodieresi. Questo tipo di divisione è anche chiamata “divisione equazionale”, perché la numerosità degli elementi non cambia, cambia soltanto la qualità. Alla fine possiamo avere un cromosoma uguale a quello paterno, un cromosoma rimaneggiato, un cromosoma uguale a quello materno e un cromosoma rimaneggiato. In ogni cellula figlia migrerà uno solo tra questi quattro.

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3
Q

spermatogenesi

A

si parte da una cellula iniziale, chiamata spermatogonio, presente nella gonade maschile (chiamata testicolo o didimo). È una cellula che va incontro a numerose divisioni di tipo mitotico, ma durante i periodi fetale e postnatale sono quiescienti. Il suo patrimonio genetico è costituito da 44 autosomi e 2 sessuali (visto che siamo nel maschio uno è X e uno è Y). Con la nascita e negli anni post-natali, la proliferazione degli spermatogoni cessa e il loro numero rimane quindi costante, fino all’età prepuberale quando la proliferazione riprende. Nella vita adulta, infatti, gli spermatogoni di tipo A continuano a proliferare tramite mitosi per ottenere spermatogoni di tipo As, Ad e Ap. Alcuni spermatogoni diventano spermatogoni B, uguali geneticamente a quelli A, e si differenziano in cellule chiamate spermatociti I (spermatociti primari). Lo spermatocito I ha esattamente lo stesso patrimonio genetico dello spermatogonio ma è quella cellula che comincia la prima divisione meiotica trasformandosi in uno spermatocito II (spermatocita secondario). Quindi, la prima meiosi trasforma lo spermatocito I in spermatocito II, il quale è costituito da 23 cromosomi, di cui 22 autosomi e uno sessuale. In una cellula migrerà il cromosoma X mentre nell’altra migrerà il cromosoma Y. Lo spermatocito secondario va incontro alla seconda divisione meiotica trasformandosi in spermatidio. Lo spermatidio è una cellula voluminosa e tondeggiante che deve trasformarsi in uno spermatozoo.

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4
Q

spermiogenesi

A

Lo spermatidio e lo spermatozoo primario hanno lo stesso patrimonio genetico, cambia solo la forma. Durante il processo di spermiogenesi il nucleo si allunga e si situa nella testa dello spermatozoo che assume una forma lanceolata. Si ha poi la fase golgiana in cui il golgi produce molte vescicole che andranno a formare la vescicola acrosiamale, che si posizionerà sulla punta prendendo una conformazione a cappuccio. In seguito i mitocondri si “trasferiscono” nel collo e i centrioli formano una sorta di coda, un assonema costituito da 9 doppiette di microtubuli più 2 centrali. A questo punto il golgi e gran parte degli organuli vengono espulsi e digeriti dalle cellule del sertoli. Lo spermatozoo può ora allontanarsi e andare verso il lume del tubulo seminifero. Questo processo di allontanamento e distacco verso il lume si chiama spermiazione. Quindi si ottengono quattro spermatozoi e tutti e quattro possono essere potenzialmente fecondanti. La spermiogenesi nell’uomo non è un processo ben ordinato ma segue una sequenza a spirale all’interno dei tubuli seminiferi e dura 23 giorni. Tutti questi eventi avvengono nei tubuli seminiferi dei testicoli.

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5
Q

maturazione spermatozoi

A

Gli spermatozoi primitivi che originano dal tubulo seminifero sono ancora, dal punto di vista fecondativo, immaturi. Maturano, cioè acquistano una maggiore mobilità, transitando nelle vie seminali maschili

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6
Q

durata spermatogenesi

A

dura in tutto circa 73 giorni. Lo spermatocito di tipo B impiega circa 9 giorni a diventare spermatocita di primo ordine. Poi si duplica e diventa di secondo ordine. Per far avvenire la prima divisione meiotica, che trasforma gli spermatociti di primo ordine in spermatociti di secondo ordine, ci vogliono circa 23 giorni. Successivamente, 1 giorno per diventare spermatidi e infine più di 23 giorni per il passaggio da spermatidio a spermatozoo, in quanto tale cellula flagellata.

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7
Q

coda dello spermatozoo

A

Nel collo si trova l’apparato centriolare, il centriolo da cui emerge l’assonema. La lunga coda ha diversi spessori: la prima parte è piuttosto spessa, perché attorno all’assonema vanno a disporsi a spirale i mitocondri, poi diventa via via più sottile.

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8
Q

percorso degli spermatozoi

A

devono andare attraverso le strutture tubulari verso l’epididimo, per poi continuare lungo il condotto deferente. Il condotto deferente si porta dalla regione della borsa scrotale (che contiene testicolo ed epididimo) verso l’alto, entrando attraverso il canale inguinale nella zona della pelvi, per poi passare lateralmente alla vescica. Infine, si porta posteriormente alla vescica, dove intercetterà le vescichette seminali. Dopo di che, i due condotti (fino ad ora organi pari simmetrici) diventano un unico dotto, il dotto eiaculatore, che attraversa la prostata per arrivare nell’area dell’uretra maschile. La prima porzione uretrale maschile, dove sfocia appunto il dotto eiaculatore, viene chiamata anche uretra prostatica, perché è avvolta dalla ghiandola prostatica. Infine, l’ultimo tratto che percorre lo sperma (contenente gli spermatozoi), è in comune con l’apparato urinario: uretra bulbare, uretra peniena ed espulsione. Nel liquido seminale si trovano sostanze nutritive (poco sperma e tanto zucchero, fruttosio in particolare) perché servono per la mobilità. Nel percorso, oltre alla ghiandola prostatica e alle vescichette seminali, che servono per arricchire il liquido spermatico di sostanze nutritizie fondamentali per gli spermatozoi affinché rimangano vitali, ci sono anche delle ghiandole chiamate ghiandole bulbo-uretrali del Cowper, che hanno il loro dotto escretore al confine tra l’uretra prostatica e l’uretra bulbare. Le ghiandole bulbo-uretrali di Cowper secernono un liquido chiaro e vischioso, che non fa parte del secreto spermatico ma che viene prodotto prima dell’eiaculazione.

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9
Q

gonadi maschili

A

sono i testicoli (o didimi). Sono strutture ovalari pari e simmetriche raccolte all’interno di una sacca esterna, che si chiama borsa scrotale o scroto. Le gonadi maschili si trovano all’esterno perché per fare avvenire la spermatogenesi è necessaria una temperatura inferiore a quella intracorporea.

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10
Q

ovogenesi

A

si parte da un ovogonio, che ha 46 cromosomi (44 autosomi e due cromosomi sessuali X). L’ovogonio si trasforma in ovocito I prima della nascita. Gli oociti man mano che si formano vengono circondati da un connettivo formando uno strato di cellule follicolari appiattite. L’ovocita qua costituisce il follicolo primordiale. Quando l’ovocita accresce si viene a formare un follicolo primario circondato da uno strato di materiale glicoproteico acellulare amorfo detto zona pellucida. Le cellule follicolari secernono inibiscono la maturazione degli ovociti bloccando il processo meiotico. L’ovocita va incontro alla prima divisione meiotica originando due strutture: un ovocito II, cellula molto voluminosa, piena di depositi lipidici e glucidici (chiamati anche “deutoplasma”) e un globulo polare, che è molto piccolo, ma serve per consentire la prima divisione meiotica (per fare in modo che da un ovocita primario si ottengano due cellule nelle quali si suddivide la popolazione dei cromosomi). Dopodiché avviene la seconda divisione meiotica con la conseguente produzione della cellula uovo e di un altro globulo polare. Le strutture si diversificano per dimensioni: la cellula uovo (130-150 micron) sarà molto voluminosa; mentre il globulo polare sarà molto piccolo. Il primo globulo polare va incontro a sua volta alla seconda divisione meiotica e dà origine ad altri due globuli polari. Solo la cellula uovo sarà la struttura che potrà essere fecondata, mentre i globuli polari degenereranno velocemente e diventeranno le cellule abortite.

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11
Q

gonadi femminili

A

Le gonadi femminili sono le ovaie, organi pari e simmetrici e sono una porzione fondamentale dell’apparato riproduttore femminile, il quale, oltre ad essere costituito da questi elementi principali dove avviene la meiosi, è accompagnato da altri organi cavi che serviranno per consentire alla cellula uovo, costruita nell’ovaio, di essere raccolta dalle fimbrie (zona della tuba uterina, altro organo pari e simmetrico) ogni 28 giorni, per arrivare poi nella struttura uterina (organo impari), che è in continuità con la struttura vaginale. La vagina serve a consentire la deposizione degli spermatozoi durante l’atto sessuale e l’utero permette l’ingresso, il deposito e la risalita degli spermatozoi, i quali si infileranno poi nelle tube e andranno a fecondare la cellula uovo, la quale nel frattempo è stata raccolta dalle fimbrie e sta transitando all’interno della struttura delle tube. L’utero è formato da un corpo e una cervice. Il canale cervicale è il lume della cervice e presenta un orifizio interno che comunica con il corpo uterino e un orifizio esterno che comunica con la vagina. La cervice uterina deriva dall’endometrio le cui cellule epiteliali si trasformano in epitelio pluristratificato non corneificato creando il muso di tinca.

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12
Q

endometrio

A

è composto da uno strato compatto (connettivo), uno strato spongioso (connettivo) e uno strato basale. Lo strato basale è sottile e non viene eliminato con la mestruazione mentre gli altri due, detti anche strati funzionali, sì. L’endometrio avrà uno spessore massimo di 9 mm ottenuto al 21° giorno nella fase secretiva. È costituito da epitelio di rivestimento cilindrico semplice che in certi punti si specializza creando delle ghiandole tubulari semplici a fondo cieco, nelle prime fasi sono rettilinee poi diventano sempre più contorte. La zona è altamente vascolarizzata, i vasi entrano lateralmente dalla parete uterina, attraversano il miometrio arrivando alla membrana basale dell’endometrio, il circolo arterioso nello strato basale parte rettilineo poi i vasi iniziano a spiralizzarsi per aumentare l’apporto di sostanze nutritive in uno spessore molto ristretto, le vene invece dovendo solo allontanare le sostanze sono rettilinee. Nella parete uterina si distinguono tre aree endometriali: 1) Decidua basale: dove la componente endometriale si approccia alla porzione villosa della placenta; 2) Decidua capsulare: la regione endometriale che si rapporta al corion liscio; 3) Decidua parietale: tutto il resto della parete uterine che non è stata per il momento coinvolta nell’annidamento dell’embrione. La decidua verrà completamente staccata e sostituita dopo il parto.

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13
Q

ciclicità della donna

A

L’ovaio, durante la maturità femminile è pieno di follicoli, che pian piano vano incontro alla maturazione e, quindi, con il tempo, la donna li consuma. Una volta consumati la donna entra in menopausa e non è più fertile. All’inizio di ogni ciclo ci sono più follicoli primordiali che innescano il processo maturativo, ma normalmente solo uno arriva a completa maturazione. Dunque, viene ovulato un solo ovocito II. Gli altri vanno incontro a degenerazione e si chiamano follicoli atresici. Alla nascita abbiamo circa un milione di cellule germinali. Negli anni successivi, prima dell’età fertile, la donna perde ancora elementi cellulari e si ritrova al menarca (la prima mestruazione) con solo 400’000 unità circa. Queste verranno tenute nella regione corticale dell’ovaio. Nella durata della maturità sessuale, che dura più o meno 30-40 anni, solo 450 ovuleranno, tutti gli altri degenerano sotto forma di follicoli atresici. Normalmente il ciclo ovarico in una donna dura 28 giorni. Nei primi 14 giorni ci sarà la maturazione del follicolo e al quattordicesimo giorno l’ovulazione, cioè l’espulsione dell’ovocito II, il quale non ha ancora terminato la seconda divisione meiotica ma è una struttura quasi pronta ad essere fecondata. Dunque, la donna ha una ciclicità ed è feconda solo in particolari giorni della mensilità

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14
Q

ciclo ovarico

A

Dal giorno 1 (mestruazione) al giorno 14 del ciclo ovarico parliamo di fase follicolare, dove si hanno uno o più follicoli primordiali che cominciano a modificarsi d’aspetto. A partire invece dal 14esimo giorno fino al 28esimo avremo una fase luteinica, con la formazione del corpo luteo. Le prime fasi di modificazione del follicolo avvengo sotto stimolazione di due ormoni, ovvero FSH (ormone follicolo stimolante), che stimola lo sviluppo dei follicoli ovarici e della produzione di estrogeni, ed LH (ormone luteinizzante), che provoca l’ovulazione e stimola le cellule follicolari e il corpo luteo a produrre progesterone; FSH ed LH sono chiamati genericamente gonadotropine ipofisarie. Gli ormoni dell’ovaio ovvero estrogeni e progestinici vedono al giorno 12 un innalzamento dei livelli di estrogeni e un basso livello di progestinici per la mancanza di corpo luteo, successivamente al 14° i livelli di progesterone aumentano fino a un massimo raggiunto al 21° giorno, a quel punto può avvenire l’eventuale annidamento della blastocisti oppure il decremento dei livelli di progesterone. Man mano che il follicolo primario aumenta di dimensioni, il connettivo adiacente forma una capsula, detta teca del follicolo, che si differenzierà in teca esterna e teca interna. Quella interna è più a contatto con le cellule della granulosa ed è caratterizzata da una elevatissima vascolarizzazione. La teca esterna invece è un vero e proprio connettivo fibroso, che ha comunque cellule e della vascolarizzazione minore. una volta che il follicolo matura si sviluppano dei prolungamenti che si possono chiamare filopodi, che si allontanano dalla corona radiata e vanno a contatto con la membrana dell’ovocito, stabilendo in quel punto una giunzione di tipo gap, permettendo di sincronizzare tra di loro la cellula uovo e le cellule della granulosa. A questo punto il follicolo, che ha raggiunto i 2 cm di diametro, occupa quasi del tutto l’ovaio. l follicolo ha subito uno scatto di crescita per via di FSH e LH, provocando un rigonfiamento. Su questo compare una macchia avascolare, stigma. Prima dell’ovulazione, che è provocata da un brusco aumento di LH, l’oocita si stacca dalla parete del follicolo. Lo stigma quindi si romperà espellendo l’oocita con il liquido follicolare. Il 14esimo giorno verrà ovulato l’ovocita secondario. I L’ovocita secondario ha iniziato la seconda divisione meiotica, che terminerà solo se verrà fecondato. Ciò che rimarrà nell’ovaio (granulosa+teca) si organizzarà per formare una struttura ghiandolare endocrina chiamata corpo luteo, che ha una forma piuttosto ovalare e una distribuzione di cellule che assomiglia ad una ghiandola di tipo cordonale. L’ormone prodotto dal corpo luteo è il progesterone, fondamentale per la gravidanza. Se nella prima fase della costruzione del follicolo le cellule follicolari si erano impegnate alla produzione di estrogeni, nella seconda fase il corpo luteo produrrà appunto progesterone. Le cellule del corpo luteo sono molto acidofile, producono un secreto steroideo per cui hanno presenza di molti mitocondri e reticolo endoplasmatico liscio per la creazione degli ormoni. Il corpo luteo ha due destini: se non si ha nessuna fecondazione, il corpo luteo degenera dopo 14 giorni e si trasforma in corpo albicante, ovvero una struttura cicatriziale dal colore biancastro. Nel caso invece di fecondazione, il corpo luteo si mantiene diverse settimane, trasformandosi in corpo luteo gravidico, mantenendo la produzione di progesterone più a lungo

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15
Q

maturazione dei follicoli

A

si parte da un follicolo primordiale (35 micron) che ha intorno un monostrato di cellule appiattite. in seguito alcuni di questi matureranno a follicoli primario e il monostrato di cellule diventa cubico. in seguito abbiamo la maturazione a follicolo primario precoce in cui avremo cellule pluristratificate a formare le cellule della granulosa e la teca interna e l’ovocita sara sempre in posizione centrale con formazione della zona pellucida. in seguito si formerà il follicolo secondario con formazione della teca esterna e l’ovocita si sposterà lateralmente in quanto il follicolo si riempirà di liquor nell’antro. si formerà inoltre la corona radiata che rimarrà attacata alla parete del follicolo di Graaf (ultimo stadio) grazie al cumulo ooforo.

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16
Q

ciclo uterino

A

avviene la fase mestruale in cui lo strato funzionale della parete uterina viene eliminata con la mestruazione e l’endometrio rimane sottile. Poi vi è una fase proliferativa in cui l’endometrio aumenta di spessore e si riforma l’epitelio superficiale e vi è la presenza di cellule a produzione esocrina per il latte uterino, liquido bianco contenente sostanze nutritive. Poi c’è la fase secretiva(da 15° a 27° giorno) che dura 13 giorni e in cui c’è formazione, funzionamento e crescita del corpo luteo. durante questa fase ci sarà la massima secrezione di muco che aiuta la penetrazione. L’endometrio si ispessisce e le arterie spirali crescono nello strato superficiale. Le ghiandole tubulari semplice si trasformano in ghiandole sempre più complesse, favorendo l’annidamento della blastocisti. Se l’oocita non viene fecondato si ha la fase ischemica in cui le arterie spirali si costringono, si ha una carenza ormonale e un assottigliamento dell’endometrio. Le arterie restano contratte più a lungo causando una stasi venosa e la necrosi ischemica degli strati superficiali. La parete dei vasi danneggiati si rompe e il sangue si diffonde nel connettivo formando accumuli di sangue che si aprono sulla superficie endometriale portando al sanguinamento della cavità uterina attraverso la vagina

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17
Q

perchè le vene non si spiralizzano nell’endometrio e le arterie sì?

A

perchè le vene non portano nutrimento, mentre le arterie devono occupare più spazio possibile e inoltre essendo spiralizzate è più facile comprimerle durante la fase ischemica.

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18
Q

cellule del sertoli

A

si trovano all’interno dello spessore del tubulo seminifero ci saranno le cellule di Sertoli, che e servono da sostegno per le cellule della linea germinale e si vedono bene al microscopio elettronico. Le cellule di Sertoli presentano un nucleo chiaro e vescicoloso con evidente nucleolo e un citoplasma ricco di organuli ma senza una predominanza di un tipo di organulo sull’altro. La cellula del Sertoli occupa l’intero spessore del tubulo seminifero, ha una forma molto allungata con i bordi laterali che possiedono tante introflessioni che ospitano le cellule della linea germinale. Le cellule del Sertoli si collegano tra di loro grazie a giunzioni occludenti che sigillano e dividono lo spazio del tubulo seminifero che si dedica solo alla mitosi dallo spazio che si dedica solo alla meiosi. Questa area si chiama area della barriera ematotesticolare. Nell’area apicale, rivolta verso il lume del tubulo, la cellula del Sertoli possiede tante teste dei futuri spermatozoi che poi vengono rilasciati sotto forma di piccole strutture flagellate. Le cellule del Sertoli sono a diretto contatto con le cellule germinali perché è la cellula del Sertoli che grazie a stimoli fa differenziare le cellule della linea germinale in stadi successivi. Questo diretto contatto con le cellule germinali avviene perché la cellula del Sertoli sulla propria membrana possiede i recettori per l’ormone FSH che stimola queste cellule a produrre una sostanza chiamata ABP (androgen binding protrein) che è una proteina che lega l’androgeno. La cellula di Sertoli inoltre produce un altro ormone che prende il nome di inibina, ormone a feedback negativo che fa diminuire o cessare la produzione di FSH e LH. Esso viene prodotto e migra nel circolo sanguineo fino all’ipofisi. L’epitelio seminifero con cellule di Sertoli inoltre sono a circondati da altri tessuti con i quali sono in rapporto. Questi tessuti sono il territorio sottostante che avvolge il tubulo seminifero che presenta cellule allungate alcune delle quali sono cellule mioepiteliali e la regione di connettivo al di sotto ad esso caratterizzata da molto vasi sanguinei e da cellule di Leydig. Sintetizzano anche l’ormone anti-mulleriano

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19
Q

ABP

A

Questa proteina è una sostanza intracellulare che rimane nella cellula del Sertoli e serve come recettore citoplasmatico per catturare il testosterone prodotto dalle cellule di Leydig, che passa attraverso la membrana plasmatica delle cellule di Sertoli essendo di produzione steroidea e poi si lega all’ABP e questo legame serve come impulso alle cellule germinali per maturare sequenzialmente.

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20
Q

barriera emato-testicolare

A

La funzione della barriera emato-testicolare impedisce il passaggio di molecole del compartimento basale (caratterizzato da cellule ad attività mitotica) a quello ad-luminale (rivolto verso il lume). Se queste giunzioni occludenti che costituiscono la barriera emato-testicolare non dovessero funzionare in maniera adeguata ci potrebbe essere un reflusso delle proteine prodotte dalle cellule della spermatogenesi verso la parte vascolare, questo richiamerebbe cellule immunitarie (es. macrofagi) che andrebbero a distruggere queste cellule del compartimento adluminale-che stanno facendo meiosi. Questo porterebbe ad una distruzione delle cellule della linea germinale e il maschio sarebbe sterile.

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21
Q

cellule di leydig

A

caratterizzate da nucleo chiaro e vescicoloso con evidente nucleolo e citoplasmi molto acidofili per la presenza di mitocondri e REL, poiché la cellula di Leydig deve rielaborare il colesterolo degli ormoni di natura lipidica. Per questo possiede mitocondri a creste tubulari tipici delle ghiandole endocrine a produzione steroidea e REL. Osservando l’ultrastruttura di queste cellule di Leydig si vede che sono caratterizzate da particolari cristalli che vengono chiamati cristalli di Reinke che sono proteine citoplasmatiche cristallizzate all’interno. l’LH stimola le cellule di Leydig che produrranno testosterone.

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22
Q

formazione del testosterone

A

L’ormone LH attiva la cellula di Leydig infatti e sulla membrana della cellula ci sono dei recettori (T) per questo ormone. Quando esso si lega al recettore si attivano una serie di fenomeni intracitoplasmatici che vedono: l’attivazione dell’adenilato ciclasi che consumando energia forma l’AMP ciclico (cAMP); cAMP a sua volta attiva degli enzimi citoplasmatici in particolare delle proteine chinasi che attivano in seguito la colesterolo esterasi. L’enzima colesterolo esterasi riesce a prendere il colesterolo esterificato presente nelle gocce lipidiche all’interno della cellula di Leydig e trasformarlo in colesterolo libero. Se non basta il colesterolo delle gocce lipidiche, la cellula di Leydig raccoglie colesterolo anche dal plasma sanguineo. Il colesterolo libero è la prima molecola che serve per costruire testosterone. Il colesterolo libero una volta entrato nei mitocondri che si trasforma in prenienolone e poi transitando nel REL diventa testosterone. Il testosterone esce attraverso la membrana plasmatica e una volta fuori dalla cellula di Leydig può percorrere due tragitti: entra nelle cellule di Sertoli viene catturato dall’ABP e stimola la maturazione delle cellule germinali, oppure entra nei vasi sanguigni (legandosi ad albumina e α e β globulina) a determinare i caratteri secondari del maschio.

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23
Q

Fecondazione

A

La fecondazione è il processo nel quali i gameti maschile e femminile si fondono e solitamente avviene nell’ampolla della tuba uterina. Lo spermatozoo capacitato viene guidato verso l’oocita grazie a segnali chimici prodotti da quest’ultimo (chemotassi) e a un gradiente termico (termotassi). La fecondazione dura circa 24h. Avviene la reazione acrosomiale che consente la fecondazione. L’acrosoma si fa strada nella corona radiata, zona pellucida, spazio perivitellino e membrana nucleare (in questo ordine). Nell’uomo entra solo la testa dentro. Nella zona pellucida c’è il riconoscimento dello spermatozoo grazie alle glicoproteine, questo succede per il primo spermatozoo. Per evitare la polispermia avviene reazione corticale. Quindi le membrane plasmatiche dell’oocita e dello spermatozoo si fondono e si completa la seconda divisione meiotica dell’oocita e il nucleo dell’oocita maturo diventa il pronucleo femminile. Nel citoplasma dell’oocita il nucleo dello spermatozoo si ingrandisce e forma il pronucleo maschile. Questi pronuclei si fondono e l’ootide diventa zigote.

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24
Q

tipologie di ciclo mestruale

A

eumenorrea è un ciclo mestruale normale per quantità, durata (3-5 giorni), polimenorrea con intervalli minori o uguali a 21 giorni, oligomenorrea per cicli uguali o superiori a 35 giorni, amenorrea con intervallo che supera i 180 giorni.

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25
Q

capacitazione

A

avviene nelle cripte uterine e dura circa 7h. In questo lasso di tempo si eliminano le glicoproteine superficiali dello spermatozoo che possono essere rilevate dal sistema immunitario della donna e vengono anche eliminate le proteine del plasma seminale sempre per ragioni immunologiche, grazie a ciò il sistema immunitario non riconosce le cellule come non-self

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26
Q

reazione acrosomiale

A

lo spermatozoo si lega alla membrana pellucida e ha luogo la reazione acrosomiale :
– fusione membrana acrosomiale esterna con membrana cellulare
– rilascio degli enzimi che mangiano le glicoproteine presenti nella membrana pellucida e apertura di un varco nella membrana pellucida

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27
Q

reazione corticale

A

Pochi minuti dopo l’ attivazione dell’oocita si verifica lareazione corticale (esocitosi granuli corticali). ciò comporta la successiva modificazione della membrana
pellucida (Reazione Zonale)

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28
Q

reazione zonale

A

una volta liberati i granuli corticali nel spazio perivitellino, questi degranulano liberando i loro enzimi lisosmiali che andranno a modificale le proteine ZP3 della zona pellucida togliendo loro i recettori per gli spermatozoi.

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29
Q

segmentazione

A

processo che avviene dopo la formazione dello zigote. a 24ore dalla fecondazione lo zigote si sarà diviso mitoticamente e avremo due cellule totipotenti dette blastomeri. al giorno due avremo 4-8 blastomeri. al terzo giorno avremo la morula formata da 16 cellule che andrà incontro a compattazione. è importante ricordare che durante queste divisioni le cellule aumenteranno solo di numero e non di volume in quanto intorno avranno la zona pellucida.

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30
Q

compattazione

A

avviene al terzo giorno.
le cellule più esterne della morula formeranno tra loro giunzioni occludenti e desmosomi e formeranno quello che sarà il futuro trofoblasto.
le cellule più interne formeranno giunzioni gap e formeranno quello che sarà il futuro embrioblasto o nodo embrionale.

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31
Q

blastocisti

A

al 4 giorno avremo 32 cellule e da morula si passa a blastocisti e vedremo la formazione di una cavità che prende il nome di blastocele. nella blastocisti riconosceremo il trofoblasto e il nodo embrionale

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32
Q

schiusa della blastocisti

A

avviene al 5 giorno. il trofoblasto distruggerà la zona pellucida e la blastocisti inizierà ad aumentare di volume e sarà pronta per impiantarsi nell’endometrio

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33
Q

impianto

A

al 6 giorno inizierà l’annidamento che deve avvenire nelle pareti uterine ad una ragionevole distanza dal orifizio uterino e dalla tuba di falloppio o nel fondo dell’utero. dunque il trofoblasto inizia a erodere lo strato funzionale dell’endometrio che ha raggiunto il suo massimo spessore di 9mm. è importante che l’impianto avvenga il 6th giorno perchè le sostanze nutritive nel deutoplasma sono terminate. l’‘annidamento avverrà dopo 6-7 giorni dall’inizio dell’annidamento. quando avviene l’annidamento il trofoblasto si differenzierà in sinciziotrofoblasto caratterizzato da cellule plurinucleate con prolungamenti che permettono la penetrazione nell’endometrio.

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34
Q

dove non deve avvenire l’annidamento

A

nell’istmo, in posizione basale (placenta previa), nelle tube, nelle anse intestinali, nel cavo del douglas.

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35
Q

disco embrionale

A

all’8 giorno il trofoblasto si sarà differenziato in sinciziotrofoblasto e citotrofoblasto. le cellule del nodo embrionale formeranno una struttura di disco bilaminare dove le cellule superiori formano l’epiblasto e daranno origine all’ectoderma e al mesoderma, mentre le cellule in basso formeranno l’ipoblasto che darà origine all’endoderma. dall’endoderma le cellule proliferano e danno origine alla membrana di heuser che andrà a formare il sacco vitellino. anche le cellule dell’ectoderma iniziano a proliferare formando degli amnioblasti che daranno origine alla cavità amniotica.

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36
Q

prima circolazione

A

al 12th giorno la blastocisti si sarà annidata e si sarà formato un tappo di fibrina. nel sinciziotrofoblasto si formeranno dell lacune sanguigne che metteranno in comunicazione in capillari materni con quelli dell’embrione. non abbiamo la presenza di vasi!! inoltre si formeranno nel mesoderma extraembrionale degli isolotti del wolff composti da angioblasti che si differenzieranno alcuni in cellule endoteliali altri in eritrociti. questi si attiveranno al 17th giorno

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37
Q

mesoderma extraembrionale

A

si formerà il 12th giorno grazie alla proliferazione dell’epiblasto

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38
Q

gastrulazione

A

al 12th giorno avremo la formazione della linea primitiva che è un ispessimo dovuto ad una proliferazione dell’ectoderma verso l’asse centrale dell’embrione. poco dopo all’estremità anteriore della linea primitivà si formerà un ulteriore ispessimento detto nodo di Hensen.
al 15th giorno avverrà la gastrulazione con la formazione dei 3 foglietti. l’ipoblasto diventerà endoderma, l’epiblasto ectoderma e tra i due foglietti si formerà il mesoderma che andrà ad occupare tutti gli spazzi tranne la membrana buccofaringea e la membrana cloacale.

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39
Q

notocorda

A

al 16th giorno si forma un’invaginazione dell’ectoderma a livello del nodo di hensen formano il canale cordale che inizierà a proliferare verso la zona cefalica.
in seguito il processo notocordale si fondera con l’endoderma sottostante formando ul canale neuroenterico che metterà in comunicazione il sacco vitellino con quello amniotico (poi si chiude). il processo notocordale si fermerà formano la placca cordale. le cellule di questa placca inizieranno a proliferare ripiegandosi su sè stesse e si chiudono formano un tubo pieno: la notocorda (18th giorno).

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40
Q

mesoderma parassiale

A

deriva dalla proliferazione delle cellule dell’asse centrale che formeranno due ispessimenti paralleli ai lati dell notocorda.

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41
Q

mesoderma laterale

A

dalla zona caudale della linea primitiva si formerà un ulteriore invaginazione e le cellule prolifereranno verso i lati del disco embrionale formano il mesoderma laterale

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42
Q

mesoderma intermedio

A

nascerà dalla proliferazione della parte intermedia della linea primitiva e collegherà il mesoderma parassiale a quello laterale.

43
Q

neurulazione

A

al 18th giorno in posizione cefalica avremo un ispessimento dell’ectoderma (dovuto alla notocorda) che prenderà il nome di placca neurale. le cellule di questa placca formano dei solchi dette pieghe neurali. la regione centrale della placca si invaginerà e formerà la doccia neurale la quale al 21th giorno si chiuderà a formare un tubo detto tubo neurale. sopra il tubo neurale vi saranno dei residui di ectoderma che si sposteranno ai lati del tubo neurale formare le cosiddette creste neurali. La struttura a tubo si dilata nella regione encefalica, dove forma il neuroporo anteriore (o craniale) e nella regione caudale, dove forma il neuroporo posteriore (o caudale). Questi due pori, però, devono
successivamente chiudersi: in particolare il neuroporo anteriore si chiude tra il 24° e il 25°giorno, mentre il neuroporo posteriore si
chiude intorno al 28°giorno. La mancata chiusura totale del tubo neurale causa dei difetti, come:
 Anencefalia: in caso di mancata chiusura del neuroporo anteriore non si forma né l’encefalo né la struttura cranica in sé
 Spina bifida: in caso di mancata chiusura del neuroporo posteriore può causare la formazione della spina bifida, ossia questa
protrusione a livello lombosacrale, che può essere ulcerata o non ulcerata. A volte può
avvenire che il bambino presenti un ciuffetto di peli in questa regione. In questo caso, si
definisce spina bifida occulta; significa che non si è completamente chiuso il neuroporo.

44
Q

ripiegamenti

A

avvengono durante la 4th settimana e sono dovuti al fatto che l’ectoderma sta crescendo (in particolare si sta sviluppando il sistema nervoso) e il sacco amniotico si sta espandendo molto più velocemente del sacco vitellino.
pieghe longitudinali: avvengono in posizione craniale e caudale. a livello craniale vediamo che la parte più anteriore è il setto trasverso seguito dall’abbozzo del cuore e alla membrana faringea. dopo il ripiegamento vi sarà una rotazione di 180° mettendo nell’ordine corretto gli abbozzi. lo stesso accadrà in posizione caudale infatti la parte più posteriore è l’estremità del tubo neurale preceduta dalla linea primitiva e la membrana cloacale. dopo il ripiegamento vi sarà una rotazione di 180° mettendo nell’ordine corretto gli abbozzi anche qui (26th giorno).
pieghe laterali: il sacco amniotico cresce anche trasversalmente e questo lo farà scendere lungo i fianchi dell’embrione e questo farà ripiegare in strutture cilindriche i 3 foglietti. in regione cefalica e caudale avremo un ripiegamento completo con fusione delle pareti dell sacco amniotico creando l’intestino primitivo, mentre nella parte centrale rimarrà attaccato all’embrione il sacco vitellino formando la vescicola ombelicale (ernia fisiologica). i ripiegamenti porteranno la formazione di due depressioni: a livello cefalico lo stomodeo e a livello caudale il proctodeo.

45
Q

sviluppo del mesoderma parassiale.

A

al 20th giorno il mesoderma parassiale iniziera ad organizzarsi in somitomeri, ovvero raggruppamenti cellulari dei quali alcuni si andranno a frammentare in somiti (pluripotenti). avremo la formazione di 49 somitomeri e solo 7 non si differenzieranno in somiti. avremo la formazione di 3-4 coppie di somiti al giorno fino ad arrivare a 42-44 coppie di somiti (8 degenereranno).

46
Q

somiti

A

i somiti sono blocchi di cellule pluripotenti che possono essere divisi in tre aree cellulari:
-sclerotomo che andrà a formare le vertebre
-miotomo che si differenzierà in epimero e ipomero. il primo formerà i muscoli estensori della colonna il secondo organizzerà i muscoli del tronco.
-dermatomo che formerà parti del derma

47
Q

sviluppo del mesoderma laterale

A

esso si andrà a dividere in somatopleura, che rimarrà a contatto con l’ectoderma e quindi ricoprirà l’amnios, e in splancnopleura che rimarrà a contatto con l’endoderma e quindi ricoprirà il sacco vitellino. questi daranno origine alle membrane sierose: la somato pleura forma lo strato parietale lo splacnopleura allo strato viscerale.

48
Q

sviluppo mesoderma intermedio

A

si dividerà in strutture dell’apparato genitale e urinario (pronefro, mesonefro, metanefro)

49
Q

placenta

A

componente fetale: al 12th giorno avremo la formazione dei villi primari che dal citotrofoblasto penetreranno nel sinciziotrofoblasto.
al 15th giorno il mesoderma extraembrionale penetrare nei villi primari che crescono in direzione della decidua e diventano villi secondari.
al 18th giorno le cellule nel core del villo si differenziano in vasi sanguigni e cellule del sangue dando origine a dei capillari e diventano villi terziari. inizialmente i villi ricoprono tutto il corion ma poi al terzo mese saranno solo nella zona in cui si era appoggiato inizialmente la blastocisti (corion villoso), il resto sarà corion liscio.
la placenta dal 4th mese avrà una componente materna che è rappresentata dalla decidua basale (porzione di endometrio su cui poggia il corion villoso). la decidua basale formerà i cotiledoni che sono lobature (circa 20), che rappresentano un’area di scambio con la madre.
secondamento: al parto la placenta viene espulsa e si stacca completamente dall’endometrio.

50
Q

sviluppo della faccia

A

sulle pareti dello stomodeo in 4th settima s formeranno 5 processi facciali: processo frontale, 2 processi mandibolari, 2 processi mascellari. sempre in 4th settimana si formeranno 2 placodi olfattivi (ispessimenti ectodermici) che danno origine ai processi nasali.
i 2 processi mandibolari si fondono formano mento e abbozzo labbro inferiore.
i 2 processi nasali fondendosi formano il massiccio mediano della faccia la cui parte superiore è la base del setto basale la parte inferiore è il processo intermascellare. quest’ultimo si divide in filtro del labbro superiore, denti incisivi e palato primitivo.
i 2 processi mascellari si fondono con il processo intermascellare formando arco della mascella e labbro superiore.
i bordi superiori dei processi mascellari fondendosi con i setti nasali formano i massicci laterali (guance).

51
Q

formazione del palato

A

il palato primitivo deriva dal processo intermascellare. questo si fonderà presso la linea di Rafè con i processi palatini (si formano ai lati della bocca primitiva) e con il setto nasale formano il palato secondario. il palato primitivo e la parte anteriore di quello secondario formano il palato duro (ossificazione membranosa), mentre il resto del palato secondario forma palato molle e ugola.

52
Q

cavità nasali

A

i placodi olfatti formeranno ai lati 2 protuberanze: i processi nasali. questi si invaginano e formano i sacchi nasali che formeranno un unica cavità in comunicazione con quella orale. in seguito si formerà il setto nasale che scende verso il basso fondendosi con palato primitivo e secondario formando 2 cavità.

53
Q

apparato branchiale

A

è un insieme di organi della testa e del collo. l’endoderma si invagina formando le tasche (interno) e anche l’ectoderma si invagina formano i solchi (fuori). tra le tasche e i solchi si formeranno gli archi branchiali, ciascuno caratterizzato da cartilagine, elemento muscolare, arteria e nervo. si formeranno 6 archi branchiali ma il V regredisce.

54
Q

primo arco branchiale

A

tessuto connettivo: incudine, martello osso mascellare, osso mandibolare, osso zigomatico, cartilagine di Meckel
muscoli: muscoli masticatori (ptericoidei, massetere, temporale)
arterie: mascellare
nervo: trigemino (V) (costituito da tre settori: uno oftalmico (regione oculare), uno mascellare e uno mandibolare)

55
Q

secondo arco branchiale

A

tessuto connettivo: staffa, processo stiloideo, piccole corna dello ioide, cartilagine reichert
muscoli: mimici
arterie: ioidea e stapediale
nervo: faciale (VII)

56
Q

terzo arco branchiale

A

tessuto connettivo: grande corno osso ioide
muscoli: stilofaringei
arterie: carotide comune
nervo: IX

57
Q

quarto arco branchiale

A

tessuto connettivo: cartilagine tiroidea
muscoli: muscoli faringei
arterie: arco aortico…
nervo: vago (X)

58
Q

sesto arco branchiale

A

tessuto connettivo: cartilagine cricoidea
muscoli: muscoli laringei
arterie: dotto arterioso…
nervo: vago (X)

59
Q

primo solco

A

meato e condotto uditivo esterno

60
Q

secondo solco

A

seno cervicale

61
Q

prima tasca

A

tromba eustachio e cavità timpanica

62
Q

seconda tasca

A

tonsilla palatina

63
Q

terza tasca

A

timo e paratiroidi inferiori

64
Q

quarta tasca

A

paratiroidi superiori

65
Q

quinta tasca

A

corpo ultimo branchiale

66
Q

tiroide (embriologia)

A

alla fine della quarta settimana si forma il foramen cecum (a livello della “V” linguale), tra il primo e il secondo arco branchiale. da questo foro cieco alcune cellule epiteliali inizano a proliferare e a scendere lungo il collo formando il dotto tireoglosso. l’abbozzo tiroideo pian piano si posiziona nella sua posizione definita e assume la forma bilobata. al 3rd mese inizierà già a produrre ormoni. il dotto tireoglosso si frammenta e si oblitera, ma qualora non si chiudesse può determinare la formazione della cisti tireoglossa.

67
Q

lingua

A

la lingua deriva da 5 abbozzi: tubercolo impari e 2 tubercoli laterali, copula, eminenza ipobranchiale.
il tubercolo impari e i tubercoli laterali si espandono velocemente e formano il corpo della lingua e la loro fusione forma il solco mediano.
la copula e la maggior parte dell’eminenza ipobranchiale formano la radice della lingua
la rimanente parte dell’eminenza forma l’abbozzo dell’epiglottide.
la lingua sara innervata dai nervi presenti negli archi faringei (V, VII. IX e X).
sono inoltre presenti le papille linguali (circumvallate, filiformi e fungiformi)
Sulla porzione del vertice di questa V immaginaria, troviamo il
foro cieco. E’ da questa zona che si sviluppa la proliferazione delle cellule tiroidee

68
Q

periodi di sviluppo bronchiale

A

periodo pseudo-ghiandolare (2-4 mesi di vita): i bronchi terziari vanno incontro a ramificazioni fino a formare i bronchioli terminali.
periodo canalicolare (4-7 mesi di vita): ogni bronchiolo terminale si divide in due o più bronchioli respiratori. questi sono formati da cellule squamose, dette pneumociti di tipo I, tra cui sono disperse quelle secretore, dette pneumociti di tipo II.
periodo sacculare (7-9 mesi di vita): ogni bronchiolo respiratorio si divide in 3 o più alveoli primitivi.
periodo alveolare (nascita-8 anni): maturano i polmoni e gli alveoli primitivi si differenziano in alveoli maturi

69
Q

surfattante

A

uno scambio efficiente di gas tra gli alveoli è possibile sono sei la parete tra aria e sangue è sottile, e se gli alveoli si possono espandere facilmente. gli pneumociti di tipo II vanno a secernere surfattante che è una miscela di fosfolipidi e proteine surfattanti. esso riduce la tensione superficiale del liquido che bagna gli alveoli facilitandone l’espansione (tensioattivo).

70
Q

colonna vertebrale (embriologia)

A

le vertebre derivano dallo sclerotomo. questi si staccheranno dai somiti e andranno a circondare notocorda e tubo neurale. ogni sclerotomo ha una porzione superiore con cellule meno dense e una inferiore molto più densa. queste due parti si staccheranno per creare i punti di uscita dei nervi del midollo spinale. la vertebra si formerà dalla fusione della parte inferiore (2/3) di un somita e la parte superiore (1/3) di quello subito sotto. la notocorda indurrà la differenziazione dello sclerotomo a corpo vertebrale e poi degenerà. i residui della notocorda formeranno il nucleo polposo attorno al quale si forma l’anulus fibroso. il tubo neurale indurrà la formazione dall’arco vertebrale e dei processi costali.
Le vertebre sono quasi tutte uguali nell’embrione. Crescendo, però, le vertebre cambiano strutturalmente (con una base sempre uguale); difatti nell’embrione mancano sia le cifosi
che le lordosi; la colonna embrionale è solo un arco che ospita il midollo. Con il tempo, principalmente camminando, la colonna assume una forma definitiva.
La colonna aumenta di dimensioni, ma il midollo non cresce più (arriva a livello della L1); a livello dello speco vertebrale si forma la cauda equina, costituita da tanti rami di nervi spinali (ma non è più midollo).

71
Q

encefalizzazione

A

Durante la 5° settimana, successivamente alla neurulazione, si ha il processo di encefalizzazione, ossia la differenziazione del tubo nelle varie parti che costituiranno il definitivo encefalo. il tubo neurale, infatti, a livello encefalico è maggiormente dilatato perché si amplia in tre regioni, definite vescicole primarie:
1. Encefalo anteriore o prosencefalo
2. Encefalo medio o mesencefalo
3. Encefalo posteriore o rombencefalo
Nella parte finale, il tubo neurale continua in forma tubulare formando il midollo spinale.

il canale neurale è cavo, verrà in seguito riempito di liquido cefalorachidiano, prodotto dalle aree dei plessi coroidei. Le cellule più interne del tubo sono
gli ependimociti.
In seguito, le vescicole aumentano di numero, divenendo da 3 a 5. Le 5 vescicole vengono
definite vescicole secondarie, ci troviamo intorno al 36°giorno.
 Il prosencefalo si divide in: TELENCEFALO e DIENCEFALO. In particolare il telencefalo forma gli emisferi cerebrali, mentre il diencefalo forma la struttura del talamo
 Il mesencefalo continua a costituire il MESENCEFALO
 Il rombencefalo si divide in: METENCEFALO e MIELENCEFALO. Il metencefalo forma
anteriormente il ponte, e posteriormente il cervelletto. Il mielencefalo forma il midollo
allungato.
Il tutto prosegue con il midollo spinale.

 La prima cavità si fonderà e formerà i ventricoli laterali
 La seconda cavità forma il terzo ventricolo
 La quarta cavità forma l’acquedotto di Silvio
 La quinta cavità forma la parte superiore del 4°ventricolo
 La sesta cavità forma la parte inferiore del 4°ventricolo
 Si continuerà con il sottile canale ependimale, al centro del midollo
Intorno al 50°giorno le dimensioni sono aumentate; le vescicole encefaliche sono voluminose. Il telencefalo è un’area
importante perché compare una depressione, il calice ottico, che diverrà un’importante regione per la costituzione dell’occhio. Anteriormente si strutturerà una porzione di telencefalo, il rinencefalo, il futuro lobo olfattivo. Nella porzione diencefalica sporge un diverticolo che diventerà
ghiandola pineale, e anteriormente il peduncolo della ghiandola ipofisaria, in particolare quello che diventerà la
neuroipofisi. L’adenoipofisi deriva dall’ectoderma di rivestimento, in particolare dallo stomodeo.

72
Q

STRUTTURAZIONE DEL SNP

A

Emergono dalla struttura anche i nervi periferici.
Intorno al 50°giorno abbiamo l’abbozzo dei primi nervi
spinali, detti in tal modo perché fuoriescono dai fori
che si costituiscono nell’astuccio osseo della colonna.
Si formano anche i nervi cranici, che fuoriescono dai
fori della base del cranio.
Questo sistema nervoso centrale al 3°mese presenta gli emisferi che hanno già inglobato grandi settori.
Il midollo spinale presenta le due intumescenze, la cervicale e la lombosacrale; dove l’area è più dilatata: qui l’area è
maggiormente dilatata perché c’è un maggiore quantitativo di tessuto nervoso. Da queste due aree, infatti, emergono i nervi
spinali che regoleranno il funzionamento degli arti superiori e inferiori. I solchi che suddividono i vari lobi compaiono intorno alla 28°settimana.
Le circonvoluzioni appaiono solo a fine gravidanza.
La lissencefalia è una patologia causata dalla mancata presenza di circonvoluzioni.

73
Q

formazione delle ossa

A

Alcuni arti sono abbozzi cartilaginei che si ossificheranno tramite ossificazione endocondrale. Attorno ci sarà un’innervazione: del plesso brachiale per gli arti superiori, del plesso sacrale per gli arti inferiori.
Le strutture cartilaginee hanno sia nell’arto inferiore che superiore la stessa organizzazione: si ha una regione prossimale con l’osso (stilopodio), la regione intermedia con due (zeugopodio), e la regione terminale con molte ossa (autopodio).
CALCIFICAZIONE DELLE OSSA – la prima calcificazione è a livello femorale e omerale in una modalità endocondrale. Già intorno alla decima settimana vi sono molte ossa calcificate, ad
eccezione del cranio.

74
Q

SVILUPPO DELLA TESTA E DEL COLLO

A

Il cranio si divide in:
* Neurocranio: costituirà il guscio dell’encefalo
* Splancnocranio: non prevede strutture nervose, è una struttura di supporto dei visceri, in particolare quelli della porzione anteriore dell’intestino primitivo (cavità buccale,
faringe etc.)

Dalla porzione anteriore dello splancnocranio, infatti, si originano le prime regioni dell’apparato digerente.
Dallo splancnocranio deriva anche il primo tratto dell’apparato respiratorio; Tutta l’area dello splancnocranio deriva da una formazione che nell’embrione viene definito arco faringeo o viscerale. Questo termine deriva dalla sua struttura a ferro di cavallo.

75
Q

apparato digerente

A

L’apparato digerente è una struttura tubulare, presenta sia organi perfettamente tubulari cavi sia organi con forma variabile, come lo stomaco. Le funzioni dell’apparato digerente sono:
* chimica: grazie alle ghiandole annesse
* meccaniche: grazie alla muscolatura che consente il processo di masticazionev(trituramento del cibo)
* di assorbimento: grazie alle cellule
L’apparato digerente è costituito da due regioni: una regione sopradiaframmatica e una regione addominale, estremamente ampia, dove vi sono la maggior parte delle strutture che dovranno avvolgersi su sé stesse, come ad esempio avviene nell’anse intestinali. Pertanto, l’apparato digerente inizia nella cavità orale e termina in corrispondenza dell’orifizio anale.

76
Q

apparato respiratorio

A

vi sono le narici e le cavità nasali (o coane) che sono pari e simmetriche e convogliano in un’unica cavità, la rinofaringe (la porzione alta della faringe), una cavità tubulare che vede sia il passaggio di aria che del bolo alimentare. L’aria entra in laringe, passa nella trachea, nei bronchi e infine nei polmoni. Quando dalla faringe l’aria passa in laringe, è necessario che essa sia aperta. L’apertura della laringe è definita glottide. Sopra la glottide, si forma l’epiglottide, una struttura cartilaginea che regola l’apertura e chiusura della glottide. Chiude la glottide quando passa il bolo, apre la glottide quando deve passare aria.
L’apparato respiratorio consente di inspirare aria ricca di O2 ed espirare aria carica di CO2.
Il sistema respiratorio è costituito da tubi cavi che devono rimanere pervi, con l’obiettivo di filtrare, umidificare e riscaldare l’aria.
Il sistema respiratorio si può dividere in due regioni, con due funzioni differenti:
* albero respiratorio: convoglia aria e non scambia gas
* alveolo polmonare: dove avviene lo scambio di gas

77
Q

archi aortici

A

la situazione vascolare dell’area testa-collo varia fino ad una situazione finale, in cui abbiamo essenzialmente le carotidi, che portano sangue verso il collo, e le succlavie, che portano sangue verso gli arti superiori. Tutte queste strutture derivano dall’arco aortico, grosso vaso arterioso originato dal ventricolo sinistro.
DESTINO ARCHI AORTICI:
* Primo e secondo arco regrediscono
* Il 3°arco forma il sistema carotideo (carotide interna ed esterna)
* Il 4°arco dà vita all’arco aortico a sinistra, e alla succlavia a sinistra
* Il 6°arco costituisce l’arteria polmonare e il dotto arterioso, che prende continuità con l’aorta

78
Q

FORMAZIONE DELL’IPOFISI

A

L’ipofisi si trova nella sella turcica dell’osso sfenoide. E’ divisa in due: la neuroipofisi, che si origina dal neuroectoderma per gemmazione di un peduncolo anche andrà a formare questa zona; e l’adenoipofisi, che si origina dal tetto dello stomodeo.
Nello stomodeo, dove si sta formando la cavità buccale, nell’area del palato, vi è un’apertura, la tasca di Rathke; essa è un’invaginazione del tetto dello stomodeo di derivazione ectodermica, che gemmando verso l’alto, incontrerà la neuroipofisi. La tasca di Rathke prolifera per incontrare l’infundibolo diencefalico; le due strutture si incontrano
(una di derivazione del tetto dello stomodeo e uno dal neuroectoderma). L’adenoipofisi, alla sua maturità, perde il contatto con il tetto dello stomodeo e si organizza come
ghiandola endocrina a livello encefalico.

79
Q

STRATEGIE DEGLI APPARATI PER POTER FAR PASSARE SOLO O ARIA O SOLO CIBO

A

Per poter far passare solo aria o solo cibo si utilizza l’epiglottide. Quando non stiamo deglutendo, l’epiglottide è sollevata; mentre quando stiamo deglutendo si abbassa.
Il bolo scivola sulla epiglottide e finisce nell’esofago. La chiusura non è perfetta e può avvenire che ci sia qualche residuo di cibo nella glottide. Gli adulti non sono capaci di deglutire e contemporaneamente respirare, al contrario del bambino. Il bambino, infatti, possiede una struttura edentula, e durante l’allattamento riesce contemporaneamente a nutrirsi (succhiando il latte) e respirare.
Questo fondamentalmente perché il bambino ha una struttura della mandibola molto piccola; l’osso ioide è ancora sollevato verso l’alto. Quando nell’attività di suzione porta i liquidi ai lati
della bocca, il liquido entra e oltrepassa l’istmo delle fauci lateralmente; l’epiglottide non viene inclusa in questo flusso e il bambino può continuare a respirare (dalle narici) durante
l’allattamento. La bocca deve essere ben aderente al capezzolo della madre (come una sorta di ventosa). nel bambino la posizione dell’osso ioide è parallela alla mandibola, nell’adulto si sposta e l’osso ioide si è molto distanziato dalla regione mandibolare.

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Q

neurocranio

A

Il neurocranio comprende 8 ossa. Sono ossa che in parte costituiscono la base del cranio su cui l’encefalo appoggia e ossa piatte, con struttura diploe tipica (osso spugnoso centrale e tavolati di osseo compatto sopra e sotto) che costruiscono la volta cranica che circonda tutto l’encefalo. Le ossa sono interconnesse attraverso le suture, delle articolazioni fisse che vedono l’interconnessione dei diversi compartimenti delle ossa vicine.

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Q

suddivisione del cranio dal punto di vista embriologico

A

il cranio è diviso in condrocranio e desmocranio.
Il condrocranio è costituito da strutture inizialmente cartilaginee che si ossificheranno, mentre il desmocranio è costituito da ossa che si ossificano con modalità membranosa/diretta/libera (cioè partendo da porzioni connettivali che si trasformano in strutture ossee).
In 12°settimana le ossa del cranio membranose si sono già formate, non completamente. La regione del condrocranio nell’adulto sarà la regione della base del cranio. Questa porzione si organizza in piccole regioni ossee con dei fori aperti, che permettono il passaggio di nervi cranici e
strutture vascolari.

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Q

fontanelle

A

Le strutture del cranio originano da tessuto mesenchimale proveniente dai somitomeri.
Il cranio del neonato è molto diverso dal cranio dell’adulto; il neonato, infatti, deve far in modo che la struttura della testa passi nel canale del parto; pertanto, è necessario che la testa sia modificabile. Tra un osso e l’altro, infatti, ci sarà del tessuto fibroso che costituisce le aree e le zone che diverranno le suture, lasciando delle aree scoperte, definite fontanelle.

Vi sono diverse regioni dove si localizzano le fontanelle:
* Fontanella anteriore o bregmatica
* Fontanella posteriore o lamdoidea
* Fontanella antero-laterale o sfenoidea o pterica
* Fontanella postero-laterale o mastoidea o asterica

Come suture vi è la sutura frontale o metopica che separa le due ossa frontali; la sutura sagittale che tiene separate le due ossa parietali; e la sutura lamdoidea posizionata posteriormente.
Le fontanelle laterali si chiudono intorno al 2°anno di età, mentre le fontanelle posteriori e anteriori solo intorno al 15°anno di età.
L’eccessiva modellabilità del cranio può causare delle
patologie, come l’idrocefalia. L’idrocefalia è l’accumulo di
liquido cefalorachidiano all’interno del cranio, che può
causare ad esempio queste aree frammentate (sono le aree dove il liquido preme, ciò è causato da ventricoli cerebrali troppo ampi). L’idrocefalia può essere causata anche da un blocco dell’acquedotto di Silvio, che non riesce a far circolare bene il liquido. In questo modo, esso si accumula nell’encefalo,

83
Q

SVILUPPO DELL’APPARATO RESPIRATORIO

A

In 4°/5° settimana si pone l’attenzione sul diverticolo dell’abbozzo bronchiale, anteriore all’esofago (così gli altri organi dell’apparato respiratorio che rimarranno sempre anteriori ad esso). Ciò porta anatomicamente a un rapporto stretto tra esofago e laringe/trachea in una regione definita porzione membranacea, che non viene riempita da cartilagine tiroidea e che quindi consente la dilatazione dell’esofago durante l’introduzione del bolo alimentare.
L’abbozzo bronchiale nelle settimane successive dà origine alla struttura tubulare di laringe e trachea: la struttura laringea costituita da strutture cartilaginee come la cartilaginea tiroidea e cricoidea, mentre la trachea è formata da anelli tracheali.
La struttura inizialmente è semplicemente di sostegno (e non funzionale) alla laringe e alla trachea perché l’embrione non respira autonomamente.
L’abbozzo, in seguito, si dicotomizza in due porzioni: i due bronchi, sinistro e destro, e poi dà vita alle diverse formazioni dei bronchi segmentari del lobo superiore, medio e inferiore (per quanto riguarda il polmone di destra) e il lobo superiore e inferiore del polmone di sinistra.
Il parenchima è di derivazione mesenchimale; infatti il mesenchima costituirà le strutture connettivali che devono supportare questo tessuto epiteliale (e pertanto non vascolarizzato) dal punto di vista trofico.
A livello dei canali pericardio-peritoneali si inseriranno le strutture dei lobi polmonari. Questi lobi saranno contornati da una pleura viscerale (attaccato al polmone) e da una pleura parietale (contorna la cavità del polmone). Tra le due scorrerà il liquido pleurico.
Per quanto riguarda i polmoni si avranno due sacchi pleurici al cui interno si trovano i polmoni.
A separare il cuore dai polmoni vi è il diaframma, costituito da quattro diverse strutture embrionali:
setto trasverso (sotto il cuore), pieghe pleuro-peritoneali, il mesentere dell’esofago e la muscolatura proveniente dal mesoderma delle pareti laterali del corpo.
La piccola circolazione (che regola la funzione polmonare) si comporrà da vasi venosi che portano sangue deossigenato, e vasi arteriosi che porteranno sangue ossigenato.
Ci sarà anche una circolazione che andrà a nutrire il parenchima polmonare: ciò avviene grazie alle arterie (o rami) bronchiali, che derivano dalla regione dell’aorta discente. Ogni ramo andrà a vascolarizzare un’area del parenchima polmonare.
Nel polmone i bronchi continuano con bronchioli terminali, respiratori e infine con sacchi alveolari polmonari, dove vi sono tanti acini, ognuno dei quali è costituito da una parete estremamente sottile di pneumociti di primo tipo, ovvero cellule che consentono lo scambio gassoso CO2 – O2. Ad
accompagnare queste cellule vi sono i pneumociti di secondo tipo che producono il surfactante. Ci sono poi dei macrofagi alveolari, una terza popolazione cellulare legata al sistema
immunitario che migrerà all’interno del polmone.
L’embrione può respirare bene solo avendo pneumociti di tipo I e II, e macrofagi. I pneumociti di tipo I si formano precocemente, mentre le altre popolazioni no, quindi il bambino fino all’8°mese non è in grado respirare autonomamente: se dovesse nascere prematuro, avrà bisogno di essere aiutato e intubato.

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Q

vasculogenesi

A

Lo sviluppo del sistema cardiovascolare embrionale inizia intorno al 17°-18°giorno, con il processo di vasculogenesi, che si sviluppa nel sacco vitellino. Il sacco vitellino rappresenta, infatti, il primo organo emopoietico. Qui, il mesoderma extraembrionale forma delle aree, definite isole angiogenetiche o isolotti del Wolff, dove si sviluppano piccoli gruppi di cellule di origine mesenchimale, definite emoangioblasti, che successivamente, sotto l’influenza di fattori di crescita, si dividono in due popolazioni:
 Cellule endoteliali (o angioblasti) che formano il rivestimento endoteliale dei vasi primitivi.
 Emocitoblasti – le prime cellule emopoietiche, considerabili eritrociti primitivi nucleati
La funzionalità del vaso permette di definire tale come un vaso di piccolo o grosso calibro. Difatti, tutti i vasi sanguigni sono rivestiti internamente da endotelio, ma è in base al volume di sangue che essi trasportano che la parete può definirsi spessa o non spessa: più flusso entra nel vaso, più il vaso aumenta il suo diametro e la parete si ispessisce.

il cuore è suddiviso in due atrii e due ventricoli; la nostra circolazione è doppia e completa: abbiamo una circolazione polmonare (o piccola circolazione) che porta il sangue deossigenato ai polmoni e una circolazione sistemica (o grande circolazione) che porta il sangue ossigenato ai tessuti.
I mammiferi sono vivipari, hanno una fecondazione interna; l’embrione si sviluppa nell’utero materno con il quale è in rapporto diretto tramite la placenta, sistema di trasporto diretto di sostanze nutritive e gas respiratori.
I vasi che costituiscono il sistema cardiovascolare sono essenzialmente tre:
 Vene  arrivano al cuore
 Arterie  partono dal cuore
 Capillari  dove avvengono gli scambi gassosi
La vasculogenesi è, come abbiamo visto la formazione di vasi sanguigni ex-novo, senza che ne esistano già altri, ma è seguita dall’angiogenesi, ossia la formazione di nuovi vasi sanguigni a
partire da quelli preesistenti.
Con il tempo l’embrione necessita di alcuni organi che producano ulteriori elementi del sangue: ha inizio, infatti, un secondo processo di emopoiesi, questa volta definita epatico-splenica, a carico del fegato e della milza. Con l’emopoiesi le cellule si specializzano: gli emocitoblasti subiscono
l’eritropoiesi con formazione di eritrociti anucleati, contententi HbF. Avviene anche la mielopoiesi, ossia la produzione di leucociti o globuli bianchi, (come granulociti, monociti, linfociti B, piastrine)

Il sacco vitellino sarà il primo organo emopoietico, verrà poi sostituito da fegato e milza, e dal 4°mese in poi, la sede dell’emopoiesi sarà l’interno delle ossa spugnoso.

In particolare, dalla nascita in poi l’unico organo emopoietico è il midollo osseo rosso, riscontrabile nelle ossa spugnose, come: vertebra (soprattutto), sterno, costola, femore, e tibia.

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Q

emocitoblasti

A

Gli emocitoblasti sono cellule inizialmente basofile, ricche di ribosomi che hanno la funzione di produrre delle proteine destinate alla formazione delle catene globulari dell’emoglobina. Difatti, da un punto di vista colorimetrico gli emocitoblasti diventano in seguito acidofili, poiché ricchi di
emoglobina fetale (HbF), che possiede una maggiore affinità per l’ossigeno rispetto all’emoglobina normale.

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Q

CIRCOLAZIONE INTRAEMBRIONALE

A

Anche all’interno dell’embrione si formano degli isolotti angiogenetici, che si posizionano ai lati della notocorda. Questi isolotti sono di origine mesenchimale, infatti gemmano dall’area della splancnopleura (=ossia di quello che si definisce mesenchima viscerale); e prendono il nome di aorte dorsali.

L’apparato vascolare intraembrionale è essenzialmente formato dall’unione di tre sistemi:
 Il sistema del sacco vitellino – con le vene vitelline
 Il sistema ombelicale- placentare; con le vene ombelicali
 Il sistema corporeo con l’aorta dorsale e le vene cardinali
Il centro di tutto è il cuore, un cuore pulsante, non ancora definito, che funge essenzialmente da pompa. Difatti, gli scambi gassosi avvengono solo a livello della placenta.
Il punto di raccordo dei vasi precedente al cuore è la camera di afflusso del cuore, definita regione del seno venoso. Il seno venoso è costituito da due aree di accesso: il corno sinistro e il corno destro. A ogni corno arrivano rispettivamente e simmetricamente tre vasi (uno per ogni tipologia –
momentaneamente):

 le vene vitelline, che portano sangue poco ossigenato (derivante, appunto, dal sacco vitellino)
 le vene ombelicali, le uniche che portano sangue ossigenato al cuore
 le vene cardinali anteriori e inferiori, che confluiscono in un’unica vena cardinale comune (o dotto di Cuvier). Queste vene raccolgono sangue poco ossigenato dai distretti e
tessuti corporei: dalla porzione anteriore del tronco (vene anteriori), e dalla regione addomino-pelvica (vene posteriori) – spesso coadiuvate dall’afflusso delle arterie intersegmentarie dorsali che raccolgono sangue deossigenato dai tessuti.
Il sangue entrante nel cuore è un sangue mediamente ossigenato, dato dalla mescolanza del sangue ossigenato e poco ossigenato derivante dai vari vasi che confluiscono nell’area di raccordo.
Il cuore trasporta il sangue mediamente ossigenato o a livello craniale (nell’area dell’encefalo e degli arti superiori), o a livello caudale nella regione posteriore, tramite le aorte dorsali.
La presenza di un sangue mediamente ossigenato spiega la presenza di un’emoglobina fetale (HbF) che abbia una maggiore affinità per l’ossigeno.
In queste fasi di sviluppo embrionale i vasi sono sempre pari e simmetrici. In seguito, molti subiranno delle modificazioni e si fonderanno in un unico vaso (come le vene ombelicali e la vena cardinale). L’intero sistema venoso, simmetrico in età prenatale, diverrà asimmetrico e si sposterà totalmente a destra, facendo regredire le porzioni di sinistra.
Le vene cave superiori e inferiori, e la vena azigos (che sono strutture del cuore definitivo) apporteranno, infatti il sangue all’atrio destro.
Ricordiamo che i polmoni non funzionano fino alla nascita, pertanto il sistema che sopperisce a questa mancanza è il sistema placentare. Come lo ossigena? Le arterie dorsali si collegano all’arteria ombelicale, che porta sangue poco ossigenato ai villi; nei villi poi viene ossigenato e torna tramite la vena ombelicale al cuore.

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Q

VASCOLARIZZAZIONE A LIVELLO CEFALICO

A

Il sistema di vascolarizzazione degli archi branchiali presenti in porzione cefalica non si manterrà per tutta la vita dell’embrione. Molti vasi degenerano; dei sei archi aortici solo pochi rimangono, infatti:
 1° e 2° arco regrediscono
 3°arco forma il sistema carotideo (carotide comune, interna ed esterna)
 4°arco formerà l’arco aortico e l’arteria succlavia di destra
 6°arco l’arteria polmonare e il dotto arterioso

Il dotto arterioso o dotto di Botallo è la porzione che collega il tronco polmonare all’aorta; esso è molto importante (sempre a livello prenatale), poiché il sangue che arriverà dall’atrio di destra immetterà il sangue nell’aorta discendente che arriverà in regione toracica.
L’aorta discendente forma delle ramificazioni ossia le arterie segmentarie ventrali, dorsali e laterale e nella sua parte finale va a vascolarizzare con sangue mediamente ossigenato gli arti
inferiori e la regione pelvica.
A livello della biforcazione aortica a livello caudale si formano le arterie iliache: gran parte del contenuto aortico finisce nelle arterie ombelicali che si muovono verso la placenta. Il sangue è
mediamente ossigenato (perché arriva dall’aorta)

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Q

percorso del sangue nell’embrione

A
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Q

COSTRUZIONE DEL CUORE

A

Il cuore inizialmente è un tubo, che si forma a livello cefalico quando l’embrione è ancora un disco (pertanto intorno alla 2°settimana). Quando l’embrione effettua il ripiegamento cranio-caudale i tubi cardiaci ruotano assieme alla membrana buccofaringea, e si posizionano nella definitiva area
cardiogena, a livello toracico, dove le isole angiogenetiche formano una struttura a ferro di cavallo che identificherà il futuro cuore. Contemporaneamente il celoma intraembrionale formerà il pericardio parietale e viscerale, che rivestirà il cuore.
Il destino successivo dei tubi endocardici è però quello di fondersi in un unico tubo cardiaco con il celoma intraembrionale che lo racchiude con una porzione viscerale e una porzione parietale. Tra il tubo e la cavità pericardica si posiziona un tessuto mesenchimale definito gelatina cardiaca,
importante per la costruzione delle pareti muscolari del cuore.
Intorno al 22°giorno, i tubi endocardici sono distinti. Intorno al 23°giorno il tubo diventa unico: nella porzione inferiore ci sarà la camera di afflusso e nella porzione superiore ci sarà la camera di efflusso.
Quando il tubo diventa unico si distinguono varie regioni:
 Seno venoso: regione di afflusso del cuore, dove affluiscono i tre vasi a destra, e i tre vasi a sinistra.
 Il futuro atrio
 Il futuro ventricolo
 Il bulbo cardiaco, seguito dal tronco arterioso
 Le due arterie che alimenteranno le aorte dorsali o gli archi branchiali

  • Intorno al 23° giorno il tubo cardiaco si ripiega a C
  • Intorno al 24° giorno si ripiega ad S, quando l’area del ventricolo si sposta verso l’alto il flusso sanguigno assume un andamento a S

La flessione del tubo determina uno spostamento della regione del seno venoso e degli atri dorsale, lasciando ventralmente il ventricolo e il bulbo.
- Al 28°giorno abbiamo anteriormente il ventricolo e l’area di efflusso (dal bulbo al tronco), mentre l’atrio e il seno venoso (area di afflusso) posteriormente.
Anche nel cuore definitivo l’area di efflusso sarà anteriore rispetto all’area di afflusso.

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Q

MODALITA’ DI DIVISIONE DELLE CAVITA’

A

Le diverse cavità possono suddividersi in vari modi:
- Modalità di accrescimento a creste opposte: due masse cellulari opposte convergono e quando si congiungono formano due fori adiacenti
- Migrazione di un’unica cresta che si accresce in un’unica direzione organizzando due fori (come ad esempio nel setto interventricolare).
Nelle regioni atrioventricolari (dove si posizionano la valvola bicuspide e tricuspdie) e nelle regioni conotruncali e bulbotruncali (quindi le aree di efflusso) l’accrescimento è un po’ particolare; avviene con modalità a creste opposte, ma quest’ultime non si congiungeranno a causa della presenza di un tessuto mesenchimale, la gelatina cardiaca che, disponendosi tra endocardio e pericardio, fa sporgere le creste e popola questa zona di cellule muscolari o connettivali,
determinando un restringimento (vedremo in seguito).

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Q

FORMAZIONE DEL SETTO INTERATRIALE

A

Inizialmente l’atrio è unico. Intorno al 28°giorno sulla parte postero-superiore dell’atrio unico sporge una lamina, il septum primum. Questa lamina converge in avanti e in basso, raggiungendo la porzione anteriore degli atri. Quando la raggiunge divide l’atrio unico in due atri, la parte sinistra e la parte destra. Il septum primum forma un orifizio temporaneo,
l’ostium primum.
Durante la chiusura dell’ostium primum compaiono dei fori nella parte superiore del septum primum.
Questi fori si uniscono formando l’ostium secundum, che consente il passaggio tra i due atrii.
A destra, antero-superiormente al septum primum compare un altro setto, il septum secundum, che si va costruendo verso il basso. Nel septum secundum si forma un nuovo orifizio, il foro ovale o foro di Botallo.
Pertanto: i due atrii sono separati da due lamine, il septum primum e il septum secundum, ciascuna lamina possiede un foro. L’ostium secundum e il foro ovale, però, non sono corrispondenti: l’ostium secundum è superiore, mentre il foro ovale è inferiore.
Il sangue passa comunque (anche se non sono paralleli) dall’atrio destro all’atrio sinistro, fino alla nascita. Ciò avviene perché nell’atrio sinistro non arriva sangue, pertanto la pressione sanguigna è uguale a 0. Nell’atrio destro, invece, la pressione è molto più alta.
Pertanto prima della nascita, il sangue può passare dall’atrio destro all’atrio sinistro; alla nascita,
con l’attivazione del circolo polmonare, la pressione nell’atrio sinistro aumenta a causa del ritorno del sangue dai polmoni divenuti funzionanti. Ciò spinge il septum primum ad accollarsi al septum secundum, causando la chiusura del foro ovale.
Ciò che rimane è una fossa ovale, ossia un’area di residuo fisiologico (o depressione) del foro di Botallo che è degenerato, visibile anche nel cuore di un adulto.
Il setto interatriale diviene efficace solo alla nascita e separa le due cavità per sempre, poiché i flussi dei due atri non si devono scambiare.

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Q

FORMAZIONE DEL SETTO INTERVENTRICOLARE

A

Sempre intorno al 28°giorno nei ventricoli, nella porzione basale, si forma il setto interventricolare, il risultato di una migrazione di cellule che formano una cresta unica che si dirige verso l’alto, andando a settare i due ventricoli. Il setto, però, è incompleto, si ferma nella porzione mediana.
L’ultimo pezzo non è di natura muscolare (come il resto), ma sarà di origine membranosa e si definisce forame interventricolare. Pertanto, il setto interventricolare definitivo è costituito da due porzioni: una porzione muscolare, dal basso verso il centro, e una porzione membranosa.
Ciò avviene perché la porzione membranosa è un importante area di efflusso dai ventricoli verso l’aorta e il tronco polmonare: se fosse costituita da tessuto muscolare contrattile, quest’ultimo potrebbe causare un’occlusione dei vasi.

Al centro del cuore abbiamo una regione dove i cuscinetti
endocardici crescono e restringono le due aree degli orifizi che
permetteranno la comunicazione tra atri e ventricoli.
Questo è un cuore quasi completamente settato.

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Q

FORMAZIONE DEL SETTO TRONCO-CONICO O SETTO SPIRALE

A

il ventricolo quando è settato parzialmente ha un unico sbocco di uscita. E’ pertanto necessario organizzare un setto, il cosiddetto setto spirale o setto tronco- conico, che dividerà l’area bulbo-troncale in due regioni differenti, in modo che il sangue venoso che arriva al ventricolo destro prenda una strada e il sangue ossigenato del ventricolo sinistro ne prenda un’altra.
Nel cuore definitivo, quando il tronco polmonare esce dal ventricolo di destra, esso incrocia l’arteria aorta: il tronco polmonare si porta dorsalmente all’aorta, lasciando le arterie polmonari una dietro l’aorta e una davanti ad essa. Allo stesso modo l’aorta deve salire dal ventricolo sinistro, incrociare il tronco polmonare, formare l’arco anteriormente per poi decorrere posteriormente.

Il setto tronco-conico o setto spirale ha, infatti, una forma spiralata che gira su sé stessa. Esso si forma grazie a dei cuscinetti estesi, precisamente delle sporgenze che espongono verso l’interno del tubo nella zona del cono e del tronco,
definite creste cono-truncali. Queste creste, date dalla combinazione di creste bulbari e creste del tronco non sono sullo stesso piano, ma sono sfalsate: le creste bulbari nel primo settore sono poste lateralmente, nel secondo settore sporgono antero-posteriormente (dal davanti al dietro e viceversa), e nel terzo settore sporgono da destra a sinistra e da sinistra a destra. Pertanto, si accollano partendo da aree diverse, formando la spirale. Per completare il setto interventricolare è necessario utilizzare un’ulteriore porzione membranosa, derivante dal cuscinetto endocardico inferiore, proveniente dalla regione del setto interventricolare. Esso chiude il ventricolo di sinistra dal ventricolo di destra. In tal modo dal ventricolo di sinistra il sangue va in aorta; dal ventricolo di destra il sangue va nel tronco polmonare.
Si ottengono due rami vascolari distinti, ramo aortico e il ramo polmonare.
Fino alla nascita, invece, ricordiamo che ci sarà sempre comunicazione tra i due atri.
Questi eventi si verificano in 7°settimana.
Il ventricolo viene definitivamente settato in 8°settimana.

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Q

COSTITUZIONE DELLE VALVOLE CARDIACHE

A

Il cuore ha delle valvole:
- Valvola mitrale ( o bicuspide) – atrio sinistro e ventricolo sinistro
- Valvola tricuspide – atrio destro e ventricolo destro
- Valvole semilunari o a nido di rondine che chiudono tronco polmonare e tronco aortico.
A livello dell’uscita della valvola aortica vi sono due fori che costituiscono l’ingresso delle arterie coronarie.
Le valvole semi-lunari per chiudersi completamente sono aiutate da alcuni noduli presenti sul margine libero del lembo vascolare; ci sono tre noduli per ogni vaso. Sono definiti Noduli di Aranzio (per l’aorta) e Noduli di Morgagni (per il tronco polmonare).
Le valvole vengono definitivamente separate con le creste: esse sporgono a partire da un unico tubo, creando due tubi distinti, che si apriranno sull’aorta e sul tronco polmonare.
I lembi si formano con un orientamento ben preciso in modo da avere una regione anteriore, laterale e posteriore delle valvole semilunari: le due strutture, infatti, sono speculari.

Lo stesso processo avviene a livello atriale: ci sarà la costituzione di particolari strutture definite corde tendinee.
Anche in questo caso da un unico orifizio, si generano due aree.

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Q

circolazione fetale

A

Il setto interatriale è aperto, il setto interventricolare è completo.
La circolazione è supportata dalla placenta. La placenta è collegata all’ombelico del nascituro tramite il cordone ombelicale, costituito da 1 vena ombelicale (sangue ossigenato) e 2 arterie ombelicali (sangue mediamente ossigenato).
La vena ombelicale entra tramite l’ombelico in cavità addominale e si muove verso il fegato; qui, si divide in due rami: un ramo alimenta la circolazione epatica; l’altro ramo entra in una struttura vascolare, il dotto venoso dell’Aranzio, che porta sangue ossigenato proveniente dalla vena ombelicale alla vena cava inferiore, collegata all’atrio di destra.
Da qui il sangue ossigenato si sposta in gran parte nell’atrio di sinistra, grazie alle valvole di Eustachio e di Tebesio.
Dall’atrio sinistro, il sangue si sposta al ventricolo sinistro. Da qui diparte l’aorta ascendente (divisa in tre rami: brachiocefalico o anonimo; la carotide comune di sinistra, e la succlavia di sinistra) che portano sangue molto ossigenato verso l’encefalo e gli arti superiori.
Dal ventricolo di destra diparte il tronco polmonare: il sangue poco ossigenato entra tramite il dotto arterioso o di Botallo nell’aorta discendente.

Questo si distribuisce in cavità lombare. Qui l’aorta si biforca nelle due arterie iliache, a loro volta divise in iliaca esterna ed iliaca interna. L’iliaca interna si connette tramite le arterie ombelicali e porta sangue mediamente ossigenato verso la placenta. Il resto del sangue si distribuisce in zona
pelvica, negli arti inferiori.
ALLA NASCITA, molti vasi verranno obliterati poiché non vi transiterà più sangue e diverranno delle
strutture legamentose, come:
 Il cordone ombelicale: esso viene troncato. La vena ombelicale diviene il legamento rotondo del fegato; un elemento di fissità che lega la porzione anteriore del fegato alla parte anteriore dell’addome; mentre le arterie ombelicali divengono i legamenti laterali della vescica
 Il dotto venoso dell’Aranzio
 Il dotto arterioso di Botallo: diviene una struttura legamentosa che tiene unite l’arteria polmonare sinistra e destra
 L’allantoide diviene il legamento mediano ombelicale vescicale, che ancora la vescica all’ombelico
Iniziando a funzionare i polmoni, le vene polmonari portano sangue ossigenato all’atrio di sinistra: ciò aumenta la pressione arteriosa nell’atrio di sinistra; il septum primum si accolla al septum secundum e si chiude il forame ovale o foro di Botallo.
In questo modo si ha la suddivisione dei due atri
 destro (sangue venoso) e sinistro (sangue arterioso).

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Q

stadi Carnegie

A

riferiscono a un sistema standard di 23 stadi di sviluppo dell’embrione dal giorno 1 al giorno 56. Al termine di questa fase di sviluppo, l’embrione si definisce un feto.

97
Q

formazione delle gonadi

A

le zone delle gonadi derivano da alcune porzioni del sacco vitellino che migrano verso l’allantoide e poi verso la regione dorsale dell’embrione andanso a localizzare le cellule in un area chiamata cresta genitale che corrisponde ad una regione posteriore addominale piuttosto alta. La porzione è quasi toracica
. Le cellule germinali che migrano (ATTORNO alla quarta quinta settimana del periodo embrionale) dal sacco vitellino troveranno due cloni di cellule all’interno delle creste: le cellule di sostegno e le cellule a produzione ormonale.
I tre cloni , germinali secrezione e sostegno si organizzano nella cresta genitale. Nelle prime settimane non ci sono differenze tra cellule maschili e femminili perchè il gene x e y non sono ancora espressi. Si ha quindi la formazione dei dotti mesonefrici che vedranno l’organizzazione delle vie genitali maschili e femminili.
Alla quinta settimana di gestazione, si può già riconoscere nell’embrione un abbozzo di forma umana, con ampie regioni cefalica e lombare, mentre quella sacralica è molto ridotta. L’apparato genitale è rappresentato in tutte le componenti, perché i geni che determinano il sesso non sono ancora stati attivati.
L’embrione ha due formazioni molto allungate, dette epigonadi, con accanto due strutture tubulari:
- Il dotto mesonefrico o del Wolff, che deriva dal mesonefro, creato dalla differenziazione di una
porzione di mesenchima, che diventa mesoderma intermedio. Nel maschio rimane durante lo
sviluppo, costituendo epididimo e dotto deferente, mentre il secondo degenera;
- Il dotto paramesonefrico o del Muller, così detto perché laterale. Nella donna rimane, formano
tube uterine e utero, mentre il primo degenera

Attorno alla 7 settimana si ha nell’uomo l’espressione del gene SRY nelle cellule del sertoli. Con l’espressione di questo gene viene prodotto l’ormone antimulleriano che nei maschi fa degenerare i dotti di muller la componente femminile che nei maschi si era iniziata a formare. L’uomo produrrà testosterone per far si che l’apparato riproduttore esterno maschile si sviluppi, le donne produrranno invece estrogeni

RIASSUNTINO EASYEASY
Il periodo embrionale va dalla settimana 1 alla 8, quello fetale dalla 9 alla 40.
Nella prima fase si formano gli abbozzi gonadici, quindi le cellule PGC migrano verso questi abbozzi presenti a livello delle creste genitali. Tra quarta e quinta settimana si formano i dotti mesonefrici, si organizza meglio la formazione delle gonadi e iniziano a formarsi i genitali esterni. Tra sesta e settima settimana viene espresso il gene SRY nel maschio.
Nel periodo fetale, dalla decima settimana c’è un miglior differenziamento delle vie genitale, nelle ovaie
inizia la meiosi, NON nei testicoli, e i genitali esterni diventano riconoscibili. Nella ventesima settimana
nella donna sono riconoscibili follicoli primordiali. A fine gravidanza le gonadi scendono nella pelvi, in particolare nei maschi si portano all’esterno del corpo.
Nella donna invece restano perchè non sono repressi e andranno a formare gran parte dell’apparato genitale femminile.
Nel maschio le cellule a produzione ormonale sono le cellule del Leyding, quelle di sostegno sono quelle del Sertoli quelle della linea germinale gli spermatogoni.
Nella femmina le cellule della linea germinale sono gli ovogoni, quelle della linea di sostegno le follicolare e quelle a produzione ormonale sono le tecali.

nel maschio, i testicolo sono integrati dal dotto di
Wolff, diventando un tutt’uno con l’epididimo, senza essere separati da spazi.
Nella donna ciò non accade e i sotti di wolf che formano le tube appaiono in contiguità ma non continuità con le ovaie. I dotti si chiuderanno a livello dell’utero
nella settimana 10 13 le gonadi scendono e si sviluppano , nella donna lo posizione defintiva sarà la rgione pelvica nel maschio la regione scrotale

98
Q

Cosa mantiene il corpo luteo?

A

LH

99
Q

Cosa sono i corpi atresici?

A

I follicoli atresici sono aree fibrotiche derivate da follicoli che hanno iniziato la maturazione ma non hanno potuto finirla per cui sono degenerati

100
Q

Muco cervicale

A

Il muco cervicale è prodotto dalòa cervice costituita da un epitelio pluristratificato non cheratinizzato. Ne abbiamo la massima produzione durante il 14 gg infatti, Il muco ha due compiti: raccogliere gli spermatozoi consentendone la capacitazione e lubrificare durante il coito.

101
Q

Cicli tipici e atipici

A
  • Eumenorrea: è un ciclo mestruale normale per quantità, durata (3-5 giorni) *
    Polimenorrea: Intervalli minori o uguali a 21 giorni
  • Oligomenorrea: per cicli uguali o superiori a 35 giorni
  • Amenorrea: l’intervallo supera i 180 giorni
102
Q

FSH E LH SU UOMO AZIONE

A

Fs stimola cellule del sertoli, stimolate da FHS producono APB che lega testosterone necessario per le maturazione
Lh stimola leyding a produrre testosterone

103
Q

Ruolo inibina

A

feedback negativo sull’ipofisi per produzione fsh e lh sull’adenoipofisi

104
Q
A