teoria della finanza Flashcards
qual’è il problema della teoria della finanza?
il problema consiste nell’allocare una certa ricchezza tra n attività rischiose. è quindi un problema decisionale e la teoria delle decisioni prevede 3 casi:
- in condizioni di certezza
- in condizioni di incertezza
- asimmetria informativa e interazione strategica
cosa dice la teoria decisionale in condizioni di certezza?
è molto semplice; ad ogni azione corrisponde una certa conseguenza: la funzione che collega ciascun azione a una conseguenza è detta ATTO. in questo caso prendere una decisione ottimale significa semplicemente individuare la conseguenza preferita che massimizza la funzione di utilità (quindi sostituendo ogni c in u(c) e vedere quale genera un u maggiore) e individuare l’azione che porta a quella conseguenza.
ciò chiaramente vale se abbiamo una f. di utilità.
cosa sono i concetti di preferenza e funzione di utilità?qual e l eccezione in cui non serve la f. Di utilità?
si dice che il decisore ha una preferenza, che si indica con >=, quando posto davanti a 2 conseguenze è in grado di stabilire quale delle 2 preferisce.
una funzione u si dice funzione di utilità che rappresenta l’ordinamento di preferenze se: c1>=c2 SE E SOLO SE u(c1) >= u(c2)
c’è un ECCEZIONE: quando le conseguenze sono monetarie u non serve in quanto è sufficente l’assioma di NON SAZIETA’ secondo cui di fronte a 2 somme monetarie la maggiore è sempre preferita.
cosa dice la teoria decisionale in condizioni di incertezza? che ipotesi semplificatrice facciamo noi?
qui le conseguenze non dipendono solo dall’insieme delle azioni A ma anche dall’insieme dei possibili scenari/stati del mondo S. qui c è una funzione sia di a che di s. può quindi succedere che in uno scenario u(c1) > u(c2) mentre in un altro u(c2) > u(c1)
nelle nostre analisi noi ipotizzeremo che S è un insieme FINITO per le cui realizzazioni esiste una distribuzione di probabilità NOTA e CONDIVISA : (c’è quindi SIMMETRIA informativa) da tutti e INDIPENDENTE dagli agenti
cosa dice la teoria decisionale in condizioni di asimmetria informativa e interazione strategica?
nel mondo reale non tutti hanno le stesse info; spesso qualcuno ha più conoscenza sugli scenari futuri e gli altri cercano di estrapolare queste info dalle loro azioni; i decisori quindi sanno che la loro azione genererà delle risposte di altre persone (es. Warren Buffet): questa è L’INTERAZIONE STRATEGICA.
qui le conseguenza dipendono da 3 cose:
- azione
- risposta r(a): non controllabile e parzialmente prevedibile
- scenario: non controllabile e imprevedibile
Elenca alcune proprietà delle preferenze e di quali sono necessarie affinchè esista una funzione di utilità.
la funzione di utilità che rappresenta una relazione di preferenza è unica?
- le preferenze sono complete se dati 2 pacchetti a e b siamo SEMPRE in grado di dire se preferiamo a, b o sono indifferenti
- le preferenze soddisfano la transitività quando se a>=b e b>=c allora a è >=c
- Le preferenze sono continue se dati 2 pacchetti di consumo che tendo a x e y; se xn> yn per tutte le n allor anche x sarà > a y (la preferenza si conserva sui valori limite).
le prime 2 sono NECESSARIE affinchè una preferenza sia razionale e rappresentabile con una f. di utilità; la 1, la 2 e la 3 sono SUFFICENTI a garantire l’esistenza di una f. di utilità.
no; NON è mai unica. ne posso costruire un altra per ogni funzione STRETTAMENTE CRESCENTE che trovo: ne posso quindi costruire infinite. —-> dimostrazione sugli appunti (si basa sul fatto che l’unica cosa che conta è l’ordine non il valore dell’indice di utilità)
qual’è lo scopo della teoria dell’utilità attesa?
essa risponde al quesito su come si comporta un individuo razionale nella scelta tra diverse opzioni quando ciascuna di esse ha un esito incerto.
l’intuizione di base è che il criterio di decisione è dato da un qualche indice statistico U(a).
per elaborare prendiamo il setup più semplice in cui gli atti possono essere rappresentati come lotterie binarie e facciamo una serie di ipotesi/convenzioni):
1)[x,y,1] = x
[x,y;pi greco]= [y,x, 1-pigreco]
guarda appunti
2) >= è completa e transitiva
3) >= è continua
4) se y >= z allora [x,y, pi greco] >= [x,z, pigreco]: assioma di indipendenza
5) supponiamo che esiste sempre una strategia migliore delle altre e una peggiore
guarda le 2 conseguenze banali
TEOREMA: se le proprietà dalla 1 alla 5 sono soddisfatte allora esiste una funzione di utilità U tale che rappresenta la preferenza e in particolare esiste una funzione u tale che U(x,y, pi greco)= pigreco* u(x) + (1-pigreco)*u(y)
U è chiamata funzione di utilità di von Newmann- Morgenster o utilità attesa e u l’utilità associata alla funzione monetaria.
Mentre U è cosi per tutti i decisori la u cambia da persona a persona.
il risultato può essere esteso a lotterie non binarie con tanti stati del mondo ottenendo il funzionale di von neuman- morgenster che è uguale alla sommatoria delle probabilità di ciascuno stato del mondo pi greco moltiplicate per l’utilità associata alla funzione monetaria u per ogni stato del mondo e viene anche indicato come E(u(c))
cosa e quali sono i paradossi al paradigma dell’utilità attesa?
sono dei comportamenti empirici che deviano rispetto a ciò che direbbe la teoria dell’utilità attesa (anomalie comportamentali). alcuni sono.
1) paradosso di allais
2) paradosso di ellsberg
3) i paradossi di kahnemann-zuesky: la prospect theory
4) la preferenza per la risoluzione temporale dell’incertezza (kreps e portens)
5) paradosso di condorchet
in cosa consiste il paradosso di allais?
nel fatto che gli individui empiricamente tendano a scegliere una lotteria che da 1000 euro certi rispetto ad una che da 5000 euro nel 10% dei casi, 1000 nel 89% e 0 nell’1% e tendono a preferire una lotteria che da 5000 euro nel 10% dei casi e 0 nel 90% rispetto ad una che da 1000 euro nell’11% dei casi e 0 nel 89% quando queste 2 preferenze sono in CONTRADDIZIONE tra loro secondo la teoria dell’utilità attesa.
in cosa consiste il paradosso di ellsberg?
questo paradosso riflette l’avversione all’ambiguità. egli ha empiricamente dimostrato che date 30 palline rosse e 60 tra le nere e le blu e data una strategia che da 100 se esce una pallina rossa e 0 altrimenti e 1 che da 100 se esce una pallina nera e 0 altrimenti le persone preferiscono la prima perchè è più TRASPARENTE da un punto di vista probabilistico. allo stesso modo per lo stesso modo le persone preferiscono una strategia che da 100 se la pallina è nera o blu e 0 altrimenti rispetto ad una che da 100 se è rossa o blu e 0 altrimenti. queste 2 preferenze sono in CONTRADDIZIONE con quanto dovrebbe accadere secondo la teoria dell’utilità attesa
in cosa consistono i paradossi di kahnemann-zuesky e cos’è la prospect theory?cosa sono i decision weight?
1) effetto di riflessione= mette in luce un asimmetria comportamentale tra vincite e perdite. infatti mentre molti preferiscono una lotteria in cui vinci 3000 euro sicuri rispetto a una in cui vinci 4000 con probabilità 80% e 0 con probabilità 20%, gli stessi preferiscono una lotteria in cui con probabilità 80% perdi 4000 e con probabilità 20% perdi 0 rispetto ad una in cui sicuramente perdi 3000.
2) effetto di certezza= hanno visto empiricamente come molte persone poste davanti a una lotteria in cui vinci 4000 con 80% di probabilità e 0 con 20% e una in cui vinci 3000 sicuro scelgono la seconda mentre se alla prima sostituisci una lotteria che ti da 4000 il 20% delle volte e 0 le restanti e alla seconda lotteria ne sostituisci una in cui vinci 3000 il 25% delle volte o 0 altrimenti le persone preferiscono la prima.
queste 2 preferenze sono in contraddizione secondo la teoria dell’utilità attesa.
prospect theory= i 2 autori che hanno dimostrato questi 2 effetti (paradossi alla teoria dell’utilità attesa) hanno cercato di proporre quindi un modello alternativo a quello dell’utilità attesa che concepisse questi paradossi; la cosiddetta “prospect theory”. la tradizionale funzione di utilità u viene sostituita con una funzione valore v sulle perdite e che è definita in base ai guadagni e perdite sulla ricchezza iniziale e non finale e che è CONCAVA sui guadagni e CONVESSA sulle perdite; inoltre le tradizionali probabilità vengono sostituite con i decision weights (pigreco) che sono una trasformazione non lineare delle probabilità.
in cosa consiste la preferenza per la risoluzione temporale dell’incertezza? cosa propongono gli autori? Cos e alpha e quando questo valore riflette una maggior preferenza per la risoluzione temporale dell incertezza?
kreps e portens si accorgono che il modello di vonnewman-morgester non tiene conto di una cosa importante ovvero del TEMPO che spesso ha un impatto sulle decisioni. ad esempio se consideriamo due lotterie in cui nella prima al tempo t1 hai 100 con probabilità pigreco e 100 con probabilità pi greco e in t2 hai 10 nel primo caso e 20 nel secondo e un’altra in cui hai invece 100 in t1 e 10 con probabilità pigreco in t2 e 20 con probabilità 1-pigreco; esse dal punto di vista della teoria dell’utilità attesa sono equivalenti ma i decisori potrebbero preferire una all’altra in base alle loro preferenze sulla risoluzione temporale dell’incertezza che nella prima lotteria è anticipata e nella seconda è posticipata.
essi quindi propongono una funzione, detta aggregatore temporale di preferenze, in cui viene incluso un parametro B che assegna un diverso peso ai consumi temporalmente diversi (è una sorta di peso temporale) e un parametro ALFA che ci dice quanto è importante il momento di risoluzione dell’incertezza per il decisore: più alfa è minore di 1 più il decisore preferisce la risoluzione anticipata e più è grande di 1 più preferisce quella posticipata mentre quando è uguale a 1 è indifferente
in cosa consiste il paradosso di Condorchet?
consiste nell’osservazione del fatto che, mentre individualmente il paradigma della transitività delle preferenze che è uno di quelli su cui si basa la teoria dell’utilità attesa quasi mai viene violato, una collettività speso può NON essere transitiva.
consideriamo ad esempio tre candidati per una carica: A, B e C. se per 1/3 dei votanti A>B>C, per 1/3 B>C>A e per 1/3 C>A>B allora avremo che per 2/3 dei votanti A>B e B>C perciò per la transitività delle preferenze dovremmo avere che A>C ma in realtà C>A per i 2/3 dei votanti.
cos’è una lotteria equa?
cos ‘è l’avversione al rischio?
una lotteria si dice equa se il suo costo iniziale p per poter accedere a questa lotteria è pari al valore atteso di tutti i possibili payoff (E(z)).
perciò se un individuo accetta di giocare una lotteria equa la sua ricchezza finale y1 sarà una variabile aleatoria pari a y0 (ricchezza iniziale)+ z (esito lotteria: è aleatorio ed è ciò che fa rendere aleatoria la ricchezza finale) - p (prezzo lotteria).
si dice che le preferenze di un individuo mostrino avversione al rischio SE egli RIFIUTA di giocare una lotteria equa (qualunque sia la sua ricchezza iniziale); ciò accade se E( u (y0+z-p) ) < u (y0). egli preferisce l’utilità associata alla cifra certa y0 rispetto al valore atteso dell’utilità associata a y1
quali sono le conseguenze dell’avversione al rischio sulla forma della funzione di utilità?
Quando una funzione e concava?
facendo una serie di passaggi matematici presenti sugli appunti si può dimostrare come la funzione di utilità di un individuo avverso al rischio sia CONCAVA (dimostrazione fatta con lotterie eque e gratuite ma che si può estendere anche ai casi generali: esiste infatti un teorema che dice che l’avversione al rischio si ha SE E SOLO SE la f. di utilità è concava e viceversa), quella di un individuo amante del rischio sia convessa e quello di uno neutrale al rischio sia ne concava ne convessa.
una funzione concava è una funzione che ha la derivata seconda minore di 0 come ad esempio la funzione logaritmica ln(y). una funzione convessa ha invece derivata seconda maggiore di 0 come la funzione esponenziale e^y mentre una funzione ne concava ne convessa ha derivata seconda nulla.
cosa afferma la disuguaglianza di Jensen? a cosa porta per un individuo avverso al rischio?
essa afferma che data una funzione concava si ha sempre che E (f(x)) < f (E(x)).
un individuo con una f. di utilità che rispetta le assunzioni della diseguaglianza di jensen ed è quindi avverso al rischio RIFIUTERA’ SEMPRE una lotteria equa: preferisce un ammontare certo x rispetto a una lotteria rischiosa con valore atteso x
(guarda gli esempi sul libro pag 16)
guardando alla funzione di utilità siamo in grado di dire se un soggetto è avverso al rischio o no ma come facciamo a dire QUANTO sia avverso al rischio e come facciamo a comparare 2 individui per capire quale sia più avverso al rischio dei due? Cosa indica l’ RRA?
la derivata seconda della f. di utilità potrebbe essere un indicatore ma sfortunatamente non lavora molto bene; ad esempio se consideriamo una f. di utilità u(y) e una g(y)= b+ au(y) con a>0 esse rappresentano entrambe le stesse preferenze ma se si guarda alle derivate seconde esse sono diverse e quindi concluderemmo che il secondo individuo è più avverso al rischio quando in realtà non è vero.
per avere una misura corretta di avversione al rischio dobbiamo avere un indice che NON è affetto da trasformazioni affini. per costruirlo partiamo da un assumption: diciamo che la derivata prima della f. di utilità è sempre positiva in base al principio di non sazietà (più ricchezza porta più utilità).
dopo di chè possiamo costruire un indice , detto coefficente di avversione al rischio assoluto a un certo livello di ricchezza W ARAuw, prendendo il rapporto, con il MENO davanti (cosi da ottenere un numero positivo), tra la derivata seconda e la derivata prima della f. di utilità. più l’ARA è alto più la funzione è concava e quindi maggiore è l’avversione al rischio.
una misura alternativa di avversione al rischio è il coefficente relativo di avversione al rischio RRA che è pari all’ARA*W (livello di ricchezza). Questo indice misura l’aumento percentuale di ricchezza che l’agente richiede per accettare una scommessa rischiosa per un certo livello di ricchezza iniziale W.
cosa succede nel mondo reale dal punto di vista delle assunzioni fatte sulla f. di utilità?
- la non sazietà, ovvero il fatto che la derivata prima della f. di utilità sia positiva, è generalmente un ipotesi valida soprattutto per ammontari non troppo alti
- l’avversione al rischio, OVVERO la derivato seconda della f. di utilità negativa, sembra anch’essa un assunzione valida
- l’ammontare investito in asset rischiosi aumenta all’aumentare della ricchezza iniziale dell’individuo
- RRA è una descrizione più ragionevole dell’avversione al rischio rispetto all’ARA
un decisore avverso al rischio è disposto a rinunciare a un importo certo pari al valore atteso di una lotteria z in cambio della stessa lotteria z?
cos’è il certo equivalente? e il premio al rischio?
la risposta è NO. per dimostrarlo partiamo dal fatto che per un soggetto avverso al rischio y0 è preferito a y0 +z -E(z) e aggiungiamo un k a entrambi i membri che poi poniamo arbitrariamente pari a E(z) che è un numero. in questo modo otteniamo che y0+ E(z) > Y0 + Z ma ciò vale solo per un decisore avverso al rischio; se fosse neutrale al rischio ci sarebbe un uguale e se fosse risk lover un minore.
applicando la definizione u( y0+ E(z)) > E[u(y0+z)); per eliminare la disuguaglianza siccome u è una funzione crescente devo ridurre l’argomento al primo membro.
Esisterà quindi una somma certa c< E(z) tale che la diseguaglianza diventi una uguaglianza e tale somma certa è detta CERTO EQUIVALENTE: esso è il valore certo che il decisore avverso al rischio sarebbe indifferente nel ricevere piuttosto che nel giocare la lotteria z (siccome il decisore è avverso al rischio esso è minore del valore atteso della lotteria in quanto egli è disposto a liberarsi della lotteria rischiosa in cambio di una somma certa minore del suo valore atteso).
dunque la sua definizione è: data una ricchezza iniziale y0 e una lotteria z, si dice certo equivalente di z al livello y0 la somma certa CE tale che u(y0+ CE)= E[u(y0+z)].
La differenza tra E(z) e CE è detta PREMIO AL RISCHIO (pigreco(z)) che per un decisore avverso al rischio è sempre positivo in quanto CE>E(z).
dunque un investitore avverso al rischio è disposto a rinunciare a una somma certa E(z) in cambio della lotteria z E di una somma fissa aggiuntiva pigreco(z) ovvero il premio al rischio e allo stesso modo è disposto a pagare il premio al rischio per scambiare la lotteria z con la somma certa pari al suo valore atteso.
per un decisore neutrale al rischio CE= E(z) e il premio al rischio è nullo mentre per uno propenso al rischio CE>E(z) e il premio al rischio è negativo.
spiega perchè il concetto di premio al rischio e avversione al rischio siano alla base del business delle assicurazioni e fai un esempio
le persone di solito comprano le assicurazioni per ridurre il danno in caso di eventi incerti e terribili e l’avversione al rischio delle persone e la loro disponibilità a pagare un premio al rischio è ciò che permette alle compagnie assicurative di fare dei profitti e non fallire.
facciamo questo esempio:
considera un auto dal valore di 20 e c’è un 10% di probabilità che un incidente possa ridurre il suo valore a 5 mentre nel 90% dei casi il valore rimane 20. una persona potrebbe voler evitare il rischio che la macchina scenda di valore comprando un assicurazione che copra i rischi in caso di incidente. in questo caso il pagamento atteso per l’assicuratore sarebbe quindi di 1,5 ovvero 150,1 + 00,9 ma se l’assicuratore chiedesse questa cifra per l’assicurazione in media avrebbe un profitto nullo e non potrebbe vivere a lungo perciò dovrà richiedere un ammontare superiore che il decisore accetterà perchè avverso al rischio. per trovare l’ammontare massimo che l’assicuratore può richiedere senza che la sua proposta venga rifiutata egli deve trovare il certo equivalente per il decisore e sottrarlo al valore iniziale della macchina ossia 20.
ad esempio se la funzione di utilità del decisore fosse u= - e^(-0.1y) allora potrei trovare CE uguagliando E(u(Y)) e u(CE(Y)) dove il primo è 0,9-e^(-0.120) +0,1-e^(-0,15) e il secondo -e^(-0,1*x). svolgendo i passaggi si ottiene che x ossia il certo equivalente è 17. 01 e perciò il massimo ammontare che si può richiedere senza che la proposta sia rifiutata è 2,99 di cui 1,5 è la compensazione per la perdita attesa e 1,49 è il premio al rischio
in cosa consiste il basic portfolio problem?
nell’applicazione del modello sull’utilità attesa per la risoluzione di un problema di decisione in condizioni di incertezza ovvero per la decisione su come allocare la ricchezza tra una serie di asset con payoff incerto. il caso più semplice è quello in cui ci sono 2 titoli, uno rischioso e l’altro no, e 2 stati del mondo e bisogna scegliere come alloccare la ricchezza tra i 2 titoli per massimizzare l’utilità attesa rispettando il vincolo di budget. quindi per trovare l’allocazione ottimale del portafoglio dobbiamo fare la derivata prima dell’utilità attesa rispetto ad a, che è la quota di ricchezza da allocare nel titolo rischioso, e porla uguale a 0: questa è la FOC (nelle funzioni concave sappiamo che se troviamo un punto di massimo esso è un massimo globale quindi non abbiamo il problema di chiederci se sia locale o globale).
FOC: E[U’(Y1(a))*(r-rf)]=0
chiaramente se il rendimento del titolo rischioso è maggiore del rendimento del titolo riskfree in entrambi gli scenari allora a sarà uguale a 1, se è minore in entrambi gli scenari a sarà uguale a 0 mentre se è minore in uno e maggiore nell’altro a sarà compreso tra 0 e 1 e in particolare a dipenderà dalla FOC: QUANDO LA DERIVATA PRIMA DEL VALORE ATTESO DELL’UTILITA’ RISPETTO AD A E’ MAGGIORE DI 0 ALLORA A VA AUMENTATO MENTRE SE E’ MINORE DI 0 A VA DIMINUITO; infatti alla fine nella posizione ottimale a deve essere tale che la derivata prima sia nulla.
come si amplia il modello del basic portfolio problem nel caso in cui le securities rischiose sono n e gli scenari sono finiti e pari a l?
GUARDA LE IMPLICAZIONI INTERESSANTI DELLA FOC A PAG24 DELL OPEN BOOK E FAI FLASHCARDS
anche qui possiamo massimizzare l’utilità attesa sotto il vincolo di budget (non possiamo spendere più della ricchezza disponibile) usando la lagrangiana. la FOC è che il gradiente che contiene tutte le derivate parziali rispetto alle varie a (quote di allocazione) sia NULLO. la condizione è la stessa del modello binomiale ovvero che E(U’(Y1)(RJ-R0))=0 ma stavolta deve essere verificata per TUTTI i titoli rischiosi: è un sistema di n equazioni con n variabili. Nota che la condizione di derivata prima rispetto a lambda uguale a 0 è il rispetto del vincolo.
in cosa consiste l’analisi media-varianza? quando questo approccio è consistente con quello dell’utilità attesa?
in un metodo molto più applicabile rispetto a quello dell’utilità attesa di newmann-morgenster anche se meno soddisfacente dal punto di vista teorico. Markowitz con questo approccio ipotizza che gli unici 2 parametri di portafoglio rilevanti per un investitore siano il valore atteso dea ricchezza futura (parametro di reddittività) e la sua varianza (parametro di rischiosità).
l’idea alla base di questo approccio è che spesso studiare il comportamento di una funzione può essere molto complesso e per semplificare il problema possiamo quindi approssimare la funzione con l’espansione di taylor e considerare come rilevanti solo i primi 2 momenti.
questi 2 metodi sono consistenti in 2 casi:
- sotto l’ipotesi che i tassi di rendimento dei titoli rischiosi si distribuiscano normalmente
- quando la f.di utilità che ipotizziamo è quadratica
quando un titolo a domina un titolo b nell’approccio di media varianza?
il titolo a domina il titolo b quando ha un rendimento atteso maggiore e una deviazione standard minore ovvero quando è più redditizio e meno rischioso del titolo b: in questo caso infatti nessuno comprerà il titolo b ma tutti compreranno il titolo ; al contrario nessuno dei 2 titoli sarà dominato quando uno dei 2 ha miglior reddittività e quindi maggiore rendimento atteso mentre l’altro ha minor rischio ovvero deviazione standard minore: in questo caso entrambi i titoli possono essere potenzialmente domandati a seconda di quali siano le esigenze dell’investitore
a cosa è equale la correlazione tra 2 titoli? E il beta?
è uguale alla loro covarianza divisa per il prodotto tra la deviazione standard i uno e quelle dell’altro
Il beta e uguale alla covarianza tra titolo e mercato diviso per la varianza del mercato
a cosa è uguale il rendimento atteso di un portafoglio in un modo in cui sono presenti solo 2 titoli a e b? illustra i casi in cui la correlazione tra i 2 titoli è pari a 1 e -1; l’insieme dei portafogli fattibili e quello dei portafogli efficenti coincidono nei 2 casi? cosa accade di particolare nel caso in cui la correlazione è pari a -1 e quando ciò accade?
illustra infine anche il caso generale in cui la correlazione tra i 2 titoli è compresa tra -1 e 1. per quali valori della correlazione è possibile costruire un portafoglio con deviazione standard minore del titolo che ha deviazione standard minore tra i 2?
indicando con a la quota relativa (qui a è indicata in termini PERCENTUALI sulla ricchezza totale: diverso dal basic portfolio problem) di ricchezza impiegata nel titolo 1 e con (1-a) quella impiegata nel titolo 2 possiamo scrivere sia il rendimento medio del portafoglio che la sua varianza in funzione dei rendimenti attesi dei 2 titoli, delle deviazioni standard dei 2 titoli e di a.
facendo i calcoli nel caso in cui la correlazione tra i due titoli sia = a 1 si ottiene che a= ((sigmap - sigma2)/(sigma1-sigma2) e facendo ulteriori sostituzioni si ricava che il rendimento atteso del portafoglio è pari a (ksigmap) + h dove: k=(u1-u2)/(sigma1-sigma2) e h= (u2sigma1) - u1*sigma2)/(sigma1-sigma2) e quindi SUPPONENDO che i titoli non sono dominati e quindi u1<u2 e sigma1<sigma 2 k è POSITIVO e la retta è crescente. ogni punto della retta rappresenta un portafoglio con combinazione diversa dei 2 titoli. in questo caso particolare la retta dei portafogli fattibili coincide con quella dei portafogli efficenti ovvero quelli che non sono dominati e sono pertanto potenzialmente domandabili. (guarda grafico sugli appunti a pagina 39)
facendo i calcoli quando la correlazione è pari a -1 abbiamo che sigma p è uguale a (asigma1) - (1-a)sigma2 se a>= sigma2/(sigma1+sigma2)
e a (1-a)sigma2 - (asigma1) se a<sigma2/(sigma1+sigma2). nel primo caso troviamo che il rendimento atteso del portafoglio è pari a ksigmap + h dove k è NEGATIVO mentre nel secondo caso è k’sigmap+h dove k’ è POSITIVO. le 2 rette sono l’insieme dei portafogli fattibili MA in questo caso esso non coincide con quello dei portafogli efficenti che invece sono rappresentati solo dalla seconda retta con k’ positivo: questa retta è la FRONTIERA EFFICENTE ovvero che contiene i portafogli efficenti mentre l’altra retta è composta da portafogli dominati. (guarda grafico su appunti a pag41)
Inoltre in questo particolare caso in cui la correlazione è pari a -1 si ha una combinazione di titoli, ovvero QUANDO A= sigma2/(sigma1+sigma2), in cui la rischiosità si ANNULA e la deviazione standard è pari a 0.
nel caso generale in cui la correlazione dei 2 titoli è compresa tra -1 e 1 l’insieme dei portafogli fattibili ha luogo su una curva e non su una retta; questa curva tenderà alla retta dei portafogli fattibili nel caso in cui la correlazione è 1 (che congiunge i 2 titoli) quando la correlazione dei 2 titoli è vicina a 1 e tenderà ai 2 segmenti che rappresentano i portafogli fattibili nel caso in cui la correlazione siano -1 all’avvicinarsi della correlazione a questo valore (guarda grafico a pagina 41 degli appunti).
inanzitutto si può notare che quando la correlazione è pari a 1 il portafoglio con minor deviazione standard possibile è quello composto interamente dal titolo con minor deviazione standard mentre quando è - 1 è possibile costruire un portafoglio, combinando i 2 titoli, con deviazione standard minore. lo stesso accadrà dunque quando la correlazione è vicina a 1 e -1; per trovare la correlazione esatta al di sotto della quale diventa possibile costruire un portafoglio con deviazione standard minore del titolo con deviazione standard minore bisogna imporre la dissequazione. si può infatti ricavare prima il valore di a per cui la deviazione standard del portafoglio sia minima e poi imporre che questo valore di a sia minore di 1 (ovvero che ci sia effetto di diversificazione). in questo modo si ottiene che c’è effetto di diversificazione QUANDO la correlazione è minore di sigma1/sigma2: è questo il VALORE SOGLIA; è un valore positivo e minore di 1 siccome abbiamo imposto che i titoli non fossero dominati (u1<u2 e sigma1<sigma2)
quando un portafoglio è detto efficente?
quando non esiste nessun altro portafoglio che lo domina in senso media-varianza
come cambia l’analisi di media-varianza quando oltre ai 2 titoli rischiosi introduciamo anche un titolo certo? quali sono le condizioni di ottimalità e rimangono uguali anche quando estendiamo il modello a n securities? i pesi trovati variano al variare del rendimento atteso inizialmente prefissato? e quelli del portafoglio composto solo dai 2 titoli? cos’è alpha e a cosa è uguale?
in questo caso seguiamo 2 passaggi:
- fissiamo un livello di rendimento atteso che vogliamo raggiungere
- tra tutte le combinazioni di titoli che generano portafogli con questo rendimento atteso scegliamo il portafoglio con la varianza minima: tutti gli altri infatti saranno dominati da questo. dunque la funzione obbiettivo sarà quella della varianza e andrà MINIMIZZATA sotto il VINCOLO che il rendimento atteso sia pari a quello prefissato. per risolvere questo problema utilizziamo quindi la lagrangiana e al posto che minimizzare la funzione della varianza minimizziamo 1/2 della varianza solo perchè questo ci semplifica i calcoli (nota che nella formula della varianza non rientra quella del titolo certo che siccome è nulla non contribuisce alla varianza del portafoglio). inoltre siccome il problema è di tipo quadratico convesso se troviamo un minimo esso sarà sicuramente un minimo globale e ciò ci è molto utile.
la FOC è che il gradiente sia nullo ovvero che la derivata rispetto a w1, w2 e lambda siano tutte e 3 nulle (nota che l’ultima condizione non è altro che il rispetto del vincolo).
la condizione di ottimalità che si ottiene alla fine è che (u1-r0)/sigma1p sia uguale a (u2-r0)/sigma2p e 1/lambda dove sigma1p e sigma2p sono rispettivamente il contributo del titolo 1 e del titolo 2 alla varianza del portafoglio: possiamo interpretare questa condizione dicendo che IL RAPPORTO TRA IL PREMIO AL RISCHIO ATTESO D CIASCUN TITOLO E LA SUA CONTRIBUZIONE AL RISCHIO DEL PORTAFOGLIO DEVE ESSERE LO STESSO PER TUTTI I titoli sennò si venderebbero quelli con rapporti minori e comprerebbero quelli con rapporto maggiori. Inoltre, dalle 2 equazioni in cui abbiamo posto le derivate parziali uguali a 0, facendo una serie di passaggi (ovvero moltiplicando una per w1 e una per w2 (lo possiamo fare perchè in condizioni di equilibrio le derivate sono nulle e quindi anche moltiplicandole per qualcosa di diverso rimangono uguali tra di loro in quanto nulle) e poi sommandole), si può ottenere un ALTRA CONDIZIONE che vale SOLO in condizioni di ottimalità; ovvero che anche (up-r0)/sigmap^2 (cioè il premio al rischio del portafoglio) deve essere uguale a 1/lambda cosi come deve essere uguale quindi anche a (u1-r0)/sigma1p e (u2-r0)/sigma2p. da questa si ricava che il premio al rischio del portafoglio per ciascuna unità di rischio ovvero (up-r0)/sigmap^2 è uguale a 1/lambda. (questa condizione sarà la stessa ANCHE quando si estende il modello a n titoli).
Da questa condizione si possono quindi ricavare i pesi ottimi w1* e w2* con la quota da assegnare al titolo certo che si trova poi per differenza.
chiaramente questi pesi ottimi dipenderanno dal rendimento up del portafoglio che abbiamo prefissato inizialmente e varieranno al variare di quest’ultimo.
per questo motivo quindi vogliamo dividere questo portafoglio in 2 sottoportafogli: uno composto solo dal titolo certo e uno composto solo dai 2 titoli (DETTO PORTAFOGLIO DI TANGENZA) o da n titoli se si estende il modello al caso con n titoli; in questo modo la composizione del secondo portafoglio (cioè i pesi dei 2 titoli che saranno: w1t= w1/(w1+w2) e w2t=w2/(w1+w2); la t sta per tangenza) sarà COSTANTE anche al variare del rendimento prefissato mentre ciò che varierà al variare di quest’ultimo sarà la quota di ricchezza alpha da assegnare a questo portafoglio e la quota 1-alpha da impiegare nel titolo certo. in particolare siccome il rendimento del portafoglio è pari a alphaut (rendimento atteso del portafoglio con i 2 titoli pari a w1tu1 +w2tu2) +(1-alpha9)r0; allora ALPHA SARA’ UGUALE a: (up-r0)/(ut-r0) dove up è il rendimento prefissato.
Che applicazione del metodo media-varianza potrebbe essere interessante fare?
quali sono le limitazioni dell’approccio standard di media-varianza di markowitz?
sarebbe molto interessante applicare questo approccio nell’analisi del life-cycle investing ovvero nell’analisi degli investimenti di lungo termine ottimali per le famiglie, ciò è anche molto importante per indirizzare le pollitiche pubbliche verso industrie e regolatori.
nell’applicare questo approccio al life-cycle investing però bisogna ricordarsi che esso ha alcune limitazioni:
Le limitazioni dell’approccio standard di media-varianza sono principalmente due:
1) Incapacità di Considerare Asset Non Tradabili (Come il Capitale Umano e gli Immobili):
Il modello di Markowitz si basa sulla selezione e ottimizzazione di un portafoglio di asset tradabili, come azioni e obbligazioni, cercando di massimizzare il rendimento atteso per un dato livello di rischio (varianza). Tuttavia, nella vita reale, le persone possiedono anche asset non tradabili, come il capitale umano (il valore attuale dei guadagni futuri derivanti dal lavoro) e gli immobili, che non possono essere facilmente venduti o scambiati sul mercato. Ignorare questi asset può portare a decisioni di investimento SUBOTTIMALI, poiché una parte significativa della ricchezza totale dell’individuo non viene presa in considerazione nell’allocazione del portafoglio.
2) Difficoltà nel Generare Processi di Rendimento Affidabili per Orizzonti Temporali Lunghi:
L’approccio standard si basa su stime storiche dei rendimenti e della varianza degli asset per costruire il portafoglio ottimale. Tuttavia, queste stime potrebbero non essere affidabili quando si pianificano investimenti su orizzonti temporali molto lunghi, come nel caso dei piani di investimento per tutta la vita.
dunque la volatilità e l’incertezza aumentano con l’estensione dell’orizzonte temporale, rendendo difficile prevedere con precisione i rendimenti futuri. Di conseguenza, basarsi esclusivamente su questo modello può portare a risultati SUBOTTIMALI, specialmente per investimenti che coprono tutto il ciclo di vita di una persona.
Queste limitazioni indicano che il modello di Markowitz, pur essendo utile, non è sufficiente da solo per gestire le complessità degli investimenti a lungo termine, e necessita di essere integrato con altre considerazioni e strumenti per affrontare i rischi e le opportunità legati al ciclo di vita dell’investitore.
come si può modificare il modello di markowitz per superare la limitazione di non tenere conto degli asset non tradabili come il capitale umano? cos’è il capitale umano? l’inclusione del capitale umano tra gli asset modifica l’allocazione ottimale sugli altri asset? tendenzialmente questo porta a una allocazione maggiore su asset rischiosi o sicuri? quali proprietà vengono perse con questo aggiustamento? come si fa a ristabilire la forma convenzionale della FOC?
il modello può essere modificato attraverso i seguenti passaggi:
1) Incorporare il Capitale Umano come un Asset nel Portafoglio:
Il capitale umano, che rappresenta il valore attuale dei redditi futuri di una persona, può essere trattato come un asset aggiuntivo nel portafoglio. Questo significa considerarlo al pari di altri investimenti come azioni e obbligazioni, con un rendimento atteso e un rischio associato. Al contrario però delle altre securities l’allocazione al capitale umano è FISSA e non tradabile.
2) Rivedere la Composizione del Portafoglio:
L’inclusione del capitale umano tra gli asset cambia l’equilibrio ottimale degli investimenti finanziari in quanto la sua presenza nell’allocazione porta il variare sia del rendimento atteso del portafoglio che della varianza conducendo cosi a una FOC diversa con allocazioni diverse alle altre securities rispetto al caso in cui non consideravamo il capitale umano; ad esempio se il capitale umano è considerato come un investimento a basso rischio e rendimento stabile, potrebbe consentire un maggior investimento in asset più rischiosi ma potenzialmente più redditizi.
Chiaramente questo aggiustamento porta alla perdita di alcune proprietà della soluzione convenzionale dell’approccio media varianza: in primo luogo al contrario di prima l’allocazione ottimale dipenderà dalla quantità individuale di capitale umano stabilita ex-ante.
3) per ristabilire la forma convenzionale della FOC è necessario aggiungere una COMPONENTE DI HEDGING per mitigare il rischio specifico associato al capitale umano.
Questa componente di hedging comporta l’aggiustamento delle posizioni in altri asset finanziari per ridurre il rischio complessivo del portafoglio dovuto alle fluttuazioni del valore del capitale umano.
qual’è il modo per risolvere il problema di produrre stime affidabili su orrizonti temporali lunghi dell’approccio di markowitz e qual’è il ruolo del VAR in questo?
Come varia il rischio annualizzato delle diverse classi di attivi in base all’orizzonte temporale e perché questa variazione è rilevante per l’allocazione del portafoglio?
Il modello VAR viene utilizzato per catturare le dinamiche a lungo termine dei rendimenti di mercato e delle variabili di stato. Include variabili finanziarie e altre determinanti di lungo periodo per generare previsioni dei rendimenti e della varianza condizionale sui diversi orizzonti temporali. Questo approccio consente di ottimizzare l’allocazione degli attivi in base alle condizioni attuali del mercato e alla durata dell’investimento, adattando la strategia di portafoglio in modo specifico per ogni orizzonte temporale.
Il rischio annualizzato, rappresentato dalla “Term Structure of Risk”, mostra come il rischio associato a T-bills, azioni e obbligazioni cambia con l’aumento dell’orizzonte temporale. Ad esempio, il rischio delle azioni tende a diminuire all’aumentare dell’orizzonte, mentre quello dei T-bills rimane relativamente stabile. Questa variazione è cruciale per l’allocazione del portafoglio perché permette di adattare la composizione del portafoglio in base al tempo che un investitore prevede di mantenere gli investimenti, ottimizzando il trade-off tra rischio e rendimento per massimizzare la performance del portafoglio nel lungo termine.
che cosa sono i target date funds? come viene gestito il rischio? cos’è un glide path? Come avviene il ribilanciamento automatico e come viene compensata la diminuzione di capitale umano che avviene con il passare degli anni?
come influisce l’integrazione di capitale umano nel modello?
I Target Date Funds (TDF) sono fondi d’investimento progettati specificamente per il risparmio pensionistico. Questi fondi sono costruiti per adattarsi automaticamente alle esigenze di investimento di una persona man mano che si avvicina alla pensione.
Descrizione dei Target Date Funds:
I TDF sono pensati per aiutare gli investitori a raggiungere i loro obiettivi finanziari a lungo termine, mantenendo un livello di rischio appropriato durante l’intero ciclo di vita dell’investimento. Il rischio viene gestito attraverso un PROCESSO DI RIBILANCIAMENTO AUTOMATICO che riduce l’esposizione agli asset più rischiosi (come le azioni) man mano che l’investitore si avvicina alla data obiettivo (ad esempio, la data di pensionamento).
I TDF seguono una “glide path”, ovvero un PERCORSO di riduzione GRADUALE del rischio. Questo percorso di allocazione viene parametrizzato in base all’età dell’investitore. All’inizio, quando l’investitore è più giovane, il fondo avrà una maggiore esposizione a investimenti azionari, che sono più rischiosi ma offrono un potenziale di rendimento più elevato. Con l’avvicinarsi della pensione, l’esposizione azionaria diminuisce, e il fondo aumenta l’allocazione in titoli a reddito fisso, che sono meno rischiosi.
Ribilanciamento Automatico: Le allocazioni all’interno del fondo vengono regolate annualmente secondo un PIANO PREDEFINITO che considera l’età dell’investitore. Questo meccanismo è progettato per compensare la diminuzione del “capitale umano” (ovvero, la capacità di guadagnare reddito lavorando) con un aumento degli investimenti in strumenti a reddito fisso che offrono una maggiore sicurezza.
Come Funziona il Glide Path:
il libro (pag 41) mostra un esempio di “glide path”, dove la percentuale di allocazione in azioni (equity) diminuisce con l’aumentare dell’età dell’investitore e l’approssimarsi della pensione.
Integrazione del Capitale Umano:
L’inclusione del capitale umano all’interno del set di asset tradabili e non tradabili implica che i giovani investitori, con un capitale umano elevato, possono permettersi di avere una maggiore esposizione a investimenti azionari. Questa esposizione viene ridotta man mano che l’investitore invecchia, e il capitale umano diminuisce.
In sintesi, i Target Date Funds sono strumenti d’investimento automatizzati che adattano il mix di asset nel tempo per bilanciare rischio e rendimento in funzione dell’età dell’investitore e della sua vicinanza alla data obiettivo, solitamente la pensione.
Quali sono le ipotesi/assunzioni su cui si basa il Capital Asset Pricing Model (CAPM)? Cosa comportano?
1) sul fatto che la scelta dei portafogli e le preferenze degli agenti siano consistenti con il principio e il modello media - varianza
2) i mercati azionari sono in equilibrio
3) i mercati sono senza frizioni e perfettamente liquidi:
- non ci sono costi di transazione
- non ci sono restrizioni per i trader
tutti gli asset possono essere comprati/venduti ai prezzi osservati sul mercato
- gli investitori sono price takers
- tasse neutrali (stesse per tutti)
4) possibilità di prendere in prestito un ammontare illimitato di soldi al tasso riskfree
5) INFORMAZIONE CONDIVISA E ASSENZA DI ASIMETRIE INFORMATIVE (irrealistico)
queste assunzioni fanno si che tutti gli investitori affronteranno la STESSA FRONTIERA EFFICENTE in quanto il tasso risk free e il portafoglio di tangenza sono uguali per tutti.
inoltre, in equilibrio la condizione di domanda e offerta implica che IL PORTAFOGLIO DI TANGENZA DEVE PER FORZA ESSERE IL PORTAFOGLIO DI MERCATO ovvero un portafoglio in cui ogni asset rischioso è rappresentato con un peso uguale alla sua quota sulla capitalizzazione di mercato. infatti, se cosi non fosse e qualche titolo non fosse presente nel portafoglio di tangenza allora nessun agente lo chiederebbe (siccome tutti gli agenti hanno e chiedono lo stesso portafoglio che è quello di tangenza) e quell’asset scomparirebbe dal mercato.
cos’è la capital market line (CML)? a cosa è uguale la pendenza della retta?
è la retta che descrive i portafogli efficenti (cioè la frontiera efficente) ovvero quelli che garantiscono la variabilità minima per ciascun rendimento atteso prefissato. siccome sappiamo che in condizioni di ottimalità um-r0/sigma m= up-r0/sigma possiamo ricavare la retta CML la cui equazione è u= ro+ [(um-r0)/sigma m]sigma.
la pendenza della retta è il prezzo di mercato del rischio per ogni unità di rischio che viene poi moltiplicato per le unità di rischio totali (sigma). chiamando questo prezzo del rischio come lambda (diverso però dal moltiplicatore di lagrange) possiamo scrivere la CML come u= r0 + lamdasigma.
i portafogli efficenti sono quelli che stanno sulla retta che va dal punto relativo al titolo riskfree al portafoglio di mercato; i portafogli efficenti sono quindi quelli che sono composti in parte dal titolo riskfree e in parte dal portafoglio di mercato; l’investitore deciderà poi in che punto di questa retta (che è la cml) posizionarsi in base ai suoi obbiettivi di rendimento e propensione al rischio
cos’è la security market line (SML)?
Quando la sml e la cml collassano?
quando un attività/portafoglio è sottovalutato e quando è sopravalutato?
è una retta che descrive tutti i portafogli, sia quelli efficienti che quelli non e quindi comprende anche i portafogli costituiti da un solo titolo che di solito sono tutt’altro che efficienti. questa retta descrive una relazione lineare tra l’eccesso di rendimento atteso di un generico portafoglio e l’eccesso di rendimento del portafoglio di mercato.
per un portafoglio con un solo generico titolo i la sml è ui= r0 + Bi(um-r0) dove Bi=cov (ri,rm)/sigma m^2. con una serie di passaggi si può poi dimostrare come la SML può essere facilmente estesa a un qualsiasi portafoglio o oggetto finanziario con equazione quindi: up=ro+Bp(um-r0) dove il BETA DI PORATFOGLIO si può dimostrare che è LA MEDIA PONDERATA DEI BETA DEI TITOLI CHE LO COMPONGONO con pesi uguale alle quote dei singoli titoli.
la SML declinata su portafogli efficienti diventa la CML. quando il generico portafoglio P è efficiente (ovvero sta sulla cml e quindi è composto da titolo riskfree e portafoglio di mercato) infatti si ha che la correlazione tra il portafoglio efficente e quello di mercato è 1 e quindi il beta è pari a sigma p (dove p è il portafoglio efficiente)/sigma m e la sml diventa up= ro + [(um-r0)/sigma m] * sigma p ovvero la CML
un’attività è sopravalutata quando si trova sotto la SML e sottovalutata se si trova sopra.
Come si può usare il capm per la valutazione di cashflow futuri aleatori?
il prezzo di un attività si stima sempre in finanza facendo la sommatoria dei flussi di cassa futuri generati da essa scontati. nella formula del prezzo dell’attività finanziaria possiamo inserire al posto del rendimento atteso r0 +B(um-r0) usando la SML. in questo modo otteniamo cosi una formula di valutazione AGGIUSTATA PER IL RISCHIO (nel denominatore infatti oltre al tasso riskfree che si usa per scontare i flussi certi c’è una componente pari a B(um-r0) che è proprio dovuta al fatto che i flussi di cassa non sono certi). praticamente usiamo il rendimento aggiustato per il rischio ottenuto dal capm (dalla SML in particolare) per scontare i flussi di casa futuri
GUARDA ESERCIZIO ESAME PASSATO A PAG 46 DEL LIBRO
cosa rende i portafogli efficenti? qual’è la componente di rischio che viene remunerata?
ciò che distingue i portafogli tra l’essere efficienti o meno è la presenza al loro interno del rischio idiosincratico. infatti l’unico rischio che il mercato remunera è quello sistematico ovvero il rischio di mercato che NON. si può eliminare con la differenziazione (in altre parole è il rischio che non puoi evitare dopo aver fissato un rendimento atteso). i portafogli efficienti sono gli UNICI che hanno SOLO il rischio sistematico, quelli non efficienti infatti non sfruttano al massimo la diversificazione e contengono quindi anche del rischio idiosincratico che però è un rischio che non viene remunerato dal mercato (è per questo ad esempio che i portafogli con un singolo titolo sono di solito molto poco efficienti). questo fa si che dato un portafoglio non efficiente, esista sempre un portafoglio su cui puoi investire che abbia stesso rendimento atteso ma minor rischio (volatilità).
tutto ciò si può vedere molto bene con le formule: infatti, considerando un singolo titolo, se si parte dalla SML e si indica (um-r0)/sigma m, che è il prezzo di mercato del rischio, con lambda si può vedere come ui-r0= lambda* [cov(ri;rm)/sigma m] dove ciò che è scritto tra parentesi quadra è anche uguale alla correlazione tra i e m*sigma i. Da qui si vede quindi bene come la rischiosità del titolo (sigma i) NON E’ REMUNERATA INTERAMENTE ma è remunerata solo una parte (visto che la correlazione tra i e m è per definizione minore di 1) OVVERO quella correlata al portafoglio di mercato (rischio sistematico).
Come si calcola il rendimento atteso di un’attività nel CAPM e qual è il significato del premio per il rischio?
Nel CAPM, il rendimento atteso di un’attività (mu_i) si calcola con la formula:
mu_i = r_f + beta_i * (E_rM - r_f)
Dove:
r_f è il tasso privo di rischio.
beta_i è il beta dell’attività i, che misura la sensibilità del rendimento dell’attività rispetto al rendimento del portafoglio di mercato.
E_rM è il rendimento atteso del portafoglio di mercato.
Il premio per il rischio è dato da beta_i * (E_rM - r_f) e rappresenta la compensazione che gli investitori richiedono per assumere il rischio SISTEMATICO associato all’attività i.
Quali sono le componenti del rischio totale di un’attività secondo il CAPM e come si calcolano? cosa può fare la diversificazione?
Il rischio totale (varianza del rendimento) di un’attività (sigma_i^2) nel CAPM è scomposto in due componenti:
sigma_i^2 = beta_i^2 * sigma_M^2 + sigma_epsilon_i^2
Dove:
beta_i^2 * sigma_M^2 è il rischio sistematico, che dipende dal beta dell’attività e dalla varianza del mercato (sigma_M^2).
sigma_epsilon_i^2 è il rischio specifico (idiosincratico), legato a fattori unici dell’attività che possono essere diversificati.
Il rischio sistematico non può essere eliminato attraverso la DIVERSIFICAZIONE e viene compensato dal mercato, mentre il rischio specifico può essere eliminato e non è remunerato.
cos’è il modello Black-CAPM?
è un altra versione del modello del CAPM fornita da Black nel 1972 in cui NON viene assunta, a differenza del CAPM, l’esistenza di un titolo risk-free