diritto Flashcards

1
Q

quali sono le operazioni disciplinate dalla normativa riservate all’attività bancari e quali sul mercato dei capitali?

A

le prime sono quelle che includono la raccolta di fondi con obbligo di restituzione (cliente depositario) mentre le seconde quelle che includono la raccolta di fondi senza obbligo di rimborso (cliente investitore)

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2
Q

quali sono le fonti di raccolta del risparmio e offerta al pubblico?

A

tuf, regolamento del prospetto ue e regolamenti delegati ue.

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3
Q

cos’è il prospetto e qual’è il suo ambito di applicazione in riferimento al TUF (nazionale)

A

il prospetto è il veicolo che deve essere usato per proporre un offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero di ogni comunicazione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, rivolta a persone non esattamente identificabili prima dell’operazione (carattere pubblico dell’offerta) che abbia al suo interno sufficenti informazioni sulle condizioni di offerta e dei prodotti finanziari offerti da poter permettere a queste persone di dare un giudizio fondato su questi prodotti.
I semplici messaggi pubblicitari configurano un’offerta al pubblico soltanto se presentano «sufficienti informazioni.

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4
Q

in quali ceppi normativi è articolata la disciplina dell’offerta al pubblico?

A
  • tuf e disposizioni di attuazione
  • regolamento EU relativo al prospetto da pubblicare.

questi 2 ceppi sono ormai integrati

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5
Q

qual’è la differenza del campo di applicazione del prospetto tra la disciplina del TUF e quella europea?

A

il campo di applicazione della disciplina del TUF è più ampio di quella europea in quanto disciplina l’offerta di prodotti finanziari, non di titoli (che ne sono un sottoinsieme)

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6
Q

cosa sono i titoli?

A

sono i valori mobiliari eccezion fatta per gli strumenti di mercato monetario aventi scadenza inferiore ai 12 mesi (comprese quote o azioni di OICR chiusi) dove i valori mobiliari sono:
-azioni di società e titoli equivalenti
-certificati di deposito azionario
-obbligazioni e altri titoli di debito
-altri valori mobiliari che permettano di acquisire o vendere tali valori mobiliari

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7
Q

in cosa consistono gli obblighi informativi?

A

consiste nell’acquisire le informazioni necessarie dai clienti e nell’operare in modo che essi siano sempre adeguatamente informati. si tratta quindi di un doppio flusso informativo: dall’investitore all’intermediario per valutare adeguatezza e appropriatezza dell’investimento e dall’intermediario all’investitore (prima, dopo e durante il rapporto contrattuale). inoltre le comunicazioni di marketing devono essere sempre corrette, chiare e non fuorvianti

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8
Q

cosa sono i prodotti finanziari? quali sono i prodotti finanziari che sono esclusi dalla disciplina del TUF sull’offerta al pubblico?

A

I «prodotti finanziari» sono strumenti finanziari E (è quindi un insieme più ampio di quello degli strumenti finanziari) ogni altra forma di investimento di natura finanziaria (ovvero operazioni che comportano l’impiego di capitale con un rendimento atteso e un rischio finanziario sottostante), ad eccezione dei depositi bancari o postali non rappresentati da strumenti finanziari (nota che basta una sola componente finanziaria per essere classificati come prodotti finanziari).

Pur se compresi tra i prodotti finanziari, la normativa esclude la disciplina delle fattispecie rappresentate dai prodotti bancari e dai prodotti finanziari «assicurativi» , questo per evitare duplicazione tra disciplina del TUF e disciplina di settore: i prodotti bancari sono già disciplinati dal codice delle assicurazioni private e dal regolamento UE mentre quelli bancari che non assumano la forma di strumenti finanziari sono esclusi dalla disciplina dell’offerta al pubblico.

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9
Q

quali sono 2 caratteristiche peculiari dei prodotti assicurativi?

A
  • permettono di indicare un beneficiario indipendente da vincoli di parentela
  • Protezione da un’azione (individuali o collettive) dei creditori (impignorabilità e insequestrabilità delle somme presso la compagnia assicurativa), data dalla legge. Condizione non sempre valida.
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10
Q

a che esigenza risponde il prospetto informativo? quale deve essere il suo contenuto e la sua modalità di presentazione?

A

Il prospetto informativo risponde all’esigenza di trasparenza, intendendosi per essa la disponibilità di informazioni sufficienti per la formulazione di un giudizio «fondato» sull’investimento; tutte le operazioni di offerta (sia una a tantum che ricorrenti) sono subordinate alla pubblicazione di un prospetto che deve essere presentato alla consob insieme informandola dell’intenzione di voler effettuare un offerta al pubblico.
Il prospetto deve contenere le informazioni che siano necessarie perché gli investitori possano pervenire a un fondato giudizio sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sui risultati economici e sulle prospettive dell’EMITTENTE, così come le informazioni sui PRODOTTI FINANZIARI oggetto dell’offerta e i relativi diritti. il prospetto può presentarsi in un documento o in più documenti e qui le info vengono divise in:
- documento di registrazione
- nota informativa sui prodotti offerti
- NOTA DI SINTESI con le info. essenziali dell’offerta (documento rivolto in particolare ai retail; è il primo e forse unico documento che l’investitore legge)

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11
Q

su che livello si devono attestare le info nel prospetto?

A

Il prospetto deve attestarsi sul livello necessario per l’investitore comune, fermo restando che il prospetto dovrebbe contenere informazioni idonee anche per un investitore qualificato.
L’art. 99 TUF prevede precisi e penetranti poteri di intervento in capo alla Consob la quale può inter alia esigere che l’emittente o l’offerente includa nel prospetto informazioni supplementari, se è necessario per la tutela degli investitori.
per il principio di parità informativa tutti gli investitori devono avere le stesse info (?)
La disciplina si basa sull’assunto per cui un investitore medio, che abbia a disposizione uno stock sufficiente di informazioni è (o dovrebbe essere) in grado di valutare adeguatamente l’opportunità di aderire o meno all’operazione. («mito dell’investitore informato»).

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12
Q

cos’è il prospetto ue della crescita?

A

È prevista una disciplina particolare per le PMI, con la finalità di facilitare l’accesso a differenti forme di finanziamento, disciplina che comprende una semplificazione delle procedure per la redazione, l’approvazione e la distribuzione del prospetto “ viene individuato un «Prospetto UE della crescita» in funzione di un principio di proporzionalità (purché non abbiano titoli ammessi alla negoziazione di un mercato regolamentato (art. 15 Reg. Prospetto).
Con riferimento al suo contenuto, il prospetto UE della crescita si presenta come un documento in formato standardizzato, scritto in linguaggio semplice, composto da nota di sintesi + specifico documento di registrazione + specifica nota informativa sui titoli.

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13
Q

cos’è il prospetto ue della ripresa?

A

Il Regolamento (UE) 2021/337 ha introdotto il cd. prospetto UE della ripresa, disciplina di portata temporale limitata (fatto per il covid?) (al momento scaduta il 31 dicembre 2021).
Il prospetto in questione mira ad assicurare una riduzione dei costi di accesso al mercato a favore dei seguenti soggetti:
a) Emittenti con azioni ammesse alla negoziazione in un mercato regolamentato continuativamente da almeno 18 mesi e che emettano azioni fungibili (non sono unici) con azioni esistenti emesse in precedenza (società già quotata da almeno 18 mesi);
b) Emittenti con azioni negoziate in un mercato di crescita (?) per le PMI continuativamente da almeno 18 mesi;
c) Offerenti di azioni ammesse alla negoziazione in un mercato regolamentato o in un mercato di crescita per le PMI senza soluzione di continuità per almeno gli ultimi 18 mesi.
Gli emittenti possono redigere un prospetto UE della ripresa soltanto se il numero di azioni che intendono offrire rappresenta, insieme al numero di azioni eventualmente già offerte attraverso un prospetto UE della ripresa in un periodo di 12 mesi, non più del 150% del numero di azioni già ammesse alla negoziazione su un mercato regolamentato o su un mercato di crescita per le PMI, a seconda del caso, alla data di approvazione del prospetto UE della ripresa.
Per quanto concerne il contenuto del documento, il regolamento UE precisa che il prospetto UE della ripresa contiene le pertinenti informazioni ridotte, necessarie per consentire agli investitori di comprendere:
I) Le prospettive, i risultati finanziari dell’emittente e gli eventuali cambiamenti significativi verificatisi dalla fine dell’ultimo esercizio nella situazione finanziaria dell’emittente, nonché la sua strategia e i suoi obiettivi aziendali a lungo termine e l’incidenza del Covid-19 sull’attività;
II) Informazioni essenziali sulle azioni, sui relativi diritti, sui motivi dell’emissione e sull’impatto sull’emittente.

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14
Q

il prospetto informativo deve essere sottoposto a preventivo controllo della consob?

A

l prospettivo informativo è sottoposto al preventivo controllo della Consob” e la mancata decisione della Consob nei termini previsti non costituisce approvazione del prospetto (non vale il criterio del silenzio-assenso).
TUTTAVIA C’E UN ECCEZIONE : la pubblicazione dei prospetti relativi ad OICR italiani, FIA UE e FIA non UE è preceduta da una
mera comunicazione;
nel caso di OICVM italiani alla comunicazione è allegato il documento con le informazioni chiave per gli investitori (cd. KIID: art. 98-ter).

Il procedimento di approvazione del prospetto da parte della Consob deve trovare il giusto
compromesso tra esigenza di rapidità, da una parte, e necessario controllo dell’Autorità dall’altra.
Nel 2022 sono state apportate delle MODIFICHE al Regolamento Emittenti, tra cui:
- Sono stati allineati i termini di approvazione del prospetto a quelli della legislazione europea (cioè sono stati accorciati);
- Il procedimento di approvazione prende avvio all’atto della domanda (e non da quando la Consob accerta la completezza della documentazione).

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15
Q

cos’è il KIID?

A

KIID (Key Investor Information Document”: se l’offerta è rivolta ad investitori al dettaglio.
Il KIID rappresenta l’evoluzione del tradizionale prospetto informativo, ha l’obiettivo di dar vita a ad un documento sintetico, maggiormente fruibile da parte di un investitore al dettaglio e non rispetto al prospetto informativo, spesso troppo complesso e lungo.
(è un documento di 3 pagine che riassume caratteristiche di rischio,rendimento e costi; non è soggetto ad approvazione.

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16
Q

in relazione all’approvazione che la consob deve dare al prospetto; che tipi di controlli deve eseguire?

A

Il TUF non chiarisce espressamente la natura della potestà della Consob, né i controlli che essa è chiamata a svolgere.
Per quanto riguarda la natura del controllo, emerge con evidenza che il controllo dell’Autorità amministrativa riguarda essenzialmente il profilo

della completezza e dell’adeguatezza delle informazioni fornite al mercato.
La Consob dovrà verificare che vi sia:
- Conformità del prospetto agli schemi previsti (cioè conformità tra ciò che chiede il prospetto e ciò che chiede la disposizione)
- Presenza di tutte le informazioni necessarie per consentire all’investitore di addivenire ad un fondato giudizio sull’operazione.

La Consob deve pronunciarsi circa il merito dell’operazione, o circa la sua convenienza?NO! va esclusa una valutazione sulla convenienza dell’operazione!

per quanto riguardo la veridicità sipuò negare che la consob debba controllare la veridicità delle informazioni (considerando anche i ristretti limiti di tempo), TUTTAVIA se la non-veridicità è evidente è responsabilità della consob accorgersene.

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17
Q

come deve essere la forma dei contratti?

A

non è previsto espressamente un requisito di forma per i contratti conclusi a seguito di un’operazione di offerta al pubblico. Tuttavia, la Consob ha precisato che l’adesione alle operazioni di offerta può effettuarsi unicamente mediante la sottoscrizione, anche telematica, dell’apposito modulo o con altre modalità equivalenti indicate nel prospetto.

Nel caso di un fatto nuovo significativo o un errore rilevante
prima della chiusura dell’offerta, deve essere pubblicato un
SUPPLEMENTO al prospetto e gli investitori che, prima delle
pubblicazione del supplemento, hanno già accettato di
acquistare o sottoscrivere i titoli, hanno il DIRITTO, esercitabile
entro due giorni lavorativi dopo la pubblicazione del
supplemento, di REVOCARE la loro accettazione (art. 23, comma 2
Reg. Prospetto)

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18
Q

in materia di offerta al pubblico, qual’è il ruolo della consob? le regole sono fisse?

A

Anche nella materia dell’offerta al pubblico di prodotti finanziari, ampio è il rinvio al potere regolamentare della Consob (essa deve svolgere il ruolo di regolatore e supervisore). Al fine di non trascurare le specificità che possono caratterizzare le singole operazioni di offerta, e dalle quali può discendere l’opportunità di formulare regole anche diverse rispetto a quelle generali, il comma 1 dell’art. 95 precisa che le norme regolamentari potranno essere DIFFERENZIATE “in relazione alle caratteristiche dei prodotti finanziari, degli emittenti e dei mercati”. (art. 95 TUF).
In generale gli aspetti da disciplinare sono :
- contenuto dei prospetti
- controllo sulla fase preparatoria dell’offerta
-correttezza dei comportamenti
- ulteriori obblighi informativi e poteri della consob

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19
Q

qual’è la disciplina sul contenuto dei prospetti? chi la disciplina? cosa può esigere la consob?

A

Per quanto attiene al contenuto dei prospetti, la disciplina di riferimento conferma l’obbiettivo di realizzare una significativa standardizzazione di tali documenti. La standardizzazione dello stock di informazioni è una tecnica che attribuisce certezza al comportamento degli operatori e del mercato nel suo complesso, agevolando anche il CONFRONTO tra operazioni similari o successive nel tempo. Il procedere per schemi predeterminati non esclude, peraltro, la possibilità di introdurre ADATTAMENTI in funzione della specificità delle singole operazioni .

L’attuale art. 94 TUF prevede, al comma 1, un generale rinvio al Regolamento Prospetto, quale fonte che disciplina il prospetto e i suoi contenuti per l’offerta al pubblico di titoli, mentre l’art. 94-bis disciplina, con il rinvio al RE, l’offerta al pubblico di prodotti finanziari diversi dai titoli e dalle quote o azioni OICR aperti. Il Regolamento Prospetto (art.6), oggi richiamato direttamente dal TUF, precisa che, a prescindere dalla forma scelta (unico documento, o 3 documenti distinti), il prospetto dovrà contenere “le informazioni NECESSARIE che siano rilevanti per un investitore affinché possa procedere a una valutazione con cognizione di causa» presentate in forma facilmente analizzabile, succinta e comprensibile sui seguenti aspetti:
- la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’emittente;
- i titoli e i diritti ad essi collegati;
- le ragioni dell’emissione e l’impatto (è una previsione, parte molto delicata) della stessa sull’emittente.

L’art. 99 TUF la consob può stabilire il contenuto dei prospetti in relazione a particolari categorie di prodotti fin. e può esigere che l’emittente inserisca INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI, se necessario per la tutela degli investitori (temperamenti?).
L’art. 95 TUF non chiarisce se la Consob debba definire degli schemi predeterminati: La consob emana disposizioni relativi agli schemi per talune operazioni soltanto (le più diffuse: Il TUF non accoglie uno schema di prospetto informativo “residuale” per le altre operazioni (ciò contribuirebbe alla chiarificazione delle regole applicabili alle operazioni di offerta al pubblico) , cosicché, in caso di offerta ad oggetto prodotti finanziari per i quali non sono previsti schemi, la Consob stabilisce, su RICHIESTA dell’offerente, il contenuto del prospetto.

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20
Q

cos’è un offering circular?

A

An offering circular is a type of prospectus provided for a new security listing. It is delivered to individuals and brokerage houses who are interested in potentially purchasing the newly issued securities. It is often slightly abbreviated from the final, long-form prospectus, but is still required to contain specific information.
An offering circular should not be confused with a red herring or preliminary prospectus. The red herring is issued during the IPO process and is intended to generate interest in the new issue. It lacks many of the specifics regarding the new issue. The offering circular, on the other hand, is a more complete document and should be viewed before making a final decision about an investment

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21
Q

in relazione alle offerte pubbliche, cos’è il principio di parità informativa?

A

Principio di parità informativa: un investitore istituzionale riceve le stesse informazioni di un investitore privato (sta poi nella sua capacità a interpretare al meglio le informazioni presentate).

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22
Q

è previsto anche il controllo sulla fase preparatoria delll’offerta?

A

La lettera c), comma 1, art. 95 TUF conferma che la disciplina dell’offerta al pubblico si espande anche nella fase antecedente l’avvio dell’operazione: la circolazione di informazioni, la diffusione di dati e notizie e le indagini preliminari, che precedono l’avvio dell’offerta costituiscono, infatti, elementi idonei, ad influire sensibilmente sia sulla trasparenza dell’operazione, sia sulla parità di trattamento tra gli investitori.
Si tratta di norme che assolvono allo scopo di evitare lo “svuotamento” della funzione del prospetto, e la diffusione di informazioni incoerenti rispetto a quelle affidate a quest’ultimo. (CAPIRE QUESTA FRASE)

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23
Q

Cosa si intende per correttezza di comportamenti in relazione alle offerte pubbliche?

A

In virtù dell’art. 34-sexies, i soggetti che partecipano all’offerta sono tenuti ad osservare “principi di correttezza, trasparenza e parità di trattamento dei destinatari dell’offerta” e “si ASTENGONO dal diffondere notizie non coerenti con il prospetto o idonee ad influenzare l’andamento delle adesioni”.
Particolari cautele sono previste per le cc.dd. operazioni di STABILIZZAZIONE (volte a sostenere il prezzo degli strumenti finanziari nel periodo successivo all’offerta) in quanto idonee ad influenzare il meccanismo di formazione dei prezzi degli strumenti finanziari oggetto dell’offerta.
Tali operazioni sono sottoposte a specifici limiti sia quantitativi, sia qualitativi.

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24
Q

quali sono gli ulteriori obblighi informativi e poteri della consob?

A

Sono previste disposizioni particolarmente pervasive dettate dal TUF, e dalle norme regolamentari, per quanto attiene la vigilanza sui soggetti che svolgono operazioni di offerta al pubblico, e sugli obblighi facenti capo agli stessi. La finalità è quella di predisporre presidi di controllo sull’informativa resa al pubblico dall’emittente, con particolare riferimento ai dati contabili: l’art. 96 stabilisce al riguardo che l’offerta al pubblico NON può essere effettuata se la società di revisione ha espresso un giudizio NEGATIVO, ovvero si è dichiarata impossibilità ad esprimere un giudizio.

L’art. 97, comma 3, stabilisce che la Consob, allo scopo di acquisire elementi conoscitivi può richiedere, ENTRO un anno dall’acquisizione o dalla sottoscrizione dei prodotti finanziari, la comunicazione di DATI e notizie, e la trasmissione di atti e documenti agli acquirenti o sottoscrittori dei prodotti finanziari, fissando i relativi termini. Tale potere può essere esercitato anche nei confronti di coloro per i quali vi sia fondato sospetto che svolgano, o abbiano svolto, un’offerta al pubblico in violazione delle disposizioni previste dall’art. 94 TUF.
Elemento peculiare della norma: il potere della Consob si esercita nei confronti di soggetti NON necessariamente sottoposti a vigilanza: gli «acquirenti» e i «sottoscrittori» dei prodotti finanziari sono, infatti, gli investitori che hanno manifestato la loro adesione all’offerta e, dunque, possono ben includere soggetti non rientranti nel novero degli intermediari.

Quanto ad altri poteri esercitabili dalla Commissione, l’art. 99 TUF le attribuisce specifici poteri INTERDITTIVI, il cui uso può essere “graduato” in funzione della situazione di fatto, e che consentono nella possibilità, tra l’altro, di sospendere in via cautelare l’offerta, o di vietarla.

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25
Q

qual’è la disciplina in merito alla pubblicità finanziaria nelle offerte pubbliche?

A

La disciplina della pubblicità finanziaria è strettamente connessa alla materia del prospetto.
viene disciplinata dall’Art. 101 TUF coordinato con l’art. 22 del Regolamento Prospetto.
L’art. 101 formula un divieto generale di diffusione di annunci pubblicitari prima della pubblicazione del prospetto.
- Per i prodotti diversi dai titoli: la pubblicità deve essere effettuata secondo i criteri stabiliti dalla Consob;
- Per l’offerta di titoli: si applica l’art. 22 del Regolamento Prospetto.

Lo stesso art. 101, comma 4, attribuisce alla Consob specifici poteri relativi agli annunci pubblicitari, che possono tradursi nella sospensione o nel DIVIETO dell’attività pubblicitaria.
L’art.101, comma 5, tratta delle informazioni comunicate in via selettiva, a determinati investitori, nel corso dei contatti che in genere PRECEDONO l’offerta vera e propria. In proposito, si prevede l’obbligo di ripristinare le condizioni di PARITA’ DI INFORMAZIONE: pertanto le informazioni fornite a determinati soggetti o gruppi di soggetti devono essere divulgate a TUTTI gli investitori appartenenti alle medesime categorie, ai quali l’offerta è diretta in esclusiva.

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26
Q

quali sono i casi in cui non si applica la disciplina sull’offerta al pubblico?

A

ci sono casi in cui 1) non si ravvisa in concreto l’esigenza della tutela (il cosidetto need of protection): in questo caso l’applicazione della disciplina si rivelerebbe inutile e controproducente (imporrebbe costi di compliance sproporzionati):
- Offerte al pubblico, aventi ad oggetto titoli il cui corrispettivo totale
di ciascuna offerta nell’Unione Europea, calcolato su un periodo di
12 mesi, è compreso tra 1.000.000 euro e 8.000.000 euro
- Offerte rivolte ad un numero di dell’operazione investitori non qualificati inferiore
a centocinquanta

e 2) altri in cui si ravvisa l’insussistenza dei presupposti stessi di applicazione della disciplina:

-Offerte rivolte esclusivamente agli investitori qualificati (cd. clienti
professionali)
-Offerte con emissioni relative a titoli con taglio minimo di 100.000 euro

Basta una di queste 4 condizioni per bloccare la disciplina del prospetto.

inoltre viene anche non applicata la disciplina quando l’emittente ha determinate caratteristiche; in particolare per:

-Offerte di obbligazioni emesse o garantita da Stati sovrani appartenenti alla UE o da
organismi internazionali a carattere pubblico di cui facciano parte uno o più Stati
membri UE
-strumenti finanziari emessi dalla BCE o dalle banche centrali nazioni della UE
-Offerte aventi il fine di procurarsi i mezzi necessari per i propri scopri non lucrativi,
da associazioni aventi personalità giuridica o da enti non aventi scopo di lucro.

c’è poi un esenzione prevista dall’art 205 del tuf:
Le offerte di acquisto e di vendita di prodotti finanziari effettuate in mercati regolamentati, nei
sistemi multilaterali di negoziazione e, se ricorrono le condizioni indicate dalla Consob con
Regolamento, da internalizzatori sistematici non costituiscono offerta al pubblico di prodotti
finanziari.
la ratio è quella di Evitare inutili appesantimenti della disciplina: gli strumenti che sono
negoziati su mercati e sistemi multilaterali sono già preceduti dalla
pubblicazione di un adeguato stock di informazioni.

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27
Q

fai da slide 26 a 31 di siri e ultima parte del blocco 4 di mungo

A
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28
Q

qual’è la disciplina di offerte al pubblico connesse con una quotazione nei mercati regolamentati?

A

L’offerta al pubblico e la quotazione nei mercati regolamentati sono operazioni spesso connesse. Infatti, la condizione della sufficiente diffusione tra il pubblico che serve per la quotazione nei mercati regolamentati viene spesso raggiunta con il lancio di un’offerta pubblica. Quando ciò accade c’è quindi la necessità di coordinare la disciplina dell’offerta al pubblico con quella dell’ammissione nei mercati regolamentati. Il TUF per fare ciò dice che la CONSOB in disciplinare la matteria del prospetto di quotazione è tenuta a formulare specifiche regole per i casi in cui l’ammissione alle negoziazioni in un mercato regolamentato è preceduta da un’offerta al pubblico. Dunque, in questi casi si può comunicare alla CONSOB l’intento e il prospetto predisposto per la quotazione integrato con le informazioni relative all’offerta vale anche come prospetto informativo per l’offerta pubblica. Dunque, nel caso di un’ammissione alla quotazione preceduta da un’offerta al pubblico il prospetto informativo è unico.

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29
Q

come sono e quando si applicano le sanzioni amministrative

A

Le sanzioni amministrative innanzitutto devono essere effettive, proporzionate e dissuasive. Vengono applicate a chiunque effetto in offerta al pubblico in assenza di un prospetto informativo approvato dalla Consul, ma inoltre sono anche previste per dei casi di mancata osservanza delle norme di dettaglio che reggono l’offerta al pubblico (sono sanzioni pecuniarie). In alcuni casi sono poi anche previste delle sanzioni accessorie (la durata è non inferiore ai 2 mesi e non superiore ai 3 anni) :L’applicazione delle sanzioni comporta la perdita temporanea dei requisiti di onorabilità e l’incapacità temporanea di assumere incarichi direttivi in società quotate o con titoli diffusi.

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30
Q

quando si applicano le sanzioni civilistiche?

A

Le sanzioni civilistiche si applicano tramite la nullità dei contratti e la responsabilità da prospetto. La nullità dei contratti si ha quando un’offerta al pubblico è stata emessa senza la pubblicazione di un prospetto. Dunque, quest’offerta al pubblico è effettua dall’annullità. Questa annullità non è stabilita per legge ma deriva dal fatto che la disciplina sull’offerta tutela gli interessi di tipo pubblicistico e valenza generale.
a responsabilità da prospetto dice che l’emittente, l’offerente, l’eventuale garante e le persone responsabili di talune parti contenute nel prospetto rispondono limitamente a tali parti, dai danni subiti dall’investitore che abbia fatto ragionevole affidamento sulla veridicità e incomplicesse delle informazioni contenute nel prospetto. La responsabilità per informazioni false e omissioni irrilevanti gravano direttamente sull’intermediario responsabile del collocamento, fatta salva per la disintelligence defense. I soggetti indicati non incorrono alcuna responsabilità se provano di aver adottato un’intelligenza allo scopo di assicurare che le informazioni fossero conforme ai fatti. Le persone responsabili del prospetto ed eventuali supplementi devono essere chiaramente indicate nel prospetto con i loro nomi e la loro funzione. Nessuno può essere ritenuto civilmente responsabile esclusivamente in base alla nota di sintesi, a meno che essa sia afforbiante, imprecisa o incoerente se letta con altre parti del prospetto e non offre informazioni chiave. Le azioni esercitate sono esercitate entro cinque anni, salvo che l’investitore è probabile di aver scoperto la falsità delle informazioni o omissioni ai due anni precedenti di esercizio.

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31
Q

cos’è il market bookrun?

A

è uno strumento introdotto dalla borsa italiana durante la crisi del 2008 capace di neutralizzare la volatilità dei mercati

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32
Q

quali sono le autorità di vigilanza nazionali dei mercati finanziari? di quali poteri sono dotate?

A

il Mef, la consob, la banca d’italia, la covip e l’ivass e hanno poteri di vigilanza, regolamentazione e sanzione e devono collaborare e lavorare in modo coordinato.

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33
Q

qual’è l’insieme di fonti normative?

A

il TUF, le direttive comunitarie e le leggi istitutive, ci sono poi anche il TUB e il codice delle assicurazioni che non trattiamo nel corso. le direttive comunitarie e tuf spesso dialogano portando a modifiche del tuf o coesistenza tra Tuf e direttive comunitarie. l’obbiettivo delle direttive comunitarie è quello di creare uno spazio con regole il più possibili comuni (level playing field), rimangono però ad oggi degi arbitraggi normativi tra paesi.

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34
Q

cos’è l’european capital market union?

A

è un progetto ambizioso che ha l’obbiettivo di creare un mercato di capitali comune

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35
Q

come esercitano la vigilanza le 5 autorità di vigilanza? e di quali poteri dispongono?

A

esse vigilano costantemente sui mercati finanziari tramite regolamentazione (fatta da banca d’italia e consob), raccolta di dati e ispezioni (off-site e on-site). la regolamentazione è SIA della banca d’italia che della consob. se si rilevano incongruenze sono previste sanzioni pecuniarie.

esse dispongono di poteri di:
- controllo
- regolamentazione
- sanzione

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36
Q

qual’è la logica operativa nell’emanazione dei regolamenti?

A

è una logica PARTECIPATIVA e non top-down; nonostante la scelta finale del regolamento stia al regolatore esso ascolta le istanze delle parti interessati istaurando un dialogo. infatti prima dell’emanazione, il regolamento viene messo in CONSULTAZIONE; richiedendo quindi l’opinione dei soggetti coinvolti. le prime parti ascoltate sono le associazioni che raccolgono gli operatori finanziari quali ABI (associazione bancaria italiana), ASSOGESTIONI (associazione dei gestori), ASSONIME (associazione delle società quotate), ASSOSIM (associazione delle SIM), CONFINDUSTRIA, esse sono associazioni che si fanno portavoce delle istanze di mercato.

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37
Q

qual’è la definizione di strumento finanziario

A
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38
Q

quali sono gli strumenti finanziari diversi dai derivati

A
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39
Q

quali sono i poteri del mef

A

nel tuf non è scritto esplicitamente che il mef è un autorità di vigilanza, come scritto invece nel TUB, ma di fatto lo è. Nel 1998 il tuf ha attuato un complessivo riordino delle competenze spettanti al mef con una netto ampiamento del suo ambito di intervento , in particolare regolamentare (sia nella disciplina di intermediari che di emittenti).
I poteri spettanti al Ministro nel settore dei servizi di investimento:
i) individuare, al fine di tener conto dell’evoluzione dei mercati finanziari e delle norme di adattamento stabilite dalle autorità europee, nuove categorie di strumenti finanziari, nuovi servizi così da stare al passo con l’evoluzione dei mercati fin.
ii) Adottare le norme di attuazione e di integrazione delle riserve di attività previste nel rispetto delle disposizioni europee.
iii) nella disciplina degli emittenti individua i requisiti di onorabilità e professionalità degli organi di controllo di emittenti quotati e i principi contabili internazionali validi per la redazione del bilancio consolidato

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40
Q

qual’è il rapporto tra mef e consob?

A

il mef è il referente politico della consob nonostante la consob sia un’autorità amministrativa indipendente e autonoma.
la CONSOB ha il dovere di:
- informare il ministero sugli eventi più rilevanti e trasmettere le notizie e i dati di volta in volta richiesti.
- comunicare gli atti di natura regolamentare diversi da quelli relativi all’organizzazione interna della commissione, e il ministero può formulare le proprie valutazioni della commissione, informando il parlamento.
- trasmettere una relazione annuale sull’attività svolta insieme al programma di attività dell’anno successivo.
Vi è chi, correttamente, ha visto in tale meccanismo un movimento di possibile valutazione politica dell’operato della commissione.

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41
Q

qual’è il criterio che vige per capire i ruoli di consob e banca d’italia che coesistono e vigilano sui mercati finanziari?

A

il criterio è di tipo FUNZIONALE. la ripartizione di competenze non è legata al tipo di soggetto sottoposto a vigilanza ma piuttosto sulla natura dei controlli e delle attività svolte. Entrambi i soggetti hanno poteri di controllo, di regolamentazione e di sanzione verso gli intermediari finanziari e i mercati.

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42
Q

qual’è l’ambito di applicazione della banca d’italia?

A

è di vigilanza prudenziale dei soggetti vigilati ossia:
- controlla i rischi
- verifica che le dotazioni dei mezzi patrimoniali rispettino i requisiti patrimoniali imposti, Tutte le società vigilate devono essere s.p.a., quindi devono avere una dotazione di patrimonio minimo che viene definito dalla normativa e controllato dalla banca d’Italia, perché muta in base ai ratio patrimoniali
- organizzazione interna dei soggetti vigilati (vigilanza prudenziale); i soggetti vigilati devono organizzarla sulla base di regole precise (ossia avere una struttura di risk management, compliance, internal audit, avere un CdA con una struttura precisa, e così via)

A differenza della Consob, la Banca d’Italia non ha poteri in materia di emittenti quotati, fa eccezione il caso in cui l’emittente quotato sia una banca.

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43
Q

qual’è l’ambito di applicazione della consob e quali sono le sue caratteristiche?

A

la consob è un organismo collegiale indipendente i cui membri della commissione vengono nominati con decreti del presidente della repubblica. A differenza delle altre Autorità, la Consob trae parte delle risorse finanziarie per assicurarne il funzionamento da contributi versati direttamente dai soggetti sottoposti all’attività di vigilanza (modello ampiamente diffuso all’estero).
. L’ambito di attività della Consob è:
- controllo sulla trasparenza e correttezza dei comportamenti dei soggetti vigilati.
- poteri su emittenti quotati: Consob ha competenze sull’intera materia regolata dal TUF (mentre Banca d’Italia solo su intermediari e mercati)
- controlli in via esclusiva in ambito di appello al pubblico risparmio, con riferimento alle 1)offerte di sottoscrizione e vendita, quanto alle 2)offerte pubbliche di acquisto. (opa)

Es. Una banca come Banca Intesa (quotata) verrà quindi vigilata sia dalla banca d’Italia (per disciplina TUB, essa ha poteri in materia di emittenti non quotati, ammenochè non siano banche ) che dalla Consob (potere su emittenti quotati). Esempi in cui queste forze discordanti non si manifestano sono Lussemburgo e Irlanda, perché l’organo di controllo è univoco. A Lussemburgo c’è la Commission Du Secteur Financier Luxembourg, mentre a Dublino c’è la Banca Centrale d’Irlanda. l’ente unico ha da una parte il vantaggio è+di permettere agli operatori di avere un dialogo più snello e semplificato con l’autorità di vigilanza, per contro però avere due autorità garantisce maggiore indipendenza dell’autorità di vigilanza e non vincola il rapporto alle decisioni di un ente unico.

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44
Q

che tipo di organi sono la consob e la banca di italia?

A

sono organi collegiali. La nomina del presidente e dei commissari CONSOB arriva dalla politica, ossia dalla proposta del Consiglio dei ministri, sebbene sia un ente indipendente, amministrativo e autonomo. Un altro fatto opinabile riguardo alla legislazione italiana è che gli azionisti della banca d’Italia siano le banche stesse, sollevando un possibile conflitto d’interessi tra vigilante e vigilato.

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45
Q

di cosa si occupa la covip?

A

La Commissione di vigilanza sui fondi pensione disciplina le forme pensionistiche complementari, cioè i fondi pensione.
Si occupa della trasparenza e correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche complementari, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare.
(La Covip, tuttavia, risulta dotata di minore autonomia e indipendenza, in quanto il ministero del lavoro e delle politiche sociali, in concerto con il ministero dell’economia e delle finanze, svolgono attività di alta vigilanza sul settore della previdenza complementare tramite l’adozione di direttive generali indirizzate alla Covip.)

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46
Q

di cosa si occupa l’ivass?dap chi e preslieduto?

A

Vigila sul settore assicurativo, con l’obiettivo di garantire la stabilità (trasparenza ed economicità) e il buon funzionamento del sistema assicurativo e la tutela dei consumatori. Quindi, sebbene le funzioni dell’Ivass siano svolte con riferimento al comparto assicurativo, l’intersezione con il mercato dei capitali giunge attraverso i prodotti “misti” assicurativo-finanziari, per i quali la vigilanza su tali prodotti si interseca con quella della Consob con cui vi è quindi una cooperazione.
L’Ivass è presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia.

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47
Q

quali sono i principi generali in materia di coesistenza tra le diverse autorità di vigilanza previsti dal tuf?

A

Obiettivi principi generali idonei a delimitare l’operato delle Autorità:
- Rafforzare l’efficacia del loro intervento;
- Favorire la cooperazione;
- Favorire lo scambio di informazioni

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48
Q

cosa dice l’articolo 2 del tuf?

A

esso rimarca la prospettiva di continuità e allineamento tra autorità locale ed europea ( la normativa nazionale deve agire in linea/in armonia con quelle comunitarie, mai contro l’autorità europea). (il tub presenta le stesse caratteristiche all’articolo 6)
«Il Ministero dell’economia e delle finanze, la Banca d’Italia e la Consob esercitano i poteri loro attribuiti in ARMONIA con le disposizioni comunitarie, applicano i Regolamenti e le Decisioni dell’Unione Europea e provvedono in merito alle raccomandazioni concernenti le materie disciplinate dal presente decreto».

Portata formale e SOSTANZIALE della norma:
Alle autorità è poi affidato il compito di provvedere in merito all’applicazione di regolamenti e decisioni dell’unione europea (le DIRETTIVE non vengono menzionate perchè l’attuazione di tali fonti NON spetta alle autorità di vigilanza), e anche riguardo alle raccomandazioni che concernono materie regolate dal TUF.
Laddove però non esistono norme specifiche dell’UE, l’autorità nazionale deve fare fede alle norme di RESPIRO PIù AMPIO, le quali devono essere tenute ben presente anche in ambito finanziario.
Si parla di elementi cardine come non discriminazione, parità di trattamento, libera concorrenza, trasparenza dei procedimenti, rispetto della rule of law, antitrust, tutela del consumatore … ; un altro es. è il diritto alla privacy.

49
Q

cosa dice l’articolo 3 del tuf ? riguardo a ciò, quali sono i principi generali a cui devono essere conformi le azioni delle autorità di vigilanza?

A

L’articolo 3 del TUF stabilisce che:
- I regolamenti ministeriali previsti dal decreto devono essere adottati ai sensi dell’art. 17 l.1988/n.400 (?)
- La BdI e Consob devono stabilire i termini e le procedure per l’adozione degli atti e dei provvedimenti di propria competenza.

L’articolo 3 desume l’azione delle autorità di vigilanza che deve essere conforme ai criteri di:
1. TRASPARENZA. Le autorità devono rendere trasparenti i loro provvedimenti. Quelli di carattere generale vengono pubblicati sulla gazzetta ufficiale, mentre quelli individuali, come la sanzione ad un intermediario a seguito di un’ispezione, vengono pubblicate sul sito dell’autorità che ha esercitato il provvedimento. Tutta la normativa ogni anno viene raccolta e pubblicata per mantenersi aggiornati.
Entro il 31 gennaio di ogni anno, tutti i regolamenti e provvedimenti di carattere generale ai sensi del TUF, unitamente ai regolamenti dei mercati, vengono pubblicati da parte dal MEF in un compendio, così che eventuali innovazioni normative vengano raccolte per gli operatori finanziari.
2. OBBLIGO DI REVISIONE PERIODICA: almeno ogni 3 anni avviene la revisione periodica degli atti relativi ai mercati, per essere sicuri di stare al passo con il mercato.
3. CONOSCIBILITA’. Le normative, regolamenti e progetti devono essere conoscibili a tutti, gli intermediari devono sapere quali sono e dove sono reperibili.
4. PREDETERMINAZIONE. L’intermediario deve sapere quali sono le modalità per il quale vengono presi provvedimenti. Le sanzioni devono essere motivate bene (obbligo di motivazione). L’emanazione di provvedimenti deve includere una relazione che illustri le conseguenze sulla regolamentazione, sull’attività delle imprese e degli operatori e sugli interessi degli investitori e dei risparmiatori.
5. PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA’. La piccola startup deve necessariamente essere trattata diversamente da Banca Intesa. La regolamentazione comporta dei costi, visto che l’intermediario deve essere strutturalmente pronto a rispondere alle richieste dell’autorità vigilante. È chiaro quindi che l’autorità, nell’emanare le normative, deve tenere conto dell’impatto costi / benefici che può dare al mercato finanziario. Si intende quindi esercizio del potere adeguato al raggiungimento del fine, con il minore sacrificio degli interessi dei destinatari.
6. OBBLIGO DI CONSULTAZIONE PREVENTIVA degli organismi rappresentativi dei soggetti vigilati (principio di better regulation  l’autorità rende esplicita la sua analisi e valutazione, confrontando le diverse opzioni disponibili per la stesura del testo normativo, co le osservazioni dei partecipanti). (vedi sopra)

L’attuazione di questi principi è rimessa ai regolamenti delle singole autorità, le quali potranno derogare dai principi in casi di necessità, urgenza o riservatezza.

50
Q

su quanti livelli è articolato il sistema di vigilanza finanziaria europeo? chi è l’autorità che coordina il sistema bancario europeo?

A

su 2 livelli: vigilanza macroprudenziale e microprudenziale.

L’autorità che coordina il sistema bancario europeo è la BCE, coadiuvata dall’EBA. le riforme introdotte a seguito della crisi finanziari del 2008 hanno trasformato la vigilanza per gli enti creditizi al punto di introdurre il “Meccanismo di vigilanza unico” (MVU), affidato alla BCE. D’altra parte, però, per i mercati finanziari non si è verificato questo trasferimento di attività in seno a un’autorità europea unica. L’unico tentativo ambizioso è l’European Capital Market Union, che però non raggiunge i livelli di accentramento dei poteri affidati alla BCE.

51
Q

quali sono i criteri generali di comportamento per gli intermediari?

A

possiamo individuare 4 tipi di categorie:
-obblighi generali di diligenza, correttezza e professionalità
-obblighi informativi
- organizzazione interna
-conflitti di interessi

52
Q

chi è l’organo responsabile della vigilanza macroprudenziale? chi ci partecipa?

A

è l’ERSB; esso vigila su potenziali rischi alla stabilità finanziaria nell’area europea derivanti da sviluppi macroeconomici e da accadimenti che interessano il sistema finanziario nel suo complesso.
All’ESRB partecipano la BCE, la Commissione e le tre autorità europee (ESMA, EBA, EIOPA).

53
Q

chi si occupa di vigilanza micro-prudenziale?

A

le tre Autorità europee (ESMA, EBA, EIOPA).
a. ESMA: European Securities & Market Authority (sede Parigi). È l’autorità designata alla vigilanza dei mercati finanziari.
b. EBA: European Banking Authority (sede Parigi). Effettua vigilanza sulle banche.
c. EIOPA: European Insurance & Occupational Pensions (sede Francoforte).

esse sono le 3 ESAs (European Supervisory Authorities).

Doppia vigilanza, nazionale e sovranazionale.
Tale vigilanza si è rafforzata e consolidata a seguito del crack finanziario del 2008.
Queste tre autorità di vigilanza operano in stretto contatto con le autorità di vigilanza nazionali degli Stati membri.
C’è quindi uno spirito di collaborazione tra vigilanza macro e micro, in quanto le ESAs collaborano con l’ESRB e collaborano con le autorità locali.
Un operatore finanziario quindi, qualunque sia la sua territorialità (europea), vede sia la vigilanza europea che locale (dello stato membro).

54
Q

quali sono le attività principali dell’esma?

A
  1. Contribuisce all’elaborazione delle norme e prassi comunitarie in materia di mercati finanziari (fornisce pareri alle istituzioni).
    Fornisce quindi progetti di norme tecniche di regolamentazione o di attuazione nei casi espressamente previsti, basati sugli atti legislativi dell’unione. Bisogna fare attenzione però, perché l’ESMA può solo dare progetti. C’è una delimitazione di competenze normative con il Parlamento Europeo, in quanto è lui l’ente europeo con potere legislativo.
  2. Contribuisce all’applicazione delle norme che deve avvenire in maniera uniforme, efficiente ed efficace nello spazio comunitario. Si traduce nell’impedire gli arbitraggi regolamentari tra paesi europei.
  3. Emana progetti, orientamenti, pareri e raccomandazioni tramite le c.d. soft law.
    Una soft law non ha potere vincolante come una norma, ma diventa fortemente indicativa in quanto possono comunque influenzare il comportamento delle parti interessate e contribuire a stabilire standard di pratica comune;
  4. Promuove la tutela degli investitori
  5. Collabora con ERSB
  6. Può prendere decisioni individuali verso le singole autorità nazionali. Se le autorità nazionali non si adeguano all’applicazione uniforme delle normative, l’ESMA può rivolgersi direttamente ad una di queste per fare in modo che diventi conforme. L’ESMA è quindi anche un’autorità dedita all’enforcement della disciplina europea del mercato dei capitali
  7. Contribuisce al funzionamento uniforme coerente dei collegi delle autorità di vigilanza, alla sorveglianza, valutazione e misurazione del rischio sistemico, con un’attenzione specifica alla risoluzione delle crisi dei partecipanti al mercato.
    L’ESMA può intervenire quindi in determinate situazioni di emergenza per garantire la stabilità e l’integrità dei mercati finanziari. Un esempio è il COVID-19, un’esperienza che ha portato a forte incertezza sui mercati e quindi di emergenza. C’è un meccanismo per cui l’ESMA individua la situazione di emergenza di concerto con il Consiglio Europeo. Se il Consiglio lo ritiene opportuno, si aumentano i poteri di intervento per l’ESMA, solo nel periodo di emergenza (si riesamina almeno mensilmente se sussiste l’emergenza) e finché la commissione lo consente. Il potere di intervento dell’ESMA significa chiedere alle autorità competenti di prendere le misure necessarie per affrontare tali sviluppi di emergenza. Se un’Autorità competente non si conforma alla decisione dell’ESMA entro il termine fissato nella decisione, l’ESMA può imporle di prendere le misure necessarie, come ad esempio la cessazione di ogni eventuale condotta difforme.
  8. Compiti di vigilanza su singoli settori (agenzie di rating, trade depositories, securitisation repositories, alcuni amministratori di benchmark, in tema di short selling, EMIR).
    9.Può adottare misure limitative all’effettuazione di determinate tipologie di operazioni allo scoperto o all’assunzione di posizioni short, in circostanze eccezionali di stress dei mercati

Il senso generale è dunque consentire di creare un level playing field per l’attività finanziaria, per evitare arbitraggi. Si tratta di armonizzare il diritto a livello europeo.
Rimane una questione molto dibattuta il fondamento “costituzionale” dei poteri di vigilanza europei. Ad esempio, in tema di short selling, è stata attribuita all’ESMA la facoltà di limitare alcune tipologie di operazioni allo scoperto, in circostanze eccezionali di stress dei mercati. Si è lamentato Il Regno Unito, che ha presentato un ricorso alla Corte, che tuttavia ha rigettato il ricorso. La decisione è molto rilevante perché espressione dei profondi cambiamenti legislativi conseguenti alla crisi del 2008.
Infine, gli strumenti di soft law sono diventati sempre più strutturati e pressoché vincolanti all’interno del diritto europeo, a seguito di varie sentenze da parte della Corte di Giustizia europea.

55
Q

quali sono i 2 grandi capisaldi dei mercati finanziari

A
  • servizi/attività di investimento disciplinati dalla mifid (obbiettivo: level playing field)
  • gestione collettiva
56
Q

da chi sono disciplinati i servizi di investimento?

A

da una direttiva che si chiama mifid; oggi siamo alla mifid 2.2

57
Q

cosa sono gli strumenti finanziari

A

(nuova definizione, una volta si usava la definizione del
valore mobiliare). La definizione odierna pone dei limiti entro cui giace l’entità di strumento
finanziario. Limite superiore: Prodotto finanziario, ossia sia gli strumenti finanziari sia ogni altra
forma di investimento di natura finanziaria (concetto più ampio). Non costituiscono prodotti finanziari,e quindi nemmeno strumenti finanziari, depositi
bancari o postali non rappresentati da strumenti finanziari. Limite inferiore: Gli strumenti di
pagamento non sono strumenti finanziari.
è un insieme aperto perchè il mef può costituire nuove tipologie di strumenti fin. per stare al passo con il mercato

58
Q

quali sono gli strumenti finanziari?

A

A) valori mobiliari
B) strumenti del mercato monetario
C) quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio
f) contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati («future»), «swap», accordi
per scambi futuri di tassi di interesse e altri contratti derivati connessi a valori mobiliari,
valute, tassi di interesse o …
g) contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati («future»), «swap», contratti
a termine («forward»), e altri contratti su strumenti derivati connessi a merci ….
h) contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati («future»), «swap» e altri
contratti su strumenti derivati …..
i) contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati («future»), «swap», contratti
a termine («forward») e altri contratti su strumenti derivati connessi a merci che non
possono essere seguiti in modi diversi da quelli indicati alla lettera f), che non hanno scopi
commerciali, e aventi le caratteristiche di altri strumenti finanziari derivati
j) strumenti finanziari derivati per il trasferimento del rischio di contratti finanziari differenziali
k) contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati («future»), «swap», contratti
a termine sui tassi d’interesse e altri contratti ….
L) Quote di emissioni che consistono di qualsiasi unità riconosciuta conforme ai requisiti della
direttiva 2003/87/CE (sistema per lo scambio di emissioni)

Questo elenco può essere ampliato dal mef (definizione aperta e i costante aggiornamento). Gli strumenti di pagamento non sono strumenti finanziari.

59
Q

in quali macrocategorie si dividono gli strumenti finanziari? QUALE è il requisito comune a TUTTI gli strumenti finanziari?

A
  • derivati
    -diversi da derivati

è la negoziabilità (con negoziabilità si intende la TRASFERIBILITA’ del possesso dello strumento da un individuo all’altro) sul mercato dei capitali (esso NON coincide necessariamente con il mercato quotato regolamentato; non c’ è una norma che lo definisce ma la prassi ci dice che è un mercato in cui posso negoziare il mio strumento anche in modo non regolamentato).
quando c’è un vincolo totale di non negoziabilità (es. pegno) come allora non può essere definito strumento fin., nei casi di vincolo parziale (es. di prelazione) si può comunque parlare di negoziabilità perchè si può superare questo vincolo, nei casi dubbi si guarda specificatamente se quello strumento può essere liberamente scambiato sul mercato.
NOTA che il vincolo di negoziabilità non richiede che lo strumento sia necessariamente quotato ne scambiato in un mercato regolamentato ma solo idoneo a essere trasferito sul mercato dei capitali.

60
Q

quali sono le 4 tipologie di strumenti diversi dai derivati?

A

i. Valori mobiliari
ii. Strumenti del mercato monetario
iii. Quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio
iv. Quote di emissioni che consistono di qualsiasi unità riconosciuta conforme ai requisiti della
direttiva 2003/87/CE

61
Q

cosa sono i valori mobiliari?

A

Categorie di valori che possono essere negoziati nel mercato dei capitali, quali AD ESEMPIO (NO elencazione chiusa; es crypto assets):
- le azioni di società e ALTRI TITOLI EQUIVALENTI (si aggiorna la lista) ad azioni di società, di partnership o di altri
soggetti e certificati di deposito azionario
- obbligazioni e altri titoli di debito, compresi i certificati di deposito relativi a tali titoli
- qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permette di acquisire o di vendere i valori
mobiliari indicati ai precedenti punti o che comporti un regolamento in contanti determinato
con riferimento ai valori mobiliari indicati alle precedenti lettere, a valute, a tassi di interesse,
a rendimenti, a merci, a indici o a misure; DUNQUE i derivati che hanno per sottostante questi titoli non sono classificati tra i derivati ma tra gli strumenti diversi dai derivati

62
Q

cosa sono gli strumenti del mercato monetario?

A

Per “strumenti del mercato monetario” si intendono categorie di strumenti NORMALEMENTE (non “possono” come per i valori mobiliari, essi potevano essere negoziati sul mercato oppure no)
negoziati nel mercato monetario, quali, ad esempio, i buoni del tesoro (btp), i certificati di deposito e le carte commerciali.

63
Q

cosa sono gli oicr?

A

Gli OICR sono i fondi comuni d’investimento e i SICAV. La definizione di questi ultimi non è
normata, in quanto per LORO NATURA i fondi comuni d’investimento sono negoziabili. Per questo
motivo non è necessario definirli.

64
Q

cosa sono le quote di emissione?

A

carbon credit:Con quote di emissioni si intende una direttiva che regola le emissione dei gas serra. Esiste
uno strumento finanziario che incorpora la regolamentazione delle emissioni.
La finanza traduce ogni asset possibile in strumenti finanziari ad-hoc, per questo motivo è
necessario avere una definizione aperta in grado di incorporare i nuovi strumenti nella direttiva (es. quote di emissione prima erano un sottostante di derivati, ora sono uno strumento in se e per sè).
Possono esserci strumenti che hanno la doppia qualifica, un’incrocio tra derivati e non derivati.
(e.g. il terzo punto dei valori mobiliari, sono derivati con sottostanti valori mobiliari).
anche qui, come per le quote degli oicr sono negoziabili per loro natura; non cè bisogno di definirli

65
Q

cosa si intende per strumenti finanziari derivati? quali sono le 3 tipologie di strumenti fin. derivati?

A

Per strumenti finanziari derivati si intendono gli strumenti finanziari previsti dalle precedenti
lettere d), e), f), g), h), i) e j), nonché quelli classificati come tali. Gli strumenti finanziari
derivatati, oltre al requisito di negoziabilità sul mercato di capitali (comune con strumenti non
derivati), devono avere L’INDICE DI FINANZIARIETA’(criterio oggettivo (o c’è o non c’è) proprio di ogni tipologia di
derivati). La finanziarietà la misuro in funzione della tipologia di derivato, se è finanziario lo vedo dal
sottostante, se il sottostante non è finanziario lo vedo da come posso regolare il contratto a scadenza: o dallo scambio di merce in una
piattaforma riconosciuta MIFID (se lo faccio al di fuori di questo, sto facendo un operazione commerciale non finanziaria) o tramite un regolamento cash settlement (chiudo l’operazione pagando la differenza in contanti).

i. Derivati finanziari
ii. Derivati su merci
iii. Derivati esotici

66
Q

quali sono gli strumenti derivati finanziari?

A

Quegli strumenti finanziari che hanno come sottostante un’attività o un’indice finanziario (e.g.
tassi d’interesse, una valuta, indici…). L’indice di finanziarietà viene riconosciuto dal
sottostante; se il sottostante è di tipo finanziario, allora il derivato è finanziario.

67
Q

quali sono i derivati su merci?

A

In questo caso il sottostante è una merce o materie prime (e.g. es. grano, oro, argento, rame,
avena, etc…). Questo è uno strumento finanziario che traduce un prodotto con natura
commerciale in finanziaria.
In questo caso l’indice di finanziarietà viene controllato in due modi: presenza di un
regolamento a scadenza con un cash settlement (ossia il regolamento dell’operazione viene
effettuato pagando il differenziale in contanti) o consegna del bene sottostante (con il derivato
negoziato in una piattaforma riconosciuta da MIFID, se questo strumento è negoziato in una
piattaforma esterna alla regolamentazione MIFID allora non è più finanziario ma è
commerciale).
Quindi, i contratti derivati su merci possono essere regolati con contanti per il differenziale o
possono contenere uno scambio di merce.

68
Q

cosa sono i derivati esotici?

A

Strumenti finanziari con varie tipologie di sottostante diverse da attività finanziarie e da merci
(e.g. variabili climatiche, tariffe di trasporto etc…)
Indice di finanziarietà: anche qua devo vedere se a scadenza si regola con cash settlement e/o se presente consegna fisica del derivato che deve essere negoziato su piattaforma riconosciuta da Mifid; al di fuori di queste 2 possibilità stiamo parlando di un operazione commerciale non finanziaria. (Stesso check che si effettua per i derivati su
merci).
I derivati sono un modo per avere la possibilità di investire indirettamente in materie prime
donandogli una caratteristica finanziaria o in oggetti terzi senza averne direttamente il
possesso.

69
Q

cosa si intende per servizi e attività di investimento? (sono 7)

A

si intendono le seguenti attività, QUANDO HANNO PER OGGETTO STRUMENTI FINANZIARI:
*Gestione di portafogli
* Ricezione e trasmissione ordini
* Consulenza in materia di investimenti
* Servizi di collocamento
* Esecuzione di ordini per conto dei clienti
* Negoziazione per conto proprio
* Gestione di sistemi multilaterali di negoziazione e gestione di sistemi organizzati di negoziazione

Ovviamente gli intermediari possono scegliere quali servizi offrire,
naturalmente devono essere autorizzati dalle autorità di vigilanza.

70
Q

in cosa consiste la gestione dei portafogli?

A

Gestione, su base discrezionale e INDIVIDUALIZZATO, di portafogli di investimento che INCLUDONO (questo è l’unico caso in cui un servizio di inv. prevede di avere come sottostante anche uno strumento diverso da uno strumento fin, come un immobile, nonostante chiaramente la maggior parte del portafoglio sarà composto da strumenti fin. anche se non vi è un indicazione di % minima) uno o più strumenti finanziari e nell’ambito di un mandato conferito dai clienti.

è un servizio PERSONALIZZATO , il gestore esegue una linea di gestione personalizzata, decisa congiuntamente, in base alle preferenze del cliente (esattamente opposto dei fondi comuni di inv. in cui la gestione è standardizzata).
nella realtà la società codifica differenti linee di gestione in cui fa confluire diversi clienti che hanno obiettivi simili. Questo non toglie però che il rapporto tra società e
cliente rimane di tipo INDIVIDUALE (ogni cliente ha il proprio mandato per la società).

Nelle gestioni di portafoglio il cliente ha la facoltà di impartire istruzioni specifiche al gestore,
nonostante il gestore ritiene una forte discrezionalità nel gestire gli investimenti e decide
individualmente come investire. Tuttavia, in ogni momento, il cliente ha la facoltà di impartire
ISTRUZIONI SPECIFICHE (su titolo e quantità) al gestore ed esso NON ha facoltà di rifiutare. Ancora,
questo non è possibile nei fondi comuni.
Infine, il patrimonio del cliente è DISTINTO da quello
dell’intermediario e da quello di altri clienti.

Il mandato è un modulo contenente una parte anagrafica, il capitale investito, la linea
d’investimento scelta, le fees annesse e un indice benchmark con cui il cliente può comparare i
dati del gestore con gli altri portafogli. Generalmente la gestione di portafoglio è direzionata ai
UHNWI, dato le grandi fees che implica e il grande lavoro individuale che deve essere svolto
per ogni cliente (tanti costi e anche impegno nella rendimentazione che deve essere personalizzata; non standardizzata). (taglio minimo: €500k/1k; nei fondi comuni spesso è 1000 euro)

71
Q

in cosa consiste l’attività di recezione e trasmissione di ordini?

A

comprende la ricezione e la trasmissione di ordini nonché l’attività consistente nel mettere in contatto due o più investitori , rendendo così possibile la conclusione di un’operazione tra di loro (mediazione).
Si tratta di un servizio che si colloca a “monte” dell’attività di negoziazione: l’investitore trasmette un ordine, che l’intermediario non esegue direttamente, ma ritrasmette ad un soggetto negoziatore, per la successiva esecuzione sul mercato (catena con 3 attori: investitore, soggetto trasmettitore e soggetto negoziatore.) .
La concreta RILEVANZA di questo servizio è essenzialmente legata ai casi in cui l’intermediario intenda eseguire operazioni di strumenti negoziati sui mercati nei quali egli non è autorizzato ad operare o quando non vuole prestare alcuni servizi perchè ad esempio gli richiederebbero di dotarsi di persone e strutture specifiche oppure ci potrebbero essere mercati difficili da raggiungere. (se l’intermediario è abilitato a negoziare questo servizio può essere evitato).

essa comprende il servizio di mediazione.

72
Q

In cosa consiste la consulenza in materia di investimenti?

A

Con il recepimento della miFID, la consulenza è definitivamente compresa tra i servizi di investimento.
Per consulenza in materia di investimenti si intende la “prestazione di raccomandazioni personalizzate a un cliente (consiglio dato a un cliente nella sua qualità di investitore o potenziale tale o di agente di un investitore), dietro sua richiesta o per iniziativa del prestatore del servizio, riguardo a una o più operazioni relative a strumenti finanziari”.
Tratti distintivi della consulenza in materia di investimenti:
- Personalizzazione (consigli basati sulle caratteristiche specifiche della persona (età, orrizzonte temporale, obbiettivo,esperienza ecc..)
- Determinazione (consigli specfici, non raccomandazioni su generiche categorie o gruppi di strumenti finanziari o maggior ragione relativi a semplici asset class)

la raccomandazione consiste nel:
I. Comprare, vendere, sottoscrivere, scambiare o riscattare uno strumento finanziario o assumere garanzie nei confronti dell’emittente rispetto tale strumento
II. Esercitare o non esercitare il diritto conferito da un determinato strumento finanziario di comprare, vendere, sottoscrivere, scambiare o riscattare uno strumento finanziario.

NON rientrano tra questo servizio:
- raccomandazioni rivolte al pubblico
-attività di ricerca in materia di investimenti e degli analisti finanziari

tutti gli intermediari DEVONO (obbligatorio) fare una PROFILATURA dei clienti attraverso il questionario mifid. è un questionario obbligatorio composto da 4 blocchi: orrizzonte temporale di investimento, profilo di rischio, esperienza che hai, obbiettivo dell’investimento (ultimamente sono state inserite anche domande sulle preferenze esg). tutte queste info servono per fare la profilatura del clienti. questi dati vengono poi immessi in dei software che emettono come output il profilo del singolo.

73
Q

come è stata classificata la consulenza in materia di investimenti negli anni in italia?

A

Ha visto periodi alterni soprattutto in Italia. Con la legge 1 del 1991 la consulenza figurava tra le attività riservate ma successivamente era passata tra i servizi accessori per il recepimento della direttiva 1993/ 22/ CEE e con l’emanazione del TUF. Poi nel 2007 con il recepimento della MiFID la consulenza è stata definitivamente ricompresa tra i servizi di investimento e perciò riservata a soggetti autorizzati.

74
Q

cosa sono i servizi di collocamento?

A

Offerta di strumenti finanziari a terzi, dove i terzi sono possibili investitori sulla base di un ACCORDO PREVENTIVO tra colui che colloca e il soggetto che emette o vende lo strumento -> si concordano quantitativo e pricing. Sulla base dell’accordo, l’intermediario colloca al pubblico lo strumento finanziario, impegnandosi in un’attività di tipo promozionale e sollecitatorio.
Ci sono due diversi TIPI di collocamento

75
Q

quali sono i 2 diversi tipi di collocamento?

A

Ci sono due diversi tipi di collocamento: 1) assunzione a fermo e/o collocamento sulla base di un impegno irrevocabile nei confronti dell’emittente 2)collocamento senza impegno irrevocabile nei confronti dell’emittente.

-Nel primo caso: l‘intermediario collocatore sopporta il rischio che l’operazione non vada a buon fine, con modalità ed intensità diverse. Le modalità sono due: il collocatore 1)può assumersi impegno di comprare al termine dell’offerta gli strumenti finanziari non collocati (impegno irrevocabile) oppure 2)può acquistare al day one tutto il quantitativo dell’emissione, per poi cercare di venderlo (assunzione a fermo).
-Nel secondo caso: l’intermediario colloca gli strumenti emessi ma non si assume il rischio di mercato: il quantitativo eventualmente non collocato è un problema dell’emittente.
La scelta dipende da molte variabili economiche e finanziarie: complessità strumenti, fees, etc.
Il collocamento si rivolge al pubblico, a terzi, cioè ad entità diverse dal collocatore.

76
Q

quali sono le differenze tra collocamento e esecuzione ordini per conto dei clienti?

A

-Con il collocamento l’attività dell’intermediario si svolge anche sul mercato primario: gli strumenti sono emessi per la prima volta, venduti o sottoscritti. Nel caso di esecuzione di ordini per conto del cliente, l’attività si svolge tipicamente sul mercato secondario (a questa regola c’è un eccezione: deroga prevista dall’attuale mifid 2 che prevede la possibilità di esecuzione di ordini di strumenti finanziari alla loro emissione).

-Con il collocamento, l’intermediario offre al potenziale investitore di acquistare o sottoscrivere strumenti finanziari. Nel caso di esecuzione di ordini, ci possono essere operazioni di VENDITA; e tendenzialmente, non ci sono operazioni di sottoscrizione.

-Il collocamento è un’operazione di massa indistinta di persona, fatta con condizioni standardizzate. È possibile che il collocamento avvenga per tranches e che ogni tranche sia riservata a certe categorie di investitori; tuttavia, nell’ambito di ciascuna tranche, l’operazione si realizzerà a condizioni uniformi.
L’attività di esecuzione invece prevede che si ricerchino controparti per un’operazione specifica, riferita a un determinato quantitativo. Le condizioni, perciò, non sono standardizzate: cambiano in funzioni di quantitativo, volatilità dei mercati, etc

77
Q

in cosa consiste l’attività di negoziazione per conto proprio/ esecuzione di ordini in conto proprio(ossia per l’intermediario stesso)?

A

Il servizio di investimento tramite cui l’intermediario acquista e vende strumenti finanziari in contropartita DIRETTA, andando ad incidere direttamente sul proprio patrimonio (mentre l’esecuzione per conto terzi incide sul bilancio del cliente); è come se fosse allo stesso tempo sia collocatore che cliente. Avviene sempre sul mercato secondario.

78
Q

quale figura rientra nel contesto dell’attività di negoziazione per conto proprio?

A

Rientra in tale contesto la figura del market maker, un intermediario che, nell’ambito delle sedi di negoziazione negozia su base continuativa (non occasionale) e per conto proprio, acquistando e vendendo strumenti finanziari in contropartita diretta ai prezzi da lui definiti. C’è in presenza di mercati illiquidi con poche transazioni in cui risulta difficile avere il prezzo di un titolo oppure nei mercati volatili come quello dei derivati-> il market maker va lui stesso a FORMARE un mercato.

79
Q

cos’è l’attività di internalizzazione sistematica?

A

è una modalità particolare di esecuzione degli ordini in conto proprio con oggetto strumenti finanziari. Non configura la prestazione da un servizio diverso dalla negoziazione in conto proprio anche se si applicano regole specifiche per far si che questa attività si allinei per trasparenza all’attività sui mercati regolamentati e ai sistemi multilaterali di negoziazione

80
Q

chi è l’internalizzatore sistematico?

A

è un soggetto che in modo organizzato, frequente, sistematico (frequenza e sistematicità si vedono dal numero di transazioni effettuate su un determinato strumento finanziario) e sostanziale (La sostanzialità deriva dal valore delle transazioni: è necessaria una dimensione significativa delle negoziazioni svolte dalla singola impresa rispetto alle transazioni su quello strumento effettuate all’interno dell’UE) negozia in conto proprio, eseguendo gli ordini AL DI FUORI Di di un mercato regolamentato, di un sistema organizzato di negoziazione o di un sistema multilaterale di negoziazione (trading venues riconosciute e regolamentate dalla direttiva MiFID) senza gestire un sistema multilaterale.
Una differenza importante con gli altri tre mercati citati prima consiste nel fatto che tutte le operazioni sono su base esclusivamente BILATERALE e sono fatte impiegando mezzi propri; non c’è multilateralità (più controparti) che è ciò che contraddistingue le vere e proprie sedi di negoziazione.

81
Q

in cosa consiste l’attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione? e di sistemi organizzati di negoziazione? in cosa differiscono le 2 attività?

A

-gestione di sistemi multilaterali che consentono l’incontro, al loro
interno e in base a regole non discrezionali, di interessi multipli di
acquisto e di vendita di terzi relativi a strumenti finanziari, in modo da
dare luogo a contratti

-un sistema organizzato di negoziazione è un sistema multilaterale diverso da un mercato regolamentato o sistema
multilaterale di negoziazione che consente l’interazione tra interessi
multipli di acquisto e di vendita di terzi relativi a obbligazioni, strumenti finanziari strutturati, quote di emissione e strumenti derivati, in modo da dare luogo a contratti (art. 4, par. 1, n. 23, MiFID I).

la nozione è simile (la multilateralità c’è in entrambi ad es.) ma la conclusione dei contratti qui è caratterizzata da discrezionalità: ampia libertà di scelta del gestore nl dare corso o meno all’operazione; inoltre in sistemi organizzati si possono negoziare solo srumenti non-equity (derivati, obbligazioni, strumenti strutturati, quote di emissioni).

82
Q

a chi è riservato l’esercizio professionale nei confronti del pubblico dei servizi e attività di investimento? la riserva di attività è assoluta? quali condizioni devono verificarsi affinchè scatti la riserva?

A

I servizi di investimento sono soggetti a riserva di attività a favore di soggetti abilitati. L’esercizio professionale nei confronti del pubblico di questi servizi è riservato alle sim, alle imprese d’investimento UE (equivalente europeo delle sim) e alle banche italiane, UE e di paesi terzi (che devono ricevere autorizzazione dall’autorità di vigilanza competente).
Le banche e le sim sono intermediari a capacità multipla dato che possono svolgere TUTTI i servizi di investimento.
Però la riserva di attività NON è assoluta: altri soggetti possono prestare ALCUNI servizi di investimento, come le sgr che possono fare l’attività di gestione collettiva del risparmio e possono anche farsi autorizzare alla gestione di portafogli (dovranno creare chinese walls per evitare conflitti di interesse) e all’attività di collocamento. Nel caso di gestione di un FIA, possono anche fare il servizio di ricezione e trasmissione ordini.

affinchè scatti la riserva devono verificarsi 2 condizioni:
1) svolgimento professionale: svolgimento sistematico, abituale e ricorrente (deve essere il mio core business, non un attività occasionale); NON rientrano nella riserva di attività i sevizi prestati in via occasionale ed
accessoria, senza predisposizione di adeguati schemi organizzativi per il
loro svolgimento.
2) esercizio nei confronti del pubblico: attività rivolta ad “economie terze”, anche se numericamente limitate e
preventivamente individuate (es. deciso solo investitori istituzionali) o identificate; NON ricadono nella riserva i servizi prestati da imprese esclusivamente ad
imprese controllanti, ovvero controllate dalla stessa controllante
o ad imprese ad essa collegate.

83
Q

quali sono i servizi accessori?

A

sono quei servizi che non sono soggetti a riserva di attività‘ a favore degli intermediari abilitati alla
prestazione dei servizi di investimento
- possono essere prestati dagli intermediari autorizzati alla prestazione dei servizi di
investimento che però sono tenuti a osservare le regole generali di comportamento
- possono essere liberamente svolti anche da soggetti non abilitati che NON sono tenuti ad osservare le regole generali di comportamento
- NON devono necessariamente essere prestati in via ausiliaria o strumentale rispetto
a un servizio di investimento (salvo intermediazione in cambi)

84
Q

quali servizi include la nozione di servizi accessori? (sono 6)

A

sono:
- la custodia e amministrazione di strumenti finanziari per conto dei clienti
- la concessione di crediti o prestiti agli investitori per effettuare operazioni su strumenti finanziari, nelle quali interviene l’impresa che concede il prestito o il credito
- la consulenza alle imprese in materia di struttura del capitale, strategia industriale o questioni connesse (anche consulenza su materie concernenti concentrazioni e acquisto di imprese)
- il servizio di cambio quando legato alla fornitura di servizi di investimento,
- la ricerca in materia di investimenti e analisi finanziaria o altre forme di raccomandazione generale
- i servizi connessi con l’assunzione a fermo.

sono servizi che possono esistere anche senza precipua accessorietà ai servizi di investimento. Possono essere prestati sia da soggetti abilitati a prestare servizi di investimento come banche e sim sia da soggetti non abilitati: non c’è riserva di attività per i servizi accessori. Se i servizi vengono prestati da un soggetto abilitato a svolgere servizi di investimento è regolato dalle medesime norme, se lo presta un soggetto non abilitato non deve soggiacervi.

85
Q

come possono essere le regole sui servizi di investimento?

A

ci sono norme molto generali che valgono per tutti i servizi di investimento e altre regole specifiche che riguardano specificamente alcuni servizi di investimento

86
Q

in che contesto sono le norme di regolamento?

A

sono regole piuttosto stringenti nel contesto di un Regolamento Europeo (direttiva MIFID), regolamenti
europei altri, regolamenti Consob. Due sono sempre gli obiettivi chiave: trasparenza e informativa.
Dobbiamo rispondere alla domanda: di cosa deve preoccuparsi l’intermediario finanziario?

87
Q

cosa dice l’art 21 comma 1 del tuf sulle norme generali di comportamento?

A

Nella prestazione dei servizi e delle attività di investimento e accessori i soggetti abilitati devono:
a) comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza nei confronti dei clienti, per servire al meglio l’interesse dei clienti e
per l’integrità dei mercati finanziari; (legame tra norme di diritto comune e disciplina dei comportamenti degli intermediari finanziari)
b) acquisire le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo che essi siano sempre
adeguatamente informati;
c) utilizzare comunicazioni pubblicitarie e promozionali corrette, chiare e non fuorvianti;
d) disporre di risorse e procedure, anche di controllo interno, idonee ad assicurare l’efficiente
svolgimento dei servizi e delle attività.

questi sono principi generali che si applicano a tutti i servizi di investimento.

88
Q

quali sono le 4 categorie di criteri generali di comportamento per gli intermediari?

A

1) obblighi generali di correttezza, diligenza e professionalità
2) obblighi informativi (da e verso il cliente)
3) organizzazione interna (devi avere procedura che garantiscano l’efficenza)
4) conflitti di interesse (li tratteremo separatamente)

89
Q

cosa si intende per obblighi generali?

A

omportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al
meglio l’interesse dei clienti e per l’integrità dei mercati; (NEED OF PROTECTION dell’interesse del cliente, esso può non avere competenze, bisoga proteggerlo dai rischi finanziari che un intermediario può tramettergli facendogli comprare certi strumenti fin.)

1) richiamo a clausole GENERALI di diritto comune correttezza, diligenza, ecc.&raquo_space;> centralità
della tematica
2) rispetto integrità dei mercati&raquo_space;> l’intermediario deve tenere un comportamento che non
si ponga in contrasto con l’ordinato svolgimento dei mercati in cui opera:
-integrità: sicurezza, funzionalità, efficienza, trasparenza del comportamento tenuto
dall’intermediario sul mercato (qualcosa che non sia in contrasto con disposto dai
mercati)
-mercato: non solo mercati regolamentati, ma «mercato dei capitali» (concetto più ampio)

90
Q

cosa sono gli obblighi informativi? in che senso c’è un doppio processo di info.

A

“acquisire le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo
che essi siano sempre adeguatamente informati”;

PROCESSO DOPPIO DI INFORMAZIONE.
1. Dall’investitore all’intermediario: per rispettare i principi di adeguatezza e appropriatezza dell’investimento
2. Dall’intermediario all’investitore:
i.) l’intermediario informa il cliente prima, dopo, durante il rapporto
contrattuale: la normativa comunitaria definisce modi, tempi e
contenuti (prima: deve spiegare bene all’investitore tutte le avvertenze e le spiegazioni necessarie a comprendere l’investimento: nel contratto e nei documenti pre-contrattuali devo spiegare bene tutte le cose indicate dalla normativa.
durante: se il portafoglio che sto gestendo fa un drawdown importante di oltre il 30% la norma dice che sono obbligato a chiamare il mio cliente e avvisarlo
dopo: devo mandare al mio cliente un rendiconto annuale ogni anno con il costo concreto che deve sostenere);
ii.) ma cfr. art. 21, comma 1, lett. c), TUF, comunicazioni pubblicitarie e
promozionali (anche al di fuori del rapporto negoziale); (tutto quello
che si dice nel settore finanziario non si dice in altri campi:
l’investitore deve aver chiaro tutto ciò che attiene ai servizi finanziari)
iii.) le informazioni devono sempre e in ogni caso essere corrette, chiare
e non fuorvianti. ( devono esserci le opportune avvertenze: per
esempio se ho un certo rischio che il mio possibile rendimento non
copre devo saperlo;. quest’
esigenza di tutelare l’investitore
nasce dopo il 2008. tutte le compagnie pubblicitarie prima di essere mandate devono essere visonate ed approvate dalla
CONSOB.).

C’è una gradualità nelle necessità di tutela sulla base della tipologia di cliente e nella sua base di
conoscenza.

91
Q

cosa si intende per organizzazione interna?

A

disporre di risorse e procedure, anche di controllo interno,
idonee ad assicurare l’efficiente svolgimento dei servizi e delle attività.

1) necessità di dotarsi di procedure nella prestazione dei servizi e delle attività

2) ampiezza delle procedure di controllo interno, esso comprende addirittura 3 tipi di controllo interno e quindi 3 figure di controllo interno (non esiste altro settore in cui sono presenti questi 3 figure di controllo. inoltre, oltre a queste 3, c’ è anche il collegio sindacale che è un altro organo di controllo fatto di persone esterne all’azienda che ne valutano l’operato (questo a differenza delle altre 3 figure c’è per tutte le spa)):
- controllo di conformità
- revisione interna
- gestione del rischio

92
Q

cosa si intende per procedure nell’ambito dell’organizzazione interna?

A

GLI INTERMEDIARI FINANZIARI si devono organizzare in modo molto preciso: devono avere delle procedure che sono dei documenti scritti che riflettono i processi dell’azienda: si va a proceduralizzare l’azienda. vengono quindi specificate in maniera dettagliate le pratiche che la banca deve seguire. le procedure riguardano tutta l’azienda: anche l’ufficio marketing ad esempio. le procedure servono a dimostrare alle autorità che siamo ben organizzati.

93
Q

quali sono le 3 procedure di controllo interno?

A

1) controllo di conformità (compliance): (principio di proporzionalità: verifica:
● adeguatezza ed efficacia procedure interne
● consulenza e assistenza su adeguamento obblighi alla disciplina dei servizi
di investimento e accessori.
il responsabile è anche colui che fa consulenza ai colleghi su tutte le tematiche normative.

  1. revisione interna (internal audit)
    ● verifica adeguatezza dei sistemi, dei processi, delle procedure e dei
    meccanismi di controllo dell’intermediario.
    fa verifiche puntuali, va a vedere i singoli processi, più vicino alla parte organizzativa.
  2. Gestione del rischio (risk management)
    ● individuazione, controllo, gestione rischi (finanziario, operativo come ad es. piani di recupero per eventuali disastri, legale ad es. tenere soldi da parte per eventuali sanzioni in cause, ecc.) cui è esposto l’intermediario.
    Anche lui deve fare la sua relazione annuale; lavora a braccetto con il team di gestione perchè verifica che per ogni portafoglio di investimento vengano rispettati tutti i limiti quotidianamente.

i 3 responsabili sono figure indipendenti che non hanno capi e sono quindi responsabili personalmente, la CONSOB può sanzionare queste figure
con sanzioni monetarie. I responsabili con le loro verifiche si espongono personalmente.
questi sono ruoli di grande potere e responsabilità.

vige il PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA’: le aziende più
grandi devono fare controlli più accurati e in istituzioni molto piccole una stessa persona può
occuparsi di 2 o 3 di queste aree contemporaneamente.

94
Q

Cosa si intende per conflitti di interesse?

A

possibili situazioni in cui l’intermediario potrebbe essere indotto a non realizzare
l’interesse del proprio cliente/investitore, ma a privilegiare altri interessi (l’interesse proprio, di
altri investitori, di soggetti collegati all’intermediario)

ES. nella consulenza/collocamento quando l’intermediario sceglie dei prodotti che gli rendono di più (classica rebait: retrocessione) a lui anche se non sono nell’‘interesse del cliente.

95
Q

da chi vengono disciplinati i conflitti di interessi? può essere eliminato il conflitto di interesse?

A

dall’articolo 21, comma 1-bis del TUF.

il conflitto di interesse è immanente: non si può eliminare. il conflitto c’è
e fa parte della polivalenza dell’intermediario finanziario. la norma dice che l’intermediario deve (1) IDENTIFICARE i conflitti di interesse (analisi fatta dal cda, dall’azienda e dalle 3 figure precedenti: tutta l’azienda deve essere coinvolta in questi processi per avere una visione generale dei possibili conflitti di interesse: analisi di tutti i soggetti coinvolti nei processi della banca che va aggiornata continuamente; analisi dinamiche)
ossia : identificazione dei conflitti di interesse che potrebbero insorgere con il cliente o fra clienti
(mappatura situazioni di conflitto (deve essere aggiornata periodicamente), analisi che
investa non solo il soggetto stesso (autoanalisi) ma anche soggetti rilevanti che esercitano
controllo, analisi dinamica)

dopo l’identificazione dobbiamo (2) GESTIRE i conflitti di interessi scrivendo una procedura SCRITTA (elaborare cioè una politica di gestione) che tenga conto del potenziale conflitto di interessi e di come io intermediario mi devo comportare nel caso concreto.

3) Qualora le misure adottate non siano sufficienti ad evitare il rischio di nuocere agli interessi
dei clienti si fa una
DISCLOSURE: l’intermediario informa il cliente prima (ex-ante) di agire per suo conto della natura
generale e/o delle fonti dei conflitti di interessi ma questa è un EXTREMA RATIO che dobbiamo fare solo nei casi in cui le misure adottate (procedure) non sono sufficenti a tutelare il cliente (può succedere che il cliente non venga mai a conoscenza delle condizioni di conflitto in cui vivo ma anzi molto spesso i clienti
non lo sanno (cioè tutte le volte non siamo costretti come extrema ratio a fare disclosures ovvero in cui le altre due misure non funzionano)

4)OBBLIGO DI ISTITUIRE UN REGISTRO:
i. sono annotate situazioni in cui sia sorto o possa sorgere un conflitto che rischia di ledere GRAVEMENTE gli interessi dei clienti
ii. rischio duplicazione procedura di gestione (ma la differenza con la procedura è quel gravemente)

96
Q

di cosa è esempio la disciplina dei conflitti di interessi?

A

la disciplina dei conflitti d’interesse si presenta come un tipico esempio di regolamentazione per
obiettivi: le regole non sono esposte per rigidi schemi ma tengono conto delle necessità di
adattamento specifiche, fermo restando l’obbligo di assicurare il raggiungimento dello scopo
indicato.

97
Q

a quale funzione assolve la regola di adeguatezza? a quali servizi di inv. si applica?

A

La funzione alla quale assolve la disciplina è quella di rafforzare i doveri di assistenza e di
collaborazione dell’intermediario nei confronti dell’investitore, facendo divieto di effettuare o
consigliare operazioni non adeguate al profilo dell’investitore stesso.

Si applica solo alla gestione di portafogli e alla consulenza in materia di investimenti, ossia ai due
servizi per i quali le scelte d’investimento derivano da decisioni o “suggerimenti” dell’intermediario
stesso, anziché dell’investitore.

98
Q

la regola di adeguatezza può essere derogabile?

A

La regola di adeguatezza non è mai derogabile, quindi, se l’operazione risulta non adeguata al cliente
allora non potrà essere eseguita, neppure se il cliente autorizzi espressamente l’operazione stessa,
o reiteri l’ordine o l’istruzione dalla quale l’operazione originerebbe ; GIUDIZIO BLOCCANTE.

99
Q

come fa l’intermediario a capire se un operazione è adeguata? Cosa succede se il cliente non fornisce tutte le info. necessarie? col passare del tempo cosa deve fare l’intermediario con le info del cliente?

A

esso DEVE ottenere dal cliente le informazioni
necessarie (ottenute tramite il QUESTIONARIO Mifid)
i) per comprendere le caratteristiche essenziali del cliente
ii) per determinare se:
- il servizio corrisponde agli obiettivi del cliente (tolleranza al rischio, orizzonte
temporale di investimento, preferenze di sostenibilità, ecc.)
- il cliente è finanziariamente in grado di sopportare i rischi connessi all’investimento
(reddito, attività, investimenti e impegni finanziari regolari) ;
- il cliente possiede le necessarie esperienze e conoscenze per comprendere i rischi. Nel caso i cui il cliente sia professionale, l’intermediario può PRESUMERE la sussistenza
di quest’ultimo elemento. Se il cliente è professionale DI DIRITTO, l’intermediario può
anche presumere che esso sia in grado finanziariamente di sopportare i rischi
d’investimento.

Il cliente non può evitare di fornire alcune informazioni e non può neanche fornire informazioni
contraddittorie. Se il cliente non fornisce tutte le informazioni necessarie allora l’intermediario non
potrà erogare il servizio, quindi vi è un obbligo in capo al cliente che, in caso di inadempimento,
giustifica e legittima il rifiuto di prestare il servizio da parte dell’intermediario.

Le informazioni che l’intermediario acquisisce vanno AGGIORNATE e integrate con il passare del tempo
(ad esempio il cliente riceve un’eredità e la sua capacità reddituale aumenta, oppure il cliente va in
pensione e ha meno capacità reddituale o meno esposizione al rischio). La frequenza di
aggiornamento DIPENDE dalla natura e del profilo di rischio del cliente.

100
Q

In relazione alle info. che l’intermediario riceve dal cliente per verificare l’adeguatezza dell’investimento, deve anche verificarne la veridicità?

A

In linea generale,
l’intermediario non dovrebbe avere il compito di verificare la veridicità e la completezza delle
informazioni fornite, ma se le informazioni fornite sono contraddittorie, mancanti o palesemente non corrette, l’intermediario se ne deve rendere conto e ha la responsabilità di procurarsi le informazioni corrette dal cliente. Ovviamente, sarà
più difficile per l’intermediario scovare informazioni contraddittorie all’interno dell’informativa
piuttosto che le informazioni mancanti, pertanto gli viene richiesta particolare attenzione nel controllare eventuali elementi contradittori.

101
Q

a quali servizi si applica la regola di appropriatezza? Come si testa l’appropriatezza? se l’operazione non è appropriata cosa deve fare l’intermediario? e se le info. sono insufficenti?

A

Il servizio di appropriatezza diverge dall’adeguatezza in quanto si applica ai servizi DIVERSI dalla
consulenza in materia di investimenti e gestione di portafogli (che erano quelli su cui si applicava la regola di adeguatezza).

Anche questo servizio (come l’adeguatezza) viene con le informazioni del cliente raccolte con il questionario Mifid ma le informazioni rilevanti sta volta sono SOLO quelle relative al livello di esperienza e conoscenza dell’investitore (non sulla valutazione della
capacità finanziaria, né degli obiettivi di investimento: giudizio molto più LIGHT).

Se l’operazione non è appropriata l’intermediario deve limitarsi a informare l’investitore; NON
sussiste divieto di operare (al contrario di quanto visto con l’adeguatezza; l’operazione si può fare a patto che il cliente investitore
sia informato dall’intermediario, l’intermediario si limita a informare preliminarmente
l’investitore) .
Analogamente, se le informazioni fornite sono insufficienti
l’intermediario opera allo stesso modo.

102
Q

cosa sono i servizi “execution only”? quando si applica la ricezione e trasmissione di ordine in modalità execution only? qual’è il vantaggio di questo servizio?

A

è sempre il servizio di ricezione e trasmissione ordine ma esercitato in una modalità semplificata in cui NON si applica ne la regola di condotta di adeguatezza ne quella di appropriatezza perchè è un modo molto semplificato in cui l’apporto/supporto dell’intermediario è NULLO (l’apporto dell’intermediario è PURAMENTE ESECUTIVO, ossia si limita a inserire l’ordine dell’investitore nel terminale) . l’intermediario non può dare nessun apporto, non c’è nessun valore aggiunto. è totalmente assente qualunque intervento di valore dell’intermediario, è una mera esecuzione.

  • Si applica al ricorrere dei PRESUPPOSTI
    indicati dall’art. 25, par. 4, MiFID II. (presupposti: siamo in
    presenza di una ricezione e trasmissione ordini e negoziazione (se parliamo di gestione di portafogli,
    consulenza, ecc.. non si può fare))
  • Si applica SOLO in caso di strumenti finanziari «semplici»: ad es. azioni o obbligazioni ammesse alla
    negoziazione in un mercato regolamentato (Borsa). Sono escluse azioni/obbligazioni che
    incorporano uno strumento derivato o una struttura che rende difficile per il cliente comprendere
    il rischio associato (prodotti finanziari strutturati). anche quote di fondi comuni di inv, azioni delle sicav e etf sono strumenti finanziari semplici?

Il vantaggio di questo servizio è la 1)VELOCITA’ data dalla semplicità e non essendoci particolari compiti
per l’intermediario 2) i COSTI sono molto più bassi perché si riducono fees e costi di transazione

103
Q

quali sono gli strumenti finanziari semplici?

A

sono:
a) Azioni o obbligazioni (o altre forme di debito cartolarizzato) ammesse alla negoziazione in
un mercato regolamentato o in un mercato equivalente di un paese terzo o in un sistema
multilaterale di negoziazione, se si tratta di azioni di società o ad esclusione delle azioni di
organismi di investimento collettivo diversi dagli OICVM e dalle azioni o obbligazioni che
incorporano uno strumento derivato;
b) Strumenti del mercato monetario, ad esclusione di quelli che incorporano uno strumento
derivato o una struttura che rende difficile per il cliente comprendere il rischio associato;
c) Azioni o quote in OICVM ad esclusione degli OICVM strutturati;
d) depositi strutturati, ad esclusione di quelli che incorporano una struttura che rende difficile
per il cliente comprendere il rischio del rendimento o il costo associato all’uscita del prodotto
prima della scadenza;
e) Altri strumenti finanziari non complessi

104
Q

cos’è la best execution? a quali servizi si applica (sono 4)? come si concretizza?

A

Regola di condotta che impone agli intermediari, nell’esecuzione degli ordini dei clienti, di ottenere
le migliori condizioni possibili.

Si applica 1) ai servizi di esecuzione in conto proprio e per conto di terzi
2)ma anche nei servizi in cui l’intermediario trasmette l’ordine per il cliente ossia: ricezione e trasmissione ordini e gestione di portafogli. Nell’ambito di ricezione e trasmissione ordini e gestione di portafogli, l’intermediario predispone
una strategia di trasmissione (non di esecuzione) degli ordini che consiste nell’identificazione, per
ciascuna categoria di strumenti, dei soggetti ai quali gli ordini sono trasmessi, in ragione delle
strategie di esecuzione di questi ultimi. L’adempimento all’obbligo di best execution consiste nella
verifica della strategia di esecuzione adottata dai soggetti negoziatori. perchè devo farlo? visto che non vado sul mercato ma trasmetto solo gli ordini senza negoziarli?
Perchè devo comunque fare una strategia di trasmissione di ordini
(è quindi più una best trasmission che una best execution) in cui devo dirti a quale intermediario negoziatore mi appoggerò per ciascun strumento, questo intermediario
lo devo aver scelto leggendo la strategia di best execution dei vari intermediari negoziatori
che potevo scegliere.

Vi è l’obbligo per l’intermediario di elaborare in modo SCRITTO una strategia di esecuzione degli ordini
che dia conto e predetermini la selezione delle trading venues (sedi di esecuzione; mercati) e il loro concreto
utilizzo, in funzione delle tipologie di strumenti finanziari e/o di operazioni da compiere.
La ricerca delle condizioni di best execution avverrà NON in assoluto (con riferimento a tutte le
possibili sedi di esecuzione potenzialmente accessibili sul mercato in un determinato momento), ma
solo con riguardo a quelle sedi che, con la diligenza richiesta, l’intermediario ha preventivamente
selezionato quali possibili venues all’atto dell’elaborazione della strategia (ossia in relazione ai mercati preselezionati).

105
Q

nella regola di best execution chi seleziona le sedi di esecuzione e i modi di esecuzione? cambia qualcosa se il cliente da istruzioni specifiche?

A

La regola di best execution presuppone che sia l’intermediario a selezionare le sedi di esecuzione e
i modi dell’esecuzione stessa. Quando l’ordine è eseguito per un cliente al dettaglio, la selezione
delle venues va condotta assumendo come criterio di riferimento, quello del corrispettivo totale,
costituito dal prezzo dello strumento e da tutti i costi relativi al servizio.

Qualora il cliente impartisca
istruzioni specifiche, la regola cessa di applicarsi, con riferimento agli elementi specificati dal cliente

106
Q

in riferimento al criterio della best execution; che caratteristiche deve avere la strategia di esecuzione?

A

La strategia di esecuzione
1) è volta a:
- individuare, per ciascuna categoria di strumenti, almeno le sedi di esecuzione che permettono
di ottenere in modo duraturo il miglior risultato possibile;
- orientare la scelta della sede di esecuzione fra quelle (venues) così individuate
2) va resa trasparente e comunicata ai clienti (normalmente è pubblicata sul sito internet della società)
3) deve essere periodicamente AGGIORNATA e verificata ALMENO una volta all’anno, ma in presenza
di circostanze rilevanti anche più frequentemente (es. quando nascono nuovi strumenti finanziari)

107
Q

cosa sono gli inducements?

A

Un’altra serie di regole importanti sono gli inducements che servono a disciplinare la percezione, o
la corresponsione, da parte dell’intermediario di incentivi (tipicamente retrocessioni commissionali,
ma anche altre utilità, anche non monetarie) ad esso erogati, o da lui corrisposti, da/a soggetti
diversi dall’investitore e forieri di potenziali situazioni di conflitto di interessi. Inducement può
essere per sua natura capace di generare conflitto d’interesse ed è per questo che ha una disciplina
autonoma (Mifid) rispetto al conflitto d’interesse.

è una disciplina autonoma dai conflitti di interesse ma talvolta coincidono.

108
Q

gli inducement sono sempre vietati o ci sono delle eccezioni? qual’è la differenza tra la disclosure qui e nei conflitti di interesse?

A

La norma vieta gli inducements a meno che
ricorrano due condizioni contemporaneamente (devono esserci ENTRAMBE):
1. abbiano lo scopo di accrescere la qualità del servizio fornito al cliente e non pregiudichino
l’obbligo dell’intermediario di agire in modo onesto, equo e professionale nel migliore
interesse del cliente.
2. sia data disclosure al cliente, e quindi venga allo stesso comunicata, in modo completo,
chiaro, accurato e comprensibile, prima della prestazione del servizio, l’esistenza, la natura
e l’IMPORTO degli incentivi . Il cliente deve essere informato ex-ante. Se l’importo non può
essere accertato, dovrà essere data comunicazione del relativo METODO DI CALCOLO (x%).

La disclosure nei conflitti d’interesse è un’extrema ratio qui, invece, è un elemento necessario
per evitare che l’inducement sia vietato.

109
Q

quali operazioni sono esenti dalle regole sugli inducements? per chi sono previste delle regole particolari?

A

I pagamenti o benefici che consentono o sono necessari alla prestazione dei servizi d’investimento
(costi di custodia, prelievi obbligatori, competenze legali, competenza di regolamento e cambio)
non sono soggetti agli obblighi in materia di incentivi.

Sono previste regole particolari per:
- la consulenza indipendente: la percezione di incentivi è vietata DEL TUTTO ad eccezione di incentivi
non monetari e di modesta entità (eventi formativi, pubblicazioni, ecc.)
- la gestione di portafogli: eventuali incentivi ricevuti non possono essere trattenuti ma bisogna
RETROCEDERLI alla clientela, salvi gli incentivi minori e non monetari

110
Q

Cos’è la product governance? in che fasi si applica?

A

Un’ulteriore regola di condotta che opera sul “produttore” a monte e sul “distributore” a valle è
quella della product governance. Sono regole che l’intermediario (produttore) deve seguire quando
CREA un prodotto finanziario, dunque, servono per presidiare il processo di creazione e
strutturazione dei prodotti. Regole che operano anche nella «fase genetica» del prodotto, quindi a
monte, e non più solo nella «fase di vendita» a valle

111
Q

su chi opera la regola della product governance?

A

1) I servizi e i prodotti finanziari che, prima ancora di essere immessi sul mercato, devono essere
concepiti e strutturati dai «produttori» in funzione delle caratteristiche del mercato target di
riferimento;
2) I «produttori» ; le imprese di investimento che realizzano strumenti finanziari per la vendita alla clientela devono:
- dotarsi di un PROCESSO che, per ciascuno strumento finanziario, individui la CLIENTELA TARGET a cui lo strumento si indirizza
- ASSICURARSI che, a valle della loro analisi, la distribuzione del prodotto avvenga all’interno
del mercato di riferimento di volta in volta individuato (mercato target potenziale che deve coincide con quello effettivo)
3) I «distributori», a valle del processo, devono:
- effettuare analoga analisi per valutare il prodotto, sulla base delle indicazioni ricevute
dal «produttore», alla luce delle esigenze della clientela di riferimento, così da assicurare
che il prodotto sia offerto/raccomandato quando ciò sia nell’interesse del cliente
(mercato target effettivo, ossia devono rispettare le indicazioni dei produttori).
L’azienda produttrice deve certificare in modo SCRITTO il tipo di lavoro che ha svolto (che mercato
benchmark ha scelto, qual è il prodotto, ecc..).

112
Q

In riferimento alla product governance, i prodotti offerti o commercializzati devono riesaminati nel tempo??

A

Vi è un riesame periodico dei prodotti offerti o commercializzati per tener conto di eventi che
possano incidere significativamente sui RISCHI potenziali per il mercato target (es. drawdown importante dei mercati finanziari che ha ridotto la ricchezza degli investitori, a questo punto magari il mio mercato target non sarà più per coloro che hanno più di 1 milione ma per coloro che hanno più di 500 mila euro.
Questo riesame periodico ha l’ obbiettivo di valutare nel tempo la coerenza con le esigenze del target e la strategia distributiva
dell’intermediario.

113
Q

in relazione alla product governance,come si individua il mercato target ex-ante di un nuovo strumento finanziario?

A

Poiché è molto complesso riuscire ad individuare un mercato target ex-ante, l’ESMA ha elaborato
delle LINEE GUIDA che forniscono indicazioni su vari profili, molto utili per gli intermediari anche per
capire come le varie funzioni dell’azienda devono intervenire nella creazione del prodotto
finanziario :
-criteri per identificare mercato target;
-rapporto tra disciplina di «product governance»
e quella di adeguatezza e appropriatezza (c’è una forte connessione perchè il prodotto che offro sul mercato deve essere adeguato e appropriato al cliente); i limiti e le condizioni alle quali, eventualmente, può
consentirsi ad un cliente di acquistare il prodotto che sia al di fuori del suo mercato target di
riferimento;
- il ruolo dei vertici aziendali e delle funzioni di controllo nel processo di «product
governance» e nella verifica circa il rispetto dello stesso

114
Q

cos’è la product intervention?

A

Un altro aspetto importante è la product intervention: sono misure, applicabili dall’ESMA (in via
temporanea) e dalle AUTORITA’ NAZIONALI COME LA CONSOB (in via definitiva), per vietare o sottoporre a restrizioni l’immissione sul mercato di particolari prodotti ritenuti contrari alle finalità ultime di
tutela degli investitori (è una restrizione MOLTO FORTE).

115
Q

quando sono nate product governance e intervention?

A

Product governance e intervention sono nate dopo il 2008 nel momento in cui non sono stati
percepiti rischi finanziari che hanno generato problemi come la vendita di prodotti finanziari
complessi a persone non in grado di comprendere il rischio associato allo strumento con
conseguente perdita di denaro importante per il cliente (c.d. risparmio tradito). La causa è stata una vendita non adeguata rispetto alle capacità reddituali e alla competenza in materia dell’investitore
finale. Le autorità hanno, quindi, stabilito di avere la decisione ultima nel caso in cui l’intermediario
abbia emesso uno strumento e lo abbia fatto male.

116
Q

quali sono le tre tipologie di clienti che ci possono essere?

A

La classificazione della clientela avviene dividendo la clientela in tre categorie. La prima è quella delle controparte qualificate, che sono quelle che operano professionalmente sul mercato dei capitali. Tuttavia, questa classificazione c’è solo in tre servizi, che sono la negoziazione per conto proprio, l’esecuzione di ordini per conto dei clienti, e la ricezione e la trasmissione di ordini, ovvero i servizi in cui l’apporto confidenziale è piccolo. Per questi operatori si ha una disapplicazione completa di tutte le regole di condotta, a parte per quanto concerne la disciplina dei conflitti di interesse. Poi ci sono i clienti professionali, che possono essere o per diritto, quindi grandi imprese, investitori istituzionali, o soggetti autorizzati, oppure su richiesta: in questi casi, l’intermediario deve valutare la competenza, l’esperienza e la conoscenza del cliente. Per loro, la disapplicazione delle regole di condotta è parziale. E qual è il vantaggio di questo per i clienti? Perché lo richiedono? Perché così hanno più velocità e meno costi. Infine, ci sono i clienti al dettaglio, che sono una categoria residuale, quindi tutti gli altri. Bisogna ricordarsi, in questo caso, della regola degli ascensori, quindi la mobilità, che si applica ai singoli servizi.

117
Q

cosa dice la disciplina sui contratti?

A

Per quanto riguarda i contratti c’è l’obbligo di forma scritta e assolutamente bisogna anche lasciare una copia al cliente. La mancanza di forma scritta prevede nullità del contratto, è una nullità relativa nel senso che il cliente la può far valere. Inoltre, quest’obbligo di forma scritta non viene applicato sempre perché ci sono delle rare eccezioni, quindi la regola può essere derogata per motivate ragioni o per la natura professionale dei contraventi.

118
Q

in cosa consiste il prinicipio della separazione patrimoniale?

A

Il principio della separazione patrimoniale dice che per tutti gli strumenti finanziari, le somme di denaro detenute dagli intermediari nella prestazione di servizi, investimenti e accessori; dei singoli clienti, costituiscono patrimonio distinto da quello dell’intermediario e da quello degli altri clienti. Questa separazione patrimoniale non si applica invece alle somme di denaro depositato in una banca, che infatti ha l’obbligo di restituire il denaro depositato. La finalità è quella di tutelare i clienti dai rischi di confusione in relazione ai patrimoni dati agli intermediari.

119
Q
A