Risorse genetiche e conservazione Flashcards

1
Q

Quali sono i principi fondamentali della conservazione della biodiversità secondo IUCN-UNEP-WWF e FAO-UNESCO?**

A

I principi fondamentali della conservazione della biodiversità includono:
- Salvaguardia: Protezione delle risorse naturali.
- Recupero: Ripristino degli ecosistemi e delle specie in declino.
- Mantenimento: Conservazione della biodiversità esistente.
- Uso sostenibile: Utilizzo delle risorse in modo che possano rigenerarsi.
- Valorizzazione: Riconoscimento e promozione del valore delle risorse biologiche.

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2
Q

Perché è cruciale conservare la biodiversità zootecnica?**

A

La conservazione della biodiversità zootecnica è cruciale per diversi motivi:
- Adattamento ai cambiamenti di mercato e gusti dei consumatori.
- Assicurazione contro situazioni sfavorevoli grazie alla variabilità genetica.
- Risorsa per la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuovi incroci.
- Supporto alle microeconomie locali attraverso il valore dei prodotti ottenuti.
- Mantenimento di paesaggi agricoli e gestione degli agroecosistemi.
- Preservazione del legame storico e culturale con la domesticazione e le tradizioni locali.

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3
Q

Cosa si intende per Risorse Genetiche Animali (RGA)?**

A

Le Risorse Genetiche Animali (RGA) si riferiscono alla diversità genetica degli animali domestici che deve essere conservata attraverso azioni mirate per garantire il loro mantenimento e uso sostenibile nel tempo.

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4
Q

Come contribuiscono le razze locali alla ricerca scientifica e allo sviluppo di nuovi incroci?**

A

Le razze locali offrono una variabilità genetica che è essenziale per la selezione e lo sviluppo di nuovi incroci. Questa variabilità può portare a miglioramenti in caratteri di interesse economico, come la prolificità in suini e ovini.

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5
Q

Qual è il ruolo delle piccole aziende zootecniche che allevano razze locali?**

A

Le piccole aziende zootecniche che allevano razze locali contribuiscono al sostegno delle microeconomie locali attraverso il valore dei prodotti ottenuti. Questo migliora il valore socio-economico complessivo delle comunità locali.

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6
Q

In che modo le razze locali supportano l’ambiente e il paesaggio?**

A

Le razze locali e le loro tecniche di allevamento sono fondamentali per:
- Mantenere paesaggi agricoli.
- Gestire agroecosistemi.
- Supportare la biodiversità di specie selvatiche.

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7
Q

Come vengono definiti i concetti di “razza”, “sottorazza” e “varietà” nel contesto zootecnico?**

A
  • Razza: Un gruppo di animali domestici con caratteristiche esteriori identificabili, che può acquisire un’identità separata per isolamento geografico o culturale.
    • Sottorazza: Variazioni all’interno di una razza, spesso per caratteri morfologici secondari.
    • Varietà: Differenti livree o mantelli mantenuti in isolamento riproduttivo, specialmente nell’avi-cunicolo.
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8
Q

Cosa rappresenta il concetto di “ceppo” e come è cambiato nel tempo?**

A

Storicamente, il ceppo indicava un gruppo primitivo da cui derivano le razze moderne. Oggi si riferisce a gruppi di animali con caratteristiche secondarie comuni, influenzati dall’ambiente e da selezioni specifiche.

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9
Q

Quali sono i tipi di caratteri morfologici e fisiologici nei diversi animali domestici?**

A

:** I tipi possono includere:
- Equini: Brachimorfi, mesomorfi, dolicomorfi.
- Bovini: Tipi respiratori e digestivi.
- Suini: Tipi carnosi e adiposi.
- Avicoli: Tipi da carne, da uova, a duplice attitudine.

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10
Q

Come viene definito il rischio di estinzione per una razza zootecnica?**

A

:** Il rischio di estinzione è definito come la probabilità che una razza possa estinguersi nelle attuali condizioni e aspettative. Questo rischio dipende da fattori demografici e genetici, ed è spesso espresso attraverso il tasso di incremento della consanguineità nella popolazione (ΔF).

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11
Q

Cos’è la deriva genetica e come influisce sulle popolazioni di dimensioni ridotte?**

A

La deriva genetica è il processo attraverso il quale le frequenze geniche fluttuano casualmente nelle popolazioni di piccole dimensioni. Questo processo può portare alla fissazione di un allele a ciascun locus nel corso delle generazioni e accelera con l’aumento della consanguineità, come indicato dalla formula 1/(2N), dove N è il numero di individui riproduttori.

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12
Q

Che cos’è il coefficiente di consanguineità (ΔF) e come viene calcolato?**

A

Il coefficiente di consanguineità (ΔF) rappresenta l’incremento della consanguineità in una popolazione ideale e si calcola come 1/(2N), dove N è il numero di riproduttori per generazione. In contesti zootecnici, viene spesso espresso come 1/(2Ne), dove Ne è il numero effettivo di riproduttori, che è generalmente inferiore a N.

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13
Q

Qual è l’effetto di una bassa dimensione effettiva della popolazione (Ne) sulla diversità genetica?**

A

Con una dimensione effettiva della popolazione (Ne) bassa, la perdita di diversità genetica è accelerata. Per esempio, con Ne pari a 250, 125, 50 e 25, si può perdere rispettivamente il 1,6%, il 4%, il 10% e il 18% della diversità genetica in 10 generazioni.

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14
Q

Come influisce la selezione sulla consanguineità rispetto alla selezione casuale?**

A

La selezione intensifica l’aumento della consanguineità rispetto alla selezione casuale, con possibili incrementi fino a ΔF = 3/(2Ne) a seconda del metodo di selezione utilizzato.

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15
Q

. Qual è l’importanza del trend numerico della popolazione nella valutazione del rischio di estinzione?**

A

:** Il trend numerico della popolazione è cruciale per valutare il rischio di estinzione. Un trend negativo indica un alto rischio di estinzione. È essenziale monitorare la popolazione e raccogliere dati a intervalli specifici per valutare questo rischio.

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16
Q

Come influisce la distribuzione geografica sulla vulnerabilità di una popolazione?**

A

Le popolazioni localizzate in aree ristrette sono più vulnerabili a epidemie e altri rischi ambientali. La distribuzione geografica influisce significativamente sulla vulnerabilità e sulla capacità di una popolazione di affrontare minacce ambientali.

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17
Q

Quali sono le conseguenze dell’incrocio con altre razze per la purezza genetica?**

A

L’incrocio con altre razze può minacciare la purezza genetica di una razza, specialmente se gli incroci vengono effettuati per migliorare caratteristiche commerciali. Questo può compromettere la diversità genetica e la purezza della razza originaria.

18
Q

Come vengono classificate le razze secondo le linee guida della FAO riguardo al rischio di estinzione?**

A

:** Secondo le linee guida della FAO, le razze sono classificate in diverse categorie di rischio di estinzione in base a parametri come la dimensione della popolazione, il trend numerico, la percentuale di femmine allevate in purezza e altri indicatori specifici.

19
Q

Quali sono le strategie di conservazione proposte e quali sono le critiche verso la “strategia del rischio”?**

A

Le strategie di conservazione includono la “strategia del rischio”, la “massima diversità” e la “massima utilità”. La “strategia del rischio” è stata criticata per la mancanza di obiettivi specifici di conservazione. Le strategie alternative, come la “massima diversità” e la “massima utilità”, propongono approcci più complessi e orientati alla salvaguardia della diversità genetica e all’uso sostenibile delle razze in pericolo.

20
Q

Qual è il valore economico complessivo di una razza secondo Drucker (2001) e quali sono le sue componenti?**

A

Il valore economico complessivo di una razza, secondo Drucker (2001), è conosciuto come Total Economic Value (TEV) ed è la somma di diversi valori:
- Direct Use Value (DUV): Benefici diretti dall’allevamento, come carne, lana, latte, ecc.
- Indirect Use Value (IUV): Ruolo ecologico della razza nel mantenimento degli agro-ecosistemi.
- Option Value (OV): Possibilità di utilizzare la razza in futuro per adattamenti climatici o di mercato.
- Non-Use Value (NUV): Importanza culturale e storica della razza, anche se non viene utilizzata direttamente.

21
Q

Quali metodi di conservazione della biodiversità zootecnica discute Daniele Bigi e quali sono i loro vantaggi e svantaggi?**

A
  • Conservazione in situ: Comporta l’allevamento attivo delle razze e la registrazione dei dati genotipici. È favorita rispetto alla conservazione ex situ perché supporta il cambiamento delle condizioni produttive e mantiene il legame culturale e storico.
    • Crioconservazione: Include la conservazione di cellule somatiche, DNA, seme, oociti e embrioni. È utile come backup genetico ma non supporta l’adattamento alle condizioni ambientali o la valorizzazione degli aspetti culturali come la conservazione in situ.
22
Q

Quali sono le differenze tra il DNA nucleare e il DNA mitocondriale?**

A
  • DNA nucleare: Contiene circa 3.200.000.000 nucleotidi organizzati in cromosomi lineari. Negli esseri umani, ci sono 2N autosomi e 2 cromosomi sessuali.
    • DNA mitocondriale: È una molecola circolare di DNA di 16.569 nucleotidi, presente in circa 8.000 copie per cellula, localizzate nei mitocondri.
23
Q

Qual è il contenuto di DNA aploide (valore C) per alcune specie animali?**

A

:** Il contenuto di DNA aploide varia tra specie animali. Alcuni esempi sono:
- Suino: 3.1 x 10^9 nucleotidi
- Bovino: 3.6 x 10^9 nucleotidi
- Cavallo: 3.3 x 10^9 nucleotidi
- Pecora: 3.3 x 10^9 nucleotidi
- Capra: 3.2 x 10^9 nucleotidi
- Coniglio: 3.5 x 10^9 nucleotidi
- Pollo: 1.2 x 10^9 nucleotidi

24
Q

Come variano i numeri cromosomici tra alcune specie di interesse zootecnico?**

A

:** I numeri cromosomici variano tra le specie di interesse zootecnico. Alcuni esempi includono:
- Suino: 38 cromosomi
- Bovino: 60 cromosomi
- Cavallo: 64 cromosomi
- Asino: 62 cromosomi
- Pecora: 54 cromosomi
- Capra: 60 cromosomi
- Cane: 78 cromosomi
- Gatto: 38 cromosomi
- Coniglio: 44 cromosomi
- Pollo: 78 cromosomi

25
Q

Che cosa sono le mutazioni genetiche e quali sono le loro possibili conseguenze?**

A

Le mutazioni genetiche sono alterazioni nelle coppie di basi del DNA e possono avvenire nelle regioni codificanti, non codificanti e regolative dei geni. Possono causare cambiamenti nella sequenza polipeptidica, con conseguenze variabili a seconda del numero di aminoacidi modificati.

26
Q

Cosa sono gli alberi filogenetici e come vengono utilizzati?**

A

Gli alberi filogenetici sono diagrammi che mostrano le relazioni di discendenza comune tra gruppi tassonomici di organismi. Vengono utilizzati per illustrare le relazioni evolutive tra specie diverse o razze all’interno della stessa specie, basandosi su dati anatomici, biochimici e paleontologici.

27
Q

Quali marcatori molecolari vengono utilizzati negli studi filogenetici?**

A

Tra i marcatori molecolari utilizzati negli studi filogenetici ci sono il DNA genomico (composto da microsatelliti e polimorfismi a singolo nucleotide - SNPs) e il DNA mitocondriale, che può essere studiato attraverso sequenze come il D-loop, il citocromo B e la sequenza completa del DNA mitocondriale.

28
Q

Cosa sono i microsatelliti e perché sono utili negli studi genetici?**

A

I microsatelliti sono segmenti di DNA ripetuto in tandem composti da unità di 1-13 basi, ripetute fino a 10-20 volte. Sono altamente polimorfici e geneticamente stabili, trasmessi secondo le leggi di Mendel, e sono utili per studi sulla diversità genetica, malattie genetiche, indagini forensi e test di paternità.

29
Q

Qual è il ruolo del DNA mitocondriale (mtDNA) negli studi di filogenesi?**

A

:** Il DNA mitocondriale è utilizzato negli studi di filogenesi grazie al suo elevato tasso di mutazione, che è 5-10 volte superiore a quello del DNA nucleare. Questo DNA, che rappresenta solo l’1% del DNA cellulare, viene ereditato maternamente e non ricombina, rendendolo utile per tracciare le linee materne delle popolazioni.

30
Q

Come viene utilizzata la teoria dell’endosimbionte per spiegare l’origine dei mitocondri e dei cloroplasti?**

A

La teoria dell’endosimbionte suggerisce che i mitocondri e i cloroplasti derivino da batteri autonomi che stabilirono un’associazione simbiotica con le prime cellule eucariotiche durante l’evoluzione. Questi organelli mostrano un’organizzazione genetica e processi di espressione genica simili a quelli dei batteri.

31
Q

Cosa sono gli SNPs e come vengono utilizzati negli studi di diversità genetica?**

A

Gli SNPs (polimorfismi a singolo nucleotide) sono variazioni in un singolo nucleotide del DNA. Sono principalmente biallelici e vengono utilizzati negli studi di diversità genetica per analizzare varianti genetiche. Possono essere impiegati come alternativa ai microsatelliti, sebbene richiedano un gran numero di marcatori per ottenere informazioni comparabili.

32
Q

Quali tecniche statistiche e software sono utilizzati per analizzare la diversità genetica tra popolazioni?**

A

Tecniche statistiche come il clustering bayesiano e software come ADMIXTURE sono utilizzati per analizzare e confrontare le variazioni genetiche tra le popolazioni. Questi strumenti permettono di valutare le differenze genetiche e le relazioni tra popolazioni di animali domestici e specie selvatiche.

33
Q

Che cos’è un aplotipo e come viene utilizzato nello studio del DNA mitocondriale?**

A

:** Un aplotipo è una combinazione di varianti alleliche lungo un segmento di DNA mitocondriale. Gli aplotipi formano gli aplogruppi, che sono insiemi di aplotipi diversi ma originati dallo stesso aplotipo ancestrale. Gli aplogruppi sono utili per tracciare le linee evolutive e la diversità nelle popolazioni.

34
Q

Perché l’mtDNA è considerato un potente strumento per gli studi di filogenesi?**

A

L’mtDNA è considerato un potente strumento per gli studi di filogenesi a causa del suo elevato tasso di mutazione e della sua eredità materna. La sua replicazione avviene senza sistemi di riparazione, accelerando l’accumulo di mutazioni e rendendo le analisi più sensibili alle variazioni genetiche.

35
Q

Quali sono le fonti principali da cui è stato estratto il DNA genomico?**

A

Il DNA genomico è stato estratto da campioni di sangue o da bulbo pilifero.

36
Q

Qual è lo scopo dell’analisi PCR nella ricerca genetica?**

A

La tecnica PCR (reazione a catena della polimerasi) è utilizzata per amplificare i microsatelliti, che sono sequenze di DNA ripetitive e utili per lo studio della variabilità genetica.

37
Q

Cosa indica il parametro “Ho” nella tabella dei parametri statistici?**

A

“Ho” indica l’eterozigosità osservata, ovvero la frequenza con cui individui eterozigoti sono osservati per i microsatelliti studiati.

38
Q

Cosa rappresenta il parametro “He” nella tabella dei parametri statistici?**

A

“He” rappresenta l’eterozigosità attesa, ovvero la frequenza con cui ci si aspetterebbe di osservare individui eterozigoti sulla base della distribuzione allelica.

39
Q

Cosa significa un valore di “Fis” positivo nella tabella dei parametri statistici?**

A

Un valore positivo di “Fis” indica una deficienza di eterozigoti rispetto a quanto previsto dalla Hardy-Weinberg equilibrium, suggerendo una possibile stratificazione della popolazione o una consanguineità.

40
Q

Che tipo di analisi è stata effettuata per comprendere le relazioni tra le razze?**

A

È stata effettuata un’analisi fattoriale delle corrispondenze e un’analisi Neighbor-net basata sulle distanze di Reynolds tra le razze. Queste analisi aiutano a visualizzare e comprendere le relazioni genetiche tra le diverse razze.

41
Q

Che cosa indica il Neighbor-net ottenuto dalle distanze di Reynolds tra razze?**

A

Il Neighbor-net ottenuto dalle distanze di Reynolds è un metodo grafico per rappresentare le relazioni di parentela tra le razze basato su misure di distanza genetica. Aiuta a identificare le relazioni evolutive e le strutture di popolazione.