asino Flashcards

1
Q

Qual è la classificazione tassonomica dell’asino?**

A
  • L’asino appartiene al Regno Animalia, Sottoregno Metazoa, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Classe Mammalia, Sottoclasse Theria, Infraclasse Eutheria, Ordine Perissodactyla, Famiglia Equidae, Genere Equus e Specie Equus asinus.
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2
Q

Quali erano le sottospecie selvatiche di asino selvatico e quali di esse sono sopravvissute?**

A
  • Le sottospecie selvatiche erano:
    • Asino selvatico algerino (Equus africanus atlanticus), estinto.
    • Asino selvatico nubiano (Equus africanus africanus), recentemente estinto.
    • Asino selvatico somalo (Equus africanus somaliensis), l’unico sopravvissuto, ma in grave pericolo di estinzione.
    • Asino selvatico eritreo (Equus africanus dianae), estinto.
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3
Q

Da quali sottospecie selvatiche derivano le razze domestiche di asini?**

A
  • Le razze domestiche di asini derivano dal nubiano e da una popolazione estinta di asino selvatico.
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4
Q

Quando e dove sono stati addomesticati i primi asini?**

A
  • I primi asini furono addomesticati tra il 5000 e il 3000 a.C. in diversi luoghi dell’Africa Nord Orientale.
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5
Q

Come e quando l’asino è stato rappresentato nell’arte egizia e presso i Sumeri?**

A
  • L’asino è rappresentato nell’arte egizia a partire dal 2500 a.C. e viene mostrato mentre trasporta carichi. Era già presente presso i Sumeri dal 3000 a.C. insieme al mulo.
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6
Q

Quando è avvenuta l’introduzione dell’asino in Europa e quali sono le prime tracce della sua presenza?**

A
  • L’introduzione dell’asino in Europa avvenne più tardi a causa del suo ridotto adattamento al freddo e all’umido. Le prime pitture rupestri di asini domestici sono datate 2000 a.C., e si pensa che siano arrivate con gli Etruschi. Nell’Est Europa, l’asino è arrivato progressivamente dall’Asia Minore tra l’800 e il 900 a.C.
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7
Q

. Quali sono alcuni dei riferimenti storici sull’asino?**

A
  • L’asino è nominato nella Bibbia e nell’Iliade, e il suo utilizzo è documentato anche tra gli Ebrei e gli Indù in epoche molto antiche.
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8
Q

Qual è il successo storico degli ibridi ottenuti dall’accoppiamento tra cavallo e asino?**

A
  • L’accoppiamento tra asino maschio e cavalla produce il mulo, mentre l’accoppiamento tra cavallo maschio e asina produce il bardotto. I muli erano importanti per i Romani come cavalcatura, per l’agricoltura e per il trasporto nell’esercito. I bardotti sono rappresentati in pitture egiziane del 1400 a.C. e nei dipinti assiri del I millennio a.C.
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9
Q

. Qual era la situazione dell’allevamento degli asini e della produzione di muli in Emilia Romagna e Toscana negli anni Venti?**

A
  • In Emilia Romagna era presente la razza Pugliese, mentre in Toscana si producevano muli di piccola taglia, ottenuti principalmente da asini di origine sarda. Questi muli venivano venduti anche in Liguria, Emilia e Lombardia e erano prodotti soprattutto nelle province di Massa Carrara, Arezzo, Siena e Firenze.
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10
Q

Come era organizzata la produzione mulina nelle altre regioni italiane negli anni Venti?**

A
  • Nelle Marche e in Umbria si producevano muli per il trasporto della legna e del carbone. In Puglia, la produzione mulina era molto importante, con la razza Pugliese molto apprezzata. In Molise, Campobasso era un importante centro di produzione. In Campania, c’erano asini di due tipi distinti e molti asini con mantelli particolari. In Basilicata, erano diffusi sia i muli che i bardotti. In Calabria, l’allevamento di asini e la produzione di muli erano di grande qualità. In Sicilia, le razze Pantesca e Siciliana erano rinomate per l’allevamento e la produzione mulina. In Sardegna, l’asino Sardo era apprezzato per la sua rusticità e frugalità.
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11
Q

Qual era la situazione numerica degli asini in Italia all’inizio del secolo scorso?**

A
  • Nel 1918, l’Italia aveva una popolazione complessiva di 949.162 asini, seconda solo alla Spagna.
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12
Q

Come è cambiata la popolazione asinina in Italia a partire dagli anni Venti?**

A

A partire dagli anni Venti, la popolazione asinina in Italia ha iniziato a ridursi, con un decremento del 40% rispetto al 1918 fino agli anni Sessanta, e una contrazione rapida e inesorabile nei decenni successivi.

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13
Q

Perché il latte d’asina è considerato un’alternativa valida al latte vaccino per i lattanti?**

A
  • Una percentuale di lattanti, compresa tra l’1,8% e il 7,5%, è allergica alle proteine del latte vaccino. Il latte d’asina è un alimento funzionale che può essere un’alternativa valida alle formule ipoallergeniche a base di idrolisati di proteine vegetali, che sono spesso costose, sgradevoli e possono causare cross reattività.
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14
Q

Qual è la funzione del lisozima presente nel latte d’asina?**

A
  • Il lisozima è un peptide bioattivo che ha una funzione battericida, rompendo la parete cellulare dei batteri. È presente nel latte d’asina in quantità superiori rispetto al latte vaccino e al latte umano e contribuisce a mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche e microbiologiche del latte d’asina.
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15
Q

Quali sono i benefici del trekking con gli asini?**

A
  • Il trekking con gli asini consente di fare escursioni in compagnia con lentezza, mentre gli animali trasportano zaini e attrezzatura. Questo tipo di turismo ecologico, importato da Francia e Svizzera, offre un’esperienza di viaggio che consente di ammirare le bellezze naturali a un ritmo rilassato.
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16
Q

Come si comportano gli asini durante il trekking?**

A
  • Gli asini seguono fedelmente il loro conduttore, diventando un punto di riferimento simile a quello di un cane. Si muovono con lentezza e prudenza, permettendo ai partecipanti di godere appieno dei luoghi attraversati.
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17
Q

Cosa sono le Attività di Mediazione con l’Asino (Onoterapia)?**

A
  • L’onoterapia comprende interventi di educazione e rieducazione alla relazione, finalizzati a promuovere il benessere attraverso il rapporto con l’asino. Questo approccio utilizza le caratteristiche etologiche, fisiche, comportamentali e simboliche dell’asino per facilitare la comunicazione e la relazione.
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18
Q

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo degli asini per la gestione ecologica delle aree verdi?**

A
  • Gli asini sono adatti per superfici di limitata estensione e possono essere gestiti facilmente al pascolo. Si adattano a diverse condizioni climatiche e hanno un peso ridotto, rendendoli idonei anche per superfici in pendenza. Sono anche docili e hanno un consumo di foraggio elevato in relazione alla loro massa corporea.
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19
Q

Come vengono utilizzati gli asini come “spazzini” in Italia?**

A
  • A Castelbono (Palermo) e Santa Maria a Monte (Pisa), gli asini sono utilizzati per la raccolta dei rifiuti porta a porta dalle amministrazioni pubbliche.
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20
Q

Quali sono alcune delle razze autoctone italiane di asini?**

A
  • Alcune razze autoctone italiane di asini includono l’Asino dell’Amiata, l’Asino dell’Asinara, l’Asino di Martina Franca, l’Asino Grigio Siciliano, l’Asino Pantesco, l’Asino Ragusano, l’Asino Romagnolo, l’Asino Sardo e l’Asino Viterbese.
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21
Q

Qual è l’origine dell’asino di Martina Franca e quale ipotesi esiste riguardo alla sua nascita?**

A

L’asino di Martina Franca prende il nome dall’omonimo comune, ma la sua origine comprende anche altre aree della Puglia. Si ritiene che derivi dall’incrocio tra asini autoctoni e soggetti catalani importati nel Seicento, anche se non ci sono conferme certe di questa ipotesi.

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22
Q

Quali sono le caratteristiche distintive dell’asino di Martina Franca rispetto ad altre razze italiane?**

A
  • L’asino di Martina Franca è noto per la sua altezza superiore e una conformazione più armonica rispetto ad altre razze italiane, come il Pugliese. Gli asini di Martina Franca erano particolarmente apprezzati per la loro qualità.
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23
Q

Qual era l’utilizzo storico dell’asino di Martina Franca?**

A
  • L’asino di Martina Franca era altamente apprezzato per la produzione mulina pugliese. In particolare, si incrociava con la cavalla di razza Murgese per produrre il famoso «Mulo Martinese».
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24
Q

Perché fu attivata la selezione controllata del Mulo Martinese nel 1926?**

A
  • La selezione controllata fu avviata per migliorare la razza e limitare le esportazioni, poiché i soggetti migliori erano molto richiesti dal mercato europeo e venivano sottratti alla riproduzione.
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25
Q

Quali sono state le conseguenze del calo d’interesse per l’allevamento del Mulo Martinese dopo la Seconda Guerra Mondiale?**

A
  • La riduzione dell’interesse ha portato a un calo della consistenza della popolazione, aumento della consanguineità, calo della fertilità delle fattrici e diminuzione della taglia.
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26
Q

Come è cambiata la situazione del Mulo Martinese dagli anni Novanta ad oggi?**

A
  • Negli anni Novanta c’è stato un nuovo interesse per l’allevamento dell’asino, inclusa la razza del Mulo Martinese, che ha visto un incremento della sua popolazione da circa 400 a circa 1200 animali.
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27
Q

Quali sono gli utilizzi attuali del Mulo Martinese?**

A
  • Oggi, la produzione di muli è minima, ma c’è un crescente interesse nella produzione di latte di asina per uso pediatrico e cosmetico, e nella produzione di carne di asino.
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28
Q

Quali sono i principali caratteri morfologici del Mulo Martinese?**

A
  • Il Mulo Martinese ha una costituzione robusta, diametri proporzionati e un grande sviluppo generale. È elegante e austero, con un mantello morello e dettagli come addome e muso bianco-grigio.
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29
Q

Come venivano allevati tradizionalmente i puledri di Mulo Martinese?**

A
  • I puledri venivano svezzati a circa sei mesi e allevati allo stato brado con un gruppo di cavalle. A due anni, erano separati e tenuti in un trullo fino a tre anni, quando erano impiegati per la monta.
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30
Q

Quali sono le origini dell’Asino Romagnolo e come era classificato in passato?**

A
  • L’Asino Romagnolo, anche noto come Asino di S. Alberto, è una razza antica e in passato era considerata una sottorazza dell’asino Pugliese, che comprendeva cinque sottorazze, tra cui la Romagnola.
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31
Q

. Come è cambiato l’uso dell’Asino Romagnolo dopo la Seconda Guerra Mondiale?**

A
  • Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’uso dell’Asino Romagnolo declinò a causa della progressiva meccanizzazione e abbandono delle zone rurali, con un evidente calo durante gli anni Settanta.
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32
Q

Cosa è stato fatto recentemente per recuperare l’Asino Romagnolo?**

A
  • La Regione Emilia Romagna ha finanziato un programma di recupero che ha portato alla creazione del Registro Anagrafico. Sono stati utilizzati animali da gruppi di pastori e condotta una caratterizzazione genetica.
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33
Q

Quali sono i caratteri morfologici principali dell’Asino Romagnolo?**

A
  • L’Asino Romagnolo ha una costituzione robusta, proporzioni generali corrette, e un portamento elegante. Il mantello è prevalentemente grigio sorcino, con variazioni come baio e morello.
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34
Q

Quali sono gli utilizzi tradizionali e moderni dell’Asino Romagnolo?**

A
  • Tradizionalmente, era usato per la soma e il tiro leggero, e per la produzione mulina. Oggi è usato principalmente per la produzione di latte d’asina e in onoterapia.
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35
Q

Quando e dove sono stati documentati per la prima volta gli Asini dell’Amiata?**

A
  • I primi documenti riguardanti l’Asino dell’Amiata risalgono alla fine dell’Ottocento in Toscana, vicino al massiccio del Monte Amiata.
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36
Q

Qual è l’origine dell’Asino dell’Amiata e quali influenze ha subito?**

A
  • L’Asino dell’Amiata potrebbe essere stato influenzato dall’Asino Romagnolo e, nel XX secolo, sono stati utilizzati stalloni di Martina Franca e Asino Ragusano per aumentarne la taglia.
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37
Q

Come è stato recuperato l’Asino dell’Amiata dal rischio di estinzione?**

A
  • Il rischio di estinzione è stato affrontato grazie all’intervento della Regione Toscana e dell’Istituto di Incremento Ippico di Pisa, con un aumento della consistenza della razza.
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38
Q

Quali sono le caratteristiche morfologiche dell’Asino dell’Amiata?**

A
  • L’Asino dell’Amiata ha una costituzione robusta, un buon sviluppo generale e un portamento elegante. Il mantello è grigio sorcino con una riga mulina e una croce scapolare.
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39
Q

Quali sono gli usi moderni dell’Asino dell’Amiata?**

A
  • L’Asino dell’Amiata è usato per il trekking, la cavalcatura, la pet-therapy e l’ippoterapia. È apprezzato per la sua versatilità, docilità e buona indole.
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40
Q

Qual è l’origine dell’Asino di Pantelleria?**

A

L’Asino di Pantelleria proviene dall’isola di Pantelleria, situata a sud-ovest della Sicilia, ed è il risultato di incroci tra asini siciliani e asini provenienti dall’Africa.

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41
Q

Qual è stato il ruolo storico degli stalloni Panteschi?**

A

Gli stalloni Panteschi erano molto richiesti per l’uso diretto e per la produzione di muli. Erano apprezzati per la loro vigoria e nevrilità, tanto da essere utilizzati anche dall’esercito italiano.

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42
Q

Come ha influenzato la Seconda Guerra Mondiale la consistenza della razza?**

A

La Seconda Guerra Mondiale ha avuto un impatto negativo significativo sulla razza, riducendo drasticamente il numero di asini Panteschi. Nel 1951, solo 180 esemplari erano superstiti sull’isola.

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43
Q

Quali sono le principali caratteristiche morfologiche dell’Asino di Pantelleria?**

A

L’Asino di Pantelleria ha una costituzione dolicomorfa, con un notevole sviluppo generale, e il mantello può essere morello o baio scuro. Il pelo è corto, liscio e molto lucido, con muso quasi bianco e addome e faccia interna delle cosce bianchi.

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44
Q

Per quali caratteristiche produttive è noto l’Asino di Pantelleria?**

A

È noto per il suo carattere nevrile, velocità, rusticità e resistenza ai climi caldi e alle restrizioni alimentari. È in grado di trasportare carichi pesanti ed è resistente alla fatica. È anche apprezzato per la produzione di muli e latte d’asina.

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45
Q

Quando sono state documentate le prime notizie sull’Asino Grigio Siciliano?**

A

Le prime notizie documentate sull’Asino Grigio Siciliano risalgono al 1870.

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46
Q

Quali sono le differenze tra le due sotto-razze di asino Siciliano?**

A

L’asino Siciliano delle province orientali (Ragusa e Catania) somiglia di più all’asino Pugliese, mentre quello delle province occidentali (Trapani, Palermo, ecc.) è più simile all’asino Pantesco, sebbene meno elegante e perfetto.

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47
Q

Qual è la consistenza attuale dell’Asino Grigio Siciliano?**

A

Attualmente, ci sono circa 100 soggetti di Asino Grigio Siciliano, distribuiti principalmente nelle province di Agrigento, Enna, Palermo, Ragusa e Siracusa.

48
Q

Come si caratterizza morfologicamente l’Asino Grigio Siciliano?**

A

L’Asino Grigio Siciliano ha un mantello grigio che può variare tra chiaro e scuro, senza croce scapolare, con addome, interno delle cosce e muso bianchi. Le mucose apparenti e la cute sono nere, e si possono riscontrare riflessi rossastri.

49
Q

Quali sono gli usi tradizionali e moderni dell’Asino Grigio Siciliano?**

A

Tradizionalmente, l’Asino Grigio Siciliano è stato apprezzato per la sua attitudine al lavoro e resistenza alla fatica. Oggi, trova interesse anche per la produzione di latte d’asina a scopo pediatrico.

50
Q

Quando è stata ufficialmente riconosciuta la razza dell’Asino Ragusano?**

A

L’Asino Ragusano è stato ufficialmente riconosciuto nel 1953.

51
Q

Quali razze hanno contribuito alla formazione dell’Asino Ragusano?**

A

L’Asino Ragusano deriva dall’incrocio tra l’Asino Pantesco e l’Asino Siciliano, con l’aggiunta di soggetti di asino di Martina Franca e di asino Catalano.

52
Q

Qual è la situazione attuale della consistenza dell’Asino Ragusano?**

A

Attualmente, ci sono circa 3.200 soggetti iscritti al Registro Anagrafico dell’Asino Ragusano.

53
Q

Descrivi le principali caratteristiche morfologiche dell’Asino Ragusano.**

A

L’Asino Ragusano ha un mantello baio scuro con un ventre di biscia esteso, focatura agli occhi e muso grigio con sfumature focate. La criniera e la coda sono nere.

54
Q

Per quali scopi è stato utilizzato l’Asino Ragusano?**

A

L’Asino Ragusano è stato apprezzato per la produzione di muli, come cavalcatura e per lavori agricoli. È utilizzato anche per il trekking e la sella per equiturismo e per la produzione di latte d’asina per uso pediatrico.

55
Q

Quali sono le origini dell’Asino Sardo?**

A

Le origini dell’Asino Sardo sono incerte e molto antiche. Alcuni affermano che fosse presente in Sardegna già nel neolitico, mentre altri collegano la sua introduzione ai Fenici, che nel primo millennio a.C. incrementarono l’allevamento per scopi agricoli e di trasporto.

56
Q

Qual è stata l’effetto dello sviluppo economico e della meccanizzazione sull’Asino Sardo?**

A

Lo sviluppo economico e la meccanizzazione in agricoltura hanno ridotto l’interesse per l’uso dell’Asino Sardo, portando a una drastica contrazione della sua popolazione.

57
Q

Qual è la situazione attuale della consistenza dell’Asino Sardo?**

A

Alla fine del 2006, c’erano 364 fattrici iscritte al Registro Anagrafico, distribuite in 120 allevamenti. Attualmente, ci sono 2082 soggetti iscritti al Registro Anagrafico.

58
Q

Descrivi le caratteristiche morfologiche dell’Asino Sardo.**

A

L’Asino Sardo ha una costituzione minuta. Il mantello è sorcino con una riga mulina e una croce scapolare ben marcata. Può presentare una zebratura sugli arti, meno evidente o assente sugli arti posteriori, e il ventre e la faccia interna degli arti fino a due terzi della coscia sono rivestiti di peli chiari.

59
Q

Come viene attualmente utilizzato l’Asino Sardo?**

A

L’Asino Sardo è utilizzato nel trekking a cavallo per il trasporto di vettovagliamento e attrezzature. In passato era impiegato per macinatura dei cereali, trasporto di legna e acqua, aratura e corse degli asini. È anche importante per la salvaguardia del territorio e la prevenzione degli incendi grazie alla sua attività di pascolamento.

60
Q

Qual è l’origine dell’Asino dell’Asinara?**

A

L’Asino dell’Asinara è originario dell’isola dell’Asinara, situata a nord-ovest della Sardegna. Si ipotizza che gli asini siano stati abbandonati dagli abitanti dell’isola quando l’Asinara è diventata una colonia penale. Altre ipotesi suggeriscono origini più antiche con importazione dall’Egitto.

61
Q

Come si è evoluta la popolazione dell’Asino dell’Asinara?**

A

La popolazione dell’Asino dell’Asinara è aumentata da 31 esemplari nel 1986 a circa 120 animali sull’isola e ulteriori individui distribuiti in Sardegna, Emilia e Toscana. Attualmente, il numero totale di capi è di 269.

62
Q

Quali sono le caratteristiche morfologiche distintive dell’Asino dell’Asinara?**

A

L’Asino dell’Asinara è di piccole dimensioni, con un mantello bianco causato da una forma di albinismo incompleto. Ha un muso roseo, occhi rosa-celesti e la cute rosa. Le misure a 30 mesi sono: altezza al garrese di 80-105 cm, circonferenza toracica di 100 cm e circonferenza dello stinco di 11-13 cm.

63
Q

Qual è il ruolo dell’Asino dell’Asinara nell’ecosistema dell’isola?**

A

L’Asino dell’Asinara è un simbolo dell’isola e rappresenta un patrimonio faunistico di rilevante importanza scientifico-culturale. Il loro pascolo nel sottobosco contribuisce alla prevenzione degli incendi.

64
Q

Qual è il sistema di allevamento dell’Asino dell’Asinara?**

A

Sull’isola dell’Asinara, circa 120 asini vivono allo stato brado, con integrazioni alimentari quando necessario. La vegetazione spontanea sull’isola è scarsa, quindi è necessario fornire supporto alimentare per mantenere la popolazione.

65
Q

Come è cambiata la popolazione dell’Asino Viterbese nel tempo?**

A

Fino al XVIII secolo, l’Asino Viterbese era caratterizzato da un mantello bruno o grigio con caratteristiche di rusticità e vigore. Gli incroci successivi con stalloni di altre razze hanno portato a una maggiore variabilità, creando ecotipi come il Laziale e il Ciociaro. Oggi, la popolazione presenta maggiore omogeneità somatica.

66
Q

. Qual è la consistenza attuale dell’Asino Viterbese?**

A

Attualmente, i soggetti iscritti al Registro Anagrafico dell’Asino Viterbese sono complessivamente 220.

67
Q

Quali sono le caratteristiche morfologiche dell’Asino Viterbese?**

A

L’Asino Viterbese è di taglia medio-grande, con un manto che va dal baio chiaro al scuro da giovane e tende a diventare grigio brunastro con l’età. Ha una riga mulina sporadica, arti, musello e addome di colore grigio chiaro. Ha un temperamento docile e vivace.

68
Q

Per quali scopi è utilizzato l’Asino Viterbese?**

A

L’Asino Viterbese è utilizzato per vari scopi, tra cui soma e attacchi in agricoltura e trasporti, corse per il palio, produzione mulina, equiturismo, onoterapia e produzione di latte e carne.

69
Q

Qual è il sistema di allevamento dell’Asino Viterbese?**

A

L’Asino Viterbese è allevato allo stato semibrado con rientro serale in stalla o in stabulazione permanente con paddock esterni.

70
Q

In quale regione e circa quanti anni fa è stato domesticato il cavallo?**

A

Il cavallo è stato domesticato in Asia Centrale circa 10.500 anni fa.

71
Q

Quando è avvenuta la domesticazione dell’asino e in quale regione?**

A

L’asino è stato domesticato nel Medio Oriente circa 6.000 anni fa.

72
Q

Qual è l’animale domestico con la storia di domesticazione più lunga secondo il testo?**

A

Il cane è stato domesticato in Eurasia circa 36.000 anni fa.

73
Q

Qual è la percentuale di tempo che un asino dedica al riposo secondo il “time budget”?**

A

Un asino dedica il 68% del suo tempo al riposo.

74
Q

Quanto tempo dedica un asino all’alimentazione?**

A

Un asino dedica il 29% del suo tempo all’alimentazione.

75
Q

Qual è la percentuale di tempo che un asino dedica al grooming?**

A

Un asino dedica solo il 3% del suo tempo al grooming.

76
Q

Qual è la dieta principale dell’asino in natura?**

A

L’asino in natura è un erbivoro non ruminante che si alimenta principalmente di erba e arbusti, con una dieta che varia stagionalmente.

77
Q

Qual è la percentuale annuale di graminacee nella dieta dell’asino?**

A

Le graminacee costituiscono il 6%-69% della dieta annuale dell’asino.

78
Q

Come si distingue la digestione dell’asino rispetto a quella di altri animali?**

A

L’asino è un monogastrico con digestione chimica ed enzimatica e digestione microbica nel cieco.

79
Q

Quali sono i principali fattori che influenzano la distribuzione e il grado di socialità delle femmine di asino selvatico?**

A

La distribuzione delle risorse, la topografia e la dimensione dell’habitat influenzano la distribuzione e il grado di socialità delle femmine.

80
Q

Come si adattano gli asini ferali alle variazioni ambientali?**

A

Gli asini ferali si adattano modificando e adattando la propria struttura sociale in base alle variabili ambientali incontrate.

81
Q

Qual è il comportamento territoriale dell’asino selvatico africano nella Death Valley?**

A

Nella Death Valley, dove le risorse sono scarse, l’asino selvatico africano è condizionalmente territoriale e difende i suoi confini solo quando è presente una femmina in estro.

82
Q

Come è organizzata la struttura sociale degli asini nell’isola di Ossabaw?**

A

Nell’isola di Ossabaw, con clima mite e risorse abbondanti, gli asini vivono in harem composti da più femmine con prole e uno o più maschi adulti, con gruppi di maschi scapoli. La riproduzione non è stagionale e i maschi dell’harem difendono i territori tutto l’anno.

83
Q

Come si confrontano le interazioni sociali degli asini in contesti domestici con quelle osservate negli asini selvatici e ferali?**

A

In contesti domestici, si osservano molte più interazioni sociali di quelle attese basandosi sugli etogrammi esistenti per asini selvatici e ferali (Visentin, 2016).

84
Q

Gli asini sono adattati a vivere in una gerarchia sociale strettamente lineare?**

A

No, sembra che gli asini non siano adattati a vivere all’interno di una stretta gerarchia lineare (Proops et al, 2012).

85
Q

Qual è il rango degli asini in gruppi misti rispetto a cavalli e muli?**

A

In gruppi misti, gli asini sono generalmente di rango inferiore rispetto a cavalli e muli.

86
Q

Cosa si intende per “pair bonding” negli asini?**

A

Il “pair bonding” è la preferenza netta di un asino per la vicinanza di un particolare conspecifico, che può essere di qualsiasi età, sesso e stato fisiologico, e non necessariamente imparentato o con interessi sessuali (Waring, 2003).

87
Q

Che effetti può avere la separazione improvvisa di una coppia di asini in pair bonding?**

A

La separazione improvvisa può portare a grande distress nei due individui (Murray et al, 2013).

88
Q

Quali tipi di attività sono tipicamente condivisi dai partner in un pair bonding?**

A

I partner in un pair bonding condividono attività come il riposo e il pascolo (Sigurjonsdottir et al., 2003; Waring, 2003).

89
Q

Qual è la distanza massima tra femmine e tra femmina e maschio in relazione alla prossimità sociale?**

A

La distanza massima tra femmine è di 10 metri, mentre tra femmina e maschio è di 15 metri.

90
Q

Quali comportamenti affiliativi sono comuni tra gli asini?**

A

I comportamenti affiliativi comuni includono allogrooming (o mutual grooming), monta senza valenza sessuale o di dominanza, gioco, e greeting (saluto) (Murray et al, 2013; Moehlman, 1998).

91
Q

Come si svolge il saluto tra due asini?**

A

Il saluto tra due asini prevede una fase di avvicinamento con le orecchie in avanti, seguito da contatto naso-nasale e contatto naso-anale o naso-genitale (Moehlman, 1998).

92
Q

Quali sono i principali pattern comportamentali agonistici negli asini?**

A

I principali pattern comportamentali agonistici includono allarme, minaccia, segnali di sottomissione, evitamento, combattimento e fuga.

93
Q

Che cosa implica un comportamento di allerta in un asino?**

A

Il comportamento di allerta implica l’innalzamento del collo, orecchie e occhi puntati verso lo stimolo, e narici leggermente dilatate (Waring, 2003).

94
Q

Come si manifesta una minaccia tra asini?**

A

Una minaccia può manifestarsi attraverso posture come orecchie abbassate e testa bassa, minaccia di morso, minaccia con il posteriore, o minaccia di calcio (Moehlman, 1998).

95
Q

Qual è il comportamento di un asino sottomesso?**

A

Un asino sottomesso può spostarsi all’approcciarsi dell’animale dominante, scuotere vigorosamente la testa, o accettare la monta (Moehlman, 1998; Waring, 2003).

96
Q

Come avviene un combattimento tra asini?**

A

I combattimenti avvengono quasi esclusivamente tra maschi adulti e includono impennate, morsi e calci, con entrambi gli animali che grugniscono e ringhiano. Normalmente, il combattimento finisce con il perdente che si allontana o viene inseguito (Moehlman, 1998).

97
Q

Che ruolo ha il raglio nella comunicazione acustica dell’asino?**

A

Il raglio può essere udito fino a 3 km di distanza ed è usato per l’identificazione individuale. Viene emesso da maschi territoriali, durante incontri, accoppiamenti, minacce, o espressioni di frustrazione e solitudine (Moehlman, 1998; Yilmaz, 2012).

98
Q

Come viene utilizzato il grugnito e il ringhio nella comunicazione?**

A

Il grugnito e il ringhio sono usati in contesti agonistici e possono essere singoli o in successione, precedendo o seguendo un raglio (Moehlman, 1998).

99
Q

Qual è il significato del “whuffle” nella comunicazione degli asini?**

A

Il “whuffle” è utilizzato dalle femmine quando cercano i loro piccoli e dai maschi quando approcciano altri conspecifici.

100
Q

Quali sono le funzioni della comunicazione olfattiva negli asini?**

A

La comunicazione olfattiva include l’uso delle feci per la segnalazione territoriale e punti di riferimento, e l’urinazione che stimola altri maschi e aumenta la frequenza urinaria nelle femmine in estro.

101
Q

Come si manifestano le espressioni facciali negli asini?**

A

:* Le espressioni facciali possono includere orecchie in avanti per espressioni di attenzione, orecchie abbassate e denti coperti per minaccia, e faccia da sottomissione con denti scoperti e abbassamento della testa (Moehlman, 1998).

102
Q

Qual è la caratteristica del gioco aggressivo tra asini?**

A

Il gioco aggressivo include comportamenti simili a quelli della lotta adulta, con asini che cambiano ruolo tra attaccante e difensore, e si fermano prima di causare lesioni gravi (Moehlman, 1998).

103
Q

Come varia la frequenza del gioco aggressivo tra i giovani asini e quelli più adulti?**

A

I giovani maschi iniziano più frequentemente sessioni di gioco aggressivo, mentre la frequenza di questo gioco diminuisce generalmente con l’età, anche se alcuni asini continuano a giocare dopo l’adolescenza.

104
Q

Quali tipi di giochi possono coinvolgere gli asini?**

A

Gli asini possono partecipare a giochi sociali come il gioco aggressivo e a giochi con oggetti, sia in contesti sociali che solitari.

105
Q

Come si comporta l’asino in termini di territorialità?**

A

L’asino difende il proprio territorio, e questo comportamento è più frequente nei maschi. Questo può comportare dei rischi per altri animali da cortile, pertanto è importante prestare attenzione quando si introducono nuovi soggetti in un gruppo.

106
Q

Quali sono le principali differenze nella risposta alla difesa dai predatori tra asini e cavalli?**

A

Gli asini mostrano minori risposte di fuga rispetto ai cavalli, e tendono a mostrare un freezing più frequente in condizioni di paura. L’aggressività da difesa è anche più frequente negli asini rispetto ai cavalli.

107
Q

Cosa distingue un comportamento indesiderato da un comportamento anormale negli asini?**

A

Un comportamento naturale e normale può essere indesiderabile in condizioni di allevamento. Ad esempio, comportamenti come mangiare il legno, aggressività, territorialità, coprofagia nei puledri, reazioni di paura e comportamenti sessuali possono essere considerati indesiderabili o anomali in contesti di allevamento.

108
Q

Quali sono alcuni errori comuni nell’interazione e nell’addestramento degli asini?**

A

Gli errori comuni includono considerare l’asino come un piccolo cavallo con le orecchie lunghe, non riconoscere dolore o patologie, scorretta interpretazione della reattività dell’asino, non soddisfacimento dei bisogni fisiologici ed etologici, e una scarsa socializzazione con l’uomo. Questi errori possono portare a problemi di benessere animale e scarso successo nell’addestramento.

109
Q

Cosa può causare un’iper-reattività negli asini?**

A

L’iper-reattività può essere causata da dolore, patologie, fattori genetici, apprendimento, aggressività eccessiva, fobie o ansia, e gruppi sociali o spazi inadeguati.

110
Q

Quali sono le cause possibili dell’iporeattività negli asini?**

A

L’iporeattività può derivare da dolore, patologie, stress da caldo, e deprivazione ambientale, che può manifestarsi come apatia, mancata risposta agli stimoli, inattività, letargia, isolamento sociale e problemi di apprendimento.

111
Q

Quali sono gli scopi normali dell’aggressività negli asini?**

A

Gli scopi normali dell’aggressività includono la gestione delle gerarchie, la difesa dai predatori e la difesa del territorio.

112
Q

Cosa può causare un’aggressività eccessiva negli asini?**

A

L’aggressività eccessiva può essere causata da spazi inadeguati, scarsità di risorse, gruppi sociali instabili o inadeguati, mancata o scorretta socializzazione con l’uomo, mancato rispetto dei segnali di minaccia, e dolore o patologie.

113
Q

Come appare l’atteggiamento generale di un asino sano?**

A

Un asino sano è vigile, con le orecchie portate in alto o lateralmente, occhi aperti e attenti all’ambiente, testa sopra il livello delle spalle, e interagisce normalmente con i cospecifici.

114
Q

Quali sono i segni di depressione in un asino e perché è importante monitorarli?**

A

I segni di depressione in un asino includono testa abbassata rispetto alla linea del garrese, orecchie poco mobili, scarso interesse per l’ambiente, poca interazione con i cospecifici e scarso appetito. La depressione può essere un segno di diverse patologie e rappresenta uno dei principali indicatori di dolore.

115
Q

Qual è la percentuale di asini che presenta diverse patologie?**

A

Le percentuali di patologie negli asini sono: iperlipemia (15%), patologie epatiche (38%), patologie respiratorie (7%), patologie podali (4%), colica (5%), altro (10%), e depressione aspecifica (19%).

116
Q
A