lezioni Flashcards
Chi può gestire i libri genealogici secondo la nuova legislazione?**
La nuova legislazione stabilisce che i libri genealogici devono essere gestiti da associazioni di primo grado, come le Associazioni Nazionali di Razza e l’Associazione Italiana di Allevatori. Per i suini, ovini e caprini, le organizzazioni rimangono le stesse: ANAS e ASSONAPA.
Qual è la differenza tra associazioni di primo e secondo grado nella gestione dei libri genealogici?**
Le associazioni di primo grado sono composte da allevatori e gestiscono direttamente i libri genealogici. Le associazioni di secondo grado comunicano con le associazioni di allevatori e coordina le loro attività, ma non gestiscono direttamente i libri genealogici.
Qual è la situazione attuale nella gestione dei libri genealogici e dei centri genetici?**
Il sistema di gestione dei libri genealogici è attualmente caratterizzato da confusione e mancanza di trasparenza. Le sedi provinciali e regionali stanno chiudendo e non si registrano più i capi correttamente. Per le razze più diffuse ci sono meno problemi, ma per altre si registrano difficoltà significative. ANAS ha mantenuto i centri genetici e ha visto un aumento nel numero di animali autoctoni.
Qual è la situazione specifica della gestione dei libri genealogici per i conigli?**
Per i conigli, la gestione dei libri genealogici è molto problematica, con una comunicazione insufficiente tra allevatori e associazioni e una mancanza di tradizione di esperti di razza. La situazione è descritta come pari a zero.
Come è cambiata la caratterizzazione delle razze, come nel caso del suino apulo calabrese?**
ANAS ha semplificato le caratteristiche delle razze, creando categorie più ampie che includono diverse razze autoctone in un’unica classificazione. Ad esempio, il suino apulo calabrese comprende più di dieci razze autoctone, unificando razze non strettamente correlate per aumentare il numero totale di suini, ma ciò può pregiudicare la specificità delle singole razze.
Qual è la differenza tra selezione e conservazione nel contesto dei libri genealogici?**
La selezione raccoglie molti più dati (riproduzione, produzione, morfo-funzionali) e mira a migliorare l’indice di selezione per ottenere razze più produttive. La conservazione si concentra su razze con numerosità limitata e promuove le attitudini produttive senza enfatizzare la selezione. Con la legge, il registro anagrafico è diventato libro genealogico di conservazione.
Come vengono valutate le razze con maggior numerosità rispetto a quelle con minor numerosità?**
Le razze con maggior numerosità vengono valutate più puntualmente attraverso un indice genetico, mentre le razze con numeri limitati sono valutate con tabelle semplificate e meno caratteri da valutare, come la conformazione della mammella, che è cruciale per la conservazione.
Qual è l’importanza della conformazione della mammella nelle razze per la conservazione?**
La conformazione della mammella è un carattere centrale nelle razze per la conservazione perché aiuta a selezionare le razze più adatte alla mungitura meccanica. Le razze con mammelle non conformi sono scomparse nel tempo.
Quali sono i principali tipi di marcatori molecolari utilizzati per la caratterizzazione genetica?**
I principali tipi di marcatori molecolari utilizzati sono i microsatelliti (str o ssr), gli SNPs e il DNA mitocondriale. Questi marcatori sono impiegati per ottenere informazioni utili per scopi di ricerca e sviluppo, come la ricerca di geni e varianti alleliche di interesse.
Come influiscono i sistemi di allevamento e le tecniche di gestione della riproduzione sulla sopravvivenza delle razze?**
I sistemi di allevamento, come quello semi-brado e brado, e le tecniche di gestione della riproduzione influiscono direttamente sulla sopravvivenza delle razze. Il sistema di allevamento può includere ambienti naturali o chiusi, mentre le tecniche di gestione della riproduzione possono determinare la vitalità e la sostenibilità delle popolazioni allevate. Le fonti documentali come dipinti e fotografie aiutano a mantenere e valorizzare la cultura associata alle razze, contribuendo alla loro conservazione.
In che modo la separazione tra ambiente rurale e urbano ha influenzato le razze negli ultimi 50/60 anni?**
Negli ultimi 50/60 anni, la separazione tra ambiente rurale e urbano ha portato a un cambiamento nella gestione e nella percezione delle razze. Oggi, si considera anche la parte culturale delle razze, come ricette, feste e sagre, che influiscono sulla loro sopravvivenza e valorizzazione.
Quali sono le principali parole chiave associate alla conservazione della biodiversità?**
Le principali parole chiave sono “guardia”, “mantenimento” e “recuperazione”.
Perché è importante conservare la biodiversità?**
Conservare la biodiversità è cruciale per soddisfare la domanda attuale e futura del mercato, creare opportunità di mercato di nicchia, fronteggiare i cambiamenti nei processi produttivi come cambiamenti climatici e nuove malattie, e offrire opportunità alla ricerca scientifica. Inoltre, contribuisce al ruolo socioeconomico delle razze locali, al valore ecologico e paesaggistico, e al mantenimento di agroecosistemi che supportano anche gli animali selvatici.
Come influiscono le vacche grandi sui pascoli e sul terreno?**
Le vacche grandi possono danneggiare i pascoli e alterare la struttura del terreno, rendendole meno adatte per il pascolo rispetto ad altre razze.
Cosa significa “sotto razza” o “varietà” nel contesto della biodiversità?**
Le sotto razze o varietà sono gruppi di animali all’interno di una razza che presentano differenze per pochi caratteri secondari, come colorazione o mutazioni di particolari parti anatomiche, come la cresta e la coda nei polli.
Qual è la differenza tra “variabile morfologica intra-razza” e “ceppo”?**
La variabile morfologica intra-razza riguarda le differenze morfologiche all’interno della stessa razza, come il colore del mantello. Un ceppo, invece, è un gruppo primitivo dal quale derivano diverse razze, come il ceppo iberico e il ceppo podolico.
Quali sono le specie di bovini considerate come origine comune?**
Le specie di bovini considerate come origine comune sono Bos taurus, Bos indicus e Bos primigenius. Oggi si considerano un’unica specie, il uro selvatico.
Quando è avvenuta la domesticazione dei bovini e quale ruolo ha avuto il DNA mitocondriale nello studio delle razze?**
La domesticazione dei bovini è avvenuta circa 10.000 anni fa nella Mezza Luna Fertile, e circa 8.000 anni fa per lo zebu. Il DNA mitocondriale è utilizzato per studiare l’origine delle razze e i processi di domesticazione.
Che cosa sono gli aplotipi e come vengono utilizzati nello studio della genetica bovina?**
Gli aplotipi sono sequenze genetiche che si possono raggruppare in aplotipi o gruppi di mutazioni naturali che appartengono allo stesso gruppo. Sono utilizzati per studiare e classificare le variazioni genetiche all’interno delle razze.
Qual è il ruolo dell’uro nella storia dei bovini e quando è avvenuta la sua estinzione?**
L’uro era diffuso in tutta Europa e descritto da Giulio Cesare come grande, di colore scuro e aggressivo. È stato ufficialmente estinto nel 1630. I tentativi di ricostruire la razza iniziarono tra il 1920 e il 1930 e un nuovo progetto, il Taurus Project, ha cercato di ricreare i bovini primitivi nel 2008.
Quali erano i ceppi di bovini presenti in Italia durante il periodo romano e come sono cambiati nei secoli successivi?**
Durante il periodo romano, i bovini più diffusi erano di mantello rosso, con alcuni anche di colore grigio. Nel Medioevo e nei secoli successivi, i bovini sono diventati molto più piccoli e le razze erano difficili da precisare. La zootecnia avanzata è andata persa con la caduta dell’Impero Romano.
Che cosa rappresenta il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale e come si relaziona con le razze bovine straniere?**
Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è una IGP che comprime tre razze bovine: chianina, marchigiana e romagnola. È stato creato per rispondere all’invasione di razze straniere da carne in Italia, con caratteristiche morfologiche come il mantello bianco e pigmentazione apicale nera. Le razze straniere sono spesso più precoci e più economiche da nutrire.
Quali sono le caratteristiche morfologiche della razza Chianina e qual è il suo stato attuale?**
La Chianina è caratterizzata da una taglia grande, con una altezza al garrese di circa 170 cm e pesi di circa 1.500 kg per i tori e 1.000 kg per le vacche. Il mantello è bianco porcellano con gradazioni grigie nel toro. Nel 1956 c’erano circa 597.000 capi, oggi ci sono circa 45.000 iscritti, ma si stima che ce ne siano circa 100.000 in totale, con una notevole diffusione all’estero.
Come è cambiato il sistema di allevamento della razza Chianina nel tempo?**
In passato, la razza Chianina era allevata principalmente in stalla a porta fissa, mentre oggi si cerca di migliorare il benessere animale con metodi di allevamento all’aperto o semi-bradi. Gli animali sono alimentati con pascolo, fieno, silo di mais e concentrati.
Dove è principalmente allevata la razza Reggiana e per quale scopo è stata tradizionalmente utilizzata?**
La razza Reggiana è principalmente allevata in Reggio Emilia e nella provincia di Parma. È utilizzata principalmente per la produzione di parmigiano reggiano, il che ha contribuito alla sua salvezza.
Quali sono le due teorie principali sulle origini della razza Reggiana?**
Le due teorie principali sulle origini della razza Reggiana sono: una, che sostiene che la razza fosse già presente in Italia da sempre; l’altra, meno probabile, suggerisce che la razza sia arrivata con le invasioni barbariche.
Come è cambiata la consistenza della razza Reggiana nel corso del tempo?**
Nel 1954 c’erano circa 140.000 capi di razza Reggiana. Negli anni ‘80, a causa della sostituzione con la frisona più produttiva, i capi erano scesi sotto i 1.000, mettendo la razza a rischio di estinzione. Oggi, la razza conta più di 5.000 capi e sta crescendo, anche se la crescita è lenta, con solo un vitello all’anno.
Quali sono le caratteristiche morfologiche della razza Reggiana?**
La razza Reggiana ha un mantello fromentino uniforme, con colori più scuri nei tori. I maschi hanno circa 150 cm di altezza al garrese e pesano circa 900 kg, mentre le femmine hanno circa 140 cm di altezza al garrese.
Come è cambiato il sistema di allevamento della razza Reggiana nel tempo?**
Inizialmente, la razza Reggiana era allevata in stalla a porta fissa. Successivamente, il sistema è passato a stabulazione libera con cuccette, per migliorare il benessere animale, e ora include anche pascolo collinare e montano (allevamento semi-brado). È stato anche fatto un incrocio con la frisona per il passaggio da frisona a reggiana.
Quali sono le principali attitudini produttive della razza Reggiana?**
La razza Reggiana ha attitudini produttive sia per il latte che per la carne, ma è più orientata verso la produzione di latte. Il latte prodotto è di alta qualità per la caseificazione, e la razza è anche nota per la sua longevità, fertilità, resistenza e facilità di parto senza un aumento significativo della consanguineità.
Qual è la produzione media di latte per lattazione della razza Reggiana e come si confronta con quella della frisona?**
La produzione media di latte per lattazione della razza Reggiana è di circa 58 quintali, che è circa la metà rispetto a quella della frisona. Tuttavia, il latte della Reggiana ha caratteristiche di caseificazione migliori grazie al suo alto contenuto di proteine.
Come è stata utilizzata la razza Reggiana nella produzione di parmigiano reggiano?**
La razza Reggiana è stata tradizionalmente allevata insieme alla frisona, con il latte mescolato. Tuttavia, gli allevatori hanno tentato di produrre un formaggio monorazza utilizzando solo latte di Reggiana, venduto a un prezzo maggiore (5 euro in più per kg) rispetto al formaggio prodotto con latte di frisona. Questo è stato fondamentale per salvare la razza Reggiana.
Quali sono le principali normative del disciplinare di produzione per il parmigiano reggiano prodotto con la razza Reggiana?**
Il disciplinare di produzione prevede divieti come l’uso di foraggi unifeed (foraggi e concentrati miscelati in un unico piatto) e la mungitura con robot. I formaggi devono essere prodotti per almeno il 50% in azienda, e si devono utilizzare mangimi certificati OGM free senza superare il 50% della sostanza secca per le vacche in lattazione. È previsto un limite del 60% per la quantità di concentrato.
Quali sono le sfide e le strategie per la nascita di nuovi allevamenti di razza Reggiana?**
Le sfide includono l’acquisto di capi da altri allevamenti e l’uso di embrio-transfer, che può aumentare la consanguineità. Un’altra strategia è l’incrocio di sostituzione, ma ci vogliono circa 20 anni per ottenere formaggio monorazza.