lezioni Flashcards

1
Q

Chi può gestire i libri genealogici secondo la nuova legislazione?**

A

La nuova legislazione stabilisce che i libri genealogici devono essere gestiti da associazioni di primo grado, come le Associazioni Nazionali di Razza e l’Associazione Italiana di Allevatori. Per i suini, ovini e caprini, le organizzazioni rimangono le stesse: ANAS e ASSONAPA.

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2
Q

Qual è la differenza tra associazioni di primo e secondo grado nella gestione dei libri genealogici?**

A

Le associazioni di primo grado sono composte da allevatori e gestiscono direttamente i libri genealogici. Le associazioni di secondo grado comunicano con le associazioni di allevatori e coordina le loro attività, ma non gestiscono direttamente i libri genealogici.

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3
Q

Qual è la situazione attuale nella gestione dei libri genealogici e dei centri genetici?**

A

Il sistema di gestione dei libri genealogici è attualmente caratterizzato da confusione e mancanza di trasparenza. Le sedi provinciali e regionali stanno chiudendo e non si registrano più i capi correttamente. Per le razze più diffuse ci sono meno problemi, ma per altre si registrano difficoltà significative. ANAS ha mantenuto i centri genetici e ha visto un aumento nel numero di animali autoctoni.

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4
Q

Qual è la situazione specifica della gestione dei libri genealogici per i conigli?**

A

Per i conigli, la gestione dei libri genealogici è molto problematica, con una comunicazione insufficiente tra allevatori e associazioni e una mancanza di tradizione di esperti di razza. La situazione è descritta come pari a zero.

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5
Q

Come è cambiata la caratterizzazione delle razze, come nel caso del suino apulo calabrese?**

A

ANAS ha semplificato le caratteristiche delle razze, creando categorie più ampie che includono diverse razze autoctone in un’unica classificazione. Ad esempio, il suino apulo calabrese comprende più di dieci razze autoctone, unificando razze non strettamente correlate per aumentare il numero totale di suini, ma ciò può pregiudicare la specificità delle singole razze.

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6
Q

Qual è la differenza tra selezione e conservazione nel contesto dei libri genealogici?**

A

La selezione raccoglie molti più dati (riproduzione, produzione, morfo-funzionali) e mira a migliorare l’indice di selezione per ottenere razze più produttive. La conservazione si concentra su razze con numerosità limitata e promuove le attitudini produttive senza enfatizzare la selezione. Con la legge, il registro anagrafico è diventato libro genealogico di conservazione.

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7
Q

Come vengono valutate le razze con maggior numerosità rispetto a quelle con minor numerosità?**

A

Le razze con maggior numerosità vengono valutate più puntualmente attraverso un indice genetico, mentre le razze con numeri limitati sono valutate con tabelle semplificate e meno caratteri da valutare, come la conformazione della mammella, che è cruciale per la conservazione.

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8
Q

Qual è l’importanza della conformazione della mammella nelle razze per la conservazione?**

A

La conformazione della mammella è un carattere centrale nelle razze per la conservazione perché aiuta a selezionare le razze più adatte alla mungitura meccanica. Le razze con mammelle non conformi sono scomparse nel tempo.

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9
Q

Quali sono i principali tipi di marcatori molecolari utilizzati per la caratterizzazione genetica?**

A

I principali tipi di marcatori molecolari utilizzati sono i microsatelliti (str o ssr), gli SNPs e il DNA mitocondriale. Questi marcatori sono impiegati per ottenere informazioni utili per scopi di ricerca e sviluppo, come la ricerca di geni e varianti alleliche di interesse.

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10
Q

Come influiscono i sistemi di allevamento e le tecniche di gestione della riproduzione sulla sopravvivenza delle razze?**

A

I sistemi di allevamento, come quello semi-brado e brado, e le tecniche di gestione della riproduzione influiscono direttamente sulla sopravvivenza delle razze. Il sistema di allevamento può includere ambienti naturali o chiusi, mentre le tecniche di gestione della riproduzione possono determinare la vitalità e la sostenibilità delle popolazioni allevate. Le fonti documentali come dipinti e fotografie aiutano a mantenere e valorizzare la cultura associata alle razze, contribuendo alla loro conservazione.

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11
Q

In che modo la separazione tra ambiente rurale e urbano ha influenzato le razze negli ultimi 50/60 anni?**

A

Negli ultimi 50/60 anni, la separazione tra ambiente rurale e urbano ha portato a un cambiamento nella gestione e nella percezione delle razze. Oggi, si considera anche la parte culturale delle razze, come ricette, feste e sagre, che influiscono sulla loro sopravvivenza e valorizzazione.

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12
Q

Quali sono le principali parole chiave associate alla conservazione della biodiversità?**

A

Le principali parole chiave sono “guardia”, “mantenimento” e “recuperazione”.

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13
Q

Perché è importante conservare la biodiversità?**

A

Conservare la biodiversità è cruciale per soddisfare la domanda attuale e futura del mercato, creare opportunità di mercato di nicchia, fronteggiare i cambiamenti nei processi produttivi come cambiamenti climatici e nuove malattie, e offrire opportunità alla ricerca scientifica. Inoltre, contribuisce al ruolo socioeconomico delle razze locali, al valore ecologico e paesaggistico, e al mantenimento di agroecosistemi che supportano anche gli animali selvatici.

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14
Q

Come influiscono le vacche grandi sui pascoli e sul terreno?**

A

Le vacche grandi possono danneggiare i pascoli e alterare la struttura del terreno, rendendole meno adatte per il pascolo rispetto ad altre razze.

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15
Q

Cosa significa “sotto razza” o “varietà” nel contesto della biodiversità?**

A

Le sotto razze o varietà sono gruppi di animali all’interno di una razza che presentano differenze per pochi caratteri secondari, come colorazione o mutazioni di particolari parti anatomiche, come la cresta e la coda nei polli.

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16
Q

Qual è la differenza tra “variabile morfologica intra-razza” e “ceppo”?**

A

La variabile morfologica intra-razza riguarda le differenze morfologiche all’interno della stessa razza, come il colore del mantello. Un ceppo, invece, è un gruppo primitivo dal quale derivano diverse razze, come il ceppo iberico e il ceppo podolico.

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17
Q

Quali sono le specie di bovini considerate come origine comune?**

A

Le specie di bovini considerate come origine comune sono Bos taurus, Bos indicus e Bos primigenius. Oggi si considerano un’unica specie, il uro selvatico.

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18
Q

Quando è avvenuta la domesticazione dei bovini e quale ruolo ha avuto il DNA mitocondriale nello studio delle razze?**

A

La domesticazione dei bovini è avvenuta circa 10.000 anni fa nella Mezza Luna Fertile, e circa 8.000 anni fa per lo zebu. Il DNA mitocondriale è utilizzato per studiare l’origine delle razze e i processi di domesticazione.

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19
Q

Che cosa sono gli aplotipi e come vengono utilizzati nello studio della genetica bovina?**

A

Gli aplotipi sono sequenze genetiche che si possono raggruppare in aplotipi o gruppi di mutazioni naturali che appartengono allo stesso gruppo. Sono utilizzati per studiare e classificare le variazioni genetiche all’interno delle razze.

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20
Q

Qual è il ruolo dell’uro nella storia dei bovini e quando è avvenuta la sua estinzione?**

A

L’uro era diffuso in tutta Europa e descritto da Giulio Cesare come grande, di colore scuro e aggressivo. È stato ufficialmente estinto nel 1630. I tentativi di ricostruire la razza iniziarono tra il 1920 e il 1930 e un nuovo progetto, il Taurus Project, ha cercato di ricreare i bovini primitivi nel 2008.

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21
Q

Quali erano i ceppi di bovini presenti in Italia durante il periodo romano e come sono cambiati nei secoli successivi?**

A

Durante il periodo romano, i bovini più diffusi erano di mantello rosso, con alcuni anche di colore grigio. Nel Medioevo e nei secoli successivi, i bovini sono diventati molto più piccoli e le razze erano difficili da precisare. La zootecnia avanzata è andata persa con la caduta dell’Impero Romano.

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22
Q

Che cosa rappresenta il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale e come si relaziona con le razze bovine straniere?**

A

Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è una IGP che comprime tre razze bovine: chianina, marchigiana e romagnola. È stato creato per rispondere all’invasione di razze straniere da carne in Italia, con caratteristiche morfologiche come il mantello bianco e pigmentazione apicale nera. Le razze straniere sono spesso più precoci e più economiche da nutrire.

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23
Q

Quali sono le caratteristiche morfologiche della razza Chianina e qual è il suo stato attuale?**

A

La Chianina è caratterizzata da una taglia grande, con una altezza al garrese di circa 170 cm e pesi di circa 1.500 kg per i tori e 1.000 kg per le vacche. Il mantello è bianco porcellano con gradazioni grigie nel toro. Nel 1956 c’erano circa 597.000 capi, oggi ci sono circa 45.000 iscritti, ma si stima che ce ne siano circa 100.000 in totale, con una notevole diffusione all’estero.

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24
Q

Come è cambiato il sistema di allevamento della razza Chianina nel tempo?**

A

In passato, la razza Chianina era allevata principalmente in stalla a porta fissa, mentre oggi si cerca di migliorare il benessere animale con metodi di allevamento all’aperto o semi-bradi. Gli animali sono alimentati con pascolo, fieno, silo di mais e concentrati.

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25
Q

Dove è principalmente allevata la razza Reggiana e per quale scopo è stata tradizionalmente utilizzata?**

A

La razza Reggiana è principalmente allevata in Reggio Emilia e nella provincia di Parma. È utilizzata principalmente per la produzione di parmigiano reggiano, il che ha contribuito alla sua salvezza.

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26
Q

Quali sono le due teorie principali sulle origini della razza Reggiana?**

A

Le due teorie principali sulle origini della razza Reggiana sono: una, che sostiene che la razza fosse già presente in Italia da sempre; l’altra, meno probabile, suggerisce che la razza sia arrivata con le invasioni barbariche.

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27
Q

Come è cambiata la consistenza della razza Reggiana nel corso del tempo?**

A

Nel 1954 c’erano circa 140.000 capi di razza Reggiana. Negli anni ‘80, a causa della sostituzione con la frisona più produttiva, i capi erano scesi sotto i 1.000, mettendo la razza a rischio di estinzione. Oggi, la razza conta più di 5.000 capi e sta crescendo, anche se la crescita è lenta, con solo un vitello all’anno.

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28
Q

Quali sono le caratteristiche morfologiche della razza Reggiana?**

A

La razza Reggiana ha un mantello fromentino uniforme, con colori più scuri nei tori. I maschi hanno circa 150 cm di altezza al garrese e pesano circa 900 kg, mentre le femmine hanno circa 140 cm di altezza al garrese.

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29
Q

Come è cambiato il sistema di allevamento della razza Reggiana nel tempo?**

A

Inizialmente, la razza Reggiana era allevata in stalla a porta fissa. Successivamente, il sistema è passato a stabulazione libera con cuccette, per migliorare il benessere animale, e ora include anche pascolo collinare e montano (allevamento semi-brado). È stato anche fatto un incrocio con la frisona per il passaggio da frisona a reggiana.

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30
Q

Quali sono le principali attitudini produttive della razza Reggiana?**

A

La razza Reggiana ha attitudini produttive sia per il latte che per la carne, ma è più orientata verso la produzione di latte. Il latte prodotto è di alta qualità per la caseificazione, e la razza è anche nota per la sua longevità, fertilità, resistenza e facilità di parto senza un aumento significativo della consanguineità.

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31
Q

Qual è la produzione media di latte per lattazione della razza Reggiana e come si confronta con quella della frisona?**

A

La produzione media di latte per lattazione della razza Reggiana è di circa 58 quintali, che è circa la metà rispetto a quella della frisona. Tuttavia, il latte della Reggiana ha caratteristiche di caseificazione migliori grazie al suo alto contenuto di proteine.

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32
Q

Come è stata utilizzata la razza Reggiana nella produzione di parmigiano reggiano?**

A

La razza Reggiana è stata tradizionalmente allevata insieme alla frisona, con il latte mescolato. Tuttavia, gli allevatori hanno tentato di produrre un formaggio monorazza utilizzando solo latte di Reggiana, venduto a un prezzo maggiore (5 euro in più per kg) rispetto al formaggio prodotto con latte di frisona. Questo è stato fondamentale per salvare la razza Reggiana.

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33
Q

Quali sono le principali normative del disciplinare di produzione per il parmigiano reggiano prodotto con la razza Reggiana?**

A

Il disciplinare di produzione prevede divieti come l’uso di foraggi unifeed (foraggi e concentrati miscelati in un unico piatto) e la mungitura con robot. I formaggi devono essere prodotti per almeno il 50% in azienda, e si devono utilizzare mangimi certificati OGM free senza superare il 50% della sostanza secca per le vacche in lattazione. È previsto un limite del 60% per la quantità di concentrato.

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34
Q

Quali sono le sfide e le strategie per la nascita di nuovi allevamenti di razza Reggiana?**

A

Le sfide includono l’acquisto di capi da altri allevamenti e l’uso di embrio-transfer, che può aumentare la consanguineità. Un’altra strategia è l’incrocio di sostituzione, ma ci vogliono circa 20 anni per ottenere formaggio monorazza.

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35
Q

Qual è la differenza tra attività assistita e terapia assistita secondo il seminario?**

A

L’attività assistita non è la stessa cosa della terapia assistita. Quest’ultima richiede la supervisione di un psicologo o psichiatra, mentre l’attività assistita può coinvolgere interazioni con gli asini senza una componente terapeutica professionale.

36
Q

Qual è il problema legato alla pelle di asino in relazione al benessere animale?**

A

La pelle di asino è utilizzata in Cina per la medicina tradizionale, ma poiché la popolazione locale di asini non è sufficiente, sono stati avviati furti di asini in Africa per la macellazione. Questo dimostra una preoccupante mancanza di attenzione al benessere animale.

37
Q

Cos’è “The Donkey Sanctuary” e quali sono le sue attività principali?**

A

“The Donkey Sanctuary” è un’organizzazione che si occupa del benessere degli asini. Le sue attività principali includono advocacy, ovvero discussioni con i politici per promuovere il benessere degli asini, e formazione attraverso corsi offerti dalla The Donkey Academy.

38
Q

Quando e dove è avvenuta la domesticazione degli asini?**

A

Gli asini sono stati domesticati circa 5.000 anni fa nel Medio Oriente.

39
Q

Quali sono le caratteristiche evolutive degli asini rispetto agli altri equidi?**

A

Gli asini hanno evoluto da progenitori con 4 dita e senza zoccolo a quelli moderni con uno zoccolo. Questo cambiamento è avvenuto a causa di una transizione ambientale da foreste pluviali a terreni più secchi, come i prati.

40
Q

Come è suddiviso il tempo delle attività di un asino selvatico?**

A

Un asino selvatico trascorre circa il 68% del suo tempo mangiando, il 29% riposando e il 3% in grooming. Il tempo dedicato al mangiare include esplorazione del territorio e ricerca di cibo.

41
Q

Quali sono le principali abitudini alimentari degli asini in natura?**

A

Gli asini sono erbivori e consumano erba, arbusti e cactus a seconda della stagione. Non sono ruminanti, ma hanno una digestione microbica nel cieco, che è più sviluppata rispetto ai cavalli.

42
Q

Qual è la soglia della sete degli asini rispetto ad altri equidi?**

A

Gli asini hanno una soglia della sete più alta rispetto ad altri equidi e possono impiegare più tempo per cercare acqua. Questo può rendere difficile notare la disidratazione.

43
Q

Come si comportano gli asini in contesti sociali diversi?**

A

In contesti favorevoli come in Italia, gli asini possono formare gruppi sociali stabili o harem. In ambienti desertici, sono condizionalmente territoriali e non formano legami sociali duraturi tra madre e figli.

44
Q

Quali sono i comportamenti affiliativi degli asini?**

A

I comportamenti affiliativi degli asini includono grooming, gioco e greeting (saluto). Questi comportamenti favoriscono i legami sociali e il benessere.

45
Q

Come avviene la comunicazione tra asini?**

A

Gli asini comunicano attraverso diversi canali: il raglio, che può essere udito fino a 3 km di distanza e ha una funzione individuale; la comunicazione olfattiva attraverso pile di sterco e urine con feromoni; e la comunicazione visiva tramite espressioni facciali e posture del corpo.

46
Q

Qual è il ruolo del gioco negli asini e come cambia con l’età?**

A

Il gioco negli asini giovani è importante per apprendere comportamenti e coordinare movimenti. Negli adulti, il motivo del gioco non è del tutto chiaro, ma può includere gioco aggressivo, gioco con oggetti e stimolazione mentale. Il gioco diminuisce con l’età.

47
Q

Come reagiscono gli asini ai predatori e quali sono i problemi con l’interazione con altre specie?**

A

Gli asini possono rispondere ai predatori con freezing (immobilizzazione) o aggressività difensiva. Possono anche mostrare comportamenti territoriali che causano problemi con altri animali da cortile e soggetti introdotti in un gruppo.

48
Q

Quali sono i comportamenti anomali comuni negli asini e come possono influenzare l’addestramento?**

A

I comportamenti anomali includono aggressività, territorialismo, reazioni di paura, e comportamenti come la coprofagia nei puledri. Questi comportamenti possono complicare l’interazione e l’addestramento, rendendo difficile riconoscere segnali di paura o dolore e soddisfare i bisogni dell’animale.

49
Q

Come può essere gestito il dolore negli asini e quali sono i segni di dolore?**

A

Il dolore negli asini può manifestarsi attraverso espressioni facciali e corporali come occhi chiusi, tensione sopraorbitale, muso teso, narici dilatate, orecchie fisse, postura non in appiombo, testa bassa e coda sotto le gambe. La depressione è un segno grave di malattia.

50
Q

Quali sono le raccomandazioni per la gestione degli asini in un contesto domestico?**

A

Le raccomandazioni includono fornire accesso all’esterno, ombra, arbusti, territorio vario, gruppi piccoli e coesi, una dieta composta per il 70% di paglia e fieno o pascolo, visite dentistiche annuali, e addestramento di base.

51
Q

Dove viene effettuato il miglioramento genetico dei polli commerciali e quale è l’unica linea italiana utilizzata per gli incroci?**

A

Il miglioramento genetico dei polli commerciali viene effettuato fuori Italia. L’unica linea italiana utilizzata per gli incroci è quella del pollo livornese, noto per produrre uova con guscio bianco.

52
Q

Quali sono le tendenze attuali nel consumo di carne avicola rispetto ad altre carni?**

A

Il consumo di carne avicola sta crescendo, mentre il consumo di carne bovina e suina sta diminuendo. La carne avicola include pollo da carne, tacchino, galline a fine carriera e altre specie come anatra, oca e faraona.

53
Q

Come è organizzato l’allevamento intensivo dei polli in Italia?**

A

:* L’allevamento intensivo dei polli in Italia avviene nei tunnel, che sono capannoni con pannelli solari e silos per alimentare i polli da carne. La lettiera è permanente e rimane durante tutto il ciclo di vita dell’animale (60 giorni). Gli allevamenti sono normalmente chiusi e utilizzano luci artificiali per evitare il contatto con l’ambiente esterno.

54
Q

Quali sono le caratteristiche dell’allevamento in gabbia e in voliera per le ovaiole?**

A

L’allevamento in gabbia è comune per le ovaiole e prevede l’uso di gabbie al chiuso. Esiste anche l’allevamento in voliera, che offre più libertà rispetto alle gabbie, ma entrambi i tipi di allevamento sono al chiuso.

55
Q

Qual è la principale razza avicola autoctona della regione Romagna e quali sono le sue peculiarità?**

A

La razza avicola autoctona della Romagna è la razza romagnola. È caratterizzata da una grande varietà di colorazioni, e studi genetici hanno esaminato le correlazioni tra queste colorazioni. La razza è stata recuperata negli anni ‘90 grazie a un progetto dell’Università di Parma e selezionata per il slow food, che richiede metodi di allevamento meno intensivi.

56
Q

Perché sono state scelte le uova colorate nella razza romagnola e quali sono le caratteristiche principali di questa razza?**

A

Le uova colorate sono state selezionate nella razza romagnola perché le uova bianche si sporcano più facilmente e possono indicare più rapidamente se sono fresche o meno. La razza è a duplice attitudine, cioè utilizzata sia per la produzione di uova che di carne, sebbene la qualità della carne sia più importante della quantità.

57
Q

Quali aspetti vengono valutati nella selezione della razza avicola romagnola?**

A

Nella selezione della razza avicola romagnola vengono valutati aspetti zootecnici morfologici come la forma dei bargigli, la punta delle creste, il peso, la struttura dei tarsi e le uova. Le uova più pesanti sono preferite, e si considerano anche la forma dei polli e le caratteristiche degli occhi.

58
Q

Qual è il motivo per cui i polli e tacchini in Italia hanno pelle gialla?**

A

I polli e tacchini in Italia hanno pelle gialla a causa della dieta arricchita con caroteni, a cui questi animali sono sensibili. Questo conferisce loro la caratteristica pelle gialla.

59
Q

Qual è la situazione della gallina modenese e perché non è entrata nel ciclo produttivo?**

A

La gallina modenese è rimasta principalmente amatoriale e non è entrata nel ciclo produttivo né nello slow food. Non è considerata un’animale da reddito, e per garantire la razza è necessario distribuire i riproduttori nel territorio per evitare danni da malattie, ambiente o predatori e minimizzare la consanguineità attraverso un piano di accoppiamento.

60
Q

Quali sono le principali differenze tra i tacchini e i polli, e come si differenziano le razze di tacchino?**

A

I tacchini sono meno differenziati rispetto ai polli. Le principali differenze tra tacchini e polli riguardano il colore della livrea e il peso. Le razze di tacchino possono essere autosessabili, cioè le femmine e i maschi hanno caratteristiche diverse, come lo sviluppo del petto nei maschi. Ad esempio, il tacchino bronzato è una razza base, mentre la variazione auburn è legata al sesso maschile e ha una colorazione marrone.

61
Q

Come è stato recuperato il tacchino castano e quali sono le sue caratteristiche?**

A

Il tacchino castano è stato recuperato attraverso un progetto di rifacimento della razza. Inizialmente sono stati trovati tre femmine con colorazione base e successivamente sono stati ottenuti fenotipi intermediari attraverso incroci. Dopo vari incroci, sono stati ottenuti fenotipi definiti come bronzato, castano e bianco uniforme. La razza è stata rifatta attraverso incroci tra gli F3 per ottenere le caratteristiche desiderate.

62
Q

Cosa significa “incrocio di rinsangui” e come viene utilizzato nella produzione avicola?**

A

L’incrocio di rinsangui, o a rotazione, viene effettuato con razze compatibili per evitare la consanguineità e fornire caratteristiche positive per la produzione. Questo tipo di incrocio aiuta a mantenere l’eterosi e migliorare le caratteristiche produttive degli animali.

63
Q

Qual è l’origine ancestrale del maiale e come viene utilizzato l’osso lacrimale per studiarlo?**

A

L’origine ancestrale del maiale è il cinghiale. L’osso lacrimale viene utilizzato per differenziare le specie di suini selvatici e per ridefinire il luogo di domesticazione, che ha avuto luogo in diverse regioni, principalmente in Medio Oriente e Estremo Oriente.

64
Q

Quando è avvenuta la domesticazione dei suini in Europa rispetto all’Asia e quali sono le implicazioni dei marcatori genetici?**

A

La domesticazione dei suini in Europa è avvenuta circa nel 5.000 a.C., circa 2.000 anni dopo quella asiatica. I marcatori genetici indicano che i suini europei erano originariamente portati dall’Asia, ma presentano anche alleli che non provengono dall’immigrazione, suggerendo una convivenza di suini asiatici e cinghiali locali.

65
Q

Come erano i suini in Italia durante l’antichità e quale era la loro importanza per gli Etruschi e i Romani?**

A

Gli Etruschi probabilmente consideravano i suini come una delle principali fonti di carne. I Romani, nel I secolo d.C., avevano due tipi di maiali: uno di allevamento brado, simile al cinghiale, e uno da porcile, di taglia più grande e molto grasso. Entrambi erano allevati con metodi distinti.

66
Q

Qual è stato l’impatto delle invasioni barbariche sul maiale in Italia durante il Medioevo?**

A

Le invasioni barbariche hanno portato influenze nordiche in Italia, dove il maiale acquisì una grande importanza nell’alimentazione. I suini dell’epoca erano simili ai cinghiali e si alimentavano in modo autonomo allo stato brado, risultando di piccole dimensioni.

67
Q

Come è cambiata la produzione suinicola in Emilia durante il periodo Longobardo?**

A

Durante il periodo Longobardo, l’Emilia divenne un importante centro di produzione suinicola, con una significativa produzione di salumi e insaccati.

68
Q

Cosa caratterizzava la selezione delle razze suine fino al 1700 e come sono cambiate le razze nel tempo?**

A

Fino al 1700, non si parlava di razze specifiche ma di popolazioni omogenee, con il nome delle razze basato sulla zona di allevamento. Oggi, molte razze antiche sono estinte e sono sopravvissute solo quelle più adattabili all’allevamento intensivo e di maggiore qualità produttiva.

69
Q

Quali sono le razze di suini che sono estinte e quelle che sono state ricostruite?**

A

Le razze antiche del nord Italia sono estinte, mentre nel centro e nel sud sono rimaste alcune come la mora romagnola, la razza calabrese, la casertana e il Nero dei Nebrodi (ora razza siciliana). Razze estinte e successivamente ricostruite includono il nero di Parma e il nero di Lomellina.

70
Q

Descrivi la razza Cinta Senese, la sua origine e le sue caratteristiche principali.**

A

La Cinta Senese è caratterizzata da una cinghiatura bianca che comprende gli arti anteriori mentre il resto del corpo è di colore scuro. È originaria della montagnola Senese e, sebbene sia rappresentata in dipinti medievali, la cinghiatura è una mutazione frequente. La razza era quasi estinta ma è stata preservata attraverso incroci con il Large White e ora conta circa 2.000 riproduttori.

71
Q

Qual è la morfologia e le caratteristiche produttive della Cinta Senese?**

A

La Cinta Senese ha una taglia media, con maschi adulti che pesano circa 300 kg, un grugno allungato e rettilineo, e orecchie dirette in avanti e in basso. La pelle è nera con una cinghiatura bianca. La razza produce circa 1,5 nidiata all’anno con circa 7 suinetti per parto. L’allevamento può essere all’aperto, sia brado integrale che semi brado.

72
Q

Cosa caratterizza la razza Mora Romagnola e quali sono stati i suoi cambiamenti nel tempo?**

A

La Mora Romagnola è un animale di grossa taglia con manto di colore scuro, più chiaro sull’addome, e un caratteristico mantello rosichio che diventa più scuro con una sorta di criniera chiamata “spighe”. La razza è stata salvata da un intervento dell’Università di Torino e ora conta circa 800 riproduttori. È adatta all’allevamento all’aperto e produce circa 6,7 suinetti al parto, con macellazione a circa 200 kg.

73
Q

Quali sono le caratteristiche della razza Casertana e come è cambiata nel tempo?**

A

La razza Casertana, originaria di Caserta in Campania, è caratterizzata da una taglia piccola, mantello nero, poche pelli e un’appendice cutanea alla gola. Era molto diffusa nel 1940 con circa 50.000 riproduttori, ma attualmente conta circa 750 riproduttori. La razza è adatta all’allevamento brado e semi brado, e la carne è apprezzata per la sua grande precocità.

74
Q

Come viene valorizzata la produzione delle razze autoctone e quali sono i principali prodotti derivati dal maiale?**

A

La valorizzazione delle razze autoctone è fondamentale per il loro mantenimento e si basa sulla qualità e sull’idea di tradizione. I principali prodotti derivati dal maiale includono porchetta, salumi tipici e tradizionali come lardo, gola, spalla salata, salsicce e pancetta.

75
Q

Quali erano i due principali tipi di maiali sotto il nome Apulo-Calabrese nel 1927 e quali erano le loro caratteristiche?**

A

Nel 1927, sotto il nome Apulo-Calabrese, i maiali erano divisi in due tipi principali: il tipo rustico (mahiaiola) e il tipo da ingrasso (casalinga). Il tipo rustico era più simile ai maiali selvatici, mentre il tipo da ingrasso era più grasso e allevato principalmente all’interno.

76
Q

. Qual è la consistenza attuale della razza Apulo-Calabrese rispetto agli anni ‘20?**

A

Negli anni ‘20, la razza Apulo-Calabrese contava circa 130.000 esemplari in Calabria. Oggi, ci sono circa 4.000 soggetti riproduttori.

77
Q

. Descrivi la morfologia del maiale Apulo-Calabrese.**

A

Il maiale Apulo-Calabrese ha una taglia medio-piccola, con pelli abbondanti e nere, e può presentare estremità degli arti bianche. Le orecchie sono grandi, pendenti in avanti e in basso.

78
Q

Quali sono le caratteristiche produttive del maiale Apulo-Calabrese e come viene allevato?**

A

Il maiale Apulo-Calabrese è allevato principalmente in brado e semi-brado. È utilizzato per produrre salumi tipici e viene macellato a circa 150 kg.

79
Q

Qual è l’origine e la consistenza attuale della razza Nero Siciliano?**

A

Il Nero Siciliano probabilmente deriva da razze estinte siciliane. Oggi, ci sono circa 6.000 esemplari di Nero Siciliano distribuiti in 74 allevamenti, situati vicino ai monti Nebrodi.

80
Q

Descrivi la morfologia e le caratteristiche produttive del maiale Nero Siciliano.**

A

Il Nero Siciliano è di taglia piccola, con tutte le setole nere e possibili macchie bianche sul muso. Le orecchie sono piccole e portate lateralmente. I maiali sono macellati a circa 110 kg a circa 7 mesi, con circa 7 suinetti per parto e una carriera produttiva di circa 5 anni.

81
Q

Come viene allevata la razza Sarda e quali sono le sue principali caratteristiche?**

A

La razza Sarda è allevata allo stato brado, con qualche integrazione alimentare durante l’estate. Le scrofe e i suinetti possono essere ospitati in strutture chiamate “arulas”. La razza è molto piccola, con un peso adulto di circa 60 kg, e presenta una variabilità nel numero di esemplari a causa della peste suina.

82
Q

Qual è la morfologia e le caratteristiche produttive della razza Sarda?**

A

Il maiale Sardo ha una taglia piccola, diverse colorazioni del mantello e una criniera dorsale. Le orecchie pendenti in avanti sono un elemento distintivo. La razza produce circa 7 suinetti per parto e i suinetti vengono macellati a un mese per piatti tipici.

83
Q

. Quali sono le caratteristiche e la consistenza della razza Nera Parmigiana?**

A

La razza Nera Parmigiana, recentemente riconosciuta dall’ANAS, conta circa 700 soggetti. È di taglia medio-grande e ha poche setole. Viene allevata all’aperto in semi-brado e produce circa 10 suinetti per parto. I prodotti principali sono salumi tipici della zona.

84
Q

Quando è stata avviata la razza Nero di Lomellina e quali sono le sue origini?**

A

La razza Nero di Lomellina è stata avviata nel 2005 per ricordare la razza di Cavour e la razza di Garlasco. È stata ufficialmente approvata nel 2020.

85
Q

Qual è l’origine e la morfologia del Large White e come è utilizzato in Italia?**

A

Il Large White ha origine in Inghilterra ed è stato riconosciuto nel 1860. È stato importato in Italia e si è diffuso ampiamente. La razza è caratterizzata da una grande taglia (circa 500 kg), articolazioni robuste e almeno 14 mammelle. Viene allevata in modo industriale intensivo e macellata a circa 200 kg.

86
Q

Quali sono le caratteristiche del Landrace e come viene utilizzato nell’allevamento?**

A

Il Landrace ha origini danesi ed è stato selezionato in Italia per ottenere un peso maggiore. Conta circa 4.000 esemplari e ha orecchie che si orientano in avanti e articolazioni robuste, con 14 mammelle. È allevato in modo intensivo e produce circa 11 suinetti per parto, simile alla produzione del Large White.

87
Q

Da dove proviene il Duroc e quali sono le sue caratteristiche principali?**

A

Il Duroc ha origine americana, derivante da suini locali e africani. È caratterizzato dal colore bruno e può avere fino a 12 capezzoli. È utilizzato come verro finale in incroci a due vie (per caratteristiche produttive) e tre vie (per caratteristiche riproduttive).