Regolatori PID Flashcards

1
Q

componenti variabile di controllo

A

u=uP+uI+uD
La variabile di controllo è la somma di tre componenti:
- Componente proporzionale all’errore: uP(t) = Kpe(t)
- Componente integrale: proporzionale all’integrale dell’errore: uI(t)=KI
int(0,t) e(tau)dtau
- Componente derivativa: proporzionale alla derivata dell’errore: uD(t)=Kd*de(t)/dt

Dove:
Kp coefficiente dell’azione proporzionale
Ki coefficiente dell’azione integrale
Kd coefficiente dell’azione derivativa

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2
Q

Controllore PID: FdT ideale

A

Rpid(s) = Kp+Ki/s+Kds = (Kps+Ki+Kd*s^2)/s
(forma non realizzabile perché ha grado relativo minore di 0)

Forma più utilizzata:
Rpid(s) = Kp(1 + 1/sTi + sTd),
Dove Ti = Kp/Ki è il tempo integrale
Td = Kd/Kp è il tempo derivativo

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3
Q

Controllore PID: FdT realizzabile

A

Rpid(s) = Kp(1 + 1/sTi + sTd/(1+s*Td/N))
Viene aggiunto un polo per rendere realizzabile il controllore.
Posizione del polo determinata dalla costante N, in modo da essere all’esterno dalla banda di frequenze di interesse.
N compreso tra 5 e 20, tipicamente N=10

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4
Q

Versioni parziali del PID

A
  • Proporzionale: Rp(s)=Kp: agisce solo sul guadagno
  • Proporzionale integrale: Rpi(s)=Kp(1+1/sTi)=Kp((1+sTi)/sTi)
    Polo nell’origine: prestazioni statiche: azzera errore a regime a fronte di variazioni a scalino di y0 e d; zero permette di cancellare un polo a bassa frequenza aumentando la banda passante
  • Proporzionale derivativo: Rpd(s)=Kp(1+sTd/(1+sTd/N))
    Usato quando non ci sono problemi di prestazioni statiche, rende banda passante più ampia possibile (zero nell’origine)
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5
Q

Problemi realizzativi PID

A

1) Limitazione dell’azione derivativa

2) Saturazione dell’azione integrale (integral windup)

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6
Q

Problema della limitazione dell’azione derivativa: descrizione

A

Se u è proporzionale alla derivata dell’errore, a fronte di un errore a scalino (generato ad esempio da una variazione a scalino di y0) si genera una variazione impulsiva di u, in contrasto con il requisito generale di moderazione del controllo

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7
Q

Problema della saturazione dell’azione integrale: descrizione

A
  • Tra regolatore e sistema da controllare è presente un attuatore, che riceve in ingresso u(t) e manda in uscita m(t), che è un sistema fisico reale e in quanto tale può produrre segnali in uscita m limitati.
  • Un modello semplice di attuatore è descritto come un vincolo minimo e massimo su m(t):
    m(t) = umin se u umax
  • Se, ad esempio, e(t) > 0 per lungo tempo, u cresce fino a raggiungere umax (saturazione dell’attuatore); se successivamente continua a essere e > 0, m = umax, ma u continua a crescere (fenomeno della carica integrale); per questo motivo, quando diventa e < 0, anche se l’errore è negativo, continua a valere m=umax, perché u era salita molto sopra umax, fino a che, dopo un tempo troppo lungo, si ritorna a u=umax e quindi m=u.
  • Sarebbe invece molto più opportuno che la variabile di controllo effettiva m lasciasse il valore di saturazione non appena l’errore cambia segno
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8
Q

Problema della saturazione dell’azione integrale: soluzioni (regolatore PI)

A

Implementazione anti windup di un regolatore PI:
segnale m in uscita dalla saturazione entra in un ramo di retroazione passa basso (1/(1+sTi) per poi sommarsi con il segnale q in uscita dal proporzionale (disegno)

  • In zona lineare: umin < u < umax, m = u
    (disegno) - > U(s)/E(s) = Kp1/(1-1/sTi) = Kp(1+sTi)/sTi (corrisponde al caso di base)
  • In saturazione: e > 0 per lungo tempo, q = Kpe > umax, m = umax
    Grazie al passa basso in retroazione, alimentando il filtro con m = umax, dopo un certo tempo Ta=5Ti, avrò in uscita z = m = umax (circa)
    Questo segnale z viene sommato a q, così che, quando e(t) < 0 e q = Kp
    e < 0, istantaneamente u = q + z < umax, e quindi istantaneamente m = u
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9
Q

Problema della limitazione dell’azione derivativa: soluzioni

A

Soluzioni:
1) Versione pesata di e(t) in ingresso nella parte derivativa:
Ud(s) = Rd(s)( cY0(s) - Y(s) ), c peso reale app [0,1], solitamente piccolo

2) Derivazione dell’uscita (c=0)
Se y0 è a scalino, y è un esponenziale, la cui derivata non genera quindi un impulso ma un segnale limitato

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