prosocialità Flashcards
cos’è il comportamento prosociale?
Batson ha definito il comportamento prosociale come una gamma di attività che hanno l’obiettivo di portare un beneficio a un’altra persona o a un gruppo.
è diverso dall’altruismo, perchè nel comportamento prosociale può anche esserci l’obiettivo di ricevere dei vantaggi dall’azione compiuta.
quali sono le due spiegazioni dell’approccio evoluzionistico?
- evoluzionismo genetico, per cui la principale motivazione del comportamento prosociale è la conservazione della specie e la trasmissione del patrimonio genetico.
- evoluzionismo culturale, per cui la motivazione sta nel mantenimento di una rete di relazioni sociali, perchè consente di sviluppare un senso di appartenenza.
teoria dello scambio sociale:
una persona, quando si trova nella situazione di dover scegliere se aiutare qualcuno, effettua un calcolo costi-benefici, per valutare se può essere conveniente intervenire (Emerson).
norma della responsabilità sociale:
quando le persone possono dipendere da noi ma non sono in grado di ricambiare, si può attivare questa norma secondo cui si crea un’aspettativa rispetto al fatto che le persone debbano aiutare chi dipende da loro senza aspettarsi qualcosa in cambio (Berkowitz).
motivazioni egoistiche ed altruistiche del comportamento prosociale:
egoistiche:
1. la ricerca di vantaggi di tipo materiale, sociale, personale.
2. l’evitamento di sanzioni materiali, sociali, personali: non rischiare di essere denunciati o disapprovati dagli altri è un esempio.
3. la riduzione dello stato di tensione interno, ovvero il bisogno di non sentirsi in colpa e a disagio, dettato dall’arousal e da un processo di valutazione costi-benefici.
altruistiche:
la principale fonte della motivazione altruistica risiede nell’empatia, divisa in due accezioni:
- empatia cognitiva, una forma di consapevolezza cognitiva degli stati interni di un’altra persona.
- empatia affettiva, una risposta affettiva orientata all’altro che si sintonizza sullo stato di benessere o malessere dell’altro.
modello del sollievo dagli stati d’animo negativi:
le persone si comportano altruisticamente per ridurre uno stato d’animo negativo indotto dall’esposizione ad una condizione di difficoltà o di danno altrui.
questo è il motivo per cui talvolta i soggetti tristi prestano aiuto, così facendo mitigano la propria tristezza.
ipotesi empatia-altruismo:
sostiene che l’empatia sollecita una motivazione diretta ad alleviare la sofferenza di chi si trova in difficoltà.
maggiore la risposta empatica, più si è altruistici nella motivazione ad aiutare.
i benefici che ne possono scaturire dall’aiuto sono solo conseguenze collaterali, non volute dal soggetto altruista.
effetto spettatore:
gli spettatori sono meno propensi a intervenire in presenza di altri spettatori, in particolare se questi sono estranei e inattivi rispetto all’evento osservato.
inoltre, in situazioni di emergenza, quanti più testimoni sono presenti tanto meno è probabile che qualcuno intervenga.
quali sono le fasi dell’albero decisionale della scelta prosociale?
- Il primo passo è notare che qualcosa sta accadendo, l’emergenza deve intromettersi nel pensiero conscio dello spettatore.
- lo spettatore deve interpretarlo come un’emergenza, ossia decidere che ciò che sta accadendo sia reale emergenza e non la normalità.
qua due elementi hanno un certo peso: la motivazione a evitare di credere che quella sia una emergenza e le reazioni degli altri spettatori. - la terza fase dovrebbe essere la capacità di assumersi la responsabilità di agire.
una serie di variabili influenzano la decisione di assumere la responsabilità: la percezione di quanto la vittima meriti l’aiuto, la relazione tra sè e la vittima, se la vittima viene considerata parte di un certo ingroup, quanto la responsabilità di agire sia condivisa e sentita dagli altri spettatori… - il passaggio successivo è decidere quale forma di aiuto fornire.
esistono due tipi di intervento:
diretto, prevede di agire direttamente per risolvere l’emergenza.
indiretto, quando si decide di segnalare l’emergenza alle autorità.
ignoranza pluralistica:
in presenza di altri spettatori che rimangono inerti di fronte all’emergenza, il comportamento di non-azione viene interpretato come un indicazione del fatto che non sta accadendo nulla.
diffusione di responsabilità:
ci si sente più responsabili se si pensa di essere soli, piuttosto che insieme ad altri.
poter distribuire la responsabilità tra più persone porta a non intervenire, disattivando la norma della responsabilità sociale, che impone di aiutare chi è in difficoltà.