Politiche pubbliche Flashcards

1
Q

apprendimento e valutazione nell’ambito delle politiche pubbliche?Le conseguenze inattese di una politica pubblica

A

Le conseguenze inattese – positive o negative – possono
coinvolgere i destinatari esplicitamente individuati nella fase di costruzione della policy, e in
questo caso possono essere proprio i risultati di output e di outcome (ad esempio diversi
rispetto alle attese) a segnalare la presenza di un’anomalia. Caso diverso e più complesso sono gli esiti imprevisti – positivi o negativi – su settori o
soggetti diversi dai destinatari. Il valutatore ex post
se ne può accorgere solo allargando il raggio d’azione della sua analisi.

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2
Q

L’opzione di deregolazione

A

Possiamo immaginare un continuum che va dalle opzioni meno intrusive, della condotta dei privati, fino alle opzioni più invadenti. Se una regolazione viene soppressa si parla di deregolazione

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3
Q

I soggetti partecipanti al processo decisionale

A

In questa fase diminuisce il numero di attori rilevanti. è una fase che ha natura politica in cui contano le regole il ruolo e le competenze dei decisori. Poi parlare dei modelli decisionali

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4
Q

Differenze tra output e outcome

A

output prodotto finito di una politica in termini di prestazioni erogate e servizi offerte. outcome effetto a più lungo termine rispetto al problema che si intendeva risolvere, anche in relazione ai comportamenti della popolazione target.

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5
Q

La domanda di politiche pubbliche

A

In linea teorica tutti, in quanto cittadini, sono interessati alle politiche pubbliche. Ciascuna
politica incide (in modo vantaggioso o svantaggioso) su certe categorie di soggetti, e anche
le altre categorie non colpite dal provvedimento sono astrattamente interessate, se non altro
perché le stesse risorse avrebbero potuto essere impiegate in modo diverso. Sia i soggetti
che otterrebbero benefici, sia quelli che riceverebbero costi, sono potenziali portatori di una
domanda di policy, i primi in senso positivo, cioè chiedendo innovazioni a essi favorevoli, i
secondi in senso negativo, vale a dire osteggiando innovazioni a essi sfavorevoli.
Ci si potrebbe aspettare che, soprattutto nei regimi democratici, in quello che talora pare un
“braccio di ferro”, vincano le categorie sociali numericamente più forti. Ebbene, in certe
condizioni avviene proprio il contrario. Olson ha mostrato come gruppi composti da “egoisti
razionali” possano essere più deboli se molto numerosi, e più efficaci se sono di piccole
dimensioni oppure se sono saldamente organizzati.
È il noto “dilemma dell’azione collettiva”, che riguarda beni pubblici e beni collettivi

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6
Q

Gli obiettivi delle politiche pubbliche

A

una caratteristica della policy è la presenza di uno o più obiettivi generali ufficiali, dotati di una certa stabilità nel tempo, che si
riconnettono anche alla collocazione della policy in un certo ambito, o settore, di
intervento. Gli obiettivi possono essere dichiarati o latenti

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7
Q

obiettivi operativi politica pubblica

A

costituiscono gli obiettivi di azione amministrativa relativi al
ciclo annuale di bilancio ed alle risorse assegnate ai CRA. Rappresentano specificazioni
degli obiettivi strategici, delle politiche intersettoriali prioritarie (semplificazione
amministrativa, informatizzazione dell’amministrazione, razionalizzazione della spesa,
miglioramento della qualità dei servizi) o, anche, obiettivi di miglioramento del
funzionamento delle attività correnti dei CRA. Sono in cascata rispetto agli obiettivi
strategici e devono essere declinati dal Responsabile di CRA in programmi di azione. https://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit–i/Bilancio_di_previsione/Note_integrative/Direttive-/Allegato-Linee-guida.pdf

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8
Q

Valutazione ex post delle politiche

A

costituisce lo stadio conclusivo del ciclo della valutazione delle
politiche pubbliche, quello in cui le policies attuate e analizzate vengono esaminate alla
luce dei prodotti, degli outcome e degli impatti. Idealmente, le conclusioni raggiunte da una VEP
raccordano il momento di impatto di una politica pubblica con il disegno di una nuova
iniziativa. Quest’ultima dovrebbe beneficiare da quanto emerso e da quanto appreso tramite
la valutazione sull’esperienza precedente.

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9
Q

Differenza tra monitoraggio e valutazione in itinere

A

Il monitoraggio è una parte della VII al quale quest’ultimo aggiunge l’elemento del giudizio. Il m. fornisce informazioni, la valutazione le tratta e le sintetizza

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10
Q

Principali vincoli all’implementazione delle politiche pubbliche

A

Numerosi fattori possono intervenire, a vari livelli, nel corso dell’implementazione di una
politica, determinandone gli esiti: vi sono problemi pubblici più complessi di altri, difficoltà
tecniche dovute al numero di livelli di governo coinvolti… Un importante aspetto da
considerare riguarda il gruppo di destinatari, che non recepiscono passivamente le politiche
ma intervengono esercitando pressioni sia sugli implementatori che sui decision makers. Se
il gruppo di destinatari è ristretto e ben identificabile, le politiche sono di più facile
implementazione rispetto al caso di un gruppo vasto e diversificato. Occorre anche
considerare le risorse a disposizione dei destinatari: gruppi con maggiore potere possono
influenzare infatti le modalità di implementazione.
Di rado una singola amministrazione è responsabile esclusiva dell’attuazione di una politica,
dunque sia i conflitti interni all’apparato amministrativo sia quelli di tipo interorganizzativo
possono influenzare le modalità attuative.
In ultima analisi, anche il contesto socioeconomico e politico in cui le politiche trovano
attuazione può influenzare più o meno direttamente le modalità attuative.

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11
Q

Agenda setting

A

processo con il quale si stabiliscono le questioni ritenute rilevanti sulle quali si intende discutere. Tale processo può essere attivato dalla società, attraverso l’azione di gruppi
di pressione che premono per ottenere riconoscimento dai policy makers. Gli esiti che
emergono durante la fase di formazione dell’agenda determinano il modo in cui i problemi
verranno affrontati dai policy makers. Questa fase assume dunque un ruolo cruciale
all’interno del processo di policy, considerando che determina ciò che, in un dato momento,
merita di essere trattato come problema pubblico. Ovviamente non esiste un problema
politico in sé e per sé, bensì esistono fatti o eventi oggettivi che, per diventare problemi
politici, devono essere interpretati in un certo modo. Tale interpretazione risente della
distribuzione del potere tra gruppi di interesse e attori decisionali.

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12
Q

apprendimento e valutazione nell’ambito delle politiche pubbliche

A

Una volta che una policy è stata implementata ed è trascorso un tempo sufficiente per farle
dispiegare i suoi effetti, appare doverosa una sua valutazione ex post, intesa a controllare
con dati attendibili e metodo scientifico, se e quanto essa ha raggiunto i suoi obiettivi
dichiarati, se e quanto ha prodotto effetti indesiderati, se e quanto ha comportato uno spreco
di risorse, se e quanto ha soddisfatto certi bisogni socioeconomici, e così via.
Spesso si hanno valutazioni parziali, unilaterali, interessate, che potrebbero arrivare a
risultati addirittura opposti rispetto a quelli di una valutazione fatta come si deve. Ecco
dunque che sembra preferibile usare il termine apprendimento. Diventa allora essenziale
indicare chi ha appreso che cosa. Prendiamo l’esempio di una riforma dolorosa delle
pensioni che, dopo qualche anno, ha realizzato un significativo risparmio di spesa (che era
appunto la giustificazione del provvedimento), ma lo si è fatto colpendo proprio le fasce
sociali e i territori cui la parte politica che aveva approvato la riforma attinge i maggiori
consensi. Se si svolgesse una valutazione ex post indipendente, si dovrebbe probabilmente
concludere che la legge ha raggiunto i suoi obiettivi e va pertanto mantenuta. Gli stessi
decisori potrebbero viceversa concludere che occorre fare marcia indietro, per riguadagnare
consensi. Se chi valuta è stato pesantemente danneggiato dalla riforma, tenderà a sostenere
che il costo è eccessivo, iniquo, distorsivo, contrario all’interesse pubblico e così via.

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13
Q

Il focus group

A

metodologia e tecnica della ricerca sociale che può essere utilizzata anche nella fase della valutazione di una politica pubblica. Tecnica di consultazione

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14
Q

Opzione zero

A

Un’opzione da esaminare con
attenzione deve essere quella di non intervento. per esempio in caso
l’inadeguatezza di un assetto delle policies non dipenda dalle policies stesse ma dalla scarsa
qualità delle amministrazioni chiamate ad attuarle, o in caso si debbano ancora attendere gli
effetti delle policies precedenti.

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15
Q

Le principali attività di consultazione all’interno del ciclo delle politiche pubbliche

A

la consultazione come una richiesta, rivolta a specifiche categorie di
soggetti sociali ed economici (destinatari del provvedimento o comunque interessati a esso,
nonché a esperti, testimoni privilegiati, osservatori) da parte di autorità amministrative, di
informazioni, e talora anche di opinioni e valutazioni a proposito di una policy in via di
adozione, appena adottata, o soggetta a valutazione ex post.
Infatti, la consultazione riguarda tutte le fasi della valutazione. Ex ante essa serve a rilevare
esigenze, aspettative, informazioni, reazioni alle opzioni considerate. In itinere ci fornisce le
indispensabili percezioni dei soggetti coinvolti nell’attuazione, interni ed esterni
all’amministrazione. Nella valutazione ex post, infine, la consultazione, rivolgendosi ancora
una volta sia alle amministrazioni sia agli stakeholders (cioè coloro che hanno interessi
specifici sulla posta in gioco, anche se non dispongono di un potere formale di decisione), è
indispensabile per individuare gli scostamenti attuativi

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16
Q

La formulazione delle politiche pubbliche

A

Una volta concluso il processo di formazione dell’agenda, attraverso l’ingresso di un
problema di policy nell’agenda politica e poi in quella istituzionale, occorre esaminare le
diverse alternative per affrontare il problema in questione. Si passa così alla seconda fase
del ciclo di policy, la formulazione delle politiche. Si tratta di individuare ed esaminare una
serie di alternative per affrontare un problema e di restringere l’insieme delle soluzioni,
considerando solo quelle plausibili in vista della decisione finale. Il processo formulativo
può essere articolato nelle seguenti sottofasi:
- analisi → reperimento delle informazioni e individuazione delle possibili alternative;
- selezione delle alternative → restringimento delle alternative alle opzioni accettabili per i
policy maker;
- costruzione della legittimazione della decisione → costruisce il consenso che supporta la
deliberazione su una specifica opzione;
- formalizzazione della decisione finale.

17
Q

I beneficiari delle politiche pubbliche

A

chi si avvantaggia dal cambiamento. la selezione dei beneficiari è la fase in cui ci si riferisce al processo di attuazione
che conduce alla partecipazione di alcuni soggetti alla politica e l’esclusione di
altri; beneficiari diffusi e concentrati

18
Q

Analisi controfattuale

A

La determinazione dell’impatto o dell’effetto netto di un intervento richiederebbe una
comparazione tra ciò che è stato realizzato e si sta effettivamente osservando (fattuale) e ciò
che non si è realizzato e non si può osservare ma solo ipotizzare (controfattuale).
Ovviamente ci si può chiedere se tale differenza osservata sia dovuta alla politica oppure se
le cose avrebbero avuto i medesimi esiti in assenza della politica stessa. È possibile trovare
una valida alternativa nei metodi non sperimentali, come ad esempio la differenza delle
differenze, nella quale l’effetto viene calcolato osservando la differenza tra beneficiari e non
beneficiari, prima e dopo l’intervento dovuto alla politica oggetto di valutazione, o l’analisi
delle serie temporali interrotte, che consiste nella verifica della significatività statistica
dell’esistenza di una soglia di discontinuità cronologica coincidente con l’entrata in vigore di
una determinata politica pubblica.

19
Q

Condizionamento e formulazione delle politiche

A

La burocrazia che condiziona
le proposte di policy, a sua volta, riceve pressioni da parte di gruppi sociali, comprese altre
amministrazioni come gli enti locali e il parastato…. … La valutazione ex post necessita della
presenza di una riflessione autonoma e distaccata, lontana dai condizionamenti politici che –
quasi inevitabilmente – potrebbero condizionare sia il disegno della ricerca valutativa sia le
sue conclusioni.

20
Q

Opzioni regolatorie nell’attuazione delle politiche

A

le politiche regolative consistono nella previsione di modelli di condotta,
eventualmente sanzionati, cui i destinatari dovrebbero adeguarsi.

21
Q

Impatto delle politiche pubbliche

A

differenza tra output, outcome e impatto. Impatto come insieme degli effetti a lungo termini. VEA E VEP riferimento a AIR e VIR

22
Q

Ciclo delle politiche pubbliche

A

definizione del problema e inserimento nell’agenda; formulazione della politica; processo decisionale; valutazione

23
Q

Offerta delle politiche pubbliche

A

la possibilità del ricorso alla coercizione
legittima è il tratto distintivo delle politiche pubbliche. Riferimento a Lowi e Wilson

24
Q

Approccio bottom up

A

approccio induttivo che valuta la performance degli attuatori (street level) e l’influenza dei destinatari

25
Q

approccio top down

A

considera come punto di partenza
dell’analisi la decisione formale adottata dal governo, rispetto alla quale confrontare le
modalità attuative realizzate nel concreto dai funzionari. Gli obiettivi indicati dal
programma costituiscono dunque il parametro di riferimento in base al quale individuare lo
scarto tra gli obiettivi prefissati e i risultati effettivamente conseguiti e analizzare la
corrispondenza tra le modalità attuative previste dal programma normativo e quelle
concretamente poste in essere

26
Q

I gruppi di interesse nell’ambito di formulazione e implementazione politiche

A

gruppi di interesse ombrello e ristretti. Partecipano al processo politico senza partecipare alla competizione elettorale: imprenditori, sindacati, movimenti collettivi, organizzazioni di ricerca, mass media.

27
Q

Opzioni di intervento delle politiche pubbliche

A

Esistono opzioni di intervento molto variegate e diversificate. Una classificazione utile è quella tra regolazione (coercizione/bastone); spesa (remunerazione/carota); informazione (persuasione/sermone); tassazione

28
Q

destinatari delle politiche

A

non coincidono necessariamente con i beneficiari. In genere non recepiscono passivamente le politiche
ma intervengono esercitando pressioni sia sugli implementatori che sui decision makers. Se
il gruppo di destinatari è ristretto e ben identificabile, le politiche sono di più facile
implementazione rispetto al caso di un gruppo vasto e diversificato. Occorre anche
considerare le risorse a disposizione dei destinatari: gruppi con maggiore potere possono
influenzare infatti le modalità di implementazione

29
Q

Analisi costi efficacia

A

è un metodo di valutazione di progetti di investimento pubblici. Applicato in particolare nei settori della sanità, sicurezza stradale e difesa nazionale. A differenza dell’ACB non prevede il passaggio della monetizzazione dei costi e benefici di beni “intangibili” .

30
Q

Opzione dell’autoregolazione delle politiche pubbliche

A

i potenziali destinatari della regolazione pubblica istituiscono propri
organi e procedure di adozione e applicazione di regole. Ciò ha il vantaggio di superare un
gap informativo normalmente sofferto dai regolatori pubblici, inoltre adottando un
approccio poco formalista e più pragmatico, riscuote più facilmente la fiducia dei regolati.
D’altro canto, non sempre vi è certezza che le regole richieste vengano adottate
correttamente

31
Q

Utilità delle VEA in una politica pubblica

A

ha carattere previsionale probabilistico e gli scenari sono sempre ipotetici. Può essere utilizzata nella selezione di progetti per un bando per decidere i meritevoli

32
Q

Cosa si intende per gerarchia degli obiettivi

A

rappresenta un metodo strutturato per definire e ordinare gli obiettivi di una politica da quelli più ampi e strategici a quelli più specifici e operativi. Questo approccio è utile per chiarire come gli obiettivi di dettaglio contribuiscano agli obiettivi più ampi e come si possano gestire le potenziali interazioni o conflitti tra di essi. Goal setting

33
Q

Mappatura dei destinatari delle politiche pubbliche

A

A fronte degli attori del processo di policy stanno i destinatari delle politiche
pubbliche (policy takers), cioè tutti coloro che, in modo più o meno percettibile,
subiscono gli effetti positivi o negativi dell’adozione e della messa in opera di tali
politiche.
La maggiore o minore estensione di tale categoria (tutti i cittadini, particolari classi
o ceti, o specifici gruppi) costituisce un fattore importante per la determinazione del
carattere della politica stessa e, in ultima analisi, del tipo di arena in cui essa viene definita.
È interessante rilevare che l’idea di network rende meno agevole la distinzione tra
gli attori e i destinatari di una politica pubblica, perché spesso anche questi ultimi fanno parte in qualche modo della rete di negoziazioni e di relazioni che ha determinato il processo di formulazione e di adozione di quella determinata politica. Stakeholder mapping: include la definizione degli ambiti della mappatura, l’identificazione di tutti i possibili stakeholder, e la valutazione della loro influenza e interesse rispetto al progetto o alla politica in questione. I partecipanti sono generalmente classificati in categorie come stakeholder primari, secondari, chiave, e coloro che hanno il potere di veto, a seconda del loro impatto diretto o indiretto e della loro capacità di influenzare il risultato della politica

34
Q

Valutazione in itinere

A

si colloca idealmente in un momento intermedio del ciclo
delle politiche pubbliche, tra il completamento del disegno di intervento e il momento in cui
la policy, pienamente attuata, si cala nell’ambito a cui è stata destinata. Può essere definita
come un’attività sistematica volta a verificare la fase di implementazione di una policy, a
valutarne i primi risultati di prodotto e – se possibile – anche di impatto. Tale valutazione
può anche consentire al policy maker una correzione immediata, minimizzando potenziali
danni e svantaggi e calibrando meglio l’intervento.