motorio Flashcards

1
Q

riflesso da stimolazione dolorifica

A

attivazione in seguito a stimolazione recettori dolorifici, , riflesso stereotipato. Info nocicettiva in entrata raggiunge centri nevrassiali, attiva gli interneuroni inibitori che inibiscono i muscoli estensori e a facilitare i i muscoli flessori, Riflesso polisinaptico, crociato o bilaterale, passa anche a i neuroni dell’emimidollo controlaterale. Arco riflesso è plurisegmentale , attivazione anche arti superiori,

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2
Q

Latenza riflessi

A

monosinaptico 0,5-0,9, polisinaptico latenza maggiore

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3
Q

riflesso h

A

stimolazione delle fibre più grosse, poi altre, attivazione riflesso monosinaptico

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4
Q

riflesso, tipo di fenomeno

A

involontario, ma non completamente scollegato dai centri nevrassiali, esempio teiera bollente. Singolo motonn sono bombardati da info diverse,modulazione limite volontaria

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5
Q

movimenti ritmici

A

si succedono con una certa ritmicità, attivazione central pattern generator, alla base stanno reti neuronali in grado di doversi sostenere automaticamente nel tempo, fatto importante economicamente. Possibile anche in animali decerebrati, fictive locomotion.
Modulazione e interruzione del movimento: centri superiori attivano e supervisionano tutto, possono essere interrotti da stimoli propriocettivi sutanei, per esempio, o stimoli dolorifici. Gatto decerebrato su tapis roulant e granello di sabbia in masticazione.

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6
Q

centri generatori di pattern

A

Importanti nella modulazione sia in afferenza che in efferenza, centri generatori centrali spinali o a livello del tronco encefalico, interagiscono tra di loro per generare

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7
Q

esperimenti, afferenze motorie

A

difficile studiare in condizioni di deprivazione senza sfociare nella crudeltà

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8
Q

risposta motoria, modulazione

A

può essere modulata a seconda del contesto e della necessità

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9
Q

fasi deambulazione

A

2 appoggio stance e oscillazione, swing. Nella fase di appoggio si distinguono ulteriorente due fasi, una di appoggio pieno e una di stacco, stacco importante perchè accumula energia cinetica, periodo di oscillazione successivo importante per il passo successio

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10
Q

tempo di locomozione, accelerazione

A

tempo per completare ciclo inferiore, si riduce principalmente il tempo di appoggio, fase di oscillazione più ocstante.

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11
Q

Stimoli, integrazione

A

molteplici stimoli sia a livello distale che a livello prossimale, movimento è dato dall’integrazione di tutti questi stimoli,

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12
Q

pattern, deambulazione

A

pattern del pendolo invertito, attivazione elettromiografica dei muscoli durante la fase pendolare. . Durante l’oscillazione flette, si attivano i flessori, durante l’appoggio estensione. Fase e1 in stacco estensori del ginocchio, poi appoggio, leggera flesssione passivache ammortizza peso corporeo, , preme sulla ase di appoggio, accumula energia cinetica potenziale. Ultima fase, estensione completa caviglia. In elettromiografia è ossibile denotare l’attivazione dei vari muscoli dell’arto inferiore nell’attivazione.

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13
Q

centri di controllo implicati:

A

centro spinale , inibizione ritmica dei flessori quando si attivano estensori e inibizione ritmica estensori con attivazione flessori, mentre i centri superiori importanti per la precisione dell’esecuzione e a coordinazione dei due atti,

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14
Q

aree sovraspinali

A

mesencefalo, regione locomotoria, capace di innescare il movimento a livello volontario, innesca cambiamenti ritmo, velocitàritmo, cambiamenti pattern

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15
Q

pattern generator spinale

A

insieme di neuroni nella zona intermedia del midollo.tra corno anteriore e posteriore. Gli interneuroni suddivisi in due epicentri,alcuni controllano motoneuroni che controllano estensori, e controllano flessori.

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16
Q

Atttivazione subnuclei motonn

A

attivazione neuroni che determinano attivazione flessori scaricano ritmicamente attivando interneuroni inibitori sugli estensori e viceversa.

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17
Q

azione dopamina

A

induzione pattern locomotorioù

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18
Q

importanza stimoli afferenti in locomozione

A

piede si sta sollevando,contatto con la parte anteriore del piede , attivazione dei fusi neuromuscolari, neuroni organi muscolo tendinei, meccanocettori plantari (pacini, ruffini, Merkel) determinano formazione segnali afferenti al midollo spinale, facilitando e inibisce motonn estensori, distacco dell’arto e fase di oscillazione

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19
Q

cosa avviene i appoggio

A

movimento implica un allungamento del muscolo del muscolo attivato, va per esercitare l’inibizione degli estensori e facilita la flessione, fase swing dell’arto

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20
Q

attivazione degli organi del golgi

A

esercitano feedback positivo sui muscoli, contribuiscono a stabilizzare l’arto che è poggiato sul terreno.

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21
Q

stimoli in deambulazione

A

faccia dorsale del piede, consente di evitare ostacoli. i segnali plsntsri durante l’appoggio, accentuano toni estensori e stabilizzano postura.

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22
Q

regione locomotoria mesencefalica

A

partono da qui info che proiettano a livello pontino e liberano serotonina e noradrenalina, mandano info alla zona intermedia del midollo e questi neuroni rilasciano oltre che serotonina e noradrenalina anche glutammato. . a questo livello l’azione delle vie discendenti determina la facilitazione dell’attività ritmica dei centri generatori a livello spinale,

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23
Q

cosa si fa nel caso di problematiche con la deambulazione

A

si somministrano neurotrasmettitori per facilitare l’attività di quei centri.

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24
Q

vie discendenti in caso di shock neurogeno

A

pianta si retrae se stimolata anche se stimolo in lesione spinale, circuito attivato da stimoli differenti, sistema si

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25
Q

motivazione nell’arco riflesso

A

corteccia modula la motivazione, consente di ignorare determinati stimoli se la motivazione all’arco è forte

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26
Q

regione mesencefalica locomotoria, connessioni

A

regione locomotoria subtalamica, attivazione di quest’area determina anche l’attivazione di risposte cardio vascolari, a prescindere di qualsiasi controllo volontario o nn determino un aumento dell’efficienza della pompa cardiaca,

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27
Q

connessione area motoria subtalamica

A

nuclei ipotalamici, controllano attività cardiomotoria e respiratoria bulbare,

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28
Q

controllo diretto ed indiretto vie motorie

A

controllo diretto, corteccia direttamente ttramite vie corticospinali e corticobulbari, indiretamente attraverso strutture collaterali, cervelletto e ganglio della base

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29
Q

funzione gangli della base

A

disinibiscono, facilitano le strutture bulbari che sopprimono tono muscolare, riducono tono estensore e garantisce fase di appoggio, avviano il movimento, regolano cadenza e sono responsabile del movimento pensolare degli arti, che stabilizza e da la spinta.
facilitano fase flessoria

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30
Q

Cervelletto, funzione,

A

coordinazione e metrica , coordiano l’azione del passo e la sua correzione

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31
Q

base controll nervoso locomozione

A

ossa, articolazioni, muscoli parte meccanica

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32
Q

controllo midollo spinale

A

tronco encefalico, dal locus coeruleus, nuclei del rafe che rilasciano serotonina, , mandano fibre glutammatergiche a livello midollae e qui vengono attivate le sequenze del passo.

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33
Q

descrizione locomat

A

pz con lesioni sostenuto , non si regge inm piedi, su locomat attiva pattern locomotore

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34
Q

movimenti volontari

A

goal moviment, non stereotipati, da riprogrammarsi volta per volta a seconda del goal

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35
Q

da dove origina l’idea del movimento

A

dalla corteccia associativa, movimento deve essere pianificato e temporizzato

36
Q

temporizzazione azione

A

gestione in aree corticali premotorie e nei gangli della base in inizio e avvio, . Piano programmato, poi raggiunge corteccia motoria primaria nella corteccia motoria primaria, dove si localizzano motoneuroni implicati nel controllo movimento.

37
Q

funzione corteccia associativa ,

A

dedicata all’elaborazione cognitiva del movimento

38
Q

corteccia motoria primaria, localizzazione

A

area 4 brodmann nella corteccia primaria si trova davanti alla scissura di rolando, localizzazione dei motonn superiori che inviano comando diretto ai motonn inferiori

39
Q

importanza corteccia associativa limbica

A

contesto emozionale e affettivo influisce sul movimento

40
Q

informazioni accessorie utili alla locomozione

A

corteccia visiva primaria, corteccia associativa temporale, sistema nn ne tiene conto per l’elaborazione e la pianificazione del movimento

41
Q

vie del movimento

A

sistema extra piramidale e piramidale

42
Q

via indiretta, bersaglio

A

principalmente muscoli estensori, antigravitari

43
Q

differenza via piramidali ed extrapiramidali

A

piramidali diretti, extrapiramidali invece presentano stazioni intermedie

44
Q

nucleo rosso, funzione

A

riceve info dalla corteccia motoria, incrocia la linea mediana manda info alla zona laterale midollo spinale

45
Q

via piramidale che va ad interessare nucleo rosso

A

origine, area 4, proiezioni dirette originano anche dalla corteccia motoria primaria, premotoria ed aree della zona parietale

46
Q

lesione via corticospinale, parte iniziale arto inferiore

A

paralisi motonn inf,

47
Q

se lesione avviene nella capsula int

A

emiparesi ed emiparalisi

48
Q

nuclei motori nn cranici

A

nucleo motorio trigeminale, innervazione muscoli masticatori, nucleo ipoglosso per innervazione motoria della lingua, nucleo motorio del faciale per l’innervazione dei muscoli pellicciai. Innervazione muscoli pellicciai è bilaterale, pz colpiti da stroke frequentemente risparmiati muscoli facciali, considerata l’importanza muscoli masticatori

49
Q

aree motorie, localizzazione

A

corteccia motoria primaria, area premotoria,

50
Q

caratteristica corteccia motoria primaria

A

contiene cc betz, neuroni piramidali giganti con corpo cellulare triangolare, i cui assoni danno origine alla via corticospinae e corticobulbare, assoni escono, abbandonano snc, innervazione motonn inferiori

51
Q

funzione corteccia

A

innervazione bilaterale e muscoli controlaterali

52
Q

marcia jacksoniana,

A

scarica epilettica, attivazione econtrazione muscolare segue pattern analogo in tutti i pz, determinato dalla somatotopia della corteccia , homunculus motorio

53
Q

mappature corticali

A

jacson, poi sherrington, mappe motorie sulla base della stimolazione corticale elettrica della scimmia

54
Q

stimolazione aree corticali

A

evoca movimenti complessi, pool di neuroni provoca movimenti complessi

55
Q

homunculus, motorio, a che cosa è dovuta la sproporzione

A

è data da differente innervazione periferica, correlata anche dalla finezza del movimenti da eseguire, in corteccia abbiamo la rappresentazione dei movimenti piuttosto che dei muscoli

56
Q

controlo motorio

A

tutti i muscoli coinvolti nella formazione di un movimento più o meno complesso sono basati sull’innervazioone di un unico pool di neuroni, l’attività di un singolo neurone piramidale spinge all’innervazione di più muscoli, sincronizzazione attivazione motonn, movimenti sincronizzati in tutte le sue componenti

57
Q

campo muscolare, definizione

A

gruppo di muscoli innervati e controllati da un unico neurone piramidale, evoca attivazione coordinata di diversi gruppi di motonn inferiori per avere un atto motorio che abbia senso per il soggetto

58
Q

, neuroni specchio

A

attivazione sia in osservazione movimenti altrui che in esecuzione , attivazione in scimmia, perfettamente sincronizzati tra loro,importanza per codifica azione altrui, in intenzionalità, codificano l’emozionalità, sono importanti nell’empatia.

59
Q

corteccia premotoria, divisione

A

due parti, sma, area supplementaria motoria e area premotoria dorsale, nel giro del cingolo abbiamo alteriori neuroni coinvolti nelle espressioni somatiche delle emozioni, area 8, si occupa di movimenti volontari dello sguardo,

60
Q

funzioni neuroni corteccia premotoria

A

influenza sul comportamento motorio, 2 modi: direttamente, fibre dirette in fascio corticospinale, indirettamente, area motoria primaria.

61
Q

area motoria primaria, localizzazione

A

area 4 brodmann,

62
Q

particolarità istologica

A

bensviluppato strato cc piramidali betz, rappresentazione somatotopica.

63
Q

stimolazione elettrica corteccia, esito

A

crociati per aree che proiettano a corna anteriori midollo, bilaterali per nuclei che proiettano ai nuclei nn cranici, fa eccezione faciale, bilaterale rostrale,controlaterale caudale, consente di distinguere paralisi periferica o centrale

64
Q

lesioni del faciale,

A

lesione motonn superiore paresi riguarda solo muscoli inferiori, se lesione periferica emiparesi totale

65
Q

area premotoria, area corrispondente di brodmann

66
Q

controllo del comportamento motorio della corteccia premotoria

A

2 tipi di controllo, diretto ed indiretto, indiretto con estese connessioni reciproche con m1, diretto attraverso fibre che discendono nel fascio corticospinale e corticobulbare, 70%

67
Q

differenza tra area 6 ed area 4

A

forza delle connesssioni sui motonn inferiori, solo le seconde sono monosinaptiche

68
Q

funzione corteccia premotoria

A

utilizza info da altre aree corticali per scegliere informazioni e l’azione, codifica intenzione dell’azione, codificano per movimenti osservati piuttosto che eseguiti tramite neuroni specchio, apprendimento per imitazione, empatia,rapporti sociali, linguaggio

69
Q

funzione area premotoria laterale

A

scelta sulla base di elementi esterni,

70
Q

area premotoria mediale, funzione

A

scelta sulla base di elementi interni

71
Q

divisione area 4, area motoria secondaria

A

parte laterale e mediale, in stimolazione determina movimenti complessi

72
Q

ablazione area motoria secondaria

A

vigilità plastica ed iper riflessia, perturbazione delle prassie

73
Q

definizione prassie

A

movimenti definiti che entrano nella gestualità del soggetto e definiti in maniera definita. la più comune è la prassia motoria,il soggetto sa esattamente cosa deve fare, non sa come farlo.

74
Q

area motoria secondaria, localizzazione e funzione

A

s2, stimolazione inibisce movimenti in corso oppure fa sparire il desiderio a compiere un determinato movimento

75
Q

fascio piramidale o corticospinale, origine

A

area 4 6 8 si

76
Q

terminazione fascio piramidale

A

monosinaptica su motonn alfa del midollo spinale, 60 decussa su piramidi, 20 prima della terminazione

77
Q

fibre componenti fascio piramidale

A

grosso calibro, conduzione rapida,

78
Q

funzione fascio piramidale,

A

alla base della matilità volontaria, modulazione corticifuga dell’info sensoriale

79
Q

proiezione fibre fascio piramidale

A

si a nn corno posteriore

80
Q

via corticonucleare, fascio genicolato

A

funzione, omologa al fascio piramidale per i segmenti cefalici

81
Q

posizione fascio genicolato

A

sino a mesencefalo è adiacente a via corticonucleare, poi abbandona, portandosi ai nuclei dei nervi cranici

82
Q

origine fascio genicolato

A

origine, area 6 e 8 ,si portano a nuclei dei nervi cranici, origine 6 e 44nuclei tronco dell’encefalo, funzione masticatoria, deglutitoria, fonatoria

83
Q

connessione via piramidali con centri sovraspinali

A

talamo, putamen, nuclei pontini

84
Q

funzione collaterali via piramidale

A

consentono controllo continuo del movimento, controllo della motricità fine, influenza principalmente muscoli distale

85
Q

cosa controlla il sistema piramidale

A

interneuroni a livello spinale

86
Q

segni lesioni corticospinale

A

babinski, dupre